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Minime. 296
- Subject: Minime. 296
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 7 Dec 2007 00:39:38 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 296 del 7 dicembre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Milena Carone, Pina Nuzzo: Relazione sulla proposta di legge di iniziativa popolare "Norme di democrazia paritaria per le assemblee elettive" 2. La proposta di legge 3. Marco Catarci intervista Daniele Lugli sulle influenze pedagogiche di Aldo Capitini: l'esperienza di Silvano Balboni 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento 5. Per saperne di piu' 1. MATERIALI. MILENA CARONE, PINA NUZZO: RELAZIONE SULLA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE "NORME DI DEMOCRAZIA PARITARIA PER LE ASSEMBLEE ELETTIVE" [Dall'Udi (Unione Donne in Italia) riceviamo e diffondiamo la seguente relazione sulla proposta di legge di iniziativa popolare "Norme di democrazia paritaria per le assemblee elettive", iniziativa annunciata nella Gazzetta Ufficiale n. 115 del 19 maggio 2007. Milena Carone, giurista, fa parte del coordinamento nazionale dell'Udi; e' relatrice della proposta di legge di iniziativa popolare "Norme di democrazia paritaria per le assemblee elettive". Opere di Milena Carone: Alludi, Milella, 2003. Pina Nuzzo, apprezzata pittrice, e' una delle figure piu' prestigiose dell'Unione delle donne in Italia (Udi) ed animatrice infaticabile della campagna "50 e 50 ovunque si decide" per la democrazia paritaria] La proposta di legge di iniziativa popolare "Norme di democrazia paritaria per le assemblee elettive" fa parte della campagna "50 e 50 ovunque si decide" promossa da Udi - Unione Donne in Italia (gia' Udi - Unione Donne Italiane), associazione politico-culturale operante in Italia dal 1945. L'obiettivo della campagna e' la promozione e il riconoscimento della presenza paritaria di entrambi i sessi in ogni luogo decisionale, quale presupposto e condizione di democrazia compiuta. * Introduzione L'oggetto specifico della proposta di legge sono le candidature per le competizioni elettorali relative alle assemblee elettive di: Circoscrizioni nei Comuni, Comuni, Citta' Metropolitane, Province, Regioni a Statuto ordinario, nonche' alle elezioni di Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e dei componenti del Parlamento Europeo spettanti all'Italia (art. 2). La proposta ha carattere generale e nell'ambito di applicazione e' stato inserito anche l'istituto delle Citta' Metropolitane, previsto dalla riforma costituzionale del 2001 ed in attesa della legge ordinaria che disciplini il funzionamento delle competizioni elettorali relative. La proposta si apre con un'affermazione che e' anche un proponimento: l'attuazione del primo comma dell'art. 51 della Costituzione Italiana (art.1) L'articolo 51 della Costituzione primo comma recita: "Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge". Questa proposta di legge prescinde, sul piano politico, pur tenendola doverosamente presente sul piano giuridico, dall'integrazione operata dal parlamento italiano con la riforma del 2003. L'art. 1 della Legge Costituzionale 30 maggio 2003, n. 1 ha aggiunto al primo comma dell'art. 51 il seguente periodo: "A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunita' tra donne e uomini". Le promotrici della presente proposta non hanno partecipato alla campagna che ha condotto a quell'integrazione ed in piu' occasioni pubbliche ne hanno evidenziato l'equivocita' dei presupposti, acclaratasi negli anni seguenti. Ad ogni buon conto, noi prendiamo sul serio e alla lettera la dizione "pari opportunita'" proprio perche' la proposta concerne l'accesso alle cariche elettive, per tramite di candidature. * Profilo storico-giuridico L'art.51 della nostra Costituzione e' l'unico tra quelli riguardanti i rapporti politici che dopo la dicitura "tutti di cittadini" aggiunge "dell'uno o dell'altro sesso". Il motivo risiede in una scelta di natura storico-giuridica operata dai costituenti e che accomuna in parte l'art. 51 e l'art. 48, riguardante l'elettorato attivo. La formulazione dell'art.51 ha subito notevoli travagli in seno ai lavori preparatori per la Costituzione: la valenza antidiscriminatoria era dapprima fortemente presente nelle proposte delle sottocommissioni, dove rinveniamo la dicitura usata per l'art.3 "senza distinzione di sesso", poi quella "di ambo i sessi" per giungere poi a "dell'uno o dell'altro sesso" contenuta nella definitiva stesura, dove si ritenne altresi' di inserire la determinante specificazione "in condizioni di eguaglianza". Il nostro Paese e' giunto alla democrazia dopo la Resistenza al fascismo ed ha affermato diritti universali per tutte e tutti solo nella sua Carta Costituzionale del 1948. In questi sessanta anni di storia, costume e pratiche politiche, a partire dal suffragio universale compiuto del 1946, la valenza dell'art. 51 si e' ancor piu' evidenziata, chiarendo il legame non piu' formale tra concetti giuridici e politici quali uguaglianza, cittadinanza e democrazia a partire dalla presenza del genere femminile in ogni contesto istituzionale e politico. A livello mondiale, sono copiose le documentazioni (citiamo per tutte quelle della Conferenza di Pechino del 1995 e la Carta di Nizza del 2000) dove si afferma che la presenza femminile nei luoghi decisionali non e' piu' soltanto un attributo di "maggiore democraticita'" ne' una pura rivendicazione antidiscriminatoria di diritti operata da soggetti svantaggiati. Piuttosto, le istituzioni devono prendere atto che ad ogni livello la presenza femminile e' presupposto e indice di progresso e democrazia compiuti, oltre che di effettivo benessere e civile convivenza. In questo quadro, l'attuazione dell'articolo 51 della Carta, cosi' come proposto dalla nostra iniziativa, tiene conto di cio' che si e' andato affermando negli anni sul piano politico e giuridico, nello spirito auspicato dagli stessi costituenti: "noi dobbiamo tracciare anche le vie dell'avvenire, ponendo le mete che oggi vogliamo siano raggiunte domani" (on. Bozzi, Assemblea Costituente 4 marzo 1947). L'affermazione della democrazia paritaria in Italia ha subito ritardi ed ostacoli. Per quanto attiene l'accesso alle cariche elettive, lo sguardo dei riformatori e' stato rivolto esclusivamente all'aspetto antidiscriminatorio volto alla tutela di un genere ritenuto svantaggiato. Il nostro Parlamento, a far data dai primi anni Novanta ad oggi, si e' reso protagonista di comportamenti contraddittori sul piano politico, ma quel che e' grave sul piano giuridico-istituzionale. Nel 1993 sono state inserite norme antidiscriminatorie nella legge n. 81 del 1993 (notoriamente conosciuta come la legge sull'elezione diretta di Sindaci e Presidenti di Provincia) estese poi alle regole riguardanti le elezioni per Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Dopo la prima sentenza della Corte Costituzionale sul punto (n. 422 del 1995) che bocciava dette tutele proprio in nome del principio di uguaglianza, si e' avviato un iter scomposto nei vari partiti, sia pure sollecitati dalla stessa Corte ad operare nella direzione della democrazia paritaria. In Parlamento e' prevalsa l'opinione che l'unica strada percorribile fosse la modifica dell'art. 51 della Costituzione. Si e' quindi avviato un faticoso e ondivago iter di modifica, culminato nel 2003, nonostante che proprio in quell'anno la stessa Corte Costituzionale avesse innovato la propria giurisprudenza sul punto. La modifica approvata con la legge costituzionale del 30 maggio 2003, negli intenti dichiarati, doveva consentire l'approvazione di norme antidiscriminatorie in tutte le leggi elettorali. Durante l'iter d'approvazione della vigente legge elettorale per Camera e Senato, sul finire del 2005, con un'alzata di scudi trasversale a tutti i partiti, e' stato bocciato anche il minimo accenno di introduzione di quelle quote in nome delle quali due anni prima era stata approvata la riforma costituzionale. Il fallimento dei tentativi di introdurre misure quali le quote evidenzia al nostro sguardo tre aspetti indissolubilmente legati tra loro: - errore giuridico di fondo nel trattare la materia della democrazia paritaria alla stregua di misure antidiscriminatorie quali quelle per le minoranze etniche da tutelare; - resistenze da parte degli apparati di potere all'interno dei partiti; - scarsa autorevolezza nelle proposte. Questa proposta: - non intende introdurre quote di riserva, - intende dare attuazione piena al primo comma dell'art. 51 della Costituzione, consentendo l'effettiva parita' di accesso alle candidature ai due sessi, - ha come presupposto politico che la presenza paritaria dei sessi e' una condizione di democrazia, e non un "favore" verso le donne. Oggi il quadro politico appare piu' favorevole e le promotrici auspicano che la proposta sia fatta propria da donne e uomini di buona volonta' presenti in ogni schieramento politico. * Meccanismi giuridici di attuazione (artt. 3 e 4) La proposta ha carattere fondante e valenza generale, avendo come ambito di applicazione ogni contesto decisionale elettivo. I meccanismi attraverso i quali ogni cittadino ed ogni cittadina possono accedere ad una carica elettiva sono sostanzialmente due, in qualunque sistema elettorale. Si puo' essere candidati in liste o gruppi (art. 3). Si puo' essere candidati in collegi uninominali (art. 4). La duplice previsione contenuta nella proposta tiene conto anche dell'attualita' del dibattito sulle riforme istituzionali e in specifico della materia elettorale per Camera e Senato. In quanto tale, la proposta puo' trovare accoglienza in ogni legge elettorale specifica, con l'unica eccezione di quelle riguardanti le elezioni delle Assemblee Regionali a Statuto Speciale, rispetto alle quali riteniamo che in ogni caso la spinta in tal senso potra' venire dall'approvazione di una tale norma a livello statale. Nelle candidature in liste o gruppi (art. 3), l'attuazione dell'art. 51 Cost. si avra' mediante la previsione di composizioni delle liste con un numero pari a meta' uomini e meta' donne, in posizione alternata per sesso e con la previsione dello scarto di una sola unita' numerica, nel caso di un totale di candidature dispari. Nelle candidature in collegi uninominali, si e' tenuto conto dell'ambito circoscrizionale: in ogni circoscrizione, l'attuazione dell'art. 51 Cost. si avra' attraverso il calcolo sulla totalita' delle candidature presenti per ogni partito o coalizione di partiti recanti lo stesso contrassegno. Anche in questo caso, se il totale e' dispari, lo scarto puo' essere di una sola unita' numerica (art. 4). La sanzione prevista per il mancato rispetto della norma sara', nel primo caso, l'irricevibilita' delle liste o gruppi (art. 3) e, nel secondo, la mancata ammissione alla competizione elettorale in quella circoscrizione del partito o coalizione di partiti che non l'avranno rispettata (art. 4). In questo articolato scarno ed essenziale, le previsioni delle sanzioni sono state inserite negli stessi articoli (artt. 3 e 4) riguardanti la norma, allo scopo di sottolineare il legame esistente tra norma e sanzione e la conseguente gravita' della sua mancata applicazione. Una norma come questa non sarebbe fondante se, per la sua mancata attuazione, si prevedessero sanzioni di carattere pecuniario o comunque minore rispetto alla irricevibilita' e alla non ammissione. Cio', al contrario, e' avvenuto per le cosiddette quote, che infatti non erano concepite, vissute e praticate come norme fondanti, neanche da coloro che le hanno propugnate. * Norme di chiusura Infine, per cio' che concerne l'abrogazione di norme in contrasto (art. 5) l'approvazione da parte del Parlamento dei principi contenuti nella nostra proposta comportera', da un lato, il recepimento nelle normative di riferimento per ogni contesto decisionale a carattere elettivo, e dall'altro, l'abrogazione delle norme di tutela a carattere antidiscriminatorio contenute nella legge n.90/2004, recante "Norme in materia di elezioni dei membri del Parlamento europeo e altre disposizioni inerenti ad elezioni da svolgersi nell'anno 2004" (*). Roma, 29 novembre 2007 Pina Nuzzo, del comitato promotore Milena Carone, relatrice della proposta * Nota * L'art. 3 (Pari opportunita') della legge n.90/2004 cosi' recita: "1. Nell'insieme delle liste circoscrizionali aventi un medesimo contrassegno, nelle prime due elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, successive alla data di entrata in vigore della presente legge, nessuno dei due sessi puo' essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati; ai fini del computo sono escluse le candidature plurime; in caso di quoziente frazionario si procede all'arrotondamento all'unita' prossima. 2. Per i movimenti e i partiti politici presentatori di liste che non abbiano rispettato la proporzione di cui al comma 1, l'importo del rimborso per le spese elettorali di cui alla legge 3 giugno 1999, n. 157, e' ridotto, fino ad un massimo della meta', in misura direttamente proporzionale al numero dei candidati in piu' rispetto a quello massimo consentito. Sono, comunque, inammissibili le liste circoscrizionali composte da piu' di un candidato che non prevedono la presenza di candidati di entrambi i sessi. 3. La somma eventualmente derivante dalla riduzione di cui al comma 2 e' erogata ai partiti o gruppi politici organizzati che abbiano avuto proclamata eletta, ai sensi dell'articolo 22 della legge 24 gennaio 1979, n. 18, e successive modificazioni, una quota superiore ad un terzo di candidati di entrambi i sessi. Tale somma e' ripartita in misura proporzionale ai voti ottenuti da ciascun partito o gruppo politico organizzato". 2. MATERIALI. LA PROPOSTA DI LEGGE [Dal sito www.50e50.it nuovamente riproponiamo il testo della proposta di legge d'iniziativa popolare "Norme di democrazia paritaria per le assemblee elettive" alla base della campagna per la democrazia paritaria e duale "50 e 50 ovunque si decide"] Le sottoscritte cittadine italiane e i sottoscritti cittadini italiani presentano - ai sensi dell'art. 71, comma 2, Cost. ed in applicazione della legge 25 maggio 1970, n. 352 e successive modificazioni - la seguente proposta di legge: "Norme di democrazia paritaria per le assemblee elettive". * Art. 1. Finalita' In attuazione dell'art.51 della Costituzione italiana, la presente legge detta norme di democrazia paritaria per l'accesso di cittadini e cittadine alle assemblee elettive in condizioni di uguaglianza. * Art. 2. Ambito di applicazione Le presenti norme si applicano alle competizioni elettorali relative alle assemblee elettive di: Circoscrizioni nei Comuni, Comuni, Citta' Metropolitane, Province, Regioni a statuto ordinario, nonche' alle elezioni di Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e dei componenti del Parlamento Europeo spettanti all'Italia. * Art. 3. Candidature in liste o gruppi In ogni lista o gruppo di candidati, le candidature sono costituite da un numero uguale di donne e uomini, sono disposte in ordine alternato per sesso e, in caso di disparita' numerica, lo scarto e' di una unita'. Liste o gruppi di candidati che non rispettano le predette norme sono irricevibili. * Art. 4. Candidature in collegi uninominali In ogni circoscrizione dove le candidature sono proposte in collegi uninominali, le candidature complessive contraddistinte dal medesimo contrassegno sono costituite da un numero uguale di donne e uomini e, in caso di disparita' numerica, lo scarto e' di una unita'. Partiti, movimenti o coalizioni di partiti recanti il medesimo contrassegno nella circoscrizione che non rispettano le predette norme non sono ammessi alla competizione elettorale in quella circoscrizione. * Art. 5. Norma abrogativa di chiusura Ogni disposizione in contrasto con le norme di democrazia paritaria contenute nella presente legge e' abrogata. 3. RIFLESSIONE. MARCO CATARCI INTERVISTA DANIELE LUGLI SULLE INFLUENZE PEDAGOGICHE DI ALDO CAPITINI: L'ESPERIENZA DI SILVANO BALBONI [Ringraziamo Marco Catarci (per contatti: catarci at uniroma3.it) per averci messo a disposizione questa testimonianza di Daniele Lugli su Sivano Balboni, estratta dalle pp. 98-103 del suo recente libro Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007. L'intervista e' stata realizzata a Ferrara il 3 marzo 2007. Marco Catarci, da sempre attivo in iniziative di solidarieta', per i diritti, la pace e la difesa della biosfera, e' ricercatore e docente di Pedagogia sociale presso la facolta' di Scienze della formazione dell'Universita' degli studi Roma Tre, dove collabora con il Creifos (Centro di ricerca sull'educazione interculturale e sulla formazione allo sviluppo). Ha partecipato a numerose ricerche in campo educativo e sociale, e' autore del volume All'incrocio dei saperi. Una didattica per una societa' multiculturale, e di numerosi saggi e articoli sui temi dell'immigrazione, della formazione, della mediazione culturale. Tra le opere di Marco Catarci: All'incrocio dei saperi. Una didattica per una societa' multiculturale, Anicia, Roma 2004; "La pedagogia degli oppressi di Paulo Freire", in "Studium", n. 4, 2004; "Il percorso formativo del mediatore linguistico-culturale: il modello proposto dal Cies" e "La mediazione in ambito educativo", in F. Susi, M. Fiorucci (a cura di), Mediazione e mediatori in Italia. La mediazione linguistico-culturale per l'inserimento socio-lavorativo dei migranti, Anicia, Roma 2004; "Formazione e inserimento lavorativo dei rifugiati in Italia", in M. Fiorucci, S. Bonetti (a cura di), Uomini senza qualita'. La formazione dei lavoratori immigrati: dalla negazione al riconoscimento, Guerini Associati, Milano 2006; Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007. Daniele Lugli e' il segretario nazionale del Movimento Nonviolento, figura storica della nonviolenza, unisce a una lunga e limpida esperienza di impegno sociale e politico anche una profonda e sottile competenza in ambito giuridico ed amministrativo, ed e' persona di squisita gentilezza e saggezza grande. Silvano Balboni, ferrarese, nato nel 1922 e deceduto nel 1948, obiettore di coscienza, antifascista, pubblico amministratore, amico della nonviolenza, collaboratore di Aldo Capitini nella promozione dell'esperienza dei Centri di orientamento sociale. Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991; e la recente antologia degli scritti (a cura di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Opere su Aldo Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it, altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org] Daniele Lugli, segretario del Movimento nonviolento italiano e collaboratore di Capitini tra il 1961 e il 1968, ricostruisce nellíintervista le vicende di Silvano Balboni, un allievo di Capitini che avvia diverse iniziative educative ´capitinianeª a Ferrara. * - Daniele Lugli: Silvano Balboni e' un ferrarese nato nel 1922 e morto nel 1948, quindi molto giovane. Al momento della morte e' il principale collaboratore di Aldo Capitini (con il quale era in contatto, come tutto il gruppo attorno allo scrittore Giorgio Bassani, fin dai tempi del liceo) e assessore all'anagrafe del Comune di Ferrara. Obiettore di coscienza durante la seconda guerra mondiale, fin dalla primavera del 1943, svolge azione di resistenza disarmato, aiutando le persone a raggiungere le formazioni partigiane. Emigra in Svizzera quando la situazione si fa per lui insostenibile alla fine del '43. In tutto questo periodo vive in una operosa clandestinita' che prosegue anche durante i 45 giorni, perche', come disertore, e' ricercato anche dal governo Badoglio. Nel novembre a Ferrara c'e' un eccidio per vendicare l'uccisione del federale fascista. Le ricerche degli antifascisti si intensificano e quindi Balboni va in Svizzera, dove collaborera' con esponenti del Comitato di Liberazione Nazionale. E' figlio di un medico socialista che si interessa molto di problemi educativi, che appassioneranno anche lui, per influenza familiare e per quella che gli viene dal contatto con il gruppo di Bassani e con Capitini. Quando rientra in Italia diventa il collaboratore piu' stretto di Capitini, che lo ricorda nel suo libro Riforma religiosa e nuova socialita', nella diffusione dei COS. Grazie a lui uno dei COS piu' attivi e' proprio qui a Ferrara. E' lui che da' il cambio a Baldelli, che all'inizio affianca Capitini nella promozione dei COS, rimanendo successivamente il collaboratore piu' stretto anche nel Movimento di Religione. Per quanto riguarda l'aspetto pedagogico, come assessore socialista al comune di Ferrara promuove la creazione della prima scuola materna, facendo venire a dirigere la Armari, che e' sempre di quel giro dell'italo-svizzero per cui c'e' Margherita Zoebeli a Rimini. La societa' operaia italo-svizzera da' degli aiuti e viene realizzata questa prima scuola materna a Ferrara, il cui nome "casa del bambino" ne segnala l'impostazione montessoriana. E Balboni chiama delle insegnanti svizzere a formare le insegnanti della scuola materna. Silvano Balboni e' per un po' direttore del settimanale socialista di Ferrara "Idea socialista". La cosa da sottolineare e' lo spazio - a Ferrara la figura piu' rilevante dei socialisti e' Alda Costa, una donna, una maestra, contro la guerra - all'idea del pensiero pedagogico, a questa necessita' di una scuola "libera e liberante" per il socialismo. Finche' Balboni dirige questo settimanale, non c'e' numero in cui non ci sia un intervento di qualche insegnante o comunque sulla scuola. Per esempio presenta ampiamente l'esperienza delle sorelle Negrisoli, due insegnanti che facevano una scuola di tipo attivo in un comune della provincia di Ferrara, a Portomaggiore. Su "Idea socialista" fa un titolo a tutta pagina, in prima pagina, su quell'esperienza, una scelta inusuale per un organo di partito e in quel periodo. Appena rientrato in Italia dalla Svizzera, Balboni e' anche tra i promotori della ripresa delle attivita' di scuola degli adulti e anche di un'iniziativa di formazione professionale, sempre con l'aiuto del dono italo-svizzero. Negli anni in cui Balboni sta in Svizzera, oltre a conoscere direttamente importanti pedagogisti, stringe molto questi rapporti; al suo ritorno promuove, quindi, questa "Scuola del lavoratore" che ha un certo successo nell'immediato dopoguerra. Oggi diremmo che e' una scuola di formazione professionale. Avviene anche uno scandalo, perche' ci sono corsi per sarte e lui tiene un insegnamento in cui parla di Freud. Sulla stampa cattolica e di destra viene attaccato molto duramente, perche' parla di Freud a delle ragazze. I dipendenti del suo assessorato, ai Servizi demografici, ricordano come Balboni tenesse con loro conversazioni di educazione civica e di cultura. Balboni considera il lavoratore del Comune l'operatore di base della democrazia da costruire da capo nel nostro paese e, per questo, ritiene per lui essenziale un'apposita e ampia formazione. E allora, non solo ci sono queste conversazioni con i dipendenti con i quali ha piu' diretto contatto, ma, nell'ambito di corsi di formazione deliberati dalla Giunta per i vigili urbani, Balboni tiene degli incontri di cultura generale, su temi anche di cultura radicale. E anche qui uno scandalo riecheggera' sui giornali e diventera' interrogazione da parte di alcuni gruppi politici in Consiglio Comunale. Balboni, in queste sue lezioni, si sofferma sui rapporti di Ferrara con il mondo protestante, partendo dalla figura di Renata di Francia, dalla visita di Calvino a Ferrara. Sui giornali i titoli saranno: "Freud alle ragazze della scuola di cucito, Calvino ai vigili, e bravo Balboni!". Si tratta, quindi, di un singolare personaggio che dal ruolo istituzionale travalica per propagandare cose inusitate e comunque scandalose, dalla psicanalisi al protestantesimo, e presso soggetti che sembrano i piu' inadatti ad essere contaminati, le ragazze dal pansessualismo della psicanalisi e i vigili addirittura dal protestantesimo, quindi con la rottura dei fondamentali ordini costituiti. Di fronte a questi fatti il Sindaco gli impone di interrompere le lezioni e gli incontri, e questo e' un motivo di ripensamento forte per Balboni, che ne scrive a Capitini interrogandosi se rassegnare le dimissioni da assessore e concentrarsi tutto - "ridursi" dice - all'attivita' di animatore del COS. Balboni lavora, poi, con Margherita Fasolo, che e' un'insegnante e pedagogista, in contatto con Capitini, con Ernesto Codignola e con il gruppo di "Scuola e citta'", per realizzare a Ferrara una "scuola-citta'". A Ferrara, come in tutte le citta', c'e' nell'immediato dopoguerra questo problema dei ragazzi di strada, che lui intende affrontare con un'attivita' di "scuola-citta'", cosa che pero' non riesce a fare anche per la morte precoce. Ancora Balboni ha la delega del Comune per il Consiglio d'amministrazione dell'Universita', a testimoniare questo suo continuo interesse verso i temi della scuola e della formazione. E' un lettore vorace di opere di pedagogia, scrive a Capitini su questi argomenti e promuove molte iniziative formative rivolte agli adulti. Lo stesso Capitini attraverso la Fasolo entra in contatto con i Cemea. Ma il contatto avviene anche perche' Capitini e' da sempre legato a Lamberto Borghi: gia' nell'immediato dopoguerra, poi anche nelle attivita' del Movimento di Religione, anche nei convegni piu' ristretti organizzati da Capitini, Borghi non manca mai. Nella proposta iniziale dei COS, a Ferrara, in cui Balboni cerca di seguire quello che ha fatto Capitini due anni prima a Perugia, c'e' questa idea della palestra di democrazia, ma questa struttura diventa molto in fretta qualcosa di piu' e di diverso. Proprio il motto di "ascoltare e parlare" entra in conflitto con la modalita' di comunicazione dei partiti, che e' il comizio. Nel COS il meccanismo e' invertito: non si comincia con la relazione, ma con le domande che la gente fa; e c'e' l'animatore che si prende carico di portare al COS le persone che possono rispondere a queste domande. C'e' qualcuno che critica Balboni per questo, con l'idea che i COS debbano soprattutto controllare gli amministratori, mentre nel COS di Balboni si parla di problemi religiosi, di divorzio, di obiezione di coscienza. Questa posizione e' difesa da Capitini, che ribadisce che ai COS ci si va per parlare di "patate e ideali", non uno senza l'altro. C'e' un forte elemento pedagogico. Capitini non ha mai disprezzato i partiti, la democrazia rappresentativa, pero' ne ha indicato i limiti con molta forza. L'idea di fondo era di forme consiliari, nelle quale le persone ricevono le deleghe e poi riferiscono, i COS in ogni posto, che e' poi l'idea dei consigli, dei soviet. C'e' poi un tentativo di collegarli a scelte istituzionali, Capitini tenta una via di istituzionalizzazione dei COS. A Ferrara il COS e' proprio presso un assessore del Comune. Capitini insiste per questa idea di istituzionalizzare i COS, ha uno scambio con Nenni, tramite il suo segretario Giannini, poi si rivolge a Silone. Quella di pensare di governare a colpi di comitati o grandi manifestazioni non e' stata mai l'idea di Capitini, che intendeva invece costruire una competenza nelle persone, anche legata al fatto che nelle questioni di coscienza la legge del numero non conta, quindi i COS certamente sono un luogo dove si imparano le cose, dove ci si addestra ad affrontare e risolvere i problemi. E questo aspetto pedagogico lo si vede in tutti i gruppi che sono stati toccati da Capitini. Il gruppo ferrarese si raccoglieva intorno a Giorgio Bassani, che era uno scrittore, ma era anche un insegnante, a Matilde Bassani, che era una straordinaria insegnante, ad Agostino Buda, insegnante pure lui. Comunque l'interesse a un certo modo di pensare la scuola era fortissimo. Lo stesso Silvano Balboni, che era un cattivo studente, e bocciato si prepara privatamente, in questa sua preparazione privata ragiona intorno al fatto di come dovrebbe essere la scuola. Era molto legato ad Agostino Buda, professore di filosofia a Ferrara. Buda e' la persona attraverso la quale Norberto Bobbio entra in contatto con Capitini, e' anche quello che tiene i contatti con Antonio Giuriolo e il gruppo di Padova. Era un insegnante precario, andava in giro ed era in contatto con i gruppi di Ferrara, Bologna, Firenze, Perugia, Padova. Assieme a Silvano Balboni costruisce i progetti pedagogici a Ferrara. In quegli anni immediati del dopoguerra ci sono esperienze di scuole-citta' e anche l'idea di realizzare delle forme in cui ci fosse un lavoro volontario, una base cooperativa, ma con un finanziamento pubblico. Sono gli anni in cui a Fossoli di Carpi c'e' l'esperienza di Nomadelfia di don Zeno Saltini, da cui passa e prende le mosse Danilo Dolci. A proposito del collegamento forte tra l'attivita' formativa e quella politica, va poi ricordato il rapporto con Andrea e Magda Trocme', che hanno salvato quattromila ebrei attraverso un'attivita' che era quella di una scuola convitto protestante nella zona ugonotta francese. Tutti gli anni continuano poi a tenere presso questa scuola dei corsi di alta formazione, i corsi sono tenuti allora da Paul Ricoeur, Balboni non ne perde uno e porta la' i libri di Capitini. E questo contatto e' forte, perche' Andrea Trocme', un pastore ma anche un educatore, viene a Ferrara a parlare di obiezione di coscienza, un mese prima che venisse respinta alla costituente una proposta di norma sull'obiezione di coscienza proposta da Caporali. 4. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 5. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 296 del 7 dicembre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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