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Minime. 295
- Subject: Minime. 295
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 6 Dec 2007 00:57:44 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 295 del 6 dicembre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Nadia Angelucci intervista Aurora Doloso 2. Rossella Ciani: Analizzare e prevenire la violenza in ambito coniugale 3. Nazila Fathi: Le Madri della pace 4. Marco Catarci intervista Lanfranco Mencaroni sull'incontro tra Aldo Capitini e don Lorenzo Milani 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento 6. Per saperne di piu' 1. TESTIMONIANZE. NADIA ANGELUCCI INTERVISTA AURORA DOLOSO [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo la seguente intervista dal titolo "Ecologiste in Ecuador" e il sommario "Difendono la foresta amazzonica, i popoli indigeni e i contadini. Sono le donne di Accion Ecologica, ong nata venti anni fa per combattere lo sfruttamento petrolifero quale agente inquinante del pianeta". Nadia Angelucci e' giornalista di "Noi donne". Aurora Doloso e' impegnata nella ong "Accion Ecologica"] "Por la llanura de la noche cruza Una pequena luz que cabecea: Ella es mi pecho roto en el que tiembla La fiebre inextinguible" (Cesar Davila Andrade, Poema n. 1) "Sono una delle fondatrici di Accion Ecologica. La nostra associazione nasce dalla fusione di due gruppi: da una parte alcune persone che si occupavano di comunicazione e dall'altra un gruppo di biologhe, entrambi interessati alle tematiche ambientali. Sin dall'inizio eravamo in maggioranza donne e questa tendenza si e' mantenuta nel tempo. E' una cosa speciale far parte di un gruppo di donne militanti con un intenso impegno politico e un forte attivismo basato sulla nonviolenza attiva. Il tipo di azioni che abbiamo portato avanti di conseguenza sono state molte creative". * - Nadia Angelucci: Ad esempio... - Aurora Doloso: Abbiamo occupato il Parlamento il giorno in cui si sarebbe dovuto approvare un accordo di cooperazione economica bilaterale con gli Stati Uniti che era preparatorio al Trattato di Libero Commercio. L'azione non fu organizzata ma nacque spontaneamente, e fu un successo perche', dato che quello era l'ultimo giorno utile per l'approvazione, il trattato non fu firmato. * - Nadia Angelucci: Che cosa e' e di cosa si occupa Accion Ecologica? - Aurora Doloso: E' una Organizzazione non governativa che nasce in Ecuador nel 1986; e' una delle prime associazioni che ha messo in primo piano il tema dello sfruttamento petrolifero come una delle principali cause dell'inquinamento locale e globale. A partire da questa lotta ci siamo resi conto dell'importanza della difesa della foresta amazzonica, dei popoli indigeni e dei contadini che la abitano. Negli anni si sono andate aggiungendo altre lotte, sempre a difesa dell'integrita' ambientale e dell'equilibrio dei gruppi sociali, come quelle contro lo sfruttamento delle miniere, del legname, delle cameroneras che hanno distrutto circa il 70% dell'ecosistema delle mangrovie in Ecuador; contro le monoculture per l'esportazione, comprese quelle legate allo sviluppo degli agrocombustibili, falsa e nefasta soluzione al problema energetico; contro l'utilizzazione degli Organismi geneticamente modificati; contro le fumigazioni, sia quelle iniziate negli anni '70 con la cosiddetta rivoluzione verde che tendeva ad incrementare la produttivita' dell'agricoltura da esportazione, sia quelle attuali inerenti al Plan Colombia che avrebbero come obiettivo l'eradicazione delle piantagioni di coca e che invece colpiscono le popolazioni locali e la foresta. Su questo ultimo punto il nuovo governo ecuadoriano ha ottenuto che si fermi l'uso di agenti chimici perlomeno a dieci chilometri dalla frontiera con il nostro paese. Abbiamo promosso anche delle Campagne internazionali come l'Osservatorio Oil Watch, una rete di organizzazioni dei paesi tropicali che monitorano l'andamento dello sfruttamento petrolifero e le conseguenze socio-ambientali, e la recente Alleanza dei popoli del Sud creditori del debito storico, sociale ed ecologico per analizzare le responsabilita' della distruzione planetaria e i suoi impatti sociali. * - Nadia Angelucci: Su cosa state focalizzando la vostra attenzione in questo periodo? - Aurora Doloso: Io mi sto occupando della creazione di un Istituto di studi ecologici nel Terzo Mondo e della Campagna per il riconoscimento del debito ecologico che rilancia la campagna nata dal Giubileo del 2000 per la remissione del debito. Vogliamo mettere a confronto una posizione che vede il condono del debito basato sul perdono con una visione che lo lega, invece, ad un fatto di giustizia storica. Dopo anni di saccheggio e di sfruttamento ai danni dei paesi del Sud, chi deve a chi? Questo tema non e' stato discusso e approfondito a sufficienza ma per noi c'e' un debito dal Nord verso il Sud accumulato in quanto a sfruttamento di risorse naturali, lavorative, violazioni dei diritti umani... Se volessimo quantificare questo debito arriveremmo a cifre immense molto superiori ai nostri debiti esteri. Per questo chiediamo, in una logica globale, l'annullamento totale dei nostri debiti esteri come segno di riconoscimento dello sfruttamento precedente. * - Nadia Angelucci: Come pensate che si possa far fronte al problema della richiesta di energia che viene da tutto il mondo? - Aurora Doloso: Riducendo, nei paesi che maggiormente utilizzano le risorse, il consumo di energia e di prodotti inutili e non necessari; in tutto il pianeta incrementando il commercio locale e di piccola scala e tendendo all'autosufficienza energica e produttiva. Promuovere la sovranita' alimentare e' la strada giusta. Faccio l'esempio assurdo del mio paese che esporta patate e riso di cui e' produttore, per poi riacquistarne una parte per il consumo interno. * - Nadia Angelucci: In Ecuador si e' insediato il governo progressista del presidente Correa. Come si pone rispetto alle vostre campagne? - Aurora Doloso: Innanzitutto questo governo si e' autodefinito come il nuovo governo della rivoluzione dei cittadini. Molte delle persone chiamate a collaborare da Correa vengono da esperienze di impegno sociale ed ecologista, come ad esempio l'ex Ministro per l'Energia, Alberto Acosta, ora impegnato nell'Assemblea Costituente. Proprio attraverso lui e' stata lanciata l'importante campagna per la moratoria dell'estrazione petrolifera nel Parco nazionale di Yasuni' che il presidente ha poi annunciato alla comunita' internazionale durante una riunione delle Nazioni Unite a settembre. L'Ecuador rinuncerebbe ad estrarre il petrolio da questa zona ricchissima di biodiversita', in piena giungla amazzonica, in cambio della costituzione di un fondo internazionale, quantificato con liirrisorio prezzo di 5 dollari a barile non estratto, i cui interessi potrebbero essere utilizzati per pagare il debito estero o per progetti sociali. Il governo Correa apre, cosi', una politica innovativa dimostrando che un paese petrolifero puo' fare proposte che vanno al di la' del puro sfruttamento delle risorse. I paesi industrializzati, principali responsabili dell'inquinamento globale, dovrebbero accogliere positivamente questa inversione di tendenza. * - Nadia Angelucci: Quale e' la situazione generale in Sud America? - Aurora Doloso: Penso che sia molto importante il rafforzamento delle relazioni tra i sud del mondo e il tentativo di liberarsi del Fondo Monetario Internazionale che nei nostri paese per anni ha deciso le politiche interne intaccando la sovranita' nazionale. Il presidente Correa ha chiesto ufficialmente l'uscita dal paese del rappresentante della Banca Mondiale perche' quando era Ministro dell'Economia ha subito il ricatto di questo organismo quando decise di cambiare la destinazione dei proventi petroliferi dal pagamento degli interessi sul debito estero verso investimenti sociali; per tutta risposta il rappresentante della Banca Mondiale blocco' un finanziamento gia' avviato. L'alternativa e' la proposta della formazione di una Banca del Sud gestita da tutti i paesi sudamericani. * - Nadia Angelucci: Quale e' il ruolo dei movimenti sociali, e in particolare del movimento indigeno, in questa fase? - Aurora Doloso: In Ecuador la Conaie - Confederazione nazionale di tutte le etnie indigene - nasce lo stesso anno di Accion Ecologica. E' un movimento speciale che ha i suoi alti e bassi ed abbiamo trovato naturale collaborare in molti momenti con loro. Penso che in questo momento sia molto importante, nel mio paese, il ruolo dell'Assemblea Costituente, votata a settembre, che si insediera' a dicembre, che rappresenta gran parte del pensiero dei movimenti sociali e delle proposte dei gruppi piu' impegnati a livello locale. E' una grande opportunita' di partecipazione dei cittadini e mi sembra importante sottolineare che la meta' dei costituenti e' di genere femminile come stabilito dalla legge elettorale varata dal governo Correa. 2. INIZIATIVE. ROSSELLA CIANI: ANALIZZARE E PREVENIRE LA VIOLENZA IN AMBITO CONIUGALE [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo il seguente articolo dal titolo "Analizzare e prevenire la violenza in ambito coniugale" e il sommario "Dal Canada, un contributo per cogliere i segnali che preludono alla violenza sulla donna". Rossella Ciani scrive su "Noi donne". Anna Baldry, psicologa e criminologa, e' docente di Psicologia sociale alla II Universita' di Napoli. Opere di Anna Baldry: (con Gilda Scardaccione e Melania Scali), La mediazione penale. Ipotesi di intervento nella giustizia minorile, Giuffre', 1998; Bullying in school. A psycho social approach, Edizioni Carlo Amore, 2003; (con Ritagrazia Ardone), Mediare i conflitti a scuola. Presupposti teorici e intervento psicosociale, Carocci, 2003; Il bullismo. Un approccio psicosociale, Edizioni Carlo Amore, 2004; Focus group in azione. L'utilizzo in campo educativo e psicosociale, Carocci, 2005;Dai maltrattamenti all'omicidio. La valutazione del rischio di recidiva e dell'uxoricidio, Franco Angeli, 2006] La violenza alle donne, diffusa in tutto il mondo, ha prodotto una serie di ricerche e di metodologie per riuscire a prevenirla. Le donne canadesi, gia' da una quindicina di anni, sono riuscite a mettere a punto un metodo chiamato S.A.R.A. per analizzare e prevenire la violenza nell'ambito coniugale. S.A.R.A. e' un acronimo che significa in inglese "Sposual Assault Risk Assessment", cioe' "Rischio di violenza recidiva in ambito coniugale". Questo metodo, che si basa sull'analisi di una serie di episodi e comportamenti del coniuge violento, e' stato importato da alcuni anni in Italia e "tarato" per la realta' italiana dalla professoressa Anna Baldry della Facolta' di Psicologia sociale dell'Universita' di Napoli. Il metodo, consistente in dieci punti di analisi, non puo' e non deve essere usato dalla donna che e' a rischio di violenza, ma dalle forze dell'ordine, dalla polizia municipale e da tutti gli operatori sociali e sanitari addetti al problema della violenza. Leggendo i dieci punti viene da pensare che si tratti di osservazioni troppo semplici, anzi quasi ovvie e banali. In realta' per saper cogliere ed interpretare il rischio attraverso questo metodo e' indispensabile fare un corso di preparazione ed addestramento perche' anche il piu' piccolo segnale, all'apparenza insignificante, ha un suo peso. Per questo motivo vi e' un gruppo di psicologhe, tra cui la professoressa Baldry, che girano l'Italia per aggiornare le questure, ovvero tutte le forze dell'ordine che da esse dipendono. Sono gia' cinque le questure che si sono impegnate a dotare le loro forze dell'ordine di questo aggiornamento,ancora troppo poche rispetto alle 106 esistenti. Le questure non si sono mosse per iniziativa propria, ma sono state le donne, che si sono rivolte alle loro Amministrazioni provinciali (le questure hanno un'area territoriale di intervento a dimensione provinciale) per chiedere che l'ente Provincia della loro zona si facesse promotore e assumesse il carico finanziario per l'aggiornamento "S.A.R.A.". Le donne che hanno ottenuto questo in ambito provinciale segnalano che non e' stato molto difficile sensibilizzare le Province per attuare l'aggiornamento perche' purtroppo in ogni dove ci sono violenze sulle donne e sulle bambine, per cui non esiste un luogo con assenza di problemi. Invece l'altro strumento di aiuto costituito dalle Case delle donne, che danno ospitalita' alla donna violentata o sottoposta a minacce persecutorie sono assai poche sul territorio italiano. La normativa europea dice che dovrebbe esserci un posto letto ogni settemila abitanti, quindi quindici posti letto ogni centomila abitanti. In sostanza occorrerebbe una casa di accoglienza per ogni citta' o cittadina italiana. La realta' e' completamente diversa e presenta vuoti di risposta spesso macroscopici, per cui non si puo' pensare di delegare alle sole donne delle case di accoglienza la richiesta di questo aggiornamento. * Altre informazioni si trovano in questi siti internet: www.sara-cesvis.org; www.springerlink.com/links.jstor.org; www.harcourt-uk.com; www.chipts.ucla.edu./assessment.hatm (si ringrazia R. Ronchi di Amnesty 157 Italia per le ricerche dei e sui siti internet). Il libro italiano di A. Baldry, Dai maltrattamenti all'omicidio. La valutazione del rischio di recidiva e dell'uxoricidio, Franco Angeli; il testo originale canadese di P. Randall Kropp, S. D. Hart, C. W.Webster, D.Eaves, Manual for the Sposual Assault Risk Assessment Guide, British Columbia Institute on family Violence, Vancouer - Canada. 3. RIFLESSIONE. NAZILA FATHI: LE MADRI DELLA PACE [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente articolo apparso sul "New York Times" del 3 dicembre 2007. Nazila Fathi, giornalista, e' corrispondente da Teheran del "New York Times"] Teheran, Iran. Piu' di 500 donne che si sono date il nome di "Madri della pace" hanno firmato una lettera indirizzata alle autorita' in cui esprimono la loro paura che ci sara' una guerra concernente il programma nucleare dell'Iran. La lettera fa riferimento alle sanzioni economiche gia' imposte dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ed alla crescente presenza militare Usa nel Golfo Persico, come evidenza che potrebbe esservi un confronto militare fra Iran e Stati Uniti. La lettera avvisa le autorita' iraniane che le firmatarie non sono disposte a sostenere il governo nella sua insistenza sul nucleare. "Noi, madri della pace, vogliamo esprimere la nostra profonda preoccupazione per la situazione critica in cui il paese si trova", dice la lettera firmata da 521 donne, che si puo' trovare su www.motherspeace.blogfa.com ed altri siti web, "Siamo preoccupate dal prezzo che noi ed i nostri figli pagheremo durante questo periodo di grande insicurezza". E' molto inusuale per gruppi di cittadini iraniani mettere pubblicamente in questione la politica nucleare del paese, e riconoscere gli effetti delle sanzioni economiche imposte dall'Onu sulle esistenze delle persone. Il gruppo ha annunciato la propria nascita in novembre, come movimento per la pace e la liberta'. Il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha ripetutamente minimizzato le sanzioni come irrilevanti, e dichiarato che il popolo iraniano ha la volonta' di resistere a qualsiasi tipo di pressione internazionale rispetto al programma nucleare. Ha anche dato dei "traditori" ai parlamentari che lo avevano criticato. Il governo sostiene che il programma ha scopi pacifici diretti all'energia, mentre gli Usa dicono che lo scopo del programma e' costruire armi nucleari. Fra le firmatarie della lettera vi sono attiviste politiche, professioniste e artiste. Secondo il loro sito web, altre 300 donne si sono aggiunte dopo l'uscita della lettera, e molte di piu' stanno apponendo la loro firma al testo online. "Non abbiamo dimenticato gli amari giorni della guerra", dice la lettera, riferendosi al conflitto con l'Iraq durato dal 1980 al 1988, "Stiamo ancora piangendo la perdita dei nostri cari, e testimoniando la sofferenza dei disabili, e guardando i nomi dei nostri martiri sulle strade". 4. RIFLESSIONE. MARCO CATARCI INTERVISTA LANFRANCO MENCARONI SULL'INCONTRO TRA ALDO CAPITINI E DON LORENZO MILANI [Ringraziamo Marco Catarci (per contatti: catarci at uniroma3.it) per averci messo a disposizione questa testimonianza di Lanfranco Mencaroni sull'incontro tra Aldo Capitini e don Lorenzo Milani, estratta dalle pp. 160-162 del suo recente libro Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007. L'intervista e' stata realizzata a Collevalenza (Perugia) il 2 marzo 2007. Marco Catarci, da sempre attivo in iniziative di solidarieta', per i diritti, la pace e la difesa della biosfera, e' ricercatore e docente di Pedagogia sociale presso la facolta' di Scienze della formazione dell'Universita' degli studi Roma Tre, dove collabora con il Creifos (Centro di ricerca sull'educazione interculturale e sulla formazione allo sviluppo). Ha partecipato a numerose ricerche in campo educativo e sociale, e' autore del volume All'incrocio dei saperi. Una didattica per una societa' multiculturale, e di numerosi saggi e articoli sui temi dell'immigrazione, della formazione, della mediazione culturale. Tra le opere di Marco Catarci: All'incrocio dei saperi. Una didattica per una societa' multiculturale, Anicia, Roma 2004; "La pedagogia degli oppressi di Paulo Freire", in "Studium", n. 4, 2004; "Il percorso formativo del mediatore linguistico-culturale: il modello proposto dal Cies" e "La mediazione in ambito educativo", in F. Susi, M. Fiorucci (a cura di), Mediazione e mediatori in Italia. La mediazione linguistico-culturale per l'inserimento socio-lavorativo dei migranti, Anicia, Roma 2004; "Formazione e inserimento lavorativo dei rifugiati in Italia", in M. Fiorucci, S. Bonetti (a cura di), Uomini senza qualita'. La formazione dei lavoratori immigrati: dalla negazione al riconoscimento, Guerini Associati, Milano 2006; Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007. Lanfranco Mencaroni, medico, amico e collaboratore di Aldo Capitini, e' infaticabile prosecutore dell'opera comune, animatore dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini (per contatti: e-mail: capitini at tiscalinet.it, sito: www.aldocapitini.it) e curatore del sito del "Cos in rete" (www.cosinrete.it) che mette a disposizione anche una ricchissima messe di testi di e su Capitini, ed e' un fondamentale punto di riferimento per amici e studiosi della nonviolenza. Un profilo di Lanfranco Mencaroni, scritto da Luciano Capitini, e' apparso nel n. 156 di queste "Minime". Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991; e la recente antologia degli scritti (a cura di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Opere su Aldo Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it, altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica, integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato nell'ultimo decennio la ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel volume I care ancora. Altri testi ha pubblicato ancora la Lef. Opere su Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef, Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di documentazione di Pistoia, 1993. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste del lavoro", n. 50 del 1987. Tra i testi apparsi di recente: il testo su don Milani di Michele Ranchetti nel suo libro Gli ultimi preti, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani, Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002; Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano 2002] Lanfranco Mencaroni, medico e collaboratore di Capitini fin dall'attivita' di antifascismo, racconta il suo incontro con Capitini e l'esperienza del "Giornale Scuola", a cui ha lavorato attivamente. * - Lanfranco Mencaroni: Io sono del 1924, nel 1940 insieme ad altri compagni di scuola creammo un'associazione clandestina di studenti medi antifascisti a Perugia. Convertirsi all'antifascismo era una cosa dura, perche' nelle biblioteche c'erano solo un libro di Labriola e uno di Mazzini, quindi non c'erano influenze esterne, e Perugia era una citta' duramente divisa tra fascisti e antifascisti. La prima cosa che facemmo fu di andare a cercare Capitini, perche' sapevamo che questo professore era stato espulso dall'Universita' ed era tornato a casa dal padre, che stava sotto la torre campanaria del palazzo comunale della citta'. E viveva li' di lezioni private. Lui e' stato il piu' grande organizzatore antifascista in Italia, su quest'esperienza ha scritto anche un libro: Antifascismo tra i giovani. A Perugia Capitini entrava in contatto con operai, artigiani, insegnanti e anche giovani. Cominciammo ad andare da lui e ci apri' gli orizzonti, perche' era molto simile a un genio: aveva visioni culturali amplissime e aperture culturali non comuni. Noi lo conoscemmo nel 1940, ma lui gia' nel 1937 aveva pubblicato gli Elementi di un'esperienza religiosa e aveva fondato il liberalsocialismo. Capitini fu arrestato due volte per queste azioni antifasciste, nel 1942 e nel 1943, insieme a lui fui incarcerato anche io, per via di quell'associazione giovanile; ci liberarono quando cadde Mussolini. Ci ha trasmesso, oltre al valore antifascista, i valori in generale: ci ha aperto il mondo, ci ha sprovincializzato, ci ha insegnato la musica classica, Beethoven soprattutto, e non solo la musica, ma tutti i valori: la letteratura, la filosofia, la pedagogia, l'arte, non per niente quando ci furono i primi movimenti studenteschi lui affermo' subito quel motto degli studenti americani che dicevano "il mio paese e' il mondo", la sua posizione era quella. Poi viaggiava molto con il treno: andava a Milano, Firenze soprattutto, Napoli, in Veneto. Nel 1960 entro' in contatto con Lorenzo Milani. Ce lo portai io, perche' lui non aveva l'automobile; per noi fu una rivelazione. Dopo la fine dei COS lui aveva lavorato molto con Tartaglia e altri per la riforma religiosa. Ci aveva fatto molta impressione Esperienze pastorali, che era sconvolgente. Allora Capitini scrisse subito a Lorenzo Milani, chiedendo di incontrarlo e andammo su' nell'agosto del 1960. Lui era arrivato a Barbiana da 3-4 anni, infatti nell'ultimo chilometro non c'era ancora la strada, lasciammo giu' la macchina, c'erano tre case, la canonica che era la scuola, con i ragazzi, i quali la mattina, a pranzo e il pomeriggio fecero a Capitini molte domande sulla nonviolenza e sul vegetarianesimo, su cui lo presero un po' in giro; don Milani da buon cattolico non era tanto convinto del vegetarianesimo. Pero' fu un'esperienza fondamentale per me, ma anche per Capitini. Quando arrivammo la prima cosa che disse don Milani a Capitini fu: "Voi intellettuali fate i libri per voi e non fate niente per gli altri", Capitini non aveva la coscienza sporca, perche' aveva fatto i COS, ma certamente era piu' intellettuale di don Milani, che si impegnava affinche' il povero conquistasse quelle mille parole per "partecipare" al potere. A noi questa scuola di Barbiana fece una grande impressione, prima di tutto perche' c'era un insegnante come don Milani, che era un genio, poi i ragazzi facevano scuola per tutto il giorno, dalla mattina alla sera a tempo pieno, e, non essendo omogenea l'eta', i piu' grandi insegnavano ai piu' piccoli. Pero' quello che ci colpi' e' questa idea di don Milani che alla base della partecipazione delle masse popolari, che e' cominciata con il socialismo, ci fosse l'istruzione. Senza istruzione non c'e' partecipazione, i ricchi comanderanno sempre; quindi se gli intellettuali vogliono fare qualche cosa in questo senso, l'istruzione e' fondamentale: non solo la scuola dei bambini, ma anche la scuola degli adulti, la scuola serale, per ridare alla gente la capacita' di partecipare al potere. Anche il bilancio partecipativo che si fa adesso implica a monte lo sforzo educativo di don Milani, perche' devi formare i cittadini. Nei COS mancava l'idea di don Milani, dell'educazione per la gente, si sopravvalutava la gente che partecipava con la cultura che aveva, e spesso non sapeva leggere e scrivere. Gli intellettuali dovevano fare questo. E don Milani lo diceva a tutti, anche quando ando' Alexander Langer a Barbiana don Milani disse: "Lascia perdere tutto e vieni a fare quello che faccio io". La prima volta che siamo andati a Barbiana, dopo che don Milani disse: "Tu scrivi i libri per farli leggere agli altri intellettuali", Capitini gli chiese: "Cosa possiamo fare?". E allora lui gli rispose: "Io ho un progetto da anni che qui non posso realizzare, mi piacerebbe fare oltre alla scuola, anche un giornale scuola, un solo foglio, un articolo solo con un tema e il resto del foglio per spiegare le parole, i concetti storici, filosofici, politici, geografici, tutto cio' che serve per la comprensione dell'articolo". E allora quando tornammo a Perugia, Capitini prese contatto con i sindacati, ci diedero il permesso di pubblicare un foglio con la loro attrezzatura, io feci il direttore, lo stampai a Todi, facemmo quattro numeri. Quando tornammo a Barbiana don Milani ci fece delle osservazioni: "Nel giornale bisogna scrivere chi lo fa, quanto guadagna". Il quarto numero di questo giornale era dedicato alla scuola e l'articolo principale lo fece Capitini attaccando duramente la scuola dei preti, don Milani si arrabbio' tantissimo, a me mando' una lettera durissima: "Come vi permettete di attaccare la scuola di un prete, se l'unica scuola che funziona in Italia e' quella di un prete?" e aveva ragione, perche' le altre servono solo a tenere schiave le persone figlie dei contadini e degli operai, anche se sono pubbliche. E dopo questa discussione ci ritirarono i soldi, i partiti di sinistra non ci aiutarono e noi senza soldi non potevamo fare niente. Eppure erano arrivate parecchie lettere da tutta Italia di adesione, perche' questo giornale scuola era molto piaciuto. Avevamo dei punti, di questi amici di Capitini, che diffondevano il giornale un po' in tutto il Paese. Ci rimase questo principio che don Milani affermava a tutti: "Se volete fare qualche cosa, fate come me", non bastava fare la marcia, ma serviva un lavoro continuativo per l'istruzione, per l'educazione tutti i giorni. 5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 6. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 295 del 6 dicembre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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