Minime. 279



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 279 del 20 novembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Al tempo
2. Peppe Sini: Una lettera aperta al presidente della Camera di Commercio di
Viterbo
3. Patrizia Caporossi ricorda Giglia Tedesco
4. Nella Condorelli ricorda Giglia Tedesco
5. "Il paese delle donne" ricorda Giglia Tedesco
6. L'Istituto "Alcide Cervi" ricorda Giglia Tedesco
7. Giulia Rodano ricorda Giglia Tedesco
8. L'Udi, la Cgil e la Casa internazionale delle donne ricordano Giglia
Tedesco
9.  Simone Weil: Ogni cosa
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. AL TEMPO

Al tempo in cui due piu' due faceva quattro, sarebbe stato a tutti evidente
che la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in
Afghanistan e' un crimine e una follia.
Al tempo in cui due piu' due faceva quattro, sarebbe stato a tutti evidente
che far morire uomini e donne migranti in mare o nei Tir, consegnarli
schiavi alle mafie o ai lupi affamati di carne di donna, recluderli in campo
di concentramento, deportarli, riportarli prigionieri nelle mani degli
aguzzini cui erano scampati con la fuga nel nostro paese, tutto cio' e' un
crimine e una follia.
Al tempo in cui due piu' due faceva quattro, sarebbe stato a tutti evidente
che perseguitare i poveri, distruggere con le ruspe le misere dimore dei
piu' poveri, impedire a chi e' nel bisogno di chiedere ed ottenere aiuto
dalle istituzioni e ricacciarlo invece nelle mani degli schiavisti e dei
mafiosi, tutto cio' e' un crimine e una follia.
Al tempo in cui due piu' due faceva quattro, era sindaco di Roma il nostro
Gigetto Petroselli, che andava nelle borgate romane a costruire case
popolari e consegnarle a chi era senza casa. Oggi sindaco di Roma e' un
signore che a chi e' senza casa toglie persino le baracche - di tutto
spogliando le persone piu' oppresse, che lancia dissennati proclami che
istigano i razzisti al governo a deportare, e i razzisti di quartiere a
linciare innocenti.
Al tempo in cui due piu' due faceva quattro era a tutti evidente che la
guerra e il razzismo sono crimini atroci ed infami. Oggi sono la linea
politica dominante, corrente, banale, condivisa, dal presidente del
consiglio dei ministri all'ultimo accoltellatore nazista di periferia.
*
Ah, che tempi erano quelli, quando due piu' due faceva quattro.
E quanto necessario e urgente ci pare che sia contrastare il sonno della
ragione che genera mostri, contrastare la guerra e il razzismo, contrastare
il fascismo che torna. Difendere la legalita' costituzionale. Difendere la
democrazia. Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

2. CARTEGGI. PEPPE SINI: UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DI
COMMERCIO DI VITERBO
[Riportiamo la seguente lettera aperta del responsabile del "Centro di
ricerca per la pace" di Viterbo del 19 novembre 2007]

Egregio presidente,
la Camera di Commercio di Viterbo e' inopinatamente tra i soggetti promotori
della Savit, iniziativa collegata alla proposta di realizzare a Viterbo un
mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma,
palesemente nocivo per la salute dei cittadini, distruttivo per l'ambiente,
devastante per rilevanti beni sociali, dannoso per le autentiche vocazioni
produttive del territorio e deleterio per l'economia locale, scandaloso per
lo sperpero di denaro del pubblico erario.
- Un mega-aeroporto nocivo per la salute dei cittadini: con il grave
inquinamento atmosferico (polveri sottili, e non solo) che si sommo
nell'Alto Lazio ad una situazione gia' gravata dalle emissioni inquinanti
del polo energetico Civitavecchia-Montalto; con il gravissimo inquinamento
acustico; ed anche con l'inquinamento elettromagnetico.
- Un mega-aeroporto distruttivo per l'ambiente: il trasporto aereo
contribuisce in ingente misura all'effetto serra responsabile del
surriscaldamento del clima che sta portando la biosfera al collasso; occorre
pertanto drasticamente ridurre, e non dissennatamente incrementare il
trasporto aereo.
- Un mega-aeroporto devastante per rilevanti beni sociali: come l'area
termale del Bulicame, un bene naturalistico, storico-culturale, sociale e
terapeutico, economico e simbolico di primaria importanza per Viterbo.
- Un mega-aeroporto dannoso per le autentiche vocazioni produttive del
territorio e deleterio per l'economia locale: Viterbo ha bisogno di
difendere e valorizzare i beni culturali e ambientali, ha bisogno di
sostegno all'agricoltura di qualita', all'artigianato e all'imprenditoria
peculiari del territorio; ha bisogno di una mobilita' pubblica locale a
vantaggio dei cittadini, in primo luogo di migliori ferrovie; invece il
mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma e'
solo un'ennesima servitu' che non portera' affatto occupazione stabile e
produrra' invece disastri ed impoverimento poiche' danneggera' la salute dei
cittadini, devastera' risorse fondamentali, togliera' valore agli immobili e
agli esercizi della citta', sottrarra' risorse pubbliche che potrebbero e
dovrebbero invece essere investite a beneficio di tutti.
- Un mega-aeroporto scandaloso per lo sperpero di denaro del pubblico
erario: gli enormi finanziamenti pubblici che un'opera sciagurata come il
mega-aeroporto per voli low cost dissipera' a vantaggio di una ristretta
lobby politico-affaristica e a danno di tutti i cittadini, saranno sottratti
ad altri interventi essi si' necessari ed urgenti a vantaggio dell'intera
popolazione. Continuare a finanziare affaristi senza scrupoli che
danneggiano la salute e l'ambiente configura una vera e propria rapina dei
soldi della collettivita' per arricchire imprese speculative gia' piu' volte
denunciate per condotta antisindacale e che si rifiutano di rispettare le
leggi italiane (e' questo il caso di prominenti compagnie aeree low cost,
che costringono i loro dipendenti ad un umiliante precariato e si rifiutano
di applicano la legislazione italiana a tutela dei lavoratori).
Queste sarebbero le conseguenze reali della realizzazione a Viterbo di un
mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma:
conseguenze scandalose, conseguenze inammissibili.
E non e' casuale che la proposta di realizzare a Viterbo il devastante
mega-aeroporto sia del tutto priva della Valutazione d'impatto ambientale
(in sigla: VIA) e della Valutazione ambientale strategica (in sigla: VAS),
obbligatorie per legge in relazione ad ogni "grande opera". Non e' casuale:
perche' se si svolgessero correttamente le procedure previste dalla vigente
legislazione concernente la VIA e la VAS si scoprirebbe immediatamente che
quest'opera nefanda non puo' e non deve essere realizzata.
Questa e' la situazione.
Se anche in passato una propaganda mistificatrice, reticente e quindi
palesemente ingannevole da parte di una lobby politico-affaristica che ha
anche interessi economici diretti nella realizzazione dell'opera puo' avere
ingannato alcuni enti pubblici guidati da amministratori a dir poco
malaccorti, ora il quadro e' chiaro. E le responsabilita' ineludibili.
Confidiamo che sapendo ora quanto le abbiamo teste' esposto, anche lei
vorra' finalmente prendere una posizione chiara e adeguata di opposizione
esplicita alla scandalosa proposta della realizzazione a Viterbo di un
mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma.
Voglia gradire distinti saluti.

3. MEMORIA. PATRIZIA CAPOROSSI RICORDA GIGLIA TEDESCO
[Ringraziamo Patrizia Caporossi (per contatti: latuffatrice at virgilio.it) per
questo intervento.
Patrizia Caporossi, intellettuale femminista, saggista, docente, vive ad
Ancona, si e' laureata a Roma, dove ha vissuto dal 1970 al 1975,
all'Universita' "La Sapienza", in filosofia teoretica, con una tesi su La
donna in Nietzsche e Kierkegaard; dal 1986 docente di filosofia e storia al
liceo scientifico di Falconara (Ancona) e dal 2006 al liceo classico di
Ancona; dal 2000 docente supervisore per l'Indirizzo di scienze umane alla
Ssis dell'Universita' di Macerata; dal 2003 dottorato di ricerca in
filosofia e teoria delle scienze umane dell'Universita' di Macerata; dal
2001 docente a contratto per i laboratori di didattica della filosofia alla
Ssis dell'Universita' di Macerata; dal 1989 socia corrispondente della
Societa' italiana delle storiche; gia' dirigente provinciale dell'Unione
donne italiane di Modena (1976-1978), gia' presidente provinciale
dell'Istituto di Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche di Ancona
(1985-1986) e gia' commissaria nella prima Commissione regionale delle pari
opportunita' delle Marche (1987-1991); socia fondatrice, nel 1995, della
Scuola di donne (oggi Centro studi di genere) - Seminari magistrali "Joyce
Lussu" di Ancona. La sua specialita' di studio e di ricerca, fin dal 1970,
e' la filosofia e la storia delle donne, negli ambiti interdisciplinari
relativi ai Women's Studies, su cui tiene conferenze pubbliche, corsi e
scrive articoli e saggi. Cura e conduce, inoltre, corsi di formazione per
gruppi di donne (e non solo), legati anche ad ambienti politici, sindacali e
istituzionali, professionali, oltre che scolastici, sulla comunicazione e
sulla pratica della relazione, relativi alle esperienze e alle metodiche
maturate nell'ambito del movimento delle donne. Tra le pubblicazioni piu'
significative: Le regole ovvero la legislazione per le donne vista dalle
donne, Edizioni delle Autonomie, Ancona 1984; Le donne nell'anconetano e le
loro organizzazioni nel secondo dopoguerra (1943-1959), Il Lavoro
Editoriale, Ancona 1985; La soggettivita' condivisa in percorso e
l'autobiografia, Clueb, Bologna 1992; Biografia e autobiografia nella storia
delle donne, Istituto Gramsci delle Marche, Ancona 1992; Il tramite. Un
percorso di liberta' femminile, LibroLibero, Milano 1992; Gramsci e
l'Italia. Un percorso di lettura, Teti, Milano 1995; Identita' di genere nel
processo di formazione, Provveditorato agli studi, Ancona 1996; Tina
Modotti, intellettuale organica, Citta' Futura, Ancona 1998; Seminare per
fare politica al femminile, Coop Com, Ancona 2000; Donne e scienza: il
pensiero occidentale e l'episteme, Cnm, Ancona 2000; Joyce Lussu: le donne e
la passione politica, Qcr, Firenze 2002; Elogio della follia, Ippocampo,
Falconara 2003; Joyce Lussu e la storia, Cuec, Cagliari 2003; Hannah Arendt.
Il soggetto e l'agire politico ovvero la dimensione politica del soggetto,
www.salaprof.it, 2004; Il giardino filosofico. Verso il luogo della
presenza/assenza dell'identita' di genere, Unitre, Falconara 2005; Corpi e
figure femminili tra visibile e invisibile: le ragioni di una storia,
Continente Donna, Falconara 2005; Il dono della liberta' femminile, in AA.
VV., La nonviolenza delle donne, (a cura di Giovanna Providenti), Quaderni
Satyagraha, Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006. E' in via di
pubblicazione una vasta ricerca filosofica dal titolo: "Il corpo di Diotima.
La passione filosofica femminile e la liberta' femminile".
Giglia Tedesco, "nata a Roma nel 1926, a diciannove anni, nel '45, si
iscrisse all'Udi, l'anno dopo al Pci, per non mollare piu' il duplice
impegno nel partito e nella politica delle donne. Dal '59 al '73 fece parte
della presidenza nazioanle dell'Udi, nel '60 entro' nel Comitato centrale
del Pci e nell'84 in direzione. Sposata con Tonino Tato', il segretario di
Berlinguer, era cattolica di fede e limpidamente laica nella visione
politica. Senatrice dal '68 al '94, fu vicepresidente del gruppo comunista e
poi, fra l'83 e l'87, vicepresidente del senato: ma il suo lavoro di
parlamentare resta legato soprattutto alla riforma del diritto di famiglia
del '75, alla riforma dell'adozione e alla legge sull'aborto, di cui fu
relatrice. Dopo la svolta della Bolognina, fu presidente del Pds dal '93 al
'97". E' deceduta pochi giorni fa]

Sono stata scossa, come colpita da un lampo, l'altro giorno quando ho
sentito la notizia della sua morte.
Ho con Giglia fatto la campagna del referendum sul divorzio a Roma, durante
il mio periodo universitario e il mio "primo" battesimo politico, a
Casalbertone e nell'allora Borghetto Prenestino, come nel confinante e
difficile Borghetto Malabarba. Ho condiviso quei giorni con lei, in primis,
e anche con Marisa (Rodano) e Lina (Ciuffini) andando a parlare con la gente
della borgata e, soprattutto, con le donne, tante donne, casa per casa,
baracca per baracca e per me, giovane ventenne, e' stata un'esperienza
unica, come si puo' immaginare.
Facevamo spesso il punto a casa mia della giornata trascorsa e preparavamo
il giorno dopo, tra caffe', fumo di sigarette e dolcetti. Spesso ci
raggiungevano le amiche compagne del quartiere, di cui io ero allora, come
si diceva, la giovane responsabile femminile! Ero in ascolto profondo e ho
imparato tanto: che scuola!
E in piu' porto, ancor oggi, nel cuore, di quei giorni proprio i colori
limpidi e aperti del viso di Giglia e la sua affabulazione affettiva e
convincente, tenace e coinvolgente. E poi e poi, ricordo che con l'Udi
romana di quegli anni '70 (Anna, di cui mi sfugge il cognome e Laura
Vestri), ci siamo incontrate tante tante volte con Giglia in via della
Colonna Antonina per discutere, dibattere e combattere per il nuovo diritto
di famiglia, di cui considero Giglia Tedesco la madre assoluta.
Ciao Giglia: con te un po' di me e per sempre!

4. MEMORIA. NELLA CONDORELLI RICORDA GIGLIA TEDESCO
[Dal sito di "Articolo 21 Liberi di" (www.articolo21.info) col titolo
"Giglia Tedesco, una di noi".
Nella Condorelli, giornalista e documentarista, e' presidente della Rete
delle Giornaliste del Mediterraneo e fondatrice della rivista d'informazione
euromediterranea "Scirocco"; la sua produzione documentaristica include
molti lungometraggi, tra cui "Dai! Tingiti di henna fino ai gomiti" e "Notte
fatale a Moulay Idriss" - realizzati per "Mediterraneo", settimanale Rai
(1997) - e il format a puntate "Euroland. Viaggio inchiesta nell'Europa
delle donne", coprodotto dalla Terza Rete Rai (1998-2001); per il
Coordinamento Donne Spi-Cgil ha realizzato anche "Oltre il burka",
video-testimonianza di un viaggio tra le donne musulmane da Layoun a
Peshawar (2002); specialista di cultura islamica, Nella Condorelli ha
intervistato numerose personalita' del mondo arabo-musulmano, ma la sua
narrazione privilegia la societa' civile e la vita quotidiana delle donne;
nel 1993 ha ricevuto il Premio Cronista dell'Unione cronisti italiani -
Federazione nazionale della stampa per i suoi reportage sulle donne
d'Algeria]

Aveva scritto, nessun funerale pubblico. Nessuna commemorazione ufficiale.
Giglia Tedesco, protagonista di primo piano della storia politica della
nostra repubblica, una vita spesa per e dentro il partito comunista
italiano, per e dentro le battaglie per l'emancipazione e la liberazione
delle donne, l'aveva scritto di suo pugno: andarsene con discrezione, come
una qualsiasi cittadina, una che ha fatto solo il suo dovere. Cosi' e'
stato, cosi' non potrebbe che essere. Non ci saranno cerimonie pubbliche,
per commemorare la scomparsa di questa grande protagonista del nostro
Novecento, e delle battaglie politiche che hanno consentito a noi tutte, sue
figlie, di essere piu' libere, piu' eguali.
Era nata a Roma, Giglia, nel 1926, famiglia borghese di salde radici
cattoliche e antifasciste, un nonno sette volte ministro con Giovanni
Giolitti, il presidente del Consiglio che nell'Italia inizio secolo,
traversata dalle lotte socialiste, aveva dato vita alla prima politica di
apertura verso il movimento operaio.
Aveva vent'anni, Giglia, nel 1946, quando si iscrisse al partito comunista.
Nell'Italia repubblicana, nata dalla Resistenza, dove le donne si erano
conquistate il diritto di voto e di partecipazione, Giglia iniziava un
percorso politico e militante, che sarebbe durato sessant'anni e piu',
intrecciando strettamente la sua vita con la storia stessa del partito. Con
incarichi prestigiosi, certamente, conquistati uno dopo l'altro, componente
del Comitato Centrale nel 1960, della Direzione nel 1984, presidente del
Congresso di costituzione del Pds e del Consiglio nazionale dal 1993 al
1997, senatrice per piu' legislature e vicepresidente del Senato...
*
Ma noi, le ragazze della contestazione, le studentesse del neofemminismo
libertario e prepotentemente di massa dell'Italia anni Settanta, le dobbiamo
oggi un ricordo e un tributo in piu'.
Protagonista di storiche battaglie per la conquista di diritti e parita'
effettiva, relatrice della legge 194, Giglia Tedesco e' stata infatti tra le
personalita' femminili comuniste piu' vicine, se non la piu' vicina, al
movimento femminista.
Ne apprezzava la ventata di novita', la destrutturazione degli sclerotismi
della politica burocratizzata, il suo ancoraggio al basso, espressione del
movimento e non degli apparati, e ne avverti' appieno sin dall'inizio la
portata rivoluzionaria.
Fu grande nel comprendere che il neofemminismo, che si enunciava e si
proponeva come "soggetto politico nuovo", avrebbe posto ai partiti, e
soprattutto al Pci, "la necessita" che la democrazia si misurasse con quelli
che Enrico Berliguer defini' i "nuovi terreni della politica" (cfr. "La
questione femminile", in Con Enrico guardando al futuro, Sinistra Giovanile,
1994). Quel che la interessava infatti non era solo il femminismo militante,
ma il femminismo diffuso, "la nuova coscienza, il nuovo senso di se', delle
donne". Ed e' in questo suo sentire, che si riflette la storia stessa del
sentimento riformista del comunismo italiano.
Di quegli anni Settanta, quando il servizio pubblico televisivo riservava
piu' spazio alle donne politiche, autorevoli "in quota partito" e non "in
quota di genere", di quanto non avvenga oggi, rimangono memorabili le
"litigate" in schermo di Giglia a difesa delle istanze di autodeterminazione
e liberta' delle femministe, che lasciavano piuttosto tiepide altre
parlamentari.
*
Non era mai cambiata, ancora oggi vicina e partecipe della politica di
genere, non mancava mai ad un appuntamento, ad un'iniziativa, non diceva mai
di no ad un'invito, ed e' in questo immutato senso del dovere della
partecipazione, lungo quanto lunga e' una vita, la piu' grande lezione di
democrazia che ci lascia.
Ieri, quando se n'e' andata, si apprestava ancora a partire per Narni per
l'inaugurazione di una scuola di politica promossa dall'istituto Italiano di
Studi Filosofici di Napoli e dall'associazione Eleonora Pimentel. E senza
risparmio di forze si era spesa in questi mesi per le primarie del Partito
Democratico, dalla parte delle ragioni delle donne.
"Continua a raccontare le ragioni", mi disse una volta, intervenendo alla
proiezione di un documentario che avevo realizzato in Israele e Palestina,
con tre generazioni di donne, dell'uno e dell'altro popolo. Identita' e
appartenenza, autodeterminazione e diritto, storia e memoria. Ma anche
maternita' in lutto e pianto, le ragioni del dolore.
*
Qui, adesso, voglio peroí infine ricordarla con una delle battaglie
politiche degli anni Settanta alla quale teneva forse di piu', la legge di
riforma del diritto di famiglia, cui aveva partecipato come componente del
Comitato parlamentare per la riforma.
Una battaglia lunga, condotta in Parlamento con Nilde Iotti, cui la legava
una grande amicizia, con Maria Eletta Martini, democristiana, e l'appoggio
esterno delle associazioni politiche femminili, Udi e Cif in testa. Per
arrivare all'approvazione, avevano dovuto condurre tutte insieme un
durissimo confronto con i colleghi di partito che, in quel 1974, ancora si
opponevano alla parita' tra i coniugi, al riconoscimento dei figli nati
fuori dal matrimonio, alla separazione consensuale. Approvata nel 1975, la
legge di riforma del diritto di famiglia sancira' la parita' totale tra
marito e moglie, prevedendo per la prima volta anche la comunione dei beni
acquistati dopo il matrimonio. E' la legge che ha cambiato radicalmente il
volto della societa' italiana, unanimemente riconosciuta tra le piu'
importanti della storia repubblicana.
Ricordo quando le telefonai per intervistarla su come si erano svolti quei
fatti, su come era andato il dibattito parlamentare, quale era l'atmosfera
tra le donne, quali l'azione e la strategia politica. Fu, come sempre,
disponibile e autorevole, puntuale e severa nei particolari; poi lesse il
testo che avevo scritto, si informo' su tutto lo sviluppo del documentario,
una ricostruzione del movimento politico delle donne nel '900, e trasse per
me dal cassetto dei suoi ricordi personali una foto di quella battaglia, una
foto a colori che la ritraeva con Nilde Iotti, tutt'e due vicine, volto a
volto, sorridenti, liete, consapevoli.
Una foto rara, non ci sono in giro molte testimonianze visive delle donne
che come lei hanno fatto la storia nel nostro Paese.
E mentre la rivedo allontanarsi nel tramonto di un pomeriggio romano viola e
rosso, davanti al palazzo del Senato, con quel suo indimenticabile sorriso,
mi chiedo quando, noi giornaliste del servizio pubblico televisivo,
chiederemo spazio per la voce autentica delle grandi protagoniste della
nostra repubblica, le donne che, come Giglia Tedesco, hanno lasciato una
scuola di vita e di partecipazione democratica, un segno dei tempi.

5. MEMORIA. "IL PAESE DELLE DONNE" RICORDA GIGLIA TEDESCO
[Da "Il paese delle donne on line" (www.womenews.net/spip3/) col titolo
"Ricordando Giglia Tedesco"]

La notizia della morte di Giglia Tedesco e' arrivata a moltissime di noi
inaspettata: aveva infatti voluto che non si parlasse della sua malattia. La
ricordiamo cosi' ancora attiva in tante iniziative pubbliche, attenta al
mondo delle donne (in particolare alle iniziative dell'Udi a cui aveva
aderito negli anni Cinquanta), allegra e vitale nel festeggiare l'anno
scorso in Campidoglio i suoi 80 anni, ironica nel ricordare la sua lunga
vita politica ricca di impegni, lucida nell'analizzare l'oggi. Iscritta al
Pci dal 1946, e' stata senatrice dal 1968 al 1994; relatrice della legge
194, impegnata nel campo del diritto di famiglia. Nel recente libro Ho
imparato tre cose. Conversazioni con Giglia Tedesco (Caliceeditore), Giglia
Tedesco ha ricostruito con Anna Maria Riviello il clima e la cultura della
sua vita non solo politica. Le tre cose imparate: l'importanza del "noi" dal
partito, lo sguardo verso il "futuro" dal marito, il "partire dalla propria
esperienza" dalle donne. A noi de "Il paese delle donne", piace inoltre
ricordarla anche come lettrice del nostro foglio, per il quale nel 2004
aveva scritto un lucido atto di accusa agli "strappi e rammendi" che si
stavano tramando attorno alla Costituzione italiana.

6. MEMORIA. L'ISTITUTO "ALCIDE CERVI" RICORDA GIGLIA TEDESCO
[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org)]

E' con grande rammarico che veniamo a conoscenza della scomparsa di Giglia
Tedesco, una delle figure piu' importanti della storia repubblicana della
nazione.
Giglia Tedesco e' stata infaticabile militante della sinistra italiana,
donna impegnata per l'emancipazione femminile nella societa' italiana nei
lunghi anni del suo lavoro nelle istituzioni e nella politica. E' stata,
nella societa' civile come in Parlamento, protagonista di battaglie per il
diritto delle famiglie e dei bambini, delle donne e dei lavoratori. Il tutto
nella coerenza ideale che la faceva essere uno dei punti di riferimento
della sinistra italiana.
Sempre in prima linea nella difesa della Costituzione e della democrazia, di
cui era stata una testimone diretta con l'ingresso in politica nel 1946,
Giglia Tedesco si e' spesa con coraggio per la salvaguardia degli ideali
antifascisti e di liberta' propri della lotta di Liberazione. E' in questo
ambito che l'Istituto Cervi ha avuto il piacere di collaborare con lei in
diverse occasioni, intervenendo in numerose iniziative istituzionali e
culturali.
Giglia Tedesco era legata da fraterna amicizia a Maria Cervi, con cui
condivideva i ricordi della guerra e della Resistenza. E' stato proprio
nell'occasione della scomparsa di Maria, lo scorso giugno, che aveva voluto
testimoniare il suo affetto e la sua commozione con una toccante lettera
dedicata ai familiari e alla memoria dell'amica scomparsa.
Con il medesimo sentimento, oggi vogliamo esprimere la nostra vicinanza
personale e istituzionale alla famiglia di Giglia, nel congedare con
cordoglio la figura di una grande italiana. Una donna che ha dedicato tutta
la propria laboriosa vita all'impegno politico, sempre all'altezza di
quell'esempio che rappresentava per la propria classe dirigente, e sempre
incrollabile nella dedizione agli ideali che ne sono stati la principale
ragione di vita. Si spegne, con Giglia Tedesco, un'altra voce autorevole
della Repubblica.

7. MEMORIA. GIULIA RODANO RICORDA GIGLIA TEDESCO
[Da "Aprileonline" (www.aprileonline.info) del 10 novembre 2007 col titolo
"Giglia Tedesco, icona della buona politica. Il ricordo".
Giulia Rodano e' assessore regionale del Lazio. Dal sito www.giuliarodano.it
riprendiamo per stralci la seguente scheda: "Giulia Rodano e' nata da
genitori cattolici impegnati in politica: il padre, Franco Rodano, e' stato,
durante la lotta di liberazione nazionale, fondatore e leader del Movimento
dei cattolici comunisti e, poi, del Partito della Sinistra Cristiana; la
madre, Marisa Cinciari, e' stata, nel lontano 1944, tra le fondatrici
dell'Unione Donne Italiane. Dalla temperie familiare Giulia Rodano ha tratto
una concezione della politica come servizio alla causa della liberta' e come
strumento per promuovere l'emancipazione delle classi lavoratrici, la
distinzione tra religione e politica, una visione laica dell'agire politico.
Studentessa al liceo Virgilio, durante il movimento studentesco del '68...
Prima dell'esplosione del movimento femminista degli anni '70, organizzo' a
Roma uno straordinario movimento di ragazze, il movimento delle studentesse
delle scuole femminili. Iniziato cosi' il suo percorso politico, impegnata
nei referendum sul divorzio e l'aborto, per la emancipazione delle donne e
per una societa' piu' libera e aperta... divenne  responsabile del 'lavoro
di massa' della Fgci nazionale... Fu poi responsabile di una zona e quindi
del settore sanitario nella Federazione romana del Pci. Durante gli anni '80
si e' fortemente impegnata nelle battaglie pacifiste, contro la ripresa
della guerra fredda e della confrontation est-ovest e la corsa al riarmo
nucleare. Partecipo' e diresse nella citta' di Roma il movimento pacifista
di quegli anni, costruendo nella citta' l'esperienza significativa del
referendum autogestito sulla installazione dei missili a Comiso, che
coinvolse nella capitale centinaia di migliaia di persone... [Si segnala poi
tra molte altre esperienze] la partecipazione alla fondazione
dellíassociazione 'Emily in Italia'... nell'aprile del 1998. Giulia Rodano
si e' impegnata costantemente per una politica di riforme non solo del
sistema elettorale e politico, ma anche della scuola e del sistema
sanitario... Consigliera regionale nel Lazio dal '95... si e' fatta carico
in particolare dei problemi della salute, dei diritti delle donne, della
famiglia..."]

Un sentimento ispira la notizia improvvisa e inaspettata della scomparsa di
Giglia, ancor prima del dolore e del rimpianto: ed e' lo stupore. Come e'
possibile che Giglia non ci sia piu'? Come si puo' pensare la politica,
quella vera, quella delle donne, dei cittadini, delle persone che si battono
per risolvere i loro problemi senza la presenza tranquilla e
tranquillizzante, decisa e autorevole di Giglia? Non e' un caso che Giglia
sia morta, come si usa dire, sul lavoro. Ha lavorato fino all'ultimo, ha
partecipato alle primarie del partito democratico, era tutta protesa nello
sforzo, in cui credeva, di costruzione dal basso, nelle zone popolari della
sua citta' di adozione - Roma - del nuovo partito...
Perche' questa era una delle sue caratteristiche. Giglia era una
protagonista della politica. Aveva idee, le sapeva esprimere e difendere con
efficacia e determinazione. Era una donna libera. Ma quando la incontravi
era sempre di ritorno da un incontro pubblico, da una riunione in una
sezione, ai quali tra l'altro si recava in autobus, affrontando la fatica,
fino all'ultimo con serenita', pazienza, come fossero componente essenziale
di una vita che aveva scelto e aveva amato. Era una protagonista della
politica, ma che differenza dal protagonismo di oggi, televisivo,
competitivo, litigioso, in una parola maschile. Giglia era invece una
militante, decisa, costante, costruttiva, pacificatrice, leale.
Anche quando abbiamo intrapreso strade diverse, Giglia e' rimasta per me un
riferimento, un esempio, un'icona della buona politica.
Quale grande lascito, rappresentano oggi la tenacia, la voglia di incontrare
le persone, di organizzare le donne, i cittadini, i lavoratori; quale
insegnamento rappresenta lo sforzo di trarre riflessione politica
dall'esperienza, dal rapporto costante; quale eredita' ci lascia la sua
curiosita' sempre vigile, l'interesse per tutto cio' che di nuovo puo'
arrivare da ogni parte del mondo, da ogni cultura.
Giglia e' stata anche, per tante e per tanti, una grande amica, prossima e
consolatrice, stimolante e affettuosa. Per me, che l'ho avuta vicina fin da
bambina, e' quasi impossibile parlarne. Mi consola, di questa incapacita',
la certezza che neanche lei vorrebbe che ne parlassi e con la sua ironia
leggera, ma imperiosa, mi metterebbe a tacere.

8. MEMORIA. L'UDI, LA CGIL E LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE RICORDANO
GIGLIA TEDESCO
[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org)]

Ci sara' Giglia? Viene Giglia? e Giglia veniva, c'era. Affaticata e
sorridente. E ci dava forza.
Nelle difficili battaglie non solo dell'Udi. Nel Parlamento, sei stata un
esempio nel dipanare l'intreccio donne e istituzioni partendo sempre dalla
condizione reale femminile. Ci hai aiutato a dare significato politico e
culturale alle nostre azioni, hai praticato il confronto vero con le
proposte, l'elaborazione e credendo sempre nella forza delle donne e della
loro necessaria organizzazione.
Noi donne romane abbiamo sentito intensa e forte la tua presenza accogliente
ricca di acutezza politica; la coscienza delle difficolta' ma anche la gioia
delle conquiste dei diritti sociali e giuridici, la valorizzazione di
ciascuna, la speranza nel futuro della democrazia italiana.
Ancora non ci crediamo. Ti portiamo nel cuore e nella mente cara amica e
sorella.
Alberta Alemanno, Tania Bittoni, Anna Grignola, Rosanna Marcodoppido, Renata
Mulinari, Anita Pasquali, Anna Rita Piacentini, Giovanna Scassellati,
dell'Udi romana "La Goccia"; Giuliana Campana, Anna Maria Cubeddu, Marina
Pierlorenzi, del Coordinamento donne Cgil Roma e Lazio; Costanza Fanelli
della Casa Internazionale delle Donne

9.  MAESTRE. SIMONE WEIL: OGNI COSA
[Da Simone Weil, Quaderni. III, Adelphi, Milano 1988, p. 233.
Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa,
militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria,
operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti,
lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a
lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione,
sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna
come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della
Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora:
radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del
1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe
imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli
o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come
vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento". Opere di Simone Weil:
tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti
pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici
(e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stanti
le persecuzioni antiebraiche). Tra le raccolte piu' importanti in edizione
italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La
condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita',
SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni
precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e
dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi),
Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali
i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo
Gaeta. Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone
Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr.
AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985;
Gabriella Fiori, Simone Weil, Garzanti, Milano 1990; Giancarlo Gaeta, Simone
Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie
Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna
1997; Eadem, Simone Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, Troina
(Enna) 2006; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia,
Milano 1994]

Ogni cosa cercata e' cercata non in se stessa, ma in quanto bene. Solo il
bene e' cercato in se stesso. Dunque solo il bene e' assoluto.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 279 del 20 novembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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