Minime. 271



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 271 del 12 novembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Della misericordia
2. Anche da Roma un forte impegno per la riduzione drastica e immediata del
trasporto aereo
3. Movimento internazionale della riconciliazione: "No Dal Molin" a Vicenza
con la scelta della nonviolenza
4. Giulio Vittorangeli: Diritti sociali e solidarieta' internazionale
5. Giancarla Codrignani: Linguaggi e nonviolenza
6. Peppe Sini: Minimo un commento al testo che precede
7. Sergio Paronetto: Cosa sta avvenendo a Verona?
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. DELLA MISERICORDIA

Provo pieta' per le vittime assassinate.
Non partecipo al banchetto degli assassini.
Chi ha simpatia per gli assassini, e li approva e se ne fa propagandista, e
siede alla loro mensa, ed escogita ingegnosissimi sofismi per giustificare i
crimini loro, e nulla fa per fermare l'immane strage in corso, ebbene, non
dica di provare pieta' per le vittime.
Io non lo credo possibile.

2. INIZIATIVE. ANCHE DA ROMA UN FORTE IMPEGNO PER LA RIDUZIONE DRASTICA E
IMMEDIATA DEL TRASPORTO AEREO
[Riportiamo il seguente comunicato del comitato che si oppone all'aeroporto
di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, dal titolo
completo "Anche da Roma un chiaro e secco no al terzo mega-aeroporto nocivo
e distruttivo nel lazio. Anche da Roma un forte impegno per la riduzione
drastica e immediata del trasporto aereo"]

Venerdi 9 novembre, presso la sala convegni dell'Arci, in via Monti di
Pietralata a Roma, si e' svolto un rilevante incontro di studi per la
riduzione del trasporto aereo e contro la realizzazione di un terzo polo
aeroportuale nel Lazio; al convegno, organizzato dal Prc regionale, hanno
preso parte rappresentanti delle istituzioni, dei comitati locali, pubblici
amministratori e dirigenti di organizzazioni politiche della sinistra,
sindacati, associazioni, movimenti, studiosi.
*
I messaggi di saluto e l'introduzione
Al convegno sono pervenuti messaggi di saluto sia istituzionali (ad esempio
dal Presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Mazzoli) che di
responsabili di movimenti e associazioni (ad esempio Peppe Sini,
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo che nel suo
messaggio di saluto ha ricordato che "Un aeroporto provoca gravi danni alla
salute della popolazione che vive nei dintorni: sia attraverso
l'inquinamento dell'aria, che causa gravi malattie; sia attraverso
l'inquinamento acustico; il trasporto aereo contribuisce fortemente al
surriscaldamento del clima; il trasporto aereo danneggia gravemente
l'ambiente; il trasporto aereo e' antieconomico: consuma piu' energia di
ogni altro mezzo di trasporto; danneggia gravemente la biosfera; costa molto
alla comunita' poiche' e' fortemente sovvenzionato sia da finanziamenti
pubblici sia da esenzioni ed agevolazioni fiscali (mentre si effettuano
sciagurati tagli di bilancio per sanita', istruzione ed assistenza):
paradossalmente la maggior parte dei costi del trasporto aereo li pagano i
cittadini che non lo usano; danneggiando l'ambiente e sottraendo risorse
pubbliche non aiuta le economie locali ma le impoverisce; l'occupazione nel
settore e' limitata, spesso precaria, e le compagnie aeree hanno spesso
condotte gravemente antisindacali; il trasporto aereo e' iniquo:
statisticamente e' dimostrato che e' soprattutto un privilegio dei ricchi,
ma i costi li pagano soprattutto i bilanci pubblici, e le conseguenze nocive
le pagano innanzitutto i poveri)".
L'introduzione e' stata tenuta dal dottor Elio Romano, medico, principale
organizzatore dell'incontro, che ha evidenziato come nel Lazio non ci siano
le condizioni per il terzo aeroporto, ha criticato il sistema del low cost,
e ha parlato di necessita' di superare il modello di sviluppo dominante,
socialmente iniquo e devastante per la biosfera.
*
Le relazioni di Antonella Litta, Marinella Correggia, Alessandro Pizzi
Le relazioni fondamentali sono state svolte dalla dottoressa Antonella
Litta, portavoce del comitato di Viterbo che si oppone al terzo polo
aeroportuale e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo;
dall'autorevole saggista ambientalista Marinella Correggia, autrice di
fondamentali volumi sull'ambiente; dal professor Alessandro Pizzi, anch'egli
autorevole rappresentante del comitato di Viterbo.
Antonella Litta ha tenuto una relazione centrata prevalentemente
sull'analisi dei concreti aspetti locali della questione, non solo viterbesi
ma laziali, anche con specifico riferimento agli aspetti sanitari,
ambientali, sociali, al modello di mobilita' e di sviluppo.
Marinella Correggia ha svolto una relazione di notevole spessore ed ha
proposto una campagna articolata in quattro punti: contro la costruzione di
nuovi aeroporti; per la riduzione delle concessioni di voli low cost; per la
fine delle esenzioni fiscali e dei sovvenzionamenti pubblici alle compagnie
aeree; un impegno a ridurre il trasporto aereo.
Alessandro Pizzi ha tenuto una relazione di grande pregnanza concettuale,
precisione documentaria e rigore scientifico sui decisivi aspetti globali
del tema, anche con specifico riferimento al surriscaldamento del clima.
*
Gli interventi nel dibattito di comitati, rappresentanti istituzionali e
politici
Nel dibattito sono intervenuti vari comitati impegnati nel Lazio per la
riduzione del trasporto aereo, per liberare Ciampino dall'eccessivo traffico
aereo che soffoca la citta', contro l'ipotesi di un nuovo sedime
aeroportuale nel Lazio.
In particolare il sindaco e i rappresentanti dei due comitati di Ciampino
hanno denunciato l'emergenza sanitaria dovuta alle attivita' aeroportuali e
hanno parlato della necessita' di ridurre drasticamente il numero di voli
nella loro cittadina.
I rappresentanti del coordinamento "No aeroporto" di Frosinone hanno
denunciato la grave situazione di inquinamento, da polveri sottili e altro,
di Frosinone e in particolare della Valle del Sacco, che verrebbe
definitivamente compromessa con l'eventuale realizzazione dell'aeroporto.
I rappresentanti del comitato di Viterbo avevano gia' messo in evidenza
l'effetto devastante dell'aeroporto sulla zona termale e su un luogo simbolo
della Tuscia: l'area del Bulicame; inoltre hanno ribadito la necessita'
della riduzione del trasporto aereo per il rilevante impatto sui cambiamenti
climatici, per l'inquinamento acustico e da polveri sottili per i cittadini
che verrebbero a trovarsi nei pressi dell'eventuale aeroporto (e in una
zona, l'Alto Lazio, gia' gravata dalle emissioni inquinanti del polo
energetico Civitavecchia-Montalto); ed esposto con nettezza la necessita' di
opporsi decisamente al terzo polo aeroportuale regionale indipendentemente
dal sito individuato; e chiarito che la soluzione per il terribile carico di
voli che grava su Ciampino e' nella riduzione drastica e immediata dei voli,
non nella "ciampinizzazione" di un'altra citta' (poiche' se non si inverte
la dissennata e devastante tendenza all'incremento del trasporto aereo - di
cui il business low cost e' punta di lancia - il risultato sarebbe che in
breve il traffico su Ciampino tornerebbe a crescere, e ben presto anche
l'eventuale terzo polo regionale sarebbe a sua volta invaso).
Gli interventi dei dirigenti, degli amministratori e degli esperti del Prc -
il partito promotore dell'incontro -, dall'intervento introduttivo di Elio
Romano fino a quello conclusivo di Ugo Boghetta, hanno confermato il
consenso con le posizioni espresse dai movimenti: opposizione al terzo
aeroporto regionale, liberare Ciampino con una riduzione drastica e
immediata dei voli, impegno per la riduzione del trasporto aereo tout court
e per un modello di mobilita' regionale sostenibile centrato sul trasporto
ferroviario.
*
L'appassionato intervento di Enrico Luciani
Di particolare rilevanza l'appassionato intervento di Enrico Luciani,
presidente della Commissione Trasporti della Regione Lazio, che gia' aveva
svolto una intensa relazione al convegno del 18 ottobre a Viterbo (promosso
dal locale comitato) sul tema "Un devastante mega-aeroporto a Viterbo? No,
grazie. Ne' a Viterbo, ne' altrove".
*
Un contributo di grande rilevanza
Al convegno erano invitate tutte le istituzioni, le principali associazioni
ambientaliste, rappresentanze di tutte le forze politiche della sinistra,
studiosi (presente tra gli altri il professor Giuseppe Nascetti, docente di
Ecologia all'Universita' della Tuscia, anch'egli gia' relatore al convegno
di Viterbo del 18 ottobre).
E' intervenuto anche l'ingegnere Bruno Placidi, capo della segreteria del
Ministro dei Trasporti, che ha svolto un ampio, qualificato e approfondito
intervento, vivamente apprezzato da tutti i partecipanti per la chiarezza
dell'esposizione, la precisione della documntazione, la qualita' dei
contenuti tecnici, scientifici, giuridici ed amministrativi.
*
Un movimento in forte sviluppo in tutto il Lazio
Cresce nel Lazio il movimento che si oppone alla realizzazione di nuovi
nocivi e distruttivi mega-aeroporti per voli low cost, cresce il movimento
che si batte per l'immediata drastica riduzione del trasporto aereo, cresce
il movimento che vuole liberare Ciampino subito dall'insostenibile
avvelenamento.
Alla crescita di questo movimento il comitato di Viterbo ha dato un forte
contributo mobilitando in questi mesi con la sua iniziativa autorevolissime
personalita' istituzionali come il magistrato Ferdinando Imposimato, la
vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini, dieci
europarlamentari - Vittorio Agnoletto, Vincenzo Aita, Giovanni Berlinguer,
Giusto Catania, Giulietto Chiesa, Claudio Fava, Monica Frassoni, Sepp
Kusstatscher, Roberto Musacchio, Pasqualina Napoletano - che hanno scritto
al Ministro per sostenere le ragioni dell'opposizione a un'opera devastante;
i deputati Angelo Bonelli, Paolo Cacciari, Salvatore Cannavo', Massimiliano
Smeriglio, Paolo Russo, Maria Cristina Perugia, Vladimir Luxuria, Salvatore
Iacomino e i senatori Francesco Martone, Haidi Giuliani, Salvatore
Bonadonna, che hanno presentato interrogazioni parlamentari in aiuto al
nostro impegno; e numerosi altri parlamentari, consiglieri regionali,
pubblici amministratori provinciali e comunali. Ed ancora, scienziati di
prestigio internazionale come Angelo Baracca, Virginio Bettini, Marcello
Cini, Giorgio Cortellessa, Giuseppe Nascetti, Giorgio Nebbia; illustri
personalita' della cultura (Dacia Maraini, Silvia Vegetti Finzi, Lea
Melandri ed innumerevoli altre) come dell'impegno umanitario e della
riflessione morale (un nome per tutti, quello di padre Alex Zanotelli), e
costruendo reti di solidarieta' che hanno raggiunto tutta Italia (di
particolare valore la solidarieta' del presidio permanente "No Dal Molin" di
Vicenza).
*
Verso il convegno del 4 dicembre a Viterbo
Nelle prossime settimane sono previste varie iniziative del movimento che si
batte per la drastica riduzione del trasporto aereo; la piu' rilevante di
essa, che si preannuncia fin d'ora come particolarmente qualifcata ed
aggettante, sara' il convegno del 4 dicembre a Viterbo su "Le emergenze
ambientali e sanitarie nell'Alto Lazio. La situazione attuale, le azioni da
proseguire, le iniziative da intraprendere", terzo dei convegni di
approfondimento scientifico promossi dal Comitato che si oppone al terzo
polo aeroportuale del Lazio e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo
(i due precedenti convegni si sono svolti il 21 settembre e il 18 ottobre).
Il programma dettagliato e' in via di definizione, il programma di massima
prevede una introduzione di Peppe Sini: "Modello di sviluppo di servitu',
intreccio politico-affaristico, penetrazione dei poteri criminali,
devastazione ambientale nell'Alto Lazio: una ricostruzione storica, un
modello di analisi, alcune proposte di intervento"; una relazione di
Giuseppe Nascetti, docente di ecologia all'Universita' della Tuscia: "Alto
Lazio in emergenza. Gli aspetti ambientali"; una relazione di Mauro Mocci,
medico, epidemiologo: "Alto Lazio in emergenza. Gli aspetti sanitari"; una
relazione di Gennaro Francione, magistrato: "Alto Lazio in emergenza. Gli
aspetti giuridici. Natur e Kultur nell'Alto Lazio per la difesa
costituzionale del territorio"; interventi dei comitati, i movimenti, le
associazioni impegnate per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente
e dei beni comuni, la lotta contro l'economia illegale, la corruzione
politico-amministrativa e la penetrazione dei poteri criminali nell'Alto
Lazio; una relazione di sintesi di Marinella Correggia: "Dall'Alto Lazio,
all'Italia, al mondo: emergenze ambientali, azioni possibili. Esperienze e
riflessioni".

3. RIFLESSIONE. MOVIMENTO INTERNAZIONALE DELLA RICONCILIAZIONE: "NO DAL
MOLIN" A VICENZA CON LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA
[Dal Movimento italiano della riconciliazione (in sigla: Mir), uno dei
principali movimenti nonviolenti (per contatti: segreteria at miritalia.org),
riceviamo e diffondiamo]

Il Mir (Movimento internazionale della Riconciliazione), ricordando il
proprio impegno per una politica estera di pace e di dialogo tra i popoli, a
cui la scelta che sottende l'ampliamento della base di Vicenza e' opposta:
- sostiene ogni azione nonviolenta tesa a sollecitare la riflessione e la
decisione su questioni che interessano la sicurezza ed il benessere
collettivo;
- ribadisce che nel rispetto della Costituzione lo stato italiano non puo'
consentire apparati e strutture militari che non siano meramente difensive;
- ricorda come la presenza nel territorio italiano di armi nucleari sia in
aperto contrasto oltre che con la Costituzione anche col Trattato di non
proliferazione nuclere cui l'Italia ha aderito;
- reputa fondamentale per l'Italia la rivendicazione dei diritti inerenti la
sovranita' nazionale e di adempiere agli obblighi assunti a norma del
diritto internazionale;
- ritiene argomento di valore nazionale l'ampliamento della base militare di
Vicenza "Dal Molin" e la posizione che ad essa si oppone delle persone che
da mesi si riuniscono nel presidio permanente "No Dal Molin";
- vive con crescente preoccupazione le notizie inerenti le vicissitudini
attorno alla nuova mobilitazione del 6 novembre scorso con pesante bilancio
sulla salute ed integrita' dei resisitenti nonviolenti coinvolti;
- esprime solidarieta' alle vittime dei recenti avvenimenti e a tutti coloro
che sostengono la costante lotta per l'affermazione di modalita' altre per
la gestione dei conflitti all'interno della nostra societa';
- si impegna a sostenere ulteriori azioni nonviolente che la societa' civile
di Vicenza vorra' attuare a favore del riconoscimento del diritto alla
mobilitazione ed all'espressione del dissenso.

4. EDITORIALE. GIULIO VITTORANGELI: DIRITTI SOCIALI E SOLIDARIETA'
INTERNAZIONALE
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per
questo intervento.
Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo
notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre
nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di
solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di
condotta impareggiabili; e' il responsabile dellvAssociazione
Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di
studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta'
concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione
di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra
soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha
svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e
riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti
interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui
promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra
altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre
1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara,
la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo,
Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996;
Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La
solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I
movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto
politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria,
una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra
neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della
solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno,
luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio
2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per
anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della
solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha
cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che
solidarieta'"]

La nostra e' una societa' ripiegata sui mali prodotti dalla
mondializzazione, in cui i ricchi sono sempre piu' ricchi ed i poveri sempre
piu' poveri. Il presente e' assediato dalla paura e dal bisogno di
sicurezza. L'egoismo e' l'unica forma di difesa accessibile,
l'individualismo esasperato e' l'unico recinto protettivo disponibile, la
solitudine sociale marca in modo indelebile i comportamenti dei singoli.
Cosi' il diritto all'uguaglianza nella liberta' non e' piu' senso e bisogno
comune, mentre la fatalita' del mercato lo e' diventato. Inevitabilmente,
l'essere portatori e protagonisti di senso civico, di solidarieta'
internazionale, di fratellanza, pare essere virtu' ristretta a poche
minoranze.
Quello che abbiamo davanti e' un mondo senza anima che i media ci presentano
come l'unico possibile, dove i popoli sono stati sostituiti dai mercati, i
cittadini dai consumatori, le nazioni dalle aziende, le citta' dagli
agglomerati, le relazioni umane dalla concorrenza. Il sistema capitalistico,
non regolato se non dal mercato, e' diventato mondiale, governa non solo
attraverso gli stati ma gli stati stessi, e ha comportato una crescita di
disuguaglianza in proporzione sconosciuta al Novecento. Forse mai nell'eta'
contemporanea l'ingiustizia e' stata cosi' enorme, e mai si e' protestato di
meno.
Sappiamo che lo smantellamento progressivo dello stato sociale, il welfare,
alimenta insicurezze profonde nelle persone sempre piu' preoccupate del
presente e del futuro. Gli stessi immigrati sono usati (dal tanto
corteggiato capitalismo italiano) a basso costo e in condizioni di tipo
schiavistico per abbassare il potere contrattuale dei lavoratori locali. La
precarieta' sembra aver cancellato il luogo e il tema al quale ancorare la
propria dignita' di persone e il senso delle proprie relazioni sociali.
Prima ancora e' stata la flessibilita', presentata come possibilita' di
offrire un'occasione di lavoro a chi altrimenti sarebbe disoccupato; poi e'
stato il cortocircuito con la precarieta' (flessibilita' quando si sceglie,
precarieta' quando si subisce), per cui il diritto al lavoro e' stato
riportato a oltre un secolo fa, alla condizione lavorativa dell'800. Alla
faccia della modernizzazione e del riformismo.
E qui siamo alla pura mistificazione, perche' non si tratta di "riformismo",
ma di riforme reazionarie che favoriscono i potenti e i ricchi, riducono la
liberta' individuali e i diritti sociali, e minano la convivenza.
Si fatica a comprendere che il mutamento che si e' verificato con la
globalizzazione non e' dovuto alla tecnologia, ma ai rapporti di forza fra
le parti sociali su scala mondiale.
Per questo, oggi, la condizione del lavoro assume, su larga scala, la forma
di nuova schiavitu'.
Lo stesso lavoro e' pagato fino a dieci, cento volte meno, in un paese del
cosiddetto "terzo mondo" rispetto all'Europa occidentale; basta pensare alla
"maquillas" tessili dell'America centrale.
Vi lavorano, in grande maggioranza, donne giovani e giovanissime, sottoposte
a pesanti pressioni e molestie, anche sessuali. Fabbriche, sorte nelle "zone
franche", in cui il capitale straniero controlla l'intero ciclo produttivo,
per il quale fornisce anche la materia prima di lavorazione e la
commercializzazione finale del prodotto.
Stupisce che i sindacati europei (nati per proteggere i lavoratori) chiedano
misure protezionistiche invece che tentare di collegare i lavoratori. Questo
perche' il sindacato - nella cui storia l'internazionalismo era un valore
fondamentale - stenta oggi a pensarsi fuori dallo stato nazionale in cui e'
nato, ma i cui confini sono stati sfondati dal movimento mondiale dei
capitali, al quale i governi, di destra o di centrosinistra che siano, si
adeguano.
Alla solidarieta' internazionale spetta il compito, non facile, di produrre
una nuova coscienza nel segno della giustizia e della pace, dei valori etici
e civili; alla politica spetta il compito, non facile, di liberarsi dalla
subordinazione all'economia e al mercato che pretende di dettare le regole.
Esiste, infine, un ulteriore problema rappresentato da questa sorta di
deleteria separazione tra problemi nazionali e problemi internazionali.
Quante volte i due termini (lotta per lo stato sociale e lotta per la pace),
"quello della condizione materiale degli individui attraversati dal modello
di vita centrato sulla merce e della violenza connessa e necessaria per
riprodurre ciclo di consumi e depredazione delle materie prime, sono stati
separati a forza dall'ideologia occidentale? Senza vedere che non solo e' lo
stesso magma, ma l'identico ventre. Senza accorgerci della quotidiana
disperazione, nostra e di massa. Dobbiamo dire basta a questa scissione del
sentire, pena l'esilio da noi stessi. O la solitudine e la morte con cui
attraversiamo questo mondo" (Tommaso Di Francesco).
Tutto questo richiede atti concreti, che vadano in una determinata
direzione. Nella Finanziaria (allo stato attuale) e' previsto un aumento
dell'11% delle spese militari rispetto all'anno precedente; e questo ci dice
verso quale "strada" il governo del centrosinistra intende orientarsi. Il
paradosso e' che questo accade quando la sinistra parlamentare e' tutta
insieme stretta al governo. Una condizione che rende allora inevitabile (per
tutti quelli che non si rassegano allo stato delle cose esistenti)
sperimentare altre strade.

5. RIFLESSIONE. GIANCARLA CODRIGNANI: LINGUAGGI E NONVIOLENZA
[Ringraziamo Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri at libero.it) per
questo intervento.
Giancarla Codrignani, presidente della Loc (Lega degli obiettori di
coscienza al servizio militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei
movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure
piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la
nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai
telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le
altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994;
L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2005]

Credo di possedere una corretta coscienza linguistica e so distinguere il
perbenismo lessicale, la trasgressione verbale, il cattivo uso delle parole
nei diversi contesti.
Non mi scandalizza le parole volgari, dotate della tradizionale ascendenza
latina (le adopero' anche Catullo), ma mi ha indignata che molti miei
concittadini andassero a una manifestazione a cui un noto comico aveva dato
come refrain un esempio di turpiloquio. Non che ci sia meraviglia, data
l'abitudine generalizzata all'insulto piuttosto che all'argomentazione: le
innovazioni lessicali di impronta una volta definita "becera" sono purtroppo
innumerevoli in tutti gli ambienti, dal Parlamento alla televisione. La
gente e' sempre piu' indignata e si sfoga come puo', ignorando tutto quello
che dice la psicanalisi della coprolalia: sarebbe bene dirlo, anche perche'
forse si capirebbe che le espressioni che - da sempre - i maschi definiscono
"complimenti" e che, indirizzati alle donne, sono gia' segno di violenza,
rappresentano un disturbo pcicologico.
Sempre sul linguaggio: i giornali riferiscono di un incidente diplomatico a
Santiago del Cile, dove era in corso l'annuale incontro dei paesi
dell'America Latina con la Spagna: il presidente venezuelano Chavez si e'
riferito all'ex premier spagnolo Aznar chiamandolo "fascista" ("un
fascista - ha aggiunto - non e' un essere umano, un serpente e' piu' umano
di un fascista"), suscitando la riprovazione di Zapatero e del re spagnolo.
Chi pensa che le regole della diplomazia siano pura ipocrisia ha uno strano
concetto dell'agire politico: le parole sono "segni": se qualcuno usa parole
che fanno riferimento alle dittature la' dove il regime e' democratico, non
si tratta di difesa dei diritti di liberta', ma di violazione del rispetto
democratico, da mantenere anche quando non si condividono le posizioni
politiche. Se si dovesse accettare l'insulto, si finirebbe per accettarne la
conseguenti reazioni e perfino le risse. Cioe' la violenza.
Prendo spunto da questa notizia per rifarmi all'intervento di Peyretti e
aggiungere una personale puntualizzazione. Suppongo che il dichiararsi
nonviolenti prescinda dal ritenere estinte le violenze del mondo che ci
circonda. Posso ritenere che la strage sulle strade induca qualcuno a
rinunciare alla patente, non a ritenere assassini quelli che circolano in
macchina. Io mi ritengo antimilitarista, ma, se ho fatto parte della
Commissione Difesa dei Senato come Lidia Menapace, ero ben consapevole di
far parte di un istituto in cui i politici non hanno bacchette magiche e che
il massimo consentito alle nostre generazioni e' di ricondurre le regole ai
principi, compreso quello (che dovrebbe essere superato, ma non lo e') della
difesa.
Se i governi democratici mantengono le strutture o le alleanze o gli accordi
(fatti magari da altri governi), non per questo i parlamentari e i politici
che le votano possono essere definiti "assassini". Non piu' dei lavoratori
delle fabbriche d'armi che non possono essere colpevolizzati per le
conseguenze del loro mestiere. Non piu' delle nostre incapacita' di dare
forza ad un imperativo che sta, non foss'altro per ragioni di convenienza,
al fondo di quasi tutte le coscienze.

6. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: MINIMO UN COMMENTO AL TESTO CHE PRECEDE

Ottima amica ed autentica maestra e' per me Giancarla Codrignani.
Dice bene Giancarla Codrignani, usiamo le parole con precisione. E diciamo
la verita'.
Chiamiamo violenza la violenza. Chiamiamo stragi le stragi. Chiamiamo guerra
la guerra. Chiamiamo razzismo il razzismo.
*
E dunque: chi delibera la guerra e' un assassino. Chi finanzia la guerra e'
un assassino. Chi coopera alle stragi e' un assassino.
E dunque: chi viola la Costituzione democratica cui pure ha giurato fedelta'
e' un fuorilegge. Chi nega i diritti sanciti dalla Costituzione democratica
cui pure ha giurato fedelta' e' un antidemocratico.
E dunque: chi mantiene in Italia i campi di concentramento, chi mantiene e
delibera leggi illegali e norme anomiche che riducono alla schiavitu', alla
deportazione, alla morte esseri umani di tutto innocenti, ebbene, attua una
politica razzista e fascista. E poiche' la attua sapendo bene cosa sta
facendo, come vogliamo definirlo? Definiiamolo usando le parole con
precisione e dicendo la verita': un governo, una coalizione di governo,
razzista e fascista.
*
Chiamiamo violenza la violenza. Chiamiamo stragi le stragi. Chiamiamo guerra
la guerra. Chiamiamo razzismo il razzismo.
Dice bene Giancarla Codrignani, usiamo le parole con precisione. E diciamo
la verita'.
Ottima amica ed autentica maestra e' per me Giancarla Codrignani.

7. RIFLESSIONE. SERGIO PARONETTO: COSA STA AVVENENDO A VERONA?
[Ringraziamo Sergio Paronetto (per contatti: paxchristi_paronetto at yahoo.com)
per averci inviato il seguente estratto da una sua lettera inviata al
giornale locale di Verona nei giorni del Congresso del Movimento Nonviolento
cui ha partecipato parlando proprio di nonviolenza politica a Verona.
Sergio Paronetto insegna presso l'Istituto Tecnico "Luigi Einaudi" di Verona
dove coordina alcune attivita' di educazione alla pace e ai diritti umani.
Tra il 1971 e il 1973 e' in Ecuador a svolgere il servizio civile
alternativo del militare con un gruppo di volontari di Cooperazione
internazionale (Coopi). L'obiezione di coscienza al servizio militare gli
viene suggerita dalla testimonianza di Primo Mazzolari, di Lorenzo Milani e
di Martin Luther King. In Ecuador opera prima nella selva amazzonica presso
gli indigeni shuar e poi sulla Cordigliera assieme al vescovo degli idios
(quechua) Leonidas Proano con cui collabora in programmi di alfabetizzazione
secondo il metodo del pedagogista Paulo Freire. Negli anni '80 e'
consigliere comunale a Verona, agisce nel Comitato veronese per la pace e il
disarmo e in gruppi promotori delle assemblee in Arena suscitate
dall'Appello dei Beati i costruttori di pace. In esse incontra o reincontra
Alessandro Zanotelli, Tonino Bello, Ernesto Balducci, David Maria Turoldo,
Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Perez Esquivel, Beyers Naude' e tanti
testimoni di pace. Negli anni '90 aderisce a Pax Christi (che aveva gia'
conosciuto negli anni Sessanta) del cui Consiglio nazionale e del cui Centro
studi fa parte. E' membro del Gruppo per il pluralismo e il dialogo e,
ultimamente, del Sinodo diocesano di Verona. Opere di Sergio Paronetto, La
nonviolenza dei volti. Forza di liberazione, Editrice Monti, Saronno (Va)
2004]

Cosa sta avvenendo a Verona? Quale citta' intendiamo costruire?
Al Movimento Nonviolento, riunito a Congresso a Verona dal primo al 4
novembre, sono arrivati i saluti, tra i tanti, dei presidenti del Senato e
della Camera, ma non quelli del Sindaco e della Giunta che si e' dichiarata
contraria al patrocinio e non ha inviato nemmeno una frase di cortesia come
si fa in casi come questi se non altro per dichiarare una disponibilita' al
confronto. Democrazia vuol dire anche aperto dibattito e gestione
costruttiva dei conflitti.
*
Nessuna attenzione del Comune nemmeno per l'annuale interessante rassegna
del cinema africano, aperto alle scuole. Un mese fa la Giunta ha ritirato
l'adesione cittadina alla marcia Perugia-Assisi. Di conseguenza, Verona sta
uscendo dal Coordinamento nazionale degli Enti locali per la pace, collegato
all'"Onu dei popoli" e alla rete delle "Citta' per la pace e la democrazia
in Europa". Nessuna presenza nemmeno in occasione della giornata del dialogo
cristiano-islamico. E' ancora sospesa, forse destinata all'estinzione,
l'esperienza originale del "Municipio dei popoli" che aveva promosso 15
progetti di cooperazione internazionale (attualmente in corso) e alcuni
tavoli operativi (io coordinavo il "Tavolo interreligioso" che ha avviato,
in collaborazione con l'ex assessore Dalla Mura e con l'Universita', un
itinerario di "conversazioni" con le comunita' religiose presenti a Verona e
il 2 dicembre 2006 ha promosso un convegno, unico in Italia nel suo genere,
intitolato "Comunita' religiose e politiche sociali, realizzare l'articolo 3
della Costituzione" (gli Atti sono pronti ma abbandonati nonostante la
disponibilita' alla stampa di una prestigiosa rivista italiana). Sembrano
chiusi anche i rapporti con i Cantieri del dialogo di Villa Buri.
Cosa sta avvenendo? Stiamo dividendo la citta' in buoni e cattivi, fedeli e
infedeli?
*
Abbiamo anche notizia di sostegni a strani sodalizi neo-templari e ad
aggregazioni tradizionaliste che intendono usare le messe in latino per
scopi etnico-politici. Sta nascendo un Comune etnico-ideologico, legato a un
populismo micro-nazionalista?
C'e' una proposta che va in questa direzione. L'ha formulata la presidente
della Commissione comunale per la cultura che vuole organizzare "un gruppo
di studio a contenuto storico-istituzionale" per rianimare il senso di
appartenenza civica e la "veronesita'". A tal fine, si pensa di ricostruire
il Carroccio del 1136 tramite "pubblica sottoscrizione" ("L'Arena" del 27
ottobre 2007).
*
Le preoccupazioni espresse da molti capi dello scoutismo, da "Verona
fedele", dalla comunita' di Emmaus, da Pax Christi, dal Gruppo per il
pluralismo e il dialogo, dal Movimento Nonviolento, sembrano per ora trovare
conferma.
Quanto maturato in questi anni nel Sinodo diocesano o tramite il Convegno
della Chiesa italiana tenutosi a Verona nell'ottobre 2006 (alle due
iniziative ho partecipato come delegato) va in altra direzione. Cosi' pure
la lettera del vescovo Zenti a Napolitano sul tema della "laicita'" definita
"convergenza integrativa delle identita' differenziate" (Tonino Bello la
chiamava "convivialita' delle differenze"). Oggi L'Azione Cattolica dice di
voler tessere "una trama viva di relazioni fraterne".
*
A proposito di veronesita', vorrei osservare che, tra i tanti, abbiamo gia'
un modello. E' quello del vescovo moro che ride. S. Zeno, patrono della
citta', possiede due belle caratteristiche: quella di essere nordafricano e
quella di sorridere. Sembra un programma di intercultura.
Per cio' che riguarda l'enfasi sul Carroccio, ricordo un pensiero di don
Primo Mazzolari, parroco mantovano a me molto caro: "Ne' a Ponte Milvio, ne'
a Poitiers, ne' a Vienna, ne' a Lepanto, ne' altrove, anche se c'e' un
carroccio di mezzo o un vessillo crociato o un legato pontificio, nessuna
vittoria e' vittoria della Chiesa, perche' nessuna guerra, ove gli uomini
uccidono altri uomini, e' la sua guerra. La Chiesa e' la "casa della pace" e
la custode dei valori eterni dell'uomo e dei suoi destini. Ella non si batte
per una civilta' che, pur col nome di cristiana, puo' essere un ostacolo
alla  vocazione cristiana dell'uomo e alla vera civilta'" ("Adesso" del
primo settembre 1950).
Pochi giorni prima di morire, Giovanni XXIII lo riceve definendolo "tromba
dello Spirito Santo in terra mantovana". Da parte mia opero e prego perche'
essa suoni e soffi anche nella nostra citta'. Ovvero si realizzi quanto
Benedetto XVI ha auspicato il primo novembre, invitando tutti a "tenere alto
il profilo morale della convivenza civile".

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 271 del 12 novembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su
"subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196
("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing
list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica
alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
redazione e': nbawac at tin.it