Minme. 262



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 262 del 3 novembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Don Oreste Benzi
2. Il pastorello non rispose. O della sicurezza
3. Norma Bertullacelli: I miei vicini di casa
4. Luciano Bonfrate: Quando
5. Si sta svolgendo a Verona il XXII congresso del Movimento Nonviolento
6. 4 novembre, non festa ma lutto
7. Hannah Arendt: Liberta' e politica
8. Aldo Capitini: "A fin di bene"
9. Danilo Dolci: Avendo conosciuto...
10. Mohandas Gandhi: Due tipi di forza
11. Simone Weil: E' anche necessario
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'

1. LUTTI. DON ORESTE BENZI

Mio buon vecchio don Oreste, maestro e compagno di lotta di tutte e di tutti
gli oppressi.
Oggi piangero' soltanto, per la tua morte.
Domani scrivero' della gratitudine e della gioia, per la tua vita.

2. RIFLESSIONE. IL PASTORELLO NON RISPOSE. O DELLA SICUREZZA

1. Che tutti abbiano un tetto sulla testa, questa e' una politica della
sicurezza.
Che tutti abbiano un paio di scarpe, un cappotto, una scodella di riso,
questa e' una politica della sicurezza.
Che tutti abbiano un letto per dormire in una stanza calda, questa e' una
politica della sicurezza.
Che nessuno sia abbandonato con una bestia, questa e' una politica della
sicurezza.
Che nessuno subisca fame e violenza, umiliazioni e inganni, questa e' una
politica della sicurezza.
Che nessuno derubi nessuno, che cessi il terrorismo dei ricchi e dei
potenti, questa e' una politica della sicurezza.
*
2. Dice il vero Robin Morgan quando scrive che ogni donna che sente alle sue
spalle il passo di un uomo ha motivo di avere paura.
E dicono il vero quei greci che sapevano tutto che tutto l'orrore comincia
coi padri che ammazzano le figlie, le guerre per far preda di donne, la
famiglia che gronda sangue e odio, la citta' che le donne priva di diritti.
Questa lunga storia di orrori inaugurata nel segno del patriarcato, del
maschilismo, della guerra senza quartiere di meta' del genere umano per
opprimere e torturare l'altra meta' - colpevole di avere il potere di
generare la vita, che ai maschi e'precluso.
*
3. Tanti anni fa chi scrive queste righe coordinava per l'Italia la campagna
di solidarieta' con Nelson Mandela allora recluso nelle carceri del regime
razzista sudafricano. Dicevo allora che il Sudafrica non era il nostro
passato, ma il nostro presente e futuro: che l'apartheid era il paradigma
delle relazioni internazionali effettualmente date, che il razzismo non era
residuale ma costruiva cultura e istituti di dominazione planetaria, negli
ordinamenti giuridici come nei rapporti sociali come nei modi di produzione
e nell'appropriazione delle risorse come nelle coscienze. Aver sconfitto
l'apartheid in Sudafrica non basta: occorre sconfiggere l'apartheid nel
mondo. E per farlo occorre prendere esempio dalla lotta di Mandela: fare la
scelta concreta della nonviolenza, la scelta rivoluzionaria della
nonviolenza, la scelta politica della nonviolenza.
*
4. Sara' perche' il mio marxismo era quello di Fortini e Timpanaro, e la mia
storia di militante del movimento operaio non e' mai stata complicita' con i
regimi fascisti del socialismo reale o con i sanguinari seguaci nostrani del
totalitarismo e del dogmatismo uccisore pre e post '68, sono diventato una
persona amica della nonviolenza senza dover gettare alle ortiche quello che
gia' pensavo, ma tutto ulteriormente approfondendo e filtrando, criticando,
dialettizzando, rigorizzando, rendendo piu' vivo e coerente, piu' nitido e
piu' intransigente.
Cosi' assisto alla catastrofe morale e politica, teorica e pratica dei
gruppi dirigenti di grandi e piccine organizzazioni della ex-sinistra
italiana, e dei burocrati e cattedratici loro; con lo sguardo di chi prova
pena e ribrezzo per chi ieri inneggiava all'assassinio contro il capitale ed
oggi inneggia all'assassinio a vantaggio del capitale: restano quello che
erano, sciagurati e dementi. Lame pronte alle basse bisogne. Fascisti
ritinti di rosso prima, di verde e di rosa adesso, domani di bianco o di
blu.
La nostra sinistra era altra cosa, e' altra cosa. Il partito dei fucilati,
il partito del discorso della montagna, l'internazionale futura umanita'. La
sinistra delle oppresse e degli oppressi, della solidarieta' e della
liberazione. La sinistra che nessun gruppo dirigente puo' portare al
postribolo o al macello.
La nonviolenza non ti chiede di rinunciare alle tue idee, ma di pensarle
fino in fondo. Cosi' si puo' essere persone amiche della nonviolenza
muovendo dalle piu' diverse visioni del mondo. La nonviolenza solo questo ti
chiede: di pensare seriamente i tuoi pensieri, di riconoscere la dignita'
umana tua propria e di tutti gli esseri umani, di ripudiare e contrastare
ogni violenza, di aiutare ogni essere che soffre, di prenderti cura di
questo giardino che e' di tutti. La nonviolenza e' la politica dell'umanita'
in cammino.
*
5. Se tu trovassi all'angolo di casa il monello o il furfante o il commando
mafioso che tenti appiccare ad essa il fuoco, certo lo fermeresti, certo
chiameresti al soccorso, certo verrebbero a darti man forte tutti gli altri
inquilini. La Terra e' questa casa. Ma tu te ne dimentichi.
*
6. I fermati che ogni notte vengono picchiati nelle caserme, nelle questure.
Che ogni notte vengono picchiati nelle caserme, nelle questure.
Ogni notte vengono picchiati.
Nelle caserme, nelle questure, vengono picchiati.
Che questo cessi: questa e' sicurezza.
*
7. Chi in fuga dalla miseria tende la mano, e riceve scorpioni e frustate.
Chi in fuga dalla miseria tende la mano, e subisce una nuova schiavitu'.
Chi in fuga dalla miseria tende la mano, a quella persona si lasci dire cosa
sia sicurezza.
*
8. Sono stato ospite negli accampamenti zingari: mi hanno accolto con lo
stesso rispetto che ho avuto per loro. Quanto avevano di migliore mi hanno
offerto. Abbiamo bevuto il caffe' dell'alleanza.
Sono stato nei palazzi dei potenti: solo odio e disprezzo e vilta' ne
trasudava.
Sono gli zingari i miei fratelli, le mie sorelle.
Chi oggi eccita al pogrom, io so le gesta di chi riproduce. Un governo che
deporta, che interna nei campi, che eccita ai rastrellamenti dei poveri e
degli oppressi, io so a quale scuola si e' messo, io so a quale ordine
porta.
*
9. "Scusi, che ne pensa del pacchetto sicurezza del governo italiano?",
chiese il cronista al pastorello afgano dopo che il raid dell'Isaf - la
congrega di stragisti di cui l'Italia fa parte - aveva raso al suolo la sua
casa e sterminato tutti i suoi parenti. Il pastorello non rispose.
"Che ne pensa, scusi, del pacchetto sicurezza del governo italiano?", chiese
il cronista al sopravvissuto del naufragio dell'ultima carretta del mare che
dopo aver visto l'intera sua famiglia finire in pasto ai pesci e' stato
tratto in campo di concentramento per essere riconsegnato agli aguzzini da
cui era scappato finendo nelle mani di altri aguzzini. Il sopravvissuto non
rispose.
"E lei, lei che ne pensa del pacchetto sicurezza del governo italiano?",
chiese il cronista alla ragazza sinta cui le ruspe stavano abbattendo la
misera baracca. La ragazza non rispose.
*
10. E' stato scritto gia' su questo foglio, lo si ripete qui una volta
ancora: e' giunta l'ora che la nonviolenza ritorni alle origini sue: di
lotta politica di liberazione degli oppressi; di lotta politica per
l'indipendenza e l'autogoverno; di lotta politica dell'umanita' per un mondo
in cui i diritti umani a tutti gli esseri umani siano riconosciuti, alle
donne e agli uomini; di lotta politica in difesa della madre Terra; di lotta
politica, di programma politico, di progetto politico per la conquista del
potere che tutti i poteri irresponsabili e oppressivi atterri; e inveri il
programma di Giacomo Leopardi. Il programma di Luce Fabbri. Il programma di
Vandana Shiva. La politica della misericordia, la politica della comunita'
della Terra.

3. EDITORIALE. NORMA BERTULLACELLI: I MIEI VICINI DI CASA
[Ringraziamo Norma Bertullacelli(per contatti: norma.b at libero.it) per questo
intervento.
Norma Bertullacelli, insegnante, amica della nonviolenza, presidente del
Centro ligure di documentazione per la pace, collaboratrice de "La
nonviolenza e' in cammino", e' impegnata nella "Rete controg8 per la
globalizzazione dei diritti" di Genova ed e' una delle figure piu' vive
dell'impegno di pace e di solidarieta']

Se l'uomo accusato di omicidio e stupro e' colpevole, venga processato e
condannato secondo le nostre leggi.
Mentre aspetto, mi auguro che i miei vicini di casa righino dritto: non
vorrei che, se qualcuno di loro commettesse un grave crimine, a chi di
dovere venisse in mente di abbattere tutto il condominio... o di deportare
me e tutta la mia famiglia...
Li terro' d'occhio.

4. RIFLESSIONE. LUCIANO BONFRATE: QUANDO

Quando tu cedi a un orrore
un altro subito ne segue.

Cosi' non chiedere quando sia il momento
di iniziare a resistere. Il momento
e' adesso.

5. INIZIATIVE. SI STA SVOLGENDO A VERONA IL XXII CONGRESSO DEL MOVIMENTO
NONVIOLENTO

Si sta svolgendo a Verona il XXII Congresso del Movimento Nonviolento: "La
nonviolenza e' politica per il disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti",
presso la Sala "Comboni", Missionari Comboniani, vicolo Pozzo 1, San
Giovanni in Valle (vicino a Piazza Isolo, centro storico di Verona).
Di seguito il programma di oggi e domani.
*
3 novembre, sabato
Mattina: riferiscono le prime tre commissioni e poi dibattito; riferiscono
le altre tre commissioni e poi dibattito; spazio per presentare le mozioni.
Pomeriggio: dibattito sulle mozioni, votazioni, rinnovo delle cariche.
*
4 novembre, domenica, ore 10
"Non festa, ma lutto", iniziativa nonviolenta: camminata attraverso luoghi
simbolici della citta': partenza da via Spagna, Casa per la Nonviolenza,
percorso attraverso San Zeno, Tribunale Militare, Arsenale, Ponte della
Vittoria, arrivo in Piazza Bra' alle ore 12.
*
Per informazioni: Casa per la nonviolenza, via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

6. INIZIATIVE. 4 NOVEMBRE, NON FESTA MA LUTTO
[Riproduciamo nuovamente questo estratto da un invito del Mvimento
Nonviolento]

4 novembre: Non festa ma lutto. Manifestazione nazionale nonviolenta a
Verona.
La manifestazione e' aperta a tutti gli amici della nonviolenza e ne
sollecita la consapevole partecipazione. Si rivolge in particolare a quanti
sanno bene che l'affermazione dei diritti umani richiede un impegno di
costruzione della pace. Per questo e' necessario il rilancio della
nonviolenza attiva.
La manifestazione concludera' il Congresso del Movimento Nonviolento, "La
nonviolenza e' politica per il disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti", e
ne riprende i temi attraverso un percorso che collega luoghi significativi
della citta'.
Partenza alle ore 10 dalla Casa per la Nonviolenza, via Spagna 8, sede del
Movimento e della rivista "Azione nonviolenta". Camminata con soste in
piazza San Zeno (primo vescovo "extracomunitario" di origini africane), al
Tribunale militare, (dove veniva processati e condannati gli obiettori di
coscienza), all'Arsenale (riconversione a fini civili di strutture
militari); al ponte della Vittoria (quella che fu "un'inutile strage"), per
concludere in piazza Bra, dove insieme celebreremo un momento di riflessione
e di impegno, perche' il rifiuto della guerra sia accompagnato da azioni
coerenti a ogni livello di responsabilita'.
Un banchetto sara' a disposizione per la raccolta delle firme per la legge
di iniziativa popolare per un futuro senza atomiche.
*
Per informazioni: Casa per la nonviolenza, via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

7. MAESTRE. HANNAH ARENDT: LIBERTA' E POLITICA
[Da Hannah Arendt, Tra passato e futuro, Garzanti, Milano 1991, p. 200.
Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva
di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe
all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le
massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne
ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista
rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel
1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti
tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo
líanno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dellíedizione
originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951),
Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen
(1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti,
Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli,
Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e'
apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di
brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano,
1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969.
Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra
amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975,
Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio
Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2.
1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita'
e giudizio, Einaudi, Torino 2004; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano
2006; i recentissimi Diari, Neri Pozza, 2007. Opere su Hannah Arendt:
fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt,
Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella,
Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della
politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores
d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente
e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di),
Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro
sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann,
Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt,
Donzelli, Roma 2005. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie
divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang
Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg
Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000]

Senza un ambito pubblico protetto da garanzie politiche, la liberta' non ha
piu' uno spazio nel quale apparire al mondo. Puo' certo abitare ancora nel
cuore degli uomini, sotto forma di desiderio, volonta', speranza o
aspirazione struggente: ma tutti sappiamo bene come il cuore umano sia un
luogo oscuro, e qualunque cosa accada nelle sue tenebre possa difficilmente
esser chiamato un fatto dimostrabile. La liberta' (in quanto fatto
dimostrabile) e la politica coincidono e sono in relazione reciproca come le
due facce di uno stesso argomento.

8. MAESTRI. ALDO CAPITINI: "A FIN DI BENE"
[Da Aldo Capitini, Scritti filosofici e religiosi, Fondazione centro studi
Aldo Capitini, Perugia 1998, p. 35 (e' un frammento da Elementi di
un'esperienza religiosa, il primo libro di Capitini).
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato,
docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la
nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande
pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini:
la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari
collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che
contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale -
ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca -
bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato
il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una
raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea
d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo,
Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996;
segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri,
Edizioni Associate, Roma 1991; e la recente antologia degli scritti (a cura
di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della
nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione
nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org)
sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di
Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di
un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90
e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui
apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un
volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione
ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Opere su Aldo
Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il
messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno:
Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di),
Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988;
Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di
Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini.
Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi
Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova
Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per
una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini,
Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume
monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante,
La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del
Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta
2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini,
Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un
profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze
2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze
2005; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi,
Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; per una
bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito
citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito
dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it,
altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai utile mostra e un
altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a
Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni:
l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803,
fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche
redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]

... guardiamoci intorno: troppe nefandezze sono oggi compiute "a fin di
bene"; gli uomini sono considerati come cose; ucciderli e' un rumore, un
oggetto caduto.

9. MAESTRI. DANILO DOLCI: AVENDO CONOSCIUTO...
[Da Danilo Dolci, Dal trasmettere al comunicare, Edizioni Sonda,
Milano-Torino 1988, p. 70.
Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43
dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di
Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale
(Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente
contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'.
Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di
massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del
1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica
scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento"
ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e
botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il
28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver
lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a
Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu'
povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio
al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la
denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si
impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la
costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a
Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le
disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro
intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2
febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di
disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una
strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958)
si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione".
Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare
questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza
sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del
fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle
accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della
vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo
Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino
1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli
attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto
Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a
Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci
e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a
processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo
metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita'
preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E'
convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento,
dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non
nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi
libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga,
impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere
e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico
sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi
nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di
alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di
costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro
economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che
faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento
di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per
tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno
necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni,
per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte
successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di
migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile;
l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e
cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile.
Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce
l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per
valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno
educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre
connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando
di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti
internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto,
frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con
numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla
distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci
evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi
al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di
effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione
capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della
complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone
"all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a
tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco
adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu'
recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra
esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica
e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge
della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30
dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo
spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel
portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita".
Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento
segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e
di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di
poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di
riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988;
La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Tra le
opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze
1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988
(sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore,
Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe
Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo
Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro
fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e
la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005. Tra i materiali
audiovisivi su Danilo Dolci cfr. il dvd di Alberto Castiglione, Danilo
Dolci. Memoria e utopia, 2004. Tra i vari siti che contengono molti utili
materiali di e su Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.it,
danilo1970.interfree.it, www.danilodolci.toscana.it, www.cesie.org,
www.nonviolenti.org]

... avendo conosciuto Zeno Saltini, Aldo Capitini, Giuseppe Di Vittorio, ho
osservato come - al di la' di candele, o libri, o falci incrociate a
martelli - possano esistere diverse espressioni di un profondamente
autentico amore: non a caso ciascuno di loro ha conosciuto la medesima
galera.

10. MAESTRI. MOHANDAS GANDHI: DUE TIPI DI FORZA
[Da Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino
1973, 1996, p. 48.
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo
pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della
nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio
d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di
convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra,
avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro
la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della
nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito
del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico.
Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la
teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione
economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il
30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di
quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e
che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti
discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione,
della sua opera. Opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un
giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una
natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere
contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua
riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede
significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In
italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza,
Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e
autonomia, Lef; líautobiografia tradotta col titolo La mia vita per la
liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton;
Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura
della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e
fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi
sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di
frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da
Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio
pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato
l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi
ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali
della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono
stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi
massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda
il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza
civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi:
tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente
accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro
di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung,
Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente
detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il
Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il
Mulino; Gandhi e líIndia, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il
Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e'
quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia
cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti
nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente
utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L.
Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti
Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci,
Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di
Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti
pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero
nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark
Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini,
L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con
la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini)
2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi
in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara,
L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega,
Torino 2006]

Due tipi di forza possono sorreggere una petizione. Si puo' dire: "Se non ci
darete questo ci solleveremo contro di voi"; questo e' un tipo di forza, la
forza delle armi, e abbiamo gia' esaminato i risultati dannosi che produce.
Oppure si puo' dire: "Se non darete soddisfazione alle nostre richieste noi
cesseremo di sentirci in dovere di rivolgervi delle richieste. Potete
governarci soltanto fino a che noi accettiamo di continuare ad essere
governati; non avremo piu' nulla a che fare con voi". Tale forza puo' essere
definita forza dell'amore o forza dell'anima o, in modo piu' largamente
comprensibile ma meno appropriato, resistenza passiva. Questa forza e'
indistruttibile. Colui che la usa comprende perfettamente la propria
posizione. Noi abbiamo un antico proverbio che letteralmente suona: "Una
negazione cura trentasei malattie". La forza delle armi e' impotente di
fronte alla forza dell'amore o dell'anima.

11. MAESTRE. SIMONE WEIL: E' ANCHE NECESSARIO
[Da Simone Weil, La prima radice, Leonardo, Milano 1996, p. 156.
Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa,
militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria,
operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti,
lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a
lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione,
sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna
come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della
Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora:
radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del
1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe
imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli
o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come
vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento". Opere di Simone Weil:
tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti
pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici
(e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stanti
le persecuzioni antiebraiche). Tra le raccolte piu' importanti in edizione
italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La
condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita',
SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni
precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e
dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi),
Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali
i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo
Gaeta. Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone
Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr.
AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985;
Gabriella Fiori, Simone Weil, Garzanti, Milano 1990; Giancarlo Gaeta, Simone
Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie
Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna
1997; Eadem, Simone Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, Troina
(Enna) 2006; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia,
Milano 1994]

E' anche necessario che il delitto di concussione sia punito piu'
severamente della rapina a mano armata.

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

13. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 262 del 3 novembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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