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Voci e volti della nonviolenza. 111
- Subject: Voci e volti della nonviolenza. 111
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 3 Nov 2007 15:12:51 +0100
- Importance: Normal
============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 111 del 3 novembre 2007 In questo numero: 1. Luigi Reitani intervista Ekkehart Krippendorff 2. Et coetera 1. LUIGI REITANI INTERVISTA EKKEHART KRIPPENDORFF [Ringraziamo Francesco Pistolato (per contatti: fpistolato at yahoo.it) per averci trasmesso la seguente intervista pubblicata dal "Messaggero Veneto" di Udine il 28 settembre 2007] Politologo di fama mondiale, ma anche fine interprete di testi filosofici e letterari (suo un celebre libro su Shakespeare politico, tradotto anche in italiano), a lungo docente di relazioni internazionali alla Freie Universitaet di Berlino e professore ospite in numerose Universita' europee e americane, Ekkehart Krippendorff, nato nel 1934 in Turingia, e' tra i pionieri della moderna ricerca sulla pace, quella scienza che, con un approccio interdisciplinare, si interroga sulla possibilita' di risoluzione dei conflitti senza l'uso della forza. Profondo conoscitore dell'Italia (Krippendorff ha insegnato diversi anni a Bologna presso la sede della Johns Hopkins University), lo studioso ha accettato con entusiasmo di entrare nel comitato scientifico del Centro di Ricerca sulla Pace Irene, recentemente costituito presso l'Universita' degli Studi di Udine, insieme ad altri esperti di livello mondiale come il norvegese Johan Galtung, consulente dell'Onu. Tra i libri piu' significativi di Krippendorff vi sono L'arte di non esser governati, edito in Italia da Fazi, e Stato e guerra, la cui traduzione italiana e' ora promossa dal Centro Irene. * - Luigi Reitani: Professor Krippendorff, in che modo Gandhi ha influenzato il suo pensiero? - Ekkehart Krippendorff: Ad essere onesto ho scoperto Gandhi relativamente tardi. Quando ho iniziato a lavorare nel campo della ricerca sulla pace - a livello storico, teorico e pratico - non avevo ancora letto Gandhi in modo sistematico e dunque il suo pensiero non poteva influenzare il mio lavoro. Me ne sono occupato solo piu' tardi, quando e' mutata la mia concezione della politica ed ero alla ricerca di testimoni di un altro modo di praticarla. E allora ho compreso che in Gandhi non c'e' solo il teorico della nonviolenza, o meglio che questa teoria presuppone un diverso approccio alla politica. Gandhi rappresenta in effetti un modello alternativo al modo di far politica occidentale, anche a quello che chiamiamo "progressista". Cosi' mi sono occupato di lui in modo sistematico. Inoltre il pacifismo radicale di Gandhi mi aveva sempre spaventato per il suo rigore, per il dogmatismo che ritenevo di scorgervi. Nutrivo anch'io questi pregiudizi, che pero' a poco a poco ho superato, anche perche' ho capito che in Gandhi il rigore teorico si coniuga a una stupefacente flessibilita' nella prassi politica, ben lontana da ogni fanatismo. E infine ho compreso che la sua nonviolenza e' un metodo scientifico e razionale per il superamento dei conflitti, e non solo una posizione etica. * - Luigi Reitani: Dunque Gandhi ha contribuito a una revisione delle sua teorie. - Ekkehart Krippendorff: Si', assolutamente. Direi che a partire da Stato e guerra, che il centro Irene sta traducendo, il suo pacifismo radicale e' costante nella mia opera. * - Luigi Reitani: In che cosa possiamo individuare oggi l'attualita' di Gandhi? - Ekkehart Krippendorff: In primo luogo nella constatazione che nessun conflitto e' stato alla lunga risolto con i mezzi tradizionali del ricorso alla forza. Anche l'ultimo conflitto scoppiato in Europa, in Kosovo, resta un'ulcera cancerosa. E ovunque volgiamo lo sguardo, dalla Palestina all'Iraq all'Asia, non troviamo soluzioni durature. Cosi' si puo' affermare che le armi non hanno ottenuto nulla. E le soluzioni gandhiane hanno quantomeno il vantaggio che anche se mancassero il loro obiettivo non peggiorerebbero la situazione, perche' non avrebbero "effetti collaterali". * - Luigi Reitani: A suo avviso hanno maggior valore gli scritti di Gandhi o il suo esempio morale? - Ekkehart Krippendorff: Non credo che in questo caso si possa separare l'opera dalla biografia. Il pensiero di Gandhi ha valore perche' affonda le sue radici in un comportamento concreto, in una prassi di vita, che certo per taluni aspetti puo' risultare estranea a un europeo medio, ma che e' di una estrema conseguenza e linearita'. * - Luigi Reitani: Condivide la differenza di Gandhi tra nonviolenza e pacifismo e l'implicita critica di un pacifismo tradizionale? - Ekkehart Krippendorff: A dire il vero non credo che Gandhi critichi il pacifismo, anche se certo non si definisce un pacifista, se non altro per la sua diffidenza verso tutti gli "ismi". La nonviolenza non e' una ideologia, ma un comportamento, dal quale tuttavia deriva nella prassi un pacifismo, almeno nelle conseguenze. Certo per lui non si tratta di guardare alla finestra cio' che accade, e se si scambia il pacifismo per un atteggiamento passivo di non intervento, allora certamente il suo non e' stato semplice pacifismo. Gandhi e' sempre stato per un intervento attivo nei conflitti, e basti pensare alla sua posizione nella seconda guerra mondiale. La nonviolenza presuppone un'attiva partecipazione politica, anche a rischio della propria vita. * - Luigi Reitani: Gandhi attribuisce un valore fondamentale alla religione nell'impegno comune contro la guerra, nella promozione del disarmo e nella costruzione della pace. Condivide questo aspetto del suo pensiero o pensa che sia possibile anche un atteggiamento laico rispetto al problema? - Ekkehart Krippendorff: Si tratta di una questione complessa. In primo luogo bisogna ricordare che Gandhi proviene dall'induismo e l'induismo e' certamente un sentimento religioso molto profondo, ma non e' una religione codificata e organizzata in una struttura ecclesiastica. Non e' una religione rivelata, con dei testi scritti canonici, ma un atteggiamento rispetto al mondo e Gandhi ha sempre sottolineato, riferendosi ad esempio al cristianesimo, che le altre religioni possono entrare a far parte di questo atteggiamento, anche se non in misura esclusiva. Questo atteggiamento religioso di fronte al mondo scaturisce - e qui ritorniamo naturalmente alla nonviolenza - da un profondo rispetto della vita e in genere della natura. Da qui l'essere vegetariano di Gandhi e la convinzione di non avere il diritto di uccidere. E' cio' che chiamo un atteggiamento religioso verso il mondo e non l'assunzione di una religione fondata sul messaggio di Cristo, di Buddha o di Maometto. Un atteggiamento di modestia che nasce anche dal fatto che non tutto e' spiegabile e comprensibile. In questo vedo appunto l'attualita' di Gandhi, perche' sono convinto che senza il ricorso a un simile atteggiamento religioso la politica gira a vuoto, trasformandosi in puro pragmatismo. Chi fa politica senza questo fondamento non fa politica. D'altra parte credo che anche la religiosita' priva di prassi politica sia monca o sbagliata. In questo senso ritengo che teologia e politica siano strettamente collegate. * - Luigi Reitani: Pensa dunque che senza un simile atteggiamento religioso, che forse possiamo anche concepire come profondo impulso etico, la nonviolenza sia impraticabile? - Ekkehart Krippendorff: Si', la base fondamentale e' il rispetto degli altri e della natura. Ogni violazione di questo rispetto costituisce in qualche modo un atto di distruzione. Per questo chi usa violenza si trova sempre dalla parte del torto. La violenza distrugge o danneggia la vita nella sua sacralita'. 2. ET COETERA Luigi Reitani e' direttore del Centro interdipartimentale di ricerca sulla pace "Irene" dell'Universita' di Udine; germanista di vaglia e traduttore di poesia di acutissima sensibilita', insegna letteratura tedesca e austriaca all'Universita' di Udine; autore di varie pubblicazioni e ricerche in materia di letteratura austriaca contemporanea, Goethezeit, primo Novecento viennese, letteratura tedesca contemporanea, comparatistica e teoria letteraria, e in altri ambiti di ricerca (letteratura italiana, storia, traduzioni di saggistica filosofica e letteraria); ha tradotto opere di Ingeborg Bachmann, Thomas Bernhard, Elfriede Jelinek, Friederike Mayroecker, Friedrich Schiller, Arthur Schnitzler; per la collana dei Meridiani di Mondadori ha tradotto e commentato la prima edizione italiana integrale delle liriche di Friedrich Hoelderlin, di cui ha anche rivisto il testo critico tedesco (Tutte le liriche, Milano 2001, 2004). * Ekkehart Krippendorff, nato nel 1934, gia' docente di scienze politiche e relazioni internazionali alla Freie Universitaet di Berlino, alla City University e alla Columbia University di New York, e in diverse universita' italiane (Bologna, Siena, Urbino) e di altri paesi (Austria, Giappone, Inghilterra...), e' uno dei maggiori politologi tedeschi, autore di numerosissimi studi di argomento sociologico, politico e letterario. Fra le opere di Ekkehart Krippendorff: Staat und Krieg (Stato e guerra), 1985; Militaerkritik (Critica militare), 1993; L'arte di non essere governati, Fazi, Roma 2003; Critica della politica estera, Fazi, Roma 2004; Shakespeare politico, Fazi, Roma 2005. Il centro "Irene" di Udine sta traducendo in italiano il suo libro piu' famoso nel campo degli studi di pace, Staat und Krieg (Stato e guerra), la cui pubblicazione e' prevista per il 2008 per i tipi della Libreria Editrice Fiorentina. * Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; lÌautobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e lÌIndia, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006. * Francesco Pistolato, studioso, docente, e' coordinatore scientifico della Biblioteca di studi austriaci presso l'Universita' di Udine; si occupa di diffusione della lingua tedesca, della cultura austrica e della cultura della pace; e' tra i promotori di un programma di cultura di pace all'interno delle universita' e delle scuole della macroregione Alpe Adria, comprendente il Friuli-Venezia Giulia, la Carinzia e la Slovenia; e' altresi' impegnato nell'Associazione Biblioteca Austriaca di Udine, che ha tra l'altro realizzato una mostra fotografica itinerante sulla Resistenza, gia' esposta in vari luoghi, tra cui la Risiera di S. Sabba di Trieste, e che e a fine 2005 e' stata esposta nella Gedenkstaette des Deutschen Widerstands di Berlino, ed e' visitabile in rete nel sito: www.abaudine.org/virtunascosta/virtu.htm Tra le opere di Francesco Pistolato: (a cura di), Per un'idea di pace, Cleup, Padova 2006; (a cura di), Die verborgene Tugend - La virtu' nascosta. Eroi sconosciuti e dittatura in Austria 1938-1945, Europrint Editore, Quinto di Treviso 2007. ============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 111 del 3 novembre 2007 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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