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Minime. 238
- Subject: Minime. 238
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 10 Oct 2007 01:08:12 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 238 del 10 ottobre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Antonella Litta, Osvaldo Ercoli, Alessandro Pizzi: Una lettera ai Presidenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato 2. In tutto il Lazio iniziative per la riduzione del trasporto aereo 3. Raffaella Mendolia: I congressi del Movimento Nonviolento dal 1990 al 2002 (parte terza) 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento 5. Per saperne di piu' 1. DOCUMENTI. ANTONELLA LITTA, OSVALDO ERCOLI, ALESSANDRO PIZZI: UNA LETTERA AI PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI AMBIENTE DI CAMERA E SENATO Egregio presidente della XIII Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato della Repubblica, sen. Tommaso Sodano, Egregio presidente della VIII Commissione permanente (Ambiente, territorio, lavori pubblici) della Camera dei Deputati, on. Ermete Realacci, vi scriviamo per segnalarvi una grave minaccia che incombe su rilevanti beni ambientali del viterbese, minaccia costituita dal disegno di realizzare a Viterbo un polo aeroportuale per voli low cost, opera che avrebbe conseguenze disastrose. * In particolare vi segnaliamo le seguenti conseguenze di una eventuale sciagurate e dissennata realizzazione dell'opera: a) il danno enorme per la salute dei cittadini provocato dall'inquinamento dell'aria e da quello acustico; b) la devastazione dell'area termale di Viterbo, che danneggerebbe irreversibilmente rilevanti beni ambientali, storico-culturali, sanitari, sociali ed economici; c) il danno economico per i cittadini e gli operatori viterbesi che nella realta' l'aeroporto implichera'; d) la totale mancanza della Valutazione d'impatto ambientale, obbligatoria per legge; Valutazione d'impatto ambientale che se correttamente effettuata come la legge prevede rende impossibile la realizzazione dell'opera. * A questo si aggiunga: e) l'assoluta urgente necessita' di ridurre e non incrementare il trasporto aereo alla luce del surriscaldamento del clima; f) la presenza di solide ipotesi di profili affaristici nella vicenda; g) la necessita' di cessare di sperperare fondi pubblici a vantaggio delle compagnie aeree - ed in particolare di imprese discusse come certe compagnie di voli low cost - e in danno della salute della popolazione e a devastazione di preziosi beni del territorio: e' del tutto scellerato e insensato che ingenti risorse finanziarie pubbliche siano sperperate per recare grave nocumento alla popolazione e al territorio. * Come forse gia' saprete ben due interrogazioni parlamentari sono state presentate alla Camera dei Deputati dal deputato Angelo Bonelli il 24 settembre 2007, e dai deputati Paolo Cacciari, Salvatore Cannavo', Massimiliano Smeriglio, Paolo Russo, Maria Cristina Perugia, Wladimiro Guadagno detto Vladimir Luxuria, Salvatore Iacomino il 27 settembre 2007. Un'interrogazione e' stata presentata al Senato della Repubblica dai senatori Francesco Martone, Adelaide Gaggio Giuliani detta Haidi, Salvatore Bonadonna il 2 ottobre 2007. Peraltro vari altri senatori e deputati hanno aderito al nostro appello per impedire la realizzazione della distruttiva opera. Inoltre dieci parlamentari europei, gli onorevoli Vittorio Agnoletto, Vincenzo Aita, Giovanni Berlinguer, Giusto Catania, Giulietto Chiesa, Claudio Fava, Monica Frassoni, Sepp Kusstatscher, Roberto Musacchio, Pasqualina Napoletano, hanno inviato il 13 settembre 2007 una lettera al Ministro dei Trasporti per esprimere la loro netta contrarieta' alla devastante opera. Condividono le ragioni dell'opposizione al mega-aeroporto illustri scienziati (come i professori Angelo Baracca, Virginio Bettini, Marcello Cini, Giorgio Cortellessa, Giorgio Nebbia) ed illustri personalita' della vita civile (come la vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini, il magistrato Ferdinando Imposimato, padre Alex Zanotelli, la scrittrice Dacia Maraini), e numerose altre prestigiose figure della cultura, delle istituzioni, dell'impegno democratico. * Data la gravita' della minaccia per il nostro territorio, per la salute dei cittadini, per rilevanti beni ambientali, culturali, sociali ed economici, siamo con la presente a richiamare la vostra attenzione ed a richiedere un vostro autorevole intervento per scongiurare il pericolo di devastazione qui segnalato. Vogliate gradire distinti saluti, dottoressa Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo professor Osvaldo Ercoli, gia' consigliere comunale e provinciale di Viterbo professor Alessandro Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino Viterbo, 6 ottobre 2007 2. INIZIATIVE. IN TUTTO IL LAZIO INIZIATIVE PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO Sono in programma in varie localita' del Lazio nei prossimi giorni numerose rilevanti iniziative contro la realizzazione del terzo polo aeroportuale del Lazio e per la drastica e immediata riduzione dei voli a Ciampino. Segnaliamo le principali: - a Frosinone giovedi' 11 ottobre assemblea del movimento che si oppone alla realizzazione del terzo polo aeroportuale laziale a Frosinone; - a Roma venerdi' 12 ottobre convegno promosso dal Prc regionale del Lazio; - a Ciampino sabato 13 ottobre manifestazione promossa dal locale comitato "No fly"; - a Roma martedi' 16 ottobre incontro del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo con la segreteria tecnica del Ministro della Solidarieta' Sociale; - a Viterbo il 18 ottobre secondo convegno sul tema "Un mega-aeroporto a Viterbo? No, grazie". In tutto il Lazio sta crescendo il movimento impegnato per la riduzione del trasporto aereo, in difesa del dritto alla salute e alla sicurezza dei cittadini, in difesa dei beni ambientali e culturali e delle vocazioni produttive del territorio, per i diritti sociali delle popolazioni locali, contro l'assurdo e criminale sperpero di ingenti risorse pubbliche per opere dannose per i cittadini e le comunita', in difesa della biosfera aggredita dal surriscaldamento del clima - surriscaldamento di cui il trasporto aereo e' una delle cause piu' rilevanti. 3. RIFLESSIONE. RAFFAELLA MENDOLIA: I CONGRESSI DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO DAL 1990 AL 2002 (PARTE TERZA) [Ringraziamo Raffaella Mendolia (per contatti: raffamendo at libero.it) per averci messo a disposizione il seguente estratto dalla sua tesi di laurea su "Aldo Capitini e il Movimento Nonviolento (1990-2002)" sostenuta presso la Facolta' di Scienze politiche dell'Universita' degli studi di Padova nell'anno accademico 2002-2003, relatore il professor Giampietro Berti. Raffaella Mendolia fa parte del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento, ed ha a suo tempo condotto per la sua tesi di laurea una rilevante ricerca sull'accostamento alla nonviolenza in Italia. Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991; e la recentissima antologia degli scritti (a cura di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Opere su Aldo Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it, altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione@nonviolenti:org, sito: www.nonviolenti.org] 3. XVIII Congresso del Movimento Nonviolento, Fano (Pesaro), 4-6 gennaio 1997 La discussione che precede il XVIII Congresso del Movimento si apre con la sintesi dei lavori del corso estivo, svoltosi tra il 20 e il 23 giugno 1996 a Verona. In questa sede emerge innanzi tutto la volonta' di rilanciare la Campagna di obiezione alle spese militari. Il Movimento Nonviolento elabora una mozione da presentare all'assemblea della Campagna di obiezione alle spese militari, che esprime la necessita' di riprendere la Campagna proporzionatamente alla nuova situazione generale fino al raggiungimento di alcuni obiettivi terminali. Per questo auspica la ripresa delle iniziative di supporto alle istanze politiche (approvazione della Legge di riforma della Legge 772 sull'obiezione di coscienza; riconoscimento del diritto di opzione fiscale, vale a dire il rifiuto di finanziamento delle spese militari a favore di forme alternative di difesa non armate e nonviolente; pieno riconoscimento e sperimentazione a livello istituzionale di forme di difesa non armata; sostegno al progetto di costituzione di un Corpo civile europeo di pace), e la revisione delle modalita' di partecipazione alla campagna (versamento volontario accompagnato da dichiarazione di obiezione a favore della campagna stessa, di altra ong, o della legge 180/92 sull'intervento di pace di organizzazioni non governative in Paesi esteri). E' opinione comune che la Campagna non si possa ritenere conclusa senza il raggiungimento di risultati apprezzabili riguardo agli obiettivi politici affermati. Vengono inoltre individuati alcuni principi orientativi della posizione del Movimento rispetto alla politica: attenzione al metodo specifico di una politica nonviolenta; federalismo dal basso, inteso come capitiniano "potere di tutti", orientamento verso il consumo etico e un'economia autocentrata, una politica fatta di proposte concrete e particolari per aiutare il cittadino ad abituarsi ad un nuovo modello di consumo, sostegno delle iniziative locali per una cultura di pace, opposizione radicale alla guerra e nuovo modello di difesa nonviolenta (36). Tali conclusioni influenzano inevitabilmente il dibattito precongressuale, individuando uno dei campi specifici di azione del Movimento per gli anni seguenti. Gloria Gazzeri propone due alternative per il movimento attuale: scegliere di proseguire nelle direzioni di sempre, potenziando il lavoro e custodendo la memoria storica, ma rischiando il declino, oppure decidere per la rifondazione radicale, ricercando nuove idee, nuovi spazi e nuove forze. In entrambi i casi e' comunque indispensabile recuperare l'approfondimento culturale perche' senza idee precise e' difficile dare di se' un'immagine credibile. Se poi si scegliesse la rifondazione, altri aspetti dovrebbero essere affrontati seriamente: l'eccessiva identificazione con l'antimilitarismo, la ricerca di nuove applicazioni della lotta alla violenza strutturale, la revisione del proprio stile di vita, il problema religioso, il rapporto con gli altri movimenti, i rapporti interni (37). Paolo Predieri presenta una prima valutazione dell'operato del movimento negli ultimi anni. Egli invita a riflettere sul calo di partecipazione che colpisce non solo il Movimento Nonviolento, ma tutte le realta' associative che si basano sul volontariato. Questo esige da parte del movimento una seria riflessione e nuove soluzioni anche per quel che riguarda gli impegni storici di indiscusso valore etico e ideale. Il crollo delle ideologie e dei partiti storici, assieme all'affermazione del mercato come vero potere che domina i governi, crea un vuoto che potrebbe essere colmato da nuove prospettive di aggregazione. Per questo e' il momento di una nonviolenza pragmatica, capace di offrire nuovi campi di intervento agli insoddisfatti. Riferendosi alle mozioni di impegno prese nel precedente congresso, Predieri riafferma che il progetto di una Costituente nonviolenta, pur producendo nuovi contatti e alcuni interessanti seminari, ha finito col confondersi con altri progetti simili, disperdendosi. Per quanto riguarda l'auspicata formazione permanente, serve davvero una commissione capace di organizzare con continuita' approfondimenti su quei temi che offrono terreno di confronto con tutti, ad esempio consumo etico, zone economiche locali e l'inedito tema della medicina nonviolenta (38). Si giunge cosi' al XVIII Congresso del Movimento Nonviolento, svoltosi tra il 4 e il 6 gennaio a Fano. A detta del Presidente Sandro Canestrini, questo si e' concluso "in un'atmosfera serena e nel quadro di proponimenti e proposte positivi, senza contrapposizioni di tesi preconcette, animosita' e rivalita' personali" (39). Essendo questa edizione intitolata "Vivresti effettivamente come sostieni si dovrebbe vivere?", il primo tema affrontato e' proprio la responsabilita' personale che si lega alla necessita' di coerenza in un percorso difficile di cambiamento della societa' che non puo' che partire dall'individuo. Si rinnova quindi la consapevolezza della distanza tra la proposta della nonviolenza e la sua irrealizzabilita' nell'immediato presente, ma cio' non determina scoraggiamento e anzi da' nuovo vigore all'iniziativa. La rifondazione del Movimento si basa sulle solide basi della credibilita' e prestigio raggiunti negli ultimi anni, sulla rivista "Azione nonviolenta", collante e voce per una comunita' che supera numericamente gli iscritti, sui Centri e Case per la nonviolenza, luoghi di elaborazione e propulsione di attivita' locali e nazionali. Il nuovo imperativo e' la ricerca di una nonviolenza efficace, e il nuovo terreno su cui impostare il cambiamento e' un concetto di ricchezza che comprenda valori come la convivenza pacifica tra le genti e il rispetto dell'equilibrio naturale, e la considerazione del lavoro non come mezzo ma come valore positivo in se'. Il Movimento Nonviolento riconferma il suo impegno nella Campagna di obiezione alle spese militari, che ora comprende ufficialmente la Difesa popolare nonviolenta (in sigla: Dpn), che si deve tradurre nell'attivita' di pressione per l'approvazione senza emendamenti della riforma della legge 772, per l'utilizzo, in caso venga prevista una durata maggiore del servizio civile rispetto a quello militare, del periodo supplementare per una formazione specifica nel campo della difesa nonviolenta. Si auspica, inoltre, il superamento delle divisioni tra le associazioni che utilizzano gli obiettori in servizio civile e operano nel settore della nonviolenza affinche' si costituisca una "Federazione per la Dpn". I compiti di tale nuova struttura comprendono la preparazione della difesa nonviolenta come azione di tutta la popolazione del Paese; la pianificazione di interventi di pace all'estero; la coordinazione di una difesa sociale di cui si possano avvalere i cittadini per contrastare i mali moderni come razzismo, criminalita', ecc.; la partecipazione diretta del Movimento Nonviolento nell'organizzazione della "Scuola per formatori di obiettori di coscienza in servizio civile alla Difesa popolare nonviolenta ed all'intervento nonviolento nei conflitti" e dei lavori dei "Corpi civili europei di pace". Al fine della formazione di una cultura di pace, il congresso divide il lavoro in due ambiti: la circolazione delle idee e delle informazioni viene affidata alla rivista "Azione nonviolenta", mediante la creazione di una rubrica specifica e l'organizzazione di un incontro con i referenti della rete telematica "Peacelink" per verificare la possibilita' di utilizzarla come canale di scambio di informazioni; l'attivita' di ricerca e approfondimento culturale prevede la realizzazione di campi estivi regionali, di uno nazionale sulla Costituzione, del convegno internazionale sul corpo europeo civile di pace, infine della programmazione di un Convegno nazionale sulla formazione alla nonviolenza. Tra le mozioni particolari, emerge la concreta presa di posizione sul tema dell'intervento in politica dei membri del movimento: valutando le richieste pervenute da Rifondazione Comunista (Tiziana Valpiana) e Verdi (Luigi Marconi), il Movimento Nonviolento ritiene utile rispondere positivamente. A tal fine il Comitato di coordinamento viene incaricato di esaminare le modalita' di partecipazione del Movimento al Consiglio federale dei Verdi e al Forum della sinistra antagonista organizzato da Rifondazione. Viene riconfermata l'adesione alla campagna internazionale di boicottaggio contro la Nestle' e prevista la costituzione di una "associazione dei consumatori etici" (40). * 4. XIX Congresso del Movimento Nonviolento, Pisa, 29 ottobre - primo novembre 1999 Il tema delle trasformazioni del sistema di difesa, centrale nel dibattito politico dell'Italia in questo periodo, richiama l'attenzione anche dei partecipanti al dibattito precongressuale del Movimento Nonviolento del 1999. Angela Dogliotti Marasso individua alcuni nodi da affrontare sull'argomento. Prima di tutto, ritiene che sia necessario valutare se sia meglio un esercito di leva o uno professionale. L'antimilitarismo si e' sempre opposto al secondo, ma ha anche costantemente rivendicato il riconoscimento del diritto di scelta, difendendo l'obiezione di coscienza. A favore dell'esercito di leva si schiera anche quella parte di sinistra che in esso vede una garanzia di democraticita' per l'apparato militare. Tuttavia, fermo restando l'obiettivo a lungo termine del superamento totale della logica della guerra e della sua preparazione, nell'immediato l'abolizione della coscrizione obbligatoria puo' essere valutata positivamente. Quello che va preservato invece e' il diritto-dovere di difesa della patria che non puo' essere delegato ad altri. Il compito del Movimento Nonviolento, allora, e' piuttosto quello di lottare affinche' venga incentivata la formazione a una difesa civile non armata per tutti, che, secondo quanto affermato nell'art. 8 della Legge 180/98 "Nuove norme in materia di obiezione di coscienza" (che prevede "di disporre, d'intesa con il Dipartimento della protezione civile, forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta") potrebbe ricongiungersi al settore della protezione civile, moltiplicandone le possibilita' di applicazione (41). Enrico Peyretti, invece, rifiuta entrambi: "Il pensiero della pace e' contrario sia alla leva obbligatoria, sia all'esercito volontario professionale. Alla leva perche' con essa lo Stato obbliga ad uccidere o ad essere uccisi per cause non giudicate dal soldato. All'esercito professionale, perche' e' un corpo di mercenari, pronti ad uccidere per soldi" (42). Il suo sostegno va alla costituzione dei "Caschi Bianchi" internazionali, alla diplomazia popolare e alla polizia internazionale (che si differenzia dall'esercito per scopi ed etica). Luciano Capitini ritiene che il Movimento debba aggiornare i temi su cui concentra la sua azione in funzione delle trasformazioni della realta' sociale. Fermo restando il tema dell'antimilitarismo, il nuovo settore in cui oggi e' necessario agire e' il campo economico, che e' diventato il nuovo strumento dell'oppressione organizzata, e del vivere sociale. La Francia offre alcuni esempi di intervento: la nuova attenzione che dimostra per la cooperazione sociale e l'apertura delle istituzioni al singolo, sono strumenti utili allo scopo di ricreare una democrazia piu' vera e profonda anche in Italia (43). Gloria Gazzeri richiama l'attenzione sulla guerra della Nato contro la Serbia, per evitare che venga dimenticato il peso che hanno avuto gli interessi politici e strategici americani e la falsita' della "guerra giusta". L'ormai evidente affermazione a livello mondiale di una potenza unica, quella degli Usa, apre una nuova prospettiva per la nonviolenza: "una qualsiasi forma di opposizione deve, d'ora in poi, usare i principi e i metodi della nonviolenza - non resistenza piu' integrale, essendo lo scontro armato e perfino quello politico improponibile. Il livello di confronto non potra' essere che culturale, morale, nelle costruzioni di pensiero, nella proposta di valori, oltre a porsi seriamente il problema della rete di comunicazione di tali contenuti" (44). Per Davide Melodia esiste un diverso grado di progresso tra sviluppo dei diritti umani e pacifismo a livello culturale e loro traduzione in pratica. Bisogna guardare a piccoli gruppi con scarsa visibilita' per vederli applicati in azione sociale. Questo e' causato da molti fattori: la tensione all'affermazione della societa' contemporanea, la difficolta' di integrazione dei gruppi pacifisti nonviolenti, il silenzio dei mass media che non giudicano interessanti tali temi. Si scorge pero' una speranza nell'emergente fenomeno del volontariato, che, sorto spontaneamente e quasi in assenza di preparazione, e' capace di sostituire governi e istituzioni in funzioni sociali essenziali. Il volontariato, se adeguatamente organizzato, possibilmente attraverso il Servizio civile volontario, potrebbe dare nuovo sostegno ai movimenti pacifisti e nonviolenti che sono carenti dal punto di vista delle azioni concrete (45). Paolo Predieri presenta un piano d'azione ripartito su tre livelli: internazionale, nazionale e locale. Ognuno di essi comprende diverse iniziative tra cui spicca la proposta di una nuova Marcia che veda la partecipazione di tutta l'area nonviolenta e che possa produrre proficue collaborazioni. E' inoltre necessario superare finalmente le incomprensioni interne, per assicurare un confronto sereno sui nuovi e vecchi progetti (Campagna di obiezione alle spese militari, Caschi Bianchi, Berretti Bianchi). Tutto cio' al fine di riconfermare, anche nel prossimo congresso, la creazione da parte delle attuali condizioni storiche di un nuovo spazio per il Movimento Nonviolento (46). L'ultimo contributo, prima del congresso, e' quello di Edoardo Mariatti, che si rivolge ai responsabili della rivista "Azione nonviolenta" per esortarli a riservare un po' di spazio anche ad argomenti piu' leggeri e di piu' facile portata per il lettore. Infine, consiglia di dedicare una certa attenzione ai giovani delle scuole superiori organizzando per loro delle campagne informative sull'obiezione di coscienza (47). Conclusa la fase preparatoria, si individuano i nodi principali su cui concentrare l'attenzione durante il congresso: il nuovo sistema di difesa, le applicazioni dell'antimilitarismo, la riflessione su un'economia nonviolenta, diritti umani e pacifismo. Ad essi si aggiungono proposte particolari come la valorizzazione del Servizio civile volontario e il rinnovamento della rivista "Azione nonviolenta". La vicinanza del nuovo secolo impone, inoltre, serie riflessioni sulla situazione contemporanea non solo dal punto di vista generale ma anche nell'ambito specificamente nonviolento. La nonviolenza e' chiamata ad elaborare una chiara e immediata risposta di fronte alla nuova politica americana della guerra giustificata da motivi umanitari, che la rende accettabile di fronte all'opinione pubblica e permette la difesa spregiudicata degli interessi economici e strategici. Essa e' la conseguenza diretta di un sistema mondiale che si basa sul mercato e vede nell'apparato militare, sempre piu' tecnologico, il suo difensore. Tutti i Paesi risentono della situazione, perche' mette in discussione i rapporti internazionali e causa aspri conflitti interni. Tale contesto generale deve costituire la base di un approfondito confronto da parte dell'assemblea del Movimento e stimolare nuove iniziative. Il XIX Congresso del Movimento Nonviolento si svolge a Pisa tra il 29 ottobre e il primo novembre e si distingue subito dai precedenti anche dal punto di vista dell'organizzazione dei lavori: viene adottato il sistema delle commissioni tematiche, che prevede la suddivisione dei parecipanti in piccoli gruppi, che discutono separatamente su un argomento specifico ed elaborano una proposta. Al termine delle riunioni ogni commissione presenta al Congresso in assemblea plenaria una mozione conclusiva che viene votata e contribuisce alla formazione degli impegni del Movimento per gli anni a seguire. La prima commissione e' dedicata a "Apparati militari e modelli di difesa a dieci anni dalla caduta del muro di Berlino". La mozione afferma che dal 1989 il movimento pacifista non ha assunto un ruolo politico specifico, perche' con la caduta dei due blocchi il problema della pace sembrava essere venuto meno. Per questo e' il momento di formare un nuovo attore politico che porti avanti l'istanza della difesa popolare nonviolenta. Essa ha bisogno di finanziamenti per organizzare l'azione che si deve esplicare prima, con la prevenzione, durante, con gli interventi dei Caschi Bianchi, e dopo i conflitti con la riconciliazione. Anche la commissione "Alternative alla guerra per la soluzione dei conflitti: esperienze e proposte" sostiene l'istituzione di corpi di pace che favoriscano il dialogo tra due parti in conflitto e si adoperino per il raggiungimento di una convivenza pacifica con strumenti nonviolenti. Inoltre, sottolinea l'importanza di un'offensiva culturale verso l'opinione pubblica, i media e le istituzioni, e la necessita' di affrontare le nuove forme dei conflitti internazionali (guerre commerciali) con strumenti adatti (per esempio i boicottaggi alle multinazionali). La commissione "Economia ecologica e di giustizia" riprende le riflessioni fatte nei due seminari su "Economia e nonviolenza". L'azione futura del Movimento in questo campo viene divisa in tre livelli. La continuazione della promozione di uno stile di vita sobrio per l'individuo si deve accompagnare allo sviluppo del collegamento delle comunita' locali che operano per la riconversione economica ed energetica e alla adesione a livello nazionale alla "Rete di Lilliput" (48). Sul tema "Cultura ed educazione nonviolenta" emerge l'opportunita' di promuovere la diffusione di una cultura di pace nelle scuole attraverso il coinvolgimento dei provveditorati e del Ministero, l'organizzazione di corsi per alunni e docenti, la pubblicazione di un manualetto sul tema e altro materiale. Per quanto riguarda "Riviste, pubblicazioni e reti telematiche", oltre ai miglioramenti grafici e di impaginazione della rivista "Azione nonviolenta", che continua comunque il suo successo, altre iniziative vedono la luce: la campagna di incremento degli abbonamenti "lascia o raddoppia", l'uscita del cd-rom su Capitini, l'interesse verso i siti web piu' significativi del settore. Molto successo risultano riscuotere anche le Case per la pace grazie anche alla collaborazione degli enti pubblici, e per questo si auspica un coordinamento nazionale e occasioni periodiche di confronto con tutte le associazioni affini. Un altro progetto fondamentale viene sancito dalla commissione "Marcia specifica della nonviolenza 2000" in occasione dell'anno della cultura di pace. Essa potra' costituire una forte base per la collaborazione tra tutti i movimenti dell'area, anche in vista della costituzione di una "Federazione italiana dei nonviolenti organizzati". La commissione "Lotta alternativa alle spese militari", di fronte alla crescente richiesta dei giovani di svolgere il servizio civile, si impegna per l'applicazione della legge di riforma del servizio civile (L. 230/98) e per la possibilita' di svolgere il servizio civile nel campo della difesa nonviolenta. Conferma la sua partecipazione nella formazione degli obiettori di coscienza e nella lotta per l'opzione fiscale (diritto di opzione alle spese militari). Sancisce, infine, la conclusione della Campagna di obiezione alle spese militari avviata nel 1982. Tra le mozioni particolari si ricorda la richiesta dell'avvio delle procedure di cancellazione del Partito Radicale dall'elenco delle associazioni aderenti al Movimento, l'istituzione di un "gruppo giovani" nel Movimento Nonviolento, attuata anche attraverso la promozione in universita', biblioteche ecc., la partecipazione a incontri e manifestazioni, volantinaggi. Risultano cosi' le nuove direttrici di azione del Movimento per il nuovo secolo, che presta maggiore attenzione ai giovani e all'azione concreta a livello internazionale. * 5. Marcia Perugia-Assisi "Mai piu' eserciti e guerre", 24 settembre 2000 La Marcia Perugia-Assisi e' un appuntamento molto significativo per la storia recente del Movimento Nonviolento. Su proposta di Pietro Pinna, il giorno prescelto per il suo svolgimento e' il 24 settembre, data in cui si effettuo' la prima marcia Perugia-Assisi, organizzata da Aldo Capitini nel 1961, che riuni' il primo nucleo del movimento. Questa edizione assume per questo motivo una fortissima valenza simbolica e di testimonianza. Essa inoltre offre l'occasione per confermare la scelta nonviolenta di opposizione integrale a tutti gli eserciti e a tutte le guerre, che viene sentita da molti come indispensabile, specialmente di fronte alle diverse posizioni di pacifismo relativo dimostrate all'avvicinarsi della guerra del Golfo. L'iniziativa ha un notevole successo per il movimento: anche se non viene riscontrata una partecipazione di massa, aderiscono 120 associazioni tra cui Loc, Donne in Nero, e molti volti storici del pacifismo italiano. La semplicita' dell'organizzazione e la convinzione dei presenti rafforzano il messaggio antimilitarista, tanto piu' in assenza di personaggi illustri di forte richiamo mediatico. La marcia si rivolgeva alle persone comuni, richiedendo un impegno tangibile e immediato, e ad essa hanno risposto in migliaia, in particolare i giovani. Anche i media, che solitamente si disinteressano alle iniziative del Movimento, sorprendentemente prestano attenzione all'evento contribuendo a darne finalmente maggiore visibilita' presso l'opinione pubblica: danno notizia della marcia Panorama, Manifesto, Liberazione, Avvenire, Famiglia Cristiana, Rai3 e vari giornali locali. In questa occasione padre Alex Zanotelli ribadisce la necessita' di riunire tutte le forze pacifiste contro l'iniquo sistema capitalistico, richiamando associazioni, gruppi e individui ad agire collettivamente attraverso un movimento dal basso. Tale richiamo della Rete di Lilliput, ispira l'impegno del Movimento a costituire una Federazione dei nonviolenti: "Nelle parole conclusive di Zanotelli, nella sua pressante richiesta, abbiamo sentito tutti la necessita' e l'urgenza di costruire l'unita' di quanti si ispirano alla nonviolenza. Si tratta di mettere a disposizione, per un lavoro comune, in modo coordinato, non sporadico, senza pretese egemoniche ed esclusiviste, capacita', risorse, vocazioni, esperienze, relazioni nazionali ed internazionali" (49). Il progetto della rete di Lilliput in questi mesi prende forza anche grazie all'apporto del Movimento Nonviolento, che dopo aver partecipato attivamente alla sua fondazione, in questa occasione offre il suo sostegno alla Rete e mostra la condivisione piena del suo programma, che prevede come principio discriminante l'accettazione del metodo nonviolento. A partire da questa data viene avviata una stretta collaborazione che si esplica nel settore della formazione alla nonviolenza e dell'azione pratica. * Note 36. A. Dogliotti Marasso, Movimento Nonviolento verso il congresso, in "Azione Nonviolenta", anno XXXIII, settembre 1996, pp. 5-6. 37. G. Gazzeri, Dobbiamo rifondare il nostro movimento, in "Azione Nonviolenta", anno XXXIII, settembre 1996, p. 8. 38. P. Predieri, Tra tante difficolta' vogliamo valorizzare le persone e gli strumenti per le scelte future, in "Azione Nonviolenta", anno XXXIII, novembre 1996, p. 8. 39. S. Canestrini, E adesso di nuovo al lavoro..., in "Azione Nonviolenta", anno XXXIV, gennaio-febbraio 1997, p. 19. 40. Atti del XVIII Congresso del Movimento Nonviolento, 4-6 gennaio 1997, Fano. 41. A. Dogliotti Marasso, Le trasformazioni dei sistemi di difesa, in "Azione Nonviolenta", anno XXXVI, gennaio-febbraio 1999, pp. 6-7. 42. E. Peyretti, No al mestiere di uccidere: ne' gratis ne' pagato, in "Azione Nonviolenta", anno XXXVI, marzo 1999, p. 14. 43. L. Capitini, La nonviolenza e' relazione: l'arte della convivenza, in "Azione Nonviolenta", anno XXXVI, marzo 1999, p. 15. 44. G. Gazzeri, Una nonviolenza in movimento, in "Azione Nonviolenta", anno XXXVI, settembre 1999, p. 9. 45. D. Melodia, Per il Movimento Nonviolento del Duemila. Volontariato e Servizio Civile, in "Azione Nonviolenta", anno XXXVI, ottobre 1999, p. 5. 46. P. Predieri, Per il Movimento Nonviolento del Duemila. I nostri impegni dal quartiere all'Onu, in "Azione Nonviolenta", anno XXXVI, ottobre 1999, pp. 5-6. 47. E. Mariatti, Nonviolenza in movimento. Una rivista non solo per "iniziati", in "Azione nonviolenta", anno XXXVI, ottobre 1999, p. 7. 48. La Rete di Lilliput, nata su stimolo di padre Alex Zanotelli, vuole stabilire "un patto tra campagne, associazioni ed arcipelaghi dei gruppi locali per una strategia lillipuziana" di lotta dal basso contro il gigante economico ("Azione Nonviolenta", anno XXXVI, novembre 1999, p. 21). 49. Dalla Lettera del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione ai 120 gruppi, movimenti, associazioni aderenti alla marcia nonviolenta Perugia-Assisi del 24 settembre 2000 "Mai piu' eserciti e guerre", in "Azione Nonviolenta", anno XXXVII, n. 12, dicembre 2000, p. 10. (Parte terza - segue) 4. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 5. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 238 del 10 ottobre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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