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Coi piedi per terra. 28
- Subject: Coi piedi per terra. 28
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 22 Sep 2007 13:09:20 +0200
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 28 del 22 settembre 2007 In questo numero: 1. Si e' svolto il convegno sul tema "Un mega-aeroporto a Viterbo? No, grazie" 2. Giovanni Scotto: Perche' il terzo aeroporto nel Lazio e' inutile (oltre a essere dannoso) 3. Tiziano Tissino: Un caloroso augurio 4. Una lettera al Ministro dei Trasporti dell'8 settembre 2007 5. Peppe Sini: Montalto, Vicenza, Viterbo 6. Peppe Sini: Breve ma energica difesa del mio giardino, con una parola forte in clausola 7. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. INIZIATIVE. SI E' SVOLTO IL CONVEGNO SUL TEMA "UN MEGA-AEROPORTO A VITERBO? NO, GRAZIE" Si e' svolto venerdi' 21 settembre a Viterbo, presso la sala conferenze della Provincia, a Palazzo Gentili, il convegno di studi promosso dal comitato che si oppone all'aeroporto e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. Un'ampia, attenta, qualificata partecipazione dei cittadini; una elevata qualita' dei contenuti; la messa a disposizione di una mole cospicua di dati, documenti, analisi: sono gli elementi che hanno caratterizzato l'incontro di studio, che per unanime riconoscimento ha costituito la prima vera occasione pubblica di informazione adeguata sulla questione, una informazione che fin qui altri soggetti (ed in primo luogo le istituzioni locali) non avevano inteso dare, privando quindi fin qui la popolazione di fondamentali elementi di conoscenza e di valutazione, e conseguentemente privandola della possibilita' di un'autentica partecipazione al processo decisionale su una questione di tale rilevanza (e per questo il convegno e' stato anche un rilevante momento di coscientizzazione e di democrazia, dopo e contro tanta propaganda reticente e ingannevole). * Il convegno e' stato aperto dalla dottoressa Antonella Litta, portavoce del comitato, che ha brevemente presentato l'iniziativa e i prestigiosi partecipanti, e ricordato il cammino percorso dal comitato. E' seguito l'ampio intervento introduttivo del professor Alessandro Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino ed autorevole rappresentante del comitato, che con dovizia e precisione di dati scientifici ha ricostruito dettagliatamente le ragioni dell'opposizione al mega-aeroporto e le proposte alternative del comitato. Si sono quindi susseguite le tre relazioni. La prima relazione e' stata quella del magistrato Ferdinando Imposimato, una delle personalita' piu' illustri delle istituzioni italiane: il presidente Imposimato ha approfondito il versante politico-affaristico-criminale delle "grandi opere" che aggrediscono e violano l'ambiente, la salute dei cittadini, la legalita' e la democrazia; offrendo anche una puntuale disamina della legislazione di contrasto e un'approfondita ricostruzione sia del contesto globale che di quello locale in cui si colloca l'impegno del comitato, comitato al quale l'illustre personalita' istituzionale e' stato tra i primi ad aderire. La seconda relazione, del dottor Mauro Mocci, medico, esperto di patologie derivanti da inquinamento, profondo conoscitore della situazione ambientale e sanitaria altolaziale, ha illustrato con inconfutabile evidenza la gravita' dell'inquinamento ambientale e delle conseguenti patologie per l'organismo umano esito di opere come il mega-aeroporto, soprattutto in un'area gia' gravata dalle nocivissime conseguenze del polo energetico Civitavecchia-Montalto. La terza relazione, della dottoressa Marinella Correggia, saggista, autrice di molti libri, esperta di temi ambientali, ha preso le mosse dalla testimonianza giornalistica di un intervento di un cittadino di Soriano nel Cimino che gia' nel 2000 denunciava come un ipotetico aeroporto a Viterbo avrebbe avuto conseguenze gravissime per ambiente e salute. Marinella Correggia ha poi esaminato dettagliatamente le problematiche ambientali, economiche, sociali, legate al trasporto aereo. E' quindi intervenuto l'assessore provinciale ai servizi sociali e alla pace Giuseppe Picchiarelli, che ha portato la sua personale solidarieta' al comitato e all'impegno sia contro il mega-aeroporto, sia per la riduzione del trasporto aereo. E' poi intervenuto Antonio Conte, vicepresidente di Megachip (l'importante associazione nazionale per la democrazia nell'informazione), anche in rappresentanza dell'europarlamentare Giulietto Chiesa di cui e' stretto collaboratore. Conte ha aggiunto importanti riflessioni e confronti con altre vicende ed esperienze, offrendo anche uno specifico contributo di analisi sui temi dell'informazione in relazione alla vicenda del terzo polo aeroportuale del Lazio. Ha poi preso la parola Marzia Marzoglia, del comitato "no coke" dell'Alto Lazio che ha evidenziato il legame tra l'esperienza in cui e' direttamente impegnata e questa del comitato che si oppone all'aeroporto, argomentando le forti ragioni della piena reciproca solidarieta' e collaborazione. E' quindi intervenuto, concludendo il convegno, il professor Mauro Sarnari, tra i promotori del comitato che si oppone all'aeroporto, che ha declamato un suo componimento in versi riassuntivo delle ragioni della lotta del comitato ed esortativo alla presa di coscienza e all'impegno popolare per impedire la realizzazione di un'opera devastante per la salute e i diritti dei cittadini. * Il convegno e'stato presieduto dalla dottoressa Antonella Litta, portavoce del comitato. Naturalmente costantemente presente - e autentico punto di riferimento e prestigioso garante con la sua autorevolezza morale - il professor Osvaldo Ercoli. I lavori sono stati moderati da Peppe Sini, tra i promotori del comitato, che tra un intervento e l'altro ha anche dato via via notizia delle adesioni ricevute (tra cui quelle di illustri scienziati, cattedratici universitari, intellettuali di immenso prestigio) e informato sulle prossime iniziative in programma: tra esse, in ottobre, un secondo convegno con la partecipazione dell'europarlamentare Giulietto Chiesa, docenti universitari, altri esperti ancora. Il convegno ha avuto poi un seguito conviviale nella festa di compleanno per Alfio Pannega (che nel corso del convegno e' stato lungamente applaudito), festa che si e' successivamente svolta presso il Centro sociale autogestito "Valle Faul": Alfio Pannega, l'ultima delle grandi figure storiche della cultura popolare di Viterbo, insieme a tutti gli amici del centro sociale, e' infatti tra i fondatori del comitato che si oppone all'aeroporto e lotta in difesa dell'ambiente, della salute dei cittadini, dei beni storici, culturali, economici e sociali di Viterbo, per la tutela della biosfera, per i diritti umani di tutti gli esseri umani. 2. EDITORIALE. GIOVANNI SCOTTO: PERCHE' IL TERZO AEROPORTO NEL LAZIO E' INUTILE (OLTRE A ESSERE DANNOSO) [Ringraziamo Giovanni Scotto (per contatti: giovanni_scotto at yahoo.de) per questo intervento. Giovanni Scotto e' uno dei piu' importanti studiosi italiani nell'ambito della peace research, studioso e amico della nonviolenza; gia' ricercatore presso il "Berghof Research Center for Constructive Conflict Management" di Berlino, collaboratore dell'"Institute for Peace Work and Nonviolent Settlement of Conflicts" di Wahlenau, e' docente all'Universita' di Firenze e presidente del "Centro studi difesa civile" di Roma. Tra le opere di Giovanni Scotto: con Emanuele Arielli, I conflitti, Bruno Mondadori, Milano 1998 (seconda edizione notevolmente ampliata: Conflitti e mediazione, Bruno Mondadori, Milano 2003); sempre con Emanuele Arielli, La guerra del Kosovo, Editori Riuniti, Roma 1999] Possiamo immaginare il nostro sistema economico come un canale attraverso il quale scorrono risorse, dai giacimenti di materie prime e dagli ecosistemi, che in uscita poi diventano rifiuti i quali a loro volta si depositano nello spazio fisico. Tra i "giacimenti" e le "discariche" abbiamo costruito i nostri sistemi socioeconomici. Da circa un secolo a questa parte disponiamo di una fonte di energia a buon mercato e dalle carartteristiche fisiche ineguagliabili in termini di densita' energetica, praticita' d'uso e versatilita' di impiego: stiamo parlando naturalmente del petrolio. Tra i tanti usi per i quali non esiste ad oggi - e non esistera' nel futuro prevedibile - un sostituto adeguato ai derivati del petrolio c'e' l'aviazione. I motori degli aerei - civili e militari - ne hanno bisogno. Il trasporto aereo e' particolarmente energivoro e inquinante. Ora , il fatto e' che il petrolio e' una materia prima non infinita, creato grazie a processi geologici della durata di milioni di anni. I prodotti usati come combustibili, ovvero bruciati, non possono ovviamente essere riciclati. Ogni barile di petrolio estratto e' un prodotto della natura che, una volta consumato, non c'e' piu'. Siamo cresciuti con questa consapevolezza, dopo gli shock petroliferi degli anni Settanta. Purtroppo non abbiamo tratto le giuste conclusioni da quell'episodio storico. Per consuetudine, immaginiamo che il petrolio a disposizione sia in un grande serbatoio, la cui dimensione aumenta a mano a mano che vengono scoperti nuovi giacimenti. L'industria petrolifera e' come un gigantesco rubinetto, che a seconda delle condizioni di mercato, aumenta o diminuisce il flusso del greggio accordandosi alle necessita' di chi consuma. Ci viene detto che le riserve attuali stimate dureranno ancora per decenni. Del resto, ricordiamo che negli anni Settanta si diceva che il petrolio sarebbe durato ancora per un ventennio, eppure eccoci qui a consumarne come al solito, anzi sempre di piu'. Le cose tuttavia non stanno cosi. * I compiti legati all'estrazione possono piuttosto essere descritti con una similitudine apparentemente banale. Immaginate un signore in coda al supermercato che rovesci all'improvviso il borsellino pieno di monete, facendole cadere per terra. Si chinera' a raccoglierle, magari di fretta e un po' vergognoso per l'accaduto. Naturalmente, prendera' prima le monete di maggior valore e a portata di mano. Solo dopo aver raccolto tutte le monete intorno a lui fara' qualche passo per recuperare le altre, e senz'altro stara' attento a prendere i pezzi da due euro, semmai lasciando a terra le monetine di rame da uno e due centesimi. A mano a mano che passa il tempo, recuperera' una quantita' sempre minore di denaro e a prezzo di sforzi sempre piu' alti. Lo stesso accade piu' o meno nell'industria petrolifera. Negli anni Cinquanta il geologo statunitense Marion King Hubbert propose un modello di produzione ed esaurimento del petrolio che seguiva un andamento a campana: all'inizio si estrae petrolio a basso costo, e la curva tendera' a inclinarsi fortemente verso l'alto. un po' come il nostro sfortunato amico costretto a raccattare le monete, che intasca per prima cosa i pezzi da uno e due euro. A un certo punto, la quantita' fisica di petrolio estraibile in un dato lasso di tempo non puo' piu' aumentare, e dopo un periodo piu' o meno breve di stabilita' (il cosiddetto plateau) declinera' inesorabilmente. Grosso modo, il picco di produzione si presenta quando e' stata estratta circa la meta' del petrolio presente in un giacimento. Nella fase successiva al picco verranno messi in produzione giacimenti sempre meno produttivi e il cui sfruttamento e' sempre piu' costoso. Il declino continuera' sempre piu' accentuato, fino all'esaurimento completo. Orbene, il momento decisivo, in questo scenario, non e' l'esaurimento definitivo della risorsa, che certo avverra' in un lontano futuro, ma il momento del picco. Poiche' siamo in un sistema economico globale orientato verso la crescita fisica costante e senza limiti, la domanda di energia tende continuamente a salire: di piu' nei paesi che iniziano una fase di industrializzazione intensa (come e' oggi il caso per l'India e la Cina), di meno - ma pur sempre in maniera rilevante - nei paesi industriali "maturi". Il risultato e' che la domanda di combustibili, e segnatamente di petrolio, aumenta costantemente, e cosi' la produzione, almeno finche' non si arriva al picco: da quel momento in poi non e' piu' l'offerta a doversi adeguare, ma proprio la domanda. In altre parole, prezzi sempre piu' alti e lotte per il controllo della risorsa produrranno una situazione di scarsita' generalizzata. Le prime vittime nel sistema economico saranno pertanto le attivita' a maggiore contenuto energetico. Ci aspetta un futuro con sempre meno petrolio: e quindi meno energia, meno chilometri in auto, meno merci - e certamente meno voli. Il modello presentato da Hubbert cinquant'anni fa si e' dimostrato molto robusto e ha permesso allo stesso Hubbert di prevedere con una certa accuratezza il picco della produzione petrolifera degli Usa, da lui previsto per il 1970. Ed in effetti e' dal 1971 che la produzione statunitense continua a diminuire, ne' la scoperta di ingenti giacimenti di petrolio in Alaska ha cambiato radicalmente la situazione. Se la produzione di petrolio segue grosso modo un andamento "a campana", assumono grande importanza due domande: quando arrivera' il picco della produzione globale, e per quanto tempo tale picco sara' sostenibile, in altre parole, quanto a lungo durera' la fase di plateau prima dell'inevitabile declino. E' difficile dare una risposta alla prima domanda. Le stime vanno dal 2005 al 2020. Si tratta comunque di un periodo che saremo probabilmente noi, e senza alcun dubbio i nostri i figli a vivere. Molti eventi segnalano che il sistema petrolifero e' sempre meno in grado di aumentare la produzione: quasi certamente, il picco produttivo delle varieta' piu' pregiate di petrolio - quelle "leggere", a basso tenore di zolfo - e' gia' passato. L'Arabia Saudita, il piu' grande produttore di petrolio al mondo, trae il suo greggio da pochissimi giacimenti "supergiganti" ormai sfruttati da decenni, e che potrebbero essere vicini al declino. Una dinamica simile si presenta per la produzione di gas naturale, e di carbone. In quest'ultimo caso le risorse presenti nel mondo sono maggiori, ma i segnali di pressione si moltiplicano: negli ultimi mesi ad esempio la Cina e' diventata importatore netto di carbone. Senza contare che bruciare carbone libera una percentuale molto maggiore di anidride carbonica, a parita' di energia prodotta, rispetto agli altri combusitbili fossili. Possiamo sperare che grazie agli investimenti delle aziende petrolifere e allo sviluppo di nuove tecnologie il sistema produttivo sara' in grado di mantenere per un tempo piuttosto lungo il massimo di produzione raggiunto, permettendo all'economia mondiale di andare avanti per un po' come se nulla fosse. Se la fase di "plateau" si prolungasse per molto tempo, aumenterebbe pero' la probabilita' di un calo brusco di produzione alla fine del periodo. Forse ci conviene che il declino sia piu' lento. Se le cose dal punto di vista dell'offerta globale di petrolio non sono rosee, anche dal lato della domanda sono in corso importanti cambiamenti. tutti abbiamo sentito parlare dell'ascesa economica della Cina e dell'India, e della sempre piu' acuta sete di risorse energetiche. Meno noto e' il fatto che i maggiori produttori di petrolio (e di altri combustibili fossili) consumano sempre piu' energia per sostenere la propria crescita economica: e' il caso di quasi tutti i paesi dell'Opec, e soprattutto della Russia. Cio' significa che, oltre che per una diminuzione fisica, la quantita' di petrolio disponibile sul mercato mondiale tendera' a diminuire anche perche' i paesi produttori decideranno di tenere per se' una fetta sempre piu' alta del greggio che producono. * Questo e' l'orizzonte degli eventi in campo energetico. Dopo anni di sostanziale disinteresse se ne stanno cominciando ad occupare anche gli organi di informazione italiani (si veda Maurizio Ricci, Il giorno in cui finira' il petrolio, "La Repubblica" del 20 settembre 2007 - da notare il titolo fuorviante, come spesso accade nella nostra stampa). Poiche' l'Italia importa la maggior parte dele risorse energetiche di cui ha bisogno, il tema dovrebbe essere in cima all'agenda dei governi di ogni tendenza. Purtroppo, cosi ancora non e'. * Dagli eventi planetari possiamo ora spostare la nostra attenzione sulla piccola Viterbo. Quale padre di famiglia deciderebbe di investire i risparmi per costruire una casa su un terreno franoso? Che importanza ha se la casa c rollera' dieci o trent'anni dopo essere costruita? Semplicemente, e' una decisione da non prendere. O per usare un linguaggio piu' diretto: e' una scelta stupida. Nel caso del terzo aeroporto del Lazio: poniamo che venga realizzato in cinque anni, e che nel giro di altri due anni inizi ad attrarre traffico in modo piu' consistente. Saremmo nel 2014. Altri pochi anni di attivita', ed entreremo con ragionevole certezza nella fase di picco di produzione mondiale del petrolio (a meno che questo non avvenga molto prima). Risultato prevedibile: aumento esponenziale dei prezzi dell'energia e del trasporto aereo; frenata o contrazione delle economie mondiali, meno viaggi internazionali e turismo, fine dell'era dei voli "low cost". Dieci, al massimo quindici anni, e la casa sara' crollata. In fondo non ha importanza se il picco arrivera' un anno piu' tardi, o l'aeroporto sara' operativo qualche mese prima. I danni derivanti dal traffico quotidiano saranno quindi tutto sommato limitati. Le perdite dovute all'investimento, e le ferite al territorio inferte dall'aeroporto e dalle "grandi opere" ad esso collegate, quelle invece rimarranno. E' per questo che - come in Val di Susa, come a Vicenza - chi a Viterbo si oppone all'aeroporto non mette le proprie ragioni prima dell'interesse della collettivita'. All'opposto, sono proprio i coraggiosi e nonviolenti oppositori a questi progetti di sviluppo e militarismo cieco a interpretare nel modo piu' autentico le esigenze profonde di noi tutti, dei nostri figli, dell'ambiente intorno a noi senza cui nulla saremmo. * Nota Per ragioni di brevita', abbiamo scelto di non corredare questo scritto di note e riferimenti alla letteratura specialistica. Rimandiamo gli interessati al materiale raccolto sul sito www.theoildrum.com 3. SOLIDARIETA'. TIZIANO TISSINO: UN CALOROSO AUGURIO [Ringraziamo Tiziano Tissino (per contatti: t.tissino at itaca.coopsoc.it) per questa dichiarazione di solidarieta' che estraiamo da una piu' ampia lettera personale. Tiziano Tissino e' impegnato nel movimento nonviolento dei "Beati i costruttori di pace" ed in numerose altre esperienze ed iniziative nonviolente; e' tra i promotori dell'azione legale contro la presenza delle bombe atomiche americane ad Aviano e del Comitato "Via le bombe" (sito: www.vialebombe.org)] Ho letto il materiale che avete prodotto e lo trovo completamente condivisibile. Vi mando questa mia dichiarazione di solidarieta' e un caloroso augurio di riuscita per la vostra lotta. 4. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA AL MINISTRO DEI TRASPORTI DELL'8 SETTEMBRE 2007 [Riproponiamo la seguente lettera dell'8 settembre 2007 inviata al Ministro dei Trasporti dalla portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, e dal responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo] Egregio Ministro, le scriviamo come cittadini residenti nel viterbese e come rappresentanti di movimenti e strutture che si impegnano in difesa dell'ambiente, della qualita' della vita, della civile convivenza, della legalita', dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Siamo molto preoccupati della prospettiva che a Viterbo si realizzi un aeroporto per voli low cost come terzo polo aeroportuale laziale e ci sembra necessario informarla che l'eventuale realizzazione di questa grande opera avrebbe conseguenze disastrose. Ma procediamo per ordine. * 1. Ridurre e non incrementare il trasporto aereo Da tempo si sente parlare del progetto di incrementare anziche' ridurre il trasporto aereo e le basi aeroportuali ad esso intese nel territorio laziale. Crediamo che sia un grave errore: il trasporto aereo deve essere ridotto e non aumentato: - deve essere ridotto perche' contribuisce notevolmente al surriscaldamento del clima, la piu' grave emergenza ambientale planetaria che occorre fronteggiare con urgenti ed energici provvedimenti; - deve essere ridotto perche' fortemente inquinante e dannoso per la salute, sia per l'inquinamento provocato dalle emissioni nocive, sia per l'inquinamento acustico delle aree nelle vicinanze degli aeroporti; - deve essere ridotto perche' insostenibilmente energivoro, incomparabilmente piu' di altre forme di mobilita'; - deve essere ridotto perche' antieconomico, ed assai costoso per il pubblico erario che lo sostiene fortemente sia con finanziamenti diretti sia concedendo alle compagnie aeree agevolazioni e fin esenzioni fiscali semplicemente scandalose. Ricapitolando: deve essere ridotto perche' e' necessario limitare i danni che provoca alla biosfera, agli ecosistemi locali, alle persone, all'economia e alle finanze dello stato. * 2. Un disastro ecologico, sanitario ed economico a Viterbo La proposta di realizzare a Viterbo un aeroporto per voli low cost per il turismo "mordi e fuggi" per Roma e' semplicemente insensata: - perche' anche se si realizzasse a Viterbo l'infrastruttura a tal fine, poi da Viterbo per Roma sarebbe necessario un viaggio in treno di due ore - dato che una classe politica ed amministrativa a dir poco evidentemente inadeguata si e' nel corso degli anni disinteressata della rete ferroviaria, col risultato che la linea Civitavecchia-Capranica-Orte e' chiusa, e tanto quella Viterbo-Orte quanto quella Viterbo-Capranica-Roma hanno tempi di percorrenza biblici; - perche' devasterebbe col suo impatto un'area di grande pregio ambientale, storico, culturale, sociale ed economico: l'area delle terme e del Bulicame che costituisce per Viterbo un irrinunciabile elemento di identita' storico-culturale e un fondamentale bene ambientale e socio-economico; - perche' colpirebbe interi popolosi quartieri della citta' con un inquinamento acustico gravissimo tale da rendere invivibile la quotidianita' di decine di migliaia di residenti; - perche' danneggerebbe irreversibilmente i beni culturali e ambientali e le vocazioni produttive del viterbese e la qualita' della vita di molti cittadini che vi abitano; - perche' provocherebbe un ulteriore aggravamento dell'aggressione al territorio altolaziale da parte di un devastante modello di sviluppo fondato sulle servitu' e la speculazione: l'alto Lazio ha gia' subito e subisce le nocive, pesanti conseguenze di servitu' energetiche e militari, di grandi opere insensate, di speculazioni edilizie dissennate, di discariche illegali, della penetrazione dei poteri criminali a questi "affari" connessa. * 3. Per Viterbo Viterbo ha bisogno di ben altro: - ha bisogno di un deciso potenziamento delle ferrovie per i pendolari e per il commercio: affinche' sia finalmente garantito un adeguato collegamento tra Viterbo e Civitavecchia, Viterbo e Orte, Viterbo e Roma; - ha bisogno della difesa e valorizzazione dei beni ambientali e culturali; - ha bisogno di sostegno alle sue reali vocazioni produttive: l'agricoltura di qualita', il turismo di qualita', il termalismo sociale, l'alta formazione e la ricerca in campo agrario, forestale, ambientale, archeologico, storico e artistico. * 4. Ma anche per Frosinone e per Latina Ma non sono accettabili neanche le ipotesi di realizzare a Frosinone o a Latina il cosiddetto "terzo polo aeroportuale del Lazio" per il turismo low cost "mordi e fuggi" diretto a Roma. In ambedue i siti indicati da proponenti avventati e' evidente infatti che sussistono rilevanti elementi ostativi che naturalmente non e' questa la sede per illustrare, sia pur riassuntivamente. * 5. Per Ciampino E' necessario e urgente dal nostro punto di vista ridurre il trasporto aereo, anche ed in primo luogo per rendere meno invivibile la situazione di gravissimo danno che tuttora subisce la popolazione di Ciampino e delle aree limitrofe: una situazione inammissibile, ampiamente documentata sotto ogni profilo; ed ai cittadini di Campino va naturalmente la nostra piena solidarieta', e il nostro pieno sostegno alle loro legittime richieste. * 6. Rinunciare al terzo polo aeroportuale laziale Si tratta quindi, a nostro parere, di rinunciare ad inseguire il sogno di una proliferazione di aeroporti; di rinunciare a incentivare un turismo "mordi e fuggi" consumista, antieducativo e dagli effetti distruttivi; e di promuovere invece una mobilita' adeguata, un turismo consapevole e responsabile, accessibile a tutti, coerente con le finalita' di apprezzare i beni culturali e ambientali e di fare esperienze umane significative. * 7. Tutelare i lavoratori Non solo: le segnaliamo anche che - come e' ampiamente documentato - le compagnie low cost sovente hanno condotte antisindacali, e che quindi deve essere preoccupazione dei pubblici poteri tutelare i diritti dei lavoratori e garantire l'osservanza delle leggi. La condotta antisindacale di talune compagnie low cost rivela anche come esse non promuovano occupazione stabile e qualificata, ma forme di precariato e di lavoro sottoposto a meccanismi di pressione ai limiti del ricatto. * 8. Rispettare la legge Le chiediamo di impedire che si realizzi un mega-aeroporto in assenza del pieno espletamento della Valutazione d'impatto ambientale cosi' come previsto dalla legislazione vigente. Non e' stata fin qui mai resa di pubblico dominio una progettualita' adeguata, complessiva, ostensibile, sulla quale potesse esercitarsi quella procedura che la normativa sulla Valutazione d'impatto ambientale esplicitamente prevede. Non vorremmo che in questa vicenda si procedesse a colpi di "fatti compiuti" o col classico squallido metodo di eludere un esame complessivo fingendo che si procede solo a parziali interventi che nell'insieme configurano una grande opera ma che singola realizzazione per singola realizzazione possono apparire come opere non rilevanti e quindi non rientranti nei vincoli legislativi che alle grandi opere sono posti. Le chiediamo di far rispettare le leggi a tutela dell'ambiente, dei beni culturali, della salute e dei diritti dei cittadini; le procedure amministrative e i vincoli urbanistici e territoriali; la normativa locale, nazionale ed europea. Le chiediamo di vigilare e di essere inflessibile nel far valere l'obbligo del pieno rispetto della legge e nel contrastare ogni eventuale illecito affarismo e ogni eventuale operazione speculativa che possa essersi data o essere in divenire. Le chiediamo altresi' una verifica sugli atti gia' compiuti dagli enti locali, sui finanziamenti eventualmente gia' stanziati, o anche erogati, o addirittura utilizzati per opere connesse alla realizzazione di un aeroporto per voli low cost per il quale a tutt'oggi manca finanche un'adeguata progettazione e un'adeguata verifica di compatibilita' con quanto dalle leggi disposto. * 9. Significative adesioni al nostro appello Le segnaliamo infine che all'appello promosso dal Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo sono gia' pervenute numerosissime dichiarazioni di attenzione, sostegno e adesione, tra cui quelle graditissime del magistrato Ferdinando Imposimato; di scienziati come Angelo Baracca, Virginio Bettini, Giorgio Cortellessa, Marcello Cini, Giorgio Nebbia; di altri cattedratici universitari come Rocco Altieri, Andrea Canevaro, Domenico Jervolino, Raffaele Mantegazza, Arnaldo Nesti, Luigi Piccioni, Giuliano Pontara, Elena Pulcini, Silvia Vegetti Finzi; di scrittrici e saggiste come Dacia Maraini e Lea Melandri; di intellettuali come Giancarla Codrignani, Enrico Peyretti, Bruno Segre, Renato Solmi; di personalita' della vita civile e dell'impegno sociale ed educativo come Marinella Correggia, Pasquale Iannamorelli, Daniele Lugli, Luigi Malabarba, Anna Puglisi, Umberto Santino, Mao Valpiana, e ancora di vari parlamentari europei, senatori e deputati al parlamento italiano, consiglieri regionali del Lazio. * 10. Una richiesta di incontro Siamo infine a chiederle un incontro per poterle meglio illustrare quanto succintamente descritto nella presente lettera. * Restiamo a sua disposizione per ogni ulteriore chiarimento e confidiamo nella possibilita' di incontrarla al piu' presto. Ringraziandola per l'attenzione, voglia gradire cordiali saluti ed auguri di buon lavoro, Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone all'aroporto di Viterbo Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 8 settembre 2007 5. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: MONTALTO, VICENZA, VITERBO [Riproponiamo il seguente intervento gia' pubblicato nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino"] Ero a Pian dei Cangani (il sito designato per la costruzione della centrale nucleare) nella campagna di Montalto di Castro nel giorno di quella "festa della primavera" nel 1977 che fu il primo grande incontro del nascente movimento antinucleare: il governo di allora nel Piano energetico nazionale prevedeve di costruire decine di centrali nucleari lungo la penisola assicurando che "il nucleare e' sicuro" (con tanto di patinatissime ricerche tecniche pretesamente indiscutibili) e che "senza il nucleare si torna alla candela" (con tanto di patinatissime dimostrazioni tecniche anch'esse pretesamente indiscutibili); ne iniziarono solo una e non fu mai una centrale nucleare funzionante: perche' subito li' inizio' la lotta in difesa dell'unica Terra che abbiamo, del diritto alla salute, del diritto alla sicurezza, del diritto delle generazioni future a un pianeta vivibile. Ero ancora davanti ai cancelli del cantiere della centrale nucleare dieci anni dopo, quando dopo la sciagura di Cernobyl indicemmo e vincemmo il referendum: e in quella che fu l'ultima delle grandi manifestazioni per ottenere il rispetto dell'esito del voto referendario ebbi la mia razione dell'ultima insensata carica dei ragazzini in divisa che - certo sedotti dal mio barbone all'epoca ancora non incanutito e mentre invano un vicequestore gridava loro di star fermi che ero un pubblico amministratore - mi fecero a brandelli la giacchetta mia bella e mi fecero altresi' omaggio di una comparsa sui telegiornali della sera mentre venivo, diciamo cosi', travolto. Ma il nucleare venne fermato, e la centrale - monumento all'idiozia che prepara disastri, allo sperpero dei soldi pubblici, alla corruzione che tutto devasta, alla criminalita' dei potentati - fu almeno riconvertita. Davanti ai cancelli di Montalto lungo un decennio si saldarono tante amicizie (un fossile come me, restio ad andare in qualunque posto non possa raggiungere con una camminata, fu li' che conobbe persone che venivano da ogni parte d'Italia; fu li', e con molti ci rincontrammo a Comiso, ma questa e' un'altra storia) e si prese coscienza che si poteva sconfiggere il Moloch che si pretendeva invincibile. * Ripenso sovente alla vicenda di Montalto quando c'e' da rimboccarsi le maniche. E penso che come bloccammo il Piano energetico nazionale che voleva farci ingoiare decine di centrali nucleari sparse per l'Italia, cosi' oggi dobbiamo e possiamo vincere a Vicenza - con la forza della nonviolenza - contro la criminale follia della nuova base di guerra, della guerra che puo' segnare la fine dell'umanita'. * Ed ugualmente penso che oggi possiamo e dobbiamo vincere a Viterbo - con la forza della nonviolenza - contro l'aeroporto del turismo "mordi e fuggi" che affaristi sciagurati e prominenti irresponsabili o corrotti intendono realizzare nel cuore della zona termale devastando l'area del Bulicame che e' il massimo bene ambientale, storico, culturale ed economico della citta' (cosi' come Omero e' il primo e il principe dei poeti, teste Leopardi) e rendendo invivibili col frastuono infernale degli aerei interi quartieri in cui abitano decine di migliaia di persone, e aggredendo ambiente e salute con l'inquinamento atmosferico ai voli connesso. Possiamo e dobbiamo vincere contro l'incremento scellerato e dissennato del trasporto aereo che contribuisce in misura enorme al surriscaldamento del clima che e' la massima emergenza planetaria, la piu' grande minaccia per la biosfera e per la civilta' umana - di cui troppi sembrano non rendersi conto, quando ormai drammaticamente tutto e' evidente a chiunque non abbia gli occhi occlusi dalle scaglie dell'ideologia degli onnicidi, dalla cecita' imposta coi ferri arroventati della narcotica pubblicita' dei barbari al potere. * Dinanzi all'inumano, dinanzi alla catastrofe, ancora e sempre e' l'ora della resistenza. 6. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: BREVE MA ENERGICA DIFESA DEL MIO GIARDINO, CON UNA PAROLA FORTE IN CLAUSOLA [Riproponiamo il seguente intervento gia' pubblicato nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino"] "Cela est bien dit, repondit Candide, mais il faut cultiver notre jardin" (Voltaire, Candide ou l'optimisme) Ovviamente non ho un giardino privato, vivo in un palazzone di appartamenti in un quartiere di palazzoni di appartamenti alla periferia-dormitorio della mia citta' che e' il capoluogo di una provincia che sempre piu' si vorrebbe ridurre, nei piani di lorsignori, a periferia-dormitorio di Roma. Ma non passa giorno che qualcuno non mi dica, alto levando l'indice ammonitore e stentorea la voce e fiero il cipiglio e ancor piu' fiera la postura, che se difendo Viterbo dalla devastazione ambientale, se difendo la salute dei viterbesi da opere che avranno esiti gravemente patologici, se difendo i beni culturali e le vocazioni produttive del territorio da distruttive servitu' che ulteriormente devasteranno i nostri tesori naturalistici, le nostre preziose sedimentazioni storiche e artistiche, le nostre risorse economiche, la nostra semplice vita, ebbene, allora sono anch'io "uno di quelli", uno di quei pover'uomini irrimediabilmente affetti dalla terribile sindrome del "Non nel mio giardino". Cosi' mi e' venuta questa modesta idea, di dirlo, anzi, proclamarlo: che si', io sono per la difesa dei giardini. Avrei difeso anche il giardino terrestre se mi ci fossi trovato. Mi piacciono i giardini, e le selve, e i campi lavorati e quelli incolti. E i paesi e le citta' dei cittadini, i luoghi della convivenza. * E trovo davvero bizzarro che coloro che vogliono devastare la mia terra e la mia citta' pretendano il mio silenzio, la mia rassegnazione, la mia complicita'. No: io difendo il mio, il nostro giardino. E questo giardino che difendo non e' solo l'area termale del Bulicame a Viterbo e i quartieri e i paesi in cui vivono migliaia e migliaia di persone, non e' solo l'Alto Lazio degli etruschi e dei pellegrini, non e' solo l'Italia delle cento citta' e delle mille culture, non e' solo l'Europa des droits de l'homme et du citoyen: e' il mondo intero. Poiche' - chiedo scusa - la mia patria e' il mondo intero. E quando arrivano gli sfruttatori, quando arrivano i rapinatori, quando arrivano i barbari che tutto pretendono ridurre a merce e profitto, tutto intendono divorare e ridurre a macerie e immondizia, ebbene, che ci volete fare, e' piu' forte di me: chiamo alla lotta in difesa del mio, del nostro giardino; chiamo alla lotta per contrastare i barbari, i rapinatori, gli sfruttatori. Sono fatto cosi'. Sara' perche' ho letto Leopardi e Cervantes da giovane. O perche' ho avuto per maestri alcuni superstiti dei Lager, alcuni eroi della Resistenza. * E' l'unica Terra che abbiamo, e' la nostra casa comune, non permetteremo agli affaristi del'apocalisse di distruggerla. Non permetteremo ai pescecani in frac e cilindro di sbranarla e dissolverla in nulla. Non permetteremo ai vampiri di svuotarla di ogni vita. Non lo permetteremo. Perche' questa Terra e' il nostro giardino. Non - chiedo venia - la loro cloaca. 7. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 28 del 22 settembre 2007 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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