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Minime. 220
- Subject: Minime. 220
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 22 Sep 2007 08:26:58 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 220 del 22 settembre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Giancarla Codrignani ricorda Gaetano Arfe' 2. Diana Napoli intervista Angela Dogliotti Marasso 3. Scuola della nonviolenza a Ferrara 4. Testimoni della nonviolenza a Venezia 5. Il 2 ottobre a Udine 6. Dal primo al 4 novembre a Verona 7. Peppe Sini: La solita strage 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. MEMORIA. GIANCARLA CODRIGNANI RICORDA GAETANO ARFE' [Ringraziamo Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri at libero.it) per questo intervento. Giancarla Codrignani, presidente della Loc (Lega degli obiettori di coscienza al servizio militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994; L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2005. Gaetano Arfe', figura illustre della sinistra italiana, e' deceduto alcuni giorni fa. Dal sito della Fondazione Turati (www.pertini.it/turati) riprendiamo alcune stralci della scheda a lui dedicata: "Gaetano Arfe' e' nato a Somma Vesuviana (Napoli) il 12 novembre 1925. Si e' laureato in lettere e filosofia all'Universita' di Napoli nel 1948. Si specializzo' in storia presso l'Istituto italiano di studi storici presieduto da Benedetto Croce, con cui entro' in contatto fin dal 1942. Nel 1944 si arruolo' in una formazione partigiana di "Giustizia e Liberta'" in Valtellina. Nel 1945 si iscrisse al Partito socialista e divenne funzionario degli Archivi di Stato intorno al 1960. A Firenze era gia' entrato in contatto con Calamandrei, Codignola e il gruppo de "Il Ponte" e aveva collaborato con Gaetano Salvemini alla raccolta dei suoi scritti sulla questione meridionale. Nel 1965 ottenne la libera docenza in storia contemporanea e insegno' a Bari e a Salerno. Nel 1973 divenne titolare della cattedra di storia dei partiti e dei movimenti politici presso la facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Firenze. Nel 1959 venne nominato condirettore della rivista "Mondo Operaio", carica che conservera' fino al 1971. Dal 1966 al 1976 fu direttore dell' "Avanti!". Dal 1957 al 1982 fu membro del comitato centrale e della direzione del Psi. Nel 1972 venne eletto senatore... Nel 1976 venne eletto deputato... Nel 1979 venne eletto deputato al Parlamento europeo... Nel 1985 lascio' il Psi, motivando la sua scelta nel volumetto La questione socialista (1986). Nel 1987 venne eletto senatore per la sinistra indipendente. Ha scritto numerosi libri e saggi, tra cui la Storia dell'"Avanti!" (1958) e la Storia del socialismo italiano 1892-1926 (1965)"] Da non molto tempo mi aveva spedito un piccolo carteggio di lettere di mio padre, pensando di farmi piacere. Infatti negli ultimi decenni avevo avuto con lui una consuetudine frequente, perche' anche lui si era venuto configurando, in Parlamento, nonostante la fedelta' agli ideali socialisti, una specie di "indipendente di sinistra", definizione che ritengo la piu' propria di me e non solo del gruppo parlamentare allora esistente. Infatti non sono cosi' timida da non ritenere che e' un partito a cui iscriversi quello di cui condividi il 60, 70% delle opzioni. Il fatto e', a mio avviso, che la "forma-partito" spesso si riduce a ideologia e, in ogni caso, non rappresenta l'universo della politica; soprattutto se si e' donna. Anche mio padre aveva lo stesso rigore di Gaetano, la stessa pulizia, la stessa dignita', sia nella meditazione della storia, sia nella pratica politica, sia nella vita privata. Arfe' si presentava privo di qualsiasi supponenza e per questo diventava subito autorevole. Argomentava serenamente, senza le indulgenze che oggi si dicono buoniste nel dibattere le questioni. Usci' dal Partito socialista a causa dell'ormai dimenticata "questione morale", la stessa che induceva mio padre a restituire la tessera; in quei mesi mio padre era gia' grave e lo persuasi a mantenere fede ai principi, che non sarebbero tramontati per le colpe di un segretario politico. Cosi' mori' socialista ed ebbe un funerale bello, in una chiesa di una zona reazionaria di Bologna che accolse miracolosamente le bandiere socialiste davanti all'altare. Ad Arfe' non e' stata risparmiata la sconfitta bruciante della fine di una storia personale e politica, proprio mentre gli toccava soffrire anche la pena della malattia irrimediabile della moglie. Ma ripenso alle lettere che mio padre gli aveva indirizzato e che mi aveva fatto avere mentre, suppongo, ordinava le sue carte. Mi dispiace di non essere andata a trovarlo in questi ultimi tempi (come mi ripromettevo senza che mi rendessi conto di quanto possa essere vicina l'ultima volta); ma spero che avesse gia' destinato il suo archivio a qualche istituzione storica; in ogni caso spero che non manchi chi se ne faccia carico. Mi piacerebbe che qualche studente ci pensasse per una sua tesi. Perche' quella lezione si prolunghi. 2. RIFLESSIONE. DIANA NAPOLI INTERVISTA ANGELA DOGLIOTTI MARASSO [Ringraziamo Diana Napoli e Angela Dogliotti Marasso per questa intervista. Diana Napoli, laureata in storia presso l'Universita' degli studi di Milano, e' attualmente volontaria presso il Centro per la nonviolenza di Brescia. Angela Dogliotti Marasso, rappresentante autorevolissima del Movimento Internazionale della Riconciliazione e del Movimento Nonviolento, svolge attivita' di ricerca e formazione presso il Centro studi "Sereno Regis" di Torino e fa parte della Commissione di educazione alla pace dell'International peace research association; studiosa e testimone, educatrice e formatrice, e' una delle figure piu' nitide della nonviolenza in Italia. Tra le sue opere segnaliamo particolarmente Aggressivita' e violenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino; il saggio su Domenico Sereno Regis, in AA. VV., Le periferie della memoria, Anppia - Movimento Nonviolento, Torino-Verona 1999; con Maria Chiara Tropea, La mia storia, la tua storia, il nostro futuro, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2003; Con Elena Camino (a cura di), Il conflitto: rischio e opportunita', Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2004] - Diana Napoli: A me interessa particolarmente la questione del rapporto tra il Movimento Nonviolento e la politica. Tu, ad esempio, hai avuto delle esperienze politiche istituzionali... - Angela Dogliotti Marasso: Si', diciamo che dagli '70 ho sempre fatto politica di base nei movimenti, nella scuola. Poi ad Ivrea ho avuto un'esperienza nell'amministrazione comunale, me lo chiese il Pci. Eravamo nell'89-'90, proprio sul crinale, ed era un periodo di grande vivacita': si tenevano assemblee molto partecipate e mi ricordo che il partito cercava degli indipendenti da inserire nelle proprie liste. Mi chiesero di candidarmi nelle elezioni del 1990. Per cui entrai in Consiglio Comunale e poi divenni assessore all'istruzione, alla cultura, allo sport e al tempo libero. All'epoca facevo l'insegnante e mi pareva che valesse la pena tentare l'esperienza, anche se poi in realta' si rivelo' faticosa e anche deludente per cui alla fine mi dimisi. Sarebbero stati necessari piu' tempo e piu' energie e io non ce la facevo. * - Diana Napoli: Nel frattempo pero' eri iscritta al Movimento Nonviolento? - Angela Dogliotti Marasso: Si', non ho mai abbandonato ne' il Movimento Internazionale della Riconciliazione ne' il Movimento Nonviolento, di cui sono stata anche segretaria per alcuni anni. * - Diana Napoli: Come eri arrivata alla nonviolenza? - Angela Dogliotti Marasso: La nonviolenza per me e' stato un approfondimento progressivo. E' passata di certo inizialmente attraverso don Milani e la Lettera a una professoressa. Nel '68, all'Universita', nelle facolta' occupate, si leggeva questo testo e io ne avevo gia' sentito parlare, se ne era discusso anche in un gruppo di studenti, Gioventu' Studentesca (diversa qui a Torino da come era a Milano), pero' per me e' stata una scelta che e' maturata nel corso del tempo, facendosi. Inizialmente ero anche abbastanza critica verso la nonviolenza, ero affascinata da altri elementi della cultura del '68 che nel suo insieme non era nonviolenta; poi c'e' stata la battaglia per l'obiezione di coscienza, qui a Torino passata inizialmente attraverso il Corpo europeo per la pace (Cep). Era un piccolo gruppo costituitosi a fine anni '60 (e' in quell'ambiente che ho conosciuto mi marito Beppe), formato inizialmente da persone distaccatesi dal Movimento Federalista Europeo, che aveva il riconoscimento dell'obiezione di coscienza come punto principale. Il Cep poi e' diventato Movimento antimilitarista internazionale, in seguito e' nata la Lega degli obiettori di coscienza (Loc) e in queste battaglie abbiamo scoperto questi movimenti, il Movimento internazionale della riconciliazione (Mir), il Movimento Nonviolento, e ci siamo iscritti. C'e' stata la scoperta di Gandhi, del satyagraha gandhiano, e oggi posso dire che ritengo la nonviolenza l'unica prospettiva possibile di futuro, un pensiero alternativo alla distruttivita' che c'e' a tutti i livelli: politico, sociale, interpersonale. * - Diana Napoli: Dunque tu hai sempre svolto attivita' politica nei movimenti e hai continuato a farne parte anche durante la tua esperienza piu' "istituzionale". Mi e' capitato di trovare i volantini dei congressi esplicitamente dedicati ai rapporti tra la nonviolenza e la politica, ho letto molti contributi e riflessioni, molti membri del movimento si sono candidati nei diversi partiti, ma non credi che pero' il rapporto con la politica sia rimasto, da parte del Movimento Nonviolento, un po' ambiguo, non risolto una volta per tutte? - Angela Dogliotti Marasso: Forse ci vorrebbe ancora un altro livello di elaborazione, forse oggi la nonviolenza e' anche pronta per dare prospettive di cambiamento piu' organiche, ma non credo che questo debba significare una presenza diretta del Movimento Nonviolento nel campo della politica. La mia convinzione e' sempre stata quella che la nonviolenza dovesse essere un po' come il lievito, presente anche in contesti diversi. Ho sempre trovato molto positivo che ci fossero dei nonviolenti non solo tra i radicali, ma anche tra i verdi, nella sinistra... Non e' un caso che in Rifondazione ci siano stati questi pronunciamenti a favore della nonviolenza; e' accaduto perche' c'e' stata una presenza diffusa e costante sia a livello pubblico sia dentro questi filoni politico-culturali. Tuttavia credo che la nonviolenza possa essere una nuova teoria politica, capace di elaborare politiche della difesa, del territorio, dell'istruzione etc.: ormai potremmo essere in grado di farlo. Si potrebbe cercare di procedere ad un'elaborazione piu' complessiva del pensiero della nonviolenza e delle traduzioni che puo' avere per proporli alla politica, ma in modi che restano tutti da capire, da studiare. Questa e' la politica della nonviolenza in questo momento, quella che affrontiamo anche nei congressi. * - Diana Napoli: Sarebbe necessario tutto cio' anche perche' altrimenti forse la cultura, l'esperienza storica e politica della nonviolenza (e anche piu' nella fattispecie del Movimento Nonviolento) rischia di essere un patrimonio a... circolazione interna. - Angela Dogliotti Marasso: Si', se ci fosse forse ci sarebbero anche piu' giovani. * - Diana Napoli: Ecco, secondo te perche' ci sono pochi giovani? - Angela Dogliotti Marasso: Questo bisognerebbe chiederlo a loro, anche. Pero' forse anche perche' di per se' i nostri movimenti sono a volte troppo intellettualistici, forse i giovani avrebbero bisogno di fare delle esperienze. Non e' che nel Movimento Nonviolento o nel Mir non ci siano queste indicazioni; ci sono, pero' diciamo che il taglio a volte e' piu' legato alla riflessione su cosa vuol dire, per esempio, la politica della nonviolenza rispetto alla difesa o altro... * - Diana Napoli: Qualche volta ho sentito dire che la scarsezza di giovani dipende dal fatto che non esiste piu' l'obierzione di coscienza che dava la possibilita' di compiere un gesto che racchiudesse in se' tutti i significati: quelli personali, quelli piu' politici, un gesto che ripudiava la violenza collegando politicamente se stessi al mondo. Esiste oggi una possibilita' di concretizzare il ripudio della violenza in modi che assomiglino a quelli dell'obiezione di coscienza? - Angela Dogliotti Marasso: Secondo me la concretizzazione dell'obiezione di coscienza oggi e la sua continuazione sono i corpi civili di pace, l'alternativa strutturale alla difesa militare armata: e' questa la prospettiva ed e' anche la scommessa del futuro. Non si puo' solo dire no alla guerra e basta (anche se e' gia' questo un fatto importante); il no e' insufficiente se non si dicono e propongono altre strade per affrontare i conflitti. Ci sono violenze e ingiustizie che vengono perpetrate, violazione di diritti umani... Il problema del male del mondo esiste. Dire "io non voglio usare la violenza" e' il primo passo, ma poi occorre dire quali sono le altre strade. Per me la nonviolenza e il satyagraha gandhiano sono proprio questo, la ricerca di altre strade in grado di andare oltre la violenza, cercare alternative alla violenza ma tenendo conto che i conflitti esistono ed e' una realta' con cui e' necessario essere in grado di fare i conti. * - Diana Napoli: Se tu dovessi scegliere l'esperienza piu' importante per te rispetto alla nonviolenza, quella che vorresti fosse ricevuta, ad esempio, dai "posteri", cosa diresti? - Angela Dogliotti Marasso: Posso dire che la cosa per me piu' efficace e' stata la riflessione sulla violenza, che mi pare il punto di partenza, altrimenti si rischia di essere nonviolenti per ideologia e soprattutto di riprodurre nelle situazioni concrete, anche quotidiane, di conflitto, dei modelli che sono quelli violenti. Per cui la riflessione su come contenere la violenza nelle relazioni e nei conflitti, e su come lavori su te stesso costantemente in questo tipo di percorso, e' fondamentale. E questo approccio, ovviamente, ha una traduzione nella vita quotidiana, ma anche nel macrolivello, dove il contenimento della violenza e' la ricerca di altri strumenti per gestire i conflitti a livello internazionale. E questa e' la prospettiva dei corpi civili di pace. Ma e' tutto un continuum secondo me, ed e' questo il nucleo, il cuore della nonviolenza che sta tutta in questo cercare di ridurre la propria violenza. Non fare violenza e cercare vie alternative. * - Diana Napoli: Comunque ritornando ai famigerati giovani, io credo che la non proprio attiva militanza all'interno di certi movimenti, tra cui il Movimento Nonviolento, dipenda dal fatto che noi fatichiamo molto ad immaginare un eventuale mondo diverso. Al di la' dei proclami, l'immagine del futuro, quale esso sia, si staglia con fatica all'orizzonte. Negli anni '70, ad esempio, non solo voi avevate fermo e chiaro il disegno dell'avvenire, ma riuscivate anche a darne delle "anticipazioni quotidiane". Basti pensare all'idea della comune (al di la' di quel che ne e' nella letteratura). - Angela Dogliotti Marasso: Si', e' vero, anche io ho sperimentato, insieme a Beppe, dei tentativi di vita comunitaria, gia' da appena sposati (pensa che il titolo delle mia tesi di laurea, in psicologia sociale, era "La famiglia come apparato ideologico di Stato": un titolo piu' ideologico di cosi' e piu' datato non ci potrebbe essere!), e anche se erano molto ideologici si facevano perche' avevamo in testa un futuro diverso, come dovevano essere: i rapporti tra le persone, il denaro... * - Diana Napoli: Una parentesi: quanto influenzava queste scelte la letteratura della beat generation? - Angela Dogliotti Marasso: Diciamo che non c'era solo quella perche' per me si trattava anche di una fedelta' al messaggio cristiano evangelico; negli Atti degli apostoli si parla di vita comune. Sono tradizioni che si ritrovano nelle grandi religioni e nelle ideologie dell'800. Poi Dylan, Baez, Kerouac... appartenevano anche al clima del tempo, pero' io ho avuto anche una giovinezza breve: io e Beppe ci siamo sposati quando avevo vent'anni, anche per poter decidere della nostra vita come piaceva a noi. Subito abbiamo fatto una comunita', poi ho avuto abbastanza presto le mie due figlie, mi sono laureata dopo la seconda figlia, facevo l'insegnate, studiavo, facevo attivita' politica, Beppe andava in carcere, era arrestato... insomma, una vita un po' movimentata: Kerouac superato dai fatti. Ritornando alle comuni, comunque, noi abbiamo avuto tre esperienze, l'ultima si e' conclusa nell'80. Pero' ho riscoperto, anche in seguito al cammino interessante percorso negli ultimi anni dalla comunita' dell'Arca fondata da Lanza del Vasto (a me inizialmente lui non piaceva molto...) che ha rimesso in discussione anche alcuni elementi del passato, questa dimensione e sarei disposta a ripensarla. Anche perche' viviamo in una societa' che e' costretta a ripensare l'abitare, a partire da problemi concreti e non dall'ideologia, e per risolvere i quali forse la dimensione comunitaria offre degli spunti interessanti. Per esempio le comunita' famiglia, i condomini solidali, in cui ognuno ha la sua casa ma ci sono delle relazioni tra le persone. Comunque il movimento ha un'idea di futuro e dovrebbe trasmetterla. Rispetto ai giovani in ogni caso uno dei luoghi piu' frequentati sono i campi estivi: un'esperienza di vita in cui accanto alle riflessioni e' proposto un modello di giornata che prevede altro dal quotidiano di solito affrontato. Una nonviolenza concreta, che e' un piccolo passo in quella direzione. * - Diana Napoli: E il servizio civile? quanto e' adeguatamente sfruttato? - Angela Dogliotti Marasso: Si', bisognerebbe essere in grado di accedere al bacino dei giovai in servizio civile, stando molto attenti alla formazione. Gandhi diceva che la nonviolenza era solo all'inizio, che sarebbe cresciuta con le generazioni a venire, riscoperta, attualizzata. Se non c'e' questo c'e' la morte; diventa, la nonviolenza, qualcosa che appartiene, come dire, al '900 piuttosto che all'800, ma che finisce; mentre perche' resti viva deve trovare nuove declinazioni a livello culturale e di vita. * - Diana Napoli: La mancanza di futuro, i problemi dell'abitare, le relazioni... sono tutte tematiche che si possono ricondurre, in parte, alla crisi della politica, che e' argomento peraltro cosi' tanto dibattuto che ovviamente tralasciamo di meditare in questa occasione. Pero' c'e' anche una commissione al prossimo congresso che ha proprio lo scopo di riflettere sulle forme di risposta della societa' alla crisi della politica. Cosa potrebbe dire, secondo te, la nonviolenza? - Angela Dogliotti Marasso: Io penso che su questo aspetto un nucleo ci fosse gia' in Capitini, con l'esperienza dei Centro di orientamento sociale (Cos). Bisognerebbe ritornare a questa esperienza anche se ripensata nel contesto attuale, perche' la storia e' andata avanti nel frattempo, sono successe molte cose, il ruolo dei partiti e' diverso (e lo e' gia' solo rispetto all'esperienza di cui parlavo prima). L'idea che ci debba essere un'attivazione di tutti e' il punto di partenza, ma il problema e' come. L'esperienza di Grillo e' interessante perche' mostra come questa sia avvenuta attraverso una canale, quello di internet, che oggi e' il piu' diffuso. "Il potere di ciascuno" e' la teoria politica della nonviolenza, pero' come, con quali forme oggi si puo' far si' che le persone prendano in mano questo potere? Inoltre non occorre solo un metodo (basti pensare allo strumento dello sciopero fiscale di cui parlano Berlusconi e la Lega, dimostrando di aver imparato bene il metodo...), la nonviolenza non e' mai slegata dal fine, altrimenti diventa una nonviolenza strumentale, mentre esistono opzioni o valori di fondo, chiamali come vuoi, che non credo possiamo mettere da parte: il rispetto della vita, per esempio (che e' anche un terreno minato se utilizzato, il concetto, in senso ideologico), o la giustizia, lottare contro un ordine economico che produce morte anche senza sparare. * - Diana Napoli: Il tuo piu' bel ricordo? - Angela Dogliotti Marasso: Le manifestazioni. Erano manifestazioni in cui c'era un certo timore, perche' eravamo quattro gatti con la polizia molto presente; e' un ricordo che mi e' rimasto proprio visivamente. C'era tensione perche' l'esercito negli anni '70 non si poteva toccare (Beppe e' stato anche piu' volte arrestato, denunciato per vilipendio alle forze armate, vilipendio alla bandiera: bastava dire abbasso qualcosa, o anche solo pronunciarsi a favore dell'obiezione di coscienza quando non era ancora riconosciuta): e ricordo noi con le mani alzate che sfilavamo. E' un'immagine rimasta impressa in me, ma come un bel ricordo. Perche' c'era si' timore, ma mi e' rimasta dentro un'idea di forza, di nonviolenza pratica. 3. INCONTRI. SCUOLA DELLA NONVIOLENZA A FERRARA [Da Elena Buccoliero (per contatti: e.buccoliero at comune.fe.it) riceviamo e diffondiamo. Elena Buccoliero, nata a Ferrara nel 1970, collabora ad "Azione nonviolenta" e fa parte del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento; lavora per Promeco, un ufficio del Comune e dell'Azienda sanitaria locale di Ferrara dove si occupa di adolescenti con particolare attenzione al bullismo e al consumo di sostanze psicotrope, e con iniziative rivolte sia ai ragazzi, sia agli adulti; a Ferrara, insieme ad altri amici, anima la Scuola della nonviolenza. E' autrice di diverse pubblicazioni, tra cui il recente (con Marco Maggi), Bullismo, bullismi, Franco Angeli, Milano 2005. Un piu' ampio profilo biobibliografico di Elena Buccoliero e' nel n. 836 de "La nonviolenza e' in cammino"] Scuola della nonviolenza: anno scolastico 2007/08. "Reti ed iniziative di donne per la pace del mondo" La Scuola della nonviolenza riprende la propria attivita' cittadina con un ciclo intitolato "Reti ed iniziative di donne per la pace nel mondo". Sono proprio le donne, infatti, che in molte situazioni di conflitto tessono reti di solidarieta' che vanno oltre i confini e le appartenenze etniche, politiche, religiose. Durante il ciclo di incontri saranno presentate esperienze di costruzione di pace dai Balcani, al Medio Oriente, all'Africa, richiamando la particolare responsabilita' e impegno del nostro Paese e dell'Europa. Il primo incontro si terra' venerdi' 28 settembre, alle 21, presso la sede dell'Aias, gentilmente concessa, in via Cassoli 25/I, con l'intervento di Irfanka Pasagic su "Adopt Srebrenica: un progetto di dialogo e convivenza". Il 3 ottobre, alle 21, presso il Ridotto del Teatro Comunale, "Per una giusta pace tra Palestina e Israele" avra' luogo l'intervento di Wafa Abdel Rahman, direttrice della Filastiniyat Organisation, e di Aida Touma Sliman, direttrice della Women against violence organisation, insieme a Wada Chakhtoura, libanese, ospiti di Ferrara per partecipare alla marcia Perugia-Assisi, Onu dei popoli. Il ciclo sara' concluso il 15 ottobre alle 21, presso la sede dell'Aias, da Lisa Clark, dei Beati i costruttori di pace, sul tema "Un futuro senza atomiche". * Irfanka Pasagic, psichiatra, presidente dell'associazione Tuzlanska Amica, e' particolarmente impegnata nel progetto di Adopt Sebrenica. Il progetto, condiviso dalla Fondazione Langer di Bolzano, indica le condizioni per una ripresa di convivenza civile nella conoscenza della strage di piu' di 8.000 persone (avvenuta nella totale indifferenza dell'Europa e del mondo), nel riconoscimento delle vittime, nella condanna dei mandanti e degli esecutori, nell'assistenza alle donne e ai bambini vittime della guerra, nel necessario sostegno alla cittadinanza di Srebrenica, che soffre per le conseguenze a lungo termine della violenza, dello sterminio, della congiura del silenzio. La Rete Lilliput di Ferrara ha destinato a questo progetto nell'anno passato, e si appresta farlo quest'anno, un consistente contributo risultante dall'adesione di molte persone alla campagna di obiezione alle spese militari. La Scuola della nonviolenza e' promossa dal Movimento Nonviolento e da Ferrara Terzo Mondo, in collaborazione con il Centro servizi per il volontariato di Ferrara e con il patrocinio di Comune e Provincia di Ferrara - Progetto Ferrara Citta' per la Pace. 4. INCONTRI. TESTIMONI DELLA NONVIOLENZA A VENEZIA [Dall'Ecoistituto del Veneto (per contatti: info at ecoistituto.veneto.it) riceviamo e diffondiamo] Ad ottobre si costituisce la sezione veneziana-mestrina del Movimento Nonviolento. Per l'occasione martedi' 2 ottobre (compleanno di Gandhi) prende avvio questa serie di incontri di altissima qualita', a cui siete tutti invitati. Dopo il primo incontro che si terra' al Centro civico di via Sernaglia, i successivi si sposteranno nel nuovo Centro culturale "Citta' Aperta" che stiamo aprendo la' vicino, in via Col Moschin (traversa di via Sernaglia verso via Piave). * Mestre, ogni primo e terzo martedi' del mese, ore 17,30 - Martedi' 2 ottobre: "Gandhi, la forza della nonviolenza". Attualita' di Gandhi, con Fulvio Cesare Manara, docente all'Universita' di Bergamo, autore di Una forza che da' vita. - Martedi' 16 ottobre: "Tolstoj, la nonviolenza tra guerra e pace". Lev Tolstoj tra cristianesimo e vegetarianesimo, con Matteo Soccio, coordinatore della Casa per la pace di Vicenza, autore di Religione, laicita' e nonviolenza. - Martedi' 6 novembre: "Martin Luther King, I have a dream". Una risposta nonviolenta alla discriminazione razziale, con Daniele Lugli, segretario del Movimento Nonviolento. - Martedi' 20 novembre: "Aldo Capitini, teoria e pratica della nonviolenza". Dalla prima marcia Perugia-Assisi al potere di tutti, con Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta", con la partecipazione di Pietro Pinna, primo obiettore di coscienza al servizio militare in Italia. - Martedi' 4 dicembre: "La Pira, un sindaco fuori dal comune". Da Firenze capitale della pace ad ambasciatore in Vietnam, con Giannozzo Pucci, direttore di "Ecologist Italia", con la partecipazione di Fabrizio Fabbrini, primo obiettore di coscienza cattolico. - Martedi' 18 dicembre: "Don Milani, l'obbedienza non e' piu' una virtu'". Un messaggio educativo e nonviolento fuori dagli schemi, con Francuccio Gesualdi, allievo della scuola di Barbiana e autore della Guida al consumo critico. Al termine di ogni incontro segue buffet conviviale con cibi biologici e vegetariani. 5. INCONTRI. IL 2 OTTOBRE A UDINE [Da Francesco Pistolato (per contatti: fpistolato at yahoo.it) riceviamo e diffondiamo. Francesco Pistolato, studioso, docente, e' coordinatore scientifico della Biblioteca di studi austriaci presso l'Universita' di Udine; si occupa di diffusione della lingua tedesca, della cultura austrica e della cultura della pace; e' tra i promotori di un programma di cultura di pace all'interno delle universita' e delle scuole della macroregione Alpe Adria, comprendente il Friuli-Venezia Giulia, la Carinzia e la Slovenia; e' altresi' impegnato nell'Associazione Biblioteca Austriaca di Udine, che ha tra l'altro realizzato una mostra fotografica itinerante sulla Resistenza, gia' esposta in vari luoghi, tra cui la Risiera di S. Sabba di Trieste, e che e a fine 2005 e' stata esposta nella Gedenkstaette des Deutschen Widerstands di Berlino, ed e' visitabile in rete nel sito: www.abaudine.org/virtunascosta/virtu.htm Tra le opere di Francesco Pistolato: (a cura di), Per un'idea di pace, Cleup, Padova 2006; (a cura di), Die verborgene Tugend - La virtu' nascosta. Eroi sconosciuti e dittatura in Austria 1938-1945, Europrint Editore, Quinto di Treviso 2007] Giornata mondiale della nonviolenza: inaugurazione del Centro interdipartimentale di ricerca sulla pace dell'Universita' di Udine "Irene". Martedi' 2 ottobre 2007, ore 17, Sala Convegni dell'Universita' degli Studi di Udine, Palazzo Antonini, via Petracco 8, Udine. - ore 17: saluto del Rettore dell'Universita' degli Studi di Udine, prof. Furio Honsell e dell'Assessore Regionale alle Politiche della Pace prof. Roberto Antonaz - ore 17.15: prof. Luigi Reitani, direttore del Centro interdipartimentale di ricerca sulla pace "Irene": presentazione del centro - ore 17.30: tavola rotonda: Etica e politica in Gandhi. Partecipano: Johan Galtung, Ekkehart Krippendorff, Giuliano Pontara. Modera Rocco Altieri. Johan Galtung, nato in Norvegia nel 1930, ha fondato l'Istituto di ricerca per la pace di Oslo e ne e' stato il primo direttore. Consulente dell'Onu e attivo mediatore in vari conflitti internazionali, e' a livello mondiale il piu' noto studioso di Peace Research, di cui puo' essere ritenuto uno dei padri fondatori. Per la sua attivita' ha ricevuto nel 1993 il premio Gandhi. E' fondatore della rete Transcend, impegnata a diffondere il suo metodo di trasformazione dei conflitti. Ekkehart Krippendorff, nato nel 1934, e' stato docente di Scienze Politiche alla Freie Universitaet di Berlino e professore ospite in varie universita' in Germania, Austria, Giappone, Italia, Usa, Inghilterra. E' autore di numerosissimi studi di argomento sociologico, politico e letterario. "Irene" sta traducendo in italiano il suo libro piu' famoso nel campo degli studi di pace, Staat und Krieg (Stato e guerra), la cui pubblicazione e' prevista per il 2008 per i tipi della Libreria Editrice Fiorentina. Giuliano Pontara, 1932, filosofo della politica, docente all'Universita' di Stoccolma, e' tra i fondatori della International University of Peoples' Institutions for Peace (Iupip) - Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace (Unip), con sede a Rovereto (Tn). E' membro del Tribunale Permanente dei Popoli fondato da Lelio Basso. E' stato tra i primi a introdurre la Peace Research in Italia. All'attivo numerose e importanti pubblicazioni in italiano, inglese e svedese. Rocco Altieri, 1955, docente di "Teoria e prassi della nonviolenza" e "Trasformazione nonviolenta dei conflitti" presso il corso di Laurea di Scienze per la Pace dell'Universita' di Pisa. Studioso dell'opera di Aldo Capitini, e' autore di La rivoluzione nonviolenta. Biografia intellettuale di Aldo Capitini, Pisa 1998. Dirige il semestrale "Quaderni Satyagraha", la piu' affermata rivista sulla nonviolenza in Italia. * Dall'articolo 2 del regolamento di "Irene" "Il Centro si propone di studiare le condizioni sociali, economiche, tecnico-scientifiche, linguistiche e culturali per la realizzazione di una convivenza pacifica tra i popoli, favorendone la realizzazione, con particolare riguardo al Friuli Venezia Giulia e al territorio dell'Alpe Adria, nel suo contesto europeo. Il Centro intende fondare la sua attivita' sul riconoscimento delle diversita' culturali dei popoli come valore e patrimonio comune dell'umanita'". Direttore di "Irene" e' il prof. Luigi Reitani, vicedirettore il prof. Fulvio Salimbeni. Il Comitato Scientifico e' costituito da: Hans-Peter D¸rr, Johan Galtung, Ekkehart Krippendorff, Giuliano Pontara, Rocco Altieri, Pat Patfoort, Werner Wintersteiner, Verdiana Grossi e Fulvio Salimbeni. Segreteria: Ottavia Zanzotti, Dipartimento di Lingue e Letterature Germaniche e Romanze dell'Universita' di Udine, via Mantica 3, 33100 Udine, tel. 0432556753, fax: 0432556779, e-mail: irene at uniud.it, sito: www.uniud.it/irene 6. INCONTRI. DAL PRIMO AL 4 NOVEMBRE A VERONA Si svolgera' dal primo al 4 novembre a Verona il XXII congresso nazionale del Movimento Nonviolento sul tema "La nonviolenza e' politica per il disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti". * Giovedi' primo novembre Mattina ore 10,30: Apertura del segretario e relazione introduttiva Pomeriggio - Comunicazioni sulla rivista "Azione nonviolenta", sul centri studi, sui gruppi locali... - Dibattito in assemblea plenaria. * Venerdi' 2 novembre Mattina Lavoro in tre commissioni: I Corpi civili di pace; Il servizio civile volontario; L'educazione alla nonviolenza Pomeriggio Lavoro in tre commissioni: Economia, ecologia, energia; Risposte di movimento alla crisi della politica; Resistenza nonviolenta contro il potere mafioso * Sabato 3 novembre Mattina - Riferiscono le prime tre commissioni e poi dibattito - Riferiscono le altre tre commissioni e poi dibattito - Spazio per presentare le mozioni Pomeriggio - Dibattito sulle mozioni - Votazioni - Rinnovo delle cariche * Domenica 4 novembre Mattina - "Non festa, ma lutto", iniziativa nonviolenta: camminata attraverso luoghi simbolici della citta'. * Per ulteriori informazioni: Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org , sito: www.nonviolenti.org 7. LE ULTIME COSE. PEPPE SINI: LA SOLITA STRAGE Giunge notizia dall'Afghanistan della solita strage di civili commessa dalla coalizione militare terrorista e stragista di cui anche l'Italia fa parte. Tutto procede secondo i piani. Anche l'indifferenza del popolo italiano rientra in quei piani. Che sono piani terroristi e stragisti. Non ho mai provato tanto orrore come in quest'ultimo anno in cui pressoche' tutti coloro che un tempo blateravano di pace e nonviolenza si sono accomodati alla guerra, continuando a blaterare di pace e nonviolenza, mentre sono complici delle stragi, e del fascismo che ha vinto fin nelle loro menti, fin nei loro cuori. Non altro potendo fare che questo, almeno questo voglio continuare a fare: dire che la guerra e' nemica dell'umanita', dire che la guerra e' terrorismo e seminagione di terrorismo, dire che la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista e' illegale e criminale, dire che chi non si oppone alla guerra in atto ne e' complice, e il piu' infame dei complici, dire che trovo ripugnante l'azione di coloro che cianciano di pace e disarmo e nonviolenza e diritti umani in astratto mentre la guerra e' in corso e sulla guerra tacciono. Non so neppure piu' perche' continuo a scriverlo, ma almeno io voglio continuare a scriverlo. Cessi la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista. Cessi la violazione della Costituzione della Repubblica Italiana e del diritto internazionale. 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 220 del 22 settembre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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