Minime. 209



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 209 dell'11 settembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Un pezzo per volta
2. Giulio Vittorangeli: Dall'11 settembre all'orrorismo dispiegato
3. Giancarla Codrignani: Il disagio violento delle citta'
4. Giobbe Santabarbara: Le cattive compagnie
5. In dieci citta' italiane l'11 settembre
6. A Reggio Emilia oggi
7. Lontano lontano
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: UN PEZZO PER VOLTA

Zitti zitti, un pezzo per volta, certuni forse pensano di poter fare un
mega-aeroporto per voli low cost a Viterbo eludendo le norme sulla
Valutazione d'impatto ambientale.
Cosi' come certi regimi, non potendo acquistare armi perche' colpiti da
embargo internazionale in quanto violatori dei diritti umani, acquistano
quelle stesse armi un pezzo per volta, poi li montano insieme, et voila:
hanno l'arma che tutte le industrie giurano di non aver venduto loro...
Se questo fosse il disegno, lo diciamo fin d'ora ai turlupinatori di turno:
che nessuno pensi di poter infrangere le leggi e farla franca.
*
Ma tu ci pensi tutti i giorni a questa storia?
Tutte le notti anche. E come potrei non pensarci?
Di questa citta' in cui vivo intendono devastare il bene piu' grande,
naturale e storico, economico e sociale: la zona termale del Bulicame.
Intendono aggredire la salute e il benessere di migliaia e migliaia di
persone imponendo un inquinamento atmosferico e un inquinamento acustico
cosi' massiccio che finira' per sempre ogni serenita' e riposo per interi
popolosi quartieri (e - sia detto en passant - si abbattera'
catastroficamente il valore degli immobili e degli esercizi).
Intendono insomma danneggiare l'economia e la societa' e l'ambiente e i beni
culturali e le vocazioni produttive del territorio.
E tutto cio' a vantaggio di speculatori internazionali come certe compagnie
aeree munificamente foraggiate con valanghe di soldi pubblici sottratti ad
altre e ben piu' giuste e necessarie e doverose destinazioni (la sanita',
l'assistenza per tutti i cittadini); speculatori internazionali che stanno
contribuendo in misura rilevantissima all'effetto serra che minaccia
l'intera biosfera, la civilta' umana, le generazioni future.
E tutto cio' per fare un mega-aeroporto per il frenetico consumistico
alienato turismo "mordi e fuggi" verso Roma: col bel risultato che arrivati
a Viterbo e scesi dall'aereo i turisti da corsa scopriranno che li attendono
come minimo altre due ore due di viaggio terrestre verso la capitale
all'andata e altrettante al ritorno, e che se avessero preso il treno da
qualunque capitale europea sarebbero arrivati a Roma prima e meglio...
Una follia, insomma: ma naturalmente c'e' del metodo in questa follia, e
degli interessi. Interessi nemici al pubblico bene, interessi che vanno
smascherati e contrastati.
Con la forza della verita'.
E col rigore delle leggi.

2. EDITORIALE. GIULIO VITTORANGELI: DALL'11 SETTEMBRE ALL'ORRORISMO
DISPIEGATO
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per
questo intervento.
Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo
notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre
nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di
solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di
condotta impareggiabili; e' il responsabile dell’Associazione
Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di
studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta'
concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione
di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra
soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha
svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e
riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti
interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui
promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra
altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre
1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara,
la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo,
Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996;
Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La
solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I
movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto
politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria,
una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra
neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della
solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno,
luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio
2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per
anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della
solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha
cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che
solidarieta'".
Adriana Cavarero e' docente di filosofia politica all’Università di Verona;
dal sito "Feminist Theory Website: Zagreb Woman's Studies Center" ospitato
dal Center for Digital Discourse and Culture at Virginia Tech University
(www.cddc.vt.edu/feminism), copyright 1999 Kristin Switala, riportiamo
questa scheda bibliografica delle sue opere pubblicate in volume [che
abbiamo parzialmente aggiornato]: a) libri: Dialettica e politica in
Platone, Cedam, Padova 1974; Platone: il filosofo e il problema politico. La
Lettera VII e l'epistolario, Sei, Torino 1976; La teoria politica di John
Locke, Edizioni universitarie, Padova 1984; L'interpretazione hegeliana di
Parmenide, Quaderni di Verifiche, Trento 1984; Nonostante Platone, Editori
Riuniti, Roma1990 (traduzione tedesca: Platon zum Trotz, Rotbuch, Berlin
1992; traduzione inglese: In Spite of Plato, Polity, Cambridge 1995, e
Routledge, New York 1995); Corpo in figure, Feltrinelli, Milano 1995;
Platone. Lettera VII, Repubblica: libro VI, Sei, Torino 1995; Tu che mi
guardi, tu che mi racconti, Feltrinelli, Milano 1997; Adriana Cavarero e
Franco Restaino (a cura di), Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999;
A piu' voci. Filosofia dell'espressione vocale, Feltrinelli, Milano 2003;
Orrorismo, Feltrinelli, Milano 2007. b) saggi in volumi collettanei:
"Politica e ideologia dei partiti in Inghilterra secondo Hume", in Per una
storia del moderno concetto di politica, Cleup, Padova 1977, pp. 93-119;
"Giacomo I e il Parlamento: una lotta per la sovranita'", in Sovranita' e
teoria dello Stato all'epoca dell'Assolutismo, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Roma 1980, pp. 47-89; "Hume: la politica come scienza", in Il
politico. Da Hobbes a Smith, a cura di Mario Tronti, Feltrinelli, Milano
1982, vol. II, pp. 705-715; "Il principio antropologico in Eraclito", in
Itinerari e prospettive del personalismo, Ipl, Milano 1987, pp. 311-323; "La
teoria contrattualistica nei Trattati sul Governo di John Locke", in Il
contratto sociale nella filosofia politica moderna, a cura di Giuseppe Duso,
Il Mulino, Bologna 1987, pp. 149-190; "Per una teoria della differenza
sessuale", in Diotima. Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga,
Milano 1987, pp. 43-79. (traduzioen tedesca: "Ansatze zu einer Theorie der
Geschlechterdifferenz", in Diotima. Der Mensch ist Zwei, Wiener
Frauenverlag, Wien 1989); "L'elaborazione filosofica della differenza
sessuale", in La ricerca delle donne, Rosenberg & Sellier, Torino 1987, pp.
173-187. (traduzione inglese: "The Need for a Sexed Thought", in Italian
Feminist Thought, ed. by S. Kemp and P. Bono, Blackwell, Oxford 1991);
"Platone e Hegel interpreti di Parmenide", in La scuola Eleatica,
Macchiaroli, Napoli 1988, pp. 81-99; "Dire la nascita", in Diotima. Mettere
al mondo il mondo, La Tartaruga, Milano 1990, pp. 96-131. (traduzione
spagnola: "Decir el nacimiento", in Diotima. Traer al mundo el mundo, Icaria
y Antrazyt, Barcelona 1996); "Die Perspective der Geschleterdifferenz", in
Differenz und Gleicheit, Ulrike Helmer Verlag, Frankfurt 1990, pp. 95-111;
"Equality and Sexual Difference: the Amnesias of Political Thought", in
Equality and Difference: Gender Dimensions of Political Thought, Justice and
Morality, edited by G. Bock and S. James, Routledge, London 1991, pp.
187-201; "Il moderno e le sue finzioni", in Logiche e crisi della modernita,
a cura di Carlo Galli, Il Mulino, Bologna 1991, pp. 313-319; "La tirannia
dell'essere", in Metamorfosi del tragico fra classico e moderno, a cura di
Umberto Curi, Laterza, Rma-Bari 1991, pp. 107-122; "Introduzione" a: B.
Head, Una questione di potere, El, Roma 1994, pp. VII-XVIII; "Forme della
corporeita'", in Filosofia, Donne, Filosofie, Milella, Lecce 1994, pp.
15-28; "Figures de la corporeitat", Saviesa i perversitat: les dones a la
Grecia Antiga, coordinacio de M. Jufresa, Edicions Destino, Barcelona 1994,
pp. 85-111; "Un soggetto femminile oltre la metafisica della morte", in
Femminile e maschile tra pensiero e discorso, Labirinti 12, Trento, pp.
15-28; "La passione della differenza", in Storia delle passioni, a cura di
Silvia Vegetti Finzi, Laterza, Roma-Bari 1995, pp. 279-313; "Il corpo e il
segno. Un racconto di Karen Blixen", in Scrivere, vivere, pensare, a cura di
Francesca Pasini, La Tartaruga, Milano 1997, pp. 39-50; "Schauplatze der
Einzigartigkeit", in Phaenomenologie and Geschlechterdifferenz, edd. Silvia
Stoller und Helmuth Vetter, Wuv-Universitatsverlag, Wien 1997, pp. 207-226;
"Il pensiero femminista. Un approccio teoretico", in Le filosofie
femministe, a cura di Franco Restaino e Adriana Cavarero, Paravia, Torino
1999, pp. 111-164; "Note arendtiane sulla caverna di Platone", in Hannah
Arendt, a cura di Simona Forti, Bruno Mondadori, Milano 1999, pp. 205-225]

Con l'11 settembre 2001 (che piu' di un atto di terrorismo e' sembrato
configurare una dichiarazione di guerra) sono cambiate le nostre vite, o
meglio: e' cambiata la nostra individuale percezione del mondo.
E' cambiata conseguentemente, davanti a quei quattro aerei-kamikaze nei
cieli americani, la politica intesa come interpretazione del presente.
Il tutto e' diventato ancora piu' chiaro un anno dopo, quando Bush imponendo
il teorema della "guerra preventiva" ha fatto carta straccia di tutte le
definizioni e regolamentazioni della guerra convenzionale. Cosi' la guerra
e' diventata "normale" per le opinioni disorientate che, giorno per giorno,
si sono assuefatte ad essa. Cosi' tanti esseri innocenti, inermi, sono
massacrati quotidianamente "a caso" o "per errore", contando sulla nostra
abitudine all'orrore nonche' sulla nostra indifferenza.
Inevitabilmente, anche il costituzionalismo novecentesco e' finito, sia
nelle relazioni internazionali, sia all'interno degli stati democratici: lo
stato d'eccezione e' diventato la norma e Guantanamo continua ad incombere
nella coscienza occidentale.
La democrazia, esportata con la forza fuori dall'Occidente, si e' svuotata
nelle societa' occidentali; l'eccezione e' diventata la norma, e il
principio "tutto puo' succedere ovunque" non vale solo per i terroristi, ma
anche per gli Stati, che possono travolgere ovunque e comunque il proprio
normale e legale modo di funzionamento.
Che possono istituire regimi giuridici differenziati tanto verso l'interno,
quanto verso l'esterno; che possono ricorrere con disinvoltura suprema alla
guerra contro Stati sovrani e contro le loro popolazioni civili per
rappresaglia di ospitare milizie non statali o per prevenire chissa' quali
altre minacce.
L'offesa all'umanita' venuta da quell'11 settembre ha avuto sei anni per
amplificarsi, ingigantire, moltiplicarsi, infiammare mezzo mondo, portare
terroristi dove non ce n'erano, seminare odio, torturare la gente, ammazzare
civili e assicurarsi scorte di petrolio per qualche decennio.
Si e' materializzata un'epoca di nuove forme di apartheid, in cui nuovi muri
stanno sorgendo ovunque, tra Israele e la Cisgiordania, intorno all'Unione
Europea, lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, lungo quello tra Spagna
e Marocco.
*
Per interpretare questo eccesso di ferocia che caratterizza la violenza
planetaria, Adriana Cavarero ha coniato il neologismo "orrorismo", parola
inesistente nel vocabolario italiano.
"E' l'orrore a condensare il senso della violenza contemporanea. 'Guerra',
'terrorismo', 'nemico' e altre categorie della tradizione politica si
mostrano inadeguate rispetto alla realta' dell'attuale carneficina degli
inermi. La pratica della disumanizzazione eccede la strategia omicida"
(Adriana Cavarero, Orrorismo ovvero della violenza sull'inerme, Feltrinelli,
Milano 2007, 170 pp.).
Cosi', sia nella guerra che nel terrorismo contemporanei, si e' passati
dall'infliggere la morte al massacro del nemico, e dalla sua sconfitta alla
sua disumanizzazione attraverso lo sfiguramento del suo corpo e della
singolare umanita' che ogni corpo racchiude.
"Se sul piano della macelleria la bilancia pende decisamente dalla parte
della guerra e della sua propensione a tecnologizzare il massacro, sul piano
concettuale va invece al terrorismo il primato di una doppia innovazione -
l'uso del corpo suicida per uccidere altri corpi, e l'individuazione
dell'obiettivo in chiunque, ovunque e in qualsiasi momento - che fa la
differenza dal passato" (ibidem).
*
L'alternativa allo scenario attuale e' rappresentata dalla possibilita'
della presa in carico dell'inerme.
Le vittime inermi sono sempre singolari, con un volto, un nome e una storia.
L'auspicio e' che ad orientare la riflessione sia la condizione di
vulnerabilita' assoluta di chi subisce l'offesa, non l'abominio di chi
agisce.
Assumere, cosi', il punto di vista della vittima inerme, invece che quello
del combattente.
Un ripensamento dell'umano, in contrapposizione ai processi di
disumanizzazione innescati dalla violenza globale. Abbandonando
definitivamente la logica dei fini che gustificano i mezzi, tipica della
dottrina militare e politica tradizionale, come bussola di valutazione
politica della violenza e dei suoi effetti.
La storia delle guerre moderne, tanto per restringere il campo, e' piena di
strategie irregolari, vere e proprie mattanze degli inermi o stragi su larga
scala, giustificate in nome di fini piu' alti e piu' giusti.
Un ripensamento dell'umano come coscienza critica e in rivolta contro la
cultura della violenza e della morte.

3. RIFLESSIONE. GIANCARLA CODRIGNANI: IL DISAGIO VIOLENTO DELLE CITTA'
[Ringraziamo Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri at libero.it) per
questo intervento.
Giancarla Codrignani, presidente della Loc (Lega degli obiettori di
coscienza al servizio militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei
movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure
piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la
nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai
telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le
altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994;
L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2005]

Bisogna che ci guardiamo dentro, perche', se stiamo male nelle citta', e'
anche perche' non ce ne chiariamo le ragioni.
Si e' fatto un gran rumore mediatico su iniziative del governo come se
davvero i ministri non sapessero quel che si dicono. E' ovvio che ci sono
leggi e leggi e che nessuno pensa che il colluso di mafia o l'evasore siano
analoghi a lavavetri e graffitari, magari con l'aggravante che i primi non
andrebbero in galera e gli altri si'. Forse bisognerebbe riflettere sugli
anni impiegati per cacciare Previti dal Parlamento o sulle difficolta' di
abrogare la legge Cirielli, per dare le responsabilita' del sostegno alla
corruzione a chi effettivamente se ne fa responsabile...
Faccio questa premessa perche' sono preoccupata, da nonviolenta che ha
sempre fatto politica con il senso del limite di vivere solo nel 2007 d. C.,
del livello di violenza che sta crescendo - e non solo in Italia -
all'interno delle nostre citta' e, perfino, delle nostre famiglie. Con
qualche competenza delle conseguenze che trae con se' ogni fenomenologia
bellica, potrei far ricadere tutte le responsabilita' sulla guerra che,
anche come forma di competitivita', di ambizione, di rabbia, di
intolleranza, ci assedia da ogni parte. Ma non mi va.
Non c'e' continuita' o almeno contiguita' tra privato e pubblico, come si
diceva in anni lontani? Possiamo prevenire la crescita dell'odio e della
violenza? a Bologna il domenicano p. Paolo Garuti ha abbandonato l'assemblea
del Quartiere in cui il Comune intende concedere il permesso di costruire
una moschea perche' gli interventi del pubblico "sono stati davvero di tipo
razzistico... come discutere con qualcuno che giustifica il matricidio...
C'erano gli estremi per la diffamazione". Che "difesa" e' quella di chiedere
l'esclusiva della propria identita' "contro" quella - di per se' non
colpevole - di altri? Si sta gia' chiamando la guerra...
Quindi, siamo davvero buoni quando ce la caviamo con un euro dato al
lavavetri (pur sapendo dell'esistenza dei racket)? Siamo giusti quando
chiediamo la legittimazione della prostituzione? Andrebbe forse bene la
"professione" di lavavetri per nostro figlio o l'"esercizio" della
prostituzione per nostra figlia? In nome della pari dignita', i piu' poveri
hanno diritto ad un lavoro dignitoso e ad un domicilio sicuro: lavare i
vetri e' accattonaggio. Allo stesso modo i gentiluomini che raccattano corpi
sui viali non rimediano, schiavizzando per un po' una donna, alla propria
mancanza di dignita'.
Per dare lavoro e case bisogna essere generosi e disposti a quella
condivisione che puo' assumere lo sgradevole nome di "tasse". Altrimenti non
e' questione di "tolleranza zero", ma di incapacita' a farsi responsabili
della convivenza civile. Per troppi, anche giovani e di sinistra, la
legalita' e' una brutta parola (e Genova ne avrebbe rappresentato la
dimostrazione, mentre fu violazione della norma istituzionale).
Le nostre citta' sono piene di malessere perche' stiamo perdendo il senso
del vivere da umani. In molti non ce ne accorgiamo: usiamo la macchina senza
calcolarne, anche rispetto la quantita' dei gas di scarico, l'effettiva
necessita'; andiamo in bicicletta sotto i portici; non raccogliamo la cacca
del nostro cane e abbandoniamo gli animali quando ci danno fastidio;
lamentiamo disagi relativamente modesti dei servizi pubblici e per converso,
se ci lavoriamo, non siamo cosi' attenti nell'osservare i doveri del lavoro;
abbiamo dimenticato che quarant'anni fa eravamo migranti e subivamo le
esclusioni delle vecchie mutue; sono aumentati i delitti in famiglia e donne
e minori sono sempre piu' le vittime... Ci siamo corrotti, anche senza
volere, ad opera del maggior benessere, del consumismo, della politica
populista.
Ma il mondo giovanile preoccupa di piu'. Ovviamente non si tratta di
generalizzare; ma sono troppe le tendenze piu' o meno potenzialmente
violente: ogni citta' conosce il fenomeno delle bande, i bulli sono sempre
piu' numerosi anche nelle scuole, gli atti di vandalismo e i piccoli furti
non si contano, gli stadi sono luoghi pericolosi e non di svago, il sabato
sera registra vittime dell'incoscienza; cresce il consumo di droghe piu' da
sniffare che da buchi, meno controllabili; l'"isola dei famosi" suggerisce
violenze non solo verbali...
Allora e' sull'educazione che bisogna impegnarsi, prima che il disagio
devasti anche le famiglie. Le quali famiglie nutrono i loro pargoli a
merendine e play station violente, telefonini e orrende scarpe firmate; e
alla scuola chiedono buonismo e promozioni. Sembra che in molte case non
esistano regole e che un eccesso di protezione renda i giovani incapaci di
sostenere fatica e dolore. E irrimediabilmente diseducati alla realizzazione
di se' e alla convivenza.
Il problema torna alla scuola, l'istituzione che la Costituzione privilegia
come diritto fondamentale alla formazione della comune cittadinanza. Se non
si fa prevenzione da mali sociali maggiori a livello educativo - che si
tratti di ragazzi europei o stranieri -, non restera' che reagire con le
misure di legge davanti ai reati, sia pur minori, commessi da ragazzi,
italiani o stranieri. Nessuno ha detto di mettere in carcere senza reati; e,
anche se a Treviso un tale, pur investito di responsabilita' istituzionale,
pensa alla pena di morte, non siamo forcaioli. Per chi fosse nonviolento
tutti i luoghi educativi, a partire dalla scuola, sono luoghi formativi di
pace, parola spesso sprecata se non perseguita come progetto di vita comune,
individuale e sociale. I violenti sono quasi sempre ignoranti. E oggi
nessuno puo' piu' permettersi di essere ignorante. Le "materie" scolastiche
non bastano ancora a strutturare la mente affinche' sia all'altezza di
"leggere" la complessita' dei sistemi moderni. Le nuove tecnologie hanno
cambiato il rapporto con la vita, le persone, le cose. Gli inglesi
sperimentano le chimere: e' il livello di responsabilita' a cui la scienza
attende i giovani. Invece, non siamo all'altezza e non servono le
deprecazioni.
Secondo don Milani i ricchi fregavano i poveri perche' sapevano piu'
paroledi loro. Oggi anche i ricchi che non vanno al Mit rischiano: i giovani
che hanno trascorso piu' ore davanti alla Tv che a scuola, si inchiodano
davanti a parole comuni loro sconosciute cosi' come ai problemi matematici
complessi; e desiderano partecipare al "grande fratello" o diventare veline.
Per giunta le espressioni piu' comuni sono non trasgressive, ma violente.
Attrezzare la mente a "capire" significa recuperare senso di se', di
capacita' di convivenza, e, anche, felicita'. Antidoto a quella violenza che
nasce dalla disperazione di cui certi muri sono inquietante segno.

4. RIFLESSIONE. GIOBBE SANTABARBARA: LE CATTIVE COMPAGNIE

Anch'io ho frequentato cattive compagnie.
Mi sono accompagnato a tossici e galeotti, a zingari e poveracci, fuggiaschi
e clandestini. Mi hanno colmato di tesori.
E mi sono accompagnato a sindaci e ministri (prima che divenissero tali, in
verita': quando ancora dicevano di condividere il sogno di una cosa). E sono
diventati scellerati persecutori.
Anch'io ho frequentato cattive compagnie.

5. INCONTRI. IN DIECI CITTA' ITALIANE L'11 SETTEMBRE
[Nuovamente riproponiamo questa bella notizia ricevuta da Rocco Altieri (per
contatti: centro at gandhiedizioni.com).
Rocco Altieri e' nato a Monteleone di Puglia, studi di sociologia, lettere
moderne e scienze religiose presso l'Universita' di Napoli, promotore degli
studi sulla pace e la trasformazione nonviolenta dei conflitti  presso
l'Universita' di Pisa, docente di Teoria e prassi della nonviolenza
all'Universita' di Pisa, dirige la rivista "Quaderni satyagraha". Tra le
opere di Rocco Altieri segnaliamo particolarmente La rivoluzione
nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca
Franco Serantini, Pisa 1998]

Dieci citta' italiane ricordano l'11 settembre, il Satyagraha di Gandhi, per
rilanciare in Italia e nel mondo l'azione nonviolenta.
*
L'11 settembre 1906, nel Teatro Imperiale di Johannesburg in Sudafrica, una
grande assemblea di immigrati indiani decideva di intraprendere una campagna
di disobbedienza civile alle leggi discriminatorie del cosiddetto Black Act.
Lo stesso Gandhi riconobbe in quell'evento l'atto di nascita del satyagraha,
cioe' di un modo nuovo di lottare che sostituisce alla forza fisica una
forza piu' grande, generata dalla Verita' e dall'Amore.
Il convegno del 2006 a Pisa per il centenario, promosso dalla rivista
"Quaderni Satyagraha", vide la partecipazione di oltre duecento abbonati e
lettori provenienti da tutta Italia, oltre ai principali studiosi e
personalita' del mondo della nonviolenza.
*
Quest'anno in occasione della pubblicazione del n.12 dei "Quaderni
Satyagraha" ( per riceverlo scrivere all'indirizzo e-mail:
centro at gandhiedizioni.com) che comprende le relazioni piu' importanti del
convegno: L'11 Settembre di Gandhi - la luce sconfigge la tenebra (Firenze,
Libreria Editrice Fiorentina, 16 euro) sono stati organizzati incontri di
riflessione, preghiera e presentazione del volume in dieci citta' italiane.
Di fronte allo smarrimento e al senso di impotenza di molti pacifisti,
all'uso spesso strumentale del termine "nonviolenza" e della stessa immagine
di Gandhi, il quaderno riafferma con forza che la nonviolenza non e'
passivita', rassegnazione al male minore: e' invece attiva obiezione di
coscienza alle strutture di dominio e di guerra, scelta rivoluzionaria di
trasformazione sociale per costruire il potere di tutti (l'omnicrazia di
Aldo Capitini).
Le varie iniziative italiane  sono collegate a quelle che si svolgono in
tutto il mondo in risposta all'appello di Arun Gandhi, nipote diretto del
Mahatma, per trasformare l'11 settembre in giornata della speranza, della
pace, del rilancio della lotta Satyagraha.
*
Ecco l'elenco degli appuntamenti italiani di oggi:
Palmi di Calabria: martedi' 11 settembre alle ore 17 si terra' un incontro
di preghiera ecumenica per la pace sul Monte S. Elia, uno dei luoghi
simbolici della citta', davanti al monumento dedicato a Domenico Antonio
Cardone, filosofo calabrese della pace, amico e collaboratore di Aldo
Capitini, protagonista negli anni '50 della campagna Russell-Einstein per la
messa al bando delle armi nucleari. Sara' rievocato il Satyagraha di Gandhi,
nella compresenza dei due grandi maestri Domenico Antonio Cardone e Danilo
Dolci, che tanto hanno insegnato  alla comunita' di Palmi con la loro
presenza, nel perdurante impegno quotidiano contro la violenza mafiosa, per
il disarmo e l'educazione alla nonviolenza. Animeranno l'incontro Raffaello
Saffioti, Rosellina Scarcella e  tutti gli amici della Casa per la pace "D.
A. Cardone".
*
Palermo: martedi' 11 settembre alle ore 21 presso la Chiesa di San Francesco
Saverio nel quartiere storico dell'Albergheria  incontro di riflessione e di
presentazione del n. 12 dei "Quaderni Satyagraha". Partecipano allíincontro
don Cosimo Scordato, Andrea Cozzo, Enzo Sanfilippo, Augusto Cavadi.
*
San Ferdinando di Puglia: martedi' 11 settembre alle ore 21 presso la Casa
per la nonviolenza incontro di preghiera e riflessioni sul Satyagraha di
Gandhi con Mariella Dipaola e Matteo Della Torre, coautori del n. 12 dei
"Quaderni Satyagraha".
*
Tempio Pausania: martedi' 11 settembre alle ore 17, a cura dell'associazione
Nord Sud, incontro di riflessione e presentazione del n. 12 dei "Quaderni
Satyagraha", con la partecipazione di Maria Erminia Satta, redattrice dei
"Quaderni Satyagraha".
*
Napoli: martedi' 11 settembre, alle ore 17,15, presso l'Istituto Italiano
Studi Filosofici, in via Monte di Dio 14, presentazione del n. 12 dei
"Quaderni Satyagraha". Interverranno Rocco Altieri, Franz Amato, Gianfranco
Borrelli, Adriana Buffardi, Renato Briganti, Isadora D'Aimmo, Corrado
Gabriele, Giuseppe Ferraro, Geppino Fiorenza, Giovanni Laino, Gordon Poole,
Francesco Ruotolo, Donatella Trotta, Alex Zanotelli.
*
Firenze: martedi' 11 settembre alle ore 21 presso la Chiesa di San Martino a
Giogoli di Scandicci incontro di preghiera e presentazione del n. 12 dei
"Quaderni Satyagraha". Sara' presente Pierpaolo Calonaci della redazione dei
"Quaderni Satyagraha".
*
Piacenza: martedi' 11 settembre alle 21 presso il Caffe' letterario
Baciccia, via D. Carli, presentazione del n. 12 dei "Quaderni Satyagraha",
con la partecipazione di Piero P. Giorgi, Daniele Novara, Federico Fioretto.
*
Torino: martedi' 11 settembre alle ore 20,30, presso il Centro Studi "Sereno
Regis", in via Garibaldi 13, presentazione del n. 12 dei "Quaderni
Satyagraha". Saranno presenti Alberto Pellissero, docente di sanscrito
presso l'Universita' di Torino, Enrico Peyretti e Nanni Salio del Centro
Studi "Sereno Regis".
*
Ovada: martedi' 11 settembre presso il Teatro comunale, Corso martiri della
Liberta' 10, alle ore 9 con le scuole e alle ore 21,30 con la cittadinanza
nell'ambito della manifestazione "Testimone di pace" presentazione del n. 12
dei "Quaderni Satyagraha". Presenzieranno Ruben Dario Pardo Santamaria e
Carla Mariani della Rete di solidarieta' "Colombia Vive" e redattori dei
"Quaderni Satyagraha".

6. INCONTRI. A REGGIO EMILIA OGGI
[Da Pasquale Pugliese (per contatti: puglipas at interfree.it) riceviamo e
diffondiamo.
Pasquale Pugliese, educatore presso i Gruppi educativi territoriali del
Comune di Reggio Emilia, dove risiede, laureato in filosofia con una tesi su
Aldo Capitini, e' impegnato nel Movimento Nonviolento (del cui comitato di
coordinamento fa parte), nella Rete di Lilliput ed in numerose iniziative di
pace; e' stato il principale promotore dell'iniziativa delle "biciclettate
nonviolente"]

PerCorsi di Pace. Seminario sull'educazione alla pace, verso le giornate
dell'educazione alla pace di giugno 2008
Reggio Emilia, 11 settembre 2007, Aula Magna, dell'Istituto Magistrale
"Matilde di Canossa", via Makalle' 18
Iniziativa promossa da Comune di Reggio Emilia, assessorato alla cultura,
assessorato alla scuola, universita', giovani. Con il Patrocinio dell'Usp di
Reggio Emilia
*
"In alcun modo
puo' fiorire robusta pace
ove non cresca ampia
la creativita' di ognuno"
(Danilo Dolci)
*
Nonostante in Italia nel corso del '900 sia fiorito un importante filone di
pedagogia della pace e della nonviolenza - all'interno del quale si annovera
l'opera di pedagogisti ed educatori come Maria Montessori, Aldo Capitini,
Lorenzo Milani e Danilo Dolci - in realta' solo negli ultimi tempi il
rapporto del mondo educativo e scolastico con i temi della pace sta
superando le fasi di indifferenza o, occasionalmente, di retorica della pace
o, al meglio, di pura testimonianza, che lo hanno per troppo tempo
caratterizzato, indirizzandosi verso un'attenzione maggiore e via via piu'
consapevole. Due sono gli elementi qualificanti che danno nuovo slancio alla
pedagogia della pace: il confronto con la complessita', che richiede
risposte di carattere multidisciplinare, e il confronto con i conflitti, a
tutti i livelli, che richiede l'apprendimento di modalita' nonviolente.
Anche i percorsi educativi e didattici proposti alle scuole dalla Scuola di
Pace di Reggio Emilia si inseriscono all'interno delle buone prassi
elaborate collettivamente che, insieme, formano quell'ampio campo pedagogico
che definiamo dell'educazione alla pace ed alla nonviolenza.
*
ore 9 Apertura dei lavori
- Saluto del sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio; dell'assessore alla
cultura, Giovanni Catellani; dell'assessore alla scuola, universita',
giovani, Iuna Sassi
- Una nuova stagione di educazione alla pace, Pasquale Pugliese, Scuola di
Pace di Reggio Emilia
- Educare alla pace dai conflitti interpersonali ai conflitti
internazionali, Angela Dogliotti, Centro Studi Sereno Regis, Torino
- Un Decennio per l'educazione alla pace in Italia e nel mondo, Sergio
Bergami, Comitato Italiano "Decennio Onu per una cultura di pace e
nonviolenza per i bambini del mondo"
- Il ruolo dell'universita' nell'educazione alla pace, Claudio Baraldi,
Centro Studi sull'Educazione alla pace e alla sostenibilita', Universita' di
Modena e Reggio Emilia
- Pratiche di pace: esercitare la democrazia e la cittadinanza a scuola,
Paola Cagliari, pedagogista Istituzione Scuole e Nidi d'Infanzia, Comune di
Reggio Emilia
- Storie di storia: educare alla pace attraverso approcci interculturali
all'insegnamento, Paola Ferretti, ReggioScuola, Comune di Reggio Emilia
- Presentazione dei "PerCorsi di Pace" per le scuole di Reggio Emilia, Marco
Lodesani, Scuola di Pace di Reggio Emilia
- Lancio del concorso "Un logo per la pace" per la realizzazione di progetti
grafici per il logo della Scuola di Pace, Sabrina Montanari, Scuola di Pace
di Reggio Emilia
- Le sfide pedagogiche dell'educazione alla pace oggi, Fulvio Cesare Manara,
docente di Pedagogia sociale, Universita' di Bergamo
- Domande e riflessioni dal pubblico
- Pausa pranzo con buffet
*
ore 14,30 Ripresa dei lavori
- Laboratori di presentazione dei "PerCorsi di Pace" per l'anno 2007-2008
curati dalle seguenti associazioni: Centro Esserci; Giolli - Centro Ricerche
su Teatro dell'Oppresso; Granello di Senapa; Jaima Sahrawi; Laboratorio per
la Nonviolenza nell'Associazione Mag6; Mlal ProgettoMondo; Papa Giovanni
XXIII e coop. soc. Libera-Mente; Unicef.
*
Corso riconosciuto dall'Usp di Reggio Emilia come attivita' formativa per i
docenti.
*
"La scienza della nonviolenza sta prendendo forma. Non siamo ancora
consapevoli di tutti i suoi aspetti. C'e' un ampio spazio per la ricerca e
l'esperimento in questo campo" (Mohandas K. Gandhi).
*
Per informazioni e iscrizioni: segreteria organizzativa della Scuola di Pace
presso Reggio nel Mondo, tel e fax: 0522541739, e-mail:
segscuoladipace at municipio.re.it, sito: www.comune.re.it

7. LE ULTIME COSE. LONTANO LONTANO

Lontano lontano continuano le stragi di innocenti afgani. Continuano le
stragi della guerra cui anche l'Italia sta partecipando.
Ma il nostro cuore e' piccino, il nostro sguardo e' miope, la nostra voce
adatta solo ai gorgheggi del belcanto.
E loro vengono sterminati, e noi mettiamo ogni impegno nel far bella figura
in societa'.
*
La guerra terrorista e stragista.
La guerra cui l'Italia partecipa in violazione della legalita'
costituzionale e del diritto internazionale.
La guerra che e' gia' il fascismo.
*
E adesso devo interrompere che ho lezione col maestro di danza e poi devo
vedere il sarto, e andar dal parrucchiere, caro il mio signor Jourdain.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 209 dell'11 settembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
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