Minime. 178



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 178 dell'11 agosto 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Letizia Lanza: Per amore della Terra
2. Un sito: www.coipiediperterra.org
3. Romano Guardini: La bilancia dell'esistenza
4. A Rimini dal 3 al 7 settembre
5. La "Carta" del Movimento Nonviolento
6. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. LETIZIA LANZA: PER AMORE DELLA TERRA
[Ringraziamo Letizia Lanza (per contatti: letizialanza at libero.it) per questo
intervento.
Letizia Lanza e' una prestigiosa intellettuale e poetessa; laureata in
lettere antiche presso l'Universita' degli Studi di Padova (con una tesi in
archeologia cristiana), perfezionatasi presso l'Universita' degli Studi di
Urbino (con una tesi in scienze dell'antichita' - Indirizzo filologico), da
lunghi anni interessata alla attivita' di ricerca persegue una prospettiva
di indagine di filologia storico-femminile, esplicandola sia al riguardo dei
documenti del passato sia nei confronti delle voci letterarie (italiane e
straniere) del presente: nell'ambito della classicita', suoi filoni
privilegiati di studio sono la poesia epica, essenzialmente "omerica" (con
la dotta contre-partie rappresentata dalla produzione parodica), la lirica
greca arcaica, la tragedia di Sofocle ed Euripide, ampi stralci della
produzione storica e letteraria della latinita'; a cio' si aggiungono, ora
piu' frequenti, le appassionate incursioni nel mondo dell'archeologia;
nell'ambito della modernita', i suoi interessi si appuntano principalmente
su presenze femminili "forti" quali Christine de Pizan, Emily Dickinson,
Virginia Woolf, Maria Zambrano, Ingeborg Bachmann - sia pure non
trascurando, di entrambi i generi, voci magari piu' recenti e vicine
(bastino tra tanti i nomi di Cesare Ruffato e Paolo Valesio); sul piano
socio-politico e' impegnata anche con interventi scritti in difesa
dell'ambiente, della biodiversita', della pace, della convivenza aperta nei
confronti dell'altro/a, quindi aliena da violenza; oltre all'attivita' di
scrittura, assieme all'impegno in seminari o lezioni universitarie (facolta'
di lettere di Bologna e Padova) ha preso parte a conferenze, convegni e
iniziative presso varie strutture (fondazioni, associazioni, musei,
istituzioni culturali le piu' varie) e collaborato a molte riviste  e siti
web; ha collaborato tra l'altro con la Fondazione Scientifica Querini
Stampalia Onlus di Venezia, con l'Associazione Iasos di Caria, con la
rivista della Boemia meridionale "Relationes Budvicenses", con la rivista
venezana "Nexus", con la Fondazione Luciano Bianciardi di Grosseto, con il
sito de "L'araba fenice", con la rivista on line "Senecio"; fa parte
dell'Associazione italiana di cultura classica, sezione di Venezia; fa parte
della Societa' italiana delle letterate; assieme a Luana Castelli, Francesca
Dissera, Anna Ponti e altre amiche veneziane fa parte del gruppo di ricerca
"Geografia di genere - Geografia di citta'" coordinato da Tiziana Plebani.
Tra le opere di Letizia Lanza: Archestrato, il cuoco degli dei (scritto in
collaborazione con C. D'Altilia, illustrato da M. Vulcanescu), Abano Terme,
Piovan Editore 1988; Sofocle. Problemi di tradizione indiretta (scritto in
collaborazione con L. Fort, premessa di M. Geymonat), Padova, Editoriale
Programma 1991; Ritorno ad Omero. Con due appendici sulla poesia africana,
Venezia, Supernova 1994; Scritti di donna, Venezia, Supernova 1995; Il gioco
della parola (1987-1995), Venezia, Supernova 1995; Eidola. Immagini dal fare
poetico, Venezia, Supernova 1996; Scripta selecta. Da oggi a oggi, Venezia,
Supernova 1997; Vipere e demoni. Stereotipi femminili dell'antica Grecia,
Venezia, Supernova 1997; Donne greche (e dintorni). Da Omero a Ingeborg
Bachmann, Venezia, Supernova 2001; Grecita' femminile. L'altra Penelope,
Venezia, Supernova 2001; Frustoli di scrittura. Tra paganesimo e misticismo
(postfazione di M. Ferrari), Venezia, Supernova 2002; Il diavolo nella rete
(premessa di F. Santucci, postfazione di G. Lucini), Novi Ligure, Edizioni
Joker 2003; Diabolica. Da oggi a ieri, Venezia, Supernova 2004; Poesie
soffocate, Venezia, Poligrafica 2005; Ludi, ghiribizzi e varie golosita',
Venezia, Supernova 2005; Levia Gravia 2004-2005, Venezia, Poligrafica 2006;
Le donne e l'antico. Ed. L. Fort - I. Lisovy, Ceske' Budejovice-Venezia,
Johanus 2006; Litora vitae honestae. Disputationes de magistro nostro,
collega et amico, Professore Franco Sartori (1922-2004). Ed. I. Lisovy - L.
Lanza, Ceske' Budejovice-Venezia, LaFOli 2006; Vino donne amori (di varia
antichita'), Venezia, Supernova 2006]

Senza dubbio alcuno - sembra perfino ozioso dirlo - il nostro sventurato
pianeta vien fatto sempre piu' oggetto di folle violenza - quotidiana,
inaudita: bastino i mille roghi criminali che, solo in questi mesi, hanno
insanguinato l'Italia con la distruzione massiccia di specie animali e
vegetali (oltre a malcapitati rappresentanti della nostra genia). Mancano le
parole a qualificare gli incendiari (e manca soprattutto la speranza di pene
adeguate...).
C'e' ormai - pervasiva, dominante - un'idea di sopraffazione e di profitto
talmente diffusa da sembrare incontrastabile. Non c'e' settore della
societa' cosiddetta "umana" che si presenti immune da calcoli di guadagno
selvaggio - se sporco o malavitoso poco importa. Latita a ogni livello
l'attenzione - la cura - per l'ormai devastata salute ambientale: ossia a
dire, banalmente, per la vita.
Si fa di tutto e di piu' pur di spalancare nuove direttrici al cosiddetto
"progresso".
*
Rientra in cio' (un esempio tra tanti) lo sviluppo fuori controllo del
traffico aereo nell'areoporto di Roma Ciampino, dovuto in buona misura
all'attivazione di compagnie low cost e avvenuto - come denuncia il relativo
Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale - "nella piu' totale
illegalita', al di fuori di ogni controllo", dunque in maniera tale da
causare seri "problemi alla popolazione di Ciampino, S. Maria della Mole e
di una parte consistente della citta' di Roma interessata dalla rotta di
atterraggio. I velivoli sorvolano le abitazioni 'ad altezza ravvicinata',
arrivano in talune fasce orarie ad una frequenza parossistica - un volo ogni
2 minuti - scaricando ingenti quantita' di gas e polveri inquinanti sulla
popolazione inerme, rendendo l'aria irrespirabile e generando rumore
intollerabile sia di giorno sia di notte".
Quanto mai opportuna, allora, la denuncia della grave situazione -
tristemente confermata dai dati ufficiali: "La centralina di monitoraggio
della qualita' dell'aria finalmente installata a Ciampino dopo le pressioni
dei cittadini, ha gia' raggiunto in soli due mesi di rilevazioni (al 6
febbraio 2007) il limite massimo di sforamento delle polveri sottili PM10
non superabile in un anno secondo la normativa vigente. La centralina, tra
l'altro, non registra altre fonti gravemente inquinanti come il benzene o il
biossido d'azoto, presenti in elevata concentrazione nei gas di scarico
degli aerei. Stanno emergendo dati preoccupati sull'insorgenza di malattie
respiratorie nei bambini di Ciampino... appare inquietante il dato che la
Asl di Ciampino risulterebbe essere quella con la piu' alta spesa per
farmaci pro capite in Italia, soprattutto per farmaci anti-tumorali".
*
Sulla medesima linea si muove il Comitato che contrasta la costruzione di un
aereoporto a Viterbo - al cui riguardo (cito un nome a caso) Alessandro
Pizzi, gia' autorevole sindaco di Soriano nel Cimino, ribadisce che "mentre
lo sviluppo e' illusorio (lo dimostra cio' che avviene in altri luoghi), di
sicuro rimane il problema dell'impatto ambientale (produzione immane di gas
serra, di polveri sottili e inquinamento acustico)".
*
Come risaputo non sono un'addetta ai lavori, dunque non mi permetto di
proporre suggerimenti "tecnici": da donna e cittadina tuttavia (oltre che da
studiosa) posso - e lo faccio con convinzione - aderire alle articolate
proteste, riproponendo tra l'altro in chiusa le parole, a mio avviso
decisive, di Peppe Sini: il quale, a proposito del traffico aereo (per parte
mia comunque poco frequentato), invoca la "riduzione di questa forma di
mobilita' cosi' fortemente inquinante, energivora, dissipatrice di pubbliche
risorse, realmente anche antieconomica, profondamente iniqua".

2. STRUMENTI. UN SITO: WWW.COIPIEDIPERTERRA.ORG

www.coipiediperterra.org e' il sito del comitato che si oppone alla
costruzione di un nuovo aeroporto nel Lazio e si impegna per la riduzione
del trasporto aereo.
www.coipiediperterra.org e' un sito impegnato per il clima, l'ambiente, il
diritto alla salute, una mobilita' sostenibile e compatibile con scelte di
giustizia e modelli di sviluppo autocentrati con tecnologie appropriate,
rispettosi di tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
www.coipiediperterra.org e' un sito promosso e animato da persone amiche
della nonviolenza.

3. MEMORIA. ROMANO GUARDINI: LA BILANCIA DELL'ESISTENZA
[Dal sito www.nostreradici.it riprendiamo la commemorazione di Sophie e Hans
Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell, Willi Graf e del professor
Huber, tenuta da Romano Guardini a Tubinga il 4 novembre 1945, cosi come
pubblicata in traduzione italiana, col titolo "La bilancia dell'esistenza.
Commemorazione di Sophie e Hans Scholl, Christoph Probst, Alexander
Schmorell, Willi Graf e Prof Dr. Huber", alle pp. 33-45 del volume di Romano
Guardini, La Rosa Bianca, Morcelliana, Brescia 1994 (a cura di Michele
Nicoletti e con un'appendice di Paolo Ghezzi).
Romano Guardini, filosofo e teologo tedesco di origine italiana (Verona
1885 - Monaco 1968); docente universitario dapprima a Bonn, poi a Berlino,
il regime nazista lo costrinse ad abbandonare la cattedra; nel dopoguerra ha
insegnato a Tubinga e a Monaco di Baviera. Opere di Romano Guardini:
segnaliamo almeno: Der Herr (1937); Welt und Person (1939); Das ende der
Neuzeit (1950); Sorge um des Menschen (1962); in italiano segnaliamo anche
almeno Natura, cultura, cristianesimo. Saggi filosofici, Morcelliana,
Brescia 1983; Fede, religione, esperienza. Saggi teologici, Morcelliana,
Brescia 1984; ed in particolare il libriccino che raccoglie due discorsi
commemorativi pronunciati da Guardini in memoria del gruppo dei giovani
resistenti e martiri antinazisti di Monaco: La Rosa Bianca, Morcelliana,
Brescia 1994; presso l'editrice Morcelliana sono in corso di stampa le opere
complete. Opere su Romano Guardini: la piu' importante biografia e' quella
di H.-B. Gerl, Romano Guardini. La vita e l’opera, Morcelliana, Brescia
1988; un saggio d'interpretazione e' quello di Hans Urs von Balthasar,
Romano Guardini. Riforma delle origini, Jaca Book, Milano 1970.
Sulla Rosa Bianca: tra il 1942 ed il 1943 un gruppo di studenti ed un
professore di Monaco realizzarono e diffusero una serie di sei volantini
clandestini antinazisti. I primi quattro volantini si aprivano col titolo
"Fogli volanti della Rosa bianca" ed erano diffusi in poche centinaia di
copie; gli ultimi due intitolati "Fogli volanti del movimento di Resistenza
in Germania" ciclostilati in qualche migliaia di copie. Scoperti, furono
condannati a morte e decapitati gli studenti Hans Scholl, Sophie Scholl,
Christoph Probst, Willi Graf, Alexander Schmorell ed il professor Kurt
Huber. Opere sulla Rosa Bianca: Inge Scholl, La Rosa Bianca, La Nuova
Italia, Firenze, 1966, rist. 1978 (scritto dalla sorella di Hans e Sophie
Scholl, il volume - la cui traduzione italiana e' parziale - contiene anche
i testi dei volantini diffusi clandestinamente dalla Rosa Bianca); Klaus
Vielhaber, Hubert Hanisch, Anneliese Knoop-Graf (a cura di), Violenza e
coscienza. Willi Graf e la Rosa Bianca, La nuova Europa, Firenze 1978; Paolo
Ghezzi, La Rosa Bianca. Un gruppo di resistenza al nazismo in nome della
liberta', Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1993; Romano Guardini, La Rosa
Bianca, Morcelliana, Brescia 1994; Paolo Ghezzi, Sophie Scholl e la Rosa
Bianca, Morcelliana, Brescia 2003. Alcune piu' dettagliate notizie
biografiche sui principali appartenenti al movimento di resistenza della
"Rosa bianca" sono nel n. 909 de "La nonviolenza e' in cammino" (altri
materiali ancora nei nn. 910 e 913)]

I
Miei gentilissimi ascoltatori!
Ringrazio i familiari e gli amici delle persone nel cui nome ci siamo
riuniti per la fiducia che mi hanno accordato, chiedendomi di pronunciare
qualche parola di commemorazione.
Si puo' ricordare un uomo soltanto dicendo come in verita' egli e' stato; ma
ci sono strade diverse per giungere alla verita' della sua vita.
La prima via e' quella di tentare di comprendere, sotto la guida dell'amore
e la vigilanza della riflessione, la sua personalita' e il percorso della
sua vita, spingendosi sempre piu' a fondo in cio' che gli e' proprio, fino a
quando il suo essere ne risulta alla fine chiaramente illuminato. Non posso
percorrere questa via, non avendo conosciuto di persona gli uomini di cui
oggi onoriamo la memoria; e gli appunti e i racconti non possono sostituire
cio' che solo l'incontro vivo puo' rivelare.
C'e' pero' un'altra via, ed e' quella di domandarsi quali idee essi hanno
servito e da quali valori si sono sentiti obbligati ad agire. Anche questa
via conduce alla verita' della loro vita; cosi', infatti, e' l'uomo: vive di
cio' che e' fondamentale ed eterno, come di cio' che e' individuale e
temporale, ovvero lo tradisce e lo trascura e ne e' poi condizionato. Questa
e' la via che cerchero' di seguire. Anche se il mio discorso non si
soffermera' a lungo sulle persone in quanto tali, lo sguardo restera'
tuttavia costantemente rivolto a loro. E io spero che dalle cose che devo
dire cadra' una luce chiara sul loro essere e sul loro agire e li
rischiarera', cosi' come la nostra esistenza confusa puo' essere rischiarata
soltanto dall'eterno.
Su quale bilancia si pesa la vita di un uomo? Secondo quale ordine si tirano
le somme, da cui risultano il guadagno e la perdita di questa vita, e appare
chiaro il suo senso ultimo? Di fronte alla natura non si puo' parlare di
bilancia, perche' tutto va come deve andare secondo la sua legge intrinseca.
Ma nell'uomo l'agire e l'essere sono affidati alla liberta', e liberta'
significa che si puo' fare qualcosa di giusto, ma anche di sbagliato, che si
puo' preservare qualcosa ma anche che qualcosa si puo' corrompere. Qual e'
dunque la bilancia, e quale l'ordine?
*
II
Ci sono diverse bilance e diversi ordini, a seconda dell'ambito
dell'esistenza.
Un primo ordine si riferisce alle cose materiali. Il termine non e' usato in
senso spregiativo, perche' le cose sono affidate all'uomo affinche' egli le
usi rettamente, per il proprio benessere, come anche per realizzarne
l'intrinseca finalita'. In questo ordine troviamo l'ambito ristretto in cui
l'uomo "viene al mondo" e prende posto in esso, ossia la casa, il cui
governo risiede anzitutto nella cura e nell'uso delle cose.
Fuori della casa l'uomo entra nella professione: anche il lavoro si rivolge
prevalentemente alle cose, alla loro acquisizione e utilizzazione. Lo stesso
vale ancora per la comunita' e per lo Stato: le cose costituiscono il
fondamento e l'impalcatura della loro esistenza. In massima parte la vita
dell'uomo e' una relazione con le cose e in questo ambito l'ordine e' quello
della retta amministrazione.
Questa si caratterizza per la responsabilita' che l'uomo esercita nei
confronti della propria esistenza e dell'esistenza altrui, entrambe
bisognose di molte cose, e per sua personale responsabilita' nei confronti
delle cose stesse; perche' l'uomo e' responsabile anche se spesso ritiene di
poter fare con le cose cio' che gli dettano l'arbitrio e la volonta' di
potenza. C'e' un atto di accusa che si leva dalle cose di cui si e' fatto
abuso. Le Lacrimae rerum di cui parla Virgilio, lacrime della creatura che
patisce violenza, sono piu' vere di quanto sospetti la superficialita' della
vita quotidiana. E c'e' una vendetta delle cose di cui si e' abusato, una
vendetta che non si lascia facilmente scorgere in ogni suo singolo atto
perche' si compie seguendo binari nascosti e attraverso movimenti
impercettibili. Ma la percepiamo nel sentimento inquietante che ci assale
quando le relazioni economiche e sociali non sono in ordine, fino al momento
in cui questa vendetta non si manifesta in catastrofi che nessuno puo' piu'
ignorare.
Le azioni vengono pesate sulla base di quest'ordine. Si misurano
sull'onesta', sulla fedelta' e la prudenza, virtu' poco appariscenti,
faticose ma fondamentali per la vita. San Benedetto da Norcia, che e' stato
definito il padre dell'Occidente perche' appartiene alla schiera di coloro
che salvarono l'eredita' del mondo antico e imbrigliarono il caos delle
migrazioni dei popoli dandogli una nuova forma, nel capitolo 31 della sua
Regola dice che il cellerario, che presiede agli averi e ai beni del
monastero, deve considerare le cose quasi vasa altaris, come i calici del
culto divino.
In queste parole non vi e' certo una sopravvalutazione delle cose possedute:
sono parole, infatti, che stanno nella stessa Regola che conduce quanti la
seguono al distacco estremo dalle cose. Il loro idealismo, piuttosto,
esprime il senso della realta' tipico dell'uomo romano, che sapeva che solo
la coscienziosita' quotidiana puo' fondare l'ascesi, per poter raggiungere
davvero l'altezza dello straordinario. Tutto questo si avvicina molto alla
nostra situazione contemporanea, perche' di nuovo la "forma" di un'epoca
vacilla, e l'uomo e' abbandonato e la distretta e' cosi' grande che nessuno
sa come le poche cose a disposizione possano bastare, secondo le parole del
Vangelo, "per cosi' tanti".
L'ordine delle cose deve essere rispettato in ogni caso - benche' affondi le
sue radici in strati piu' profondi di quanto si pensi. L'uomo, infatti, non
fa giustizia alle cose materiali seguendo una concezione puramente
materiale. Le cose hanno in se' il potere di ribellarsi e insorgono contro
chi si sottrae alla propria responsabilita' nei confronti dello spirito.
Malgrado cio', l'ordine di cui parliamo va senz'altro rispettato. Riposa
sulla natura del creato, sulla fiducia e sull'accortezza e si afferma nella
prosperita' dei rapporti umani. E' qualcosa di grande essere amministratori
dell'esistenza.
Ma da questo punto di vista non ci sarebbe molto da dire, sulle persone che
qui ricordiamo. Non so come si siano comportati con i loro beni e i loro
averi; certo erano quasi tutti giovani e probabilmente, per un bel libro o
una giornata felice, avrebbero sacrificato cio' che forse sarebbe stato
necessario per mangiare e vestirsi. E non sarebbero stati da biasimare,
perche' e' una prerogativa dei giovani il poter credere che di fronte allo
spirito e alla vita la razionalita' delle cose non abbia alcun peso.
*
III
Un secondo ordine e' quello dell'azione e dell'opera: dell'azione, che
scopre e conquista, intraprende e plasma, vince la necessita' e compie la
salvezza; dell'opera, che ordina i rapporti tra gli uomini, fonda
l'autorita' e il diritto, produce la scienza e l'arte. Senza dimenticare
cio' che fluisce sempre di nuovo nella corrente della vita e non si puo'
piu' distinguere e diviene chiaro solo nella rivelazione di tutto l'umano
alla fine dei tempi: l'amore in tutte le sue forme, il proteggere e
dispiegare, sciogliere e liberare, aiutare e curare. Tutto cio' proviene
dalla forza della liberta', dalla profondita' dello spirito, dalle sorgenti
del cuore e, dall'altro lato, dalle possibilita' della storia e dalle
esigenze del momento. Cio' sta in un ordine che dalla semplicita' di ogni
giorno sale fino all'altezza dell'eroe e del genio. Nell'ordine dell'azione
retta e dell'opera pura, si deve fare e agire non come raccomandano
l'ambizione e l'interesse, ma come esige la cosa stessa.
Qui sono richieste altre virtu': il coraggio, che abbandona il terreno
protetto ed esce all'aperto perche' sente una chiamata; la forza di
cominciare, che rinuncia alle cose conosciute e ne osa di nuove, perche'
qualcosa di dentro la spinge; la prontezza che si mette a disposizione di
cio' che non e' ancora, ma che deve essere. Anche qui c'e' un peso sulla cui
base viene misurato l'uomo e il suo agire: se e' attento e risponde alla
chiamata che giunge dallo spazio del possibile; se e' puro in spirito e non
confonde la chiamata con i desideri egoistici; se e' pronto a prendere su di
se' le angosce e i dolori del divenire.
Non e' cosi' facile comprendere cio' che avviene in quest'ambito rispetto
all'ambito precedente dove avviene cio' che deve accadere; qui e' in gioco
una grandezza che non consiste in numeri, ma in una nobilta' interiore, che
puo' essere propria di un semplice gesto e puo' mancare dove si fanno largo
le masse e i milioni di individui. Ma anche questi eventi hanno la loro
ragione, in quanto hanno il loro ordine. La ragione non e' affatto cosi'
misera come spesso si vuol far credere. Essa e' vasta quanto il mondo. E' la
capacita' di riflettere sugli ordini dell'esistenza. Puo' dunque riconoscere
anche l'ordine dell'agire e del creare, solo che, per questo, ha bisogno di
uno sforzo piu' onesto e piu' profondo esponendosi sempre al rischio di
considerare come errato cio' che e' inconsueto.
Come e' lontana dal comune modo di pensare la vita di un ricercatore, che
dimentica piaceri e salute per trovare una verita' ancora sconosciuta! Come
e' insensata la sofferenza di un artista, che si consuma per la sua opera!
Come e' incomprensibile l'atteggiamento di chi, chiamato da un'ora della
storia, fa cio' che essa richiede, anche se cosi' soccombe! E come e'
assurdo per un osservatore indifferente il comportamento di chi ama, quando
un'altra persona gli ha affidato sua vita, o quando si sente obbligato dal
bisogno di chi e' stato abbandonato! Anche qui c'e' un ordine piu' potente
di quello delle cose materiali; piu' inesorabile nelle sue conseguenze se
viene violato, piu' ricco di frutti se viene realizzato; un ordine che e'
immediatamente trasparente solo a chi gia' vi appartiene.
Le persone di cui facciamo memoria sono vissute in questo ordine.
Appartenevano al mondo dell'universita', un mondo che e', nonostante tutto,
uno dei mondi piu' nobili che esistano, perche' ha degli obblighi solo nei
confronti della verita'. Negli anni scorsi l'universita' e' stata umiliata.
E' stato corrotto il suo rapporto con la verita' e con cio' la sua essenza
e' stata distrutta. E' stata ridotta a strumento al servizio di fini
politici. I fratelli Scholl e i loro amici volevano che l'universita'
ridiventasse cio' che deve essere: una comunita' che vive nella dedizione
alla verita', e per questo hanno osato tutto.
Ma oltre a cio', ad essi importava l'onore del popolo tedesco, la sua vita
spirituale, la sua vocazione autentica. Per questo si sono ribellati contro
il degrado e la distruzione causata al popolo da quelli che si proclamavano
le sue guide, e la loro azione, impotente se considerata da un punto di
vista realistico, forse perfino folle, porta in se' questo significato ed e'
assurta a simbolo della nobilta' umana.
*
IV
Abbiamo parlato di due ambiti di vita: quello delle cose e del loro ordine,
che si realizza nella fedelta' di un lavoro di "amministrazione"; e quello
dell'agire creativo e del suo ordine, che si realizza nell'obbedienza alla
chiamata interiore. Entrambi gli ordini hanno i loro problemi e le loro
necessita'. Tanto piu' e' difficile comprenderli, quanto piu' grandi
diventano i loro compiti; ma nonostante cio' si possono comprendere a
partire da loro stessi, perche' hanno il loro fondamento nell'essenza delle
cose e della vita. In questo trovano anche la loro garanzia, e chi realizza
questo ordine si fonda su questa garanzia. C'e', pero', ancora un altro
ordine, che non e' fondato nel mondo e nella vita; che non e' garantito da
queste realta' e che percio' non si puo' comprendere ne' giustificare a
partire da esse. La sua origine e' nel cuore di Dio.
Un tale ordine e' stato portato nel mondo per mezzo di Gesu' Cristo. In Lui
si fonda il suo senso, e solo a partire da Lui puo' essere riconosciuto. Si
potrebbe obiettare che queste cose qui non c'entrano; ma noi dobbiamo
parlare della verita', di cui le persone che ricordiamo hanno vissuto, e il
cuore di questa verita' e' qui. Contraddiremmo la loro stessa volonta', se
non ne parlassimo.
Allora dobbiamo parlare di Cristo e dobbiamo domandarci, come dobbiamo
considerare Cristo stesso, affinche' ci divenga chiaro l'ordine che Egli ha
fondato. Cristo non e' un "grande" nell'ordine dei "grandi uomini", non e'
nemmeno il "piu' grande" di tutti, ma e' Colui nel quale Dio e' venuto tra
gli uomini. Ed e' venuto non come Egli viene in ogni cuore nobile, in  ogni
spirito elevato, ma in un modo che rivela gia' da se' la totale alterita'
che qui e' in gioco: la rivela - per usare una parola che Egli stesso ha
pronunciato - fino allo scandalo. In Cristo il Figlio di Dio, che non ha
bisogno di nulla e che non e' determinato da alcuna necessita', e' entrato
nell'orizzonte del tempo e si e' fatto uomo. E ha fatto questo per
ricondurre al Padre nell'amore del suo cuore il mondo che si era perduto e
per guidarlo verso una nuova vita.
Non c'e' qui grandezza in senso naturale; ne' l'audacia dell'eroismo umano
ne' il mistero della creativita' terrena. Si sbaglia del tutto, se si usano
criteri derivati dalla nostra esistenza immediata. Qui c'e' qualcosa la cui
essenza puo' essere compresa solo da se stessa: l'atto dell'amore. Non
quell'amore di cui parlano filosofi e poeti, si chiamino Platone o Dante, ma
un amare che comincia in Dio e fa si' che l'Eternamente Compiuto - che
sarebbe cio' che Egli e' anche se non ci fossero ne' il mondo ne' gli
uomini - si offra per elevare l'uomo nella Sua propria vita. Se uno dice di
comprendere questo, esamini pure se stesso: forse non sa nemmeno di che cosa
parli. La comprensione autentica comincia con l'inquietudine provocata
dall'inaudito. Si fa poi strada nella cognizione che questa realta'
apparentemente priva di senso costituisce il senso ultimo di tutte le cose.
Infine si compie nell'abbandono della fede in cio' che supera ogni realta'
terrena.
Questo si e' compiuto per opera di Gesu' Cristo e si e' compiuto in modo
tale da dare inizio ad una nuova esistenza. La fede significa collocarsi in
questo inizio: considerare il sensus Christi come quello vero; accogliere la
realta' che Egli annuncia come quella definitiva; perfezionare, nella
propria vita, la propria forza con la forza che Egli stesso da'.
Nel nocciolo piu' intimo di questa vita sta il sacrificio. Di nuovo, pero',
dobbiamo distinguere, e voi non dovete risparmiarvi questo continuo
esercizio del dire "non cosi', ma cosi'". Perche' per gli uomini che oggi
ricordiamo il discernimento delle cose essenziali era un proposito
importante. Erano impegnati a superare la sconfinata confusione dei
concetti, il terribile travisamento e imbrattamento dei valori spirituali
che si insinuava ovunque, tesi a far emergere le essenze nella loro nuda
verita' e a ristabilire gli ordini dell'esistenza cosi' come essi sono
veramente. Per questo deve essere anche chiaro che cosa significa
"sacrificio" in questo ambito, qui dove ci avviciniamo all'interiorita' piu'
profonda.
Di certo nessuna grande azione, nessuna opera autentica, nessuna relazione
umana sincera e' possibile senza che l'uomo vi arrischi cio' che e' suo. Ma
il senso di una tale donazione sta nell'essenza stessa della vita, e'
fondata nella legge del "muori e divieni", e anche l'estrema spoliazione
trova qui una giustificazione ed una assicurazione. Ma la donazione, che
guida la vita di Gesu' e che si compie nella sua morte, e' qualcosa di
diverso. Cristo sta nell'esistenza terrena e contemporaneamente al di fuori
di essa, sta insieme tra tempo ed eternita', e la', nell'ultima solitudine,
responsabile solo verso il Padre e riconosciuto solo da Lui, porta a
compimento il destino del mondo. E' il sacrificio di Cristo quello che il
credente, ognuno a suo modo e secondo la sua misura, deve compiere nella
propria vita.
Da questo sacrificio il credente ottiene una liberta' estrema, ormai
inattaccabile. Nessuno oserebbe compiere un'azione il cui fallimento fosse
assolutamente certo, perche' la giustificazione di ogni azione sta, in
ultima istanza, proprio nell'efficacia ch'essa realizza nella struttura
della vita e nel corso della storia. Nessuno comincerebbe un'opera, se fosse
certo che questa non possa riuscire: quale creazione, infatti, e' quella che
non puo' compiersi? Ogni agire e ogni creare dipende dunque dalle
possibilita' che il mondo e la vita gli danno, e resta legato ad esse.
Quel sacrificio, invece, che il credente compie in unita' d'intenzione con
Cristo, spera certo anch'esso di poter avere la sua efficacia nella vita
immediata - come potrebbe rinunciare a questa speranza? - ma non dipende
dalla sua realizzazione, perche' il suo senso autentico e' riposto altrove.
Puo' fallire, puo' restare nella congiuntura dell'esistenza privo di ogni
effetto riconoscibile, puo' tramontare nell'oscurita' dell'ignoto - tutto
cio' non toglie il suo senso proprio. In ultimo questo sacrificio e'
compiuto davanti a Dio solo, e' affidato alla Sua sapienza ed e' rimesso
nelle Sue mani, affinche' Egli lo inserisca nel grande conto del mondo, dove
Egli vuole.
Non si puo' capire questo comportamento partendo solo da presupposti
terreni, ne' da un'etica del disinteresse ne' da una filosofia della
creazione e della storia. Vive della fede nel nuovo inizio, che si e' aperto
in Cristo e che e' "scandalo e follia", come il Suo stesso agire e' stato.
In verita' questo agire sostiene l'esistenza umana. Rispetto
all'individualismo dell'epoca precedente, abbiamo imparato che cosa
significa comunita', anche se forse non ne sappiamo ancora abbastanza. Essa
penetra nel profondo, piu' di quanto generalmente percepiamo.
C'e' il legame che trae origine da tutta la nostra dipendenza dalle cose
materiali. Se lo dovessimo aver dimenticato, la distretta di oggi, in cui ne
va della vita stessa, ci riporta vicino a questa realta' in un modo che non
si puo' ignorare.
C'e' poi il legame costituito dal tessuto delle azioni e delle opere. Di
nuovo e' proprio il nostro tempo che ha insegnato a tutti coloro che
vogliono imparare, come l'azione del singolo diventa destino per tutti, nel
male, ma anche, grazie a Dio, nel bene. Per cio' che concerne le opere dello
spirito, della conoscenza, dell'ordine e della bellezza, queste sono nutrite
dalle correnti che sgorgano dalla vita di tutti e a loro volta divengono
sorgenti pronte a colmare ogni calice che si tenda verso di loro.
Poi pero' c'e' ancora un'altra, ultima comunita', che nasce dall'azione di
Cristo, di cui abbiamo parlato. La fede significa affidarsi a questa
comunita'; l'amore significa sostenerla con la vita. Essa scorre, sottratta
all'esperienza quotidiana, sotto la nostra esistenza. Nessuno sa da quali
vittorie tragga forza. Nessuno puo' dire dove e' stata sofferta la
liberazione che conduce la sua vita alla liberta'. E nessuna conoscenza
scientifica puo' stabilire sulla base di quali espiazioni di un'epoca viene
concessa la grazia di un nuovo inizio, di cui essa poi approfitta come se
fosse un fatto naturale.
Nella profondita' di questa comunita' hanno tratto origine i motivi ultimi,
che hanno determinato la vita di coloro di cui onoriamo la memoria. Non si
deve pensare con questo a nulla di eccezionale. Erano persone normali, che
vivevano intensamente la loro vita; gioivano delle cose belle che la vita
regalava loro, e sopportavano le difficolta' imposte. Guardavano diritto al
futuro, pronti all'opera buona e fiduciosi nelle promesse che la giovinezza
porta con se'. Ma erano cristiani per convinzione. Stavano nello spazio
della fede, e le radici della loro anima affondavano in quelle profondita'
di cui si e' parlato. Non e' nostro compito indagare in che modo siano
affiorate alla loro coscienza le interpretazioni ultime. Che sia successo,
sia pure in modo velato e indiretto, e' sicuro.
Di certo hanno lottato per la liberta' dello spirito e per l'onore
dell'uomo, e il loro nome restera' legato a questa lotta. Nel piu' profondo
hanno vissuto pero' nell'irradiazione del sacrificio di Cristo, che non ha
bisogno di alcun fondamento nell'esistenza immediata, ma sgorga libera dalla
fonte creativa dell'eterno amore.

4. INCONTRI. A RIMINI DAL 3 AL 7 SETTEMBRE
[Dagli amici dell'Operazione Colomba (per contatti: tel. e fax: 054129005,
e-mail operazione.colomba at apg23.org, sito: www.operazionecolomba.it)
riceviamo e diffondiamo]

Si terra' a Rimini dal 3 al 7 settembre 2007 un training di formazione per
volontari con disponibilita' di breve-medio periodo (15 giorni - 6 mesi)

Se c'e' posto per la nonviolenza nel tuo cuore, allora c'e' speranza per la
pace.
*
Cos'e' l'Operazione Colomba
In un contesto disumanizzato dalla guerra l'Operazione Colomba, il corpo
nonviolento di pace della Comunita' Papa Giovanni XXIII, e' una proposta di
speranza che si mette al fianco delle vittime per creare, con azioni
nonviolente, concreti spazi di riconciliazione e di pace.
*
Dove siamo
Attualmente siamo presenti in Uganda, in Palestina, in Israele ed in
Kossovo.
Nord Uganda: la guerra nascosta che ha coinvolto migliaia di bambini
soldato; Kossovo: la guerra dietro casa, tra spiragli di riconciliazione e
violenze quotidiane; Israele e Palestina: la polveriera mediorientale
pretesto di guerra ma anche speranza di pace per molti altri conflitti nel
mondo.
*
La condivisione diretta come punto di partenza
Andiamo a vivere con le persone maggiormente colpite dalla violenza del
conflitto (poveri, bambini, anziani, donne...) spogliandoci di quei
privilegi che provocano diffidenze e pregiudizi e condividendo con loro la
precarieta', le paure e le sofferenze che ogni guerra inevitabilmente
genera. Perche'?
*
Un concreto strumento di pace e dialogo
Perche' vivendo con le vittime del conflitto, con e come loro, e cercando
contemporaneamente di dare risposte concrete alle loro esigenze quotidiane
con azioni specifiche, giorno dopo giorno, conquistiamo sul campo quella
fiducia che rende credibile la nostra proposta nonviolenta e concreto il
nostro essere strumento di pace al servizio dei piu' bisognosi.
E dove riusciamo ad avviare questo cammino di condivisione sui diversi
fronti del conflitto diventiamo incredibilmente ponte di dialogo tra le
parti... ed e' questo uno dei nostri principali obiettivi.
Per fare tutto cio' cerchiamo, insieme, di fare un cammino personale e di
gruppo sulla nonviolenza come modo di essere.
*
La nonviolenza come unica via per la riconciliazione
Il fine non giustifica mai i mezzi, tutt'altro, i mezzi determinano il fine;
per questo la nostra e' una scelta imprescindibile per la nonviolenza,
l'unica forza attiva in grado di sconfiggere l'ingiustizia senza piantare il
seme dell'odio e della vendetta, ma seminando quello dell'amore e della
riconciliazione.
*
Con le vittime contro le ingiustizie
Cerchiamo di essere vicini a tutte le vittime del conflitto,
indipendentemente da appartenenza politica, religiosa, etnica... manteniamo
il dialogo aperto sempre con tutte le parti coinvolte nel conflitto ma mai
rimaniamo neutrali di fronte ad una ingiustizia.
*
Nel concreto azioni nonviolente e creativita'
Per rendere concreto il sostegno alle situazioni di particolare bisogno ed
emergenza svolgiamo quotidianamente azioni nonviolente di interposizione,
denuncia, accompagnamento dei profughi, microcooperazione, mediazione,
protezione delle minoranze, animazione... e tante altre azioni frutto di una
incredibile creativita', forza dei poveri per la pace.
*
Quando
24 ore su 24, 12 mesi all'anno, perche' la pace non puo' piu' stare ai
comodi della guerra, e se ci credi...
*
Ora dipende anche da te
La nostra e' una proposta aperta a tutti, le capacita' e le professionalita'
di ognuno sono un valore aggiunto ai nostri progetti ma non sono vincolanti,
indispensabile e' invece la maggiore eta', una conoscenza sufficiente
dell'inglese parlato, la partecipazione all'intero corso di formazione e una
chiara affinita' con la proposta nonviolenta e la vita di gruppo.
*
Note tecniche
Gli argomenti trattati durante la formazione saranno: la Comunita' Papa
Giovanni XXIII; conoscenza della proposta dell'Operazione Colomba; elementi
di analisi nonviolenta dei conflitti; elementi di teoria e spiritualita'
della nonviolenza; trainings sull'intervento in zona di conflitto; elementi
sulla vita in gruppo; elementi per il fundraising; informazioni logistiche.
Il contributo spese e' di circa 50 euro e comprende il materiale di
formazione e il vitto e l'alloggio a Rimini per tutta la durata del corso.
Per iscriversi e' necessario compilare il modulo d'iscrizione scaricabile
dal nostro sito (www.operazionecolomba.it) e farcelo pervenire almeno dieci
giorni prima dell'inizio del corso.
La partecipazione al corso e' riservata ai volontari che intendono dare
disponibilita' a partire per i nostri progetti allíestero entro l'anno 2007.
*
Per contatti ed informazioni
Tel. e fax: 054129005 (chiedere di Marco o Alberto), e-mail
operazione.colomba at apg23.org , sito: www.operazionecolomba.it

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

6. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 178 dell'11 agosto 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
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