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Minime. 176
- Subject: Minime. 176
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 9 Aug 2007 00:25:44 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 176 del 9 agosto 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Maria G. Di Rienzo: Marziani, state a casa 2. Pasquale Pugliese e Raffaello Saffioti: Un incontro regionale nonviolento in Calabria 3. Adriano Apra' ricorda Michelangelo Antonioni 4. Augusto Cavadi: L'ecclesia, l'ecumene 5. Giovanna Providenti: Il diario di Gloria Chilanti 6. Riletture: Lea Melandri, La passioni del corpo 7. Riletture: Maria Montessori, Educazione alla liberta' 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: MARZIANI, STATE A CASA [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento. Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81] Tanti anni fa (io ero una bimba, per cui sono proprio tanti), fu inviata nello spazio una sonda, chiamata Pioneer 13 se non ricordo male, destinata a perdersi oltre i confini della nostra galassia. Recentemente ho letto che il suo viaggio procede senza intoppi, in cieli distanti, fra stelle sconosciute. Questa sonda reca un messaggio inciso su una lastra di metallo, le figure di un uomo e di una donna ed alcuni simboli: il suo scopo e' indicare alle eventuali forme di vita che lo ricevessero che l'umanita' e' pacifica e pronta ad accoglierle. Io non posso lanciare questo articolo dietro alla Pioneer per avvisare che si tratta di un'enorme menzogna, ma so che devo scriverlo e sperare nel miracolo: alieni, chiunque voi siate, non credeteci e restate sui vostri pianeti. Pacifici? Una cinquantina di guerre insanguinano la culla dell'umanita', giorno dopo giorno, anno dopo anno, milioni di morti, milioni di mutilati. Accoglienti? Abbiamo confini sempre piu' militarizzati che "difendono" aree sempre piu' piccole, di territorio o di idee. Non accogliamo neppure i nostri fratelli e sorelle di specie quando fuggono da poverta', conflitti armati e disastri ambientali, chi vogliamo prendere in giro? Amici di altre galassie, portate pazienza e ascoltatemi. Ho scelto un paese a caso, sul Pianeta Azzurro, per spiegarvi a cosa andreste incontro venendo qui. Non e' interessato da guerre, al momento, per lo meno sul territorio nazionale, ma questo non lo rende meno pericoloso. Ecco perche' non e' bene metterci piede. * 1. Le bambine, di qualunque gruppo sociale, religione o provenienza geografica, in questo paese della Terra non sono al sicuro. Figuriamoci se lo sarebbero bambine verdi con le antenne, originarie di Proxima Centauri. Bambine di undici anni vengono violentate dal vicino di casa-affettuoso baby sitter (21 aprile 2007). Gli abusi, secondo la ricostruzione degli investigatori, andavano avanti da oltre due anni e sono continuati fino a quando un'amichetta delle due undicenni, che si trovava in casa con il vicino insieme a loro, si e' accorta dei comportamenti strani dell'uomo. Cosi' la piccola ha convinto le due amiche a raccontare tutto ai genitori e lei stessa ha riferito quello che aveva visto a sua madre. Le mamme hanno poi accompagnato le figlie all'ospedale dove nel corso di una visita sono state riscontrate le violenze subite. Se appena ne compi dodici, di anni, ci pensano i tuoi parenti a prostituirti (sempre 21 aprile). Dopo un paio d'anni si scopre che e' tua madre a venderti: il costo delle prestazioni variava dai quindici ai trenta euro e i video degli incontri venivano conservati dai "clienti" sui cellulari, per fare pressione sulla ragazzina. Se quest'ultima opponeva resistenza, veniva ricattata con i filmati che mostravano i precedenti incontri sessuali, "Ti sei andata a coricare" si sente in una delle intercettazioni telefoniche, "e mi hai chiuso il telefono. Guarda che ti ricatto, ho le cose per ricattarti". In un'altra telefonata, uno degli uomini chiede alla ragazza se le si erano rimarginate le ferite provocate da un loro rapporto sessuale. Oppure trovi qualche brav'uomo, sposato con tutti i crismi e padre di due bambini, che dopo essersi portato a letto una dodicenne testimonia giulivo davanti al giudice: "Scherzavamo. C'e' stato solo qualche scambio di affettuosita'" (24 luglio 2007). E se soffri il peso di una disabilita' (in questo caso specifico motoria, e grave), non pensare che il violentatore di turno si fara' scrupoli, anzi, l'eta' si abbassa pure. Otto anni ha la bambina disabile costretta a prestazioni sessuali per un parente stretto, che le ha pure riprese con il videocellulare e passate agli amici (2 giugno 2007). * 2. Le donne, sempre con la stessa puntigliosa trasversalita', sono trattate come pezzi di carne sul bancone di un macellaio. Durante una lite, un uomo di 35 anni inizia a picchiare la sua compagna, trentenne, incinta di quattro mesi, con calci e pugni. Fino a procurarle un aborto. Poi ha prelevato il feto, e lo ha seppellito nella campagna vicina. La donna ha chiamato un'ambulanza per chiedere soccorso e, in un primo momento, ha raccontato ai medici solo dell'aggressione, senza menzionare l'aborto che tuttavia e' stato diagnosticato dai sanitari. Solo allora la donna ha riferito tutti i particolari dell'accaduto. Rintracciato l'aggressore, che si era nascosto in un casolare isolato, si e' potuto recuperare il corpicino da una fossa (8 luglio 2007). Ma non importa che tu riesca a metterli al mondo, i tuoi e suoi bambini. Ne puoi partorire persino quattro, e se lui pensa che tu lo tradisca ti sgozzera' davanti a loro. La donna di cui parlo e' morta in questo modo orribile, a 48 anni, per "una storia inesistente", dicono gli investigatori, "forse resa reale per l'uxoricida dal suo stato depressivo". L'uomo ha poi tentato il suicidio ferendosi all'addome con lo stesso coltello, una lesione giudicata dall'ospedale guaribile in pochi giorni. Il maggiore dei figli, che ha dato l'allarme ed e' fuggito da casa con gli altri fratelli, ha 16 anni (26 luglio 2007). E sappiate anche che il denunciare le violenze da parte delle donne e' inaccettabile ed e' immediatamente punito con violenze ulteriori. Un pensionato viene arrestato per reiterate violenze sessuali ai danni di un quattordicenne. Dopo un periodo di detenzione, ottiene gli arresti domiciliari per motivi di salute. Cerca di far ritrattare le proprie dichiarazioni ad una testimone dell'accusa, ma costei si rifiuta: l'uomo la picchia e la stupra (6 luglio 2007). Non va meglio se la protesta contro la violenza e' collettiva, pubblica e organizzata, ne' importa che il motivo per cui si protesta sia l'omicidio insensato di una giovane (questioni di "onore"): la ritorsione e' solo differita, per motivi di opportunita'. Si aspetta che una delle organizzatrici si trovi da sola, e la si insulta e minaccia di morte. Le prime parole che gli aggressori dicono rivelano tutto: "Devi smettere di parlare..." (29 giugno 2007). * 3. In questa specifica nazione del pianeta Terra si sta allevando una generazione di giovanissimi spacciando loro per valori la sopraffazione, l'arroganza e la legge della giungla. Due studenti quindicenni portano di forza un loro coetaneo nei bagni della scuola: qui il ragazzino viene violentato da uno dei compagni mentre l'altro riprende la scena con il telefonino. La vittima, che ha un piccolo deficit di apprendimento ed e' seguito da un insegnante di sostegno, ha poi raccontato tutto, settimane dopo, alla madre, quando un familiare aveva avuto la notizia dell'esistenza di quelle immagini (26 maggio 2007). Molti episodi, che siano meno cruenti o analoghi, non raggiungono la stampa, ma la loro crescita e' ampiamente testimoniata. Il bullismo comincia ad uccidere anche in questo paese (almeno una vittima si e' data la morte per sfuggirvi, quest'anno), e in piu' abbiamo spacciatori dodicenni di droghe leggere provenienti da rinomate e benestanti famiglie, e bambine di dieci anni che "tirano" coca perche' fa dimagrire. Per non parlare dei filmati shock che vengono allegramente messi in internet e dove si puo' ammirare la cricca dei bulli minorenni che tormenta la vittima di turno. * 4. La sanita' mentale, in questo paese, e' uno stato ampiamente minoritario. Soprattutto fra chi ha potere decisionale o autorita' di qualche tipo. Prendete i sindaci. Uno si sveglia la mattina e decide che i bambini "nazionali" hanno piu' diritti dei bambini immigrati. Nelle graduatorie per gli asili nido comunali, passeranno avanti grazie alla cittadinanza di mamma e papa'. E badate bene: "Qualora gli istituti non volessero accogliere la richiesta, il sindaco e' pronto a intervenire con un'ordinanza". Chi viene da 'fuori" e' un problema, tuona il primo cittadino, e percio' ha in progetto di realizzare un sistema di monitoraggio tramite telecamere piazzate su tutto il territorio comunale: scuole, parchi, piazze, periferie, frazioni... Il Grande Fratello in perpetuo, ventiquattr'ore su ventiquattro, e' semplicemente geniale, no? (27 luglio 2007). Un altro sindaco si trova con un caso di stupro sul proprio territorio, otto minorenni che violentano una coetanea e cosa fa? Tira fuori dal bilancio comunale le spese legali per gli accusati, forse ignorando che la difesa legale e' garantita d'ufficio anche agli indigenti (ma i fanciulli non sarebbero affatto indigenti). Di fronte alle reazioni provenienti da membri autorevoli del suo partito, gli da' dei "talebani", ricorda che sono loro ad aver bisogno di lui e non viceversa, e si organizza una micromanifestazione di sostenitrici per far vedere a tutto il mondo che le donne non sono schifate e offese dal suo comportamento, anzi (18 luglio 2007). Cos'abbiamo, ancora? Parlamentari tristi e stanchi, consumati dalla lotta alla droga, dalla tolleranza zero e dal "family day" che sono costretti, causa lontananza dall'amata moglie, a festini a base di cocaina e prostitute. Sacerdoti che, nei guai con la legge per l'ennesima volta, denunciano "complotti" giudaico-massonici. (Questa dichiarazione mi ricorda qualcuno, qualcuno con baffetti e divisa, ma no, non e' Chaplin). Ministri della Repubblica che prontamente assicurano la loro "vigilanza" sui complotti... * Miei cari ET, cosa devo dirvi di piu'? Di qualsiasi costellazione siate originari, restateci. O almeno non mettete piede in Italia, fino a che non diventiamo un paese civile. * Post scriptum: Gli episodi di cronaca succintamente narrati sono avvenuti in varie parti d'Italia. Gli autori degli atti di violenza erano cittadini italiani e cittadini immigrati; le vittime pure. 2. INCONTRI. PASQUALE PUGLIESE E RAFFAELLO SAFFIOTI: UN INCONTRO REGIONALE NONVIOLENTO IN CALABRIA [Da Pasquale Pugliese (per contatti: puglipas at interfree.it o anche educazione at nonviolenti.org) e da Raffaello Saffioti (per contatti: rsaffi at libero.it) riceviamo e diffondiamo. Pasquale Pugliese, educatore presso i Gruppi educativi territoriali del Comune di Reggio Emilia, dove risiede, laureato in filosofia con una tesi su Aldo Capitini, e' impegnato nel Movimento Nonviolento (del cui comitato di coordinamento fa parte), nella Rete di Lilliput ed in numerose iniziative di pace; e' stato il principale promotore dell'iniziativa delle "biciclettate nonviolente". Raffaello Saffioti, amico della nonviolenza, infaticabile promotore di iniziative di pace, solidarieta', cultura, e' animatore dell'esperienza della Casa per la pace "Domenico Antonio Cardone" di Palmi ed e' segretario dell'Associazione amici dell'Antiquarium e dell'Associazione amici della Pietrosa] Cari amici, in occasione del XXII congresso nazionale del Movimento Nonviolento, che si svolgera' a Verona nelle giornate dal primo al 4 novembre 2007, ci pare cosa buona convocare un incontro regionale in Calabria degli scritti al nostro Movimento, degli abbonati ad "Azione nonviolenta" e di tutti gli amici della nonviolenza calabresi che vogliono essere presenti, sia per presentare i temi e del congresso e raccogliere su di essi stimoli e riflessioni, sia per creare un primo momento di conoscenza e collegamento tra tutti coloro che nella nostra regione sono impegnati nelle molte iniziative di cambiamento orientate alla nonviolenza. Le due ragioni ci sembra che si possano intersecare proficuamente ed anzi si rinforzino a vicenda. Il congresso del Movimento Nonviolento ha come tema principale "La nonviolenza e' politica per il disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti", e si pone come momento conclusivo di un percorso di ricerca culturale e politica sviluppato dal 2000 ad oggi e di apertura di una nuova fase di iniziative declinate sotto diversi aspetti, come sviluppati dai diversi gruppi di lavoro previsti: dalle "risposte di movimento alla crisi della politica" ai "corpi civili di pace", dall'"educazione alla nonviolenza" alla "resistenza nonviolenta contro il potere mafioso" ecc. * D'altro canto in Calabria sempre piu' amici della nonviolenza - in alcuni casi iscritti al Movimento, in altri lettori della nostra rivista - portano avanti importanti lotte culturali, politiche ed educative sui medesimi temi, ma spesso in maniera isolata. In un contesto difficile come questo pensiamo che l'esigenza della conoscenza, del collegamento e del sostegno reciproco sia sentita da tutti come prioritaria e in questo senso vogliamo fornire un'occasione d'incontro, che possa portare a futuri sviluppi della nonviolenza nella nostra regione, e sia di incoraggiamento alle iniziative del Movimento Nonviolento nella sua dimensione nazionale. A questo scopo siete invitati a partecipare all'incontro che si svolgera' a Palmi (Reggio Calabria) sabato 25 agosto alle ore 16,30 presso la sede dell'Associazione Casa per la Pace "D. A. Cardone", in piazza San Rocco. Un fraterno saluto. Per il comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento Pasquale Pugliese (per contatti: educazione at nonviolenti.org) Per l'Associazione Casa per la Pace "D. A. Cardone" di Palmi Raffaello Saffioti (per contatti: rsaffi at libero.it) * Al fine della migliore organizzazione dell'incontro, chiediamo di comunicare l'adesione a Raffaello Saffioti, tel. 096622183; cell. 3496836404 3. MEMORIA. ADRIANO APRA' RICORDA MICHELANGELO ANTONIONI [Dal quotidiano "Il manifesto" del primo agosto 2007, col titolo "Dialoghi cosi' falsi da sembrare veri". Adriano Apra' (Roma 1940), acutissimo studioso di cinema, fondatore della rivista "Cinema & film", promotore di numerose iniziative, autore di numerosi saggi, e' una delle figure piu' vive della cultura cinematografica in Italia. Michelangelo Antonioni (1912-2007), regista cinematografico italiano. E' difficile dire in poche parole perche', ma taluni suoi film si imprimono nell'animo della persona che li vede come emblemi di un enigma che ci riguarda. Tra le opere di Michelangelo Antonioni: i film (prescindendo dai cortometraggi): Cronaca di un amore (1950); I vinti (1952); La signora senza camelie (1953); Tentato suicidio (episodio di Amore in citta', 1953); Le amiche (1955); Il grido (1957); L'avventura (1959); La notte (1961); L'eclisse (1962); Deserto rosso (1964); Il provino (episodio de I tre volti, 1965); Blow-up (1966); Zabriskie Point (1970); Chung Kuo, Cina (1972); Professione: reporter (1974); Il mistero di Oberwald (1980); Identificazione di una donna (1982); Al di la' delle nuvole (1995); Eros (2004). Antonioni ha anche scritto libri e realizzato opere in altre modalita' delle arti figurative. Opere su Michelangelo Antonioni: per un avvio cfr. Giorgio Tinazzi, Michelangelo Antonioni, Il Castoro cinema, Milano] Il silenzio a colori si intitola l'ultima opera di Michelangelo Antonioni: una mostra di dipinti, realizzati a partire dal 2002, vista al Tempio di Adriano a Roma dal 28 settembre al 22 ottobre 2006. Centinaia di immagini, per lo piu' astratte, che colpiscono per la profusione dei colori e delle forme: tutto l'opposto, si direbbe, del rigore monotematico delle precedenti Montagne incantate, assai piu' facilmente comparabili ai suoi film. Stavolta ci troviamo di fronte a un nuovo Antonioni, come se l'anziano artista avesse scoperto nelle limitazioni fisiche della malattia una incredibile giovinezza della fantasia. Faceva parte della mostra anche un video realizzato dalla moglie Enrica Fico, con Michelangelo, dove lo si vede comporre con entusiasmo e infinita pazienza i suoi collage: come un bambino che gioca, viene voglia di dire. Antonioni era tutt'altro che un artista in ritiro. Va detto con chiarezza che i film realizzati negli ultimi anni sono integralmente suoi, nonostante gli impedimenti fisici. Al di la' delle nuvole (1995) e il cortometraggio Lo sguardo di Michelangelo (2004) possono essere annoverati, anzi, tra i suoi capolavori; e sul primo vale la pena di leggere la testimonianza di Wim Wenders (in Il tempo con Antonioni. Cronaca di un film, Socrates, 1995) per capire quanto la sua mediazione fosse integralmente al servizio dell'artista. Ho invece l'impressione che da un po' di tempo circolasse nella critica una sorta di condiscendenza dietro la quale si nascondeva l'inconfessabile sospetto che si trattasse di opere per interposta persona. Ma basta guardare e ascoltare per rendersi conto della padronanza con cui ogni inquadratura e' pensata e costruita, e di come l'opera nel suo insieme sia un'architettura dove tutto si tiene (non inganni per esempio, in Al di la' delle nuvole, la suddivisione in episodi e intermezzi). Questo vale anche per Il filo pericoloso delle cose (2004), episodio di Eros che, lo ammetto, richiede piu' di una visione per essere compreso al di la' dell'imbarazzo che puo' sollevare a un primo impatto. Antonioni e' per molti versi un artista segreto: uno sperimentatore che pero', al di la' di momentanei insuccessi, ha avuto l'ardire di confrontarsi con grandi temi e col grande pubblico. In questo senso lo si puo' definire un artista overground. Per la sua ricerca formale avrebbe potuto essere confinato ai margini dell'industria e della distribuzione, come i filmaker underground; invece ha sostanzialmente goduto, almeno da L'avventura in poi, del favore di entrambe: parente in questo di Ejzenstejn, di Gance, di Hitchcock, di Kubrick, cineasti che, pensando in grande, non hanno mai rinunciato al rigore della forma. In quanto "formalista", richiede anch'egli dal critico una lettura "in chiave", che vada al di la' dei contenuti per inoltrarsi nei segreti della composizione. Non so quanto questo lavoro di analisi del testo sia stato fatto avendo presenti tutti i dettagli dei suoi film. Ho l'impressione che troppo spesso la critica abbia considerato Antonioni come un intellettuale, privilegiandone le tematiche e sentendosi in dovere di adeguare il proprio punto di vista a un livello "alto", senza tenerne in debito conto la materia: suoni e immagini. Per esempio i suoni. Quanto spesso si e' sentito dire che le immagini di Antonioni sono straordinarie, ma i dialoghi... In questo caso, il problema e' che siamo inconsciamente predisposti ad accettare la formalizzazione delle immagini - il loro antinaturalismo - ma non quella dei dialoghi, altrettanto costruiti e "falsi". Si potrebbe arrivare a dire che la sfida di Antonioni nei confronti delle abitudini del pubblico e' assai piu' spinta sul piano dei dialoghi che su quello delle immagini... Cio' mi porta ad aggiungere che poco si e' considerato quanto Antonioni debba al cinema commerciale, addirittura ai generi del cinema popolare, in particolare al melodramma. Non dimentichiamoci che ha realizzato un cortometraggio sui fotoromanzi: L'amorosa menzogna; e che i suoi dialoghi, appunto, sono spesso una rielaborazione critica di quelli da melo, donde il ridicolo che molti vi hanno rilevato. Una volta, forse proprio per defilarsi da un tipo di critica che lo prendeva, per cosi' dire, troppo sul serio, ha detto che lui faceva i film "con la pancia". Bisogna credergli, e rendersi conto di quanto attingesse, per entrare in sintonia col proprio pubblico, a forme di comunicazione di tipo emotivo, compreso un immaginario inconscio di tipo hitchcockiano. La forza del "modernismo" di Antonioni sta anche nelle radici antiche del suo stile. Spero che Antonioni non venga monumentalizzato, come e' accaduto con Fellini e Pasolini. La sua grandezza non sta tanto nel fatto che puo' incarnare agli occhi di molti, nel cinema, il mito dell'artista puro, solitario e rigoroso. Sta semmai nella capacita' che ha dimostrato con tutti i propri film di saper costruire un universo autonomo, scarsamente legato a un referente esterno; o forse sarebbe meglio dire "parallelo" rispetto a quello in cui viviamo, potentemente concluso in se stesso e dotato di una qualita' visionaria che lo espande configurando un "altrove": al di la' delle nuvole, appunto. Quest'ultimo film, uno dei suoi piu' complessi, e' un film-saggio, un film filosofico che rivela il segreto del suo cinema: ma per spostarlo ancora piu' in la'. Questa lontananza potrebbe tuttavia essere molto vicina, tanto vicina che rischiamo di non vederla: e' nella mano anziana che sfiora sensualmente le forme sinuose del Mose' di Michelangelo e nei silenzi che avvolgono sonoramente la cappella di San Pietro in Vincoli; nei suoni e nelle immagini enigmatiche oltre la grata della stanza dove un uomo dalla duplice identita' si lascia morire; nel bianco accecante che conclude un'eclisse postatomica; nel tempo e nello spazio sospesi della pianura padana che accarezzano, come un'invocazione di pieta', il grido disperato di un operaio. Antonioni fantascientifico? "Il futuro ha un cuore antico", ed egli ci sospinge a ricercare incessantemente "cio' che non siamo noi stessi". 4. RIFLESSIONE. AUGUSTO CAVADI: L'ECCLESIA, L'ECUMENE [Ringraziamo Augusto Cavadi (per contatti: acavadi at alice.it) per averci messo a disposizione il seguente articolo apparso nell'edizione palermitana del quotidiano "La Repubblica" del 2 agosto 2007, col titolo "Quel grido delle altre chiese di Palermo". Augusto Cavadi, prestigioso intellettuale ed educatore, collaboratore del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo, e' impegnato nel movimento antimafia e nelle esperienze di risanamento a Palermo, collabora a varie qualificate riviste che si occupano di problematiche educative e che partecipano dell'impegno contro la mafia. Opere di Augusto Cavadi: Per meditare. Itinerari alla ricerca della consapevolezza, Gribaudi, Torino 1988; Con occhi nuovi. Risposte possibili a questioni inevitabili, Augustinus, Palermo 1989; Fare teologia a Palermo, Augustinus, Palermo 1990; Pregare senza confini, Paoline, Milano 1990; trad. portoghese 1999; Ciascuno nella sua lingua. Tracce per un'altra preghiera, Augustinus, Palermo 1991; Pregare con il cosmo, Paoline, Milano 1992, trad. portoghese 1999; Le nuove frontiere dell'impegno sociale, politico, ecclesiale, Paoline, Milano 1992; Liberarsi dal dominio mafioso. Che cosa puo' fare ciascuno di noi qui e subito, Dehoniane, Bologna 1993, nuova edizione aggiornata e ampliata Dehoniane, Bologna 2003; Il vangelo e la lupara. Materiali su chiese e mafia, 2 voll., Dehoniane, Bologna 1994; A scuola di antimafia. Materiali di studio, criteri educativi, esperienze didattiche, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994, D G editore, Trapani 2006; Essere profeti oggi. La dimensione profetica dell'esperienza cristiana, Dehoniane, Bologna 1997; trad. spagnola 1999; Jacques Maritain fra moderno e post-moderno, Edisco, Torino 1998; Volontari a Palermo. Indicazioni per chi fa o vuol fare l'operatore sociale, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1998, seconda ed.; voce "Pedagogia" nel cd- rom di AA. VV., La Mafia. 150 anni di storia e storie, Cliomedia Officina, Torino 1998, ed. inglese 1999; Ripartire dalle radici. Naufragio della politica e indicazioni dall'etica, Cittadella, Assisi, 2000; Le ideologie del Novecento, Rubbettino, Soveria Mannelli 2001; Volontariato in crisi? Diagnosi e terapia, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2003; Gente bella, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2004; Strappare una generazione alla mafia, DG Editore, Trapani 2005; E, per passione, la filosofia, DG Editore, Trapani 2006. Vari suoi contributi sono apparsi sulle migliori riviste antimafia di Palermo e siciliane. Indirizzi utili: segnaliamo il sito: www.augustocavadi.eu (con bibliografia completa)] La stampa internazionale si e' occupata, sia pur marginalmente (in effetti, ci sono problematiche ben piu' gravi), di un recente documento della chiesa cattolica che ha suscitato non poco scalpore nel mondo del dialogo interreligioso. Di che si tratta? Bisogna sapere, preliminarmente, che la curia papale e' organizzata in dicasteri che corrispondono, un po', ai ministeri di un governo civile e che vengono denominati - con un termine che nel linguaggio ecclesiale ha anche altri significati - "congregazioni". La piu' rilevante di tali congregazioni ha una storia antica e una fama inquietante: Santa Inquisizione, poi diventata Sant'Uffizio, ora Congregazione per la Dottrina della Fede. Il cardinale che fa capo a ciascuno di questi rami del governo universale della chiesa risponde del proprio operato solamente al papa e solo in accordo con lui assume le decisioni ufficiali. Sino al momento di essere eletto papa, per molti anni il Prefetto di questa Congregazione e' stato Joseph Ratzinger che ha nominato recentemente, come suo successore, lo statunitense Willialm Levada. Ebbene, uno dei compiti del potente organismo vaticano e' di dirimere le questioni teologiche che si vanno via via dibattendo nel corso dei secoli. L'ultimo, in ordine di tempo, di tali pronunziamenti e' noto come "Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina della Chiesa" ed in esso, in sostanza, si ribadisce quanto affermato gia' nel precedente documento Dominus Iesus del 2000: che la chiesa fondata da Gesu' Cristo e' rappresentata in maniera esauriente ed esclusiva dall'attuale chiesa cattolica. Ci sono poi delle chiese "vere" ma "incomplete" perche' non riconoscono il primato universale del vescovo di Roma (e sono le chiese ortodosse orientali); ci sono infine delle "comunita' ecclesiali" che non meritano neppure d'essere chiamate "chiese" (e sono le chiese protestanti ed evangeliche). Ovviamente queste enunciazioni hanno suscitato reazioni preoccupate sia all'interno della stessa cattolicita' (come don Giovanni Cereti, docente di teologia ecumenica a Roma e a Venezia) che nel variegato mondo che affonda le proprie radici nella Riforma protestante del XVI secolo. A Palermo questo mondo e' costituito da un arcipelago di comunita' che, al di la' dei numeri (ristretti, ma in espansione), svolge servizi di alto valore culturale e sociale: basti pensare alla scuola elementare della Noce (frequentata anche da bambini di genitori che, non essendo personalmente credenti, trovano in quel sistema educativo la massima garanzia di laicita' pedagogica) e al centro di accoglienza per immigrati (nell'ambito del quale un'associazione, "Il pellegrino della terra", si dedica in maniera speciale alla cura delle prostitute che intendono uscire dal giro e riacquistare la pienezza della loro liberta'). Ebbene, tre di queste chiese palermitane (le due chiese evangeliche di via Spezio e di via Evangelista Di Blasi e la chiesa metodista accorpata a quest'ultima) hanno voluto esprimere, in proprio, "lo sconcerto" per il documento della curia pontificia con un breve, sereno, ma fermo documento destinato al pubblico. Esse si appellano alla testimonianza della Bibbia - in particolare del Nuovo Testamento - per respingere le due accuse principali: di non accettare il "sacerdozio ministeriale" e, conseguentemente, di non celebrare una "vera" eucaristia. Le cronache raccontano di periodi della storia in cui anche il ciabattino e il venditore di ortaggi discutevano animatamente, al mercato, di teologia. Oggi, per fortuna o per sfortuna, ci si accalora per argomenti ben diversi. Tuttavia qualche lettore potrebbe avvertire la curiosita' di informarsi, sia pur moderatamente, su queste diatribe e di riprendere in mano qualche studio esegetico autorevole per verificare se veramente e' cosi' alieno dal messaggio di Cristo ritenere, come fanno i protestanti, che tra i pastori e i fedeli non ci sia nessuna differenza "ontologica" (dovuta ad un "carattere" sacramentale indelebile) ma solo una differenza (funzionale e transitoria) di ruoli sociali. E se e' vero che il Maestro ha promesso la sua presenza spirituale solo quando una comunita' si fosse raccolta sotto la presidenza di un prete "ordinato" da un vescovo o non piuttosto ogni volta che due o tre credenti si fossero riuniti, nel suo nome, per rivivere la cena eucaristica. In ogni caso e' importante rilevare come il documento delle tre chiese palermitane non rivendichi nessun monopolio in concorrenza con la chiesa cattolica romana. In esso si esprime la delusione per il "ridimensionamento delle aperture ecumeniche del Concilio che intravediamo nell'affermazione, non certo nuova, che la Chiesa di Cristo sussiste unicamente nella Chiesa Cattolica" nella convinzione, realistica e tollerante, che "ogni chiesa e' la chiesa cattolica (universale) e non semplicemente una parte di essa. Ogni chiesa e' la chiesa cattolica, ma non nella sua interezza. Ogni chiesa realizza la propria cattolicita' quando e' in comunione con le altre chiese". Il documento evangelico-protestante non accenna ad una questione piu' radicale posta dai piu' recenti ed accreditati studi biblici: da secoli discutiamo di "come" il Messia voleva la chiesa, ma non "se" ne volesse una. Siamo proprio sicuri che - convinto dell'imminenza della fine del mondo - il Profeta di Nazareth avesse progettato una struttura ecclesiale di lunga durata (quale poi, in effetti, e' stata impostata da Paolo di Tarso)? Si tratta di interrogativi che la comunita' scientifica non dovrebbe delegare in toto ai circuiti intra-ecclesiali: evidenti, infatti, se ne configurano le ricadute sul piano del dibattito politico e della convivenza civile, anche in relazione al rapporto fra cristiani (cattolici o protestanti che siano) e cittadini di altra ispirazione religiosa o filosofica. 5. MEMORIA. GIOVANNA PROVIDENTI: IL DIARIO DI GLORIA CHILANTI [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo il seguente articolo li' pubblicato col titolo "Il diario di Gloria Chilanti" e il sommario "Lezioni di democrazia e di dissenso attraverso il diario di una tredicenne di sessanta anni fa che descrive Roma e le donne della Resistenza tra gennaio e settembre del 1944". Giovanna Providenti e' ricercatrice nel campo dei peace studies e women's and gender studies presso l'Universita' Roma Tre, saggista, si occupa di nonviolenza, studi sulla pace e di genere, con particolare attenzione alla prospettiva pedagogica. Ha due figli. Partecipa al Circolo Bateson di Roma. Scrive per la rivista "Noi donne". Ha curato il volume Spostando mattoni a mani nude. Per pensare le differenze, Franco Angeli, Milano 2003, e il volume La nonviolenza delle donne, "Quaderni satyagraha" - Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006; ha pubblicato numerosi saggi su rivista e in volume, tra cui: Cristianesimo sociale, democrazia e nonviolenza in Jane Addams, in "Rassegna di Teologia", n. 45, dicembre 2004; Imparare ad amare la madre leggendo romanzi. Riflessioni sul femminile nella formazione, in M. Durst (a cura di), Identita' femminili in formazione. Generazioni e genealogie delle memorie, Franco Angeli, Milano 2005; L'educazione come progetto di pace. Maria Montessori e Jane Addams, in Attualita' di Maria Montessori, Franco Angeli, Milano 2004. Scrive anche racconti; sta preparando un libro dal titolo Donne per, sulle figure di Jane Addams, Mirra Alfassa e Maria Montessori, e un libro su Goliarda Sapienza. Gloria Chilanti, di famiglia di forte impegno antifascista, giovanissima prese parte alla Resistenza. Opere di Gloria Chilanti: Bandiera rossa e borsa nera. La Resistenza di una adolescente, Mursia, Milano 1998] Mentre cercavo di conoscere qualcosa di piu' sulla realta' delle donne italiane durante la Resistenza, in particolare nei 272 giorni dell'occupazione nazi-fascista di Roma, ho fatto due scoperte che vorrei condividere con lettrici e lettori di "Noidonne". La seconda scoperta, scaturita dalla prima, mi conferma qualcosa che vado capendo ogni giorno di piu' nel mio percorso di studiosa esterna alle logiche dell'accademia: moltissime cose belle, interessanti e di spessore si trovano al di fuori delle istituzioni di potere (siano esse politiche, culturali, religiose o artistiche), e trovano una sempre maggiore rispondenza tra sempre piu' persone che stanno imparando a perdere l'abitudine di essere solo ricettori passivi. Si crea una sorta di propagazione non ideologica ne' di mercato, un dono poco impegnativo, e anche poco regolamentabile che passando di cuore in cuore (oltre che da bocca a bocca, o di mano in mano), al di fuori dei canoni propagandistici consueti (e "di regime") puo' trasformare il mondo in maniera lenta, profonda e... altrove da logiche lineari e manichee. La prima scoperta voleva essere l'argomento di questo articolo, ovvero il mio dono a chi mi legge: il diario di una adolescente, che, a distanza di mezzo secolo, diventa un libro stampato, e poi viene trasposto in teatro, e poi diventa anche un film, vincendo persino dei premi e facendo parlare di se', facendosi conoscere da un pubblico piccolo e attento. E due professoresse di una scuola media di Roma (la "J. J. Winkelmann") hanno invitato i propri allievi a realizzare scritti, disegni e un cd ("1944 - Il sogno degli italiani: la liberta'"), ispirandosi alle vicende della loro coetanea di sessant'anni fa, ma a partire da se': dal modo in cui risponde una ragazza o un ragazzo di oggi all'esperienza di una ragazza che aveva la loro eta' mentre a Roma piovevano bombe e bisognava fare qualcosa per cacciare via i tedeschi. * Si', sentiva questo come un bisogno Gloria Chilanti, la tredicenne autrice del diario, intensamente scritto tra il gennaio e il settembre 1944, pubblicato da Mursia nel 1998 con il titolo Bandiera rossa e borsa nera. La resistenza di una adolescente. Per Gloria cosi' come bisognava procurare il cibo che scarseggiava era urgente e importante darsi da fare all'interno delle fila della resistenza al fascismo e al nazismo per liberare Roma (e se stessa e la propria famiglia) da una condizione di indigenza e di mancanza di liberta' di espressione provocate dalla storia. Vedendola piu' da vicino, e mi commuovo nel leggerla, mi commuovo ancora di piu' a pensare alle due professoresse della scuola di Roma che guardando i disegni e gli elaborati dei loro ragazzi li scoprivano sensibili e motivati, e desiderosi di potere anche loro "fare qualcosa". Certo forse per Gloria era, da un certo punto di vista, quasi piu' facile. Almeno finche' rimangono chiare le priorita', e la stanchezza e' compensata dal desiderio dell'imminente liberazione: "sono molto stanca ma sono tanto felice perche' so che presto sara' finita, in questi giorni si sente un'aria nuova", scriveva il 26 maggio 1944. * Nel diario, scritto giornalmente, la si segue nei suoi lunghissimi tragitti "a piazza Vittorio, Campo de' Fiori, Tor di Nona, Monte d'oro, tutto a piedi per trovare delle uova e delle verdure", tra fatica, scarpe rotte e clandestinita', per bisogno sia di cibo che di liberta'. Figlia di partigiani ("ovvio che non potevo andare a scuola essendo mio padre ricercato dalla polizia fascista in quanto ex confinato politico") la giovanissima Gloria comincia la sua militanza politica nel novembre del '43: "avevo ancora 12 anni perche' nata il 10 febbraio 1931, spinta da mia madre cui servii a volte per coprire qualche collegamento mancato, qualcuno che per paura non era venuto". E non si limita ad aiutare la madre ma fonda anche una organizzazione di ragazzi "liberi e ribelli", chiamata Coba dal diminutivo infantile di Stalin, "riconosciuto come organo giovanile del Movimento, esattamente il 24 gennaio 1944" e che aveva "assoldato anche degli adulti, chiamati baffuti, tra cui Ennio Flaiano, Guido Piovene, Fidia Megaroni". Ma accanto e attraverso tutta una serie di carichi famigliari e politici, che possono apparire poco adatti ad una ragazza di quell'eta', traspare l'anima di bambina che pensa a ornare la sua bambola, a non far dispiacere la propria mamma, a divertirsi andando al cinema, a trasformare in vantaggio la propria condizione ("anche se non sono andata a scuola conosco tante cose che nessun bambino sa: so vivere e ho in mano tante ricchezze"), e che sta partecipando ad un gioco molto intrigante anche se pericolosissimo: "oggi la mamma sul tram si e' presa uno spaghetto bello forte perche' mentre andava alla Citta' Universitaria a portare le copie di 'Bandiera Rossa', sul tram 10, una scema di una donna aveva smarrito i documenti e allora la polizia sbarrava le porte e stava gia' cominciando a perquisire quando quella si trovo' i documenti in un angolo della borsa. Figurarsi lo spavento della mamma che aveva quel po' po' di pacco di giornaletti. Anche questa volta la sua buona stella l'ha seguita". * Il gioco cambia dopo la liberazione. Dopo i primi momenti di entusiasmo, la fame e le difficolta' quotidiane compaiono al ritmo di prima, e anche se adesso volantini e bandiere rosse possono essere esposti pubblicamente insorgono nuovi problemi, nuove arroganze e conflitti all'interno delle fila degli antifascisti. E a questo punto del diario emerge in tutta la sua limpidezza la protagonista di questo testo fin dalle prime pagine: Viviana Carraresi, la madre di Gloria. Prima della liberazione compare attiva nel compiere tutto quanto competeva alle donne partigiane dell'epoca: nascondere, sfamare e vestire i perseguitati, accompagnare i prigionieri fuggitivi o i disertori in nuovi nascondigli, fare la postina della stampa clandestina, trasportare armi ed esplosivi etc. Dopo la guerra la vediamo assumersi carichi ancora piu' difficili: di quelli che vanno in tutt'altra direzione dalla logica dei vincitori e vinti. La vediamo lucida e attenta a impedire che donne che avevano avuto contatti coi fascisti (spesso per ragioni di sopravvivenza), e che ora erano considerate spie, venissero trucidate dalla follia vendicativa di alcuni esaltati; a non permettere che alcuna donna (Gloria stessa batteva a macchina le liste delle donne di "Bandiera rossa") venisse esclusa dal passaggio del gruppo al Pci, e a contrastare le arroganze maschili vestite di liberazione. Racconta Gloria: "Stamattina sono stata al Congresso a via dei Giubbonari dove hanno parlato Poce e Filiberto e tutti i capi (zona, sezione, gruppi cellula) e c'erano piu' di cento donne (tutte della nostra sezione e tutte le nostre capo-zona). Ad un certo punto, mentre parlava Sbardella ad un cenno di mamma tutte le compagne sono uscite dall'aula... Sbardella parlava come Mussolini con gli stessi gesti". Lezioni di democrazia e di dissenso: apprendistato di una ragazzina di piu' di sessant'anni fa. * Il libro e' stato trasposto in film diretto da Andrea Molaioli nella serie "Diari della Sacher", documentari per Raitre e Tele+, prodotti da Angelo Barbagallo e Nanni Moretti. La riduzione teatrale e' invece opera di Alessandra Pasi (attrice-autrice-regista,), "gia' attivista teatrale col suo spettacolo d'esordio dedicato al G8 di Genova, pure in questo lavoro muove da una spinta a comprendere e a far meglio comprendere, a partire dalla propria generazione, la storia recente del nostro paese". 6. RILETTURE. LEA MELANDRI: LE PASSIONI DEL CORPO Lea Melandri, La passioni del corpo. La vicenda dei sessi tra origine e storia, Bollati Boringhieri, Torino 2001, pp. 192, lire 26.000 (euro 13,43). Di un libro di Lea Melandri, cosi' vivo e cosi' indefinibile, che sfugge a ogni formula e ovunque nuovamente germoglia, solo questo puoi dire a volerlo dire in una parola: e' un libro di Lea Melandri. Che significa ancora: e' un dono interpellante e gentile; e una di quelle "cose leggere e vaganti" di cui era sapiente Saba, e dense e preziose pertanto, e ineludibili. 7. RILETTURE. MARIA MONTESSORI: EDUCAZIONE ALLA LIBERTA' Maria Montessori, Educazione alla liberta', Laterza, Roma-Bari 1950, 1975, pp. 200. A cura di Maria Luisa Leccese, un'antologia autorizzata dalla stessa Montessori (1870-1952), cosi' lontana, cosi' vicina. 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 176 del 9 agosto 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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