Minime. 154



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 154 del 18 luglio 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Ann Wright: Le donne a George Bush
2. A Vicenza dal 9 al 14 agosto 2007 un campo di formazione teorico-pratica
all'azione diretta nonviolenta
3. Manuela Pallotto ricorda Paul Ricoeur
4. Letture: Luca Tescaroli, Le voci dell'oblio
5. Riedizioni: Esiodo, Opere
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. ANN WRIGHT: LE DONNE A GEORGE BUSH
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente intervento.
Ann Wright ha servito per 29 anni nell'esercito statunitense ed e' andata in
pensione con il grado di colonnello; ha anche fatto parte per 16 anni del
corpo diplomatico Usa, da cui ha dato le dimissioni nel maggio 2003 per
protesta contro la guerra in Iraq]

Sembra vi siano donne forti che non hanno timore di contrastare George Bush
e la sua guerra in Iraq proprio nel suo stato natio, il Texas, ed in
particolare nella citta' di Dallas.
Era l'agosto 2005 quando Cindy Sheehan comincio' i suoi 26 giorni nella
fossa di Crawford, in Texas, come aveva annunciato a Dallas alla Conferenza
nazionale dei Veterani per la pace, nell'intento di sfidare la
caratterizzazione data da Bush della guerra in Iraq come nobile" e di
restare li' sino a che il presidente non le avesse risposto. 26 giorni e
12.000 visitatori dopo, Bush non aveva ancora nulla da dire a Cindy.
Lo scorso fine settimana Cindy era a Crawford per consegnare al nuovo
proprietario dell'appezzamento di Camp Casey, che lei aveva comprato un anno
fa, i documenti  relativi. Il 10 luglio, lei ed altre venti persone (inclusa
me stessa il primo giorno) hanno dato inizio ad un pellegrinaggio che
durera' 19 giorni e tocchera' 16 citta': un "Viaggio per l'umanita'".
Il viaggio andra' da Crawford a New York e tocchera' Washington il 23. Qui
Cindy intende chiedere a Nancy Pelosi di mettere "sul tavolo" l'impeachment
di Bush e Cheney. Se Pelosi non intende rimuovere il proprio veto al
procedimento dell'impeachment, Cindy si candidera' contro di lei per il
seggio al Parlamento.
*
Mentre Cindy lasciava il Texas, un'altra donna forte ha detto il fatto suo a
George Bush. L'undici luglio, nel suo saluto alla Conferenza internazionale
di pace delle donne, che si teneva proprio a Dallas, la Nobel per la pace
irlandese Betty Williams ha detto ad oltre mille persone che
l'amministrazione Bush e' stata "sleale, ha agito in modo sbagliato e
anticostituzionale" invadendo ed occupando l'Iraq. Williams ha aggiunto che
"Il mondo musulmano sta ora soffrendo in modo incredibile. Sino a che il
presidente degli Usa non verra' chiamato a rispondere per cio' che sta
facendo e cio' che ha fatto, nessuno nel mondo musulmano lo perdonera'".
Fra gli applausi del pubblico, Williams ha chiesto l'impeachment per Bush e
Cheney. La donna si e' anche scusata per aver detto scherzando: "In questo
momento sono cosi' esasperata che potrei 'ucciderlo', George Bush. Ma non si
puo' 'uccidere' qualcuno in maniera nonviolenta. A volte i miei sentimenti
prendono il sopravvento su di me, ma non potrei mai uccidere nessuno, anche
se sono estremamente arrabbiata con l'amministrazione Bush e con cio' che
essa ha fatto". Secondo il quotidiano "Dallas Morning News", la conferenza
ha ricevuto 40 e-mail di minacce e insulti in risposta al suo intervento.
Betty Williams ha ottenuto il Premio Nobel per la pace nel 1976, per aver
creato un gruppo che diede inizio ai colloqui di pace nell'Irlanda del Nord.
*
Il 13 luglio un'altra donna forte, la Premio Nobel americana Jody Williams
si e' aggiunta con i suoi commenti alle vincitrici del Nobel per la pace che
sono contro la guerra.
Jody, che e' stata arrestata durante le proteste negli Usa prima che la
guerra contro l'Iraq avesse inizio, ha detto che e' stanca e nauseata dal
fatto che i neo-conservatori persistono nell'equiparare la pace alla
codardia. Ha fatto notare che i leader hanno sempre delle scelte su come
rispondere alle situazioni. La pace si da' quando la scelta e' nonviolenta.
Jody ha aggiunto che la violenza e' una scelta comune fra uomini che si
sentono assai volenterosi nel mandare a morire in guerra i figli degli altri
e crede che la risposta militare agli eventi dell'11 settembre sia stata la
scelta sbagliata: una forte azione di polizia internazionale contro quelle
azioni criminali avrebbe prodotto risultati migliori nel portare i
responsabili di fronte alla giustizia, ed avrebbe salvato migliaia di vite e
risparmiato miliardi di dollari.
Jody Williams ha anche detto che bisogna passare dal concetto di sicurezza
legato allo stato ad un concetto di sicurezza che sia legato alle persone:
la sicurezza centrata sullo stato preserva coloro che sono al potere,
anziche' coloro da cui sono stati eletti affinche' li servissero.
Quando le hanno chiesto se Bush e Cheney debbano essere sottoposti
all'impeachment, Jody ha risposto che se gli elettori credono che questo sia
necessario devono fare tutta la pressione possibile sui loro deputati. Jody
Williams e la Campagna internazionale per il bando delle mine hanno ottenuto
il Premio Nobel per la pace nel 1997: fu il loro lavoro a produrre un
trattato internazionale contro l'uso delle mine antiuomo, un trattato che
gli Usa si rifiutano ancora di firmare.
*
Vi erano altre donne forti alla Conferenza di Dallas, che in solidarieta'
con le donne irachene hanno redatto il documento "Richiesta di riparazione
per le donne dell'Iraq", in cui si rigettano le politiche che hanno portato
gli Usa in guerra in Iraq e si rigetta la guerra stessa come metodo di
risoluzione dei conflitti internazionali.
Il documento recita: "Siamo profondamente addolorate per il caos e la
distruzione che si sono abbattute sul vostro paese. Siamo donne, come voi.
Come voi abbiamo figli e figlie. Nessuna di noi ha allevato i suoi bambini
affinche' uccidessero o venissero uccisi in guerra. Insieme, come donne, noi
troveremo il mezzo per porre fine al ciclo della guerra, nel paese e ovunque
sulla Terra. La responsabilita' e' nostra. Il momento e' ora".
Questa risoluzione chiede alle donne di impegnarsi per l'immediato ritiro, a
fasi, delle truppe Usa e della coalizione; per l'invio di una forza di
peacekeeping; per la collaborazione diretta a fini umanitari delle donne
americane ed iraniane al fine di ricostruire il paese e dare ad esso
sollievo, sostenere i rifugiati e gli orfani, creare centri appositi per il
servizio a costoro all'interno dell'Iraq ed ai suoi confini; per la
concessione di asilo incondizionato da parte degli Usa per le donne irachene
ed i loro figli, e per il sostegno finanziario che contribuisca a creare
abitazioni sane, servizi di base, rifugi a protezione dei bambini iracheni.
Il documento non e' ufficialmente patrocinato dalla Conferenza
internazionale, ma e' stato promosso da donne che vi partecipavano e che
credono all'importanza delle voci e delle azioni delle donne per portare
pace in Iraq. Numerose organizzazioni, inclusa Codepink, forniranno
informazioni sul progetto di assistenza umanitaria internazionale coordinato
da queste donne.
*
Di nuovo donne forti hanno dato una scossa all'opinione pubblica su Bush, la
guerra in Iraq, e l'impeachment. Sono tutte buone ragioni per tornare spesso
a Dallas.

2. INCONTRI. A VICENZA DAL 9 AL 14 AGOSTO 2007 UN CAMPO DI FORMAZIONE
TEORICO-PRATICA ALL'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
[Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo]

Il nodo di Vicenza della Rete Lilliput, insieme al Coordinamento dei
comitati dei cittadini e alle "Famiglie per la pace", propone un campo di
formazione e azione sulla nonviolenza e sull'azione diretta nonviolenta.
Questa esperienza si inserisce tra le azioni e le iniziative di resistenza
alla costruzione di una nuova base americana a Vicenza. Si tratta pertanto
di una proposta che unira' l'aspetto teorico e di riflessione a quello
pratico e di azione.
*
Programma di massima
- giovedi' 9 agosto: Convegno "Dalla difesa nucleare a quella nonviolenta".
- venerdi' 10 agosto: Giornata introduttiva sulla nonviolenza.
- sabato 11 agosto: Esempio concreto di azione diretta nonviolenta.
- domenica 12 agosto: Training nonviolento per preparare l'azione diretta
nonviolenta di lunedi' 13.
- lunedi' 13 agosto: Realizzazione dell'azione diretta nonviolenta in
relazione al Dal Molin.
- martedi' 14 agosto: Programma su strategia e azioni future.
*
La sede di riferimento e il luogo di pernottamento della settimana e' la
casa di S. Bastiano (sotto la Villa dei Nani).
Per informazioni e iscrizioni fare riferimento a:
- Casa per la pace di Vicenza, tel. 0444327395, fax: 0444327527
- cell. 3387878893 (Silvano)
*
Dettagli
- giovedi' 9 agosto (sera): convegno sul tema "Dalla difesa nucleare a
quella nonviolenta", interverranno il prof. Tonino Drago, docente di
"Strategie della difesa popolare nonviolenta" presso l'Universita' di Pisa,
e Alfonso Navarra, della Lega Obiettori di Coscienza.
- venerdi' 10 agosto: giornata generale sulla nonviolenza con: introduzione
al tema alla ricerca di un linguaggio comune; i casi storici di lotte
nonviolente; come comunicare in maniera nonviolenta.
- sabato 11 agosto: teoria e pratica con: gruppi di affinita'; l'azione
diretta nonviolenta (esempio concreto); criteri e modalita' per l'azione di
lunedi'.
- domenica 12 agosto: teoria e pratica con: lavori di gruppo; training
nonviolento per preparare l'azione di lunedi'.
- lunedi' 13 agosto: giornata pratica con: azione diretta nonviolenta in
relazione al Dal Molin; verifica a caldo della giornata.
- martedi' 14 agosto: verifica a freddo delle azioni e del campo; programma
su strategia  e azioni future.
*
Nelle giornate da venerdi' a martedi' interverranno il prof. Alberto
L'Abate, docente presso l'Universita' di Firenze al corso di laurea per
operatori di pace, Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta",
formatori all'azione diretta nonviolenta tra cui Gigi Ontanetti del gruppo
"La fucina" di Firenze, ed Enrico Euli, tra i primi a diffondere in Italia
il metodo del training nonviolento.
Altri riferimenti: www.retelilliput.it, www.altravicenza.it,
www.coordinamentocomitati.it
Il programma e l'elenco dei relatori e dei formatori potranno subire delle
variazioni.

3. MEMORIA. MANUELA PALLOTTO RICORDA PAUL RICOEUR
[Dal sito de "Il giornale di filosofia" (www.giornaledifilosofia.net)
riprendiamo il seguente intervento li' apparso il 17 giugno 2005 col titolo
"Memoria per Paul Ricoeur".
Manuela Pallotto e' docente di estetica all'Universita' di Macerata e
saggista.
Paul Ricoeur, filosofo francese, nato nel 1913 e deceduto nel maggio 2005;
amico di Mounier, collaboratore di "Esprit", docente universitario, uno dei
pensatori piu' influenti del Novecento, persona buona. Dal sito
dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche riprendiamo questa
breve scheda: "Paul Ricoeur nasce a Valence (Drome) il 27 febbraio 1913.
Compie i suoi studi di filosofia prima all'Universita' di Rennes, poi alla
Sorbonne, dove nel 1935, passa l'agregation. Mobilitato nel 1939, viene
fatto prigioniero e nel campo comincia a tradurre con Mikel Dufrenne Ideen I
di Husserl. Dal 1945 al 1948 insegna al College Cevenol di
Chambon-sur-Lignon, e successivamente Filosofia morale all'Universita' di
Strasburgo, sulla cattedra che era stata di Jean Hyppolite, e dal 1956
Storia della filosofia alla Sorbona. Amico di Emmanuel Mounier, collabora
alla rivista "Esprit". Dal 1966 al 1970 insegna nella nuova Universita' di
Nanterre, di cui e' rettore tra il marzo 1969 e il marzo 1970, con il
proposito di realizzare le riforme necessarie a fronteggiare la
contestazione studentesca e, contemporaneamente, presso la Divinity School
dell'Universita' di Chicago. Nel 1978 ha realizzato per conto dell'Unesco
una grande inchiesta sulla filosofia nel mondo. Nel giugno 1985 ha ricevuto
il premio "Hegel" a Stoccarda. Attualmente [quando questa scheda fu
redatta - ndr] e' direttore del Centro di ricerche fenomenologiche ed
ermeneutiche". Opere di Paul Ricoeur: segnaliamo i suoi libri Karl Jaspers
et la philosophie de l'existence (con Mikel Dufrenne), Seuil; Gabriel Marcel
et Karl Jaspers, Le temps present; Filosofia della volonta' I. Il volontario
e l'involontario, Marietti; Storia e verita', Marco; Finitudine e colpa I.
L'uomo fallibile, Il Mulino; Finitudine e colpa II. La simbolica del male,
Il Mulino; Della interpretazione. Saggio su Freud, Jaca Book, poi Il
Melangolo; Entretiens Paul Ricoeur - Gabriel Marcel, Aubier; Il conflitto
delle interpretazioni, Jaca Book; La metafora viva, Jaca Book; Tempo e
racconto I, Jaca Book; Tempo e racconto II. La configurazione nel racconto
di finzione, Jaca Book; Tempo e racconto III. Il tempo raccontato, Jaca
Book; Dal testo all'azione. Saggi di ermeneutica II, Jaca Book; Il male. Una
sfida alla filosofia e alla teologia, Morcelliana; A l'ecole de la
fenomenologie, Vrin; Se' come un altro, Jaca Book; Lectures 1. Autour du
politique, Seuil; Lectures 2. La contree des philosophes, Seuil; Lectures 3.
Aux frontieres de la philosophie, Seuil; Le juste, Esprit; Reflexion faite.
Autobiographie intellectuelle, Esprit; La critica e la convinzione (colloqui
con Francois Azouvi e Marc de Launay), Jaca Book. Segnaliamo inoltre:
Kierkegaard. La filosofia e l'"eccezione", Morcelliana; Tradizione o
alternativa, Morcelliana, e l'antologia Persona, comunita' e istituzioni,
Edizioni cultura della pace. Opere su Paul Ricoeur: segnaliamo
particolarmente due recenti monografie: Francesca Brezzi, Ricoeur.
Interpretare la fede, Edizioni Messaggero Padova, 1999; Domenico Jervolino,
Introduzione a Ricoeur, Morcelliana, Brescia 2003; Francesca Brezzi,
Introduzione a Ricoeur, Laterza, Roma-Bari 2006]

Venerdi' 20 maggio [2005] e' morto Paul Ricoeur. Con lui e' scomparsa una
delle ultime voci filosofiche che, assieme a poche altre, hanno saputo,
attraverso il pensiero, testimoniare la storia travagliata del Novecento.
Interprete originale della fenomenologia husserliana e dell'ermeneutica,
Ricoeur nacque nel 1913 a Valence, in una famiglia di cultura protestante;
venne pero' cresciuto a Rennes, insieme alla sorella, dai nonni paterni
avendo precocemente perso sia la madre, poco dopo il parto, sia il padre,
perito in guerra nel 1915. Nel 1935, morirono i nonni e la sorella;
cinquanta anni dopo, ci furono il tragico suicidio del figlio Olivier e la
scomparsa dell'amico Mircea Eliade; qualche anno fa, la morte della moglie.
I numerosi lutti, secondo le parole dello stesso Ricoeur, apposero quasi
fatalmente sulla sua vita familiare e professionale la persistente "marca
del memento mori".
Nella speculazione ricoeuriana, la riflessione sulla finitezza dell'uomo,
forse anche invocata dagli eventi tragici della sua vita, venne sin dal
principio spogliata della sua "banale" e "superficiale" evidenza, e
declinata in una critica del cogito cartesiano, critica del soggetto
idealisticamente concepito nella sua trasparenza a se' come principio
"indubitabile" e il piu' "fondamentale di tutti i saperi positivi". Il
confronto con la "filosofia riflessiva" francese, erede dell'idealismo
cartesiano e kantiano, particolarmente con il pensiero di Jean Nabert, e'
stato il punto di partenza della speculazione di Ricoeur; se ne trovano le
prime tracce significative nella tesi di laurea su Il problema di Dio in
Lachelier e Lagneau (1933-1934).
Ma la critica ricoeuriana della tradizione dell'idealismo divenne esplicita
solo quando s'installo' direttamente nel punto di vista della fenomenologia
husserliana, che per Ricoeur costitui' "ad un tempo una realizzazione e una
trasformazione radicale del programma stesso della filosofia riflessiva".
Ricoeur "scopri'" l'Husserl delle Idee nel 1935 a Parigi, dove venne
introdotto nel circolo di Gabriel Marcel. L'opera di Husserl non era ancora
stata tradotta in francese; la sua traduzione sara' portata a termine
proprio da Ricoeur quasi quindici anni dopo, nel 1948. La lettura di Husserl
procedette parallela a quella di Essere e Tempo di Martin Heidegger, che
come l'opera husserliana non aveva ancora trovato una traduzione francese.
Durante la guerra, Ricoeur venne chiamato nell'esercito; per quasi cinque
anni rimase prigioniero in Germania. La prigionia, condivisa tra gli altri
con Mikel Dufrenne, fu per lui "un'esperienza umana straordinaria"; oltre ad
Heidegger e ad Husserl, Karl Jaspers divenne, in questi anni, il suo "muto
interlocutore". Segno tangibile di questo colloquio muto fu il libro,
scritto assieme a Dufrenne alla fine della detenzione, su Karl Jaspers e la
filosofia dell'esistenza (1947), cui fece presto seguito Gabriel Marcel e
Karl Jaspers. Filosofia del mistero e filosofia del paradosso (1948), del
solo Ricoeur.
*
L'idealismo husserliano, di cui Ricoeur riconobbe la massima espressione nel
concetto di epoche' o riduzione fenomenologica, gli apparve da subito
l'istanza meno convincente del pensiero di Husserl. Fu il concetto di
"intenzionalita'" che, al contrario, gli sembro' "la grande scoperta della
fenomenologia"; quello stesso concetto che provocava il fallimento della
riduzione fenomenologica, progetto ideale di auto-fondazione del soggetto
destinato a svanire nella concretezza dell'indagine della fenomenologia. La
scoperta husserliana dell'intenzionalita' impegnava il soggetto, prima che
in un rapporto immediato e trasparente con se stesso, in una rete
intenzionale di relazioni con i significati delle cose; da questo punto di
vista, deduceva Ricoeur, nessuna coscienza poteva essere coscienza di se'
"prima di essere coscienza di qualche cosa verso la quale essa si supera".
L'epoche', a dispetto delle intenzioni della fenomenologia, non sapeva
ridurre l'intenzionalita', in quanto era essa stessa un'attivita' interna al
rapporto intenzionale; la riduzione, in un'ultima analisi, rappresentava
solo una possibile e particolare configurazione dell'intenzionalita'.
Ricoeur accoglieva in questo modo gli argomenti principali
dell'interpretazione che della fenomenologia husserliana aveva dato qualche
anno prima Maurice Merleau-Ponty.
La critica al Cogito cartesiano, progettata sin dalla meta' degli anni
Quaranta, sollecito' a Ricoeur l'"innesto" dell'ermeneutica sulla
fenomenologia; un innesto che secondo lui accadde quasi spontaneamente e che
pero' condusse all'integrale "rinnovamento della fenomenologia". Se,
infatti, la coscienza intenzionale e' "presente" a se stessa solo nel suo
rapportarsi al senso delle cose, qualunque tentativo di auto-comprensione
deve accadere attraverso il medio culturale e storico dei segni in cui il
soggetto si rispecchia e in cui, hegelianamente, si oggettiva. L'operazione
riflessiva e' quindi concepita da Ricoeur letteralmente come un'attivita'
ermeneutica. La necessita' dell'innesto dell'ermeneutica sulla
fenomenologia, a correzione dell'istanza idealistica della filosofia
riflessiva, fu preparata dal lavoro di dottorato, che discusse nel 1948, e
grazie al quale ottenne la cattedra di storia della filosofia
nell'Universita' di Strasburgo, come successore di Jean Hyppolite. La tesi
(Il volontario e l'involontario), in cui Ricoeur tento' un'estensione
dell'analisi fenomenologica all'ambito pratico degli affetti e delle
volizioni, fu pubblicata nel 1950 come prima parte della Filosofia della
volonta'. Dieci anni dopo, nella seconda parte della Filosofia della
volonta' (Finitudine e colpa I. L'uomo fallibile), Ricoeur espose l'indagine
fenomenologica alle difficolta' poste dal "regime concreto, storico della
volonta'" e delle passioni; difficolta' che di fronte all'empiricita' della
"volonta' cattiva" si tramutarono in uno scacco irreversibile dell'analisi
puramente eidetica della responsabilita' e della "colpa". La questione della
malvagita' pote' venire affrontata soltanto deviando la filosofia riflessiva
verso l'interpretazione dei "simboli e miti" del male (Finitudine e colpa
II. La simbolica del male). L'affermazione della storicita' della volonta'
cattiva richiese quindi l'integrazione e la correzione dell'analisi
fenomenologica con l'ermeneutica.
*
Gli anni Sessanta sono stati caratterizzati nel percorso filosofico di
Ricoeur dal confronto serrato con la psicoanalisi freudiana e con lo
strutturalismo francese; da tale confronto, egli fu sollecitato a ripensare
l'ermeneutica del "simbolo" dal punto di vista piu' generale del "segno" e
del "testo". Ricoeur preparava in quegli anni il riassestamento della sua
ermeneutica fenomenologica, individuando nella psicoanalisi di Freud e
nell'ermeneutica di Gadamer, oltre che nello strutturalismo, i poli
dialogici della sua riflessione. Gli esiti di tale confronto vennero
raccolti nel 1969 in Il conflitto delle interpretazioni che, assieme a
Dell'interpretazione. Saggio su Freud (1965), offri' la prima esplicita
formulazione delle questioni fondamentali che da allora hanno impegnato
Ricoeur: il ruolo positivo della "distanziazione" interpretativa grazie alla
quale, quasi fosse un'epoche' fenomenologica, e' possibile cogliere il testo
come oggetto autonomo; il potere della "referenza" del testo, ossia la sua
capacita' di rifigurare praticamente e ontologicamente il mondo;
l'esplicitazione della portata etica dell'atto ermeneutico, in cui non solo
il soggetto ricomprende il mondo ma comprende se stesso.
Dall'Universita' di Strasburgo, nel 1958, Ricoeur si sposto' all'Universita'
Sorbonne, dove rimase sino al 1968; allora abbandono' la Sorbonne per
partecipare alla creazione della nuova Universita' di Nanterre, di cui
divenne rettore. Proprio a Nanterre si accese la contestazione del "maggio
'68"; inizialmente, Ricoeur cerco' di proteggere e salvaguardare dalle
commissioni disciplinari gli studenti insorti; successivamente, avendo
scontato in prima persona gli eccessi della contestazione, assunse una
posizione critica nei confronti del movimento studentesco, tentando di
proteggere l'istituzione universitaria dalle estremizzazioni delle rivolte.
Pago' caramente la sua posizione: dimissionatosi nel febbraio del 1970 da
Nanterre, si avvio' verso un lungo "periodo di polemiche esterne e di guerre
intestine", che lo isolarono sempre piu' dal contesto filosofico francese e
lo spinsero a cercare un dialogo con la filosofia analitica anglosassone.
Continuo' l'attivita' accademica a Lovanio, dedicando i suoi corsi
principalmente al rapporto tra ermeneutica del testo e teoria dell'azione.
Mutuo' tali questioni proprio dal confronto con la filosofia analitica, che
dagli anni Settanta si protrasse ininterrotto fino alla sua morte. Nel
passare dall'ermeneutica del testo a quella dell'azione, Ricoeur sviluppo'
originalmente le differenti riflessioni di filosofi come Danto, Austin,
Searle, Von Wright. Frutto delle lezioni di Lovanio fu La semantica
dell'azione (1977), in cui Ricoeur affermava esplicitamente la reciprocita'
tra azione e linguaggio, e piu' in generale tra linguaggio ed esperienza.
Proprio negli anni Sessanta, si consolido' il rapporto con l'ambiente
accademico italiano; Ricoeur partecipo' assiduamente ai colloqui di
filosofia della religione organizzati nell'Universita' di Roma da Enrico
Castelli, continuando a prendervi parte anche dopo la morte di quest'ultimo.
I "colloqui Castelli" gli offrirono l'occasione di sviluppare per piu' di
dieci anni il lavoro giovanile sulla simbolica del male, di ampliarlo verso
una piu' generale "ermeneutica del linguaggio religioso" e di lavorare cosi'
sul rapporto tra "ermeneutica filosofica ed ermeneutica biblica".
*
Sin dal 1970, e fino al 1992, Ricoeur tenne anche corsi regolari
nell'Universita' di Chicago, come successore di Paul Tillich
nell'insegnamento di teologia filosofica. Torno' a Nanterre nel 1973, dove
insegno' fino al 1987; nel 1974 divenne direttore della "Revue de
metaphysique et de morale" e fondo' il "Centre de recherches
phenomenologiques et hermeneutiques". Il passaggio dall'ermeneutica del
testo a quella dell'azione permise a Ricoeur di rimettere in gioco il
problema, caro alla tradizione dell'ermeneutica, del rapporto tra "spiegare"
e "comprendere", e per questa via quello del rapporto tra i diversi ambiti
del sapere. Dalla fine degli anni Settanta, Ricoeur comincio' ad occuparsi
tematicamente di epistemologia della conoscenza storica (cui aveva dedicato
gia' negli anni Cinquanta una serie di articoli raccolti nel 1955 in Storia
e verita'); il frutto di questo percorso furono i tre volumi di Tempo e
racconto (1983-'85). Confrontandosi con le teorie narrativiste della
storiografia, prevalentemente di provenienza analitica, Ricoeur affermo' la
sostanziale affinita' di racconto storico e racconto di finzione, sulla base
del rapporto privilegiato intrattenuto dall'attivita' narrativa con
l'esperienza esistenziale del tempo. Se il presupposto immediato delle tesi
ermeneutiche di Tempo e racconto fu l'affinita' rinvenuta negli anni
Settanta tra testo, azione e storia, altrettanto fondamentale risulto' il
lavoro svolto da Ricoeur dieci anni prima sulla "metafora viva"; La metafora
viva (1975) aveva infatti affermato la capacita' del linguaggio poetico di
innovare il mondo dell'uomo, grazie alla sua produttivita' semantica ma
soprattutto grazie alla sua attitudine referenziale. La metafora, infatti,
innovando il senso, innovava il mondo; offriva un nuovo sguardo sul reale.
La teoria della referenza metaforica venne estesa da Ricoeur al linguaggio
narrativo; come la metafora, anche il racconto, sia storico sia finzionale,
"aveva una presa" sul mondo: lo "rifigurava", assolvendo cosi' una funzione
essenzialmente pratica ed ontologica.
Dalla scrittura di Tempo e racconto, la riflessione di Ricoeur fu spinta in
due direzioni solo apparentemente autonome; da un lato, la teoria
dell'azione sollecito' lo sviluppo nell'etica; dall'altro, la memoria,
assieme alla storia, divento' oggetto a pieno titolo dell'indagine
ermeneutica. Nacquero cosi' la "piccola etica" di Se' come un altro (1990),
sulla scorta delle Gifford Lectures del 1986, e i lavori sulla memoria e sul
perdono, la cui maturazione verra' a compimento nell'ultimo La memoria, la
storia, l'oblio (2000). Entrambi i percorsi, in realta', esplicitavano da
diversi punti di vista il significato etico dell'iniziale critica
all'idealismo husserliano, riconnettendosi direttamente alla problematica
della colpa e della responsabilita' che aveva costituito l'oggetto del primo
lavoro di Ricoeur.
La "piccola etica" di Se' come un altro radicalizzo' l'indebolimento del
soggetto cartesiano, rimettendo nel movimento ermeneutico la stessa
costruzione riflessiva dell'"io". Inteso come soggetto agente e parlante,
l'"io" si trovava cosi' espropriato del principio primo del proprio agire e
del proprio dire. Tale espropriazione non condusse pero' Ricoeur ad
argomentare la rovina integrale del soggetto, la rovina dello stesso
concetto di responsabilita'. Piuttosto, lo spinse a distinguere tra il "se'
riflessivo", ermeneutico e l'"io immediato", nel quale scorgeva l'ego
cartesiano e husserliano. Cosi' come la critica alla filosofia riflessiva,
nel privarla di un fondamento ultimo certo e autoevidente, non aveva
semplicemente reso impossibile la conoscenza filosofica, bensi' la aveva
impegnata nel lungo giro della deviazione ermeneutica; anche la critica
egotica di Se' come un altro non conduceva alla dissoluzione del soggetto
responsabile, bensi' costringeva l'etica a deviare nell'ermeneutica del se',
e ad interrogarsi sulla questione dell'identita' narrativa. Per questa via,
Ricoeur giunse a dimostrare che il riconoscimento responsabile del proprio
dire e del proprio fare non avveniva semplicemente sulla scorta
dell'immediata identita' dell'io con se stesso, bensi' attraverso il
passaggio del se' nell'altro (il corpo proprio, il tu a cui parlo, l'altro
in me della coscienza morale). Intorno al tema dell'alterita', la
riflessione di Ricoeur incontro' quella di Emmanuel Levinas, al cui pensiero
dedico' numerosi contributi.
Il tema della responsabilita' del soggetto e del perdono nel riconoscimento
dell'alterita' e' stato recentemente ripreso da Ricoeur nel suo ultimo
lavoro, La memoria, la storia, l'oblio (2000), che, piu' di altri, e'
sembrato collocarsi direttamente sulla scia di Tempo e racconto. Il ritorno
all'analisi dell'attivita' storiografica ha cercato di rispondere
all'urgenza di una "politica della giusta memoria", la cui esigenza e' posta
dalla peculiare esperienza che l'uomo fa della propria storicita'
confrontandosi con il passato. Innanzi all'"enigma del passato" e della
memoria, indagato fenomenologicamente nella prima parte del libro,
l'attivita' storiografica e' concepita da Ricoeur come la risposta
eticamente responsabile all'oblio in cui l'altro uomo e' perso. Ma l'oblio
non e' semplicemente una terribile minaccia per la storia; questa
valutazione, che nasconde le pretese totalizzanti del sapere storiografico,
ignora la complessita' della "condizione storica dell'uomo", intessuta di
memoria e di oblio. Sul riconoscimento della dialettica tra il potere della
memoria e quello dell'oblio, Ricoeur ha installato il tema del "perdono
difficile", concepito come replica alla paralisi "della potenza di agire" e
di ricordare dell'"uomo capace", e come compimento "escatologico" della
rappresentazione del passato.
*
Bibliografia di Paul Ricoeur
Pubblichiamo di seguito un elenco delle opere di Paul Ricoeur nell'edizione
originale e con l'indicazione della traduzione italiana (nel caso in cui sia
presente).
- Karl Jaspers et la philosophie de l'existence, en collaboration avec Mikel
Dufrenne, preface' par Karl Jasper, Le Seuil, Paris, 1947.
- Gabriel Marcel et Karl Jaspers. Philosophie du mystere et philosophie du
paradoxe, Ed. du Temps present, Paris, 1948.
- Philosophie de la volonte'
a) Tome I. Le Volontaire et l'Involontaire, Aubier, Paris, 1950; trad. it.
Filosofia della volonta' I. Il volontario e l'involontario, a cura di M.
Bonato, Marietti, Genova 1990.
b) Tome II. Finitude et Culpabilite' [L'Homme faillible et La Symbolique du
mal, Aubier, 1960] Aubier, Paris, 1988; trad. it. Finitudine e colpa I.
L'uomo fallibile, Finitudine e colpa II. La simbolica del male, Il Mulino,
Bologna 1970.
- Histoire et Verite', Le Seuil, coll. "Esprit", Paris, 1955; trad. it.
Storia e verita', introduzione all'edizione italiana di Paul Ricoeur, C.
Marco, Lungro di Cosenza 1994.
- De l'interpretation. Essai sur Freud, Le Seuil, coll. "L'Ordre
philosophique", Paris, 1965; trad. it. Della interpretazione: saggio su
Freud, Il Saggiatore, Milano 1967.
- Le Conflit des interpretations. Essai d'hermeneutique I, Le Seuil, coll.
"L'Ordre philosophique', Paris, 1970; trad. it. Il conflitto delle
interpretazioni, prefazione di A. Rigobello, Jaca Book, Milano 1977.
- La Metaphore vive, Le Seuil, coll. "L'Ordre philosophique", Paris, 1975;
reed. coll. "Points Essais"; trad. it. La metafora viva: dalla retorica alla
poetica: per un linguaggio di rivelazione, Jaca Book, Milano 1976.
- La semantique de l'action, Cnrs, Paris 1977; trad. it. La semantica
dell'azione: discorso e azione, introduzione a cura di A. Pieretti, Jaca
Book, Milano 1986.
- Temps et Recit, Seuil, Paris 1983-1985; trad. it. Tempo e racconto, 3
voll., Jaca Book, Milano 1986-1988
a) Tome I. L'Intrigue et le recit historique, Le Seuil, coll. "L'Ordre
philosophique", Paris, 1983; trad. it. Tempo e racconto, Jaca Book, Milano
1986.
b) Tome II. La Configuration dans le recit de finction, Le Seuil, coll.
"L'Ordre philosophique", Paris, 1984; trad. it. La configurazione nel
racconto di finzione, Jaca Book, Milano 1987.
c) Tome III. Le Temps raconte', Le Seuil, Paris, coll. "L'Ordre
philosophique", Paris, 1985; trad. it. Il tempo raccontato, Jaca Book,
Milano 1988.
- Du texte a' l'action. Essai d'hermeneutique II, Le Seuil, coll. "Esprit",
Paris, 1986; trad. it. Dal testo all'azione: saggi di ermeneutica, Jaca
Book, Milano 1989.
- A' l'ecole de la phenomenologie, Vrin, Paris, 1986.
- Lectures on ideology and utopia, ed. by G. H. Taylor, Columbia University
press, New York 1986; trad. it. Conferenze su ideologia e utopia, Jaca Book,
Milano 1994.
- [Paul Ricoeur et ali] Repondre d'autrui: Emmanuel Levinas, autour d'un
entretien avec Emmanuel Levinas; textes reunis par Jean-Christophe
Aeschlimann, A la Baconniere, Neuchatel 1989.
- Soi-meme comme un autre, Le Seuil, coll. "L'Ordre philosophique", Paris,
1990; trad. it. Se' come un altro, a cura di D. Iannotta, Jaca book, Milano
1993.
- Liebe und Gerechtigkeit. Amour et justice, Tuebingen 1990; trad. it. Amore
e giustizia, Morcelliana, Brescia 2000.
- Lectures I. Autour du politique [sur Hegel, Hannah Arendt, Eric Weil, John
Rawls, Juergen Habermas...] Le Seuil, Paris, 1991.
- Lectures II. La Contree des philosophes [sur Jean Nabert, Gabriel Marcel,
Heidegger, Sartre, Merleau-Ponty, Heidegger...] Le Seuil, Paris, 1992.
- Lectures III. Aux Frontieres de la philosophie [sur la philosophie de la
religion chez Kant et Hegel, sur l'hermeneutique biblique] Le Seuil, Paris,
1994.
- Entretiens . La Critique et la Conviction, Entretiens avec Francois Azouvi
et Marc de Launay, Calmann-Levy, Paris, 1995; trad. it. La critica e la
convinzione: a colloquio con Francois Azouvi e Marc de Launay, a cura di D.
Iannotta, Jaca Book, Milano 1997.
- Le Juste, Ed. Esprit, Paris, 1995; trad. it. Il giusto, Societa editrice
internazionale, Torino 1998.
- Reflexion faite. Autobiographie intellectuelle, Ed. Esprit, coll.
"Philosophie", Paris, 1995; trad. it. Riflession fatta: autobiografia
intellettuale, a cura di D. Iannotta, Jaca Book, Milano 1998.
- L'Ideologie et l'Utopie, Le Seuil, coll. "La Couleur des idees", Paris,
1996.
- Le Mal. Un Defi a' la philosophie et a' la theologie, Labor et Fides,
coll. "Autres temps", Geneve, 1996; trad. it. Il male: una sfida alla
filosofia e alla teologia, postfazione di Paolo De Benedetti, Morcelliana,
Brescia 1993.
- L'ideologie et l'utopie, Seuil, Paris 1997.
- Ce qui nous fait penser. La Nature et la Regle, Entretiens avec
Jean-Pierre Changeux, Odile Jacob, Paris, 1998; trad. it. La natura e la
regola: alle radici del pensiero, R. Cortina, Milano 1999.
- Penser la Bible, en collaboration avec Andre' LaCocque, Le Seuil, coll.
"La Couleur des idees", Paris, 1998
- Autrement: lecture d'Autrement qu'etre ou au-dela de l'essence d'Emmanuel
Levinas, PuF, Paris 1997.
- L'unique et le singulier, Alice, Paris 1999; trad. it. L'unico e il
singolare: intervista, Servitium, Gorle 2000.
- La Memoire, l'Histoire, l'Oubli, Le Seuil, coll. "L'Ordre philosophique",
Paris, 2000; trad. it. La memoria, la storia, l'oblio, a cura di D.
Iannotta, R. Cortina, Milano 2003.
- Le Juste II, Ed. Esprit, Paris, 2001.
- L'Hermeneutique biblique, Cerf, Paris/Saint-Maurice, 2001.
- Sur la traduction, Bayard, Paris 2004.
- Emmanuel Mounier, l'actualita' d'un grand temoin, Parole et Silence, 2004;
trad. it. Emmanuel Mounier. L'attualita' di un grande testimone, Citta'
Aperta 2005
- Parcours de la reconnaissance. Trois etudes, Stock, coll. "Les Essais",
Paris, 2004.

4. LETTURE. LUCA TESCAROLI: LE VOCI DELL'OBLIO
Luca Tescaroli, Le voci dell'oblio ... Il silenzio di coloro che non possono
piu' parlare, D G editore, Trapani 2005, pp. 100, euro 12. Il volume
raccoglie una serie di articoli in cui l'autore (il magistrato che ha
sostenuto l'accusa nel processo per la strage di Capaci) ricorda tanti eroi
caduti nella lotta contro la violenza mafiosa. Con una introduzione di Rita
Borsellino, una prefazione di Francesco Palazzo e una postfazione di
Giannicola Sinisi. Per richieste alla casa editrice:
info at ilpozzodigiacobbe.com, sito: www.ilpozzodigiacobbe.com

5. RIEDIZIONI. ESIODO: OPERE
Esiodo, Opere, Einaudi, Torino 1998, Mondadori, Milano 2007, pp. LXVIII +
646, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). Con testo greco
a fronte, introdotta, tradotta e commentata da Graziano Arrighetti, tutta
l'opera superstite di Esiodo arricchita da una preziosa antologia critica.
Un'edizione eccellente, sia per gli innamorati di questa antica voce (cosi'
remota e cosi' enigmatica, che tu la leggi con quello sguardo alle spalle
suggerito da Colli per la sapienza greca), sia per chi primieramente vi si
accosta. C'e' tutto quello che a noi sembra ci debba essere in un libro,
caro Watson.

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

7. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 154 del 18 luglio 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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