[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Nonviolenza. Femminile plurale. 117
- Subject: Nonviolenza. Femminile plurale. 117
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 16 Jul 2007 13:14:39 +0200
- Importance: Normal
============================== NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 117 del 16 luglio 2007 In questo numero: 1. Adriana Cavarero presenta "A piu' voci" 2. Nicla Vassallo presenta "Critica della violenza etica" di Judith Butler 3. Nicla Vassallo presenta 'The Oxford Handbook of Epistemology" a cura di Paul K. Moser 4. Nicla Vassallo presenta "Willard Van Orman Quine" di Alex Orenstein 1. LIBRI. ADRIANA CAVARERO PRESENTA "A PIU' VOCI" [Dal sito www.feltrinelli.it riprendiamo la trascrizione di una intervista audio in cui Adriana Cavarero presenta il suo libro A piu' voci. Filosofia dell'espressione vocale, Feltrinelli, Milano 2003. Adriana Cavarero e' docente di filosofia politica all’Università di Verona; dal sito "Feminist Theory Website: Zagreb Woman's Studies Center" ospitato dal Center for Digital Discourse and Culture at Virginia Tech University (www.cddc.vt.edu/feminism), copyright 1999 Kristin Switala, riportiamo questa scheda bibliografica delle sue opere pubblicate in volume [che abbiamo parzialmente aggiornato]: a) libri: Dialettica e politica in Platone, Cedam, Padova 1974; Platone: il filosofo e il problema politico. La Lettera VII e l'epistolario, Sei, Torino 1976; La teoria politica di John Locke, Edizioni universitarie, Padova 1984; L'interpretazione hegeliana di Parmenide, Quaderni di Verifiche, Trento 1984; Nonostante Platone, Editori Riuniti, Roma1990 (traduzione tedesca: Platon zum Trotz, Rotbuch, Berlin 1992; traduzione inglese: In Spite of Plato, Polity, Cambridge 1995, e Routledge, New York 1995); Corpo in figure, Feltrinelli, Milano 1995; Platone. Lettera VII, Repubblica: libro VI, Sei, Torino 1995; Tu che mi guardi, tu che mi racconti, Feltrinelli, Milano 1997; Adriana Cavarero e Franco Restaino (a cura di), Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999; A piu' voci. Filosofia dell'espressione vocale, Feltrinelli, Milano 2003; Orrorismo, Feltrinelli, Milano 2007. b) saggi in volumi collettanei: "Politica e ideologia dei partiti in Inghilterra secondo Hume", in Per una storia del moderno concetto di politica, Cleup, Padova 1977, pp. 93-119; "Giacomo I e il Parlamento: una lotta per la sovranita'", in Sovranita' e teoria dello Stato all'epoca dell'Assolutismo, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma 1980, pp. 47-89; "Hume: la politica come scienza", in Il politico. Da Hobbes a Smith, a cura di Mario Tronti, Feltrinelli, Milano 1982, vol. II, pp. 705-715; "Il principio antropologico in Eraclito", in Itinerari e prospettive del personalismo, Ipl, Milano 1987, pp. 311-323; "La teoria contrattualistica nei Trattati sul Governo di John Locke", in Il contratto sociale nella filosofia politica moderna, a cura di Giuseppe Duso, Il Mulino, Bologna 1987, pp. 149-190; "Per una teoria della differenza sessuale", in Diotima. Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, pp. 43-79. (traduzioen tedesca: "Ansatze zu einer Theorie der Geschlechterdifferenz", in Diotima. Der Mensch ist Zwei, Wiener Frauenverlag, Wien 1989); "L'elaborazione filosofica della differenza sessuale", in La ricerca delle donne, Rosenberg & Sellier, Torino 1987, pp. 173-187. (traduzione inglese: "The Need for a Sexed Thought", in Italian Feminist Thought, ed. by S. Kemp and P. Bono, Blackwell, Oxford 1991); "Platone e Hegel interpreti di Parmenide", in La scuola Eleatica, Macchiaroli, Napoli 1988, pp. 81-99; "Dire la nascita", in Diotima. Mettere al mondo il mondo, La Tartaruga, Milano 1990, pp. 96-131. (traduzione spagnola: "Decir el nacimiento", in Diotima. Traer al mundo el mundo, Icaria y Antrazyt, Barcelona 1996); "Die Perspective der Geschleterdifferenz", in Differenz und Gleicheit, Ulrike Helmer Verlag, Frankfurt 1990, pp. 95-111; "Equality and Sexual Difference: the Amnesias of Political Thought", in Equality and Difference: Gender Dimensions of Political Thought, Justice and Morality, edited by G. Bock and S. James, Routledge, London 1991, pp. 187-201; "Il moderno e le sue finzioni", in Logiche e crisi della modernita, a cura di Carlo Galli, Il Mulino, Bologna 1991, pp. 313-319; "La tirannia dell'essere", in Metamorfosi del tragico fra classico e moderno, a cura di Umberto Curi, Laterza, Rma-Bari 1991, pp. 107-122; "Introduzione" a: B. Head, Una questione di potere, El, Roma 1994, pp. VII-XVIII; "Forme della corporeita'", in Filosofia, Donne, Filosofie, Milella, Lecce 1994, pp. 15-28; "Figures de la corporeitat", Saviesa i perversitat: les dones a la Grecia Antiga, coordinacio de M. Jufresa, Edicions Destino, Barcelona 1994, pp. 85-111; "Un soggetto femminile oltre la metafisica della morte", in Femminile e maschile tra pensiero e discorso, Labirinti 12, Trento, pp. 15-28; "La passione della differenza", in Storia delle passioni, a cura di Silvia Vegetti Finzi, Laterza, Roma-Bari 1995, pp. 279-313; "Il corpo e il segno. Un racconto di Karen Blixen", in Scrivere, vivere, pensare, a cura di Francesca Pasini, La Tartaruga, Milano 1997, pp. 39-50; "Schauplatze der Einzigartigkeit", in Phaenomenologie and Geschlechterdifferenz, edd. Silvia Stoller und Helmuth Vetter, Wuv-Universitatsverlag, Wien 1997, pp. 207-226; "Il pensiero femminista. Un approccio teoretico", in Le filosofie femministe, a cura di Franco Restaino e Adriana Cavarero, Paravia, Torino 1999, pp. 111-164; "Note arendtiane sulla caverna di Platone", in Hannah Arendt, a cura di Simona Forti, Bruno Mondadori, Milano 1999, pp. 205-225] Ci sono creature centrali nella storia dell'Occidente, che sono le Sirene, che rappresentano la voce, il canto, il canto femminile - che e' un canto letale. Possiamo dire quindi che rappresentano la voce tanto quanto, invece, altre figure maschili come il filosofo rappresentano la mente, l'intelletto e il concetto. Del resto questa dicotomia fra la donna come corpo, come voce, l'uomo come mente, come pensiero, e' una dicotomia celebre che attraversa tutta la cultura occidentale. Ovviamente la filosofia e' figlia del concetto, e' figlia del logos che riflette su se stesso e si fa pensiero e come si sa ha per protagonisti soltanto dei soggetti maschili. Questa e' una cornice che pero' viene data per ovvia nel mio libro, non e' che si parli di questo... Nel mio libro cerco di fare una ricostruzione della storia della voce come una specie di controstoria rispetto alla ben piu' nota storia del concetto. Faccio quindi giocare, per cosi' dire, la Sirena contro il filosofo. Le Sirene omeriche contro Platone. Le Sirene sono soltanto alcune delle figure che il libro affronta, ma ci sono per esempio altre piu' incarnate Sirene come le cantanti d'opera che hanno un capitolo apposito che fa una specie di storia dell'opera come storia della voce, di una voce che vince sul significato delle parole. In questo senso e' abbastanza interessante fare questo confronto fra la Sirena e la diva d'opera, la cantante dell'opera. Perche' la Sirena omerica, come si sa, canta, ma canta parole, e' una cantrice-cantatrice onnisciente perche' racconta tutta la storia dell'Iliade e dell'Odissea, ci dice Omero. Poi si sa invece che la Sirena nella storia dell'Occidente, che la figura della Sirena perde per cosi' dire la parola e diventa puro canto, pura voce, voce letale, voce passionale, voce che scatena le passioni dell'orecchio che sono passioni irrazionali. La cantante d'opera invece, come noi sappiamo, canta parole e tuttavia canta parole che sono spesso incomprensibili proprio per via della tecnica del canto e canta parole che sono in determinate lingue: l'opera in gran parte in italiano, in tedesco - pensiamo a Wagner -, in francese. Diciamo che nell'opera dell'Ottocento, l'opera classica, il libretto e' in italiano e coloro che conoscono l'italiano nel mondo sono molto pochi. Per cui quando ci sono spettatori, ascoltatori che vanno a sentire l'opera a New York o a Londra o a Berlino capiscono ben poco delle parole che vengono cantate. Questo e' un male? Non e' un male perche' di fatto cio' che conquista nell'opera e' l'articolazione canora, la voce, e non invece le parole come contenuto. Quindi l'opera io la prendo a simbolo di una vittoria del fonico sul semantico, di una vittoria della vocalita' sul concetto, che e' anche una vittoria del femminile per cosi' dire sul maschile. Il libro e' una ricostruzione della voce, si parla anche della ninfa Eco, si parla della funzione vocale nella poesia, si parla di culture orali, di molte cose che sono centrate sulla questione della voce piu' che sulla questione del concetto. * Il libro pero' e' anche un libro di filosofia politica, che e' la materia che io insegno, e in questo senso la voce viene esaminata come cio' che e' individuale, unico. Ognuno ha una voce unica. Tutto questo e' ovvio, ma stranamente, forse proprio perche' e' ovvio, non viene mai tematizzato come oggetto di ricerca, che io sappia. Io invece tematizzo proprio questa unicita' della voce. Che significa che in qualsiasi comunicazione orale cio' che viene comunicato non e' soltanto il contenuto di quel che si comunica, quello che sto dicendo, i concetti o le parole che sto comunicando, ma e' anche e soprattutto e prima ancora l'unicita' della voce. Quindi l'unicita' della voce come il comunicabile di tutte le comunicazioni che in ogni colloquio orale e' il primo che viene comunicato. In questo senso e' interessante riprendere alcuni studi di filosofe molto importanti per il novecento, come Helene Cixous o come Julia Kristeva, le quali focalizzano l'elemento vocalico come elemento di comunicazione primaria ad esempio nella scena infantile, nella scena materna. E' vero che la madre ci insegna la parola, la lingua materna e' la lingua che ci introduce alla comunicazione della parola, e' anche vero che nello scambio dei vocalizzi fra madre e bambino cio' che viene comunicato non e' la parola, e' da una parte l'assonanza, un ritmo acustico che sostiene la parola ma non e' ancora la parola, e d'altra parte e' proprio questa unicita' nella risonanza. Intendo dire che nello scambio dei vocalizzi fra madre e bambino, che sono vocalizzi in genere improntati all'eco, alla ripetizione, dicono gli stessi suoni, ripetono gli stessi suoni con poche varianti, proprio in questa ripetizione che sarebbe il ritorno dell'identico, cio' che non e' identico e' invece l'unicita' della voce del bambino e della madre e questo cominciare a comunicare, a conoscersi attraverso l'unicita' vocalica. * Tutto questo lo ritengo importante da un punto di vista politico, anche se puo' sembrare strano, perche' se e' vero, e qui bisogna ricominciare da Aristotele, che l'uomo e' un animale con il logos, che ha la parola, e per questo e' un animale politico - questa e' una vecchia idea di Aristotele che ha avuto molto successo in tutta la storia della filosofia, viene ripresa anche nella filosofia contemporanea, pensiamo alla funzione politica del discorso in Habermas -, se e' vero tutto questo, e' anche vero che la centralita' politica della parola puo' essere pensata, questa e' la mia scommessa, come la centralita' di uno scambio di parola dove cio' che viene scambiato, cio' che viene comunicato e' anche l'unicita' della voce di chi parla. Unicita' della voce di chi parla che significa naturalmente l'unicita' del parlante e quindi apre al pensiero possibile di una importanza dell'unicita' come soggettivita' politica. Perche' questo puo' essere interessante? Perche' noi tutti sappiamo che siamo attualmente in un'epoca di transizione dal vecchio sistema politico dello stato a questo nuovo sistema del potere che si chiama in genere globalizzazione ma che potremmo chiamare impero o in altri modi, ma che indicano che siamo in un periodo post-statuale nel quale le categorie politiche del Novecento non valgono piu', devono essere ripensate. Ora ripensare alle categorie politiche significa ovviamente ripensare la soggettivita' politica. Questo soggetto che non e' piu' il cittadino neutro, individuo titolare di diritti neutri, ma che deve essere pensato diversamente in una nuova figura. A mio avviso, e qui mi servo anche di suggestioni che vengono da Hannah Arendt o da Jean-Luc Nancy ma anche da un pensiero ebraico precedente che puo' essere quello di Franz Rosenzweig, a mio avviso questa soggettivita' politica da ripensare deve essere una soggettivita' che ha a che fare non con la neutralita' dell'individuo, ma invece con l'unicita' di ciascun parlante, partecipante, comunicante. In altri termini la voce come parte corporea, fisica, comunicativa della parola, puo' aiutarci a pensare di nuovo una centralita' della parola nella politica che abbia a che fare con l'esporsi e il comunicarsi e lo stare in comunita' di soggetti che mettono in gioco la loro unicita' nelle sue profonde radici corporee uniche incarnate. 2. LIBRI. NICLA VASSALLO PRESENTA "CRITICA DELLA VIOLENZA ETICA" DI JUDITH BUTLER [Dal sito www.feltrinelli.it riprendiamo il seguente articolo apparso su "Il Sole 24 Ore" del 21 novembre 2006, col titolo "Conoscenze etiche al femminile". Dal sito della casa editrice Feltrinelli riprendiamo anche la seguente presentazione editoriale (ed ovviamente altresi' pubblicitaria) del libro: "Judith Butler, Critica della violenza etica, traduzione di Federico Rahola, collana Campi del sapere, pp. 184, euro 18. Il libro nasce da un ciclo di lezioni tenute da Judith Butler all'Istituto per la ricerca sociale di Francoforte nel 2002 e affronta, con chiarezza e profondita', il tema della relazione tra l'etica e la critica del soggetto. Butler focalizza l'attenzione sulla questione del "rendere conto di se'", cercando di mostrare come proprio l'esperienza dell'impossibilita' di rendere pienamente conto di se' (ovvero di rendere conto pienamente dei nostri atti e delle nostre scelte), esperienza che comporta il riconoscimento di un debito inestinguibile verso l'altro, possa diventare la base di una nuova nozione di responsabilita' morale che ponga al centro dell'etica la modestia e la generosita' (in contrapposizione appunto a quelle concezioni "violente" che pretendono di fondare i propri principi sulla concezione di un io sovrano e autotrasparente). Articolando la tesi nel confronto con Adorno e Foucault in primo luogo, ma anche con Cavarero, Levinas e Nancy, Butler svolge una serie di analisi e riflessioni filosoficamente suggestive, offrendo prospettive interpretative originali. Critica della violenza etica e' un libro molto leggibile, scorrevole, non gravato di note, chiaro nel suo impianto, nella sua intenzione e nell'uso strategico di nozioni e riferimenti teorici ben scelti e centrati. Proprio per la sua scioltezza ed efficacia stilistica, il libro - con la sua tesi originale e un po' provocatoria - puo' essere interessante anche per un pubblico di lettori non strettamente specialistico, pubblico che sembra mantenere tuttora vivo l'interesse per le questioni etiche". Nicla Vassallo (Imperia, 1963) ha studiato filosofia all'Universita' di Genova e al King's College London dell'Universita' di Londra. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in filosofia della scienza, ha lavorato prima come Research Fellow e poi come ricercatrice. Risale al 2002 la sua idoneita' da professore associato in logica e filosofia della scienza presso l'Universita' di Catania e al 2004 la sua idoneita' da professore ordinario in filosofia teoretica presso l'Universita' di Bergamo. Dal 2005 e' professore ordinario presso il dipartimento di filosofia dell'Universita' di Genova dove insegna filosofia della conoscenza ed epistemologia, e fa parte del corpo docente del dottorato in filosofia. In qualita' di Visiting Professor, insegna epistemologia anche nella facolta' di psicologia dell'Universita' Vita-Salute San Raffaele di Milano. Responsabile in passato di sette progetti di ricerca del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche), membro del Board della Sifa (Societa' Italiana di Filosofia Analitica), membro dell'Editorial Board della rivista "Iride: Filosofia e discussione pubblica" e del dizionario on-line Foldop, esperto del Civr (Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca) per la Vtr (Valutazione Triennale della Ricerca), e' al presente: membro affiliato del Cresa (Centro di Ricerca in Epistemologia Sperimentale e Applicata), Book Review Editor di "Epistemologia: Rivista Italiana di Filosofia della Scienza", membro dell'Advisory Board dell'Institute for Scientific Methodology, membro dell'Editorial Board dell'"European Journal of Analytic Philosophy", membro dell'Editorial Board della rivista on-line "Nordicum-Mediterraneum", membro dell'Editorial Board della rivista on-line "Res cogitans", membro dello Scientific Committee di OspedaleDonna, membro dello Scientific Committee di "The Journal of Philosophical Reviews", membro dello Scientific Committee del Festival per l'Economia Interculturale, membro dello Scientific Committee di "Iris: European Journal of Philosophy and Public Debate", membro dello Scientific Committee di Onda (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna), membro dello Scientific Committee di Readings - The Swif's series of E-books. Ha svolto o svolge attivita' di Referee per le seguenti case editrici, pubblicazioni e conferenze: Breve Dizionario di Filosofia - Carocci, Codice Edizioni, "Dialectica: International Journal of Philosophy", Editori Laterza, "Epistemologia: Rivista Italiana di Filosofia della Scienza", "European Journal of Analytic Philosophy", Giulio Einaudi Editore, "Iride: Filosofia e discussione pubblica", "Iris: European Journal of Philosophy and Public Debate", "Nordicum-Mediterraneum", Ulisse Biblioteca, "Wittgenstein Today" (Bologna 2001), "Representing and Inferring" (Bergamo 2002), "Philosophy and European Culture" (Genova 2004), "Brain, Persons, and Society" (Milano 2006). Ha scritto piu' di sessanta articoli in italiano e in inglese, che sono apparsi in riviste specialistiche, in volumi collettanei, in proceedings di conferenze e in enciclopedie. Ha pubblicato sei libri in qualita' di autrice, tre in qualita' di curatrice e cinque in qualita' di co-curatrice: Teoria della conoscenza (Laterza, Roma-Bari 2003) e' il suo ultimo libro da autrice, Filosofia delle donne (Laterza, Roma-Bari 2007) il suo ultimo libro da co-autrice, Filosofia delle conoscenze (Codice Edizioni, Torino 2006) il suo ultimo libro da curatrice, Filosofia della comunicazione (Laterza, Roma-Bari 2005; seconda edizione 2006) il suo ultimo libro da co-curatrice. Gli articoli di Nicla Vassallo vengono ampiamente segnalati e recensiti in vari giornali, riviste e siti web: Ha tenuto conferenze nelle Universita' italiane piu' importanti (Bergamo, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Messina, Milano Cattolica, Milano San Raffaele, Milano Statale, Padova, Pisa, Reggio Emilia, Roma La Sapienza, Roma Tre, Salerno, Sassari, Torino, Trieste, Trento, Urbino, Venezia) e all'estero in Francia, Danimarca, Gran Bretagna, Grecia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia. Collabora con diverse riviste di divulgazione filosofica e scientifica, e' contributor del blog Variabili Libere, scrive occasionalmente sulle pagine culturali del quotidiano "Il Secolo XIX" e scrive regolarmente sul supplemento culturale del quotidiano "Il Sole - 24 Ore". Lavora principalmente nell'area della filosofia analitica. I suoi interessi primari di ricerca e di insegnamento riguardano la filosofia della conoscenza e l'epistemologia, settori in cui ha pubblicato lavori significativi sulla definizione di conoscenza, sulle teorie della giustificazione, sull'epistemolgia della testimonianza, sullo scetticismo epistemico, sul naturalismo epistemologico, sulle epistemologie femministe. Altri suoi seri settori d'interesse sono rappresentati dalla filosofia femminista, la storia e la filosofia della logica, la metafisica, il naturalismo filosofico e lo scetticismo. Opere di Nicla Vassallo: a) Libri in qualita' di autrice: La depsicologizzazione della logica: un confronto tra Boole e Frege, Franco Angeli, Milano 1995; La naturalizzazione dell'epistemologia: contro una soluzione quineana, Franco Angeli, Milano 1997; Teorie della conoscenza filosofico-naturalistiche, Franco Angeli, Milano 1999; Teoria della conoscenza, Laterza, Roma-Bari 2002; Conoscenza e natura, De Ferrari Editore, Genova. 2003; con P. Garavaso, Filosofia delle donne, Laterza, Roma-Bari 2007. b) Libri in qualita' di curatrice: (con E. Agazzi), George Boole. Filosofia, logica, matematica, Franco Angeli, Milano 1998, (con E. Agazzi), Introduzione al naturalismo filosofico contemporaneo, Franco Angeli, Milano 1998; (con A. Bottani), Identita' personale. Un dibattito aperto, Loffredo Editore, Napoli 2001; (con F. D'Agostini), Storia della filosofia analitica, Einaudi, Torino 2002; La filosofia di Gottlob Frege, Franco Angeli, Milano 2003; Filosofie delle scienze, Einaudi, Torino 2003; (con C. Bianchi), Filosofia della comunicazione, Laterza, Roma-Bari, 2005, 2006; Filosofia delle conoscenze, Codice Edizioni, Torino 2006. Judith Butler, pensatrice femminista americana, nata nel 1956, insegna attualmente retorica e letteratura comparata all'Universita' di Berkeley, California; e' figura di primo piano del dibattito contemporaneo su sessualita', potere e identita'; le sue ricerche rappresentano uno dei contributi piu' originali all'interno dei cultural studies e della queer theory. Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 marzo 2003 riprendiamo questa presentazione di Judith Butler scritta da Ida Dominijanni: "Judith Butler e' una delle massime figure di spicco nel panorama internazionale della teoria femminista. Docente di filosofia politica all'universita' di Berkeley in California, ha pubblicato nell'87 il suo primo libro (Subjects of Desire) e nel '90 il secondo, Gender Trouble, testo tuttora di culto nei campus americani, cruciale per la messa a fuoco delle categorie del sesso, del genere e dell'identita'. Del '93 e' Bodies that matter (Corpi che contano, Feltrinelli, Milano 1995), del '97 The Psychic Life of Power. Filosofa di talento e di solida formazione classica, Butler appartiene a quello stile di pensiero post-strutturalista che intreccia la filosofia politica con la psicoanalisi, la linguistica, la critica testuale; e a quella generazione del femminismo americano costitutivamente attraversata e tormentata dalle differenze sociali, etniche e sessuali fra donne e dalla frammentazione dell'identita' che ne consegue. Decostruzione dell'identita', analisi del corpo fra materialita' e linguaggio, critica della norma eterosessuale e dei dispositivi di inclusione/esclusione che essa comporta, critica del potere e del biopotere sono gli assi principali del suo lavoro, che sul piano politico sfocia in una strategia di radicalita' democratica basata sulla destabilizzazione e lo shifting delle identita'. Fin da subito attenta ai nefasti effetti dell'11 settembre e della reazione antiterrorista sulla democrazia americana, Butler e' fra gli intellettuali americani maggiormente imegnati nel movimento no-war. 'La rivista del manifesto' ha pubblicato sul n. 35 dello scorso gennaio il suo Modello Guantanamo, un atto d'accusa del passaggio di sovranita' che negli Stati Uniti si va producendo all'ombra dell'emergenza antiterrorista: fine della divisione dei poteri, progressivo svincolamento del potere politico dalla soggezione alla legge, crollo dello stato di diritto con le relative conseguenze sul piano del diritto penale (demolizione delle garanzie processuali) e del diritto internazionale (violazione di trattati e convenzioni). A dimostrazione di come la guerra in nome della liberta' e la soppressione delle liberta' si saldino in un'unica offensiva di abiezione dei 'corpi che non contano', per le strade di Baghdad e nelle gabbie di Guantanamo". Opere di Judith Butler disponibili in italiano: Corpi che contano, Feltrinelli, Milano 1995; La rivendicazione di Antigone, Bollati Boringhieri, Torino 2003; Vite precarie. Contro l'uso della violenza in risposta al lutto collettivo, Meltemi, Roma 2004; Scambi di genere. Identita', sesso e desiderio, Sansoni, Firenze 2004; Critica della violenza etica, Feltrinelli, Milano 2006. Da "Alias" del 7 ottobre 2006) riprendiamo anche la seguente scheda: "Di Judith Butler, filosofa californiana fra le piu' amate e discusse del panorama femminista internazionale, sono disponibili in italiano Scambi di genere (Sansoni 2004, opinabile traduzione di Gender Trouble, il libro del 1990 che l'ha resa famosa, consacrandola come teorica queer), Corpi che contano (Feltrinelli 1996), La rivendicazione di Antigone (Bollati Borighieri 2003), Vite precarie (Meltemi 2003), La vita psichica del potere (Meltemi 2005). Critica della violenza etica testimonia la piu' recente curvatura del percorso di Butler, che la porta ben oltre il dirompente inizio di Gender Truble, come lei stessa argomenta in Undoing Gender (Routledge 2004) di prossima uscita (Meltemi): la sua ricezione italiana, troppo legata alla sua immagine di partenza, dovrebbe giovarsene. Per un confronto fra posizioni diverse all'interno di una comune matrice femminista poststrutturalista, cfr. Il resoconto di un recente incontro in Polonia fra Butler e Rosi Braidotti in www.metamute.org"] L'invitante titolo in italiano (Critica della violenza etica) mantiene solo parzialmente quanto promette. Nel volume piu' che della violenza dell'etica si parla della violenza del ricorso all'etica: Judith Butler intende sostanzialmente capire se e' possibile un'etica non arbitraria, e quindi un'etica che non viene imposta in modo violento, esplorando il tentativo dell'essere umano di dare conto di se': il titolo originale (piu' appropriato) del libro e' Giving an account of oneself. Il dar conto di se' consiste nella ricerca epistemica di se' che l'io tenta naturalmente di intraprendere a partire da se', e il partire da se', lungi dal rappresentare una novita', ci viene raccomandato da molti: non solo da razionalisti e illuministi, ma anche da chi, come alcune filosofie femministe, di razionalismo e illuminismo vorrebbe farsi critico. Eppure l'impresa in questione, sostiene Butler, conduce a conoscere se stessi in modo interlocutorio, e comunque se stessi immersi nella realta' sociale, nella "storia di una relazione - o di un quadro di relazioni - con un quadro di norme". Questo anche perche' il dare conto di se' nasce al fine di giustificare le nostre azioni, al cospetto di un altro essere umano che ci invita a raccontarci, chiedendoci "sei stato tu?", domanda che implica l'attribuzione di una responsabilita'. * Come spesso accade, le radici del problema sono in ultima istanza epistemologiche. Proprio in quanto relazionale, l'io e' infatti opaco a se stesso: non tutte le sue relazioni - e in particolare quelle precoci - possono essere sempre conosciute. Non e' che venga meno il "conosci te stesso"; viene pero' meno la possibilita' di giungere, ubbidendo all'ingiunzione, a un io di tipo cartesiano, trasparente a se stesso sotto il profilo epistemico. Ecco che ha allora origine la domanda etica: se non conosciamo noi stessi, come possiamo essere responsabili sul piano personale e/o sociale? La risposta potrebbe essere esternista: a contare non sono le nostre intenzioni, ma solo le conseguenze delle nostre azioni; quindi, sebbene non conosciamo noi stessi e le nostre intenzioni, siamo a ogni modo responsabili, Questa risposta non viene affatto considerata da Butler, come se solo un'altra fosse scontata: dato che essere in relazione con gli altri significa non conoscere noi stessi, e dato che sono le relazioni il luogo della responsabilita' etica, e' "in virtu' dell'opacita' verso di se' che il soggetto si espone e accetta a1cuni dei piu' importanti vincoli etici"; ad essere fondamentale e' pertanto anche che il soggetto dia prova di umilta', nel prendere consapevolezza di non conoscersi (il che e' una versione del sapere di non sapere). Butler prova a motivare questa risposta attraverso la rilettura del pensiero di Adorno, Bollas, Cavarero, Foucault, Freud, Hegel, Laplanche, Levinas, Nietzsche. * Seguendola nel suo percorso, diventa chiaro che la violenza contro cui ci si vorrebbe rivoltare piu' che etica e' forse meta-etica, perche' e' quella che "esige che manifestiamo e conserviamo sempre una nostra identita' costante nel tempo, e pretende che gli altri facciano la stessa cosa". Il percorso e' pero' accidentato e un poco oscuro. Credo che la cosiddetta opacita' dell'io possa e debba essere motivata in altri modi, e che, oltre a essa, si debba mettere in campo anche la possibile opacita' della conoscenza etica. Mentre mi pare che l'etica non riesca a essere qui prioritaria o fondativa (semmai lo e' il discorso epistemologico sulla conoscenza di se', o quello metafisico sull'identita' personale, nonostante venga a volte fatta confusione tra l'uno e l'altro), Butler non deve pensarla allo stesso modo; scrive: "Quando insorgiamo contro i miti che incombono su ogni orizzonte epistemologico e ci rendiamo conto che la domanda non riguarda semplicemente la possibilita' e l'eventualita' di conoscersi ed essere riconosciuti, siamo costretti a renderci conto anche del fatto che un 'tu' ci qualifica nello schema dell'umano al cui interno operiamo, e che nessun 'io' puo' iniziare a raccontare la propria storia senza chiedere e chiedersi 'Chi sei tu?', 'Chi e' che mi parla?', 'A chi parlo quando parlo con te?'. E se tutto cio' indica anche una priorita' della retorica sull'etica, tanto meglio". Siamo a due pagine dalla conclusione del libro e non ritrovo qui la Butler sovversiva e acuta di Gender Trouble, ma piuttosto un'autrice in difficolta' a trarre conclusioni interessanti. Tra l'altro, non e' che la domanda "chi sei tu?" non sia importante, anzi; si tratta tuttavia di una domanda a cui la sola retorica e' senz'altro incapace di rispondere. 3. LIBRI. NICLA VASSALLO PRESENTA "THE OXFORD HANDBOOK OF EPISTEMOLOGY" A CURA DI PAUL K. MOSER [Dal quotidiano "Il sole - 24 ore" del 26 gennaio 2003, col titolo "Sapere le cose come stanno". Paul K. Moser e' docente al Department of Philosophy della Loyola University of Chicago. Tra le opere di Paul K. Moser: a) come autore: Empirical Justification. Boston/Dordrecht: D. Reidel (Kluwer), 1985; Knowledge and Evidence. Cambridge/New York: Cambridge University Press, 1989, 1991; Philosophy After Objectivity. New York/Oxford: Oxford University Press, 1993, 1999 (electronic version, 2002); The Theory of Knowledge: A Thematic Introduction (with D. H. Mulder and J. D. Trout). New York/Oxford: Oxford University Press, 1998 (tr. portoghese: Sao Paulo: Martins Fontes, 2004); The Elusive God: Reorienting Religious Epistemology. New York/Cambridge: Cambridge University Press, sara' pubblicato nel 2008. b) come curatore: Empirical Knowledge: Readings in Contemporary Epistemology. Lanham, MD: Rowman & Littlefield, 1986, 1996; Human Knowledge: Classical and Contemporary Approaches (with A. vander Nat). New York/Oxford: Oxford University Press, 1987, 1995, 2002; A Priori Knowledge. Oxford/New York: Oxford University Press, 1987; Reality In Focus: Contemporary Readings on Metaphysics. Englewood Cliffs, NJ: Prentice-Hall, A Division of Simon & Schuster, 1990; Rationality In Action: Contemporary Approaches. Cambridge/New York: Cambridge University Press, 1990; Contemporary Approaches to Philosophy (with D. H. Mulder). New York/Toronto: Macmillan, 1993; Contemporary Materialism (with J. D. Trout). London/New York: Routledge, 1995; Morality and the Good Life (with T. L. Carson). New York/Oxford: Oxford University Press, 1997; Moral Relativism (with T. L. Carson). New York/Oxford: Oxford University Press, 2001; Divine Hiddenness: New Essays (with Daniel Howard-Snyder). New York/Cambridge: Cambridge University Press, 2002; Oxford Handbook of Epistemology. New York/Oxford: Oxford University Press, 2002 (electronic version, 2004); The Rationality of Theism (with Paul Copan). London/New York: Routledge, 2003; Jesus and Philosophy: New Essays. New York/Cambridge: Cambridge University Press, sara' pubblicato nel 2008. Sito personale: www.luc.edu/faculty/pmoser/] L'epistemologia - o teoria della conoscenza - non ha un seguito ampio nella nostra accademia: sono pochi gli specialisti, cosi' come gli insegnamenti. Forse si e' smarrita l'idea di filosofia come amore per il sapere. Forse si fa fatica a comprendere che i progressi in altre aree di ricerca dipendono, spesso in modo cruciale, da presupposti epistemologici. Forse non si presta sufficiente attenzione all'affermazione aristotelica secondo la quale "tutti gli uomini aspirano per natura al sapere". Eppure se non capiamo che aspiriamo alla conoscenza, corriamo il rischio di perdere i nostri connotati umani per ridurci a esseri vegetativi. Nel momento in cui risulta difficile concepire un individuo equilibrato o una societa' democratica che siano insensibili alla differenza tra conoscenza genuina e mera opinione, occorre assegnare una collocazione di primo piano alle ricerche epistemologiche sulla natura e sulla possibilita' della conoscenza. Questo tipo di collocazione e' ben chiara all'estero, specie nei Paesi di lingua anglosassone, ove l'epistemologia e' insegnamento di base, mentre le piu' importanti case editrici pubblicano non solo un numero ingente di introduzioni e monografie dedicate all'epistemologia, ma anche grandi opere. Poco piu' di dieci anni fa, Blackwell Publishers da' avvio alla serie dei "Companion" filosofici, oggi ormai molteplici. Come a sottolineare la fondamentalita' dell'etica e dell'epistemologia - del resto, noti versi danteschi (dimenticati dalla nostra accademia?) recitano "fatti non foste per viver come bruti / ma per seguir virtute e conoscenza" - compaiono tra i primissimi A Companion to Ethics e A Companion to Epistemology. Piu' di cinquecento pagine curate da Jonaffin Dancy ed Ernest Sosa per oltre duecentocinquanta voci ben esplicitano quanto sia articolata e complessa l'indagine sulla conoscenza. Tuttavia i "Companion" non evidenziano a sufficienza la necessaria primita' dell'epistemologia sull'etica: parecchi problemi etici sono infatti problemi che riguardano la conoscenza etica e, pertanto, problemi di matrice epistemologica. * Lo scorso anno Oxford University Press vara la nuova collana degli "Handbook" filosofici con The Oxford Handbook of Free Will. Si tratta di un buon inizio: il problema del libero volere e del determinismo vanta profonde radici ontologico-metafisiche e le sue diverse soluzioni hanno ripercussioni notevoli su altre tesi, non ultima quella del volontarismo epistemico tornata recentemente in auge. Il secondo volume - in libreria da due mesi - e' The Oxford Handbook of Epistemology, curato da Paul Moser (Oxford University Press, Oxford - New Vork 2002, pp. 596, euro 60), che ne firma sia un'ottima parte introduttiva sia una ricca bibliografia finale. Vicino alle seicento pagine, si articola in diciannove saggi che si propongono come strumento indispensabile per chi e' interessato alia ricerca filosofica. Contraddistinti dall'accessibilita' e dal rigore argomentativo, scritti da epistemologi autorevoli analizzano le principali posizioni teoriche sui maggiori concetti e problemi dell'epistemologia. Si va dai dibattiti piu' classici - quali quelli sulle condizioni e l'analisi della conoscenza, le teorie della giustificazione, le fonti conoscitive, la dicotomia a priori/a posteriori, lo scetticismo, il rapporto tra mente e conoscenza - a discussioni che si sono imposte piu' di recente: il confronto tra internalismo ed esternalismo, il ruolo giocato dalla nozione di virtu', il chiarimento dei doveri epistemologici, la relazione tra spiegazione ed epistemologia, la possibilita' di un appello alla teoria delle decisioni, il femminismo. Non manca poi un valido approfondimento dei diversi contributi naturalistici che le scienze possono offrire all'epistemologia, insieme alla trattazione sistematica del tema della conoscenza scientifica; tema spesso sottovalutato a favore di quello metodologico. Oltre alla conoscenza scientifica, si presta attenzione alla conoscenza etica e alla conoscenza religiosa, ma non, purtroppo, anche ad altri settori significativi, quali ad esempio la conoscenza del linguaggio e la conoscenza estetica (quest'utima viene pero' ben esplorata in The Oxford Handbook of Aesthetics la cui uscita e' imminente). L'atteso The Oxford Handbook of Metaphysics e' invece previsto per la prossima estate e rappresenta un complemento essenziale dell''Handbook" epistemologico nel quadro di una filosofia che ruota da secoli attorno a due domande: "cos'e' la conoscenza?" e "cos'e' la realta'?". Due domande con legami evidenti, dal momento che aspirare a conoscere significa aspirare a conoscere proposizioni che si riferiscono alla realta'. 4. LIBRI. NICLA VASSALLO PRESENTA "WILLARD VAN ORMAN QUINE" DI ALEX ORENSTEIN [Dal quotidiano "Il sole - 24 ore" del 28 novembre 2003, col titolo "Il grande filosofo e' quello che ama essere criticato". Alex Orenstein e' docente alla New York University. Tra le opere di Alex Orenstein: Willard Van Orman Quine, Boston: G. K. Hall, 1977; Existence and the Particular Quantifier. Philadelphia: Temple University Press, 1978, 1979; Developments in Semantics. Ed. with Raphael Stern. New York: Haven Publishing, 1983; Foundations: Logic, Language and Mathematics. Ed. with Hugues Leblanc and Elliott Mendelson. Dordrecht: D. Reidel, 1984; Knowledge, Language, and Logic: Questions for Quine. Ed. with Petr Kotatko. Dordrecht: Kluwer, 2000; W. V. Quine, Princeton University Press, 2002. Willard Van Orman Quine, filosofo e logico americano tra i piu' influenti, nato nel 1908, docente di filosofia alla Harvard University dal 1956 al 2000, e' deceduto sul finire del 2000. Opere di Willard Van Orman Quine: in traduzione italiana segnaliamo almeno Manuale di logica, Feltrinelli, Milano 1960; Il problema del significato, Ubaldini, Roma 1966; Logica elementare, Ubaldini, Roma 1968; Parola e oggetto, Il Saggiatore, Milano 1970; I modi del paradosso, Il Saggiatore, Milano 1975; Logica e grammatica, Il Saggiatore, Milano 1981; Saggi filosofici 1970-1982, Armando, Roma 1982; La relativita' ontologica e altri saggi, Armando, Roma 1986; La scienza e i dati di senso, Armando, Roma 1987; Quidditates, Garzanti, Milano 1991; Da un punto di vista logico. Saggi logico-filosofici, Raffaello Cortina Editore, Milano 2004. Opere su Willard Van Orman Quine: Gloria Origgi, Introduzione a Quine, Laterza, Roma-Bari 2000] Per quanto rifuggisse dalle adulazioni e amasse le obiezioni piu' aspre, Quine scrive nell'autobiografia: "Le mie dottrine hanno sofferto di fraintendimenti cosi' ostinati, che, se li condividessi, mi costringerebbero a unirmi ai miei critici nell'inveire contro la mia impostazione senza mezzi termini". Capace di rivoluzionare il modo di concepire la filosofia, quell'impostazione fa di Quine il piu' influente filosofo analitico della seconda meta' del ventesimo secolo. Il bel volume di Alex Orenstein (W. V. Quine, Princeton University Press, 2002) lo mostra con chiarezza, grazie non solo a un'esposizione accurata, lucida e ben argomentata delle tesi quineane, ma anche a un confronto puntuale con quelle di Frege, Russell, Carnap, Davidson, Field, Kripke, Chomsky su discipline primarie: epistemologia, logica, ontologia, filosofia del linguaggio. * Fino a qualche secolo fa, c'era solo la filosofia. Poi le scienze hanno mano a mano acquisito un'autonomia pressoche' totale da una filosofia aprioristica. Infine Quine ha reinventato l'unita' di filosofia e scienza, alla volta di un'attivita' filosofica anti-trascendentalista che puo' aver luogo solo nell'ambito di una natura capace di indagare se stessa. I metodi delle scienze naturali sono empirici e Quine e' necessariamente un empirista che pero' si oppone all'empirismo tradizionale: occorre relazionarsi non con le impressioni, le idee o i dati di senso, bensi' con complessi sistemi di credenze e di teorie, tra cui possiamo scegliere solo in virtu' del loro potere esplicativo, della loro parsimonia e della loro precisione, confortati dall'assioma che l'infallibilismo e' definitivamente morto. L'epistemologia viene affiancata da un'ontologia che si incentra sulla logica intesa come notazione canonica per esprimere i nostri impegni ontologici ("essere e' essere il valore di una variabile"), mentre per decidere quale ontologia preferire dobbiamo appellarci agli oggetti indispensabili alle nostre migliori teorie scientifiche. Questi oggetti sono gli oggetti fisici insieme a oggetti astratti, quali gli insiemi, il che rende chiaro che l'empirismo deve accompagnarsi al fisicalismo e al platonismo. E' l'empirismo di matrice naturalistica, ad ogni modo, a dominare e ad essere applicato anche alla teoria del riferimento, con la tesi dell'imperscrutabilita', mentre ogni nozione della teoria del significato viene aspramente criticata nella convinzione che qualsiasi tentativo di distinguere tra verita' analitiche e verita' sintetiche sia fallimentare. * Attraversare con spirito interpretativo gli aspetti salienti del pensiero quineano - cosi' come Orenstein fa senza presunzione - ci induce non solo a comprendere un tipo di integrita' intellettuale sempre piu' rara che sia gli ammiratori sia i critici devono riconoscere a Quine, ma anche a ricordare (nel caso lo avessimo dimenticato) che cosa comporti la buona filosofia: avversare ogni dogma. ============================== NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 117 del 16 luglio 2007 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
- Prev by Date: Minime. 152
- Next by Date: Minime. 153
- Previous by thread: Minime. 152
- Next by thread: Minime. 153
- Indice: