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Nonviolenza. Femminile plurale. 111
- Subject: Nonviolenza. Femminile plurale. 111
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 28 Jun 2007 11:30:37 +0200
- Importance: Normal
============================== NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE ============================== Supplemento settimanale del giovedi' de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 111 del 28 giugno 2007 In questo numero: 1. Dall'assemblea di Bologna tante idee... 2. Roberta Carlini presenta "Il mio nome non e' Wendy" di Wendy Uba e Paola Monzini 1. INCONTRI. DALL'ASSEMBLEA DI BOLOGNA TANTE IDEE... [Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano (www.universitadelledonne.it) riprendiamo il seguente resoconto dell'assemblea di "Usciamo dal silenzio" svoltasi a Bologna il 9 giugno 2007] Abbiamo raccolto dai nostri quaderni alcuni appunti presi durante l'assemblea delle assemblee di "Usciamo dal silenzio" che si e' tenuta a Bologna sabato 9 giugno, nel Convento di Santa Cristina. Eravamo un centinaio di donne, provenienti da varie citta' soprattutto del centro e del nord Italia. Bari, Bologna, Catania, Como, Firenze, Genova, Lucca, Milano, Ravenna, Roma, Torino, Venezia, le citta' rappresentate. L'assemblea di Milano aveva lanciato la proposta dal sito qualche tempo fa, le donne della rete delle reti di Bologna si sono offerte di ospitarla. Gli interventi sono stati numerosi, sei ore di discussione continua: mettiamo in comune sul sito degli appunti, delle considerazioni... * L'intervento introduttivo di Lea Melandri Lea Melandri apre l'assemblea: E' difficile distinguere io e noi nel movimento; la proposta di incontrarci e' venuta da Milano, che come tutte le assemblee ha molte anime, nel lavoro collettivo ci sono diversita' e anche conflitti. Tra i motivi di questo incontro c'e' il desiderio di conoscere la rete che si e' costituita in questi quasi due anni. La manifestazione del 14 gennaio e' partita da Milano, ma e' stata possibile per la partecipazione delle donne di tutta Italia. La rete si e' costituita, assemblee che si riferiscono a 'Usciamo dal silenzio' si sono tenute in sedici/diciassette citta'. Il 5 marzo del 2006 c'era gia' stato un primo incontro della rete qui, a Bologna; ritrovarsi e' l'occasione per capire cosa condividere e come dare continuita', cosa e' successo in questi mesi nelle varie citta'. A Milano il percorso e' cominciato con le assemblee prima del 14 gennaio; il tema era la questione della 194, dell'aborto, l'accerchiamento intorno alla questione dei consultori, era un'esplosione dopo una lunga sopportazione. Si sviluppa poi un dibattito sulla violenza. Il femminicidio esce dalla cronaca nera e assume rilievo politico. Si discute di unioni civili e di famiglia, del rapporto con la laicita' e la religione che per il femminismo assumono diverso spessore. Nelle assemblee si sviluppa anche un rapporto con la politica istituzionale: per il femminismo questo rappresenta una novita' positiva, il rapporto con le donne della politica e' rimasto un punto in sospeso. Dalla discussione e' chiaro che corpo e sessualita' non sono piu' separati dalla politica istituzionale. Viene allo scoperto nella crisi della politica, quello che non abbiamo messo a tema noi ci viene "imposto" dalla realta'. "50e50 in qualunque luogo si decide" e' un tema chiave; resta da maturare e discutere come tenere insieme questo tema con quello della soggettivita'. "50e50" non deve significare un abbandono delle tematiche precedenti. A Milano stiamo preparando un "manifesto dei perche'" per esprimere le ragioni dell'adesione alla campagna del 50e50, nel quale ognuna dice e non si isola dal corpo del femminismo, ma va a trovare i nessi. * L'intervento introduttivo di Elena Del Grosso Elena Del Grosso, della Rete delle donne di Bologna: E' vero, siamo una pluralita' di soggettivita', l'incontro del 5 marzo dell'anno scorso ci aveva lasciato un po' perplesse e l'idea di fare qui, a Bologna, questa assemblea ci ha dato forza. Perche' l'idea e' quella di rafforzarci, se non vogliamo scomparire bisogna rimettere insieme le forze. La rete fra donne non e' solo a partire da "Usciamo dal silenzio", ha una propria lunga storia. Quello che ci ha tenuto insieme sono i diritti e la liberta' femminile, la difesa della 194 e dei consultori. Vogliamo segnare i confini della politica, i temi che, detti "eticamente sensibili", si mostrano essere "politicamente sensibili", e ridisegnano il potere. Essere una soggettivita' politica in grado di aggregare su un tema crea un nodo politico. Questo soggetto donne e' un problema per la politica italiana ma anche per le altre donne che appartengono ad altri luoghi. A Bologna c'e' un'assemblea cittadina partecipata, c'e' stato un incontro l'8 marzo; nei momenti clou le donne ci sono come soggetto politico: bisogna fare i bilanci di genere di quartiere, un problema sono i soldi delle donne. I luoghi della politica sono tanti: reti e comitati cittadini come e' per Vicenza, la' le donne ci sono. Come si declina il dentro-fuori delle donne dalle istituzioni? Un rapporto che non e' facile. Il 50e50 nei processi decisionali pone anche qui la questione dei rapporti. Alle donne nelle istituzioni non abbiamo mai dato delega, quale fiducia, quale autonomia, quale lealta (piu' che fedelta') nei confronti di chi e' nei luoghi istituzionali misti, politica alta e politica dal basso. Come entrare ed innovare nei luoghi istituzionali, come deistituzionalizzare questi rapporti. Sono luoghi istituzionali i partiti, i sindacati, le associazioni: soggetti giuridicamente riconosciuti. Come si prescinde dalle proprie appartenenze di origine? L'8 marzo l'assemblea ha deciso di si' per il 50e50, e' strumentale esserci, senza massa critica scompariamo dalla politica, con il 15% siamo diventate una "questione femminile". Nei vari cantieri i diritti sono scomparsi: i temi che vengono ripresi sono lavoro, legge elettorale e ambiente. I giornali di Bologna hanno spaccato il movimento sulla violenza. Quali rapporti teniamo con le migranti? * Una sintesi complessiva degli interventi Dopo questi interventi introduttivi riportiamo in forma piu' sintetica gli interventi seguenti, ognuno di seguito all'altro: A Como si e' formato un Senato delle donne. Su 533 candidati, 136 erano donne: ne e' stato eletto solo lo 0,75%, 4 candidate elette. Da questi dati cercano di ripartire. Alle prossime elezioni promuovere una lista di sole donne. A Venezia il collettivo "Vengo prima" mette al centro il problema delle redistribuzione del reddito, i diritti economici delle donne sono calpestati, c'e' impoverimento delle donne. Precarieta' dei contratti di lavoro. Chiediamo il 50e50 e dopo si vedra'. Torniamo in strada. La politica, e' vero, e' anche ambiguita', ma ci dobbiamo entrare, non c'e' altro sistema. Si riprende la questione del denaro anche a Bologna, simposi sul bilancio di genere, le famiglie monogenitoriali sono povere, e sono soprattutto donne. Una volta con il part-time si campava, ora no, ansia di produzione anche nelle riunioni, di come guadagnare si parla sempre. Negli anni '70 si guadagnava meglio e avevamo piu' tempo per la politica. Si e' formato un comitato "La citta' delle donne" a Lucca. Partecipazione soprattutto di studentesse nella preparazione di "donnamostra", gruppo di lavoro e comitato: tutti fanno parte dell'Unione durante le campagne elettorali, il programma si fa anche con la Margherita. Gli obiettivi piu' importanti di una campagna: violenza, servizi e pari opportunita' sul territorio. A Firenze si fa riferimento non a "Usciamo dal silenzio", ma a "Libere tutte"; il movimento e' un soggetto, la rete e' un modello su cui il movimento funziona. Messa a tema la laicita'. Sono sempre stati fondamentali i luoghi delle donne e i luoghi istituzionali, come gia' fu nell'esperienza del gruppo "Onda". Mettere a tema la sicurezza, usare la riflessione femminista di Tamar Pitch. 50e50, quote rosa, clausola antidiscriminatoria e democrazia paritaria, non sono la stessa cosa e non sono in scala. Convinzione per la proposta Udi, e' perche' anche la cooptazione avviene per dosi omeopatiche. Modificare la qualita' della politica per una diversa qualita' di gestione della politica e dare un senso alla rappresentanza. Cambiare le nostre pratiche di rapporto con le elette, le donne sono portatrici di esperienze politiche non istituzionali, lavoro di base, condivisione delle decisioni, qualita' della politica come qualita' di gestione della cittadinanza. Noi dobbiamo infarcire i luoghi istituzionali di donne. Lo Spi-Cgil ha un coordinamento di donne, lavoro nel territorio: far uscire le donne dal lavoro di cura, dalle case. Noi paritarie come obiettivo, arrivano ora le donne della generazione del femminismo. Aderito con convinzione alla proposta Udi, perche' la democrazia paritaria e' diversa dalle quote rosa. 50e50 incontra le donne giovani, che hanno un'identita' forte, fanno esperienza paritaria nella scuole e nell'universita'. Noi lottiamo contro la precarieta' delle giovani,la poverta' delle donne, per i servizi. Temi centrali la laicita' e la famiglia. Liberta' di decidere del proprio corpo, liberta' di decidere di lavorare, e' fondamentale l'autonomia reddituale delle donne. Reagire a questi attacchi teodem, prendere iniziative pubbliche. La vicenda dell'omicidio della donna di Perugia, barbarie fare l'esame del dna del feto. Ritorna idea dell'attenuante del "delitto d'onore"? Scendere in piazza. Discutere tra noi, ma riprendere l'iniziativa fuori, le donne si sentono sole. Siamo sotto attacco. Autonomia di questo movimento e soggettivita' politica che si da' continuita'. Abbiamo rapporti con istituzioni, con sindacati, poco coi partiti a parte il Prc, il movimento delle donne si pone come cerniera al posto dei partiti. Su 50e50 ci sto, no sulle quote, no su antidiscriminazione, ma 50e50 perche' e' cittadinanza... Ci andiamo per portare spostamento, cambiamento, differenza. Accanto a 50e50 fare un'agenda e dei patti con gli uomini: temi di biopolitica e di economia di vita. Soggettivita' femminista nel sindacato sui temi della precarieta'. Democrazia praticata. Livello cittadino e nazionale non sono i livelli globali. Il nostro stile di vita, intrecci ai temi del futuro della terra, dell'aria, acqua, cibo. La sopravvivenza e' legata alla cura della terra. Ma anche poverta' e mercato. Il femminismo ha parlato un linguaggio incomprensibile, venti anni da aristocratiche: mentre il linguaggio della mobilitazione sull'aborto lo capivamo tutte. Sulla violenza bisogna dire che e' un problema politico culturale maschile. Governo del paese e' una grande famiglia, osare il senso comune, proporre i bilanci di genere. Forza simbolica delle parole. 50e50 obiettivo a cui tenere, quantita' non e' necessariamente mancanza di qualita'. Coordinamento delle parlamentari del Prc, Forum delle donne nel partito, rete femminismo della sinistra europea. Donne che sono impegnate politicamente devono proporsi i problemi di scenario, la situazione di questo paese e' brutta per le donne. Il femminismo oscillante rispetto alla presenza nello spazio pubblico. Proposte operative, bisogno di novita' politica, processi di cambiamento nei vari partiti. 50e05 va inserito in un dibattito generale, buona invenzione politica, aggrega donne diverse, se le femministe non sono schizzinose sulla politica in questo paese vige una cappa di patriarcato. Fare la mobilitazione del 50e50 per una qualita' della vita. Trasformare la politica, fare una grande manifestazione a Roma in settembre-ottobre. Ce la facciamo? E' un corridoio per salvare la trasformazione della politica. Costituzione di una commissione della salute delle donne al Ministero della Salute come segnale di una risposta alle attese delle donne e ai temi posti nell'ultimo anno soprattutto da parte del movimento. Sviluppare delle pratiche che il movimento ha con le donne che nelle istituzioni lavorano, relazione con i luoghi pubblici. Il tema della rappresentanza con 50e50 ha una straordinaria forza dirompente, non e' piu' le quote, cioe' non dice "mi coopto in un luogo", ma decide che cambia il punto di vista sulla rappresentazione della realta', cambia l'ottica da tutela a diritto, da recinto a rappresentanza. Politica tra le donne, cambiando un linguaggio. Che rapporto c'e' tra i movimenti e perche' "Usciamo dal silenzio" si considera un movimento, le diversita' che vengono mantenute. 50e50 sollecita e offre una rilettura dei significati della politica; ora individuare degli obiettivi e darsi degli strumenti da parte di un movimento che ha la capacita' di stare sulle cose che succedono nella realta'. Contraddizioni tra individuare un obiettivo ed essere in grado di esercitarlo. Politiche per la famiglia decideranno della nostra liberta', ragionare sulla manifestazione e non lasciare ad altri luoghi la mediazione. Cittadini sono portatori di diritti, i partiti sono strumenti per condividere la sovranita'. Parole ricorrenti: corpo, poverta', rappresentanza, centralita' della materialita' della vita nelle nostre vite e nelle assemblee. La preparazione della manifestazione del 14 gennaio parlava della vita e non solo di 194, di liberta' femminile, di concedersi spazio per la politica. Quando parliamo di 50e50 stiamo parlando di intreccio tra spazio pubblico e vita quotidiana. Molte non si riconoscono nella politica e si sentono estranee. Il "Manifesto dei perche'" riporti le contraddizioni e i desideri delle donne di fare politica. Affezionate al tema del linguaggio e della comunicazione. Tre giorni nello spazio pubblico, donne politica e passione, assemblea "politica tra desiderio ed esperienza". Temi trasversali sono l'economia di vita delle donne, i soldi delle donne. Democrazia paritaria come caratteristica dirompente e radicalita', permette anche di confliggere tra donne. Le conclusioni di Lea Melandri dicono della contentezza per l'incontro che si e' realizzato, colpita dalla concretezza, convinta anche lei che si possa arrivare all'autunno con una manifestazione sui temi di 50e50 e sui nessi che anche nell'assemblea sono stati ricordati. Abbiamo un sapere sulle tematiche della vita pubblica, sappiamo che la crisi della politica porta al populismo, abbiamo riportato alla politicita' le zone dell'impolitico. * Alcune parole-chiave degli interventi. Un resoconto articolato Raffaella Lamberti, Associazione Orlando di Bologna E' importante conservare la memoria delle donne. Nascono nuovi modi di fare rete (FemCamp). Nelle reti ci sono diversita' feconde ma anche conflitti. Dal 14 gennaio 2006 sono nate molte reti-movimenti. Incontrarsi per capire cosa condividiamo, come rafforzare la nostra presenza. Lavorare su temi condivisi. Il tema di "Usciamo dal silenzio" e' stato la legge 194 e gli attacchi che la legge sull'aborto e i consultori hanno subito. Problema dei femminicidi ha ora un rilievo politico. * Lea Melandri Tema delle unioni civili e riflessione sul concetto di famiglia - a Milano si sono legati al tema della rappresentanza. Rappresentanza: la soggettivita' politica delle donne e la presenza pubblica sono legate al movimento degli anni '70. Contaminazione di percorsi diversi in "Usciamo dal silenzio" (movimenti - donne delle istituzioni). Corpo-sessualita'-nascita-famiglia, oggi sono le materie prime del dibattito pubblico e delle politiche istituzionali. Le donne dei movimenti stabiliscono oggi rapporti continuativi con le rappresentanti politiche. Tema della rappresentanza-presenza ha accompagnato il movimento milanese nell'affrontare le tematiche del femminismo. Invenzione di pratiche politiche nuove che concilino femminismo storico e nuovi percorsi. 50 & 50 in tutti i luoghi della decisione (Udi). Problema: trovare le forze e il tempo per tenere insieme la lotta per la parita' di rappresentanza e gli altri temi del femminismo. Partire dalla soggettivita' per affrontare un tema pubblico. La campagna dell'Udi si inserisce nel dibattito sulla crisi della politica nel nostro paese. Parlare oggi della presenza politica delle donne vuol dire ripensare la politica. * Elena Del Grosso, Rete delle donne di Bologna Tema dell'autonomia delle donne: entrare con un modo di pensare e agire diverso nella vita pubblica. Mettiamo insieme le nostre forze - "contaminazione delle culture" come meticciato che crea una cultura nuova. A Bologna il tema centrale e' la liberta' femminile (a partire dalla difesa della legge194, violenza misogina). Il tema della violenza sulle donne e' un nodo politico. Problema della visibilita' politica delle donne. Nei momenti bui le donne sono presenti come soggetto politico forte. Tema del bilancio di genere... i soldi delle donne. Luoghi delle donne - come rapportarsi con le donne che agiscono in luoghi diversi da quelli del femminismo? Rapporto con le donne delle istituzioni. Tema dell'autonomia delle donne nei movimenti e delle donne delle istituzioni. Come innovare i luoghi istituzionali? Problema della presenza pubblica delle donne - siamo diventate la "questione femminile". Il tema dei diritti e' scomparso dall'agenda politica. Rapporto con le donne migranti. Il rapporto coi mezzi di informazione (a Bologna le donne sono state strumentalizzate dalla stampa locale) - la stampa sta dimostrando incompetenza sulle tematiche femminili. * Senato delle donne di Como Problema dell'unilateralita' della politica locale (elette 0.75%). Quote rosa: non basta una rappresentanza femminile se non porta una rivoluzione culturale. L'iniziativa del "Senato delle donne" coinvolge anche gli uomini. Promuovere una lista di sole donne. Uguaglianza e liberta' delle donne per una citta' giusta. Importanza del patrimonio culturale femminile. L'assenza delle donne come esclusione progettata. Nuova progettualita' - incontri con le donne "importanti" per la costruzione di un'immagine di donna che pensa, agisce, lavora. Legge regionale Lombardia sulla sepoltura dei feti e' un modo per colpevolizzare le donne e per limitarne la liberta' di scelta. * Coordinamento 194 Venezia Proposta di legge veneta sulla presenza dei "movimenti per la vita" nei consultori e negli ospedali pubblici e' stata fermata! Per ora... Problema della disponibilita' della "pillola del giorno dopo". Problema della redistribuzione del reddito. Problema della precarieta' per le donne - le maternita' negate. Problema del tempo delle donne connesso alla qualita' del lavoro e della retribuzione. Quote rosa nell'amministrazione pubblica attraverso i concorsi. Dobbiamo ritornare a lottare nelle piazze e nelle strade. * Sandra Schiassi, Rete delle donne di Bologna Soldi alle donne - bilancio di genere. Tema della famiglia - informazione. Poverta' che colpisce soprattutto le donne sole con figli. Differenza tra oggi e 30 anni fa: meno partecipazione, piu' lavoro, meno soldi. Ansia da produttivita' produce un problema: le donne non parlano delle donne. Donna sola discriminata rispetto alla donna insieme ad un compagno. * Annamaria Medri, "La citta' delle donne" di Lucca Il comitato lavora con le donne della Margherita, e partecipazione eterogenea della realta' femminile. Problema del servizio sul territorio, delle pari opportunita', posti nell'ambito delle elezioni amministrative. Modalita' di analisi attraverso 400 questionari sulla violenza contro le donne. Violenza contro le donne: problema del sommerso e costruzione dei consultori come luoghi di discussione, confronto, rete di relazioni. Programma elettorale locale ha fatto proprie le istanze femminili grazie ad un'alleanza tra le donne del comitato (di cui 4 elette). Percorso di Lucca continua facendo del Comitato un'associazione. * Anna Picciolini, "Libere tutte" di Firenze Fare rete come modello dell'agire politico. Tema della laicita' - fecondazione assistita. "Libere tutte" fa parte di "Facciamo breccia". Rapporto tra generi e' fondamentale nell'affrontare le nostre tematiche. Tema della sicurezza deve diventare nostro. "Onda" organizzazione che aveva come obiettivo un'incidenza sulla politica istituzionale. 50&50: quote rosa, percentuali minime e democrazia paritaria sono cose diverse. Le donne vincono i concorsi perche' sono preparate! Non ha senso parlare di quote nei concorsi. Per ogni donna che manca nelle posizioni importanti, c'e' un uomo (stupido) in piu'. * Maria Grazia Campari, "Usciamo dal silenzio" 50&50: e' una proposta di legge sintetica e chiara. Le donne sono escluse dalla cittadinanza politica. Per portare avanti questa campagna dobbiamo cambiare le nostre pratiche (rapporto con le donne elette). Donne dovrebbero essere portatrici di esperienze politiche non istituzionali. Modificare la qualita' della politica per una diversa qualita' di gestione della politica cittadina. * Mara Nardini, Coordinamento donne Spi-Cgil Problema del lavoro di cura. Per i diritti delle donne (precarieta'). All'interno del sindacato ha acquisito importanza la modalita' politica femminile (nell'ultimo congresso si e' deciso per una rappresentanza paritaria dei generi). Proposta Udi e' differente dal tema "quote", incontra interessi delle giovani donne che non credono nelle quote rosa ma sperano in una democrazia paritaria. Lottare per avere piu' servizi. Contro l'aumento dell'eta' pensionabile. Lottare contro le basse pensioni delle donne. Lottare contro la precarieta'. Questione laicita'-famiglia: liberta' delle donne di decidere riguardo al proprio corpo. Tentativo di togliere liberta' alle scelte lavorative delle donne. Agire e reagire a questo attacco con iniziative pubbliche (da discutere). * Barbara Mazzotti, Rete delle donne di Bologna Caso: omicidio della donna incinta di Perugia. Come partecipare? Esame del Dna sul feto: dobbiamo opporci e fare sentire le donne unite. Donne come parte civile nel processo di Perugia. Spot radiofonico in una radio locale emiliano-romagnola dove si identifica l'aborto come crimine. Giornalisti incompetenti? Incontriamoli, parliamo con loro della percezione della notizia. Percorso di formazione. Essere di sinistra non e' uguale ad essere femminista. Medici che si dicono obiettori di coscienza nel pubblico, mentre nel privato praticano l'aborto. Bisogna denunciarli. Essere visibili e presenti nelle situazioni particolari. Nel concreto. Partiamo da li'. * Barbara Spinelli, Giuriste Democratiche Proposta dell'organizzazione per il riconoscimento del femminicidio come crimine contro l'umanita'. Le associazioni che hanno nel loro statuto la difesa dei diritti delle donne possono costituirsi parte civile nei processi che riguardano la violenza alle donne. Mobilitiamoci in massa contro le azioni di contrasto all'aborto che superano i limiti. Riprendiamoci la piazza. * Raffaella Lamberti, Associazione Orlando di Bologna Autonomia del movimento e di una soggettivita' politica che sia continuativa. Rapporti col sindacato, con le istituzioni, ma pochi rapporti coi partiti. 50&50: chi costruisce le elites politiche sono i partiti. Accedere alla rappresentanza per produrre cambiamenti. Non possiamo limitarci a firmare per il 50&50, dobbiamo pensare a un'agenda e a un patto con gli uomini. Temi di biopolitica e economia di vita sono primari nella discussione femminile. Uno dei problemi della politica e' che il voto e' solo cerimonia, non ci si preoccupa nemmeno piu' del consenso. Dobbiamo creare un'agenda politica che contenga temi di giustizia globale. Pensare al tema della mondialita', della globalizzazione, dal punto di vista dell'etica pubblica. * Gabriella Cappelletti, Bologna Tema dell'ambiente connesso con i temi della salute e della poverta'. Rapporto donne-scienza. Ripensare il concetto di cura come cura dell'ambiente. * Emma Baeri, Catania Problema per la democrazia paritaria e' il linguaggio. Sulle questioni della violenza misogina, della laicita' e dei diritti dobbiamo riaffermare delle parole d'ordine. Se la nostra competenza per il senso comune e' quella di cura domestica, affermiamo di poterci prendere cura dell'amministrazione pubblica (sfidiamo il senso comune con i suoi stessi termini). Cerchiamo linguaggio efficace, parole nuove per stabilire rapporto tra economia domestica e governo della citta'. Uguaglianza vs differenza: dallo stridore puo' nascere qualcosa. Comunicare con parole quotidiane, ma con alto valore simbolico, come le femministe hanno sempre fatto partendo dal personale per contaminare il pubblico. Rischio: tornare a fare una politica tradizionale; oggi questo rischio non c'e'. Dobbiamo imparare a contaminare anche la nostra cultura femminista senza avere paura di disperdersi nel rapporto con le istituzioni. In un'epoca in cui abbiamo gia' raggiunto un certo grado di emancipazione possiamo permetterci di richiedere una maggior tutela dei nostri spazi nell'interesse dell'intero Paese * Imma Barbarossa, coordinamento donne Prc Piano istituzionale: Coordinamento delle parlamentari di Rifondazione: hanno un rapporto con i movimenti delle donne, quelle donne di Rifondazione che abbracciano la causa delle donne. Le parlamentari di Rifondazione hanno fatto una conferenza stampa con le altre parlamentari a favore del 50 & 50. Rete femminista della Sinistra Europea: nata a maggio ha aderito al 50 & 50. Piano culturale: Ricollocare l'articolo 29 a livello storico (il concetto di famiglia). Antitesi rispetto alle gerarchie ecclesiastiche sul concetto di famiglia "naturale". * Bianca Pomeranzi, Casa Internazionale delle Donne di Roma La situazione politica oggi e' molto difficile per le donne di qualsiasi generazione. Femminismo oscillante rispetto alla presenza negli spazi pubblici: percorso carsico. 50 & 50: va bene, ma va inserito in un dibattito generale che serva a dire "50 & 50 perche'?". Le donne devono ricominciare da idee per una nuova politica. Le giovani donne oggi hanno a che fare con la cappa del patriarcato. Un nuovo slogan: 50 & 50 per la qualita' della vita. Dobbiamo uscire dalle piccole oligarchie di partito. Proponiamo una grande manifestazione a Roma; la partita che si sta giocando e' sulla pelle di tutte le donne. Andiamo in piazza? Ce la facciamo? Visibilita'. Idea di trasformazione politica. Non solo in Italia. Ma per questa volta partire nazionalmente. * Beatrice Cristofoli, Rete delle donne di Bologna Tema dei modelli in cui si organizzano i movimenti politici. Qualcosa di diverso, un soggetto politico: quando un soggetto politico vuole interagire con le istituzioni queste chiedono che il soggetto politico diventi qualcosa di diverso (esempio Rete Bologna - Cofferati). I movimenti devono snaturarsi per divenire presenza politica? Rete: modello. E dunque se modello perche' abbandonarlo? * Adriana Nannicini, Usciamo dal silenzio di Milano Hina a Brescia, abbandonata dallo stato e lasciata alla giustizia familiare. Tema della violenza: "Usciamo dal silenzio" cerca il dialogo con la politica istituzionale. Ieri a Roma si e' insediata la commisione Salute delle donne nel Ministero della salute: risultato di un anno di lavoro di donne che hanno a cuore una concezione della salute come diritto-perno della salute di tutti. Donne scienziate che si fanno rappresentanti di una domanda di intervento sulla salute delle donne. Vari gruppi di lavoro, anche sulla violenza contro le donne, aggiuntosi negli ultimi tempi. Conferenza sulla salute delle donne a fine anno. Non deve essere una commissione soltanto di esperte, ma luogo istituzionale pubblico. * Patrizia Gubellini, Rete delle donne di Bologna Favorevole al 50 e 50 perche' si alimenta il conflitto: per spezzare la complicita' di un'ideologia dominante. Dove ci sono le donne nasce il conflitto. Scettica nei confronti della partecipazione delle donne nelle istituzioni. * Susanna Camusso, "Usciamo dal silenzio" di Milano 50 e 50: proposta dirompente, cambia il punto di vista della rappresentazione della realta'. Tutela/Ordinamento. Tema della politica tra le donne in contrapposizione all'idea della politica per le donne, riconoscere il fatto che nell'insieme le donne esercitano la politica. Contraddizione: rapporto tra movimenti (come "Usciamo dal silenzio" che cosi' si definisce) e capacita' di trasformare la scelta di essere movimento in progetto. 50&50 come rilettura del significato della politica. Capacita' di essere puntualmente presenti e capaci di mobilitare. Politica per la famiglia e' pericolosa perche' finira' per definire le politiche del lavoro e della distribuzione del reddito. Ragioniamo per una grande mobilitazione sul 50&50. Problema di come influire sulle decisioni che si prenderanno. * Ileana Alesso, "Usciamo dal silenzio" La condizione che stiamo vivendo: oppresse dalla chiesa (siamo un corpo che produce corpi) e dalla politica (siamo un corpo elettorale che produce voti). Ostacolo: politica in connubio con la chiesa attraverso i partiti. A proposito del 50&50 c'e' il richiamo all'art. 3 e all'art. 51 della Costituzione, ma siamo state espropriate dell'art. 49, espropriazione della sovranita' popolare da parte dei partiti e noi siamo quelle che piu' hanno subito questa espropriazione. Mobilitazione e manifestazione. Ricchezza della rete e' che c'e' la possibilita' di attivare a breve la mobilitazione sul 50&50 e sugli argomenti affrontati. * Bice Parodi, "Usciamo dal silenzio" di Genova A Genova si attiva un albo di registrazione per le coppie di fatto. A livello locale la sindaca ha creato un assessorato alle pari opportunita' e diritti degli animali... assessorato alle "varie ed eventuali"? E' stata violata la privacy di minorenni che hanno abortito dalla stampa locale ("Secolo XIX"). Nel piu' grande ospedale di Genova (privato) non si praticano piu' aborti. Le donne a Genova cercano di essere sempre presenti ma non e' facile concretizzare la protesta. Abbiamo dovuto diventare associazione per accedere ai finanziamenti. * Raffaella Radi, "Usciamo dal silenzio" di Ravenna 50&50: comincera' a breve un lavoro comune. Temi: consultori, raccolta di firme per chiedere al Comune il registro delle unioni civili. Rapporto con le donne elette faticoso, per molte di loro e' difficile prescindere dall'identita' partitica. Consultori: obiezione di coscienza a Ravenna (provincia) e' alta, minaccia l'applicazione della 194. Obiezione non e' solo per l'interruzione volontaria della gravidanza (Ivg), ma anche sulla pillola del giorno dopo. Prestazioni del consultorio, tranne il percorso della gravidanza (l'unica ad essere salvaguardata tra le fasi della vita femminile) non sono piu' direttamente accessibili, ma tutte le visite si prenotano tramite il Cup. Il Cup considera le visite mediche di un quarto d'ora, tempo insufficiente. Asl voleva stilare un protocollo unico per l'Ivg, sostituito da una brochure informativa dal titolo "Sono incinta, e adesso?" e che parla del valore sociale della maternita'. "Usciamo dal silenzio" di Ravenna ha fermato la distribuzione della brochure. * Assunta Sarlo, "Usciamo dal silenzio" di Milano Parole ricorrenti: corpo, poverta', solitudine, violenza, maternita'. Preparando la manifestazione del 14 gennaio 2006 abbiamo parlato di liberta' femminile, della vita delle donne. Quando parliamo di 50&50 parliamo di qualita' dello spazio pubblico e dello spazio privato, nell'esperienza delle donne queste due dimensioni non possono essere scisse. Molte donne parlando del 50&50 hanno mostrato il timore di tralasciare gli altri temi. Ma questo tema e' ancorato agli altri. Da Milano partira' un manifesto sul 50&50. C'e' un degrado dello spazio pubblico e il nostro 50&50 non puo' non essere che qualita' dello spazio politico. Linguaggio e comunicazione: ragionamento deve essere aperto anche alle domande piu' ingenue e deve essere nello spazio pubblico. A fine giugno tre giorni (22-23-24 giugno) di spazio pubblico a Milano (violenza, donne migranti, lavoro, 50&50). Parola chiave: politica tra desiderio ed esperienza. * Cristina Pecchioli, "Usciamo dal silenzio" di Milano Questa assemblea e' importante per capire quale percorso le reti stanno seguendo. Mancava da tempo una presa di parola comune e dirompente delle donne. Differenza generazionale sui temi femminili. Tema della precarieta' e' fondamentale. Difficile per un movimento costruire una pratica politica efficace: quale forma il movimento dovra' prendere? Capacita' per un movimento di tenere insieme. Bisogna mostrare il nesso tra politica e vita quotidiana. La campagna per la democrazia paritaria ha valore se e' dirompente e radicale, deve scuotere la politica tradizionale. Le donne sono talvolta ostaggio del sesso dominante, oppure un vaso di coccio, cioe' troppo fragili. * Jessica Ferrero, "Forum Donne e Politica" di Torino * Francesca Rossi, "Usciamo dal silenzio" di Milano E' molto delusa ultimamente da quello che fanno le donne: la sindaca da' un bonus per allattare tre mesi di piu'. Le esigenze delle donne (in questo caso le madri) sono altre; la sindaca, se pur donna, non coglie le esigenze vere delle donne. Non si affrontano radicalmente problemi di poverta' e difficolta' di vita delle lavoratrici * Carmen, "Usciamo dal silenzio" di Bolzano Ingerenza delle gerarchie cattoliche nella vita quotidiana. I politici si conformano ad un modello di societa' di tipo confessionale. La laicita' dello Stato e' un bene prezioso sancito dalla Costituzione. La famiglia come ammortizzatore sociale contrapposta alla famiglia come luogo degli affetti e della solidarieta'. Lo sbattezzo pubblico come forma di protesta per uscire dalla comunita' cattolica. * Anna Picciolini Quando nella politica vengono aggiunti dei posti in piu' per le donne, vengono aggiunti anche piu' posti (aumento del numero dei Ministeri): quindi, alla luce di cio', se chiediamo il 50 & 50 dobbiamo ragionare anche su una riduzione del 100, senza demagogia. * Maria Grazia Campari Art. 1 della legge 40. La liberta' autodispositiva della donna viene sanzionata e compressa: nulla del genere succede per il corpo maschile. La qualita' della cittadinanza della donna e' offuscata. E' giusto sottolineare il conflitto nei luoghi istituzionali e operare in una dialettica, ma ancora piu' importante e' il conflitto con gli uomini per esserci. * Elena Del Grosso Costo della politica. Se e' vero che le nuove poverta' sono femminili e che le nuove poverta' partono dal lavoro, come possiamo pensare che le donne possano entrare nell'agenda politica, se i costi della politica sono alti? Dobbiamo procurarci delle risorse per la partecipazione delle donne nella politica. * Lea Melandri Dobbiamo essere molto forti: facciamo una manifestazione in autunno. Non lasciamo che l'impolitico venga gestito dalle destre o dall'assenza delle sinistre. Noi dobbiamo avere la forza di recuperare una forte autonomia nei luoghi della politica, perche' noi abbiamo un nostro sapere. 2. LIBRI. ROBERTA CARLINI PRESENTA "IL MIO NOME NON E' WENDY" DI WENDY UBA E PAOLA MONZINI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 17 giugno 2007. Roberta Carlini e' giornalista del quotidiano "Il manifesto"; ha curato la recente raccolta degli Scritti quotidiani di Federico Caffe' (Manifestolibri, Roma 2007). Wendy Uba e' uno pseudonimo della protagonista di questa autobiografia. Paola Monzini ha un dottorato in Scienze sociali presso l'Istituto Universitario Europeo di Fiesole; ha lavorato come ricercatrice per l'Unicri (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute) e come consulente per la Dia (Direzione Investigativa Antimafia). Opere di Paola Monzini: Gruppi criminali a Napoli e a Marsiglia. La delinquenza organizzata nella storia di due citta' (1820-1990), Meridiana Libri - Donzelli, Roma 1999; Il mercato delle donne. Prostituzione, tratta e sfruttamento, Donzelli, Roma 2002; (con Wendy Uba), Il mio nome non e' Wendy, Laterza, Roma-Bari 2007] "Finora ho sempre dovuto nascondere tutto. Ora invece capisco che raccontare e' anche una liberazione". La liberazione per Wendy Uba, nome inventato per una ragazza vera, arriva alla fine dell'autobiografia. Un'autobiografia scritta insieme a Paola Monzini: la ex prostituta e la sociologa, la ricercatrice sociale e la "materia" su cui indaga, due donne unite da una scrittura complice. Che parte da una negazione: Il mio nome non e' Wendy (Laterza, pp. 169, euro 9). La storia e' semplice e comune: Wendy, nigeriana di Omokobe, famiglia con qualche difficolta' ma non povera, lontana da quell'immagine di indistinto miserabile a cui spesso si associa tutto quel che e' Africa, arriva in Italia sull'onda di un'illusione e un inganno. L'illusione e' di continuare gli studi, l'inganno e' quello degli organizzatori del viaggio che la portano invece nel racket della prostituzione in Europa. Sulla rotta delle ragazze nigeriane, in Francia e poi in Italia, Wendy attraversa giovanissima tutti i passaggi del capillare business della merce-corpo, ne e' intrappolata, impara le regole di sopravvivenza nel lavoro di strada, comincia a studiare tecniche e possibilita' per uscirne. Finche' non subisce uno stupro di gruppo. E' la violenza ad accelerare la sua fuga dal racket: il primo tramite verso la nuova vita e' un fidanzato, il secondo un'istituzione cattolica. Ma non basta. Come non bastano i nuovi lavori da immigrata, alle prese con la cura di persone e famiglie assai poco riconoscenti verso chi ne salva l'equilibrio dalla malattia e dalla vecchiaia. Da badante, Wendy diventa studentessa, si laurea e ricomincia, finalmente arrivata al punto di partenza delle sue coetanee occidentali: formazione, stage, incarichi, lavori a termine. E' una storia a lieto fine, dove il lieto fine e' soprattutto nell'averla scritta. Il che avviene grazie all'incontro con Paola Monzini, una ricercatrice che da tempo studia la prostituzione. In un precedente libro, pubblicato per Donzelli, Monzini - che su questi temi ha lavorato per le Nazioni Unite, la Fao e la Dia - ha analizzato e descritto nel dettaglio il mercato delle donne: la tratta e lo sfruttamento, le loro due rotte principali (quella dall'Est ex-sovietico e quella dall'Africa), le regole del gioco criminale, il giro d'affari, i patti scritti e non scritti, le politiche possibili. Convinta fautrice di una visione non proibizionista della prostituzione e del mercato del sesso, racconta pero' la distanza tra la prostituzione libera e quella schiava, e i fallimenti che, nell'impatto con la concorrenza clandestina delle immigrate, anche le politiche nordiche di regolazione della prostituzione hanno avuto. Il che la porta a un approccio pragmatico alle politiche cittadine, statali e comunitarie: pragmatico (cosa e' bene per le donne in strada?), dunque opposto alle rassicuranti e inutili proibizioni o multe o ronde. L'incontro con Wendy permette a Monzini di raccontare, con sensibilita', la vita di una persona reale dentro il grande fenomeno. La rotta Lagos-Milano diventa il viaggio di Wendy, le maman hanno un nome e un volto, il meccanismo del prestito-viaggio, quello che tiene legate le donne (cosi' come i lavoranti cinesi nei sottoscala) finche' non lo rimborsano con gli interessi, diventa una cifra reale quantificata in notti di lavoro. Il racconto a quattro mani non nasconde niente della crudezza e crudelta' della vita da prigioniera in strada, ma si ferma laddove Wendy si vuol fermare, nel descrivere le sue emozioni, e la segue nel suo ostentare un distacco quasi "tecnico" nel tratteggiare i clienti, le prestazioni sessuali richieste, quelle negate, gli accorgimenti utilizzati per salvarsi la vita. Quel che colpisce, subito dopo l'avventura della liberazione, e' che la liberazione e' in realta' ancora lontana: nel passaggio da un mercato all'altro, da quello del sesso a quello delle badanti, Wendy non vive un grande salto. Le famiglie italiane, prima viste attraverso i mariti e padri che compravano sesso per strada, non migliorano nel momento della delega alla straniera della cura dei loro vecchi. O almeno questa e' la percezione soggettiva di Wendy, che ha deciso di non fermarsi li' e continuare la sua ricerca. Fino ad arrivare proprio laddove voleva arrivare: l'universita', la laurea. Fino a potersi permettere di tornare in Nigeria, a far visita a quella famiglia un po' inconsapevole un po' complice, e a riallacciare il rapporto con il padre. E fino a conquistarsi la liberta' di raccontare la sua storia. ============================== NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE ============================== Supplemento settimanale del giovedi' de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 111 del 28 giugno 2007 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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