Minime. 120



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 120 del 14 giugno 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Margherita Bebi: Per Aung San Suu Kyi
2. Milon Nagi: Non c'e' onore nell'uccidere
3. Centro Impastato: Mafia e antimafia, un percorso di analisi. Una guida
bibliografica ragionata (parte seconda e conclusiva)
4. Sara Sesti presenta "Lezioni di volo" di Francesca Archibugi
5. La "Carta" del Movimento Nonviolento
6. Per saperne di piu'

1. INIZIATIVE. MARGHERITA BEBI: PER AUNG SAN SUU KYI
[Da "Burma_news" (per contatti: burma_news at verizon.net) riceviamo e
diffondiamo.
Margherita Bebi e' rappresentante di Euro-Burma Office (per contatti: Square
Gutenberg 11/2, 1000 Bruxelles, Belgium, tel. (322) 2800691 - 2802452, fax:
(322) 2800310, e-mail: burma at euro-burma.be), struttura impegnata a sostegno
dell'impegno per la democrazia in Myanmar (Birmania); traduttrice freelance,
dal 2001 lavora per l'Euro-Burma Office di Bruxelles come collegamento con
le istituzioni europee; da anni svolge attivita` di collaborazione
giornalistica su tematiche riguardanti le minoranze etniche asiatiche e la
situazione politico-sociale in Birmania.
Aung San Suu Kyi , figlia di Aung San (il leader indipendentista birmano
assassinato a 32 anni), e' la leader nonviolenta del movimento democratico
in Myanmar (Birmania) ed ha subito - e subisce tuttora - durissime
persecuzioni da parte della dittatura militare; nel 1991 le e' stato
conferito il premio Nobel per la pace. Opere di Aung San Suu Kyi: Libera
dalla paura, Sperling & Kupfer, Milano 1996, 2005; Lettere dalla mia
Birmania, Sperling & Kupfer, Milano 2007]

Cari amici,
vorremmo celebrare insieme a voi il sessantaduesimo compleanno di Aung San
Suu Kyi (19 giugno 2007) unendoci alla campagna internazionale lanciata per
la sua liberazione.
Recentemente, nonostante le pressioni internazionali e le manifestazioni dei
suoi sostenitori, il regime militare di Myanmar contro il quale lei si e'
sempre battuta, ha deciso di prolungare la sua detenzione di un altro anno.
Degli ultimi diciassette anni, San Suu Kyi ne ha trascorsi circa undici in
isolamento.
Vogliamo far sapere al governo birmano che Aung San Suu Kyi ed il popolo
birmano non sono soli e che c`e` qualcuno che pensa a loro anche in Italia.
Abbiamo bisogno del vostro aiuto per far si' che la campagna abbia l`effetto
sperato. Iniziate sin da ora a spedire lettere di protesta (aggiungete un
vostro commento o augurio) e spedite il tutto all`Ambasciata birmana con
sede a Roma: Ambasciata di Myanmar presso Lo Stato Italiano, via della
Camilluccia 551, 00135 Roma (RM).
Se volete, potete mandare il vostro messaggio di auguri tramite e-mail,
sempre all`Ambasciata birmana in Italia: meroma at tiscalinet.it
Per favore inviate per conoscenza il vostro messaggio per e-mail anche al
nostro indirizzo: burma at euro-burma.be
E se preferite potete spedire una cartolina di auguri  direttamente ad Aung
San Suu Kyi: all'indirizzo postale Daw Aung San Suu Kyi, 54 University
Avenue, Bahan 11201, Yangon, Myanmar.
Per favore, inoltrate questo messaggio a chiunque possa essere interessato
ad aiutarci.
Grazie  per la vostra gentile collaborazione,
Margherita Bebi

2. MONDO. MILON NAGI: NON C'E' ONORE NELL'UCCIDERE
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente intervento.
Milon Nagi, scrittrice, giornalista, attivista femminista, e' stata la
coordinatrice della campagna internazionale a favore delle donne irachene
"Action for Abeer".
Rana Husseini, giornalista giordana, attivista per i diritti umani, e'
impegnata nell'esperienza del "National Committee to Eliminate so-called
Crimes of Honour" (Comitato per l'eliminazione dei cosiddeti "delitti
d'onore")]

Doaa Khalil viene lapidata a morte in Iraq, perche' frequenta un uomo di
religione diversa. Una donna viene uccisa in Giordania perche' la sua
fotografia e' sul cellulare dell'amico di suo fratello. La gola di Muqadas
Bibi e quelle delle sue sorelle minori vengono tagliate dal loro patrigno,
in Pakistan, dopo che Muqadas ha deciso di abbandonare un marito violento e
le sorelle l'hanno accolta. Ogni anno, attraverso confini religiosi e
nazionali, circa 5.000 donne e ragazze vengono uccise da membri delle loro
stesse famiglie nei cosiddetti "delitti d'onore".
"Non c'e' nulla di onorevole in questi crimini", dice Rana Husseini,
giornalista giordana ed autrice di un libro sull'argomento che uscira'
prossimamente. Rana, il cui lavoro a favore dei diritti umani ha ricevuto
riconoscimenti internazionali, ha dedicato la sua intera carriera a
testimoniare e contrastare i delitti d'onore.
Si occupo' del primo caso, una sedicenne uccisa dal fratello, solo pochi
mesi dopo aver iniziato a lavorare per il "Jordan Times" come giovane
cronista di cronaca nera nel 1993. "Questa fanciulla era vittima cinque o
sei volte, e non solo dell'omicidio", ricorda Rana. Stuprata e messa incinta
da un altro fratello, fu costretta a sposare un uomo che aveva cinquant'anni
piu' di lei dopo un aborto segreto. Il matrimonio duro' sei mesi. "Il giorno
in cui l'uomo divorzio' da lei, la uccisero", dice ancora Rana, "Si difesero
dicendo che la ragazza aveva deliberatamente sedotto il proprio fratello".
La giornalista fu sconvolta nello scoprire sempre un maggior numero di
storie simili. "Gli assassini delle donne svuotavano loro addosso interi
caricatori di fucile; le pugnalavano trenta, quaranta, cinquanta volte;
davano loro fuoco...". Sebbene di tali omicidi si parlasse assai poco in
Giordania, Rana sentiva che era suo dovere, come giornalista e come donna,
documentarli: "Volevo essere la loro voce".
Immediatamente incontro' l'ostacolo maggiore: l'ignoranza dell'opinione
pubblica, alimentata dal silenzio dei media. All'epoca, scrivere di tali
argomenti era tabu'. Secondo Rana circa 20-25 "delitti d'onore" vengono
commessi in Giordania ogni anno, e la maggior parte ha luogo nei quartieri
piu' poveri e densamente popolati della capitale, Amman. Poiche' la stampa
araba non raccontava queste vicende, all'inizio molti lettori protestarono
che Rana Husseini stava esagerando. Il suo primo articolo fu seguito dalla
telefonata furibonda al giornale di un'intellettuale giordana, e lei la
ricorda ancora: "Stava letteralmente urlando al mio direttore che io
sconciavo l'immagine del paese". Ma direttore ed editore, entrambi uomini,
continuarono a darle il loro pieno sostegno senza il quale, dice Rana, il
suo lavoro non avrebbe mai raggiunto il livello a cui e' oggi. I lettori,
sconvolti e convinti dai suoi reportage, reagirono chiedendo al governo di
intervenire. Un movimento cominciava a prendere forma.
*
Nel 1998 Rana Husseini ricevette il premio Reebok per i diritti umani, il
primo di numerosi riconoscimenti internazionali al suo lavoro. Il premio
porto' visibilita', attenzione della stampa estera e credibilita' alla
campagna contro i "delitti d'onore". Rana formo' assieme ad altre donne il
"Comitato nazionale giordano per l'eliminazione dei cosiddetti delitti
d'onore", un movimento della societa' civile che e' stato quasi una
rivoluzione in oltre quattordici anni di dialogo sui media e di stimolo
all'opinione pubblica: oggi la stampa araba in Giordania parla di violenza
domestica, di abusi sui bambini e di violenza sessuale, tutti argomenti
tabu' durante gli anni '90.
Rana Husseini dice che vorrebbe miglior attenzione giornalistica sugli
omicidi, ma sostiene che quella che c'e' equilibrata. Sottolinea
l'importanza della liberta' di stampa (introdotta appunto in Giordania nei
primi anni '90) e di internet, e cita un forum virtuale in cui le donne
giordane discussero i delitti d'onore. "Sul web", nota, "le persone possono
formare gruppi di pressione, e questo e' molto importante".
Nonostante i dati ufficiali sui delitti d'onore tendano ad essere piu' bassi
di quelli documentati da Rana, lo stesso fatto che esistano e' un passo
avanti: "Significa che almeno il governo riconosce che un problema esiste. E
questo e' un punto chiave, perche' puoi spingerli a trovare soluzioni".
*
Attiviste ed attivisti sostengono Rana anche nella sua richiesta di una
riforma giudiziaria e legislativa.
In un paese in cui la massima pena per l'omicidio e' la morte, la
giornalista ha scoperto che i delitti d'onore tendono a venir puniti con due
o tre mesi di prigione: "Se rubi in un'abitazione vai in galera per piu'
tempo che per aver ucciso una donna". In gran parte questa clemenza legale
si basa sull'articolo 98 del codice penale giordano, che prevede la
riduzione della sentenza per coloro che uccidono "in preda alla furia".
Assassini che hanno pianificato accuratamente i loro atti possono
consegnarsi alla polizia, confessare (e Rana testimonia che in maggioranza
lo fanno con un certo orgoglio) e poi, in tribunale, appellarsi alla "furia"
che hanno provato perche' una sorella o una nipote "si comportava male".
Mentre la campagna per la riforma dell'articolo 98 continua, il movimento ha
ottenuto nel 2001 che il governo emendasse un provvedimento grazie al quale
i mariti che uccidessero mogli "notoriamente adultere" non venivano puniti
per nulla. La giornalista dice che la decisione del governo ha avuto scarso
effetto pratico (il provvedimento era stato usato un paio di volte in
quarant'anni) ma che e' enormemente importante come inizio simbolico.
Mentre molto resta ovviamente da fare, i programmi di training per giudici e
avvocati hanno dato come risultato il fatto che gli omicidi delle donne
hanno conseguenze molto piu' serie per gli assassini. "E per quanto riguarda
il futuro", dice Husseini, "sta tutto nelle mani della societa' civile, a
livello di base. I media possono giocare un ruolo ancora migliore. E la
riforma del sistema educativo, che oggi e' ancora orientato al maschio, e'
cruciale. Se i nostri bambini e le nostre bambine ricevono gli insegnamenti
giusti, le cose cambieranno molto".

3. MATERIALI. CENTRO IMPASTATO: MAFIA E ANTIMAFIA, UN PERCORSO DI ANALISI.
UNA GUIDA BIBLIOGRAFICA RAGIONATA (PARTE SECONDA E CONCLUSIVA)
[Dal sito del Centro Impastato (www.centroimpastato.it).
Umberto Santino ha fondato e dirige il Centro siciliano di documentazione
"Giuseppe Impastato" di Palermo. Da decenni e' uno dei militanti democratici
piu' impegnati contro la mafia ed i suoi complici. E' uno dei massimi
studiosi a livello internazionale di questioni concernenti i poteri
criminali, i mercati illegali, i rapporti tra economia, politica e
criminalita'. Tra le opere di Umberto Santino: (a cura di), L'antimafia
difficile,  Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo
1989; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, La violenza programmata. Omicidi e
guerre di mafia a Palermo dagli anni '60 ad oggi, Franco Angeli, Milano
1989; Umberto Santino, Giovanni La Fiura, L'impresa mafiosa. Dall'Italia
agli Stati Uniti, Franco Angeli, Milano 1990; Giorgio Chinnici, Umberto
Santino, Giovanni La Fiura, Ugo Adragna, Gabbie vuote. Processi per omicidio
a Palermo dal 1983 al maxiprocesso, Franco Angeli, Milano 1992 (seconda
edizione); Umberto Santino e Giovanni La Fiura, Dietro la droga. Economie di
sopravvivenza, imprese criminali, azioni di guerra, progetti di sviluppo,
Edizioni Gruppo Abele, Torino 1993; La borghesia mafiosa, Centro siciliano
di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia come soggetto
politico, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo
1994; Casa Europa. Contro le mafie, per l'ambiente, per lo sviluppo, Centro
siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia
interpretata. Dilemmi, stereotipi, paradigmi, Rubbettino Editore, Soveria
Mannelli 1995; Sicilia 102. Caduti nella lotta contro la mafia e per la
democrazia dal 1893 al 1994, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe
Impastato", Palermo 1995; La democrazia bloccata. La strage di Portella
della Ginestra e l'emarginazione delle sinistre, Rubbettino Editore, Soveria
Mannelli 1997; Oltre la legalita'. Appunti per un programma di lavoro in
terra di mafie, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato",
Palermo 1997; L'alleanza e il compromesso. Mafia e politica dai tempi di
Lima e Andreotti ai giorni nostri, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli
1997; Storia del movimento antimafia, Editori Riuniti, Roma 2000; La cosa e
il nome. Materiali per lo studio dei fenomeni premafiosi, Rubbettino,
Soveria Mannelli 2000; Dalla mafia alle mafie, Rubbettino, Soveria Mannelli
2006; Mafie e globalizzazione, Di Girolamo Editore, Trapani 2007. Su Umberto
Santino cfr. la bibliografia ragionata "Contro la mafia. Una breve rassegna
di alcuni lavori di Umberto Santino" apparsa su "La nonviolenza e' in
cammino" nei nn. 931-934.
Augusto Cavadi, prestigioso intellettuale ed educatore, collaboratore del
Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo, e'
impegnato nel movimento antimafia e nelle esperienze di risanamento a
Palermo, collabora a varie qualificate riviste che si occupano di
problematiche educative e che partecipano dell'impegno contro la mafia.
Opere di Augusto Cavadi: Per meditare. Itinerari alla ricerca della
consapevolezza, Gribaudi, Torino 1988; Con occhi nuovi. Risposte possibili a
questioni inevitabili, Augustinus, Palermo 1989; Fare teologia a Palermo,
Augustinus, Palermo 1990; Pregare senza confini, Paoline, Milano 1990; trad.
portoghese 1999; Ciascuno nella sua lingua. Tracce per un'altra preghiera,
Augustinus, Palermo 1991; Pregare con il cosmo, Paoline, Milano 1992, trad.
portoghese 1999; Le nuove frontiere dell'impegno sociale, politico,
ecclesiale, Paoline, Milano 1992; Liberarsi dal dominio mafioso. Che cosa
puo' fare ciascuno di noi qui e subito, Dehoniane, Bologna 1993, nuova
edizione aggiornata e ampliata Dehoniane, Bologna 2003; Il vangelo e la
lupara. Materiali su chiese e mafia, 2 voll., Dehoniane, Bologna 1994; A
scuola di antimafia. Materiali di studio, criteri educativi, esperienze
didattiche, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo
1994; Essere profeti oggi. La dimensione profetica dell'esperienza
cristiana, Dehoniane, Bologna 1997; trad. spagnola 1999; Jacques Maritain
fra moderno e post-moderno, Edisco, Torino 1998; Volontari a Palermo.
Indicazioni per chi fa o vuol fare l'operatore sociale, Centro siciliano di
documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1998, seconda ed.; voce
"Pedagogia" nel cd- rom di AA. VV., La Mafia. 150 anni di storia e storie,
Cliomedia Officina, Torino 1998, ed. inglese 1999; Ripartire dalle radici.
Naufragio della politica e indicazioni dall'etica, Cittadella, Assisi, 2000;
Le ideologie del Novecento, Rubbettino, Soveria Mannelli 2001; Volontariato
in crisi? Diagnosi e terapia, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2003; Gente
bella, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2004; Strappare una generazione alla
mafia, DG Editore, Trapani 2005; E, per passione, la filosofia, DG Editore,
Trapani 2006. Vari suoi contributi sono apparsi sulle migliori riviste
antimafia di Palermo. Indirizzi utili: segnaliamo il sito:
http://www.neomedia.it/personal/augustocavadi (con bibliografia completa)]

Umberto Santino: Un aggiornamento: 1994-2006
Una rassegna degli studi di sociologi, storici, criminologi, economisti,
sulla mafia siciliana nel mio La mafia interpretata. Dilemmi, stereotipi,
paradigmi, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995. Nel volume Dalla mafia alle
mafie, Scienze sociali e crimine organizzato, Rubbettino, 2006, la rassegna
e' stata allargata ad altre discipline (psicologi, teologi) e ad altre forme
di criminalita' organizzata ('ndrangheta, calabrese, camorra campana, sacra
corona unita pugliese, gruppi stranieri operanti in Italia).
*
Il contributo dei sociologi
Sul piano degli studi sociologici, un'interpretazione della mafia come
"industria della protezione privata" e' quella di Diego Gambetta, La mafia
siciliana, Einaudi, Torino 1992. Per l'autore i mafiosi come tali "non si
occupano d'altro che di protezione" (p. XIX) e la descrizione della mafia
come industria della protezione viene presentata come la "prospettiva
teorica fondamentale per la sua spiegazione" (p. 63). Una tesi unilaterale,
inadeguata a spiegare la complessita' del fenomeno mafioso e che, con
l'intento di sviluppare un'analisi "laica", rischia di apparire apologetica.
In realta' la mafia impone la sua "protezione" come forma della sua signoria
territoriale e piu' che approfittare di una situazione di sfiducia e
insicurezza creata da altri agisce come fattore primario o concorrente di
insicurezza. Il libro ripropone, in definitiva, la vecchia visione della
mafia come prodotto del vuoto di Stato e della mancata realizzazione del
mercato moderno. Cosi', per fare un esempio, secondo l'autore al mercato
ortofrutticolo di Palermo non ci sarebbe piu' la mafia perche' vi e'
arrivata la modernizzazione, mentre risulta che in esso sono presenti noti
mafiosi, tra cui alcuni imputati e condannati al maxiprocesso.
Negli anni successivi sono apparsi gli studi di Rocco Sciarrone, Mafie
vecchie, mafie nuove. Radicamento ed espansione, Donzelli, Roma 1998;
Letizia Paoli, Fratelli di mafia. Cosa Nostra e 'ndrangheta, il Mulino,
Bologna 2000; Fabio Armao, Il sistema mafia. Dall'economia-mondo al dominio
locale, Bollati Boringhieri, Torino 2000; Alessandra Dino, Mutazioni.
Etnografia del mondo di Cosa Nostra, La Zisa, Palermo 2002. E piu'
recentemente: Antonio La Spina, Mafia, legalita' debole e sviluppo del
Mezzogiorno, il Mulino, Bologna 2005.
Sciarrone ha analizzato soprattutto le relazioni esterne, utilizzando il
concetto di capitale sociale, elaborato da sociologi statunitensi,
analizzato le attivita' imprenditoriali e studiato vari casi di presenze
mafiose in aree storiche, come la Calabria o di nuovo insediamento come il
Piemonte.
Paoli ha studiato la mafia siciliana e la 'ndrangheta calabrese come
associazioni di tipo comunitario, con legami di fratellanza e codici
comportamentali messi in crisi dai processi di modernizzazione, mentre a
livello internazionale si sarebbe imposto un modello organizzativo meno
rigido e piu' flessibile. Una tesi che non spiega il persistere del fenomeno
mafioso in periodi storici segnati da grandi mutamenti, ignorando o
sottovalutando le capacita' di adattamento.
Armao, in una ricerca di taglio politologico, ha tracciato un'ipotesi di
teoria generale delle mafie e di sviluppo storico che rovescia le visioni
correnti: non dal radicamento locale alla diffusione mondiale, ma al
contrario dal mondiale al territoriale.
Dino ha utilizzato metodologie e strumenti dell'etnografia sociale per
analizzare Cosa nostra, con un approccio complesso (il "politeismo
metodologico") che deve fare i conti con un'eccessiva dipendenza da fonti
istituzionali, in particolare atti giudiziari e dichiarazioni di
collaboratori di giustizia.
La Spina ha studiato in particolare gli aspetti organizzativi, utilizzando
le elaborazioni della letteratura sull'organizzazione (la mafia sarebbe
un'organizzazione professionale) e interrogandosi su concetti problematici
come protezione e capitale sociale.
Un contributo significativo e' venuto recentemente da studiosi che hanno
affrontato le tematiche nonviolente, riprendendo le linee analitiche e
progettuali di Danilo Dolci, operante in Sicilia dagli anni '50. Si veda il
libro Mafia e nonviolenza, a cura di Vincenzo Sanfilippo, Di Girolamo,
Trapani 2005, con scritti di Umberto Santino, Andrea Cozzo, Rita Borsellino
e altri.
Mentre l'attenzione di quasi tutti gli studiosi si e' concentrata
sull'organizzazione, c'e' stata una ripresa dell'approccio culturalista: si
veda il saggio di Marco Santoro, Mafia, cultura e politica, in "Rassegna
Italiana di Sociologia", n. 4, dicembre 1988, pp. 441-476. Gli aspetti
culturali non possono essere ignorati e chi scrive attribuisce ad essi
notevole importanza all'interno del paradigma della complessita', piu' volte
richiamato e dettagliatamente esposto nei saggi ricordati all'inizio.
Negli ultimi anni sono apparsi studi significativi sul ruolo delle donne,
analizzato attraverso il prisma di genere. La ricerca piu' compiuta e'
quella di Renate Siebert, Le donne, la mafia, il Saggiatore, Milano 1994,
che vede il ruolo delle donne all'interno di quella che ho chiamato
"signoria territoriale". Le ricerche condotte da Anna Puglisi e da me
all'interno del Centro Impastato condividono la visione della mafia come
organizzazione formalmente monosessuale, riservata ai maschi, ma
sottolineano l'elasticita' di fatto che consente il contributo sempre piu'
rilevante delle donne. Si vedano, oltre alle storie di vita pubblicate in La
mafia in casa mia e Sole contro la mafia, la raccolta di saggi in Anna
Puglisi, Donne, mafia e antimafia, Di Girolamo, Trapani 2005.
Alessandra Dino e Teresa Principato, nel volume Mafia donna. Le vestali del
sacro e dell'onore, Flaccovio, Palermo 1997, parlano del ruolo della donna
come centralita' sommersa, riprendono temi come il familismo amorale,
riproponendo un'immagine della mafia come mondo chiuso nell'ambito parentale
e sbarrato all'esterno. Gabriella Ebano ha dato voce a donne familiari di
caduti nella lotta contro la mafia nel suo Felicia e le sue sorelle. Dal
secondo dopoguerra alle stragi del '92-'93: venti storie di donne contro la
mafia, Ediesse, Roma 2005.
*
Il contributo degli storici
Nicola Tranfaglia, nel volume La mafia come metodo, Laterza, Roma-Bari 1991,
si e' posto il problema del collegamento tra le varie forme di criminalita'
organizzate in Italia e dei rapporti con la politica e le istituzioni. Ha
curato anche il volume Mafia, politica e affari nell'Italia repubblicana,
Laterza, Roma-Bari 1992, 2001, un'antologia di Atti della commissione
parlamentare antimafia.
Va ricordato che la Commissione parlamentare antimafia nel corso del 1993 ha
prodotto una relazione su Mafia e politica, pubblicata nel volume dallo
stesso titolo, Laterza, Roma-Bari 1993.
Salvatore Lupo, nella sua Storia della mafia dalle origini ai giorni nostri,
Donzelli, Roma 1993, 2004, colloca l'origine della mafia nella seconda meta'
dell'Ottocento, quando se ne comincia a parlare in documenti ufficiali (esse
est percipi), mentre da varie fonti risulta che il fenomeno mafioso si era
gia' formato nei decenni precedenti. Particolarmente interessante la parte
sulla mafia della fine dell'800 e dei primi del '900, in cui vengono
utilizzati i rapporti del questore di Palermo Ermanno Sangiorgi che parlano
di organizzazioni mafiose strutturate e coordinate. Nella ricostruzione
degli avvenimenti piu' recenti viene usata la distinzione tra enterprise
syndicate e power syndicate, introdotta da Alan Block in uno studio sulla
mafia di New York. Nell'ultima guerra di mafia il power syndacate (inteso
come struttura territoriale delle famiglie) avrebbe cercato di controllare
le attivita' dell'enterprise syndicate, in particolare il traffico di droga.
Tra gli studi storici pubblicati recentemente, si veda la ricerca sul
periodo fascista nel volume di Giovanni Raffaele, L'ambigua tessitura. Mafia
e fascismo nella Sicilia degli anni Venti, F. Angeli, Milano 1993.
Francesco Renda, decano degli storici siciliani, protagonista delle lotte
contadine e dirigente comunista, ha scritto una Storia della mafia, Come,
dove, quando, Sigma Edizioni, Palermo 1997, utilizzando soprattutto fonti
ufficiali, come gli Atti delle Commissioni parlamentari. Giuseppe Carlo
Marino, Storia della mafia, Newton & Compton, Roma 1998 ha definito la sua
storia "ardimentosa", ritenendo necessario usare, oltre alle fonti classiche
della ricerca storiografica, "metodi di ricerca di tipo indiziario". Nel
2005 e' uscito il volume dello storico inglese John Dickie, Cosa Nostra.
Storia della mafia siciliana, pubblicato da Laterza: una storia di grande
leggibilita', che raccoglie i risultati, non sempre condivisibili, di altre
ricostruzioni. Rosario Mangiameli ha raccolto alcuni studi pubblicati
precedentemente nel volume La mafia tra stereotipo e storia, Sciascia,
Caltanissetta-Roma 2000.
Negli ultimi anni sono venuti molti contributi su un episodio cruciale della
storia italiana, come la strage di Portella della Ginestra. Si vedano:
Umberto Santino, La democrazia bloccata, Rubbettino, Soveria Mannelli 1997;
Giuseppe Casarrubea, Portella della Ginestra. Microstoria di una strage di
Stato, F. Angeli, Milano 1997; "Fra' Diavolo" e il governo nero. "Doppio
Stato" e stragi nella Sicilia del dopoguerra, F. Angeli, Milano 1997; Storia
segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra,
Bompiani, Milano 2005; Autori Vari, Portella della Ginestra 50 anni dopo
(1947-1997), Sciascia, Caltanissetta-Roma 1999, 2001; Angelo La Bella - Rosa
Mecarolo, Portella della Ginestra, la strage che ha cambiato l'Italia, Teti,
Milano 2003. Sulle vicende degli anni '40: Nicola Tranfaglia, Come nasce la
Repubblica. La mafia, il Vaticano e il neofascismo nei documenti americani e
italiani 1943-1947, Bompiani, Milano 2004.
Utili anche alcune ricostruzioni giornalistiche: Alexander Stille, Nella
terra degli infedeli. Mafia e politica nella prima Repubblica, Mondadori,
Milano 1995; Saverio Lodato, Trent'anni di mafia, Rizzoli, Milano 2006;
Ernesto Oliva - Salvo Palazzolo, L'altra mafia. Biografia di Bernardo
Provenzano, Rubbettino, Soveria Mannelli 2001, ripubblicato nel 2006 con il
titolo Bernardo Provenzano, il "ragioniere" di Cosa nostra.
Hanno indubbia rilevanza le testimonianze dirette di alcuni protagonisti
della lotta contro la mafia o le ricostruzioni delle loro attivita':
Giovanni Falcone - Marcelle Padovani, Cose di Cosa Nostra, Rizzoli, Milano
1991; Corrado Staiano, Un eroe borghese. Il caso dell'avvocato Giorgio
Ambrosoli assassinato dalla mafia politica, Einaudi, Torino 1991; Antonino
Caponnetto, I miei giorni a Palermo, Garzanti, Milano 1992; Nando Dalla
Chiesa, Il giudice ragazzino. Storia di Rosario Livatino assassinato dalla
mafia sotto il regime della corruzione, Einaudi, Torino 1992; Tano Grasso,
Contro il racket. Come opporsi al ricatto mafioso, Laterza, Bari 1992; Luca
Rossi, I disarmati. Falcone, Cassara' e gli altri, Mondadori, Milano 1992;
Francesco La Licata, Storia di Giovanni Falcone, Rizzoli, Milano 1993;
Giuseppe Ayala, La guerra dei giusti, Mondadori, Milano 1993; Sandra Rizza,
Una ragazza contro la mafia. Rita Atria, morte per solitudine, La Luna,
Palermo 1993; Umberto Lucentini, Paolo Borsellino. Il valore di una vita,
Mondadori, Milano 1994; Claudio Fava, Cinque delitti imperfetti. Impastato,
Giuliano, Insalaco, Rostagno, Falcone, Mondadori, Milano 1994; Giuseppe Di
Lello, Giudici. Cinquant'anni di processi di mafia, Sellerio, Palermo 1994;
Luciano Mirone, Gli insabbiati. Storie di giornalisti uccisi dalla mafia e
sepolti dall'Indifferenza, Castelvecchi, Roma 1999; Bianca Stancanelli, A
testa alta. Don Giuseppe Puglisi: storia di un eroe solitario, Einaudi,
Torino 2003; Francesco Deliziosi, Don Puglisi. Vita del prete ucciso dalla
mafia, Mondadori, Milano 2005.
Una testimonianza dall'interno della mafia nella storia di vita del pentito
Antonino Calderone raccolta da Pino Arlacchi, Gli uomini del disonore,
Mondadori, Milano 1992. Una ricostruzione della vita di Tommaso Buscetta in
Addio Cosa Nostra, sempre di P. Arlacchi, Rizzoli, Milano 1994. Con questi
due libri l'autore sposava la tesi della mafia come associazione segreta,
rigettata negli scritti precedenti.
*
Il contributo dei criminologi
I criminologi italiani nell'ottobre del 1989 hanno promosso un seminario
nazionale sulla criminalita' organizzata, i cui atti sono stati pubblicati
nel volume La criminalita' organizzata. Moderne metodologie di ricerca e
nuove ipotesi esplicative, a cura di Tullio Bandini, Marco Lagazzi, Maria
Ida Marugo, Giuffre', Milano 1993.
Un'analisi dei processi per omicidio a Palermo e del maxiprocesso in Giorgio
Chinnici - Umberto Santino - Giovanni La Fiura - Ugo Adragna, Gabbie vuote,
F. Angeli, Milano 1992. Il volume completa la ricerca sull'omicidio a
Palermo, la cui prima parte, riguardante le vittime, era stata pubblicata
nel libro La violenza programmata.
Tra i contributi piu' recenti, interessante l'approccio dei criminologi
critici. Si vedano: Vincenzo Ruggiero, Economie sporche. L'impresa criminale
in Europa, Bollati Boringhieri, Torino 1996; Delitti dei deboli e dei
potenti: esercizi di anticriminologia, Bollati Boringhieri, Torino 1999, che
analizzano il crimine organizzato nella sua evoluzione: dapprima predatorio,
quindi parassitico, attualmente simbiotico. Vincenzo Scalia, La mafia ai
tempi del postfordismo, consultabile sul sito www.centroimpastato.it,
analizza gli ultimi sviluppi della mafia, nel contesto attuale segnato da
mutamenti strutturali, con la frammentazione e la deregolazione dei mercati.
*
Il contributo degli economisti
Nell'ottobre del 1992 la Societa' italiana degli economisti ha dedicato per
la prima volta la riunione scientifica annuale all'economia del crimine
organizzato. Gli atti sono stati raccolti nel volume Mercati illegali e
mafie. L'economia del crimine organizzato, a cura di Stefano Zamagni, il
Mulino, Bologna 1993. Sempre sull'economia del crimine il libro del Censis,
Contro e dentro. Criminalita' Istituzioni Societa', F. Angeli, Milano 1992.
Si occupa piu' particolarmente del traffico di droga il libro di Ada Becchi
e Margherita Turvani, Proibito? Il mercato mondiale della droga, Donzelli,
Roma 1993. Una puntualizzazione sull'analisi economica della criminalita'
nel libro di Ada Becchi e Guido M. Rey, L'economia criminale, Laterza, Bari
1994 e sulle interpretazioni della mafia nel libro di Ada Becchi,
Criminalita' organizzata. Paradigmi e scenari delle organizzazioni mafiose
in Italia, Donzelli, Roma, 2000.
Piu' recentemente gli economisti hanno studiato in particolare i rapporti
tra mafia e sviluppo e gli aspetti finanziari. Si vedano: Mario Centorrino -
Antonio La Spina - Guido Signorino, Il nodo gordiano: Criminalita' mafiosa e
sviluppo nel Mezzogiorno, Laterza, Roma-Bari 1999; Donato Masciandaro -
Alessandro Pansa, La farina del diavolo. Criminalita', imprese e banche in
Italia, Baldini & Castoldi, Milano 2000.
*
Il contributo degli psicologi
Pionieristici gli studi di Filippo Di Forti, Le radici profonde della mafia,
Silva, Roma 1971 e Per una psicanalisi della mafia. Radici, fantasmi,
territorio e politica, Bertani, Verona 1982. Piu' recentemente: Silvia Di
Lorenzo, La Grande Madre Mafia. Psicoanalisi del fenomeno mafioso, Pratiche
Editrice, Parma 1996 (la mafia sarebbe un fenomeno arcaico, i siciliani sono
criminalizzati in blocco, il principio femminile-materno rappresenterebbe il
negativo, quello maschile-paterno il positivo); Innocenzo Fiore, Le radici
inconsce dello psichismo mafioso, F. Angeli, Milano 1997; Girolamo Lo Verso
(a cura di), La mafia dentro. Psicologia e psicopatologia di un
fondamentalismo, F. Angeli, Milano 1998; Autori Vari, Come cambia la mafia.
Esperienze giudiziarie e psicoterapeutiche in un paese che cambia, F.
Angeli, Milano 1999; Franco Di Maria (a cura di), La polis mafiosa.
Comunita' e crimine organizzato, F. Angeli, Milano 2005. Un approccio
interessante, anche per il tentativo di avviare ricerche interdisciplinari,
ma con un vizio di fondo: considerare il sentire mafioso, lo psichismo
mafioso come caratteri inconsci del popolo siciliano, trasmessi
transpersonalmente, riducendo l'opposizione alla mafia alla testimonianza di
pochi isolati, ignorando la complessita' del fenomeno mafioso e della storia
e della realta' della Sicilia.
*
Il contributo dei teologi
La mafia e' stata considerata un "peccato sociale" e una "struttura di
peccato" negli studi di alcuni teologi e negli interventi del papa e di
uomini di chiesa. Si vedano: Augusto Cavadi (a cura di), Il Vangelo e la
lupara. Materiali su Chiese e mafia, Edizioni Dehoniane, Bologna 1993, in
due volumi (il primo su Storia, Teologia, Pastorale; il secondo con
Testimonianze e Tracce di preghiera); Stefano Diprima, Per un discorso
cristiano di resistenza alla mafia, Sciascia, Caltanissetta-Roma 1995;
Autori Vari, Chiesa e mafia in Sicilia, in "Synaxis", 1996, con studi, fra
gli altri, di Cosimo Scordato, Francesco M. Stabile, Nino Fasullo. La chiesa
cattolica si e' occupata del tema solo dopo i grandi delitti e la
riflessione non si e' sviluppata adeguatamente. Sulle ambiguita' e
contraddizioni all'interno del mondo ecclesiastico si veda: Alessandra Dino,
"Chiesa, mafia: Giustizia divina, giustizia terrena", in Renate Siebert (a
cura di), Relazioni pericolose. Criminalita' e sviluppo nel Mezzogiorno,
Rubbettino, Soveria Mannelli 2000.
*
Raccontare l'antimafia
Sulle lotte contadine, dai Fasci siciliani al secondo dopoguerra e sulle
mobilitazioni e le iniziative degli ultimi anni si veda Umberto Santino,
Storia del movimento antimafia. Dalla lotta di classe all'impegno civile,
Editori Riuniti, Roma 2000. Non tradotti in italiano: Alison Jamieson, The
Antimafia, Italy's Fight against Organized Crime, Macmillan Press, London
2000; Jane Schneider and Peter Schneider, Reversibile Destiny. Mafia,
Antimafia and the Struggle for Palermo, University of California Press,
Berkley and Los Angeles 2003.
*
Repertori bibliografici
- Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Mafia,
'ndrangheta, camorra, organized crime, Bollettino della Biblioteca, a cura
di S. Pedone, Palermo 1984.
- Mercadante Vito, Mafia: bibliografia ragionata, Ila Palma, Palermo 1986.
- Regione siciliana, Assessorato dei Beni culturali e ambientali e della
Pubblica Istruzione, Bibliografia sulla mafia, a cura di G. Chindemi e M.
Corso, Biblioteca centrale della Regione siciliana, Palermo 1987.
- La Rivisteria, Per conoscere la mafia. Una bibliografia, a cura di G. R.
Lanfranchini e B. Marin, Rizzoli, Milano 1993.
- Marrone Paolo, Mafia. Guida bibliografica, Trapani 1993.
- Bedotto Angela (a cura di), Mafie: panorama bibliografico (1945-1993), F.
Angeli, Milano 1994.
- Pantano Linda (a cura di), Scritti sulla mafia disponibili presso la
Biblioteca dell'Istituto Gramsci siciliano, Istituto Gramsci Siciliano,
Palermo 1995.
- Regione Toscana, Giunta regionale, Centro di documentazione "Cultura
legalita' democratica", Catalogo generale, Firenze 1997.
- Regione siciliana, Assessorato dei Beni culturali e ambientali e della
Pubblica Istruzione, Mafia. Bibliografia 1987-2000, di A. Dioguardi,
Biblioteca centrale della Regione siciliana, Palermo 2000.
*
Da: Augusto Cavadi (a cura di), A scuola di antimafia, Di Girolamo, Trapani
2007.
Il testo contiene una sezione Per l'autoformazione degli educatori e Sui
sussidi didattici.
*
Sulle altre mafie italiane
- Ciconte Enzo, 'Ndrangheta dall'Unita' a oggi, Laterza, Roma-Bari 1992.
- Sales Isaia, con Ravveduto Marcello, Le strade della violenza. Malviventi
e bande di camorra a Napoli, l'ancora del mediterraneo, Napoli 2006.
- Saviano Roberto, Gomorra. Viaggio nell'impero economico e nel sogno di
dominio della camorra, Mondadori, Milano 2006.
- Massari Monica, La Sacra corona unita. Potere e segreto, Laterza,
Roma-Bari 1998.
- Becucci Stefano - Massari Monica (a cura di), Mafie nostre, mafie loro.
Criminalita' italiane e straniere nel Centro-Nord, Edizioni di Comunita',
Torino 2001.
*
Sui gruppi criminali internazionali
- Schede e indicazioni bibliografiche in: Umberto Santino - Giovanni La
Fiura, Dietro la droga, Edizioni gruppo Abele, Torino 1993, pp. 175-188.
- Sulla mafia russa: Umberto Santino, I padrini al Cremlino. Le mafie in
Russia e nei paesi ex socialisti, sul sito del Centro Impastato alla pagina
"Saggi e articoli".

4. FILM. SARA SESTI PRESENTA "LEZIONI DI VOLO" DI FRANCESCA ARCHIBUGI
[Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano
(www.universitadelledonne.it) riprendiamo la seguente recensione.
Sara Sesti, insegnante di matematica, fa parte dell'associazione Donne e
scienza e collabora con la Mathesis. Ha curato, per il centro di ricerca
Pristem dell'Universita' Bocconi, la mostra "Scienziate d'Occidente. Due
secoli di storia", e ha fatto parte della redazione delle riviste "Lapis" e
"Il Paese delle donne". Ha pubblicato con Liliana Moro il libro Donne di
scienza. 55 biografie dall'antichita' al duemila", Pristem - Universita'
Bocconi, Milano 2002. Tiene i corsi di informatica della Libera Universita'
delle Donne di Milano. E' una delle webmaster del sito
www.universitadelledonne.it, per cui cura la ricerca delle immagini e le
rubriche "Scienza e tecnologie", "Libri, film, Mostre" e Pensiamoci". Opere
di Sara Sesti: con Liliana Moro, Donne di scienza. 55 biografie
dall'antichita' al duemila, Pristem - Universita' Bocconi, seconda edizione
2002.
Francesca Archibugi (Roma 960) e' regista e sceneggiatrice cinematografica.
Da "Cinematografo" riprendiamo la seguente scheda del 2006: "Regista.
Frequenta il Centro sperimentale di cinematografia e tra il 1980 e il 1983
realizza alcuni cortometraggi e il documentario commissionato dal Comune di
Roma 'La piccola avventura', sui bambini handicappati. Inizia la sua
carriera cinematografica come sceneggiatrice e nel 1987 esordisce dietro la
macchina da presa con 'Mignon e' partita', con cui vince cinque David di
Donatello (miglior regista esordiente, miglior sceneggiatura, miglior
attrice protagonista, miglior attore non protagonista e miglior suono), due
nastri d'argento (miglior regista emergente e miglior attrice protagonista)
e il premio per la miglior opera prima al Festival di San Sebastian. Seguono
'Verso sera' (1990, David di Donatello per miglior film e miglior attrice
non protagonista e Nastro d'argento per miglior attore protagonista e
miglior attrice non protagonista), 'Il grande cocomero' (1992, David di
Donatello per miglior film, miglior sceneggiatura e miglior attore
protagonista e Nastro d'argento per miglior film, miglior sceneggiatura e
miglior produzione), 'Con gli occhi chiusi' (1994, Nastro d'argento per
miglior attore non protagonista) e 'L'albero delle pere' (1998, presentato
in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, Osella D'oro e Grolla D'oro
per miglior film). E' sposata con il musicista jazz Battista Lena". Tra le
opere di Francesca Archibugi: Mignon e' partita, 1988; Verso sera, 1990; Il
grande cocomero, 1993; Con gli occhi chiusi, 1994; La strana storia di banda
sonora, 1997; L'albero delle pere, 1998; Domani, 2001; Lezioni di volo,
2007]

E' una storia di formazione, un viaggio attraverso un'India molto
interessante, per due diciottenni che prenderanno la' le "lezioni di volo"
necessarie per entrare nella vita adulta. Francesca Archibugi (1960) e' da
sempre interessata agli adolescenti, basta ricordare i suoi piccoli
capolavori: Mignon e' partita e Il grande cocomero. In questo film, la
regista ritorna alla tradizione del romanzo di formazione scegliendo due
esordienti, Andrea Miglio Risi e Angel Tom Karumathy, per farli incontrare
con la trentenne Giovanna Mezzogiorno, una donna forte e autonoma ma con le
fragilita' di chi e' solo.
Pollo e Curry sono due compagni di scuola, li chiamano cosi' perche' stanno
sempre insieme. Dopo una bocciatura all'esame di maturita', per evitare le
rappresaglie delle rispettive famiglie inventano che Curry (un ragazzo
indiano adottato) e' in crisi di identita' e che ha bisogno di andare in
India (insieme al suo amico inseparabile) per scoprire le sue origini. Il
piano riesce. I due partono per l'India, ma il viaggio non assomigliera' in
nulla all'idea che avevano in partenza. Pollo conoscera' l'amore prendendosi
una cotta per una dottoressa di "Medici senza frontiere" molto piu' grande
di lui. E Curry scoprira' l'India, prima con una reazione di rifiuto e poi
restandone affascinato.
Scritto insieme a Doriana Leondeff, un progetto che ha richiesto tre anni di
lavoro, Lezioni di volo e' un film dove i due protagonisti - come ha
ribadito la regista - "Non cercano, trovano. Che si chiami conoscenza,
amore, amicizia, fedelta', oppure paura, sfiducia, delusione, i due ragazzi
traggono una forte identita' dall'esperienza un po' svagata del viaggio". E
l'India e' un'esperienza straordinaria dove si parte da turisti e si arriva
da viaggiatori, attraversando un paese bellissimo ma anche molto faticoso.
"I ragazzi partono da zone molto dure dell'India - ha detto l'Archibugi -
per finire in Kerala che e' una terra incredibilmente dolce. Una scelta
fondamentale per fare in modo che i due, finalmente, cominciassero a
convivere con il paese e non piu' a combatterci".

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

6. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 120 del 14 giugno 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
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