Voci e volti della nonviolenza. 65



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 65 del 12 giugno 2007

In questo numero:
1. La lezione di Paul Watzlawick
2. Alcune brevi presentazioni editoriali di alcune opere di Paul Watzlawick
3. Et coetera

1. LA LEZIONE DI PAUL WATZLAWICK

Ai ricordi di Paul Watzlawick che abbiamo presentato ne "La domenica della
nonviolenza" n. 115 aggiungiamo qui una minima presentazione delle
principali opere tradotte in italiano.
Modesto atto di omaggio, piccolo segno di gratitudine grande.

2. ALCUNE BREVI PRESENTAZIONI EDITORIALI DI ALCUNE OPERE DI PAUL WATZLAWICK
[Da varie fonti - perlopiu' presentazioni editoriali, da cui certi stilemi
frivoli e adescatori, certe iperboli pubblicitarie (ma chi legge sapra'
discernere) - abbiamo ripreso le seguenti brevi presentazioni di alcune
opere di Paul Watzlawick tradotte in italiano]

(con Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson), Pragmatica della comunicazione
umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi,
Astrolabio Ubaldini, Roma 1971.
Gli autori sono professori del famoso Istituto per le Ricerche Mentali di
Palo Alto. In questo libro la comunicazione e' considerata come un rapporto
qualitativamente differente dalle proprieta' degli individui che l'attuano.
Dopo la definizione dei concetti generali gli autori descrivono le
caratteristiche fondamentali della comunicazione umana e ne illustrano le
manifestazioni e le potenziali deformazioni patologiche. Quindi attraverso
un'analisi di "Chi ha paura di Virginia Woolf?" di Albee sono esemplificati
gli aspetti sistematici dell'interazione umana che nascono dal modellamento
di specifiche caratteristiche della comunicazione.
Le recenti scoperte della filosofia della scienza applicate allo studio del
comportamento interattivo umano. Una nuova concezione della malattia
psichica e della psicoterapia, basata sulla cibernetica, sulla logica, sulla
teoria dei giochi e sulla teoria dell'informazione.
E' possibile pensare che i rapporti interattivi tra individui siano
determinati essenzialmente dai tipi di comunicazione che essi adoperano fra
loro?
Due tesi sono centrali in questo libro: 1) il comportamento patologico
(nevrosi, psicosi, e in genere le psicopatologie) non esiste nell'individuo
isolato ma e' soltanto un tipo di interazione patologica tra individui; 2)
e' possibile, studiando la comunicazione, individuare delle "patologie"
della comunicazione e dimostrare che sono esse a produrre le interazioni
patologiche. Puo' capitare a un individuo di trovarsi sottoposto a due
ordini contraddittori, convogliati attraverso lo stesso messaggio, un
messaggio "paradossale", che chiamiamo patologico. Se la persona non puo'
svincolarsi da questo "doppio legame" la sua risposta sara' un comportamento
interattivo patologico chiamato "follia". Oppure, si consideri un esempio di
interazioni patologiche, quelle descritte nel dramma di Albee "Chi ha paura
di Virginia Woolf?"; con un'analisi puntuale del testo gli autori svelano le
patologie della comunicazione (i giochi, le tattiche, le simmetrie, i vari
meccanismi di comunicazione) che predominano in questo spezzone di "menage
cronico" piu' vero di un documento autentico. Quest'analisi non si limita a
un'interpretazione dei meccanismi interattivi, ma scopre procedimenti
pragmatici (comportamentali) che consentono di intervenire nelle interazioni
e di modificarle. "Paradossalmente", e' proprio con l'induzione di "doppi
legami", con l'invio di messaggi paradossali, con la "prescrizione del
sintomo" e altri procedimenti di questo tipo che il terapeuta riuscira' a
sbloccare situazioni nevrotiche o psicotiche apparentemente inespugnabili.
"E' un libro molto stimolante. I primi due capitoli sono in senso assoluto
tra le piu' chiare esposizioni attualmente esistenti dell'importanza che la
teoria della comunicazione (misurazione dell'informazione, cibernetica,
teoria dei giochi e del comportamento economico) riveste per lo studio delle
interazioni interpersonali. Il capitolo sul paradosso e' altrettanto lucido.
Il resto del volume, grazie a una nutrita successione di esempi, cala la
teoria nella pratica, cioe' nel teatro, nell'analisi della famiglia e di
altri processi di gruppo, e nello svolgimento della psicoterapia. Collegando
le origini concettuali con la loro applicazione strumentale, questo e' il
libro per coloro che desiderano tanto l'utile conoscenza pratica quanto la
comprensione scientifica" (Karl H. Pribram).
Indice: Introduzione; 1. Presupposti teorici; 2. Tentativo di fissare alcuni
assiomi della comunicazione; 3. La comunicazione patologica; 4.
L'organizzazione dell'interazione umana; 5. Una analisi in termini di
comunicazione della commedia "Chi ha paura di Virginia Woolf?"; 6. La
comunicazione paradossale; 7. Il paradosso in psicoterapia; Epilogo.
Esistenzialismo e teoria della comunicazione; Riferimenti bibliografici;
Glossario; Indice degli autori e degli argomenti.
*
(con John H  Weakland, Richard Fisch), Change: la formazione e la soluzione
dei problemi, Astrolabio Ubaldini, Roma 1974.
Un'esposizione esplicita e completa delle tecniche atte a promuovere
intenzionalmente, in particolare in psicoterapia, cambiamenti utili alla
persona. Un manuale che insegna cosa e come fare per contribuire a risolvere
un problema umano in modo rapido, effettivo, efficace.
I risultati piu' recenti delle ricerche compiute al Brief Therapy Center di
Palo Alto. Un manuale di tecniche terapeutiche fondate sulla teoria dei
gruppi e su quella dei tipi logici.. Un breviario di tecniche per risolvere
i problemi umani e per imparare a non crearli. Lo spionaggio inglese, il
maggio francese, la rivoluzione culturale cinese, la pornografia, l'utopia,
l'agorafobia, Wittgenstein, Kruscev, Kavafis, Groucho Marx - "exempla" o
modelli di una teoria del cambiamento, per un mondo dove abitualmente piu'
le cose cambiano e piu' rimangono le stesse. Con una prefazione di Milton
Erickson.
*
La realta' della realta'. Confusione, disinformazione, comunicazione,
Astrolabio Ubaldini, Roma 1976.
Prendendo i suoi esempi dalla storia, dalla cronaca, dalla letteratura,
dalla scienza, dalla fantascienza, dai giochi di parole, dai problemi
matematici e dai rompicapo, Watzlawick costruisce una brillantissima
dimostrazione dei diversi modi in cui la comunicazione crea quella che noi
chiamiamo realta'.
*
(con John H. Weakland), La prospettiva relazionale. I contributi del Mental
research institute di Palo Alto dal 1965 al 1974, Astrolabio Ubaldini, Roma
1978.
Questa raccolta presenta i contributi piu' significativi - alcuni dei quali
addirittura storici - dovuti ai membri del celebre Mental Research Institute
di Palo Alto. Da essi emerge con chiarezza l'originalita' dell'ottica
relazionale, la cui influenza e' stata determinante per un nuovo e diverso
approccio al problema della malattia mentale.
*
Il linguaggio del cambiamento. Elementi di comunicazione terapeutica,
Feltrinelli, Milano 1980, 2004.
Questo libro focalizza l'importanza del linguaggio nella psicoterapia: non
il linguaggio come semplice mezzo d'espressione, bensi' il linguaggio come
arte di persuasione. Esistono due realta': quella oggettiva, esterna, e
l'altra, che e' il risultato delle nostre opinioni sul mondo. La loro
sintesi determina convinzioni, pregiudizi, valutazioni e distorsioni, ossia,
per dirla con Watzlawick, la nostra "immagine del mondo". Gli interventi
linguistici tendono a modificare questa immagine e, in particolare, quando
si parli di psicoterapia, "l'immagine del mondo che produce dolore". Scopo
di questo libro e' illustrare la grammatica del cambiamento e le varie
tecniche attraverso cui renderlo possibile: paradossi, spostamenti di
sintomi, giochi verbali, prescrizioni. Tutto cio' che appare immodificabile
puo', secondo Watzlawick, essere cambiato se si conoscono le opportune
strategie. Scritto sulla base di una fitta documentazione di casi clinici,
allegorie, illustrazioni, aneddoti, citazioni di grandi filosofi, artisti,
scrittori e pensatori, Il linguaggio del cambiamento e' un libro non soltant
o sulla terapia ma anche sulla vita. Nel corso delle sue numerose ristampe
(la prima edizione e' del 1980), ha consentito ai suoi molti lettori una
stimolante conoscenza clinica e una feconda opportunita' di comunicare con
se stessi.
"Non si puo' leggere questo libro - ha scritto Peggy Papp, dell'Ackerman
Institute di New York - senza essere stimolati e provocati dalle idee di
Paul Watzlawick sui fenomeni del cambiamento nel comportamento e
nell'attitudine individuale verso il mondo". Avendo esplorato i differenti
aspetti del cambiamento in Pragmatica della comunicazione umana, Change e La
realta' della realta' (gia' tradotti in italiano), Watzlawick ora elabora su
questo argomento alcune indicazioni per la comunicazione terapeutica. Il
libro focalizza l'importanza del linguaggio nella psicoterapia... Watzlawick
ritiene che l'uomo disponga di due linguaggi diversi. Il mondo della
razionalita' e' controllato dall'emisfero cerebrale sinistro e ci consente
di interpretare la realta' obiettiva in termini razionali secondo una logica
metodologica. Questa e' spesso in conflitto con l'attivita' dell'emisfero
destro, origine delle fantasie, dei sogni e delle idee che possono sembrare
illogiche e assurde. Il linguaggio della psicoterapia e' il linguaggio
dell'emisfero destro perche' in esso l'immagine del mondo e' concepita ed
espressa. Questo libro e' destinato a insegnare la grammatica dell'emisfero
destro in cui si realizza il "cambiamento": il lavoro della terapia secondo
Watzlawick e' "cambiare l'immagine del mondo che produce dolore" nel
paziente. Le varie tecniche per realizzare cio' sono descritte in modo
chiaro e pratico come diverse strategie: paradossi, spostamenti di sintomi,
giochi verbali, prescrizioni. Tutto cio' che appare immodificabile puo',
secondo Watzlawick, essere cambiato.
*
Di bene in peggio. Istruzioni per un successo catastrofico, Feltrinelli,
Milano 1987, 2003.
Contro ogni bisogno di sicurezza e soluzione definitiva ai dubbi che
affliggono l'umanita'. Chi non ha sperimentato il bisogno di certezze e il
desiderio di arrivare al fondo delle cose, di comprendere davvero,
rinvenendo quelle che Paul Watzlawick definisce ipersoluzioni? La ricerca di
soluzioni radicali e definitive, seppure nasce con le migliori intenzioni,
e' alla fine un modo di affrontare i problemi che ha inevitabilmente effetti
controproducenti. Non per nulla la saggezza popolare dice che "le vie
dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni". C'e' in questo approccio
alla vita qualcosa di eccessivo, che puo' rasentare il fanatismo. Di bene in
peggio mette in guardia gli adolescenti come gli anziani, i sadici come i
masochisti, da questa estrema ed erronea ricerca di totalita', e
dall'intransigenza dell'alternativa radicale, del tertium non datur.
Suggerisce la saggezza dell'adesione alla concretezza del presente e dei
piccoli passi, e tuttavia, con il suo gusto ironico e paradossale, non manca
di ricordare che anche tale condizione di saggezza puo' celare in se' il
virus di un nuovo fanatismo: puo' trattarsi di un'altra ipersoluzione,
quella del "giusto mezzo".
Indice: Premessa; "Ne', di questa fidanza fatale ha nemico piu' grande il
mortale"; Maggiore quantita' = migliore qualita'?; Di bene in peggio;
Tertium non datur; Una benefica "reazione a catena"; Giochi a somma diversa
da zero; Bel mondo digitalizzato; "So benissimo cosa pensi"; Disordine e
ordine; Umanita', divinita', bestialita'; Triste domenica; "E' questo che
cerco?"; Bibliografia.
*
(a cura di), La realta' inventata. Contributi al costruttivismo,
Feltrinelli, Milano 1988.
"Realta' inventata" non e' un ossimoro e non e' nichilismo. Testi di Rolf
Breuer, Jon Elster, Heinz von Foerster, Ernst von Glasersfeld, Rupert Riedl,
David L. Rosenhan, Gabriel Stolzenberg, Francisco J. Varela, Paul
Watzlawick. In che modo conosciamo cio' che crediamo di conoscere? Siamo
abituati a pensare che la realta' puo' essere "scoperta". Al contrario, il
costruttivismo sostiene che cio' che noi chiamiamo realta' e'
un'interpretazione personale, un modo particolare di osservare e spiegare il
mondo che viene costruito attraverso la comunicazione e l'esperienza. La
realta' non verrebbe quindi scoperta, ma "inventata". In questo volume si
discute dell'utilita' e della necessita' di sostituire la tradizionale
concezione della conoscenza come rappresentazione di una realta' esterna al
soggetto con una epistemologia che interpreta la relazione fra conoscenza e
realta' nei termini della relazione di "adatto" nel nuovo senso delle
scienze evolutive. L'adattamento, in questo senso, non e' un effetto
dell'azione dell'ambiente inteso come causa che determinerebbe le strutture
biologiche; e' invece una risposta attiva dell'organismo ai vincoli posti
dall'ambiente, e' l'espressione della capacita' di un organismo di
sopravvivere e di costruire una realta' stabile all'interno di questi
vincoli. L'adattamento biologico e cognitivo non e' quindi interpretato nel
senso di una progressiva ottimizzazione della corrispondenza con l'ambiente,
nel senso cioe' di una sempre piu' fine rappresentazione (interna)
dell'ambiente (esterno), ma piuttosto nel senso del ritrovamento di vie
agibili. Criterio di valutazione dell'adattamento biologico e cognitivo e'
il successo, inteso come sopravvivenza all'interno dei vincoli posti
dall'esperienza. Squisitamente multidisciplinari, i testi qui raccolti
offrono la chiave per comprendere quali problemi e quali teorizzazioni
interne alle singole scienze giustificano questa presa di posizione e come
cio' si traduca in un atteggiamento e in una prassi che fanno della
tolleranza e dell'abbandono delle "verita' assolute" la propria parola
d'ordine.
*
America, istruzioni per l'uso, Feltrinelli, Milano 1989, 2002.
Una trattazione leggera, acuta e arguta, da ''vecchio'' europeo, che aiuta
il viaggiatore a districarsi in ogni sorta di incombenze, usi e abitudini,
mentalita' e istituzioni, nella realta' quotidiana dell'America. Se non sei
pieno di debiti, se paghi in contanti, se non parli di soldi, se soccorri un
automobilista ferito, se ti aspetti che in albergo ti puliscano le scarpe
lasciate fuori dalla porta anziche' buttarle via, se desideri mangiare una
bistecca che non sia carbonizzata fuori e cruda dentro o piselli che non
sappiano di plastica o panna che non ricordi il sapone da barba... non sei
fatto per l'America. Paul Watzlawick, pendolare tra il Vecchio e il Nuovo
Mondo, descrive gli Stati Uniti a chi non li ha mai visitati, a chi sta per
andarci, a chi conoscendoli gia' voglia vederli con occhio critico. Offre
cosi' un piccolo contributo pratico, mostrando taluni aspetti della vita
americana di tutti i giorni. In volo per il Nuovo continente, l'America al
volante, le citta', i ristoranti e gli alberghi, il mondo del denaro e
quello della comunicazione, il servizio sanitario: qualche utile consiglio
qua e la' per migliorare l'arte di viaggiare e soggiornare all'estero, e per
meglio capire cosa sia l'Homo americanus.
Scrive l'autore: "Caro lettore, chissa' quando e perche' Le e' capitato fra
le mani questo libro. Forse il Suo viaggio in America e' di la' da venire;
ma e' anche possibile che Lei gia' conosca gli Stati Uniti e che voglia solo
esaminare con occhio critico che cosa abbia da dire un pendolare tra il
Vecchio e il Nuovo Mondo sul continente che infrange tutti i parametri
europei.
Per semplicita' voglio tuttavia presupporre che Lei sia per la prima volta
in volo verso New York. La hostess Le ha appena consegnato i moduli
dell'Ufficio Immigrazione e della dogana e Lei si stara' forse meravigliando
dell'atroce serieta' della dichiarazione doganale. Porta con se' frutta,
verdura o salumi che possano rappresentare una minaccia per lo stato, o
addirittura piu' di diecimila dollari? Effetti personali nuovi o anche solo
recentemente riparati per un valore superiore a cento dollari? Lei, o i Suoi
familiari che viaggiano con Lei, hanno forse soggiornato negli ultimi trenta
giorni in una tenuta o una fattoria fuori dei confini degli Stati Uniti? E
solo in quel momento Le tornera' in mente questo libro, consegnatoLe
all'ultimo minuto da un amico ben intenzionato, tanto per appesantirLe il
bagaglio, e si domandera' se esso, almeno in parte, sara' pari al suo titolo
e se potra' servirLe da "istruzioni per l'uso" del Nuovo che fra poche ore
Le si presentera'. Io lo spero.
Alla sterminata letteratura sull'America questo libro vuole aggiungersi solo
come un piccolo contributo pratico, mostrando taluni aspetti della vita
americana di tutti i giorni che l'europeo non necessariamente gia' conosce o
soltanto anche si attende, sebbene molti di questi aspetti comincino ormai a
mostrarsi anche in Europa.
Il volume non puo' naturalmente essere esaustivo; non vi trovera' molti
particolari che a Lei parranno significativi e spesso qualche caso
particolare da Lei verificato non coincidera' con quanto qui si descrive in
termini generali. Queste imperfezioni sono implicite nella natura di ogni
descrizione appunto generale. E, a questo proposito, aggiungo un'altra
avvertenza: ogni qual volta accenneremo all'"americano medio" si trattera'
di un'astrazione, che in quanto tale non esiste in carne e ossa, cosi' come
non esiste un europeo medio".
Dalla prima edizione del 1985, questo volume e' stato via via aggiornato e
pubblicato in varie vesti grafiche. La presente edizione ha subito modifiche
piu' profonde delle precedenti. Alcuni esempi tuttavia che risalgono
all'epoca della prima edizione sono stati comunque mantenuti essendo ancora
attuali.
*
Il codino del Barone di Muenchhausen. Ovvero: psicoterapia e realta',
Feltrinelli, Milano 1989, 1991.
Indice: Prefazione; Natura e forme delle relazioni umane; Cibernetica,
teoria generale dei sistemi e pragmatica come base dello studio dei rapporti
umani; Regolarita' e patologie dei sistemi relazionali; Forme patogene di
comunicazione; Conclusioni finali sull'influenza del comportamento; Uno
sguardo sul futuro sviluppo della ricerca comunicativa; La trasformazione
dell'immagine umana nella psichiatria; Trattamento breve di un caso di
depressione (con J. C. Coyne); Presentazione del problema; Conduzione della
terapia; Discussione; Principi ipnoterapeutici nella terapia familiare;
Terapia breve di disturbi schizofrenici; La comunicazione immaginaria; Il
paradosso di Newcomb; Flatlandia; Adattamento alla realta' o "realta'"
adattata? Costruttivismo e psicoterapia; Stili di vita e "realta'";
Management ovvero costruzione di realta'; Il codino di Muenchhausen e la
scala di Wittgenstein. Sul problema dell'autoreferenza; Componenti di
"realta'" ideologiche; L'origine pseudo-divina delle ideologie; Il presunto
bisogno psicologico dell'ideologia; I paradossi del valore eterno; I
paradossi della perfezione e dell'infinito; Eresia e paranoia; Il paradosso
della spontaneita' richiesta; La pretesa di scientificita'; L'enantidromia;
Epilogo: verso un mondo di comunicazione totale?; Bibliografia; Elenco delle
fonti.
*
Istruzioni per rendersi infelici, Feltrinelli, Milano 1990, 1997.
Come utilizzare l'intelligenza critica per non farsi abbagliare dalla
rincorsa alla falsa felicita'. E' giunta l'ora di farla finita con la favola
millenaria secondo cui felicita', beatitudine e serenita' sono mete
desiderabili della vita. Troppo a lungo ci e' stato fatto credere, e noi
ingenuamente abbiamo creduto, che la ricerca della felicita' conduca infine
alla felicita'. Basta con i dissennati consigli di guru e sessuologi, con i
decaloghi fumosi di tecnocrati e maestri di vita, con le prediche sulla pace
interiore e le paralizzanti esortazioni alla spontaneita'. Watzlawick
mobilita tutti gli espedienti argomentativi, tutti i mezzi a sua
disposizione, dall'intelligenza critica allo humour nero, mettendoci di
fronte uno specchio ironico, tenendo viva una costante tensione tra il
divertimento e il disagio di riconoscerci, ma non privandoci del piacere di
interpretare il messaggio: come rendersi felicemente infelici?
*
(con Giorgio Nardone), L'arte del cambiamento. Manuale di terapia strategica
e ipnoterapia senza trance, Ponte alle Grazie, Firenze 1990.
Uno dei primi rilevanti frutti della collaborazione tra Watzlawick e
Nardone, che insieme hanno fondato nel 1987 il Centro di terapia strategica
di Arezzo.
*
(con Giorgio Nardone), Terapia breve strategica, Raffaello Cortina Editore,
Milano 1997.
Il testo offre un'esposizione della nuova teoria della conoscenza che va
sotto il nome di "costruttivismo radicale". Alcuni fra i massimi esponenti
di questo approccio ne illustrano le possibilita' applicative nel settore
specifico della psicoterapia.
*
(con Giorgio Nardone), L'arte del cambiamento. La soluzione dei problemi
psicologici personali e interpersonali in tempi brevi, Ponte alle Grazie,
Firenze 1999.
Risultato dal lavoro congiunto di Giorgio Nardone - noto terapeuta e
studioso italiano di terapia breve strategica - e di Paul Watzlawick - una
delle piu' eminenti figure mondiali nel campo dello studio della
comunicazione e della psicoterapia - questo volume presenta in forma
sistematica il modello di terapia breve per la soluzione di problemi
psicologici specifici. L'approcio strategico della psicoterapia, ossia la
moderna evoluzione della terapia sistematica in simbiosi con l'ipnoterapia
di Milton Erickson, rappresenta una prospettiva rivoluzionaria rispetto alle
forme convenzionali di intervento psicoterapeutico. Si tratta di un modello
teorico e operativo per la soluzione in tempi brevi dei problemi
individuali, di coppia e di famiglia, applicabile anche a contesti
interpersonali piu' ampi e non solo clinici. La psicoterapia e' intesa qui
come una partita a scacchi tra terapeuta e paziente: una partita nella
quale, pero', si vince o si perde entrambi. Per vincerla il terapeuta
ricorre a raffinate tecniche di suggestione ipnotica, a paradossi e a
trabocchetti comportamentali che aggirano la resistenza al cambiamento del
paziente, conducendolo a percepire la realta' in maniera completamente
nuova, e di conseguenza ad agire in modo non piu' disfunzionale.
*
(con Camillo Loriedo, Giorgio Nardone, Jeffrey K. Zeig), Strategie e
stratagemmi della psicoterapia, Franco Angeli, Milano 2002.
Si avverte sempre piu' la necessita' di rivedere i concetti che hanno
contraddistinto la rivoluzione pragmatica della terapia breve, e il presente
volume risponde a questa necessita' offrendo risposte nuove e che promettono
di anticipare ulteriori sviluppi.
Accanto ad esposizioni teoriche approfondite, vengono presentate, nella
dettagliata puntualita' della trascrizione letterale, esemplificazioni
cliniche di trattamento complete. Il lettore puo' seguire lo sviluppo
dell'intervento breve, osservando "in vivo" l'insorgere delle difficolta' e
l'elaborazione delle strategie per superarle. Il commento che accompagna la
trascrizione dei casi riprende le presentazioni teoriche illustrandone
l'applicazione o proponendo nuove concettualizzazioni che il processo
terapeutico, nella sua struttura in divenire, rende necessarie o fa
scaturire dalla fantasia del terapeuta.
A volte l'intervento terapeutico sembra sottrarsi a definizioni esplicative
o appaiono restrittivi i termini utilizzati per descriverlo. Il linguaggio,
nelle componenti verbali e non verbali, rivela le sue proprieta' che, come
afferma Watzlawick, "possono essere ritenute terapeutiche in se' e per se';
possono aiutare a cambiare il comportamento umano, non in virtu' del loro
contenuto, ma in virtu' della loro struttura".
Si tratta di proprieta' che riescono a rendersi invisibili a una
osservazione superficiale, ma che accompagnano e scandiscono le esperienze
interattive umane. Solo la minuziosa indagine microscopica, resa possibile
dalla trascrizione e dalla sua attenta rilettura, consente di apprezzare la
forza strutturante che il linguaggio assume nei confronti del comportamento.
Attraverso questo passaggio, mentre si scoprono strategie e stratagemmi ,
disseminati un po' dappertutto nel libro, affiorano perentoriamente dallo
sfondo i molteplici e personali "modi di essere del terapeuta".
Indice: Camillo Loriedo, Prefazione; Paul Watzlawick, Ipnoterapia senza
trance; Jeffrey K. Zeig, Ricordando Erickson (Lo stile evolutivo; Gli
atteggiamenti di Erickson); Camillo Loriedo, Annalisa Sale, L'uso delle
domande nella conversazione terapeutica (La struttura del colloquio;
Finalita' delle domande; I contenuti; Sequenza delle domande nel colloquio;
Forma); Giorgio Nardone, Terapia breve evoluta. Da modelli generali a
protocolli specifici (La genealogia; La terapia come ricerca, la ricerca
come terapia; Rigore ma non rigidita'; La prassi clinica. Le fasi della
terapia); Jeffrey K. Zeig, Guidare le associazioni. Descrizione e commento
di una seduta (Commento e follow-up); Giorgio Nardone, Trattamento di un
caso di fobia con attacchi di panico. Descrizione e commento di sei sedute;
Camillo Loriedo, Anna Maria Paulis, Teresa Giallonardo, Psicoterapia
indiretta di una amnesia biografica. Descrizione e commento di sei sedute.
*
Guardarsi dentro rende ciechi, Ponte alle Grazie, Firenze 2007.
A cura di Giorgio Nardone e Wendel A. Ray, questa summa del pensiero di Paul
Watzlawick e' la sua ultima e preziosa eredita', destinata a chi conosce il
suo approccio alla soluzione dei problemi umani e anche a tutti quegli
"spiriti liberi" che semplicemente cercano di migliorare la propria vita.
Controcorrente e anticonformista, tra i fondatori della Scuola di Palo Alto,
e' stato una delle figure piu' importanti della psicologia e della
psicoterapia contemporanea e uno dei pochi autori in grado di parlare di
tematiche complesse in modo semplice e lineare. Di piu', spesso
l'esposizione e' ironica e graffiante e quindi funzionale allo scopo ultimo:
cambiare l'immagine del mondo che produce dolore nel paziente. Le teorie
della pragmatica della comunicazione, le strategie della terapia breve
(problem solving, prospettiva interazionale, psicoterapia del "come se") e
la scelta del costruttivismo radicale tendono proprio a questo. Tutto cio'
che appare immodificabile puo' essere cambiato. Ma la svolta non origina da
un percorso di introspezione che scopra le cause di un problema nel passato.
Si tratta piuttosto di lavorare sui disturbi nel presente utilizzando il
linguaggio come mezzo di suggestione e persuasione al cambiamento.
Sfruttando le enormi potenzialita' della comunicazione umana e' possibile
dare fiducia a chi e' in difficolta'. Una volta abolite le etichette che
condannano per sempre un paziente alla sua malattia sara' possibile
costruire una realta' migliore.

3. ET COETERA

Paul Watzlawick (Villach, Austria, 25 luglio 1921 - Palo Alto, Stati Uniti,
31 marzo 2007), psicologo, sociologo, docente di psichiatria, studioso della
comunicazione umana e quindi filosofo autentico; dal 1960 ha lavorato presso
il Mental Research Institute di Palo Alto in California; e' stato docente di
psichiatria alla Stanford University; fondamentale il suo lavoro sulla
comunicazione umana; e' stato uno dei principali rappresentanti della scuola
di Palo Alto. Dal quotidiano "Il Sole 24 Ore" del 4 aprile 2007 riprendiamo
la seguente breve scheda: "Con Paul Watzlawick, morto sabato scorso - ma la
notizia e' stata diffusa solo ieri - in California all'eta' di 85 anni,
scompare uno dei maggiori studiosi della comunicazione umana. Sgranare gli
occhi, congiungere le mani, abbassare il tono di voce o semplicemente
tacere: ogni gesto, comportamento o azione ha in se' un significato di
relazione, sosteneva il sociologo e psicologo di origine austriaca. Dopo
aver studiato a Venezia (lingue moderne e filosofia) e a Zurigo
(all'istituto Cari Gustav Jung), emigro' nel 1960 negli Stati Uniti, dove
insegno' al Mental Research Institute di Palo Alto e al dipartimento di
psichiatria e scienza comportamentale dell'Universita' di Stanford. Per i
suoi studi cognitivi Watzlawick e' considerato il maggiore esponente della
Scuola di Palo Alto, una delle prime a rinnovare il linguaggio della teoria
della comunicazione e della psicoterapia. 'L'uomo e' infelice perche' non sa
di essere felice' scriveva Watzlawick in uno dei suoi libri piu' letti, Di
bene in peggio. Istruzioni per un successo catastrofico, del 1986. Tra le
sue 18 opere, tradotte in 85 lingue, spiccano La realta' della realta'.
Confusione, disinformazione e comunicazione (1976), Istruzioni per rendersi
infelici (1997), L'arte del cambiamento (1990) e soprattutto Pragmatica
della comunicazione umana, del 1967. In quest'ultimo libro enuncia i cinque
assiomi della comunicazione. Alla base della sua teoria, la tesi
dell'impossibilita' di non comunicare". Tra le opere di Paul Watzlawick
disponibili in italiano: (con Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson),
Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle
patologie e dei paradossi, Astrolabio Ubaldini, Roma 1971; (con John H
Weakland, Richard Fisch), Change: la formazione e la soluzione dei problemi,
Astrolabio Ubaldini, Roma 1974; La realta' della realta'. Confusione,
disinformazione, comunicazione, Astrolabio Ubaldini, Roma 1976; (con John H.
Weakland), La prospettiva relazionale. I contributi del Mental research
institute di Palo Alto dal 1965 al 1974, Astrolabio Ubaldini, Roma 1978; Il
linguaggio del cambiamento. Elementi di comunicazione terapeutica,
Feltrinelli, Milano 1980, 2004; Di bene in peggio. Istruzioni per un
successo catastrofico, Feltrinelli, Milano 1987, 2003; (a cura di), La
realta' inventata. Contributi al costruttivismo, Feltrinelli, Milano 1988;
America, istruzioni per l'uso, Feltrinelli, Milano 1989, 2002; Il codino del
Barone di Muenchhausen. Ovvero: psicoterapia e realta', Feltrinelli, Milano
1989, 1991; Istruzioni per rendersi infelici, Feltrinelli, Milano 1990,
1997; (con Giorgio Nardone), L'arte del cambiamento. Manuale di terapia
strategica e ipnoterapia senza trance, Ponte alle Grazie, Firenze 1990; (con
Giorgio Nardone), Terapia breve strategica, Raffaello Cortina Editore,
Milano 1997; (con Giorgio Nardone), L'arte del cambiamento. La soluzione dei
problemi psicologici personali e interpersonali in tempi brevi, Ponte alle
Grazie, Firenze 1999; (con Camillo Loriedo, Giorgio Nardone, Jeffrey K.
Zeig), Strategie e stratagemmi della psicoterapia, Franco Angeli, Milano
2002; Guardarsi dentro rende ciechi, Ponte alle Grazie, Firenze 2007.
Gregory Bateson e' nato nel 1904 a Grantchester, Cambridge, in Inghilterra,
figlio di un eminente scienziato; compie studi naturalistici ed
antropologici, di logica, cibernetica e psichiatria; un matrimonio con la
grande antropologa Margaret Mead; Bateson ha dato contributi fondamentali in
vari campi del sapere ed e' uno dei pensatori piu' influenti del Novecento;
e' scomparso nel 1980 a San Francisco, in California. Opere di Gregory
Bateson: Naven, Einaudi, Torino 1988; Verso un'ecologia della mente,
Adelphi, Milano 1976, 1990; Mente e natura, Adelphi, Milano 1984, 1995; Una
sacra unita', Adelphi, Milano 1997; (in collaborazione con la figlia Mary
Catherine Bateson), Dove gli angeli esitano, Adelphi, Milano 1989, 1993. Si
vedano anche i materiali del seminario animato da Bateson, "Questo e' un
gioco", Raffaello Cortina Editore, Milano 1996. Opere su Gregory Bateson:
per un avvio cfr. AA. VV. (a cura di Marco Deriu), Gregory Bateson, Bruno
Mondadori, Milano 2000; Sergio Manghi (a cura di), Attraverso Bateson,
Raffaello Cortina Editore, Milano 1998. Cfr. anche Rosalba Conserva, La
stupidita' non e' necessaria, La Nuova Italia, Scandicci (Firenze) 1996,
1997, particolarmente sulle implicazioni educative e la valorizzazione in
ambito pedagogico della riflessione e dell'opera di Bateson. Una
bibliografia fondamentale e' alle pp. 465-521 di Una sacra unita', citato
sopra. Indicazioni utili (tra cui alcuni siti web, ed una essenziale
bibliografia critica in italiano) sono anche nel servizio con vari materiali
alle pp. 5-15 della rivista pedagogica "Ecole", n. 57, febbraio 1998. Tra i
frutti e gli sviluppi del lavoro di Bateson c'e' anche la "scuola di Palo
Alto" di psicoterapia relazionale: di cui cfr. il classico libro di Paul
Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson, Pragmatica della
comunicazione umana, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1971; e su cui cfr. Edmond
Marc, Dominique Picard, La scuola di Palo Alto, Red Edizioni, Como 1996.
Giorgio Nardone e' psicoterapeuta, psicologo, direttore del Centro di
terapia strategica, collaboratore di Paul Watzlawick ed autore di molti
libri riguardanti la terapia breve strategica. Da una sua intervista del
2003 riportiamo il seguente brano: "La mia storia... nasce come studente e
laureato in filosofia della scienza. Sono rimasto all'universita' di Siena
presso la cattedra di filosofia della scienza come ricercatore, avendo come
obiettivo di ricerca lo studio dell'epistemologia della psicologia clinica e
dei vari modelli di psicoterapia. Studiando questi modelli da un punto di
vista epistemologico, avendo vagliato la maggioranza dei modelli con questo
criterio, l'unico che mi parve - siamo negli anni '80 - che reggesse a una
sorta di vaglio di questo tipo era quello della scuola di Palo Alto, quindi
Watzlawick, Jackson, Beavin, Weakland, e gli altri del gruppo del Mental
Research Institute di Palo Alto; questo mi indusse a chiedere una borsa di
studio per andare a studiare da vicino questi studiosi ed il loro lavoro.
Giunto a Palo Alto m'imbattei nel lavoro dei colleghi e mi resi conto di
quello che avevo letto nei libri di Bateson ovvero che 'non c'e' nulla di
piu' pratico di una buona teoria'. Quindi m'invaghii immediatamente di
questo modello di problem solving che muoveva non dalla tradizione della
psichiatria o della medicina ma dalla tradizione della logica,
dell'antropologia, della filosofia e dello studio della comunicazione per
affrontare e risolvere i problemi degli essere umani a qualunque livello: da
problemi individuali, di relazione, tra i gruppi, ecc. Cosi' inizio' la mia
avventura all'interno del mondo della psicoterapia. Sono tornato, mi sono
specializzato alla facolta' di Psicologia, nel frattempo ho continuato ad
andare annualmente per dei mesi a Palo Alto per continuare a studiare e
imparare il metodo. Finito il mio percorso di studi ho cominciato a mettere
in pratica cio' che avevo imparato sintetizzando ed adattando un modello
cosi' particolare al contesto italiano. In quegli anni e' nata la
collaborazione con Paul Watzlawick. E' stata una grande cosa per me, lui e'
stato non solo un maestro della psicoterapia ma anche una sorta di maestro
di vita, di stile. Sono iniziati i miei primi progetti di ricerca,
sperimentando proprio come criterio di ricerca i costrutti di fondo del
modello della scuola di Palo Alto, sui disturbi fobico-ossessivi che hanno
poi condotto alla messa a punto di modelli specifici e di protocolli per
questi disturbi che hanno dimostrato tale efficacia ed efficienza da essere
ormai esportati in tutto il mondo. Da li' e' nata l'idea di fondare
l'istituto con Paul Watzlawick, il Centro di terapia strategica, nel 1987.
Sempre da li' l'idea della scuola che abbiamo fondato nel 1989 e le continue
ricerche che sono andate avanti. L'applicazione del metodo di ricerca basato
sull'idea di conoscere un problema mediante le sue soluzioni e' proceduta
fino a mettere a punto protocolli di trattamento specifici altrettanto
efficaci ed efficienti per i disordini alimentari, per i problemi dei
ragazzi a scuola, per le relazioni tra adulti e bambini e per tutta una
serie di altre patologie sotto studio. In questo momento nel Centro di
terapia strategica ad Arezzo da me diretto c'e' la scuola di
specializzazione, riconosciuta dal ministero, in psicoterapia breve
strategica, c'e' un gruppo di ricerca di oltre 50 affiliati, selezionati,
che portano avanti ognuno di essi un progetto di ricerca specifico, abbiamo
prodotto piu' di venti pubblicazioni, la maggioranza delle quali tradotte
nelle principali lingue".

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 65 del 12 giugno 2007

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