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Minime. 94
- Subject: Minime. 94
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 19 May 2007 00:26:56 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 94 del 19 maggio 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. No alla guerra 2. Maso Notarianni: Spese di distruzione 3. Oggi a Pescara 4. Oggi a Pordenone 5. Maura Cossutta: Adesione alla campagna "50 e 50 ovunque si decide" 6. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 7. Lauren Wilcox intervista Alice Walker 8. Guglielmo Epifani ricorda Federico Caffe' 9. Maria Agostinelli presenta le "Lettere" di Etty Hillesum 10. Un training di formazione alla nonviolenza a Firenze 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento 12. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. NO ALLA GUERRA Non ci stancheremo mai di ripeterlo: la guerra consiste di uccisioni. La guerra e' il peggiore dei crimini. Opporsi alla guerra e' un diritto e un dovere di ogni essere umano, e di ogni ordinamento giuridico fedele alla dignita' e ai diritti della persona umana. Cessi l'illegale, criminale partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan. La pace e' la via per salvare le vite. 2. AFGHANISTAN. MASO NOTARIANNI: SPESE DI DISTRUZIONE [Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter:net) riprendiamo il seguente articolo del 15 maggio 2007 li' apparso col titolo "Spese distruzione" e col sommario "Altri 25 milioni di euro per la guerra in Afghanistan. Quanto i tagli alla scuola fatti da Prodi". Maso Notarianni, giornalista, e' impegnato nell'esperienza dell'organizzazione umanitaria Emergency e dirige "Peacereporter"] Circa 25 milioni di euro. La stessa cifra che il governo Prodi ha tagliato dai finanziamenti alla scuola pubblica per il corrente anno scolastico, ora li investe per finanziare i rinforzi al contingente militare italiano schierato in Afghanistan. Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, ha annunciato davanti alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato l'invio di otto carri armati "Dardo", cinque elicotteri da attacco A-129 "Mangusta", dieci blindati "Lince" e 145 militari di equipaggio e supporto tecnico e logistico. Costo complessivo, calcolato solo fino a fine anno: 25,9 milioni di euro. "La relativa copertura finanziaria - ha spiegato Parisi - d"intesa con la Presidenza del Consiglio e con il ministero dell"Economia e delle Finanze verra' apprestata in sede di adozione del disegno di legge di assestamento del bilancio per l'anno 2007". I soldi per l'istruzione non ci sono, ma per la guerra si trovano. Nonostante l'incontestabile natura bellica dei mezzi militari in questione, Parisi ha rassicurato coloro che temono una deriva belligerante della "missione di pace" italiana. "Gli equipaggiamenti aggiuntivi - ha spiegato il ministro - non potrebbero consentire un genere di missione differente da quella gia' adottata dal nostro contingente in accordo con gli alleati della Nato. I nuovi mezzi permetteranno pero' di migliorare le capacita' di esplorazione, la mobilita' e la protezione, quindi la sicurezza attiva e passiva, delle nostre truppe". Chi si ostina a pensare che carri armati, elicotteri da attacco e blindati siano strumenti di guerra, si sbaglia. Parola di ministro. 3. INCONTRI. OGGI A PESCARA [Da Michele Meomartino (per contatti: michelemeomartino at tiscali.it) riceviamo e diffondiamo. Michele Meomartino amico della nonviolenza, scultore, coltivatore biologico, coordinatore della Rete nonviolenta Abruzzo e referente del nodo di Pescara-Chieti della Rete Lilliput, e' impegnato anche nel coordinamento di Libera, ed in molte iniziative di pace, equosolidali ed ecologiche. Opere di Michele Meomartino: Frammenti di pace, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2005. Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti; scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia, Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e' dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice di numerosi libri. Tra le opere di Marinella Correggia: Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998; Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni, Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di), Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007. Roberta Pestalozza e' musicista e ricercatrice, impegnata per i diritti umani. Dal sito www.isolafolk.com riprendiamo la seguente scheda: "Roberta Pestalozza ha iniziato lo studio dell'arpa con Anna Mariani diplomandosi con Maria Oliva e poi successivamente in Didattica della musica presso il Conservatorio 'Giuseppe Verdi' di Milano. Ha svolto intensa attivita' concertistica in diverse formazioni cameristiche e come arpa solista. Ha fatto parte dell'orchestra Aidimos (Accademia internazionale di direzione ed interpretazione musicale d'orchestra sinfonica) partecipando a tourne' in Francia e Svizzera come prima arpa. Ha frequentato un corso individuale con il maestro D. Watkins di arpa moderna. Si e' specializzata, seguendo un Master-Class con il maestro Ortiz, sulla tecnica dell'arpa paraguayana; sotto la guida di G. Hambly ha studiato arpa celtica eseguendo brani della tradizione irlandese e poi seguendo le lezioni di D :Bouchaud ha approfondito il repertorio bretone. Ha partecipato al Corso internazionale di musica antica frequentando il corso di arpa barocca tenuto da M. Galassi. In seguito alla frequentazione dei corsi di vocalita', tenuti da Giovanna Marini, sui "Modi di tradizione orale nell'Italia" e' cresciuto sempre piu' l'interesse per il canto popolare. E' cosi' iniziato un vero e proprio lavoro di ricerca e trascrizione di musiche legate alla trasmissione orale dei repertori tradizionali, composti prevalentemente da canzoni a serenata e tarantelle. Collabora con gruppi di musica tradizionale partecipando a numerosi eventi di musica popolare. Ha tenuto diversi concerti sia individualmente (arpa e voce) sia con diversi gruppi. Ha all'attivo diverse partecipazioni a trasmissioni radiofoniche e una collaborazione con la cantante Gianna Nannini nella realizzazione della colonna sonora del film Momo. Si e' specializzata, partecipando ai corsi di aggiornamento tenuti da G. Bosio, in Didattica arpistica approfondendo le tecniche di insegnamento rivolte ai bambini e agli adulti. Docente di arpa moderna e arpa diatonica presso la Scuola civica musicale di Corsico"] Sabato 19 maggio, alle ore 17,30, presso la Sala dei marmi dei Provincia di Pescara si svolgera' un incontro sul tema "Economie solidali. Esperienze di buone pratiche e comunita' virtuose". Conversazione con Marinella Correggia, collaboratrice di alcuni giornali e riviste e autrice di manuali sull'ecologia egualitaria ed empatica. Concerto con arpa della musicista Roberta Pestalozza. Dopo le ore 21 serata conviviale in campagna con cena bio equa e solidale L'iniziativa e' organizzata dalla Rete nonviolenta Abruzzo - nodo di Pescara e Chieti della Rete Lilliput; associazioni Miladonnambiente e Terranuova, Cooperativa Primo Vere e gruppo Vivere con cura. Per ulteriori informazioni: retenonviolenta.altervista.org, www.emporioprimovere.it, www.terranuova.net 4. INCONTRI. OGGI A PORDENONE [Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo il seguente comunicato del Comitato "Via le bombe"] Si terra' sabato 19 maggio, a partire dalle ore 16, presso l'oratorio di Vallenoncello (Pordenone Sud), l'assemblea generale del Comitato "Via le bombe", costituitosi ufficialmente un anno fa per sostenere l'azione legale contro il governo Usa che chiede l'eliminazione delle atomiche presenti ad Aviano. A dodici mesi di distanza e' tempo di un primo bilancio di quella che peraltro si profila come una lotta ancora lunga. L'azione civile ha ottenuto il primo risultato di portare il problema nelle aule giudiziarie ed ora siamo in attesa della sentenza della Corte di Cassazione, chiamata a decidere se il giudice ordinario sia o meno competente in materia. Nel corso dell'assemblea avremo modo di approfondire con i nostri legali questa nuova fase processuale, analizzando insieme il ricorso in Cassazione che e' stato presentato proprio in questi giorni. Accanto all'azione giudiziaria c'e' stata anche una notevole attivita' di informazione e sensibilizzazione, sia a livello locale che nazionale ed internazionale. L'assemblea sara' l'occasione per ripercorrere insieme le tappe salienti di questo intenso anno. L'informazione si e' coniugata con l'azione e con iniziative di solidarieta' con altre lotte contro il nucleare e la militarizzazione del territorio. A testimonianza dei forti legami che si sono creati, abbiamo invitato alla nostra assemblea rappresentanti del movimento contro il "Dal Molin" di Vicenza, del neo-costituito Comitato "Via le atomiche" di Ghedi e della Tavola per la Pace di Trieste che da anni si impegna perche' i porti di Trieste e Capodistria non siano piu' messi a disposizione dei sottomarini nucleari statunitensi. A conclusione dell'assemblea, i partecipanti saranno invitati a confluire nella manifestazione-fiaccolata organizzata in serata da Emergency per chiedere la liberazione di Rahmatullah Hanefi. Per contatti: tel. 3492200890 5. INIZIATIVE. MAURA COSSUTTA: ADESIONE ALLA CAMPAGNA "50 E 50 OVUNQUE SI DECIDE" [Dal sito www.noidonne.org Maura Cossutta (Monza, 1951), laureata in medicina e chirurgia, medica ematologa, militante e dirigente politica della sinistra italiana, e' stata piu' volte parlamentare] Anch'io sento che e' necessario scegliere parole chiare, per idee forti. La proposta del "50 e 50 ovunque si decide" e' una proposta politica che interviene - finalmente - direttamente nell'attualita' e che sollecita una riflessione di prospettiva. Una proposta dichiaratamente politica: credo che questa sia la prima cosa che occorra sottolineare. Quello che e', quello che significa, le implicazioni e il suo valore politico. Ed era tempo che si facesse, era tempo che le donne tornassero a scegliere il punto alto del conflitto, della sua rappresentazione, che tornassero ad abitare il "luogo pubblico". La democrazia paritaria sollecita l'analisi critica delle forme, della natura e della qualita' della democrazia, e quindi della sostanza della cittadinanza, dell'assetto dei poteri e del ruolo dei soggetti, intesi e definiti nei loro nessi economici, sociali e soprattutto di relazione. Di relazione tra uomini e donne. Per me la democrazia paritaria e' un obiettivo che rompe le compatibilita' delle politiche pubbliche, scompagina gli equilibri autoreferenziali dei partiti, riattiva anticorpi contro i meccanismi populistici dell'antipolitica, riporta al centro dei progetti della trasformazione il contenuto politico della liberta' femminile. Ci sara' modo di discutere insieme sul femminismo che abbiamo vissuto e conosciuto, sul come e sul perche' dei nostri percorsi, anche sugli sprechi e sugli errori, sulla nostra inesauribile passione ma anche sulla nostra impotenza. Oggi vorrei solo esprimere la mia gioia e il mio entusiasmo per un'impresa che sento necessaria, ma anche soprattutto possibile. Se ci crediamo. 6. PROPOSTA. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO Si puo' destinare la quota del 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, relativa al periodo di imposta 2006, apponendo la firma nell'apposito spazio della dichiarazione dei redditi destinato a "sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilita' sociale" e indicando il codice fiscale del Movimento Nonviolento: 93100500235; coloro che si fanno compilare la dichiarazione dei redditi dal commercialista, o dal Caf, o da qualsiasi altro ente preposto - sindacato, patronato, Cud, ecc. - devono dire esplicitamente che intendono destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento, e fornirne il codice fiscale, poi il modulo va consegnato in banca o alla posta. Per ulteriori informazioni e per contattare direttamente il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 7. RIFLESSIONE. LAUREN WILCOX INTERVISTA ALICE WALKER [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione la seguente intervista ad Alice Walker di Lauren Wilcox per "World Ark". Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81. Lauren Wilcox e' giornalista e saggista impegnata per i diritti umani. Alice Walker e' scrittrice, poetessa e saggista. Le sue opere, tra cui la piu' famosa e' sicuramente Il colore viola, sono state tradotte in piu' di venti lingue. Dal sito www.girodivite:it riprendiamo la seguente scheda: "Alice Walker e' nata a Eatonton (Georgia) nel 1944. Ha trascorso l'infanzia in un villaggio di neri nel profondo Sud rurale. Ha ottenuto poi una borsa di studio per l'universita' di Atlanta e si e' impegnata nella battaglia dei diritti civili. Nel 1964 tento' di ritrovare una patria spirituale in Africa, ma ha poi ripreso l'attivita' politica e sociale a Jackson (Mississippi). Ha rievocato la sua battaglia per i diritti civili negli anni '60 in Meridian (1976). Ha scritto: Petunie rivoluzionarie e altre poesie (Revolutionary petunians and other poems, 1973), il romanzo La terza vita di Grange Copeland (The third life of Grange Copeland, 1973), i racconti In amore e in guai: racconti di donne nere (In love and trouble: stories of black women, 1973). Il suo credo di womanist, femminista nera, per la quale le donne nere sono 'le autentiche eroine d'America', si esprime anche negli eccellenti racconti di Non potete sottomettere una vera donna (You can't keep a good woman down, 1981). Nel romanzo Il colore viola (The color purple, 1981) con cui ha vinto il premio Pulitzer e che gli ha dato una vasta notorieta', ha elaborato un linguaggio altamente musicale, da lei definito 'inglese nero popolare' (black folk english)"] - Lauren Wilcox: Nei tuoi lavori, romanzi o no, hai scritto moltissimo delle donne: le loro vite, i loro ruoli, le loro lotte. Sarei curiosa di conoscere la tua opinione rispetto al ruolo delle donne in comunita' che funzionano, il ruolo di donne forti in relazione con gli uomini. - Alice Walker: E' il punto cruciale dell'intera faccenda. Se le donne non hanno controllo sulle proprie scelte, sul proprio ambiente di vita, se sono continuamente espropriate da parte degli uomini nelle loro societa', significa che non hanno l'autonomia necessaria a far si' che le loro esistenze e quelle delle loro figlie si realizzino pienamente. E' cosi' assolutamente essenziale che siamo in molti a studiare i modi per sostenere queste donne. Ed e' una cosa non facile, se ci rifletti, perche' persino nella nostra cultura ci sono troppe donne abbattute dal potere patriarcale che neppure pensano di doversi mettere insieme a organizzare dei cambiamenti. Naturalmente non possiamo farlo noi per loro. Ma possiamo dir loro di basarsi sulle proprie esperienze per pianificare le azioni che elevino il livello di salute e benessere per tutti, nelle loro comunita', ma in special modo per loro stesse e le loro figlie. Quando le donne ottengono dei miglioramenti, come sappiamo, migliorano le vite di tutti. * - Lauren Wilcox: Hai scritto storie di donne ambientate in diversi periodi storici e nel presente. Credi che in generale la situazione delle donne sia cambiata in meglio, attraverso gli anni? - Alice Walker: Quello che mi viene in mente e' l'ultima volta che sono stata in Africa, a Bolgatanga, nella parte settentrionale del Ghana. La mia amica Pratibha Parmar, la regista cinematografica, ed io eravamo la' in conseguenza del lavoro che avevamo fatto per eliminare le mutilazioni genitali. Era un'enorme assemblea, di uomini e donne, i piu' decisi abolizionisti della pratica che io avessi mai conosciuto. E' stato commovente. Cio' che ho capito attraverso l'incontro con queste persone e' che nei posti piu' remoti che si possa immaginare vi sono connessioni con il resto del mondo, e vi e' una buona comprensione del fatto che le cose stanno cambiando, e che devono cambiare per la salvezza del continente intero. Non si tratta del tuo villaggio, e neppure del tuo paese: la questione concerne la salvezze del continente e del pianeta Terra. * - Lauren Wilcox: Tutto il tuo scrivere ha elementi di attivismo, di consapevolezza delle durezze e delle lotte che le persone affrontano durante le loro vite. E' uno scopo, nella tua scrittura, un attivismo intenzionale? - Alice Walker: La mia scrittura e' olistica. Immaginami come un albero di pino. Da me non verra' nulla che non sia pino. Ho le mie pigne, i miei aghi di pino, il mio profumo specifico. Io vedo la scrittura come la mia ragion d'essere. Non e' una parte preziosa della mia esistenza. Come per il pino e' lasciar cadere e ricrescere... e' un tutt'uno. * - Lauren Wilcox: Percio' scrivere e' il modo in cui realizzi pienamente cio' che sei? - Alice Walker: Si'. E' il modo in cui dai acqua e fertilizzanti al pino. Continui a crescere, continui a condividere, continui a dare e ad avere e continui a lasciar andare. In questo circolo c'e' il fattore di sostenibilita', che sostiene te stessa. Ma non ti sostieni trattenendo le cose. Ti sostieni lasciandole andare. * - Lauren Wilcox: Dandole via, donandole? - Alice Walker: Si'. Nella nostra cultura tutti sentono di dover conservare, tenere, trattenere, e non passare in giro nulla. Quando fai questo, che puo' accadere al resto del pianeta, se non morire di fame? * - Lauren Wilcox: Qual e' la cosa migliore che possiamo insegnare ai nostri figli, secondo te, per prepararli al futuro? - Alice Walker: Dobbiamo disabituarli alla nozione di scarsita'. Penso che si tratti del pensiero globale piu' pernicioso e definitivamente distruttivo, la nozione che viviamo in un mondo di scarsita'. In effetti, viviamo invece in un mondo d'abbondanza. Ed e' solo perche' alcune persone si sono prese la maggior parte delle risorse per se' e sprecano le altre in guerra, che altre persone non hanno nulla. Non c'e' scusa possibile, per il fatto che le persone sulla Terra non hanno cibo sufficiente, abiti, istruzione e accesso all'assistenza sanitaria. Nessuna scusa, nessuna. * - Lauren Wilcox: Come hai cominciato ad interessarti delle istanze relative alla fame ed alla poverta'? - Alice Walker: Perche' sono cresciuta nella poverta'. Noi bambini non la percepivamo come tale solo perche' i nostri genitori erano dei geni nel trarre molto dal poco. Ad un certo punto mio padre chiese alla proprietaria bianca della terra che lavoravamo un aumento di stipendio, chiese di avere dodici dollari al mese, perche' aveva otto figli e tutti lavoravano nella piantagione. La donna divenne una furia e glielo nego'. Non avevamo assistenza sanitaria, un dentista non l'abbiamo mai visto, dovevamo spostarci ogni anno su pezzi di terra diversi e lavoravamo duramente per tutto il giorno. E questa e' la situazione per milioni e milioni di persone sulla Terra. Li capisco benissimo, e sono totalmente solidale con loro. * - Lauren Wilcox: So che hai scritto un nuovo libro. - Alice Walker: Si chiama "Noi siamo coloro che stavamo aspettando". E' una raccolta di saggi e di meditazioni, perche' penso che questo sia un periodo in cui le cose sono davvero orribili per troppe persone. C'e' cosi' tanta paura, e cosi' tanta tristezza, e rabbia... Non abbiamo bisogno solo di analisi politiche e di consapevolezza, ma abbiamo bisogno di meditazione, di sederci assieme per riflettere sulle cose che ci stanno accadendo e di trovare modi per essere integri. Dobbiamo ricordare a noi stessi che abbiamo i nostri valri, le nostre energie spirituali, e che possiamo usarle: usare la nostra luce interiore, per dissipare il buio che si addensa. 8. MEMORIA. GUGLIELMO EPIFANI RICORDA FEDERICO CAFFE' [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 maggio 2007 riprendiamo i seguenti estratti dall'introduzione al volume Federico Caffe'. Un economista per gli uomini comuni, a cura e con postfazione di Giuseppe Amari e Nicoletta Rocchi. Ediesse, Roma 2007 (libro piu' 2 dvd 35 euro). Guglielmo Epifani e' segretario generale della Cgil. Federico Caffe', nato a Pescara nel 1914, e' stato uno dei piu' illustri economisti italiani del Novecento, dapprima presso la Banca d'Italia, poi docente universitario a Messina, a Bologna ed infine e lungamente a Roma. Come studioso e docente ha lasciato nei suoi interlocutori, colleghi ed allievi un'impronta straordinaria, divenendo una figura quasi leggendaria sia per la sua profonda umanita', sia per il suo rigore morale e intellettuale, sia per il suo intenso ed incessante impegno scientifico, pedagogico e civile. E' scomparso misteriosamente nell'aprile 1987. Opere di Federico Caffe': tra le sue numerose opere scientifiche, didattiche e d'intervento civile segnaliamo almeno: Vecchi e nuovi indirizzi nelle indagini sull'economia del benessere, Tecnica Grafica, Roma 1953; Saggi sulla moderna "economia del benessere", Torino 1956; Saggi critici di economia, De Luca, Roma 1958; Politica economica, due volumi, Boringhieri, Torino 1966 e 1970; Teorie e problemi di politica sociale, Laterza, Bari 1970; Un'economia in ritardo, Boringhieri, Torino 1976; Lezioni di politica economica, Boringhieri, Torino 1978, nuova edizione 1990; L'economia contemporanea, Edizioni Studium, Roma 1981; In difesa del welfare state, Rosenberg & Sellier, Torino 1986; La solitudine del riformista, Bollati Boringhieri, Torino 1990; Scritti quotidiani, Manifestolibri, Roma 2007. Opere su Federico Caffe': si veda in primo luogo la biografia scritta da Ermanno Rea, L'ultima lezione, Einaudi, Torino 1992. A Caffe' sono stati dedicati vari volumi di saggi, lezioni, convegni (ad esempio cfr. Nicola Acocella, Guido M. Rey, Mario Tiberi (a cura di), Saggi di politica economica in onore di Federico Caffe', tre volumi, Franco Angeli, Milano 1990, 1992, 1999; AA. VV., Federico Caffe'. Realta' e critica del capitalismo storico, Meridiana Libri e Donzelli, Catanzaro-Roma 1995; Bruno Amoroso, La stanza rossa. Riflessioni scandinave di Federico Caffe', Edizioni Citta' Aperta, Troina (Enna) 2004). Un consistente archivio di materiali miscellanei di e su Federico Caffe' si trova presso Paolo Lupi (un suo antico allievo che ne mantiene viva la memoria e la lezione), via della stazione, 01013 Cura di Vetralla (Vt)] Nella sua lunga attivita' Federico Caffe' si e' incontrato con il mondo del lavoro e del sindacato e si e' misurato con le loro problematiche. Ricorda, in uno scritto, che l'anno della sua laurea, il 1936, coincideva con quello della pubblicazione della Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta di Keynes che rivoluziono' il pensiero economico di quel tempo. Fece presto dell'economista inglese uno dei suoi principali punti di riferimento e di ispirazione ideale. Di lui ricordava, spesso, il convincimento che i difetti principali del sistema capitalistico, lasciato a se stesso, erano "l'incapacita' a provvedere un'occupazione piena e la distribuzione arbitraria ed iniqua della ricchezza e dei redditi". Ma riteneva che con una politica riformistica "non di facciata" si potesse costruire un "capitalismo intelligente". Caffe' mise al centro della sua appassionata ricerca scientifica il problema dell'occupazione, della piena occupazione e del buon lavoro, sembrandogli tutti gli altri obiettivi secondari e comunque non alternativi, compreso quello della stabilita' dei prezzi. Non si stancava di ricordare che l'inflazione era una "brutta bestia" che andava certo combattuta, ma che la disoccupazione era "peggio"; la risoluzione della prima non risolveva automaticamente la seconda, come ben constatiamo ancora oggi. Esprimeva la sua sorpresa nei confronti di quelli che si sorprendevano della sua concezione dello "stato come occupatore di ultima istanza", dopo che era stata accettata la concezione della "Banca Centrale come prestatore in ultima istanza". Non intendeva necessariamente occupazione pubblica, ma l'assunzione della responsabilita' e delle politiche attive per concretarla... Occorrevano politiche macroeconomiche dal lato della domanda e dell'offerta, ma anche microeconomiche per affrontare non solo gli aspetti quantitativi (piena occupazione), ma anche quelli qualitativi (ad esempio con la formazione) per la "migliore utilizzazione delle forze del lavoro" e per il miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche del lavoro. Consapevoli politiche attive pubbliche dunque, responsabili collaborazioni sociali, e non fideistici, deresponsabilizzanti abbandoni alla inesistente "mano invisibile" del mercato. "Poiche' il mercato e' una creazione umana, l'intervento pubblico e' una componente necessaria e non di per se' distorsiva o vessatoria", era uno dei suoi piu' "meditati convincimenti" che non abbandono' mai... Il diritto-dovere del lavoro erano per lui non tanto una questione economica, quanto una questione che ineriva strettamente alla stessa dignita' e alla liberta' della persona umana impegnata socialmente; la loro reale e non promessa esigibilita' stava al fondamento di ogni costituzione economica e sociale. Uno dei contributi analitici piu' importanti che viene riconosciuto a Federico Caffe' e' quello di rifiutare lo scambio (trade-off) tra equita' ed efficienza, solitamente accettato dal pensiero economico convenzionale, e quindi dalle politiche economiche conseguenti. La cosiddetta politica dei due tempi: prima la produzione, poi la redistribuzione; prima i sacrifici (solitamente dei lavoratori), poi la ricompensa; prima l'efficienza (intesa spesso come attenuazione dei diritti), poi l'equita'. Caffe' sosteneva, invece, che la societa' tanto piu' era equa, tanto piu' era efficiente. E d'altronde, come potrebbe essere diversamente, soprattutto in una societa' avanzata, dove non sono tanto le capacita' fisiche, ma quelle intellettuali e creative del lavoro impegnate nella produzione, a rendere indispensabile un contesto di consapevole partecipazione e di accettabile equita' sociale? Ma quel contributo analitico estende la sua portata direttamente sul ruolo del sindacato. In tempi in cui l'attenzione e' rivolta prevalentemente al cittadino consumatore, e ce ne sono anche buone ragioni, il rifiuto dello scambio tra efficienza ed equita', riporta l'attenzione sul cittadino nella sua duplice funzione di lavoratore e di consumatore, evitando pericolose asimmetrie, schizofrenie umane e sociali. Richiama a una visione e a un contesto unitario che, insieme alla tutela di un lavoro non alienato, sia in grado di esprimere una produzione di qualita', ed in condizioni di sicurezza per chi produce e per chi consuma. E questo spiega anche, a mio avviso, l'interesse e la curiosita' di Federico Caffe' per il mondo sindacale a cui si avvicino' sempre di piu' con affetto, mantenendo, pero', assoluta indipendenza intellettuale, e non risparmiando critiche severe quando riteneva che il sindacato, come anche le forze della sinistra, non contrastassero con abbastanza vigore il montante liberismo che proveniva dall'estero e che conquistava il suo stesso mondo accademico... Si impegno' piu' direttamente nel momento di maggiore difficolta' del sindacato unitario, e che vide una drammatica rottura all'interno della stessa nostra Confederazione, a seguito, come e' noto, del decreto del governo Craxi di congelare due punti di scala mobile, salvo successive verifiche con l'andamento dell'inflazione. Nel punto piu' alto dello scontro fece la proposta di associare, nella ricerca di un terreno di discussione piu' serena, il contributo di tre personalita' di assoluta integrita' ed indipendenza intellettuale, come Paolo Baffi, Paolo Sylos Labini ed Ermanno Gorrieri. "Non aveva grande fiducia nelle formule, nemmeno nelle sue" diceva di Luigi Einaudi e si riferiva anche a se stesso; e, infatti, le evitava. Preferiva parlare a proposito della politica dei redditi - ma di tutti i redditi: salari e prezzi, comprese le tariffe pubbliche - della indispensabile "lealta' sociale" e del rifiuto della logica dei due tempi. Non era infatti il sacrificio economico in se', consapevolmente accettato, che Caffe' paventava, quanto quello che potesse venire imposto dall'alto senza una ispirazione ideale, senza cioe' la convinta adesione ad una politica nell'evidente interesse generale e dei propri figli. 9. LIBRI. MARIA AGOSTINELLI PRESENTA LE "LETTERE" DI ETTY HILLESUM [Dal sito www.railibro.rai.it Maria Agostinelli e' giornalista culturale e saggista. Etty Hillesum e' nata a Middelburg nel 1914 e deceduta ad Auschwitz nel 1943, il suo diario e le sue lettere costituiscono documenti di altissimo valore e in questi ultimi anni sempre di piu' la sua figura e la sua meditazione diventano oggetto di studio e punto di riferimento per la riflessione. Opere di Etty Hillesum: Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001. Opere su Etty Hillesum: AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty Hillesum, fascicolo di "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, Parma; Nadia Neri, Un'estrema compassione, Bruno Mondadori Editore, Milano 1999; Pascal Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Wanda Tommasi, Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; Maria Pia Mazziotti, Gerrit Van Oord (a cura di), Etty Hillesum. Diario 1941-1943. Un mondo 'altro' e' possibile, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2002; Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2004] "Anche oggi il mio cuore e' morto piu' volte, ma ogni volta ha ripreso a vivere. Io dico addio di minuto in minuto e mi libero da ogni esteriorita'. Recido le funi che mi tengono ancora legata, imbarco tutto quel che mi serve per intraprendere il viaggio. Ora sono seduta sulla sponda di un canale silenzioso, le gambe penzolanti dal muro di pietra, e mi chiedo se il mio cuore non diventera' cosi' sfinito e consunto da non poter piu' volare liberamente come un uccello" (Etty Hillesum). Questa storia va dal 14 agosto 1942 al 7 novembre 1943. E' una storia raccontata da una ragazza ebrea non ancora trentenne dal volto appena paffuto, i capelli neri tagliati corti, la bocca calma, gli occhi scuri. Si svolge un poco ad Amsterdam, ma soprattutto in uno spazio di circa 500 mq ritagliato in una delle regioni meno ospitali d'Olanda: il campo di smistamento di Westerbork, dove migliaia di ebrei furono spediti da tutti i Paesi Bassi ad aspettare il loro turno verso Auschwitz. Questa, inoltre, e' una storia epistolare perche' e' formata da tutte le lettere che quella ragazza, Etty Hillesum, scrisse ai suoi amici nei quindici mesi prima della morte. Il fango, il freddo, la malattia e la disperazione, e poi la mancanza cronica di cibo e medicine: questa era la quotidianita' a Westerbork, e questo e' il sottofondo continuo di quelle lettere (Etty Hillesum, Lettere. 1942-1943, Adelphi 2005, pp. 149, euro 7, traduzione di Chiara Passanti). Ma c'e' anche dell'altro. Etty Hillesum lavorava a Westerbork come membro del consiglio ebraico di Amsterdam e si occupava dei bisogni materiali dei suoi abitanti: faceva avanti e indietro tra il campo e la capitale, spediva lettere dal campo e dalla capitale, fino a quando non decise di restare in pianta stabile nel campo. Westerbork lo vediamo attraverso le sue parole: un insieme di baracche di legno di grandezza variabile che potevano ospitare da un nucleo familiare fino a decine di persone. L'aria irrespirabile nonostante gli spifferi gelidi, il sovraffollamento, il tanfo, le liti per un libro, i parti nelle cucine, la polvere invincibile: l'immagine materica e notoria dei lager che conosciamo dai libri, dai film, dai testimoni e persino dai fumetti. Ma, come dire, questa immagine e' solo il pretesto delle lettere della Hillesum, perche' lei riusci' ad allargare i 500 mq di Westerbork a dismisura. Parti' - la facciamo partire da qui solo per comodita' di narrazione - dalla natura esterna a Westerbork: dalle coltivazioni di colza e dai loro fiori estivi, dalla polvere multicolore della terra asciutta, dalle sfumature inspiegabili del cielo; Etty riusciva a guardare fuori. Continuo' col descrivere ai suoi corrispondenti la vita scandita e desolata del campo, la necessita' e insieme la futilita' delle convenzioni sociali che alcuni abitanti si incaponivano a perpetuare (stare in una baracca con delle persone che "fuori" erano socialmente considerate era meglio che stare in baracca con dei poveracci) o anche il tepore dei sodalizi inaspettati. E poi comincio' a chiedere ai suoi amici di Amsterdam tante piccole cose materiali: una pila per poter camminare di notte, degli occhiali per proteggersi dalla polvere, del cibo. Etty si vergognava un poco di queste richieste, ma da loro dipendeva la vita dei suoi cari e dei suoi amici di li': sono richieste gentili che rendono un panetto di burro, qualche fetta biscottata, un barattolo di marmellata degli oggetti splendidi e ricchi, dei rari concentrati di vita. E dopo ancora - dopo le baracche, la natura, la convivenza umana, la vita materiale - Etty scriveva di amore. Scriveva che il mondo era pieno di bellezza. Sapeva benissimo che da Westerbork si andava verso la morte, e dunque il suo appello scintillante alla vita e all'umanita' degli uomini non assunse mai le caratteristiche buoniste della stolidita'. Etty Hillesum, come gia' si e' detto negli altri contributi che compongono questo speciale su di lei, era religiosissima, di una religiosita' capace di travalicare le confessioni. Eppure cio' che veramente scuote nelle sue lettere e' il senso d'immanenza che le pervade: l'attenzione, la cura, la ricchezza con cui lei fu capace di riempire ogni momento di vita nel campo, il qui e ora. E non e' un caso, forse, che raramente nelle sue missive vengano descritti dei decessi o nominati dei morti: la sua preoccupazione non fu mai il trapasso, men che mai il proprio, non fu mai il pensiero di un presunto al di la'. Etty Hillesum era piuttosto preoccupata dal rapporto tra la sua interiorita' e l'esterno, da cio' che fattivamente poteva fare per vivere e far vivere all'interno del recinto spinato di Westerbork. La parola "nazista" non viene nominata quasi mai, perche' Etty non voleva che la propria esistenza fosse contornata da un qualche rapporto col nemico: io sono Etty in quanto Etty, non in quanto vittima dei nazisti. Niente e' angelico o astratto nelle lettere dell'autrice, al punto che, quando la morsa del genocidio si fara' piu' stretta e la possibilita' di avere della corrispondenza diverra' piu' rara, dalla sua penna trapelera' una sorta di paura, il timore di avere ancora molto da dire senza poterlo fare: sono lettere piu' concitate, piu' urgenti, piu' ravvicinate, segretamente piu' disperate. E' il rush finale. Da li' a poco Etty e la sua famiglia verranno caricati sull'ennesimo vagone diretto ad Auschwitz per non farne ritorno. Dopo avere letto le sue lettere ad una ad una e averne seguito lo sviluppo narrativo - che e' insieme conoscenza di Westerbork e graduale conoscenza interiore della Hillesum - la cartolina finale da lei lanciata dal treno merci che la portava in Polonia colpisce come un maglio: termina con un "Arrivederci" che commuove fino alle lacrime. E, dopo aver chiuso questo volume, si rimane con la pacifica e perdurante sensazione dell'importanza irripetibile di ogni cosa, come se ogni cosa fosse un unico, vitale panetto di burro. 10. INCONTRI. UN TRAINING DI FORMAZIONE ALLA NONVIOLENZA A FIRENZE [Da: Pierluigi Ontanetti (per contatti: p.u at libero.it) riceviamo e diffondiamo. Pierluigi Ontanetti, formatore alla nonviolenza, gia' responsabile nazionale dell'Agesci sui temi "pace, nonviolenza, solidarieta'", e' attualmente particolarmente impegnato nella Rete "Verso i Corpi civili di pace", nel Movimento Nonviolento e nella "Fucina per la nonviolenza" di Firenze. Emiliano Piredda, formatore alla nonviolenza, opera presso il corso di laurea "Operatori di pace, mediazione e gestione dei conflitti" dell'Universita' di Firenze] Carissimi tutti e tutte, siamo contenti di comunicarvi che stamo preparando un secondo training nei giorni di sabato 30 giugno e domenica primo luglio a Firenze, presso l'ostello di Santa Monaca. Temi del training: "Interposizione nonviolenta in un conflitto armato" e "Metodo decisionale del consenso". Partecipano nel ruolo di trainers: Emiliano Piredda, del corso di laurea "operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti"; Gigi Ontanetti, dell'associazione nonviolenta "Berretti Bianchi", della "fucina per la nonviolenza" di Firenze e del Movimento Nonviolento. Il training inizia alle ore 14 del sabato 30 giugno e termina alle ore 16 della domenica primo luglio. * Per la cena del sabato e il pranzo di domenica chiediamo a chi partecipa, di portare viveri da casa che metteremo in comune.(tra l'altro risparmiamo soldi). Per il pernottamento e' possibile prenotare all'ostello: tel. 055268338, 0552396704, fax: 055280185, e-mail: info at ostello.it La quota di partecipazione per spese di affitto locali e logistica e' di 15 euro. Eventuali difficolta' economiche non impediscono la partecipazione delle persone. Possono partecipare tutte le persone un minimo motivate... inviate a Gigi Ontanetti (p.u at libero.it) l'adesione scrivendo l'indirizzo e-mail o fax e un recapito di telefono entro sabato 16 giugno. 11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 12. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 94 del 19 maggio 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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