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Minime. 85
- Subject: Minime. 85
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 10 May 2007 00:19:46 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 85 del 10 maggio 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Oggi a Palermo 2. Oggi a Ferrara 3. Maria G. Di Rienzo: Una porta nell'oceano. All'ascolto di Joan Slonczewski 4. Pina Nuzzo e Milena Carone: A tutte le donne interessate 5. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 6. Letture: Danilo Dolci, Una rivoluzione nonviolenta 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu' 1. INCONTRI. OGGI A PALERMO [Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo. Giovanna Providenti (per contatti: g.providenti at uniroma3.it) e' ricercatrice nel campo dei peace studies e women's and gender studies presso l'Universita' Roma Tre, saggista, si occupa di nonviolenza, studi sulla pace e di genere, con particolare attenzione alla prospettiva pedagogica. Ha due figli. Partecipa al Circolo Bateson di Roma. Scrive per la rivista "Noi donne". Ha curato il volume Spostando mattoni a mani nude. Per pensare le differenze, Franco Angeli, Milano 2003, e il volume La nonviolenza delle donne, "Quaderni satyagraha", Firenze-Pisa 2006; ha pubblicato numerosi saggi su rivista e in volume, tra cui: Cristianesimo sociale, democrazia e nonviolenza in Jane Addams, in "Rassegna di Teologia", n. 45, dicembre 2004; Imparare ad amare la madre leggendo romanzi. Riflessioni sul femminile nella formazione, in M. Durst (a cura di), Identita' femminili in formazione. Generazioni e genealogie delle memorie, Franco Angeli, Milano 2005; L'educazione come progetto di pace. Maria Montessori e Jane Addams, in Attualita' di Maria Montessori, Franco Angeli, Milano 2004. Scrive anche racconti e ha in cantiere un libro dal titolo Donne per, sulle figure di Jane Addams, Mirra Alfassa e Maria Montessori. Valeria Ando' (per contatti: andov at tele2.it), docente di Cultura greca all'Universita' di Palermo, e' tra le promotrici ed animatrici presso quell'ateneo di un gruppo di riflessione e di pratica di nonviolenza di genere; direttrice del Cisap (Centro interdipartimentale di ricerche sulle forme di produzione e di trasmissione del sapere nelle societa' antiche e moderne), tutor del laboratorio su "Pensiero femminile e nonviolenza di genere", autrice di molti saggi, ha tra l'altro curato l'edizione di Ippocrate, Natura della donna, Rizzoli, Milano 2000. Opere di Valeria Ando': (a cura di), Saperi bocciati. Riforma dell'istruzione, discipline e senso degli studi, Carocci, Roma 2002; con Andrea Cozzo (a cura di), Pensare all'antica. A chi servono i filosofi?, Carocci, Roma 2002; L'ape che tesse. Saperi femminili nella Grecia antica, Carocci, Roma 2005. Maria Concetta Sala e' docente e saggista, profonda studiosa di Simone Weil, ha curato per Adelphi l'edizione italiana dell'opera di Simone Petrement, La vita di Simone Weil; sempre per Adelphi ha curato l'edizione di vari scritti di Simone Weil. Tra le opere di Maria Concetta Sala: (con Laura Boella, Roberta De Monticelli, Rossella Prezzo, e a cura di Francesca De Vecchi), Filosofia, ritratti, corrispondenze. Hannah Arendt, Simone Weil, Edith Stein, Maria Zambrano, Tre Lune, Mantova 2001] Oggi, giovedi' 10 maggio 2007, alle ore 16,30 presso la biblioteca dell'Istituto Gramsci siciliano, cantieri culturali alla Zisa, via Paolo Gili 4, a Palermo, si svolgera' la presentazione del volume a cura di Giovanna Providenti, La nonviolenza delle donne, "Quaderni satyagraha" - Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006. Il volume sara' presentato da Valeria Ando' e da Maria Concetta Sala. Sara' presente la curatrice Giovanna Providenti. * I dati essenziali del libro: Giovanna Providenti (a cura di), La nonviolenza delle donne, "Quaderni Satyagraha" - Libreria editrice fiorentina, Pisa-Firenze 2006, pp. 288, euro 16. Contributi, oltre che della curatrice, di Lidia Menapace, Luisa Muraro, Valeria Ando', Patrizia Caporossi, Fabrizia Abbate, Debora Tonelli, Elisabetta Donini, Luisa Del Turco, Ada Donno, Federica Ruggiero, Sandra Endrizzi, Luana Pistone, Itala Ricaldone, Diego Marani, Cecilia Brighi, Adriana Chemello, Monica Lanfranco, Giancarla Codrignani, Maria G. Di Rienzo, Elena Zdravomyslova, Livia Alga. Per richieste: presso la casa editrice Libreria Editrice Fiorentina, via Giambologna 5, 50132 Firenze, tel. 055579921, fax: 0553905997, e-mail: editrice at lef.firenze.it; o anche presso la redazione dei "Quaderni satyagraha", Centro Gandhi, via Santa Cecilia 30, 56127 Pisa, tel. 050542573, e-mail: roccoaltieri at interfree.it, sito: www.centrogandhi.it 2. INCONTRI. OGGI A FERRARA [Da Elena Buccoliero (per contatti: e.buccoliero at comune.fe.it) riceviamo e diffondiamo. Elena Buccoliero, nata a Ferrara nel 1970, collabora ad "Azione nonviolenta" e fa parte del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento; lavora per Promeco, un ufficio del Comune e dell'Azienda sanitaria locale di Ferrara dove si occupa di adolescenti con particolare attenzione al bullismo e al consumo di sostanze psicotrope, e con iniziative rivolte sia ai ragazzi, sia agli adulti; a Ferrara, insieme ad altri amici, anima la Scuola della nonviolenza. E' autrice di diverse pubblicazioni, tra cui il recente (con Marco Maggi), Bullismo, bullismi, Franco Angeli, Milano 2005. Un piu' ampio profilo biobibliografico di Elena Buccoliero e' nel n. 836 di questo foglio] Oggi, giovedi' 10 maggio 2007, alle ore 17,30, al Cafe' de la Paix, in piazzetta Corelli a Ferrara si svolgera' un incontro sul tema "Bosnia-Erzegovina: tra memorie divise e condivise". Partecipano Ivan Butina, dell'Associazione italo-bosniaca "Ya Bih", e Gabriel Auer, della Fondazione "Alexander Langer" Stiftung - Progetto "Adopt Srebrenica". * Approdano al Cafe' de la Paix gli incontri della rassegna annuale "La Memoria e il Dialogo", che quest'anno e' dedicata al tema della memoria dei conflitti e a come le guerre passate possano influenzare le successive possibilita' di convivenza. Giovedi' 10 maggio, alle 17,30 nel locale di piazzetta Corelli si parlera' di uno tra i teatri di guerra piu' vicini al nostro Paese: la Bosnia-Erzegovina. Due giovani ospiti parleranno della loro esperienza, Ivan Butina e Gabriel Auer. Ivan Butina e' un giovane di Sarajevo arrivato diversi anni or sono in Italia, a Bologna, dove tutt'ora vive e studia. Appartiene a "Ya Bih", una associazione di giovani bosniaci in Italia. Ivan ha sperimentato come, per molti giovani bosniaci, le sofferenze subite continuano a segnare il presente e a compromettere i percorsi futuri. In questo senso Ivan si considera fortunato: il fatto di provenire da Sarajevo, da sempre citta' della convivenza interetnica, e l'essere nato lui stesso in una famiglia mista hanno tenuto vivo il desiderio di sperimentare percorsi di riconciliazione dopo il conflitto, il bisogno di promuoverli e di abbattere i pregiudizi dall'interno, perche' l'odio dei padri non si trasmetta ai figli. Gabriel Auer e' il referente italiano del progetto "Adopt Srebrenica" promosso dalla Fondazione "Alexander Langer" Stiftung di Bolzano. Anche "Adopt Srebrenica" nasce da un gruppo di giovani, questa volta membri della Fondazione, che da diversi anni approfondisce la situazione bosniaca e affianca il lavoro di associazioni locali per il superamento del conflitto. Questo progetto in particolare mira, nel lungo termine, alla costituzione di un centro culturale interetnico per i giovani di Srebrenica. L'ambizione e' quella di aprire percorsi di costruzione di un nuovo tessuto sociale basato non sulla negazione o la rimozione del conflitto, ma sulla possibilita' di rielaborarlo e di cercare nuove modalita' di convivenza insieme alla parte "avversaria". E si capisce perche' questi ragazzi hanno deciso di partire proprio da Srebrenica, emblema delle atrocita' che hanno contrassegnato il conflitto nella ex Jugoslavia. 3. LE MERAVIGLIE DEL (MONDO) POSSIBILE. MARIA G. DI RIENZO: UNA PORTA NELL'OCEANO. ALL'ASCOLTO DI JOAN SLONCZEWSKI [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo articolo. Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81. Joan Slonczewski (1956), scienziata, docente, scrittrice, amica della nonviolenza, e' autrice di rilevanti racconti e romanzi di fantascienza. Tra le opere di Joan Slonczewski tradotte in italiano: La difesa di Shora, Nord, 1988; Le mura dell'Eden, Nord, 1991] "Credo nella speranza. La speranza e' tutto cio' di cui parlano i miei libri". Joan Lyn Slonczewski, nata nel 1956, e' biologa, ricercatrice e docente, al Kenyon College negli Usa, dove tiene anche corsi sulla fantascienza. Della sua produzione fantascientifica, in italiano sono stati tradotti A Door Into Ocean (1986, letteralmente Una porta nell'oceano) con il titolo La difesa di Shora, Ed. Nord, 1988 e The Wall Around Eden (1989) con il titolo Le mura dell'Eden, Ed. Nord, 1991. Due racconti brevi, "Il pianeta dei microbi" (1995) e "I batteri della tubercolosi entrano a far parte dell'Onu" (2000), sono apparsi in raccolte Urania. Per quanto ne so io, resterebbero da tradurre Still Forms on Foxfield (1980), Daughter of Elysium (1993), The Children Star (1998) e Brain Plague (2000), ai quali ho potuto dare poco piu' di un'occhiata superficiale (e mi sono mordicchiata le dita in preda al desiderio frustrato di leggere tutto). * La difesa di Shora e' il romanzo con cui ho conosciuto Joan Slonczewski, quello che ho immediatamente consigliato a confratelli e consorelle nella passione per la fantascienza, e quello che ogni tanto devo rileggere per un mucchio di motivi, il piu' banale dei quali e' che mi fa sentire meglio. "Per capire il contesto in cui fu scritto", racconta l'autrice, "quelli erano gli anni dell'era Reagan: le minacce dell'inverno nucleare erano assai concrete e la pace era considerata non ottenibile; chiunque suggerisse che governi oppressivi potevano essere rovesciati pacificamente era guardato con sospetto, chi si opponesse alla leva militare rischiava al minimo 5.000 dollari di multa; i diritti delle donne e le preoccupazioni per l'ambiente venivano considerati residuati degli anni '60; il Segretario agli Interni, nel mio paese, stava cominciando a vendere a privati le foreste nazionali. Una prima versione del libro fu respinta da due editori, uno dei quali derise il mio lavoro come 'una favoletta'. Quando La difesa di Shora fu finalmente accettato, ero talmente scoraggiata da non apporvi neppure una dedica o dei ringraziamenti". * E allora, immaginate: l'umanita' sparsa nell'universo, pianeti colonizzati legati fra loro da un Protettorato tecnologico oppressivo e militarista, guerre e politiche economiche infami... e una piccola luna-oceano priva di terraferma, dove le abitanti (tutte femmine partogenetiche) condividono l'ambiente con le altre creature in equilibrio biologico ed armonia. E' Shora, e le sue indigene si sono date il nome di "Sharers", "Spartienti". La storia si snoda attorno alla resistenza nonviolenta opposta dalle abitanti della luna-oceano all'invasione e all'occupazione militare da parte del pianeta Valedon. I Valani non credono che le Spartienti siano umane, e alcune delle Spartienti sono dubbiose che essi lo siano. Allo scopo di provare il contrario, e cioe' che invasori e Spartienti condividono l'essere umani, una delle protagoniste, Merwen, "adotta" un ragazzo valano e lo conduce su Shora: il corso degli eventi ha inizio, viene condotto ed e' largamente risolto grazie all'interazione delle Spartienti con il ragazzo Spinel. In termini letterari, La difesa di Shora disegna una serie di polarita' derivate da opposizioni binarie che si rifanno alle nozioni tradizionali di femmina/maschio. Ognuna delle opposizioni viene decostruita o risolta durante la storia. La storia non si conclude asserendo che le femmine sono superiori ai maschi o viceversa: quando i personaggi esprimono visioni simili, vengono regolarmente smentiti. Una delle polarita' e' debolezza/forza. Le abitanti di Shora appaiono deboli perche' sono femmine e nude, e la loro forza e' interiore, basata sulla nonviolenza; gli abitanti di Valedon appaiono forti perche' sono maschi e armati, ma non hanno alcuna autorita' spirituale. * Un'altra polarita' riguarda il linguaggio: quello degli invasori, come il nostro, fa distinzioni precise tra soggetto e oggetto. I Valani tentano di forzare le Spartienti a riconoscere che essi sono soggetti, e che le stanno tramutando in oggetti. Il linguaggio spartiente non vede distinzione, perche' oggetto e soggetto "condividono" (to share, da cui "sharers") l'azione. La distinzione fra oggetto e soggetto e' fondamentale nella maggior parte dei linguaggi umani, e si basa di solito sull'ordine in cui sono messe le parole (Un uomo morde un cane / Un cane morde un uomo) anche se persino quest'ordine puo' essere ambiguo. "In effetti", dice ancora Joan, "la vasta accettazione della polarita' oggetto/soggetto e' sorprendente se si pensa che il concetto non ha quasi base nelle scienze fisiche o naturali. La legge di Newton attesta che ogni azione ha una reazione eguale e contraria, il che vuole dire che se un martello colpisce un chiodo, il chiodo (e l'oggetto che vi e' attaccato, e di fatto l'intera Terra) colpisce il martello". Da un punto di vista psicologico, cio' che e' interessante sono le profonde intuizioni che sorgono quando la distinzione soggetto/oggetto si dissolve: a causa del loro linguaggio, le Spartienti danno per scontato che ogni violenza inflitta ad una persona e' condivisa da chi la opera; se le azioni di qualcuno portano alla morte di qualcun altro, l'assassino/sopravvissuto e' "morto" come la persona che ha ucciso. Percio', le Spartienti non possono, alla lettera, immaginare che un essere umano ne forzi un altro ad agire contro la propria volonta'. Il loro stesso sistema di governo (consigli che prendono decisioni per consenso) non lo permette, e poiche' esse non possono forzare gli altri, non possono essere forzate dagli altri. "In sostanza", sostiene l'autrice, "esse praticano naturalmente il satyagraha, la forza della verita', una 'forza amante' sviluppata da Gandhi ed altri storici praticanti della resistenza nonviolenta". La lingua di Shora ha un grosso peso nella non cooperazione delle Spartienti; essa infatti non permette la formulazione di un comando diretto, e di conseguenza tutti i comandi dei soldati Valani vengono interpretati come un invito a "condividere" un'azione. Le Spartienti attivamente "falliscono" nel comprendere gli ordini delle forze di occupazione. Non smettono di tenere Concili, non producono merci per il commercio, non si astengono dal "plasmare la vita", ovvero di condurre operazioni e ricerche eco-biologiche, eccetera. * "In tutto il XIX secolo e per la maggior parte del XX", dice Joan Slonczewski, "le scienze biologiche sono state considerate piu' 'morbide', meno rigorose e piu' adatte alle donne delle cosiddette 'scienze dure', come la fisica o la chimica inorganica. Oggi, la distinzione e' stata rimpiazzata dal flusso di informazioni che transita dall'una all'altra di queste discipline, e molte intuizioni femministe sono state incorporate nel processo. All'inizio le Spartienti credono che i Valani siano alieni, non-umani, e viceversa. Spinel convincera' le Spartienti che lui e' umano, lo stesso fara' Merwen con il generale Realgar: queste graduali conversioni avvengono con le tecniche classiche dell'azione nonviolenta. Come biologa ho sempre guardato alle teorie politiche, al meglio, come ad un sottocampo del comportamento animale. Le scoperte degli ultimi vent'anni rispetto al comportamento animale hanno confermato che gli animali sono capaci di altruismo quanto gli esseri umani, e che i codici etici di comportamento che aspirano all'altruismo sono completamente compatibili con la biologia umana". * La societa' delle Spartienti ha molto in comune con la comunita' quacchera, da cui l'autrice proviene. I quaccheri credono che dio esista in modo infinito all'interno di ogni singolo essere umano; percio', nessun gruppo puo' sopprimere lo spirito di un individuo. Cio' significa che le decisioni, nella comunita' quacchera, vanno prese per consenso, in accordo con lo spirito di tutti gli individui, senza eccezioni. Puo' accadere che un individuo blocchi il consenso, per prevenire il gruppo dal compiere azioni violente o sbagliate, e cio' accade anche nel romanzo, quando Merwen blocca il consenso durante un Concilio per evitare che si usi "violenza passiva" contro le truppe d'occupazione. Sotto alcuni aspetti, i quaccheri sono stati la punta piu' avanzata dei movimenti per il cambiamento sociale negli Usa, per quanto si siano mostrati conservatori sotto altri punti di vista. Prima della guerra civile fra nord e sud del paese, i quaccheri di ogni stato dell'unione avevano raggiunto il consenso sulla malvagita' della schiavitu' e creato la "ferrovia sotterranea" per indebolirla. Nel ventesimo secolo si sono impegnati notevolmente contro la guerra, ed hanno promosso il movimento per la moratoria nucleare. "Il fatto che io provenga da una famiglia di quaccheri permea ogni cosa che scrivo. Sono stata incoraggiata ad ascoltare e ad entrare in relazione con un dio che esiste in ogni persona ed in ogni creatura vivente. Quando nei miei libri i personaggi riescono ad entrare in relazione con le reciproche differenze e ad intersecare quelle che sembravano a prima vista opinioni inconciliabili, ecco, questo viene direttamente da cio' che ho visto fra i quaccheri". * Tutti gli "incidenti" del libro, ha detto Joan Slonczewski, i vari momenti di confronto fra Spartienti e soldati, sono stati modellati su fatti storici in cui vennero usate tecniche nonviolente. "Una delle quali, per esempio, e' la disciplina fisica e mentale. Un'azione politica per funzionare richiede disciplina individuale, che le Spartienti mantengono tramite la 'biancatrance', un fenomeno che permette loro di controllare il dolore, e che ha qualcosa in comune con gli insegnamenti di Gandhi: egli disse che il controllo del proprio spirito era un prerequisito necessario al convincimento degli altri. Le abitanti di Shora mostrano simpatia ai soldati Valani di livello inferiore e ottengono di convincere alcuni di loro; una cosa che accadde nei paesi occupati dai nazisti, dove occasionalmente uno o piu' militari accettarono di girarsi dall'altra parte e di non vedere le azioni di resistenza che proteggevano gli ebrei. Un secondo aspetto rilevante e' che la resistenza su Shora e fatta da donne e bambine: la partecipazione di donne e piccoli alla lotta nonviolenta evoca anche nel piu' violento degli oppositori sentimenti di vicinanza, di empatia, di somiglianza con la propria famiglia. Gli episodi di successo di resistenza nonviolenta di donne e bambini sono ad esempio numerosi durante la seconda guerra mondiale ma non vengono raccontati, poiche' la mitologia prevalente dice che vi sono gruppi talmente violenti che solo la violenza puo' fermarli. Naturalmente vi sono anche i casi in cui donne e bambini vengono semplicemente spazzati via, come accadde in Salvador dove interi villaggi furono cancellati dai massacri perpetrati da truppe che erano state addestrate nell'infame 'School of the Americas' negli Usa. Tuttavia, la resistenza delle donne e dei bambini tende ad avere effetti divergenti sugli oppositori. Alcuni sono impressionati, altri si spingono a violenze maggiori, causando con cio' una polarizzazione all'interno della forza di occupazione e la sua demoralizzazione. Questo nel romanzo si vede quando una giovane Spartiente con una bimba al seno testimonia davanti ad un presidio occupato, sapendo che entrambe potrebbero essere uccise. Una lite esplode tra i soldati, tra coloro che vorrebbero ucciderle brutalmente e coloro che vi si oppongono". * Altre due tecniche usate dalle Spartienti sono immediatamente riconoscibili: l'appellarsi a tradizioni spirituali condivise e l'agire in base al convincimento che "tutti sono leader". Le Spartienti si appellano infatti ai soldati Valani basandosi sull'affinita' tra la propria spiritualita' e gli "Evocatori di Spiriti" della gente comune valana. Questo tipo di appello ha spesso sostenuto movimenti per il cambiamento, com'e' accaduto nelle Filippine, dove le suore reggendo croci si sedevano a bloccare il passaggio dei carri armati e i carri armati facevano marcia indietro; e similmente il movimento per l'indipendenza di Gandhi si appello' alle tradizioni hindu e cristiane, eccetera. Il convincimento che tutti "guidano" si basa sull'assunto che il successo di un'azione nonviolenta e' tanto piu' probabile quanto la leadership e' decentralizzata, e quando la comunita' che la intraprende e' preparata all'inevitabile cattura e rimozione dei leader carismatici. La "linea di successione" nella campagna di Gandhi arrivava a trenta persone: lo si vede bene nel film sulla sua vita, in cui la moglie assicura agli ufficiali britannici che ella continuera' la lotta dopo che il marito sara' arrestato. Viene arrestata anche lei, e subito un'altra donna si fa avanti ad assicurare la continuazione dell'azione. Ne La difesa di Shora, il generale Realgar diventa ossessionato dall'idea di "spezzare" la Spartiente Merwen in prigione, convinto che la sua distruzione mettera' fine alla resistenza, ma la societa' delle Spartienti, altamente decentralizzata, continua la lotta. Per contrasto, Spinel tentera' di organizzare una campagna di disobbedienza civile nella propria citta' natale su Valedon, la quale ha pero' successo sino a che l'Evocatore di Spiriti che vi ha partecipato viene arrestato: poiche' i Valani non hanno organizzato una "linea di successione", la loro resistenza fallisce. * "Nel disegnare la trama, sono passata attraverso varie versioni. Nel primo manoscritto completo, Merwen moriva nel tentativo di salvare i soldati Valani dagli 'ingoiatori del mare' (grandi branchi di 'balene' che ripuliscono stagionalmente l'oceano di Shora). Il mio intento in questo episodio era di evocare altri leader nonviolenti che morirono tragicamente, come Gandhi e Martin Luther King. Tuttavia, il mio amico David Hartwell mi fece notare che la morte di un personaggio di sesso femminile ha risonanze molto differenti: la morte letteraria delle donne evoca piu' spesso sacrificio passivo o punizione per i loro peccati. In altre parole, in letteratura ci sono piu' Ifigenie che Giovanne d'Arco. Percio' ho cambiato questa scena: Lystra esce in mare al posto di sua madre Merwen, e ritorna sana e salva. Inoltre, vorrei far notare che si sono moltissimi leader nonviolenti che hanno vissuto pienamente le loro vite: penso ad esempio alle donne della Rosenstrasse, al prete del villaggio di Le Chambon. Penso che su questo a noi sia stato fatto il lavaggio del cervello, con l'idea che i pacifisti vengono comunque uccisi (e che in fondo se lo meritano)". L'idea del mondo marino e delle Spartienti che vi abitano dimorando su alberi-zattera venne a Joan Slonczewski quando era bambina. "Erano gli anni '60 e crescevo in una area boscosa dello stato di New York. Allora i bambini non venivano 'programmati' con un sacco d'attivita' (nuoto, danza, ecc.) come adesso, ed io passavo un bel po' di tempo in una radura, sdraiata sulla schiena, ad osservare come gli alberi toccassero il cielo. Immaginai che i rami che toccavano l'azzurro fossero radici che affondavano in un oceano senza fine, sopra il quale la nostra terra galleggiava. Un'altra fonte di ispirazione furono le foreste di mangrovie. Gli alberi di mangrovia sostengono gli ecosistemi umidi piu' fertili del Sudamerica, dell'Asia e dell'Australia. In queste foreste d'acqua le persone spesso vivono in 'villaggi fluttuanti' come le Spartienti". * La difesa di Shora e' uno di quei libri che e' difficile chiudere una volta che si sia iniziato a leggerlo: le descrizioni sono cosi' evocative da trascinare il lettore senza sforzo in un universo che per quanto diversissimo appare subito familiare, e l'azione e' incalzante, i personaggi profondi e bellissimi, tutti, nella loro condivisa umanita'. Conosco lettrici e lettori che si identificano immediatamente con l'uno o l'altro, dalla valana Berenice che pur essendo stata accettata fra le Spartienti assumendo un autonome (cosa che le Spartienti fanno quando si sentono pronte ad essere adulte e quindi a partecipare ai Concili) tenta disperata di far saltare in aria il presidio militare valano, fallisce e comprende il proprio errore, alla tenace e determinata e instancabile Merwen, una "tessilemma" che cuce e ricuce relazioni tramite il discorso e l' azione. Mi resta da dirvi da cosa sono "stregata" io, oltre ad essere invariabilmente commossa dalla narrazione della lotta nonviolenta, e si tratta dell'amore che nasce tra Spinel e la Spartiente Lystra (il cui nome e' l'omaggio di Slonczewski a Lisistrata). Come detto, le Spartienti di Shora sono tutte femmine. La loro sessualita' viene tratteggiata "obliquamente", come basata sulle loro mani sensibili e le lunghe dita. Si riproducono tramite "fusione degli ovuli", un processo che richiede un intervento esterno. Le donne di Shora sono umane, e possono ancora incrociarsi con i maschi di Valedon, ma la loro anatomia si e' modificata al punto che un coito "standard" sarebbe doloroso; e' la stessa incompatibilita' anatomica che si riscontra, ad esempio, in differenti razze di cani. Per poter sviluppare la sua relazione con Lystra, il giovane Spinel deve infine riconciliarsi con il modo spartiente di fare l'amore, rinunciando alla penetrazione. "La scelta e' simbolica della sfida che uomini e donne affrontano quando rinunciano alla violenza in favore della disciplina nonviolenta", ha spiegato l'autrice, "Naturalmente non si tratta di un giudizio negativo sulla tradizionale intimita' eterosessuale, come risulta chiaro dal libro successivo Daughter of Elysium, che e' ambientato nel medesimo universo". Spinel e' ammaliante nella sua ingenua testardaggine, nella sua capacita' di attraversare fatiche e sofferenze per accettare un ambiente diametralmente opposto a quello da cui proviene e per integrarvi cio' che lui e' e sa: sara' grazie a Spinel che le Spartienti comprenderanno che la pietra non e' una cosa "morta" da temere, e la sua relazione con Lystra mostrera' in modo inconfutabile che gli esseri umani, per quanto diversi, possono vivere insieme senza dividersi fra oppressori ed oppressi. Le parole che chiudono il romanzo sono rivolte a lui, che le legge nei movimenti di una creatura marina volante come se essi fossero l'agitarsi delle sensibili e comunicative dita delle abitanti di Shora: "Vieni, amor-spartiente, vieni a casa". Non lo nego, ogni volta che scorro questa frase ho le lacrime agli occhi. * "Scrivo come risposta a cio' che accade nel mondo, e 'il mondo' puo' essere cio' che succede nella mia famiglia o lo stato del nostro pianeta. In Le mura dell'Eden disegno uno scenario post-nucleare. In Daughter of Elysium le mie preoccupazioni si muovono verso i danni a lungo termine inflitti al nostro pianeta, in particolare alla perdita di cosi' tanti ecosistemi. Ma non ho risposte semplici. Quasi tutti i personaggi di questo libro pensano di essere buoni ambientalisti, eppure ognuna delle loro visioni manca di qualcosa e deve essere integrata dalle altre. Dopo non ho piu' scritto per un paio d'anni, per seguire la malattia e la guarigione di mio figlio. In The Children Star continuo ad occuparmi delle istanze ecologiche, ma introducendovi il tema delle pandemie. Tutti i miei libri nascono dall'urgenza di comunicare alcune delle meravigliose possibilita' di sconfiggere queste minacce, attraverso le abilita' umane di costruire 'pace attiva'". 4. INIZIATIVE. PINA NUZZO E MILENA CARONE: A TUTTE LE DONNE INTERESSATE [Dal sito www.50e50.it riprendfiamo il seguente intervento. Pina Nuzzo, apprezzata pittrice, e' una delle figure piu' prestigiose dell'Unione delle donne in Italia (Udi). Milena Carone, giurista, fa parte del coordinamento nazionale dell'Udi. Opere di Milena Carone: Alludi, Milella, 2003] Carissime, come abbiamo scritto nel nostro documento iniziale in vista della costituzione del "Consiglio delle donne 50 e 50 ovunque si decide" che avverra' a Roma nella giornata del 19 maggio 2007 presso la Sala Olivetti in via Zanardelli, la realizzazione della democrazia paritaria sara' un processo lungo per il quale dovremo spendere energia e inventiva. Contiamo molto sull'apporto che puo' venire da organizzazioni femminili e da singole donne non iscritte all'Udi che hanno sinceramente a cuore la democrazia paritaria. Abbiamo ricevuto la formale adesione di "Usciamo dal silenzio" e dal Coordinamento nazionale donne dello Spi-Cgil. Ci piace sottolineare questo dato perche' si tratta, certo, di una adesione correttamente e formalmente inviata alla sede nazionale dell'Udi, come e' giusto che sia. Anzi, cogliamo l'occasione per ribadire che ogni adesione e' tale se giunge alla sede nazionale Udi. Ma - ci si consenta il gioco di parole - se di formale adesione si e' trattato, non e' stata un'adesione puramente formale: le donne di "Usciamo dal silenzio" sono in assemblea permanente con il loro "Manifesto dei perche'"; le donne dello Spi-Cgil a meta' aprile hanno avuto un incontro nazionale in cui l'adesione alla campagna e' stata discussa e motivata. Vi diciamo questo perche' a noi non interessa tanto un lungo elenco di sigle o di nomi di forte attrattiva mediatica, in calce all'Iniziativa. Se arriveranno adesioni non potra' che farci piacere. Ma cio' a cui puntiamo e' la chiamata ad una vera e propria compromissione. La campagna e' complessiva e non si pone come obiettivo ne' a medio ne' a lungo termine una contrattazione con le forze politiche per "strappare" qualche concessione in piu', sul piano del riequilibrio della rappresentanza. I nostri documenti parlano chiaro: noi non diciamo ne' riequilibrio, ne' rappresentanza, ma parliamo e scriviamo sempre di presenza paritaria ovunque si decide e di democrazia. Non ci sottrarremo al confronto con altre donne e con chiunque sia sinceramente interessato. Questa precisazione e' doverosa nell'attuale fase politica, in pieno dibattito sulla riforma della legge elettorale, dove si riparla di quote rosa e rispuntano tentativi di far approvare una legge "di riserva", anche - perche' no - in virtu' del fatto che si pensa di essere piu' credibili e accettabili, avendo alle spalle una campagna come la nostra. Sul punto, l'Udi vuole essere molto chiara: le donne che vorranno esserci accanto devono sapere che la com-promessa che viene ad essere sottoscritta non sara' una cosa formale. Si tratta invece di promettere con l'Udi su alcuni punti della campagna strettamente legati alla qualita' della nostra pratica politica: l'autonomia, l'autofinanziamento, l'autodeterminazione (cosa che non riguarda solo l'interruzione di una gravidanza), l'irrinunciabilita' di alcuni principi e quindi l'assoluta non svendibilita' degli stessi. Infine, noi non amiamo la parola trasversalita': preferiamo affermare che tutte le donne, di qualunque schieramento o fede politica, vogliano condividere il nostro progetto, si sentiranno accomunate su di un piano progettuale e di contenuto che sinteticamente abbiamo definito con la parola "altrove". Noi per scelta precisa non abbiamo da tempo interlocutori privilegiati, ne' nella politica istituzionale, ne' nei partiti, ne' nei movimenti. Le nostre interlocutrici privilegiate restano le donne, tutte le donne, senza distinzione. E il fatto che noi ci rivolgiamo a tutte non vuol dire assolutamente sminuire o diluire i significati della nostra iniziativa, in nome di una presunta trasversalita', tutt'altro: sta a significare che il nostro sguardo e' altrove rispetto ai parametri tradizionali della politica istituzionale. Nessuna e nessuno in Italia oggi - nel bene e nel male - detiene il primato di essere "piu' femminista" di altre/i. Si tratta, piuttosto, di verificare in concreto l'apporto di ciascuna, perche' di parole ne sono state dette gia' molte. Si tratta di passare all'azione e nell'azione, come sempre, tasteremo il polso alla voglia di mettere le mani in pasta. Con questa immagine casalinga che ci e' da sempre molto cara, vi salutiamo e attendiamo la voglia di compromettervi con noi: se volete, letteralmente, come si usa dire per i contratti, la voglia di sottoscrivere un preliminare vero, un vero compromesso, appunto. Il nostro non sara' un contratto, ma un patto si'. Perche' "la politica e' un patto tra noi, dove ciascuna ha imparato a dire io" (dall'introduzione allo Statuto dell'Udi, 2003). 5. PROPOSTA. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO Si puo' destinare la quota del 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, relativa al periodo di imposta 2006, apponendo la firma nell'apposito spazio della dichiarazione dei redditi destinato a "sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilita' sociale" e indicando il codice fiscale del Movimento Nonviolento: 93100500235; coloro che si fanno compilare la dichiarazione dei redditi dal commercialista, o dal Caf, o da qualsiasi altro ente preposto - sindacato, patronato, Cud, ecc. - devono dire esplicitamente che intendono destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento, e fornirne il codice fiscale, poi il modulo va consegnato in banca o alla posta. Per ulteriori informazioni e per contattare direttamente il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 6. LETTURE. DANILO DOLCI: UNA RIVOLUZIONE NONVIOLENTA Danilo Dolci, Una rivoluzione nonviolenta, Terre di mezzo - Altreconomia, Milano 2007, pp. 160, euro 10. A cura di Giuseppe Barone un'agile bella antologia degli scritti di Danilo Dolci, con un saggio biografico introduttivo del curatore (benemerito degli studi dolciani, gia' collaboratore di Danilo ed oggi vicepresidente del Centro per lo sviluppo creativo a lui intitolato), un'intervista a Danilo di Mao Valpiana del 1995, una scheda sul Centro per lo sviluppo creativo "Danilo Dolci". Un libro sicuramente utile per un accostamento alla figura e all'opera di una delle figure piu' rilevanti della nonviolenza (e sarebbe ora di intraprendere un'edizione filologicamente adeguata - un'edizione critica e puntualmente commentata - di tutte le opere; proprio Giuseppe Barone con il suo precedente utilissimo volume La forza della nonviolenza ha posto le basi per questo improcrastinabile lavoro, e sarebbe ragionevole che lo stato italiano si assumesse l'onere finanziario dell'impresa rendendo finalmente omaggio a una delle piu' illustri personalita' della cultura e della vita civile dell'Italia contemporanea). Per richieste alla casa editrice: tel. 0283242426, e-mail: segreteria at altreconomia.it, sito: www.altreconomia.it 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 85 del 10 maggio 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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