Minime. 35



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 35 del 21 marzo 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. La guerra, il fascismo
2. Chi salva le vite
3. Enrico Piovesana: Il mediatore di Emergency
4. Enrico Piovesana: Gino Strada racconta la liberazione di Daniele
Mastrogiacomo
5. A Roma per ricordare Oscar Romero
6. Per Oscar Romero
7. Enrico Redaelli presenta "Gadamer" di Donatella Di Cesare
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. LA GUERRA, IL FASCISMO

In Afghanistan e' in corso una guerra. Una guerra terrorista e stragista.
L'Italia sta partecipando alla guerra, alla guerra terrorista e stragista.
La guerra consiste di uccisioni di esseri umani.
Il governo e il parlamento italiani, che la partecipazione militare italiana
alla guerra afgana hanno deciso e ripetutamente confermato e rifinanziato,
hanno violato la Costituzione della Repubblica Italiana e precipitato il
nostro paese in una guerra terrorista e stragista.
*
Cessi la partecipazione italiana alla guerra.
S'impegni l'Italia perche' la guerra cessi. S'impegni per salvare le vite
umane.
Il primo passo per opporsi alla guerra e' cessare di partecipare alla
guerra.
*
La guerra e' nemica dell'umanita'. La guerra distrugge l'umanita'.
Occorre opporsi alla guerra, opporsi al terrorismo, opporsi alle stragi.
Opporsi alle armi e alle organizzazioni armate.
Occorre impegnarsi per la pace, per la legalita' costituzionale, per i
diritti umani di tutti gli esseri umani. Con la forza della verita', con la
scelta della nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

2. AFGHANISTAN. SALVARE LE VITE

Il capo del personale dell'ospedale di Emergency a Lashkargah, Rahmatullah
Hanefi, mentre scriviamo e' ancora nelle mani dei servizi segreti afgani.
Ci associamo all'appello di Gino Strada: liberate Rahmatullah Hanefi, una
persona impegnata a salvare vite umane.

3. AFGHANISTAN. ENRICO PIOVESANA: IL MEDIATORE DI EMERGENCY
[Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il seguente
articolo del 20 marzo 2007.
Enrico Piovesana, giornalista, lavora a "Peacereporter", per cui segue la
zona dell'Asia centrale e del Caucaso; e' in Afghanistan in qualita' di
inviato.
Gino Strada, medico chirurgo impegnato in aree di guerra, fondatore
dell'associazione umanitaria "Emergency", e' una delle voci piu' nitide e
influenti del movimento pacifista italiano; tra le sue pubblicazioni:
Pappagalli verdi, Feltrinelli, Milano; Buskashi', Feltrinelli, Milano.
Daniele Mastrogiacomo, giornalista, rapito due settimane fa in Afghanistan,
e' stato liberato lunedi']

Rahmatullah Hanefi, 35 anni, capo del personale dell'ospedale di Emergency a
Lashkargah, figura chiave nella trattativa che ha portato alla liberazione
di Daniele Mastrogiacomo, e' stato arrestato questa mattina all'alba da
agenti dei servizi segreti afgani. Ora e' detenuto e sotto interrogatorio
nella sede della National Security di Lashkargah.
Gino Strada ha subito chiesto il suo immediato rilascio al locale capo dei
servizi e al governatore della provincia di Helmand. "E' una cosa grottesca
e provocatoria - ha dichiarato il chirurgo di Emergency - che chi ha
maggiormente contribuito alla liberazione di Daniele si trovi oggi arrestato
del governo afgano".
Del fatto e' stato subito informato l'ambasciatore italiano a Kabul, Ettore
Sequi, che si e' subito messo in contatto con i vertici dei servizi afgani.
"Mi hanno detto - ha riferito Sequi - che si tratta di una normale procedura
per sentire una persona informata dei fatti nell'ambito dell'inchiesta che
la magistratura afgana ha aperto sul caso Mastrogiacomo. Garantiscono che
Hanefi verra' presto rilasciato. Hanno aggiunto - prosegue l'ambasciatore -
che per lo stesso motivo anche l'inviato di 'Repubblica' verra' sentito
dalle autorita' afgane al suo rientro in Italia".

4. AFGHANISTAN. ENRICO PIOVESANA: GINO STRADA RACCONTA LA LIBERAZIONE DI
DANIELE MASTROGIACOMO
[Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il seguente
articolo del 19 marzo 2007]

Lashkargah, ospedale di Emergency, ore 18,35 (poco dopo le 15 in Italia).
Daniele Mastrogiacomo, faccia stanca ma felice, vestito con abiti afgani e'
libero. "Grazie! Grazie! Sei grande Gino!", sono le prime parole che
pronuncia abbracciando forte il dottor Strada, anche lui raggiante di
felicita'. "Benvenuto Daniele, felice di vederti!", gli risponde il
chirurgo.
*
Cinque talebani in cambio di Daniele
Poco tempo prima, dallo stesso ospedale di Emergency era partito un
convoglio di auto con a bordo la contropartita richiesta dai talebani per la
liberazione di Daniele: i loro cinque compagni che fino a poco fa si
trovavano in catene nelle galere afgane. Si tratta dei capi talebani Abdul
Latif Hakimi e Ustad Mohammed Yasir, consegnati dalle autorita' afgane allo
staff Emergency di Lashkargah gia' venerdi' sera, e di tre "pesci piccoli",
Hamadullah Allah Noor, Abdul Ghafar Bakhtyar e Mansoor Shah Mohammad
(quest'ultimo fratello di uno dei carcerieri di Daniele), arrivati a
Lashkargah lunedi' mattina con un volo speciale organizzato da Emergency,
dopo essere stati rilasciati a Kabul la sera precedente, al termine di
un'estenuante trattativa. La stessa sera in cui era in programma anche la
"consegna" di Daniele nelle mani di Emergency. Intorno alle 19 di domenica,
infatti, i talebani avevano avviato il suo trasferimento verso l'ospedale
dell'ong italiana nella capitale di Helmand, ma poi hanno chiamato per dire
che si dovevano fermare per motivi di sicurezza: "Ci sono elicotteri
britannici che sorvolano la zona. Appena se ne vanno ci muoviamo". Dopo un
paio d'ore hanno detto che si sarebbero rimessi in marcia alle prime luci
dell'alba. Ma lunedi' mattina presto hanno cambiato idea, dicendo che
avrebbero portato Daniele all'ospedale di Emeregency solo quando fossero
arrivati li' anche i tre talebani rilasciati ieri.
*
La convulsa giornata di ieri
E' stata la scarcerazione di questi ultimi tre a sbloccare la lunga e
sofferta trattativa per la liberazione di Mastrogiacomo.
Alle 18 di domenica, sotto una pioggia torrenziale, due convogli di
Emergency hanno varcato il cancellone della tetra prigione di Pol-i-Charki e
quello della Centrale di Polizia di Kabul. A bordo c'erano i tre "pesci
piccoli" di cui il mullah Dadullah aveva chiesto la liberazione entro sera,
in cambio di quella dell'inviato de "la Repubblica". Dal telefono di un
membro dello staff di Emergency e' subito partita la chiamata: "Dadullah,
abbiamo i tre, sono liberi, li stiamo portando nel nostro ospedale". E
dall'altra parte: "Bene, grazie, anche voi avrete subito il nostro
prigioniero".
La svolta era arrivata al termine di una giornata drammatica, scandita
dall'uscita di false notizie sulla liberazione di Daniele, dalle manfrine
del governo afgano e da interferenze nelle trattative che hanno rischiato di
far saltare tutto. Una giornata, quella di domenica, iniziata con la notizia
che il terzo talebano - il mullah Mojaheed Sakhida, non Mohammed Hanif come
tutti dicevano - di cui il governo afgano aveva garantito la liberazione a
quello italiano la sera prima, non sarebbe stato scarcerato. Alle nove di
domenica mattina, Emergency aveva gia' prenotato un volo charter per
trasferirlo a Lashkargah, nell'ospedale di Emergency dove sabato erano gia'
stati recapitati i due portavoce talebani liberati secondo le richieste dei
rapitori di Daniele, Hakimi e Yasir.
*
Il racconto di Gino Strada
Il dottor Strada, finalmente sorridente e rilassato dopo giornate di
tensione e nottate in bianco - "ho fumato tre pacchetti di sigarette al
giorno", ci dice - racconta le ultime concitate fasi della trattativa con
Dadullah, condotta a stretto contatto con l'ambasciatore italiano a Kabul,
Ettore Sequi, impegnato a premere sul governo afgano.
"Sabato sera avevamo tirato tutti un sospiro di sollievo quando, dopo
un'estenuante trattativa con le autorita' afgane, avevamo ottenuto da loro
la consegna dei due portavoce talebani e la promessa della consegna del
terzo, Sakhida. Dadullah ci aveva risposto garantendo che Daniele sarebbe
stato liberato non appena rilasciato il terzo, e fino a quel momento sarebbe
stato trattato 'come un mazzo di fiori'. Quando domenica lo abbiamo dovuto
richiamare per dirgli che il terzo non c'era, lui si e' infuriato, urlando
che Daniele sarebbe stato sgozzato e che il governo italiano e' capace di
mandare in Afghanistan duemila soldati ma non di far liberare un
prigioniero".
Tutto questo accadeva proprio mentre in Italia la stampa dava la falsa
notizia che Daniele era stato liberato.
"Il governo afgano - spiega il chirurgo - ci ha messo i bastoni fra le ruote
fin dall'inizio. Lo sa bene l'ambasciatore Sequi, che ha speso ore e ore al
telefono a litigare con ministri e funzionari afgani che si rifiutavano di
eseguire gli ordini di Karzai. Il quale per primo si e' mostrato assai poco
collaborativo, per non dir di peggio. E lo sappiamo bene noi di Emergency:
sabato i servizi segreti afgani ci hanno messo dieci ore per decidersi a
consegnare ai nostri di Lashkargah i due prigionieri talebani che erano gia'
nelle loro mani, la' in citta', a cinquecento metri dal nostro ospedale".
Poi, sempre domenica, verso ora di pranzo, mentre su Kabul si scatena un
acquazzone, arriva il colpo di scena che riapre una partita che rischiava di
chiudersi malissimo: "Dadullah ci richiama - racconta Strada - dicendo che
non gli importa piu' nulla di quel terzo talebano, ma che vuole altri tre
detenuti liberi entro il tramonto, altrimenti Daniele sarebbe morto. Ho
subito informato Romano Prodi e Massimo D'Alema, il direttore di
'Repubblica' Ezio Mauro e la moglie di Daniele, Luisella. Nel frattempo,
l'ambasciatore Sequi si e' subito messo in moto per ottenere la
scarcerazione dei tre, scontrandosi nuovamente con le resistenze del governo
afgano: in un momento del genere, Karzai e' arrivato a dire al suo ministro
della Giustizia di muoversi senza avere fretta!".
Solo dopo ore di concitate trattative i tre sono stati fatti uscire di
prigione.
*
L'unico canale e' stato quello di Emergency
"In Italia - ci dice Gino Strada - c'e' una percezione distorta della
realta' afgana. In questa storia ci si e' voluti fidare del governo
filoamericano di Karzai, che a parole garantiva piena collaborazione e
massimo impegno, mentre nella realta' faceva di tutto per far fallire una
trattativa che a Kabul, e forse anche altrove, non piaceva. Come si puo'
credere ai 'contatti' millantati dal governo Karzai a Lashkargah, quando
perfino il governatore di quella zona si e' da mesi trasferito a Kabul per
problemi di sicurezza? Il governo afgano nel sud non esiste! Nella provincia
di Helmand, gli uomini di Karzai contano come il due di picche".
"Infatti i talebani - continua il fondatore di Emergency, svelando altri
particolari interessanti - si sono rifiutati fin dal principio di trattare
con questa gente, perche' sanno che non ci si puo' fidare di loro.
Nonostante tutto quello che e' stato detto e scritto in Italia, qui non e'
mai esistito un altro canale oltre al nostro. Dadullah ha messo in chiaro
fin da principio che avrebbe trattato solo attraverso Emergency, che anche
in quella regione si e' guadagnata la fiducia di tutti grazie al proprio
lavoro e alla propria neutralita'. E' grazie a questa fiducia che i talebani
si sono fidati di noi. Una fiducia che in questi ultimi giorni, per colpa
delle autorita' afgane, abbiamo rischiato diverse volte di giocarci, assieme
alla vita di Daniele. Per fortuna ora lui e' libero. E noi possiamo
finalmente tornare a fare il nostro lavoro".

5. INCONTRI. A ROMA PER RICORDARE OSCAR ROMERO
[Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo.
Oscar Arnulfo Romero, nato nel 1917, arcivescovo di San Salvador, voce del
popolo salvadoregno vittima dell'oligarchia, della dittatura, degli
squadroni della morte. Muore assassinato mentre celebra la messa il 24 marzo
1980. Opere di Oscar Romero: Diario, La Meridiana, Molfetta 1991; Dio ha la
sua ora, Borla, Roma 1994 Opere su Oscar Romero: AA. VV., Il vescovo Romero,
martire della sua fede, per il suo popolo, Emi-Asal, Bologna 1980; AA. VV.,
Romero... y lo mataron, Ave, Roma 1980; James R. Brockman, Oscar Romero:
fedele alla parola, Cittadella, Assisi 1984; Placido Erdozain, Monsignor
Romero, martire della Chiesa, Emi, Bologna 1981; Abramo Levi, Un vescovo
fatto popolo, Morcelliana, Brescia 1981; Jose' Maria Lopez Vigil, Oscar
Romero. Un mosaico di luci, Emi, Bologna 1997; Ettore Masina, Oscar Romero,
Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole 1993 (poi riedito,
rivisto e ampliato, col titolo L'arcivescovo deve morire, Edizioni Gruppo
Abele, Torino 1995); Jon Sobrino, Monsenor Romero, Uca, San Salvador 1989]

E' da ventisei anni che a Roma, su iniziativa di monsignor Luigi Di Liegro,
compianto fondatore della Caritas diocesana, associazioni, organizzazioni e
congregazioni religiose riunite nel Comitato romano Oscar Romero ricordano
con iniziative ed eventi il fratello Romero e tutti gli uccisi martiri della
giustizia e della pace.
Le iniziative si svolgono nel mese di marzo, per ricordare gli ultimi giorni
di predicazione dell'arcivescovo di San Salvador Oscar Arnulfo Romero,
ucciso il 24 marzo 1980 mentre stava celebrando la messa, a causa del suo
impegno nel denunciare le violenze della dittatura nel suo Paese.
*
Gli appuntamenti in calendario per quest'anno sono:
- Giovedi' 22 marzo, ore 17,30: proiezione del film "Romero" (regia di John
Duigan, protagonista Raul Julia, Usa 1989) presso l'aula consiliare della
Provincia di Roma in via IV Novembre 119/A. Il film biografico racconta la
storia di monsignor Romero che, da sacerdote timido e passivo, si converte a
coraggioso difensore del suo popolo, fino al giorno in cui viene assassinato
dai sicari del governo. E' un'opera di particolare interesse, anche perche'
e' stato il primo film finanziato ufficialmente dalla Chiesa cattolica degli
Stati Uniti. Saranno presenti con una loro testimonianza Luigi Bettazzi (che
ha partecipato al funerale di Romero) e monsignor Raul Vera Lopez (di
Saltillo, Messico).
- Venerdi' 23 marzo, ore 19: veglia di preghiera ecumenica nella chiesa dei
servi di Maria, S. Marcello al Corso (piazza San Marcello 5), per ricordare
l'ultima omelia di Romero nella cattedrale di San Salvador. Alle preghiere,
letture e canti si uniranno le testimonianze di monsignor Raul Vera Lopez,
di suor Digna Rivas, del pastore Paolo Ricca e del teologo sufi Adnane
Mokrani.
Sabato 24 marzo, ore 18,30: messa italo-salvadoregna nella chiesa di S.
Giuseppe Moscati (via Libero Leonardi 41, Cinecitta' Est), dove mensilmente
trova ospitalita' la comunita' salvadoregna di Roma.
Domenica 25 marzo, ore 11: processione e messa latinoamericana presieduta da
monsignor Raul Vera Lopez. L'appuntamento e' in piazza Mastai (Trastevere)
per partire alla volta della chiesa di Santa Maria della Luce (vicolo della
Luce), sede della cappellania latinoamericana. Al termine della cerimonia si
potra' prendere parte al pranzo comunitario, organizzato dalle comunita'
latinoamericane.
Per l'occasione e' stato realizzato un manifesto che riporta un
significativo murales dipinto due anni fa sul muro esterno della cappella
dell'Hospitalito di San Salvador, l'ospedale per malati terminali che Romero
scelse come sua residenza, preferendola al palazzo vescovile. Nel murales
monsignor Romero e' seduto ai piedi di una croce che, come un albero,
diffonde le sue radici sul terreno. Ha una bambina in braccio ed e'
attorniato da un popolo di donne e uomini salvadoregni. Tutti hanno sul
cuore e nelle mani un foro, come moderne stimmate. Per coloro che fossero
interessati ad acquistare il poster, e' possibile contattare il Cipax al
numero 0657287347.
*
Aderiscono al Comitato romano Oscar Romero: Acat, Acse, Aefjn, Agesci
Regione Lazio, Associazione Banco Alimentare di Roma, Associazione Centro
Astalli, Cimi, Cipax, Commissione Internazionale Giustizia e Pace della
Famiglia Domenicana, Commissione Jpic dell'Unione Internazionale delle
Superiore e Superiori generali, Comunita' Evangeliche Battiste di via del
Teatro Valle e della Garbatella, Comunita' latinoamericane a Roma, Comunita'
valdese di piazza Cavour, Cooperativa Percorsi, Cvx, Dsi, Fondazione Luigi
Di Liegro, Lms, Meg, Movimento Rinascita Cristiana, Ore Undici Onlus, Pax
Christi Italia, Religiosi e religiose promotori a livello internazionale di
Jpic, Sae, Sal Onlus, Sedos, Sicsal Italia, Suam, Volontari nel
Mondo-Focsiv.
*
Per informazioni, contattare:
- Comitato romano Oscar Romero, tel. 0657287347, e-mail:
cipax-roma at libero.it
- Cooperativa Percorsi, tel. 067008867 - 0677209346

6. MEMORIA. PER OSCAR ROMERO
[Riproponiamo ancora una volta il seguente testo gia' apparso su questo
foglio]

Prima di essere Romero Romero
non era ancora Romero. Tutti
dobbiamo divenire cio' che siamo
e che non siamo finche' non ci troviamo
a quell'antico bivio della scelta.

Era Romero uomo di fede
ma la sua fede non era ancora
la fede di Romero, prima occorse
che quella fede nella fede lo trovasse
gliela recasse un popolo piagato.

Cosi' dall'astratto al concreto
dicono certi antichi dottori
muovesi il mondo, il mondo vecchio e stanco
cosi' si mosse anche Oscar Romero
muovendo incontro a verita' e martirio.

Dicono: cosa si puo' fare? Nulla.
E dicono anche: cosa
si puo' fare? Tutto.
E non e' vero. Ma quel che e' da fare
tu fallo, e cosi' sia.

Sotto lo sguardo degli assassinati
Oscar Romero incontro' se stesso
sotto lo sguardo degli assassini
incontro' se stesso Oscar Romero.

Viene sempre quell'ora inesorabile
in cui devi levare la tua voce.
Tu non vorresti, vorresti restare
nel silenzio che sa molte lusinghe
molti segreti, e molti pregi reca.
Ma viene sempre l'ora della voce.

Venne quell'ora per Oscar Romero
a rivelargli il volto e il nome suo
venne quell'ora recata dal silenzio
degli assassinati e recata dal silenzio
degli assassini, e giungi al paragone.

Prese ad un tempo la parola e la croce
e messosi alla scuola degli scalzi
ne fu piu' che avvocato, compagno.
Sapeva anche lui dove quella portava
strada, sapeva anche lui quale suono
avrebbe spento un giorno la sua voce.

Come chiodi che secco un martello
nel legno batte e conficca, il colpo
della pallottola irruppe nel suo corpo
fatto legno, fatto vino, fatto croce
fatto pane, fatto luce, per sempre
raggiunse Romero Romero, ormai voce
per sempre dell'intera umanita'.

7. LIBRI. ENRICO REDAELLI PRESENTA "GADAMER" DI DONATELLA DI CESARE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 15 marzo 2007.
Enrico Redaelli e' saggista e redattore di "Hermesnet", portale di filosofia
dell'Universita' statale di Milano.
Donatella Di Cesare, gia' allieva di Gadamer, docente di filosofia del
linguaggio, e' acuta studiosa della riflessione filosofica contemporanea;
dal sito www.donadice.com riportamo la seguente notizia: "Donatella Di
Cesare si e' laureata in Filosofia nel 1979 all'Universita' La Sapienza di
Roma. Ha proseguito gli studi all'Universita' di Tubinga dove ha conseguito
il dottorato con Eugenio Coseriu nel 1982. Dal 1985 e' stata ricercatrice di
filosofia del linguaggio all'Universita' La Sapienza di Roma. Nel 1996 ha
ottenuto la borsa di studio Alexander von Humboldt presso Hans-Georg Gadamer
all'Universita' di Heidelberg; in questa universita' ha compiuto ricerche
anche presso la Hochschule fuer Juedische Studien. Nel 1998 ha vinto il
concorso di professore associato, nel 2000 quello di professore ordinario.
Dal 2001 e' professore ordinario di filosofia del linguaggio alla facolta'
di filosofia dell'Universita' La Sapienza di Roma. E' membro della Societa'
italiana di filosofia del linguaggio, della Societa' italiana di studi sul
secolo XVIII, della Deutsche Hamann-Gesellschaft, della Academie du Midi,
della Associazione italo-tedesca di Villa Vigoni, dello International
Institut for Hermeneutics, della Heidegger-Gesellschaft, e' membro fondatore
della Walter-Benjamin Gesellschaft. Fa parte della redazione scientifica
dello Jahrbuch fuer philosophische Hermeneutik, dirige la rivista di
filosofia Eidos. Pubblicazioni di Donatella Di Cesare: segnaliamo i seguenti
volumi: Gadamer, Il Mulino, Bologna 2007; Ermeneutica della finitezza,
Guerini, Milano 2005; Wilhelm von Humboldt y el estudio filosofico de las
lenguas, Anthropos, Barcelona 1999; Die Sprache in der Philosophie von Karl
Jaspers, Francke Verlag Tuebingen-Basel 1996; La semantica nella filosofia
greca, Bulzoni, Roma 1980; ha inoltre curato i seguenti libri: Filosofia,
esistenza, comunicazione in Karl Jaspers, a cura di D. Di Cesare e G.
Cantillo, Loffredo, Napoli 2002; L'essere che puo' essere compreso, e'
linguaggio. Omaggio a Hans-Georg Gadamer, a cura di D. Di Cesare, Il
Melangolo, Genova 2001; "Caro professor Heidegger...". Lettere da Marburgo
1922-1929, a cura di D. Di Cesare, Il melangolo, Genova 2000; Wilhelm von
Humboldt, La diversita' delle lingue, a cura di Donatella Di Cesare,
Laterza, Roma-Bari 1991, 2000. Wilhelm von Humboldt, Ueber die
Verschiedenheit der Sprache, hrsg. und mit einer Einleitung von Donatella Di
Cesare, Paderborn, UTB, 1998; Eugenio Coseriu, Linguistica del testo.
Introduzione all'ermeneutica del senso, a cura di Donatella Di Cesare,
Carocci, Roma 1997, 2000; Lexicon grammaticorum, a cura di T. De Mauro e D.
Di Cesare, Niemeyer, Tuebingen 1996; Torah e filosofia. Percorsi del
pensiero ebraico, a cura di D. Di Cesare e M. Morselli, La Giuntina, Firenze
1993; Karl Jaspers, Il linguaggio. Sul tragico, a cura di Donatella Di
Cesare, Guida, Napoli 1993; Le vie di Babele, a cura di D. Di Cesare e S.
Gensini, Marietti, Milano 1987; Iter babelicum. Studien zur Historiographie
der Linguistik. 1600-1800, a cura di D. Di Cesare e S. Gensini, Nodus
Publikationen, Muenster 1990".
Hans-Georg Gadamer (Marburgo 1900 - Heidelberg 2002) e' il principale
esponente della cosiddetta ermeneutica filosofica ed uno dei pensatori piu'
influenti del secondo Novecento. Opere di Hans Georg Gadamer: nella sua
vasta produzione segnaliamo particolarmente l'opera fondamentale, Verita' e
metodo, del 1960 (nuova edizione italiana con testo a fronte, Bompiani,
Milano 2000); un recente libro-intervista utile per un'introduzione e'
L'ultimo Dio. La lezione filosofica del XX secolo, Reset, Roma 2000; la casa
editrice Marietti sta curando la pubblicazione in traduzione italiana delle
Opere di Hans-Georg Gadamer (Gesammelte Werke, Tuebingen 1976 e sgg.). Opere
su Hans Georg Gadamer: per la biografia, Jean Grondin, Hans-Georg Gadamer.
Eine Biographie, Tuebingen 1999; un volume di saggi brevi di autori vari in
omaggio al filosofo per il suo centenario e' AA. VV., Incontri con
Hans-Georg Gadamer, Bompiani, Milano 2000; Donatella Di Cesare, Gadamer, Il
Mulino, Bologna 2007. Dal sito dell'Enciclopedia multimediale delle scienze
filosofiche (www.emsf.rai.it) riprendiamo la seguente scheda: "Hans Georg
Gadamer nasce a Marburg l'11 febbraio del 1900. Studia a Breslavia (1918)
con Richard Hoenigswald e a Marburg (1919) con Nicolai Hartmann e Paul
Natorp, con cui si laurea, nel 1922, discutendo una tesi dal titolo:
L'essenza del piacere nei dialoghi di Platone. Nel 1923, a Freiburg, conosce
Husserl e Heidegger, del quale frequenta i corsi universitari a Marburg tra
il 1923 e il 1928. Diventa professore ordinario di filosofia nel 1937 e, nel
1939, ottiene una cattedra presso l'Universita' di Leipzig, di cui diventa
rettore nel 1946. Nel 1947 insegna a Frankfurt e nel 1949 ad Heidelberg,
dove succede a Jaspers. Divenuto professore emerito nel 1978, Gadamer ha
insegnato presso alcune universita' straniere e negli Stati Uniti. Nel 1979
entra a far parte del comitato scientifico dell'Istituto italiano per gli
studi filosofici di Napoli - citta' di cui diventa cittadino onorario nel
1990 - dove, da allora,  ogni anno, ha tenuto lezioni e seminari, vivendo
quella che egli stesso ha definito 'una seconda giovinezza'. Autorita'
indiscussa della filosofia contemporanea, l'illustre filosofo e' stato
recentemente onorato con la pubblicazione della sua Opera omnia della quale
sono usciti finora sette volumi (1986-1991) ed e' tutt'ora in corso di
stampa. E' morto all'eta' di 102 anni ad Heidelberg il 14 marzo 2002. Opere
di Hans Georg Gadamer: Platos dialektische Ethik (L'etica dialettica di
Platone), Leipzig, 1931; Plato und die Dichter (Platone e i poeti),
Frankfurt am Main, 1934; Volk und Geschichte im Denken Herders, (Popolo e
storia nel pensiero di Herder), ibid., 1942; Bach und Weimar (Bach e
Weimar), Weimar, 1946; Goethe und die Philosophie, (Goethe e la filosofia),
Leipzig, 1947; Ueber die Ursprunglichkeit der Philosophie (La nascita della
filosofia), Leipzig, 1948; Vom geistigen Lauf des Menschen, Godesberg, l949;
Wahrheit und Methode. Grundzuege der philosophischen Hermeneutik (Verita' e
metodo .Lineamenti di un'ermeneutica filosofica), Tuebingen, 1960;
Hermeneutik und Historismus (Ermeneutica e storicismo), 1962; Die
phaenomenologische Bewegung (Il movimento fenomenologico), 1963; Le probleme
de la conscience historique (Il problema della coscienza storica), Louvain,
l963; Ermeneutica e metodica universale, 1964; Dialektik und Sophistik im
siebenten platonischen Brief (Dialettica e sofistica nella Settima Lettera
di Platone), Heidelberg, l964; Kleine Scriften (Scritti minori), Tuebingen,
1967 sgg.; Idee und Zahlen (Idea e Numero. Studi sulla filosofia platonica),
1968; Sul mondo concettuale dei presocratici, 1968; Idea e realta' nel Timeo
di Platone, 1974; L'idea del bene tra Platone ed Aristotele, 1978; Studi
platonici, 1983; La dialettica di Hegel. Cinque studi ermeneutici, 1971;
Sentieri heideggeriani. Studi sull'opera tarda di Heidegger, 1983; Chi sono
io, chi sei tu?, 1973; Poetica. Saggi scelti, 1977; L'attualita' del bello,
1977; Poesia e dialogo, 1990"]

Tracciare la mappa dell'ermeneutica, nella sua evoluzione storica, significa
ridisegnarne continuamente i confini. Poche parole come questa hanno visto
allargare cosi' tanto il proprio raggio d'azione. Se originariamente
indicava l'antica dottrina dell'interpretazione dei testi, il termine
ermeneutica ha assunto nel secolo scorso un significato filosofico, come
movimento di pensiero il cui filone maestro parte da Heidegger e trova una
sistemazione nella riflessione di Gadamer, finche', a partire dagli anni
Ottanta, e' divenuto sinonimo di filosofia continentale in opposizione alla
filosofia di matrice anglosassone.
In questa ultima evoluzione semantica, l'ermeneutica e' divenuta un
contenitore molto ospitale, una sorta di etichetta culturale sotto il cui
cappello si sono riconosciute diverse prospettive teoriche, il piu' delle
volte molto distanti tra loro. In tale dispersione di senso, la specificita'
della proposta di Gadamer, cui si deve l'articolazione originaria
dell'ermeneutica filosofica propriamente detta, e' forse quella che ne ha
piu' risentito.
Letto troppo spesso a partire da Heidegger, o con le lenti deformate dai
dibattiti che gli sono seguiti, il pensiero di Gadamer si e' trovato
all'incrocio di molte vie del pensiero contemporaneo e solo negli ultimi
anni il suo percorso e' stato approfondito nelle peculiarita' che lo
contraddistinguono e che ne marcano i confini rispetto ad altri, con cui
pure e' entrato in dialogo.
*
Per orientarsi, una attenta ricostruzione del suo apporto filosofico e'
offerta da Donatella Di Cesare nel ritratto titolato semplicemente Gadamer
(Il Mulino, pp. 319, euro 19,50). Con la consueta chiarezza espositiva e con
la limpidezza di linguaggio che distingue anche i suoi precedenti saggi,
l'autrice, che del filosofo di Marburgo e' stata una degli allievi di ultima
generazione, ne ripercorre il cammino di pensiero in tutte le sue tappe.
Il volume ha il pregio di sfatare alcuni miti che ancora aleggiano sulla
ricezione di Gadamer, come la sua presunta identificazione di essere e
linguaggio, che pure il filosofo rifiuto' esplicitamente, e la lettura del
suo pensiero nei termini di una filosofia dell'interpretazione, tema
nietzschiano (che tanto influsso ha avuto sull'ermeneutica italiana) ma per
nulla gadameriano. Anziche' l'interpretazione, e' la comprensione il perno
attorno cui si sviluppa il suo percorso filosofico.
Comprendere, come sottolinea Di Cesare, non e' interpretare ne' sapere,
perche' si delinea piuttosto come una esperienza. Esperienza di verita' che
accomuna l'uomo e che si declina nell'arte, nella storia e nel linguaggio.
Esperienza che Gadamer intende rivalutare, contro la riduzione della verita'
e del suo senso operata dal metodo scientifico, attraverso l'opera cardine,
Verita' e metodo, pubblicata nel 1960. Per il suo autore, nella comprensione
e' da vedersi l'articolazione stessa dell'esistenza e il carattere finito,
limitato, di ogni esperienza umana.
Quella di Gadamer puo' percio' essere chiamata a buon diritto una filosofia
della finitezza, ma basata su una concezione positiva del limite, sempre
letto come l'oltre dell'altro. In questa prospettiva, ulteriormente
elaborata negli anni successivi a Verita' e metodo, nulla puo' essere
definitivo: la ricerca filosofica e' sempre aperta, non puo' mai fissarsi,
trovare sistemazione, tanto meno nei limiti di un testo scritto, rinviando
percio' al dialogo orale e alla vita vissuta.
*
Si rivela qui l'ispirazione socratica dell'ermeneutica filosofica.
Articolata nel movimento di domanda e risposta, e percio' costitutivamente
aperta al confronto con l'altro, la dialettica di Socrate, cosi' come la
troviamo raccontata nelle opere di Platone, e' da Gadamer assunta a modello
di riferimento.
Si spiega cosi' il suo interesse per la filosofia greca. La sua lettura
della dialettica antica e il ruolo decisivo che essa ha rivestito per
l'ermeneutica - messi in luce solo di recente e a cui giustamente questo
volume dedica ampio spazio - sono la vera e propria chiave interpretativa
con cui Donatella Di Cesare legge il pensiero gadameriano. Se si guarda a
tutto lo sviluppo della sua riflessione, sostiene l'autrice, si puo' dire
che l'opera principale di Gadamer, anziche' Verita' e metodo, sia il libro
su Platone che non ha mai scritto. Non il Platone metafisico, che mira alla
"piu' assoluta verita'" (come leggiamo nel Sofista), ne' il Platone
fondatore di una teoria dei principi, ma il Platone maestro del dialogo,
dietro cui si nasconde Socrate e rimane vivo il suo insegnamento.
Leggendo i dialoghi platonici, il filosofo di Marburgo vuole infatti
mostrare come la dialettica sia essenzialmente una esperienza, piuttosto che
un metodo. Una esperienza che vive della partecipazione dell'altro, come il
personaggio di Socrate, messo in scena nei dialoghi, sta appunto a
testimoniare.
*
Ma il libro di Donatella Di Cesare non si limita a una ricostruzione del
pensiero di Gadamer, sottraendolo al bagliore riflesso di Heidegger per
restituirgli luce propria e sottolineandone piuttosto i rapporti col
pensiero greco. Vi si legge anche la proposta, gia' delineata nei precedenti
saggi dell'autrice, di un'ermeneutica della finitezza che intende
distinguersi dal pensiero debole come da ogni deriva nichilista o
relativista. Infatti, dietro la contrapposizione tra assolutismo della
verita' e relativismo, oggi tanto dibattuta, si nasconde una piu' profonda
complicita'. La metafisica, con la sua verita' assoluta, e il nichilismo
sono da vedersi come le due facce della medesima medaglia: condividono la
stessa logica di fondo, cioe' quella di un fondamento incrollabile, che
l'ermeneutica intende invece lasciarsi alle spalle. Sottrarsi a questa
logica significa rifiutare una concezione della verita' che intende irretire
l'esperienza umana in un senso ultimo e conclusivo. Senza per questo
abdicare alla verita', o negarla nichilisticamente, ma declinandola come
dialogo, ovvero: esperienza dell'altro, evento del comprendere.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 35 del 21 marzo 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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