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Minime. 35
- Subject: Minime. 35
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 21 Mar 2007 00:16:57 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 35 del 21 marzo 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. La guerra, il fascismo 2. Chi salva le vite 3. Enrico Piovesana: Il mediatore di Emergency 4. Enrico Piovesana: Gino Strada racconta la liberazione di Daniele Mastrogiacomo 5. A Roma per ricordare Oscar Romero 6. Per Oscar Romero 7. Enrico Redaelli presenta "Gadamer" di Donatella Di Cesare 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. LA GUERRA, IL FASCISMO In Afghanistan e' in corso una guerra. Una guerra terrorista e stragista. L'Italia sta partecipando alla guerra, alla guerra terrorista e stragista. La guerra consiste di uccisioni di esseri umani. Il governo e il parlamento italiani, che la partecipazione militare italiana alla guerra afgana hanno deciso e ripetutamente confermato e rifinanziato, hanno violato la Costituzione della Repubblica Italiana e precipitato il nostro paese in una guerra terrorista e stragista. * Cessi la partecipazione italiana alla guerra. S'impegni l'Italia perche' la guerra cessi. S'impegni per salvare le vite umane. Il primo passo per opporsi alla guerra e' cessare di partecipare alla guerra. * La guerra e' nemica dell'umanita'. La guerra distrugge l'umanita'. Occorre opporsi alla guerra, opporsi al terrorismo, opporsi alle stragi. Opporsi alle armi e alle organizzazioni armate. Occorre impegnarsi per la pace, per la legalita' costituzionale, per i diritti umani di tutti gli esseri umani. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. 2. AFGHANISTAN. SALVARE LE VITE Il capo del personale dell'ospedale di Emergency a Lashkargah, Rahmatullah Hanefi, mentre scriviamo e' ancora nelle mani dei servizi segreti afgani. Ci associamo all'appello di Gino Strada: liberate Rahmatullah Hanefi, una persona impegnata a salvare vite umane. 3. AFGHANISTAN. ENRICO PIOVESANA: IL MEDIATORE DI EMERGENCY [Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il seguente articolo del 20 marzo 2007. Enrico Piovesana, giornalista, lavora a "Peacereporter", per cui segue la zona dell'Asia centrale e del Caucaso; e' in Afghanistan in qualita' di inviato. Gino Strada, medico chirurgo impegnato in aree di guerra, fondatore dell'associazione umanitaria "Emergency", e' una delle voci piu' nitide e influenti del movimento pacifista italiano; tra le sue pubblicazioni: Pappagalli verdi, Feltrinelli, Milano; Buskashi', Feltrinelli, Milano. Daniele Mastrogiacomo, giornalista, rapito due settimane fa in Afghanistan, e' stato liberato lunedi'] Rahmatullah Hanefi, 35 anni, capo del personale dell'ospedale di Emergency a Lashkargah, figura chiave nella trattativa che ha portato alla liberazione di Daniele Mastrogiacomo, e' stato arrestato questa mattina all'alba da agenti dei servizi segreti afgani. Ora e' detenuto e sotto interrogatorio nella sede della National Security di Lashkargah. Gino Strada ha subito chiesto il suo immediato rilascio al locale capo dei servizi e al governatore della provincia di Helmand. "E' una cosa grottesca e provocatoria - ha dichiarato il chirurgo di Emergency - che chi ha maggiormente contribuito alla liberazione di Daniele si trovi oggi arrestato del governo afgano". Del fatto e' stato subito informato l'ambasciatore italiano a Kabul, Ettore Sequi, che si e' subito messo in contatto con i vertici dei servizi afgani. "Mi hanno detto - ha riferito Sequi - che si tratta di una normale procedura per sentire una persona informata dei fatti nell'ambito dell'inchiesta che la magistratura afgana ha aperto sul caso Mastrogiacomo. Garantiscono che Hanefi verra' presto rilasciato. Hanno aggiunto - prosegue l'ambasciatore - che per lo stesso motivo anche l'inviato di 'Repubblica' verra' sentito dalle autorita' afgane al suo rientro in Italia". 4. AFGHANISTAN. ENRICO PIOVESANA: GINO STRADA RACCONTA LA LIBERAZIONE DI DANIELE MASTROGIACOMO [Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il seguente articolo del 19 marzo 2007] Lashkargah, ospedale di Emergency, ore 18,35 (poco dopo le 15 in Italia). Daniele Mastrogiacomo, faccia stanca ma felice, vestito con abiti afgani e' libero. "Grazie! Grazie! Sei grande Gino!", sono le prime parole che pronuncia abbracciando forte il dottor Strada, anche lui raggiante di felicita'. "Benvenuto Daniele, felice di vederti!", gli risponde il chirurgo. * Cinque talebani in cambio di Daniele Poco tempo prima, dallo stesso ospedale di Emergency era partito un convoglio di auto con a bordo la contropartita richiesta dai talebani per la liberazione di Daniele: i loro cinque compagni che fino a poco fa si trovavano in catene nelle galere afgane. Si tratta dei capi talebani Abdul Latif Hakimi e Ustad Mohammed Yasir, consegnati dalle autorita' afgane allo staff Emergency di Lashkargah gia' venerdi' sera, e di tre "pesci piccoli", Hamadullah Allah Noor, Abdul Ghafar Bakhtyar e Mansoor Shah Mohammad (quest'ultimo fratello di uno dei carcerieri di Daniele), arrivati a Lashkargah lunedi' mattina con un volo speciale organizzato da Emergency, dopo essere stati rilasciati a Kabul la sera precedente, al termine di un'estenuante trattativa. La stessa sera in cui era in programma anche la "consegna" di Daniele nelle mani di Emergency. Intorno alle 19 di domenica, infatti, i talebani avevano avviato il suo trasferimento verso l'ospedale dell'ong italiana nella capitale di Helmand, ma poi hanno chiamato per dire che si dovevano fermare per motivi di sicurezza: "Ci sono elicotteri britannici che sorvolano la zona. Appena se ne vanno ci muoviamo". Dopo un paio d'ore hanno detto che si sarebbero rimessi in marcia alle prime luci dell'alba. Ma lunedi' mattina presto hanno cambiato idea, dicendo che avrebbero portato Daniele all'ospedale di Emeregency solo quando fossero arrivati li' anche i tre talebani rilasciati ieri. * La convulsa giornata di ieri E' stata la scarcerazione di questi ultimi tre a sbloccare la lunga e sofferta trattativa per la liberazione di Mastrogiacomo. Alle 18 di domenica, sotto una pioggia torrenziale, due convogli di Emergency hanno varcato il cancellone della tetra prigione di Pol-i-Charki e quello della Centrale di Polizia di Kabul. A bordo c'erano i tre "pesci piccoli" di cui il mullah Dadullah aveva chiesto la liberazione entro sera, in cambio di quella dell'inviato de "la Repubblica". Dal telefono di un membro dello staff di Emergency e' subito partita la chiamata: "Dadullah, abbiamo i tre, sono liberi, li stiamo portando nel nostro ospedale". E dall'altra parte: "Bene, grazie, anche voi avrete subito il nostro prigioniero". La svolta era arrivata al termine di una giornata drammatica, scandita dall'uscita di false notizie sulla liberazione di Daniele, dalle manfrine del governo afgano e da interferenze nelle trattative che hanno rischiato di far saltare tutto. Una giornata, quella di domenica, iniziata con la notizia che il terzo talebano - il mullah Mojaheed Sakhida, non Mohammed Hanif come tutti dicevano - di cui il governo afgano aveva garantito la liberazione a quello italiano la sera prima, non sarebbe stato scarcerato. Alle nove di domenica mattina, Emergency aveva gia' prenotato un volo charter per trasferirlo a Lashkargah, nell'ospedale di Emergency dove sabato erano gia' stati recapitati i due portavoce talebani liberati secondo le richieste dei rapitori di Daniele, Hakimi e Yasir. * Il racconto di Gino Strada Il dottor Strada, finalmente sorridente e rilassato dopo giornate di tensione e nottate in bianco - "ho fumato tre pacchetti di sigarette al giorno", ci dice - racconta le ultime concitate fasi della trattativa con Dadullah, condotta a stretto contatto con l'ambasciatore italiano a Kabul, Ettore Sequi, impegnato a premere sul governo afgano. "Sabato sera avevamo tirato tutti un sospiro di sollievo quando, dopo un'estenuante trattativa con le autorita' afgane, avevamo ottenuto da loro la consegna dei due portavoce talebani e la promessa della consegna del terzo, Sakhida. Dadullah ci aveva risposto garantendo che Daniele sarebbe stato liberato non appena rilasciato il terzo, e fino a quel momento sarebbe stato trattato 'come un mazzo di fiori'. Quando domenica lo abbiamo dovuto richiamare per dirgli che il terzo non c'era, lui si e' infuriato, urlando che Daniele sarebbe stato sgozzato e che il governo italiano e' capace di mandare in Afghanistan duemila soldati ma non di far liberare un prigioniero". Tutto questo accadeva proprio mentre in Italia la stampa dava la falsa notizia che Daniele era stato liberato. "Il governo afgano - spiega il chirurgo - ci ha messo i bastoni fra le ruote fin dall'inizio. Lo sa bene l'ambasciatore Sequi, che ha speso ore e ore al telefono a litigare con ministri e funzionari afgani che si rifiutavano di eseguire gli ordini di Karzai. Il quale per primo si e' mostrato assai poco collaborativo, per non dir di peggio. E lo sappiamo bene noi di Emergency: sabato i servizi segreti afgani ci hanno messo dieci ore per decidersi a consegnare ai nostri di Lashkargah i due prigionieri talebani che erano gia' nelle loro mani, la' in citta', a cinquecento metri dal nostro ospedale". Poi, sempre domenica, verso ora di pranzo, mentre su Kabul si scatena un acquazzone, arriva il colpo di scena che riapre una partita che rischiava di chiudersi malissimo: "Dadullah ci richiama - racconta Strada - dicendo che non gli importa piu' nulla di quel terzo talebano, ma che vuole altri tre detenuti liberi entro il tramonto, altrimenti Daniele sarebbe morto. Ho subito informato Romano Prodi e Massimo D'Alema, il direttore di 'Repubblica' Ezio Mauro e la moglie di Daniele, Luisella. Nel frattempo, l'ambasciatore Sequi si e' subito messo in moto per ottenere la scarcerazione dei tre, scontrandosi nuovamente con le resistenze del governo afgano: in un momento del genere, Karzai e' arrivato a dire al suo ministro della Giustizia di muoversi senza avere fretta!". Solo dopo ore di concitate trattative i tre sono stati fatti uscire di prigione. * L'unico canale e' stato quello di Emergency "In Italia - ci dice Gino Strada - c'e' una percezione distorta della realta' afgana. In questa storia ci si e' voluti fidare del governo filoamericano di Karzai, che a parole garantiva piena collaborazione e massimo impegno, mentre nella realta' faceva di tutto per far fallire una trattativa che a Kabul, e forse anche altrove, non piaceva. Come si puo' credere ai 'contatti' millantati dal governo Karzai a Lashkargah, quando perfino il governatore di quella zona si e' da mesi trasferito a Kabul per problemi di sicurezza? Il governo afgano nel sud non esiste! Nella provincia di Helmand, gli uomini di Karzai contano come il due di picche". "Infatti i talebani - continua il fondatore di Emergency, svelando altri particolari interessanti - si sono rifiutati fin dal principio di trattare con questa gente, perche' sanno che non ci si puo' fidare di loro. Nonostante tutto quello che e' stato detto e scritto in Italia, qui non e' mai esistito un altro canale oltre al nostro. Dadullah ha messo in chiaro fin da principio che avrebbe trattato solo attraverso Emergency, che anche in quella regione si e' guadagnata la fiducia di tutti grazie al proprio lavoro e alla propria neutralita'. E' grazie a questa fiducia che i talebani si sono fidati di noi. Una fiducia che in questi ultimi giorni, per colpa delle autorita' afgane, abbiamo rischiato diverse volte di giocarci, assieme alla vita di Daniele. Per fortuna ora lui e' libero. E noi possiamo finalmente tornare a fare il nostro lavoro". 5. INCONTRI. A ROMA PER RICORDARE OSCAR ROMERO [Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo. Oscar Arnulfo Romero, nato nel 1917, arcivescovo di San Salvador, voce del popolo salvadoregno vittima dell'oligarchia, della dittatura, degli squadroni della morte. Muore assassinato mentre celebra la messa il 24 marzo 1980. Opere di Oscar Romero: Diario, La Meridiana, Molfetta 1991; Dio ha la sua ora, Borla, Roma 1994 Opere su Oscar Romero: AA. VV., Il vescovo Romero, martire della sua fede, per il suo popolo, Emi-Asal, Bologna 1980; AA. VV., Romero... y lo mataron, Ave, Roma 1980; James R. Brockman, Oscar Romero: fedele alla parola, Cittadella, Assisi 1984; Placido Erdozain, Monsignor Romero, martire della Chiesa, Emi, Bologna 1981; Abramo Levi, Un vescovo fatto popolo, Morcelliana, Brescia 1981; Jose' Maria Lopez Vigil, Oscar Romero. Un mosaico di luci, Emi, Bologna 1997; Ettore Masina, Oscar Romero, Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole 1993 (poi riedito, rivisto e ampliato, col titolo L'arcivescovo deve morire, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995); Jon Sobrino, Monsenor Romero, Uca, San Salvador 1989] E' da ventisei anni che a Roma, su iniziativa di monsignor Luigi Di Liegro, compianto fondatore della Caritas diocesana, associazioni, organizzazioni e congregazioni religiose riunite nel Comitato romano Oscar Romero ricordano con iniziative ed eventi il fratello Romero e tutti gli uccisi martiri della giustizia e della pace. Le iniziative si svolgono nel mese di marzo, per ricordare gli ultimi giorni di predicazione dell'arcivescovo di San Salvador Oscar Arnulfo Romero, ucciso il 24 marzo 1980 mentre stava celebrando la messa, a causa del suo impegno nel denunciare le violenze della dittatura nel suo Paese. * Gli appuntamenti in calendario per quest'anno sono: - Giovedi' 22 marzo, ore 17,30: proiezione del film "Romero" (regia di John Duigan, protagonista Raul Julia, Usa 1989) presso l'aula consiliare della Provincia di Roma in via IV Novembre 119/A. Il film biografico racconta la storia di monsignor Romero che, da sacerdote timido e passivo, si converte a coraggioso difensore del suo popolo, fino al giorno in cui viene assassinato dai sicari del governo. E' un'opera di particolare interesse, anche perche' e' stato il primo film finanziato ufficialmente dalla Chiesa cattolica degli Stati Uniti. Saranno presenti con una loro testimonianza Luigi Bettazzi (che ha partecipato al funerale di Romero) e monsignor Raul Vera Lopez (di Saltillo, Messico). - Venerdi' 23 marzo, ore 19: veglia di preghiera ecumenica nella chiesa dei servi di Maria, S. Marcello al Corso (piazza San Marcello 5), per ricordare l'ultima omelia di Romero nella cattedrale di San Salvador. Alle preghiere, letture e canti si uniranno le testimonianze di monsignor Raul Vera Lopez, di suor Digna Rivas, del pastore Paolo Ricca e del teologo sufi Adnane Mokrani. Sabato 24 marzo, ore 18,30: messa italo-salvadoregna nella chiesa di S. Giuseppe Moscati (via Libero Leonardi 41, Cinecitta' Est), dove mensilmente trova ospitalita' la comunita' salvadoregna di Roma. Domenica 25 marzo, ore 11: processione e messa latinoamericana presieduta da monsignor Raul Vera Lopez. L'appuntamento e' in piazza Mastai (Trastevere) per partire alla volta della chiesa di Santa Maria della Luce (vicolo della Luce), sede della cappellania latinoamericana. Al termine della cerimonia si potra' prendere parte al pranzo comunitario, organizzato dalle comunita' latinoamericane. Per l'occasione e' stato realizzato un manifesto che riporta un significativo murales dipinto due anni fa sul muro esterno della cappella dell'Hospitalito di San Salvador, l'ospedale per malati terminali che Romero scelse come sua residenza, preferendola al palazzo vescovile. Nel murales monsignor Romero e' seduto ai piedi di una croce che, come un albero, diffonde le sue radici sul terreno. Ha una bambina in braccio ed e' attorniato da un popolo di donne e uomini salvadoregni. Tutti hanno sul cuore e nelle mani un foro, come moderne stimmate. Per coloro che fossero interessati ad acquistare il poster, e' possibile contattare il Cipax al numero 0657287347. * Aderiscono al Comitato romano Oscar Romero: Acat, Acse, Aefjn, Agesci Regione Lazio, Associazione Banco Alimentare di Roma, Associazione Centro Astalli, Cimi, Cipax, Commissione Internazionale Giustizia e Pace della Famiglia Domenicana, Commissione Jpic dell'Unione Internazionale delle Superiore e Superiori generali, Comunita' Evangeliche Battiste di via del Teatro Valle e della Garbatella, Comunita' latinoamericane a Roma, Comunita' valdese di piazza Cavour, Cooperativa Percorsi, Cvx, Dsi, Fondazione Luigi Di Liegro, Lms, Meg, Movimento Rinascita Cristiana, Ore Undici Onlus, Pax Christi Italia, Religiosi e religiose promotori a livello internazionale di Jpic, Sae, Sal Onlus, Sedos, Sicsal Italia, Suam, Volontari nel Mondo-Focsiv. * Per informazioni, contattare: - Comitato romano Oscar Romero, tel. 0657287347, e-mail: cipax-roma at libero.it - Cooperativa Percorsi, tel. 067008867 - 0677209346 6. MEMORIA. PER OSCAR ROMERO [Riproponiamo ancora una volta il seguente testo gia' apparso su questo foglio] Prima di essere Romero Romero non era ancora Romero. Tutti dobbiamo divenire cio' che siamo e che non siamo finche' non ci troviamo a quell'antico bivio della scelta. Era Romero uomo di fede ma la sua fede non era ancora la fede di Romero, prima occorse che quella fede nella fede lo trovasse gliela recasse un popolo piagato. Cosi' dall'astratto al concreto dicono certi antichi dottori muovesi il mondo, il mondo vecchio e stanco cosi' si mosse anche Oscar Romero muovendo incontro a verita' e martirio. Dicono: cosa si puo' fare? Nulla. E dicono anche: cosa si puo' fare? Tutto. E non e' vero. Ma quel che e' da fare tu fallo, e cosi' sia. Sotto lo sguardo degli assassinati Oscar Romero incontro' se stesso sotto lo sguardo degli assassini incontro' se stesso Oscar Romero. Viene sempre quell'ora inesorabile in cui devi levare la tua voce. Tu non vorresti, vorresti restare nel silenzio che sa molte lusinghe molti segreti, e molti pregi reca. Ma viene sempre l'ora della voce. Venne quell'ora per Oscar Romero a rivelargli il volto e il nome suo venne quell'ora recata dal silenzio degli assassinati e recata dal silenzio degli assassini, e giungi al paragone. Prese ad un tempo la parola e la croce e messosi alla scuola degli scalzi ne fu piu' che avvocato, compagno. Sapeva anche lui dove quella portava strada, sapeva anche lui quale suono avrebbe spento un giorno la sua voce. Come chiodi che secco un martello nel legno batte e conficca, il colpo della pallottola irruppe nel suo corpo fatto legno, fatto vino, fatto croce fatto pane, fatto luce, per sempre raggiunse Romero Romero, ormai voce per sempre dell'intera umanita'. 7. LIBRI. ENRICO REDAELLI PRESENTA "GADAMER" DI DONATELLA DI CESARE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 15 marzo 2007. Enrico Redaelli e' saggista e redattore di "Hermesnet", portale di filosofia dell'Universita' statale di Milano. Donatella Di Cesare, gia' allieva di Gadamer, docente di filosofia del linguaggio, e' acuta studiosa della riflessione filosofica contemporanea; dal sito www.donadice.com riportamo la seguente notizia: "Donatella Di Cesare si e' laureata in Filosofia nel 1979 all'Universita' La Sapienza di Roma. Ha proseguito gli studi all'Universita' di Tubinga dove ha conseguito il dottorato con Eugenio Coseriu nel 1982. Dal 1985 e' stata ricercatrice di filosofia del linguaggio all'Universita' La Sapienza di Roma. Nel 1996 ha ottenuto la borsa di studio Alexander von Humboldt presso Hans-Georg Gadamer all'Universita' di Heidelberg; in questa universita' ha compiuto ricerche anche presso la Hochschule fuer Juedische Studien. Nel 1998 ha vinto il concorso di professore associato, nel 2000 quello di professore ordinario. Dal 2001 e' professore ordinario di filosofia del linguaggio alla facolta' di filosofia dell'Universita' La Sapienza di Roma. E' membro della Societa' italiana di filosofia del linguaggio, della Societa' italiana di studi sul secolo XVIII, della Deutsche Hamann-Gesellschaft, della Academie du Midi, della Associazione italo-tedesca di Villa Vigoni, dello International Institut for Hermeneutics, della Heidegger-Gesellschaft, e' membro fondatore della Walter-Benjamin Gesellschaft. Fa parte della redazione scientifica dello Jahrbuch fuer philosophische Hermeneutik, dirige la rivista di filosofia Eidos. Pubblicazioni di Donatella Di Cesare: segnaliamo i seguenti volumi: Gadamer, Il Mulino, Bologna 2007; Ermeneutica della finitezza, Guerini, Milano 2005; Wilhelm von Humboldt y el estudio filosofico de las lenguas, Anthropos, Barcelona 1999; Die Sprache in der Philosophie von Karl Jaspers, Francke Verlag Tuebingen-Basel 1996; La semantica nella filosofia greca, Bulzoni, Roma 1980; ha inoltre curato i seguenti libri: Filosofia, esistenza, comunicazione in Karl Jaspers, a cura di D. Di Cesare e G. Cantillo, Loffredo, Napoli 2002; L'essere che puo' essere compreso, e' linguaggio. Omaggio a Hans-Georg Gadamer, a cura di D. Di Cesare, Il Melangolo, Genova 2001; "Caro professor Heidegger...". Lettere da Marburgo 1922-1929, a cura di D. Di Cesare, Il melangolo, Genova 2000; Wilhelm von Humboldt, La diversita' delle lingue, a cura di Donatella Di Cesare, Laterza, Roma-Bari 1991, 2000. Wilhelm von Humboldt, Ueber die Verschiedenheit der Sprache, hrsg. und mit einer Einleitung von Donatella Di Cesare, Paderborn, UTB, 1998; Eugenio Coseriu, Linguistica del testo. Introduzione all'ermeneutica del senso, a cura di Donatella Di Cesare, Carocci, Roma 1997, 2000; Lexicon grammaticorum, a cura di T. De Mauro e D. Di Cesare, Niemeyer, Tuebingen 1996; Torah e filosofia. Percorsi del pensiero ebraico, a cura di D. Di Cesare e M. Morselli, La Giuntina, Firenze 1993; Karl Jaspers, Il linguaggio. Sul tragico, a cura di Donatella Di Cesare, Guida, Napoli 1993; Le vie di Babele, a cura di D. Di Cesare e S. Gensini, Marietti, Milano 1987; Iter babelicum. Studien zur Historiographie der Linguistik. 1600-1800, a cura di D. Di Cesare e S. Gensini, Nodus Publikationen, Muenster 1990". Hans-Georg Gadamer (Marburgo 1900 - Heidelberg 2002) e' il principale esponente della cosiddetta ermeneutica filosofica ed uno dei pensatori piu' influenti del secondo Novecento. Opere di Hans Georg Gadamer: nella sua vasta produzione segnaliamo particolarmente l'opera fondamentale, Verita' e metodo, del 1960 (nuova edizione italiana con testo a fronte, Bompiani, Milano 2000); un recente libro-intervista utile per un'introduzione e' L'ultimo Dio. La lezione filosofica del XX secolo, Reset, Roma 2000; la casa editrice Marietti sta curando la pubblicazione in traduzione italiana delle Opere di Hans-Georg Gadamer (Gesammelte Werke, Tuebingen 1976 e sgg.). Opere su Hans Georg Gadamer: per la biografia, Jean Grondin, Hans-Georg Gadamer. Eine Biographie, Tuebingen 1999; un volume di saggi brevi di autori vari in omaggio al filosofo per il suo centenario e' AA. VV., Incontri con Hans-Georg Gadamer, Bompiani, Milano 2000; Donatella Di Cesare, Gadamer, Il Mulino, Bologna 2007. Dal sito dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche (www.emsf.rai.it) riprendiamo la seguente scheda: "Hans Georg Gadamer nasce a Marburg l'11 febbraio del 1900. Studia a Breslavia (1918) con Richard Hoenigswald e a Marburg (1919) con Nicolai Hartmann e Paul Natorp, con cui si laurea, nel 1922, discutendo una tesi dal titolo: L'essenza del piacere nei dialoghi di Platone. Nel 1923, a Freiburg, conosce Husserl e Heidegger, del quale frequenta i corsi universitari a Marburg tra il 1923 e il 1928. Diventa professore ordinario di filosofia nel 1937 e, nel 1939, ottiene una cattedra presso l'Universita' di Leipzig, di cui diventa rettore nel 1946. Nel 1947 insegna a Frankfurt e nel 1949 ad Heidelberg, dove succede a Jaspers. Divenuto professore emerito nel 1978, Gadamer ha insegnato presso alcune universita' straniere e negli Stati Uniti. Nel 1979 entra a far parte del comitato scientifico dell'Istituto italiano per gli studi filosofici di Napoli - citta' di cui diventa cittadino onorario nel 1990 - dove, da allora, ogni anno, ha tenuto lezioni e seminari, vivendo quella che egli stesso ha definito 'una seconda giovinezza'. Autorita' indiscussa della filosofia contemporanea, l'illustre filosofo e' stato recentemente onorato con la pubblicazione della sua Opera omnia della quale sono usciti finora sette volumi (1986-1991) ed e' tutt'ora in corso di stampa. E' morto all'eta' di 102 anni ad Heidelberg il 14 marzo 2002. Opere di Hans Georg Gadamer: Platos dialektische Ethik (L'etica dialettica di Platone), Leipzig, 1931; Plato und die Dichter (Platone e i poeti), Frankfurt am Main, 1934; Volk und Geschichte im Denken Herders, (Popolo e storia nel pensiero di Herder), ibid., 1942; Bach und Weimar (Bach e Weimar), Weimar, 1946; Goethe und die Philosophie, (Goethe e la filosofia), Leipzig, 1947; Ueber die Ursprunglichkeit der Philosophie (La nascita della filosofia), Leipzig, 1948; Vom geistigen Lauf des Menschen, Godesberg, l949; Wahrheit und Methode. Grundzuege der philosophischen Hermeneutik (Verita' e metodo .Lineamenti di un'ermeneutica filosofica), Tuebingen, 1960; Hermeneutik und Historismus (Ermeneutica e storicismo), 1962; Die phaenomenologische Bewegung (Il movimento fenomenologico), 1963; Le probleme de la conscience historique (Il problema della coscienza storica), Louvain, l963; Ermeneutica e metodica universale, 1964; Dialektik und Sophistik im siebenten platonischen Brief (Dialettica e sofistica nella Settima Lettera di Platone), Heidelberg, l964; Kleine Scriften (Scritti minori), Tuebingen, 1967 sgg.; Idee und Zahlen (Idea e Numero. Studi sulla filosofia platonica), 1968; Sul mondo concettuale dei presocratici, 1968; Idea e realta' nel Timeo di Platone, 1974; L'idea del bene tra Platone ed Aristotele, 1978; Studi platonici, 1983; La dialettica di Hegel. Cinque studi ermeneutici, 1971; Sentieri heideggeriani. Studi sull'opera tarda di Heidegger, 1983; Chi sono io, chi sei tu?, 1973; Poetica. Saggi scelti, 1977; L'attualita' del bello, 1977; Poesia e dialogo, 1990"] Tracciare la mappa dell'ermeneutica, nella sua evoluzione storica, significa ridisegnarne continuamente i confini. Poche parole come questa hanno visto allargare cosi' tanto il proprio raggio d'azione. Se originariamente indicava l'antica dottrina dell'interpretazione dei testi, il termine ermeneutica ha assunto nel secolo scorso un significato filosofico, come movimento di pensiero il cui filone maestro parte da Heidegger e trova una sistemazione nella riflessione di Gadamer, finche', a partire dagli anni Ottanta, e' divenuto sinonimo di filosofia continentale in opposizione alla filosofia di matrice anglosassone. In questa ultima evoluzione semantica, l'ermeneutica e' divenuta un contenitore molto ospitale, una sorta di etichetta culturale sotto il cui cappello si sono riconosciute diverse prospettive teoriche, il piu' delle volte molto distanti tra loro. In tale dispersione di senso, la specificita' della proposta di Gadamer, cui si deve l'articolazione originaria dell'ermeneutica filosofica propriamente detta, e' forse quella che ne ha piu' risentito. Letto troppo spesso a partire da Heidegger, o con le lenti deformate dai dibattiti che gli sono seguiti, il pensiero di Gadamer si e' trovato all'incrocio di molte vie del pensiero contemporaneo e solo negli ultimi anni il suo percorso e' stato approfondito nelle peculiarita' che lo contraddistinguono e che ne marcano i confini rispetto ad altri, con cui pure e' entrato in dialogo. * Per orientarsi, una attenta ricostruzione del suo apporto filosofico e' offerta da Donatella Di Cesare nel ritratto titolato semplicemente Gadamer (Il Mulino, pp. 319, euro 19,50). Con la consueta chiarezza espositiva e con la limpidezza di linguaggio che distingue anche i suoi precedenti saggi, l'autrice, che del filosofo di Marburgo e' stata una degli allievi di ultima generazione, ne ripercorre il cammino di pensiero in tutte le sue tappe. Il volume ha il pregio di sfatare alcuni miti che ancora aleggiano sulla ricezione di Gadamer, come la sua presunta identificazione di essere e linguaggio, che pure il filosofo rifiuto' esplicitamente, e la lettura del suo pensiero nei termini di una filosofia dell'interpretazione, tema nietzschiano (che tanto influsso ha avuto sull'ermeneutica italiana) ma per nulla gadameriano. Anziche' l'interpretazione, e' la comprensione il perno attorno cui si sviluppa il suo percorso filosofico. Comprendere, come sottolinea Di Cesare, non e' interpretare ne' sapere, perche' si delinea piuttosto come una esperienza. Esperienza di verita' che accomuna l'uomo e che si declina nell'arte, nella storia e nel linguaggio. Esperienza che Gadamer intende rivalutare, contro la riduzione della verita' e del suo senso operata dal metodo scientifico, attraverso l'opera cardine, Verita' e metodo, pubblicata nel 1960. Per il suo autore, nella comprensione e' da vedersi l'articolazione stessa dell'esistenza e il carattere finito, limitato, di ogni esperienza umana. Quella di Gadamer puo' percio' essere chiamata a buon diritto una filosofia della finitezza, ma basata su una concezione positiva del limite, sempre letto come l'oltre dell'altro. In questa prospettiva, ulteriormente elaborata negli anni successivi a Verita' e metodo, nulla puo' essere definitivo: la ricerca filosofica e' sempre aperta, non puo' mai fissarsi, trovare sistemazione, tanto meno nei limiti di un testo scritto, rinviando percio' al dialogo orale e alla vita vissuta. * Si rivela qui l'ispirazione socratica dell'ermeneutica filosofica. Articolata nel movimento di domanda e risposta, e percio' costitutivamente aperta al confronto con l'altro, la dialettica di Socrate, cosi' come la troviamo raccontata nelle opere di Platone, e' da Gadamer assunta a modello di riferimento. Si spiega cosi' il suo interesse per la filosofia greca. La sua lettura della dialettica antica e il ruolo decisivo che essa ha rivestito per l'ermeneutica - messi in luce solo di recente e a cui giustamente questo volume dedica ampio spazio - sono la vera e propria chiave interpretativa con cui Donatella Di Cesare legge il pensiero gadameriano. Se si guarda a tutto lo sviluppo della sua riflessione, sostiene l'autrice, si puo' dire che l'opera principale di Gadamer, anziche' Verita' e metodo, sia il libro su Platone che non ha mai scritto. Non il Platone metafisico, che mira alla "piu' assoluta verita'" (come leggiamo nel Sofista), ne' il Platone fondatore di una teoria dei principi, ma il Platone maestro del dialogo, dietro cui si nasconde Socrate e rimane vivo il suo insegnamento. Leggendo i dialoghi platonici, il filosofo di Marburgo vuole infatti mostrare come la dialettica sia essenzialmente una esperienza, piuttosto che un metodo. Una esperienza che vive della partecipazione dell'altro, come il personaggio di Socrate, messo in scena nei dialoghi, sta appunto a testimoniare. * Ma il libro di Donatella Di Cesare non si limita a una ricostruzione del pensiero di Gadamer, sottraendolo al bagliore riflesso di Heidegger per restituirgli luce propria e sottolineandone piuttosto i rapporti col pensiero greco. Vi si legge anche la proposta, gia' delineata nei precedenti saggi dell'autrice, di un'ermeneutica della finitezza che intende distinguersi dal pensiero debole come da ogni deriva nichilista o relativista. Infatti, dietro la contrapposizione tra assolutismo della verita' e relativismo, oggi tanto dibattuta, si nasconde una piu' profonda complicita'. La metafisica, con la sua verita' assoluta, e il nichilismo sono da vedersi come le due facce della medesima medaglia: condividono la stessa logica di fondo, cioe' quella di un fondamento incrollabile, che l'ermeneutica intende invece lasciarsi alle spalle. Sottrarsi a questa logica significa rifiutare una concezione della verita' che intende irretire l'esperienza umana in un senso ultimo e conclusivo. Senza per questo abdicare alla verita', o negarla nichilisticamente, ma declinandola come dialogo, ovvero: esperienza dell'altro, evento del comprendere. 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 35 del 21 marzo 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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