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Minime. 18
- Subject: Minime. 18
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 4 Mar 2007 00:15:34 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 18 del 4 marzo 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Parole nel vento 2. Luciano Bonfrate: La beffa dell'assassino, ovvero: il segreto di Kabul 3. Miriam Rawi: Afghanistan, contro il terrorismo per la democrazia e la pace 4. Adolfo Perez Esquivel: L'Italia non dimentichi il "Plan Condor" 5. Letture: Francesco Pistolato (a cura di), Die verborgene Tugend - La virtu' nascosta 6. Riletture: Simone de Beauvoir, La ceremonie des adieux 7. Riedizioni: Erodoto, Storie 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PAROLE NEL VENTO Una politica che uccide non e' una politica, e' barbarie. Un governo che viola la Costituzione non e' un governo, e' una masnada di fuorilegge. Un parlamento che avalla il terrorismo, le stragi, le guerre (degli stati, di gruppi, di singoli) ha abdicato al suo ruolo di fare leggi che proteggano le concrete vite degli esseri umani di cui l'umanita' consiste. * La guerra e' il primo nemico dell'umanita' intera. L'unica politica di pace e' scegliere la pace. La pace si costruisce con la pace: disarmo, smilitarizzazione, aiuti umanitari, difesa intransigente ed alacre promozione di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, rispetto e cura della biosfera, consapevolezza che vi e' una sola umanita', e che questo e' l'unico mondo che abbiamo. La nonviolenza e' la via. 2. LE ULTIME COSE. LUCIANO BONFRATE: LA BEFFA DELL'ASSASSINO, OVVERO: IL SEGRETO DI KABUL Traduco nella lingua di noi plebei le lunghe concioni dei prominenti dinanzi alle gelide tombe degli assassinati: morire vi abbiamo lasciati morire a morire e ad uccidere vi abbiamo mandati noi siamo ancora vivi. Quanto e' bella la luce del mondo. 3. TESTIMONIANZE. MIRIAM RAWI: AFGHANISTAN, CONTRO IL TERRORISMO PER LA DEMOCRAZIA E LA PACE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 28 febbraio 2007 riprendiamo il testo dell'intervento di Miriam Rawi, rappresentante dell'organizzazione delle donne afghane "Rawa" in Afghanistan e nei campi profughi in Pakistan, a un'assemblea del movimento pacifista svoltasi il 25 febbraio a Roma (la traduzione e' di Marina Impallomeni). Dalla medesima fonte riprendiamo anche la seguente scheda sull'associazione (redatta da Simona Cataldi, del Coordinamento italiano di sostegno alle donne afgane): "Rawa, associazione rivoluzionaria delle donne afghane, da trent'anni porta avanti una battaglia per la difesa dei diritti delle donne nell'ambito di uno stato laico e democratico, libero dal fondamentalismo religioso. Rawa nasce nel 1977 alla vigilia del colpo di stato diretto da Mosca. Nel '79, in seguito all'occupazione sovietica, l'associazione fu direttamente coinvolta nella guerra di resistenza e assunse una posizione piu' definita che, al contrario dei jehadi, combattenti della "guerra santa", rivendicava la laicita' come unica base da cui partire per la costruzione di uno stato democratico e come unico strumento per garantire il rispetto di tutte le religioni ed impedire il loro uso politico. In quel momento storico il sostegno degli americani e delle potenze straniere coinvolte (Pakistan e Arabia Saudita) ando' solamente alla resistenza fondamentalista che aveva propugnato la jihad contro l'invasore ateo e nessuno bado' alle discriminazioni sessuali e agli omicidi di massa di cui i jehadi si macchiarono ne' qualcuno si preoccupo' della soppressione violenta di moderati e democratici della resistenza antisovietica. La fondatrice di Rawa, Meena, allora appena trentenne, fu assassinata dagli agenti dei servizi segreti afghani. Da allora ad oggi, il destino delle opposizioni democratiche non e' cambiato. Ancora oggi Rawa e' costretta a lavorare nell'ombra e ad adottare estreme misure di sicurezza pena il rischio per chi ne fa parte di perdere la vita. Rawa e' l'unica organizzazione femminile che lavora sul doppio binario sociale e politico accompagnando all'assistenza umanitaria per i bisogni materiali causati da poverta' e sfruttamento l'ininterrotta denuncia delle disparita' e delle violazioni dei diritti umani generati dall'integralismo religioso. L'attivita' di rawa e' testimoniata e fruibile ogni giorno dal sito www.rawa.org, che sono riuscite a costruire da autodidatte"] L'Afghanistan non e' il paese liberato e pacificato del quale parlano i media. Cinque anni fa gli Usa e i loro alleati hanno attaccato il nostro paese dicendo di voler portare diritti umani, democrazia e liberta' in questo paese sconvolto dalla guerra. Il regime taleban e' caduto e si e' insediato il regime fantoccio di Hamid Karzai, del quale fanno parte i criminali dell'Alleanza del Nord che tutto il mondo conosce. Le politiche di Karzai e dei suoi padroni occidentali hanno oggi portato l'Afghanistan a una situazione molto critica: il disastro e' una bomba a orologeria che puo' esplodere in qualunque momento. In questi cinque anni, sotto le insegne della "democrazia" e della "liberta'", sono stati usati con successo il tradimento e la beffa, e la situazione in cui versano i diritti umani e' l'effetto del doloroso inganno di questo governo, guidato dai signori della guerra. Senza dubbio la guerra al terrore ha rovesciato il regime misogino e barbaro dei taleban, ma non ha rimosso il fondamentalismo islamico, che e' alla radice della sofferenza di tutto il popolo afghano. Essa ha semplicemente sostituto un regime fondamentalista con un altro. Ora abbiamo un parlamento pieno di signori della guerra, tra cui capi criminali jehadi, ex comandanti taleban e alcuni ex fantocci dell'Urss. Persone che dovrebbero essere processate prima di chiunque altro per i loro crimini, si apprestano a legiferare in nome del popolo afghano. Il dominio degli eserciti privati dei signori della guerra in diverse parti del paese, e gli scontri interni ai diversi gruppi, hanno causato la perdita di vite innocenti. * I signori dell'oppio e degli aiuti La coltivazione del papavero da oppio si e' estesa. Il governo ha vietato ai coltivatori, poveri e affamati, di coltivare il papavero da oppio, ma permette ai potenti signori della droga di continuare a fare affari sporchi con il narcotraffico. L'Afghanistan ha ricevuto 12 miliardi di dollari di aiuti, e alla conferenza di Londra sono stati promessi altri 10 miliardi. Ma neanche una minima parte di questi fondi e' stata usata per il benessere della popolazione. La corruzione e le frodi del governo fanno confluire miliardi di dollari nelle tasche dei pezzi grossi. Le condizioni di sicurezza in Afghanistan sono critiche: le donne e le bambine sono le piu' colpite. Uomini armati dell'Alleanza del Nord hanno preso parte a stupri, rapimenti, omicidi, saccheggi e ad altre forme di violenza. Nonostante la presenza di piu' di 35.000 militari stranieri a Kabul e in altre citta', gli operatori delle organizzazioni non governative (ong) e dell'Onu vengono rapiti alla luce del giorno, mentre persone innocenti vengono uccise in missioni suicide. Secondo l'Onu, l'Afghanistan sta affrontando disastri sanitari ancora peggiori dello tsunami del 2004. Ogni giorno, 700 bambini e 50-70 donne muoiono per mancanza di assistenza medica. Centinaia di persone muoiono di fame o per i rigori dell'inverno. Contrariamente a quanto si sostiene, non c'e' traccia di liberta' d'espressione. Secondo l'Associazione afghana dei giornalisti indipendenti, solo lo scorso anno si sono verificati piu' di quaranta casi di aggressioni a giornalisti, tra cui omicidi e molti casi di rapimento, aggressioni, incarcerazioni. Recentemente il sindacato dei giornalisti afghani ha anche protestato per il grado di censura imposta dal governo. L'imbarazzante sconfitta riportata nella guerra in Iraq non ha lasciato agli Stati Uniti altra scelta se non quella di spacciare l'Afghanistan per un successo, che cio' si traduca in dolore e sofferenze per il popolo afghano, o no. La mancanza di accordo tra i paesi membri della Nato, e alcune prese di posizione sgradite agli Usa, hanno reso la situazione piu' difficile per la Casa Bianca. L'America cerca di mantenere in Afghanistan una stabilita' fragile e momentanea. Cosi' facendo, spera di far passare in tutto il mondo un'immagine di successo nella promozione di un Afghanistan "democratico", una "democrazia dei B52". Spero abbiate capito che il nostro devastato paese non e' affatto liberato. Noi siamo convinte che le condizioni attuali non cambieranno, e l'Afghanistan non sara' liberato dalla piaga del terrorismo e del fondamentalismo religioso, finche' i signori della guerra non saranno disarmati, rimossi dalla scena politica e processati per i loro crimini di guerra. Negli ultimi ventitre anni abbiamo avuto un atteggiamento critico verso le politiche afghane, specialmente nell'ultimo decennio, perche' e' stato il governo americano a creare, armare e sostenere i gruppi fondamentalisti criminali e i mercenari arabi che hanno poi portato alla terribile tragedia dell'11 settembre. E' un segreto di Pulcinella che tutte queste bande terroristiche islamiche, dall'Alleanza del Nord ai taleban e ad Al-Qaeda, sono un prodotto del governo Usa. Cio' ha reso la vita della popolazione afghana una tortura, e mette a rischio anche quella della popolazione americana. * L'Alleanza peggio dei talebani Ora il paese e' governato da esponenti dell'Alleanza del Nord, i piu' infidi stupratori e assassini, con l'appoggio dell'America. Essi sono peggiori dei terroristi taleban e arabi. Oggi tutti i principali leader dell'Alleanza del Nord sono al potere e hanno posizioni chiave nel governo. Anche Human Rights Watch ha scritto, il 27 settembre 2006: "I taleban ed altri gruppi anti-governativi in Afghanistan hanno ottenuto il consenso della popolazione perche' il governo afghano non ha garantito un livello minimo di sicurezza e sviluppo; essi hanno usato la presenza nel governo dei signori della guerra per screditare l'amministrazione del presidente Karzai e i suoi sostenitori internazionali". Le forze di peace-keeping si trovano nel nostro paese per la pressione degli Usa sui rispettivi governi. Anche se hanno intenzione di aiutare l'Afghanistan, purtroppo le loro azioni avvantaggiano interessi politici, economici e strategici degli Usa. Il nostro popolo considera il governo americano un amico dei nostri nemici. Negli ultimi tre decenni gli Stati Uniti hanno sostenuto gli elementi e i gruppi responsabili di tutte le disgrazie, i problemi e le devastazioni che hanno colpito il nostro paese. E questa politica prosegue. Se i governi vogliono giocare un ruolo positivo nell'aiutare l'Afghanistan, devono rendersi indipendenti dalle politiche Usa; devono dimostrare al popolo afghano di essere sia contro i taleban, sia contro Al Qaeda, sia contro i terroristi dell'Alleanza del Nord. I veri amici del popolo afghano devono opporsi sia ai terroristi filo-americani dell'Alleanza del Nord, sia ai terroristi anti-americani (taleban). * Una iniziativa senza gli Usa Pensiamo che nessun paese possa esportare liberta' e democrazia in un altro paese, ma altri paesi possono essere d'aiuto alla nostra gente per combattere i suoi nemici. Se altri governi volessero giocare un ruolo positivo in Afghanistan dovrebbero agire indipendentemente dalle politiche statunitensi; dovrebbero dimostrare alla popolazione afghana di essere sia contro i terroristi talebani e di al-Qaeda, sia contro quelli dell'Alleanza del Nord. Se le truppe internazionali rimanessero sulla base di una loro iniziativa, senza obbedire alla politica statunitense, sicuramente godrebbero del sostegno e delle simpatie del popolo afghano. Se vogliono veramente essere d'aiuto al popolo afghano, le truppe di pace devono avere una loro linea politica chiara, che si opponga ai fondamentalisti di tutte le fazioni, che rimuova dal potere i signori della guerra e i leader terroristi e completi il disarmo delle loro milizie; che faccia pressione sui paesi confinanti affinche' smettano di interferire, che si fidi del popolo afghano, sostenga le forze democratiche e ci aiuti ad arrestare e a processare in un tribunale internazionale i criminali che hanno violato i diritti umani e che siedono nei posti di potere dell'attuale governo. "Rawa" e' stata fondata a Kabul nel 1977. Da allora abbiamo aperto scuole, orfanotrofi, ambulatori medici, progetti di microcredito. Abbiamo organizzato dimostrazioni pubbliche, prodotto pubblicazioni, oltre al nostro sito web, e cosi' via. * Le donne contro i fondamentalisti Ci battiamo per un governo democratico e laico, la sola cura per le ferite del popolo afghano e in particolare delle donne. E' evidente che le donne di "Rawa", battendosi contro il terrorismo e il fondamentalismo, corrono forti rischi in un paese ancora controllato dai signori della guerra armati. Lavoriamo per accrescere la consapevolezza e organizzare le donne in settori legali e sociali, e per aumentare il loro livello di istruzione e alfabetizzazione. Crediamo che l'istruzione sia potere. Le donne afghane non potranno combattere per i loro diritti finche' non saranno equipaggiate con l'arma piu' affilata contro l'ignoranza e il fondamentalismo. Con le armi dell'istruzione, i loro diritti non potranno essere ignorati da nessun governo del paese. Rawa ha chiesto spesso che i veri amici del nostro popolo sostengano le forze democratiche e non i nostri nemici. Essi dovrebbero fare pressione perche' i terroristi siano rimossi dal potere e i comandanti militari disarmati, e perche' i criminali siano giudicati da un tribunale internazionale. Se i nemici della democrazia e della pace possono essere uniti, perche' non dovrebbero unirsi le persone che amano la liberta' e combattono il fondamentalismo nel mondo? Fate sentire la vostra voce insieme a noi, contro il terrorismo e per difendere la democrazia e la pace. 4. TESTIMONIANZE. ADOLFO PEREZ ESQUIVEL: L'ITALIA NON DIMENTICHI IL "PLAN CONDOR" [Dal quotidiano "Il manifesto" del 2 marzo 2007 riprendiamo il seguente intervento pubblicato come anticipazione dal numero 97 della rivista "Latinoamerica", in uscita a meta' marzo in libreria. Adolfo Perez Esquivel e' nato in Argentina nel 1931, scultore e architetto, attivista nonviolento per i diritti umani, impegnato nel Movimento Internazionale della Riconciliazione, fondatore del "Servicio Paz y Justicia"; incarcerato, torturato, perseguitato per il suo impegno nonviolento; premio Nobel per la Pace nel 1980; e' una delle grandi figure della nonviolenza. Da un sito dedicato alle persone cui sono stati attribuiti i premi Nobel per la pace riprendiamo la seguente piu' ampia scheda: "Adolfo Perez Esquivel nasce a Buenos Aires, Argentina, nel 1931. Completati gli studi alla Scuola nazionale di belle arti e all'Universita' di La Plata, insegna per 25 anni nelle scuole elementari e secondarie, e all'universita'. Come artista, realizza numerose opere plastiche e gli vengono dedicate mostre internazionali. Negli anni '60, Adolfo Perez Esquivel inizia a lavorare con organizzazioni popolari coinvolte nel movimento cristiano nonviolento in America Latina. Nel 1974 viene eletto coordinatore generale dei gruppi di base che militano in modo nonviolento per la liberazione del continente. Dopo il golpe argentino del 1976, quando i militari mettono in atto una politica di repressione sistematica, contribuisce alla formazione e al rafforzamento dei legami tra le organizzazioni popolari che lottano per i diritti umani e aiutano le famiglie delle vittime. In questo contesto nasce il Servicio Paz y Justicia di cui e' fondatore e che e' stato uno strumento di difesa dei diritti umani, promuovendo una campagna internazionale per denunciare le atrocita' commesse dal regime militare. Nel 1975 Adolfo Perez Esquivel viene arrestato in Brasile dalla polizia militare, e di nuovo nel 1976 in Ecuador, insieme a vescovi latinoamericani e statunitensi, e di nuovo nel 1977 a Buenos Aires, nel quartier generale della polizia federale dove e' torturato, detenuto senza processo, e liberato soltanto 14 mesi piu' tardi. Mentre e' incarcerato riceve, tra gli altri riconoscimenti, il Memoriale per la Pace di Papa Giovanni XXIII; nel 1980, gli viene conferito il Premio Nobel per la Pace, per il suo impegno in difesa dei diritti umani E' presidente del comitato d'onore del Servicio Paz y Justicia dell'America Latina e della Lega internazionale per i diritti e la liberazione dei popoli, ed e' membro del Tribunale permanente dei popoli. Ha pubblicato El Cristo del Poncho e Caminar junto a los Pueblos (1995) sulle esperienze nonviolente in America Latina"] Caro Prodi, hai dimenticato i metodi infami del "Plan Condor"? Un detto popolare dice: "Dimmi con chi vai e ti diro' chi sei". E' un detto che potrebbe applicarsi alle relazioni internazionali del governo italiano di Prodi, quando autorizza l'ampliamento della base militare degli Stati Uniti a Vicenza. L'Italia ed altri paesi europei si trovano scossi per la violazione della loro sovranita' e per l'uso dei propri aeroporti da parte degli agenti della Cia, per il sequestro e la tortura di persone segnalate dagli Stati Uniti come sospetti terroristi. La giustizia italiana ha iniziato il processo a ventisei nordamericani e cinque italiani per il sequestro, a Milano, il 17 febbraio del 2003, di un imam egiziano, Abu Omar, catturato dagli agenti della Cia e trasportato prima nella base nordamericana di Aviano, e poi nel vicino Egitto. Il sequestro e la sparizione di persone, cosi' come la tortura, sono crimini di lesa umanita', e inoltre ci sono prove in tutta Europa dell'uso e dei metodi impiegati dagli Stati Uniti, molto simili a quelli delle dittature militari latinoamericane, come successe nell'"Operazione Condor", che utilizzo' "gruppi speciali", trasportando prigionieri da un paese all'altro, violando la sovranita', il diritto internazionale e generando insicurezza e impunita'. * Il governo italiano non puo' ignorare che gli Stati Uniti violano sistematicamente i diritti umani. Nonostante questo, insiste nel dare l'autorizzazione per l'ampliamento di una base militare, senza tenere in conto il danno che questa decisione provoca al popolo italiano e all'umanita'. E' necessario rinfrescare la memoria e sapere fino a che punto si e' giunti. L'Italia ha dimenticato quello che e' successo in Iraq con il sequestro di Giuliana Sgrena, il riscatto della giornalista e l'assassinio di Nicola Calipari che si adopero' per liberarla, e l'impunita' dei responsabili della sua morte, protetti dagli Stati Uniti? Il governo italiano ha dimenticato le bugie di Bush per invadere l'Afghanistan e l'Iraq? Ha dimenticato le torture, le vessazioni e le atrocita' commesse contro i prigionieri nelle carceri dell'Iraq e nella base militare nordamericana di Guantanamo, a Cuba, negando loro il diritto a una giusta difesa, applicando la tortura e un atteggiamento crudele e degradante? E' necessario che il governo italiano inoltri la richiesta di estradizione del giudice al governo degli Stati Uniti. Paese che disconosce e scavalca le Nazioni Unite, i patti e i protocolli internazionali; nonostante sia stato uno dei paesi che all'epoca appoggio' la creazione delle Nazioni Unite e della Dichiarazione universale dei diritti umani. Disgraziatamente il governo di Bush disconosce la storia del suo paese, spingendolo a un'avventura nei paesi invasi come Iraq e Afghanistan. Insomma, applica il terrorismo di stato, negando lo stato di diritto. Il Parlamento europeo ha censurato i governi di dieci paesi, tra i quali Italia, Gran Bretagna e Germania, per aver coperto i voli della Cia. La relazione pubblicata ha segnalato che sul territorio europeo ci sono stati 1.245 i voli per il trasporto di prigionieri. Questi governi si dichiarano democratici, pero' agiscono negando il diritto ai cittadini e sono complici di gravi violazioni del diritto di persone e popoli. E' preoccupante che il governo di Prodi, piuttosto che cercare la verita' e la giustizia, preferisca occultarle e lasciare la situazione impunita, con il pretesto del segreto di stato. Qualunque stato deve essere al servizio del popolo e mai il popolo al servizio dello stato, e meno ancora puo' permettere al governo di turno l'occultamento di fatti che danneggino la sua sovranita'. L'Italia deve rispettare la Convenzione europea dei diritti umani, i patti e i protocolli internazionali. Deve promuovere e appoggiare il giudizio per i ventisei agenti della Cia, responsabili del sequestro e trasporto di persone, che hanno violato la sovranita' nazionale. * E' un segno di speranza che il popolo italiano si sia mobilitato a Vicenza per chiedere al governo di non permettere l'ampliamento di una base militare degli Stati Uniti. Il mondo non ha bisogno di altre basi militari che impiegano risorse milionarie per la morte e la distruzione. Risorse che dovrebbero essere investite per la vita dei popoli, per sconfiggere la fame nel mondo e promuovere lo sviluppo, dare un posto agli immigrati e non discriminarli. E' necessario che il presidente Prodi sia coerente nel dire e nel fare. Non e' possibile parlare di democrazia e stato di diritto, quando si appoggiano politiche che attentano contro la vita dei popoli, imposte da un paese come gli Stati Uniti che, per quanto potente sia, viola sistematicamente i diritti umani, la sovranita' dell'Italia e di altri paesi, e mette a rischio l'umanita'. 5. LETTURE. FRANCESCO PISTOLATO (A CURA DI): DIE VERBORGENE TUGEND - LA VIRTU' NASCOSTA Francesco Pistolato (a cura di), Die verborgene Tugend - La virtu' nascosta. Eroi sconosciuti e dittatura in Austria 1938-1945, Europrint Editore, Quinto di Treviso 2007, pp. 160, euro 10. Il volume e' il catalogo bilingue (tedesco e italiano) della mostra fotografica realizzata dall'Associazione Biblioteca Austriaca di Udine in collaborazione con il Dokumentationsarchiv des oesterreichischen Widerstandes di Vienna "La virtu' nascosta. Eroi sconosciuti e dittatura in Austria 1938-1945", con contributi, oltre che del curatore (coordinatore scientifico della Biblioteca di studi austriaci presso l'Universita' di Udine e benemerito degli studi per la pace), di Karl Stuhlpfarrer, Raoul Pupo, Ursula Schwarz, Tina Bahovec, e un'ampia e pregevole documentazione. E' un lavoro particolarmente utile per gli storici della Resistenza, per le persone amiche della nonviolenza, per chiunque e' impegnato nell'educazione alla pace e ai diritti umani, e in definitiva per ogni persona di volonta' buona. La mostra e' disponibile anche nel sito www.abaudine.org e puo' essere noleggiata facendone richiesta all'indirizzo di posta elettronica: fpistolato at yahoo.it (allo stesso indirizzo puo' essere richiesto il volume). 6. RILETTURE. SIMONE DE BEAUVOIR: LA CEREMONIE DES ADIEUX Simone de Beauvoir, La ceremonie des adieux suivi de Entretiens avec Jean-Paul Sartre aout-septembre 1974, Gallimard, Paris 1981, 2001, pp. 640, euro 11. Il libro dedicato agli ultimi dieci anni di vita e alla scomparsa di Sartre, seguito dalle conversazioni registrate tra Roma e Parigi nel '74. "La sua morte ci ha separato. La mia morte non ci riunira'. E' cosi'; e' gia' bello che le nostre vite abbiano potuto consonare per cosi' lungo lasso di tempo". L'insieme dell'opera di Simone de Beauvoir, dal Secondo sesso alla memorialistica (che ci sembrano essere i suoi due capolavori), dalla narrativa alla saggistica di pensiero e d'intervento, ci sembra costituire un documento e un riferimento ineludibili. 7. RIEDIZIONI. ERODOTO: STORIE Erodoto, Storie, Mondadori, Milano 2000, 2007, 2 voll. per complessive pp. XLVI + 1696, euro 12,90 + 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). In una stessa opera hai le Mille e una notte, il Milione, Tristi tropici; Shakespeare, Cervantes, Melville; Boccaccio, Machiavelli e Guicciardini; la sapienza arcaica e la ragione greca; la storia come pensiero e come azione e la gioia di narrare. E' il miracolo erodoteo, che per primo mi rivelo' il mio maestro di apertura alla grecita' come antifascismo, come rigore morale ed impegno civile: Raimondo Pesaresi. Con testo a fronte, traduzione e note a cura di Luigi Annibaletto, un saggio introduttivo di Kenneth H. Waters, una bibliografia essenziale a cura di Cristina Borgia (puo' esser utile aver sotto gli occhi anche un'altra edizione tradotta e commentata, ad esempio quella in quattro volumi presso Rizzoli del 1984 curata da Daniela Fausti - che ripropone, con un'introduzione di Filippo Cassola, la traduzione di Augusta Izzo d'Accinni e offre a fronte il testo critico oxoniense di Hude, mentre la mondadoriana adotta quello delle Belles Lettres di Legrand). 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 18 del 4 marzo 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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