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Minime. 6
- Subject: Minime. 6
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 20 Feb 2007 00:19:54 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 6 del 20 febbraio 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Daniele Lugli: Il potere di tutti e' nonviolenza in azione 2. Il 21 febbraio a Ferrara 3. Luisa Muraro: Cambiamenti nel paradigma della politica 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento 5. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. DANIELE LUGLI: IL POTERE DI TUTTI E' NONVIOLENZA IN AZIONE [Dagli amici del Movimento Nonviolento (per contatti: an at nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo il seguente intervento di Daniele Lugli che appare anche nel sito www.nonviolenti.org Daniele Lugli (per contatti: daniele.lugli at libero.it) e' il segretario nazionale del Movimento Nonviolento, figura storica della nonviolenza, unisce a una lunga e limpida esperienza di impegno sociale e politico anche una profonda e sottile competenza in ambito giuridico ed amministrativo, ed e' persona di squisita gentilezza e saggezza grande] I timori della vigilia si sono dissolti al sole di Vicenza, nel fiume di persone, donne uomini, bimbi, giovani, adulti, anziani che l'hanno stretta in un festoso abbraccio per ore. La partecipazione, larga e consapevole, e' un messaggio preciso a chi, con responsabilita' istituzionali, ha cercato, con i suoi messaggi, di scoraggiare l'affluenza. Gli applausi tributati ai cittadini americani, che hanno manifestato gia' nel corteo la loro adesione all'iniziativa, hanno dato un segno ben diverso dal bruciare bandiere a stelle e strisce, come in altre occasioni avvenuto. Puo' essere un insegnamento importante anche per chi crede di farsi cosi' antagonista/protagonista (e come tale viziato dai media). Lascia molti e differenti impegni e la speranza che siano ben affrontati. In primo luogo cio' vale per i cittadini di Vicenza. A loro spetta allargare e approfondire la consapevolezza che la loro e' azione per un vivere civile e partecipato, in un ambiente migliore e piu' sicuro, e assieme indicazione che altre sono le basi - di confronto, convivenza, collaborazione piuttosto che militari - da costruire e ampliare, nei popoli e tra i popoli. E' una riflessione che si consegna ai rappresentanti eletti. Ad essi spetta il non facile compito di elaborare e tradurre in conseguente azione, di politica interna ed estera, una volonta' di pace, che ha un punto sensibile nella questione delle basi militari a disposizione di guerre sempre piu' illimitate e incontrollate. Costituisce un banco di prova per lo stesso movimento per la pace. A tutte le sue componenti dovrebbe essere ora piu' chiara la necessaria congruenza tra i fini e i mezzi impiegati, per diffonderli e approfondirli. La maturita' dimostrata, anche in condizioni difficili e aperte alle provocazioni (triste e inquietante il ritorno della sigla Br alla vigilia della manifestazione), e' punto di partenza. Il Movimento Nonviolento, unito a tutti gli amici della nonviolenza (e ce ne erano veramente tanti nel corteo), non fara' mancare il suo piu' persuaso contributo in tutte le sedi e le forme che saranno possibili. Sarebbe piaciuto ad Aldo Capitini quel corteo di popolo in cui si mescolavano grandi idee e concretissime rivendicazioni ("patate e ideali" avrebbe detto) e in cui si manifestava quel potere di tutti, senza il quale non si da' vera democrazia. 2. INCONTRI. IL 21 FEBBRAIO A FERRARA [Da Elena Buccoliero (per contatti: e.buccoliero at comune.fe.it) riceviamo e diffondiamo. Elena Buccoliero, nata a Ferrara nel 1970, collabora ad "Azione nonviolenta" e fa parte del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento; lavora per Promeco, un ufficio del Comune e dell'Azienda sanitaria locale di Ferrara dove si occupa di adolescenti con particolare attenzione al bullismo e al consumo di sostanze psicotrope, e con iniziative rivolte sia ai ragazzi, sia agli adulti; a Ferrara, insieme ad altri amici, anima la Scuola della nonviolenza. E' autrice di diverse pubblicazioni, tra cui il recente (con Marco Maggi), Bullismo, bullismi, Franco Angeli, Milano 2005. Un piu' ampio profilo biobibliografico di Elena Buccoliero e' nel n. 836 di questo foglio. Fulvio Cesare Manara (per contatti: philosophe0 at tin.it) e' un prestigioso studioso e amico della nonviolenza; nato a Bergamo il 29 giugno 1958, coniugato con tre figli, laureato in filosofia presso l'Universita' di Milano discutendo la tesi "Fides falsa. Il concetto di eresia in Tommaso d'Aquino", ha frequentato seminari di ricerca e studio presso vari enti: il Program on Nonviolent Sanctions della Harvard University, la Western Michigan University, la American Philosophical Association (Central Division), e la Albert Einstein Institution (Cambridge, Ma, Usa). Perfezionatosi a Padova in didattica della filosofia, e' stato ricercatore esterno della Fondazione Tovini presso il Dipartimento di filosofia dell'Universita' di Padova, dove ha condotto una ricerca sul laboratorio di filosofia. Nell'anno accademico 2004-2005 ha insegnato "Religioni e diritti dell'uomo" al Master di II livello dell'Universita' degli Studi di Bergamo. Nel settore della didattica della filosofia insegna filosofia e storia nei licei statali; opera quale formatore di formatori e interviene in corsi di formazione promossi da istituti superiori in varie parti d'Italia ed in seminari e corsi promossi dal Ministero e da altre agenzie (la piu' recente attivita' e' la funzione di moderatore in due forum della Sfi per l'Indire); ha collaborato al laboratorio di didattica della filosofia presso la Siss Veneto; e' membro del consiglio direttivo e della commissione didattica nazionale della Societa' filosofica italiana; suo campo di sperimentazione e di indagine e' la comunita' di ricerca filosofica e il laboratorio di filosofia; collabora in qualita' di redattore a "Comunicazione filosofica. Rivista telematica di ricerca e didattica filosofica" (sito: www.getnet.it/sfi/013.html); collabora in qualita' di formatore esterno al corso di perfezionamento in filosofia e didattica della filosofia dell'Universita' di Bari, e al corso di perfezionamento in metodologia dell'insegnamento filosofico presso l'Universita' di Padova. Nel settore disciplinare della didattica della filosofia ha pubblicato una quindicina di saggi e alcune recensioni, oltre al volume "Comunita' di ricerca e iniziazione al filosofare. Appunti per una nuova didattica della filosofia", Lampi di Stampa, Milano 2004. Nel settore degli studi sulla nonviolenza si occupa continuativamente di etica della nonviolenza, settore in cui ha pubblicato una ventina tra saggi e articoli; opera quale formatore con esperienza di metodologia attiva: addestrato nelle competenze dell'ascolto attivo e della gestione del lavoro di gruppo, grazie ad una esperienza ventennale di animazione e facilitazione di gruppi, anima a sua volta all'ascolto attivo, ad una gestione di gruppo centrata sulla leadership partecipativa ed alla trasformazione nonviolenta dei conflitti. Dal 2002 e' collaboratore della cattedra di Pedagogia sociale dell'Universita' di Bergamo, ove si occupa in particolare del tema della trasformazione nonviolenta dei conflitti. Tra le opere di Fulvio Cesare Manara: Scritti vari sulla nonviolenza, l'obiezione di coscienza e l'educazione alla pace, Eirene, Bergamo 1990; (a cura di), La nonviolenza si impara, Celsb, Bergamo 2003; Tra cattedra e vita. Comunicazione e insegnamento della filosofia tra Kant e Gentile, Lampi di stampa, Milano 2004; Comunita' di ricerca e iniziazione al filosofare. Appunti per una nuova didattica della filosofia, Lampi di Stampa, Milano 2004; Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006. Martin Luther King, nato ad Atlanta in Georgia nel 1929, laureatosi all'Universita' di Boston nel 1954 con una tesi sul teologo Paul Tillich, lo stesso anno si stabilisce, come pastore battista, a Montgomery nell'Alabama. Dal 1955 (il primo dicembre accade la vicenda di Rosa Parks) guida la lotta nonviolenta contro la discriminazione razziale, intervenendo in varie parti degli Usa. Premio Nobel per la pace nel 1964, piu' volte oggetto di attentati e repressione, muore assassinato nel 1968. Opere di Martin Luther King: tra i testi piu' noti: La forza di amare, Sei, Torino 1967, 1994 (edizione italiana curata da Ernesto Balducci); Lettera dal carcere di Birmingham - Pellegrinaggio alla nonviolenza, Movimento Nonviolento, Verona 1993; L'"altro" Martin Luther King, Claudiana, Torino 1993 (antologia a cura di Paolo Naso); "I have a dream", Mondadori, Milano 2001; cfr. anche: Marcia verso la liberta', Ando', Palermo 1968; Lettera dal carcere, La Locusta, Vicenza 1968; Il fronte della coscienza, Sei, Torino 1968; Perche' non possiamo aspettare, Ando', Palermo 1970; Dove stiamo andando, verso il caos o la comunita'?, Sei, Torino 1970. Presso la University of California Press, e' in via di pubblicazione l'intera raccolta degli scritti di Martin Luther King, a cura di Clayborne Carson (che lavora alla Stanford University). Sono usciti sinora cinque volumi (di quattordici previsti): 1. Called to Serve (January 1929 - June 1951); 2. Rediscovering Precious Values (July 1951 - November 1955); 3. Birth of a New Age (December 1955 - December 1956); 4. Symbol of the Movement (January 1957 - December 1958); 5. Threshold of a New Decade (January 1959 - December 1960); ulteriori informazioni nel sito: www.stanford.edu/group/King/ Opere su Martin Luther King: Arnulf Zitelmann, Non mi piegherete. Vita di Martin Luther King, Feltrinelli, Milano 1996; Sandra Cavallucci, Martin Luther King, Mondadori, Milano 2004. Esistono altri testi in italiano (ad esempio Hubert Gerbeau, Martin Luther King, Cittadella, Assisi 1973), ma quelli a nostra conoscenza sono perlopiu' di non particolare valore: sarebbe invece assai necessario uno studio critico approfondito della figura, della riflessione e dell'azione di Martin Luther King (anche contestualizzandole e confrontandole con altre contemporanee personalita', riflessioni ed esperienze di resistenza antirazzista in America). Una introduzione sintetica e' in "Azione nonviolenta" dell'aprile 1998 (alle pp. 3-9), con una buona bibliografia essenziale. Alexander Langer e' nato a Sterzing (Vipiteno, Bolzano) nel 1946, e si e' tolto la vita nella campagna fiorentina nel 1995. Promotore di infinite iniziative per la pace, la convivenza, i diritti, l'ambiente. Per una sommaria descrizione della vita cosi' intensa e delle scelte cosi' generose di Langer rimandiamo ad una sua presentazione autobiografica che e' stata pubblicata col titolo Minima personalia sulla rivista "Belfagor" nel 1986 (poi ripresa in La scelta della convivenza). Opere di Alexander Langer: Vie di pace. Rapporto dall'Europa, Arcobaleno, Bolzano 1992; dopo la sua scomparsa sono state pubblicate alcune belle raccolte di interventi: La scelta della convivenza, Edizioni e/o, Roma 1995; Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995, Sellerio, Palermo 1996; Scritti sul Sudtirolo, Alpha&Beta, Bolzano 1996; Die Mehrheit der Minderheiten, Wagenbach, Berlin 1996; Piu' lenti, piu' dolci, piu' profondi, suppl. a "Notizie Verdi", Roma 1998; The Importance of Mediators, Bridge Builders, Wall Vaulters and Frontier Crossers, Fondazione Alexander Langer Stiftung - Una Citta', Bolzano-Forli' 2005; Fare la pace. Scritti su "Azione nonviolenta" 1984-1995, Cierre - Movimento Nonviolento, Verona, 2005; Lettere dall'Italia, Editoriale Diario, Milano 2005. Opere su Alexander Langer: Roberto Dall'Olio, Entro il limite. La resistenza mite di Alex Langer, La meridiana, Molfetta 2000; AA. VV., Una vita piu' semplice. Biografia e parole di Alexander Langer, Terre di mezzo - Altreconomia, Milano 2005. Si sta ancora procedendo alla raccolta di tutti gli scritti e gli interventi (Langer non fu scrittore da tavolino, ma generoso suscitatore di iniziative e quindi la grandissima parte dei suoi interventi e' assai variamente dispersa). Si vedano comunque almeno i fascicoli monografici di "Azione nonviolenta" di luglio-agosto 1996, e di giugno 2005; l'opuscolo di presentazione de La Fondazione Alexander Langer - Stiftung, suppl. a "Una citta'", Forli' (per richieste: tel. 054321422; fax 054330421, e-mail: unacitta at unacitta.it, sito: www.unacitta.it), ed il nuovo fascicolo edito dalla Fondazione nel maggio 2000; una nuova edizione ancora e' del 2004 (per richieste: tel. e fax 00390471977691, e-mail: info at alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org); la Casa per la nonviolenza di Verona ha pubblicato un cd-rom su Alex Langer (per informazioni: tel. 0458009803; fax 0458009212; e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org). Indirizzi utili: Fondazione Alexander Langer Stiftung, via Portici 49 Lauben, 39100 Bolzano-Bozen, tel. e fax 00390471977691; e-mail: info at alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org Giuliano Pontara (per contatti: giuliano.pontara at philosophy.su.se) e' uno dei massimi studiosi della nonviolenza a livello internazionale, riproduciamo di seguito una breve notizia biografica gia' apparsa in passato sul nostro notiziario (e nuovamente ringraziamo di tutto cuore Giuliano Pontara per avercela messa a disposizione): "Giuliano Pontara e' nato a Cles (Trento) il 7 settembre 1932. In seguito a forti dubbi sulla eticita' del servizio militare, alla fine del 1952 lascia l'Italia per la Svezia dove poi ha sempre vissuto. Ha insegnato Filosofia pratica per oltre trent'anni all'Istituto di filosofia dell'Universita' di Stoccolma. E' in pensione dal 1997. Negli ultimi quindici anni Pontara ha anche insegnato come professore a contratto in varie universita' italiane tra cui Torino, Siena, Cagliari, Padova, Bologna, Imperia, Trento. Pontara e' uno dei fondatori della International University of Peoples' Institutions for Peace (Iupip) - Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace (Unip), con sede a Rovereto (Tn), e dal 1994 al 2004 e' stato coordinatore del Comitato scientifico della stessa e direttore dei corsi. Dirige per le Edizioni Gruppo Abele la collana "Alternative", una serie di agili libri sui grandi temi della pace. E' membro del Tribunale permanente dei popoli fondato da Lelio Basso e in tale qualita' e' stato membro della giuria nelle sessioni del Tribunale sulla violazione dei diritti in Tibet (Strasburgo 1992), sul diritto di asilo in Europa (Berlino 1994), e sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia (sessioni di Berna 1995, come presidente della giuria, e sessione di Barcellona 1996). Pontara ha pubblicato libri e saggi su una molteplicita' di temi di etica pratica e teorica, metaetica e filosofia politica. E' stato uno dei primi ad introdurre in Italia la "Peace Research" e la conoscenza sistematica del pensiero etico-politico del Mahatma Gandhi. Ha pubblicato in italiano, inglese e svedese, ed alcuni dei suoi lavori sono stati tradotti in spagnolo e francese. Tra i suoi lavori figurano: Etik, politik, revolution: en inledning och ett stallningstagande (Etica, politica, rivoluzione: una introduzione e una presa di posizione), in G. Pontara (a cura di), Etik, Politik, Revolution, Bo Cavefors Forlag, Staffanstorp 1971, 2 voll., vol. I, pp. 11-70; Se il fine giustifichi i mezzi, Il Mulino, Bologna 1974; The Concept of Violence, Journal of Peace Research , XV, 1, 1978, pp. 19-32; Neocontrattualismo, socialismo e giustizia internazionale, in N. Bobbio, G. Pontara, S. Veca, Crisi della democrazia e neocontrattualismo, Editori Riuniti, Roma 1984, pp. 55-102; tr. spagnola, Crisis de la democracia, Ariel, Barcelona 1985; Utilitaristerna, in Samhallsvetenskapens klassiker, a cura di M. Bertilsson, B. Hansson, Studentlitteratur, Lund 1988, pp. 100-144; International Charity or International Justice?, in Democracy State and Justice, ed. by. D. Sainsbury, Almqvist & Wiksell International, Stockholm 1988, pp. 179-93; Filosofia pratica, Il Saggiatore, Milano 1988; Antigone o Creonte. Etica e politica nell'era atomica, Editori Riuniti, Roma 1990; Etica e generazioni future, Laterza, Bari 1995; tr. spagnola, Etica y generationes futuras, Ariel, Barcelona 1996; La personalita' nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Breviario per un'etica quotidiana, Pratiche, Milano 1998; Il pragmatico e il persuaso, Il Ponte, LIV, n. 10, ottobre 1998, pp. 35-49; L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006. E' autore delle voci Gandhismo, Nonviolenza, Pace (ricerca scientifica sulla), Utilitarismo, in Dizionario di politica, seconda edizione, Utet, Torino 1983, 1990 (poi anche Tea, Milano 1990, 1992). E' pure autore delle voci Gandhi, Non-violence, Violence, in Dictionnaire de philosophie morale, Presses Universitaires de France, Paris 1996, seconda edizione 1998. Per Einaudi Pontara ha curato una vasta silloge di scritti di Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, nuova edizione, Torino 1996, cui ha premesso un ampio studio su Il pensiero etico-politico di Gandhi, pp. IX-CLXI". Una piu' ampia bibliografia degli scritti di Giuliano Pontara (che comprende circa cento titoli) puo' essere letta nel n. 380 de "La nonviolenza e' in cammino"] Mercoledi' 21 febbraio, alle ore 21, presso il Centro di documentazione "Alexander Langer", in viale Cavour 142, a Ferrara si terra' un incontro sul tema "La testimonianza nonviolenta di Martin Luther King", con Fulvio Cesare Manara, del Movimento Nonviolento, ricercatore presso l'Universita' di Bergamo. Ben si colloca, in un ciclo sull'Antibarbarie [la nonviolenza intesa come nitida e coerente opposizione alla barbarie, giusta il titolo del piu' recente libro di Giuliano Pontara], un incontro su Martin Luther King, maestro di una nonviolenza che si confronta direttamente con il proprio tempo e che sa opporsi, limpida e determinata, ai piu' pesanti esempi di oppressione. Anche in questo caso si tratta di una testimonianza di grande attualita', mentre nuovi conflitti si affacciano sulla scena, sia in forme macro, sia nella convivenza quotidiana di persone che provengono da culture diverse. La testimonianza nonviolenta di Martin Luther King verra' presentata mercoledi' sera alle ore 21 da Fulvio Cesare Manara, membro del Movimento Nonviolento, filosofo, ricercatore presso l'Universita' di Bergamo e autore di numerose pubblicazioni sull'etica della nonviolenza. Per chi volesse maggiori informazioni suggeriamo il link al suo sito personale: http://lgxserver.uniba.it/lei/personali/manara/home.htm L'incontro e' gratuito e aperti a tutti gli interessati. Per informazioni: Centro "Aexander Langer", tel. 0532204890, e-mail: langer at ferraraterzomondo.it oppure: daniele.lugli at libero.it, sito: http://lascuoletta.volontariatoferrara.org La "Scuola della nonviolenza" di Ferrara e' promossa da: Movimento Nonviolento, Legambiente, Ferrara Terzo Mondo, Pax Christi e Commercio Alternativo, con il patrocinio del Comune di Ferrara - Progetto Ferrara citta' per la pace. 3. RIFLESSIONE. LUISA MURARO: CAMBIAMENTI NEL PARADIGMA DELLA POLITICA [Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo il testo della conferenza tenuta da Luisa Muraro presso l'Universita' di Girona il 19 dicembre 2006. Luisa Muraro, una delle piu' influenti pensatrici viventi, ha insegnato all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica femminile di "Diotima"; dal sito delle sue "Lezioni sul femminismo" riportiamo la seguente scheda biobibliografica: "Luisa Muraro, sesta di undici figli, sei sorelle e cinque fratelli, e' nata nel 1940 a Montecchio Maggiore (Vicenza), in una regione allora povera. Si e' laureata in filosofia all'Universita' Cattolica di Milano e la', su invito di Gustavo Bontadini, ha iniziato una carriera accademica presto interrotta dal Sessantotto. Passata ad insegnare nella scuola dell'obbligo, dal 1976 lavora nel dipartimento di filosofia dell'Universita' di Verona. Ha partecipato al progetto conosciuto come Erba Voglio, di Elvio Fachinelli. Poco dopo coinvolta nel movimento femminista dal gruppo "Demau" di Lia Cigarini e Daniela Pellegrini e' rimasta fedele al femminismo delle origini, che poi sara' chiamato femminismo della differenza, al quale si ispira buona parte della sua produzione successiva: La Signora del gioco (Feltrinelli, Milano 1976), Maglia o uncinetto (1981, ristampato nel 1998 dalla Manifestolibri), Guglielma e Maifreda (La Tartaruga, Milano 1985), L'ordine simbolico della madre (Editori Riuniti, Roma 1991), Lingua materna scienza divina (D'Auria, Napoli 1995), La folla nel cuore (Pratiche, Milano 2000). Con altre, ha dato vita alla Libreria delle Donne di Milano (1975), che pubblica la rivista trimestrale "Via Dogana" e il foglio "Sottosopra", ed alla comunita' filosofica Diotima (1984), di cui sono finora usciti sei volumi collettanei (da Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, a Il profumo della maestra, Liguori, Napoli 1999). E' diventata madre nel 1966 e nonna nel 1997". Judith Butler, pensatrice femminista americana, nata nel 1956, insegna attualmente retorica e letteratura comparata all'Universita' di Berkeley, California; e' figura di primo piano del dibattito contemporaneo su sessualita', potere e identita'; le sue ricerche rappresentano uno dei contributi piu' originali all'interno dei cultural studies e della queer theory. Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 marzo 2003 riprendiamo questa presentazione di Judith Butler scritta da Ida Dominijanni: "Judith Butler e' una delle massime figure di spicco nel panorama internazionale della teoria femminista. Docente di filosofia politica all'universita' di Berkeley in California, ha pubblicato nell'87 il suo primo libro (Subjects of Desire) e nel '90 il secondo, Gender Trouble, testo tuttora di culto nei campus americani, cruciale per la messa a fuoco delle categorie del sesso, del genere e dell'identita'. Del '93 e' Bodies that matter (Corpi che contano, Feltrinelli, Milano 1995), del '97 The Psychic Life of Power. Filosofa di talento e di solida formazione classica, Butler appartiene a quello stile di pensiero post-strutturalista che intreccia la filosofia politica con la psicoanalisi, la linguistica, la critica testuale; e a quella generazione del femminismo americano costitutivamente attraversata e tormentata dalle differenze sociali, etniche e sessuali fra donne e dalla frammentazione dell'identita' che ne consegue. Decostruzione dell'identita', analisi del corpo fra materialita' e linguaggio, critica della norma eterosessuale e dei dispositivi di inclusione/esclusione che essa comporta, critica del potere e del biopotere sono gli assi principali del suo lavoro, che sul piano politico sfocia in una strategia di radicalita' democratica basata sulla destabilizzazione e lo shifting delle identita'. Fin da subito attenta ai nefasti effetti dell'11 settembre e della reazione antiterrorista sulla democrazia americana, Butler e' fra gli intellettuali americani maggiormente imegnati nel movimento no-war. 'La rivista del manifesto' ha pubblicato sul n. 35 dello scorso gennaio il suo Modello Guantanamo, un atto d'accusa del passaggio di sovranita' che negli Stati Uniti si va producendo all'ombra dell'emergenza antiterrorista: fine della divisione dei poteri, progressivo svincolamento del potere politico dalla soggezione alla legge, crollo dello stato di diritto con le relative conseguenze sul piano del diritto penale (demolizione delle garanzie processuali) e del diritto internazionale (violazione di trattati e convenzioni). A dimostrazione di come la guerra in nome della liberta' e la soppressione delle liberta' si saldino in un'unica offensiva di abiezione dei 'corpi che non contano', per le strade di Baghdad e nelle gabbie di Guantanamo". Opere di Judith Butler disponibili in italiano: Corpi che contano, Feltrinelli, Milano 1995; La rivendicazione di Antigone, Bollati Boringhieri, Torino 2003; Vite precarie. Contro l'uso della violenza in risposta al lutto collettivo, Meltemi, Roma 2004; Scambi di genere. Identita', sesso e desiderio, Sansoni, Firenze 2004; Critica della violenza etica, Feltrinelli, Milano 2006. Sempre dalla fonte dell'articolo sopra riportato ("Alias", 7 ottobre 2006) riprendiamo anche la seguente scheda: "Di Judith Butler, filosofa californiana fra le piu' amate e discusse del panorama femminista internazionale, sono disponibili in italiano Scambi di genere (Sansoni 2004, opinabile traduzione di Gender Trouble, il libro del 1990 che l'ha resa famosa, consacrandola come teorica queer), Corpi che contano (Feltrinelli 1996), La rivendicazione di Antigone (Bollati Borighieri 2003), Vite precarie (Meltemi 2003), La vita psichica del potere (Meltemi 2005). Critica della violenza etica testimonia la piu' recente curvatura del percorso di Butler, che la porta ben oltre il dirompente inizio di Gender Truble, come lei stessa argomenta in Undoing Gender (Routledge 2004) di prossima uscita (Meltemi): la sua ricezione italiana, troppo legata alla sua immagine di partenza, dovrebbe giovarsene. Per un confronto fra posizioni diverse all'interno di una comune matrice femminista poststrutturalista, cfr. Il resoconto di un recente incontro in Polonia fra Butler e Rosi Braidotti in www.metamute.org". Alain Touraine (Hermanville-sur-Mer, 1925), illustre sociologo e cattedratico francese, docente all'Ecole Pratique des Hautes Etudes (ora Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales), e' uno degli intellettuali piu' noti e prestigiosi a livello internazionale. Tra le numerose opere di Alain Touraine segnaliamo particolarmente: La produzione della societa', Il Mulino, Bologna 1975; Per la sociologia, Einaudi, Torino 1978; Il ritorno dell'attore sociale, Editori Riuniti, Roma 1988; Critica della modernita', Il Saggiatore, Milano 1993; Eguaglianza e diversita', Laterza, Roma-Bari 1997; Liberta', uguaglianza, diversita', Il Saggiatore, Milano 1998; Come liberarsi del liberismo, Il Saggiatore, Milano 2000] Ci sono fatti che, come lampi nel buio, fanno una gran luce che dura poco e ci lasciano in un'oscurita' peggiore di prima: la caduta del muro di Berlino nel 1989, la caduta delle Torri gemelle di New York, nel 2001. Ho accostato eventi fra loro molto diversi, ma per un aspetto molto simili. Tutto va molto in fretta, sempre piu' in fretta e le cose erette per durare non stanno su. Dopo la caduta del muro di Berlino, qualcuno disse che la storia era finita, per dire che gli Usa erano destinati ad esercitare una stabile egemonia mondiale, ma il governo che si e' istallato alla Casa bianca ha fallito completamente questo traguardo. All'instabilita' evidente si accompagna il problema del senso della politica: che significato abbia in se' e per noi oggi. Se uno o una mi chiedesse: che cosa intendi per politica, la mia prima risposta sarebbe che questa e' una domanda alla quale la cultura occidentale oggi non sa rispondere. In questo senso si dice che il paradigma della politica e' in crisi. Il paradigma, detto in breve, e' una specie di modello basico che da' una certa coerenza ad un insieme di pratiche e di conoscenze senza impedire, anzi favorendo il loro sviluppo. Si dice che cambia il paradigma quando sono messi in questione dei presupposti fino allora tacitamente condivisi, in vista di nuove prospettive. Ma ci sono, e quali sono? Nella situazione in cui ci troviamo, secondo me, si deve rinunciare a formulare teorie vere e proprie. Ma non a leggere la realta' che cambia. Si fa come chi racconta il suo viaggio man mano che viaggia. Si fa tenendo conto dell'esperienza personale e ascoltando quella degli altri, delle altre. Non c'e' un punto di vista oggettivo, chi dice di averlo si sbaglia o imbroglia. Ma non siamo neanche condannati al soggettivismo, perche' ciascuno e ciascuna di noi e' parte della realta' che cambia e ne ha una qualche esperienza, e perche', con la parola, puo' comunicarla ad altre, altri. Sono finite le grandi narrazioni, si e' detto, ma non sono finite le narrazioni, anzi, e' cominciato il tempo delle molte narrazioni. La presente situazione potrebbe essere vista tutta all'insegna di un meno: ci manca un punto di vista oggettivo, non si puo' aspirare alla conoscenza scientifica (teorica), le grandi narrazioni sono finite, ecc. E' finita anche la grande politica, secondo il filosofo italiano Mario Tronti. Io sostengo invece che il disfarsi o disfieri (undoing, per parlare come Judith Butler, tradotto in italiano "disfatta", che e' piuttosto sbagliato) (1) delle costruzioni erette al tempo delle grandi narrazioni, fa vedere nuove figure e apre nuove possibilita'. E' questo il messaggio di uno degli episodi del film Undici settembre, quello della finestra che era sempre in ombra e che, con la caduta delle Torri, vede il sole. * Alla situazione di crisi da me descritta sopra, corrisponde, infatti, su un piano di risposte possibili, la pratica politica del movimento delle donne cosi' come si e' sviluppato dalla fine degli anni Sessanta del XX secolo. Questo movimento e' caratterizzato, in negativo, dall'assenza di un'organizzazione, sostituita da una rete di rapporti fra piccole aggregazioni informali e non gerarchiche, caratteristica che ritroviamo anche nel movimento no-global; in positivo, dalla pratica dell'autocoscienza e del partire da se', non praticate individualmente ma in relazione con altre. Ci siamo messe in condizione di leggere la realta' di cui eravamo parte, senza ricorrere a qualche visione d'insieme, e di contribuire alla sua trasformazione in un senso favorevole alla liberta' femminile. Questa trasformazione consiste nel passaggio ad un altro ordine di rapporti rispetto a quelli di tipo antagonistico, regolati dalla legge del piu' forte. L'idea era e rimane quella di cambiare il rapporto tra se' e se', con le altre donne e la realta' circostante, senza seguire una normativita' precostituita, etica o scientifica che sia, tenendo invece conto dei desideri propri e altrui, cercando le possibili vie di realizzazione, dando la preferenza alla ricerca del senso sull'efficienza, alle relazioni sulle leggi, al guadagno di autorita' sulla conquista di potere, cosi' da sottrarci all'oggettivazione del dominio, in primo luogo quello sessista ma non soltanto, e cosi' da sviluppare una soggettivita' autonoma in un contesto modificato non da fattori esterni ma dalla mediazione vivente delle singole e dei loro rapporti. Alain Touraine, autore di un libro molto interessante sulla politica delle donne, Le monde des femmes (Fayard, Paris 2006), intervistato sul "Manifesto' del 2 novembre scorso, parlando dei movimenti oggi attivi, ha detto: "Poi c'e' il movimento che piu' m'interessa, quello delle donne. Esso porta a una radicale trasformazione del campo culturale, una vera e propria creazione del contesto conflittuale, che viene cosi' sottratto ai gruppi dominanti: le donne, come attrici collettive, creano la posta in gioco e il campo culturale del conflitto con altri attori sociali (...), in altre parole costruiscono se stesse, riparano cio' che e' stato smembrato dalla globalizzazione, dall'esposizione alla deriva delle forze del mercato". La politica delle donne ha una somma di caratteristiche che la rendono adeguata alla crisi della politica che si vive in Occidente, nel senso che la interpreta creativamente, indicando delle vie d'uscita. C'e' qualcosa di strano nel fatto che un movimento come quello femminista, nato in una stagione di fiorente partecipazione politica, abbia prodotto un sapere in rispondenza con il nostro presente, cosi' difficile. Una spiegazione si trova, forse, considerando il gesto che ha dato avvio al movimento delle donne, quello della separazione: un certo numero di donne, prima poche, poi molte, che pure avevano davanti a se' la strada dell'emancipazione, hanno rotto con questa prospettiva perche' si sono accorte che su quella strada bisognava sempre scartare qualcosa di se', per conformarsi invece ad una misura stabilita da altri secondo le loro rappresentazioni. Fu come dar vita alla liberta' in totale poverta' di mezzi. * La cultura di sinistra ha continuato a misconoscere l'originalita' del femminismo, continuando a parlare di una "questione femminile" e dando il suo appoggio al femminismo di Stato. Il libro di Touraine e' un segnale notevole che le cose stanno cambiando, altri ve ne sono, purche' non si finisca, da parte delle donne, nel semplificatoio del bisogno di riconoscimento, cosi' sentito ai nostri giorni. Andrebbe perduto un elemento decisivo, la contraddizione vissuta di cio' che viene scartato dal potere che riproduce se stesso. La caratteristica comune di tutte le pratiche politiche inventate dal movimento femminista, che si tratti di trasformare i rapporti familiari, di agire per la riforma della scuola, di lottare contro la violenza sessista o di misurarsi con il mondo del lavoro, e' di alimentarsi da un senso libero di se', guadagnato e riguadagnato con l'ascolto di se' e degli altri, indipendentemente dalle misure gia' fatte. Mi spieghero' con un esempio. Nella presentazione di una conferenza internazionale dal titolo "Genere e potere", che si terra' a Roma nel 2007, leggiamo che negli ultimi trent'anni e' avvenuta "una svolta epocale", e sarebbe che solo ora "le donne hanno cominciato ad entrare a far parte della cerchia di coloro che decidono i destini della cosa pubblica". La mente va subito a nomi come Segolene Royal, Michelle Bachelet, Nancy Pelosi, Angela Merkel... senza considerare l'aspetto di cooptazione maschile che caratterizza, inevitabilmente, queste carriere. La politica delle donne e' un'altra cosa, non e' contro ma comincia prima e si sviluppa oltre; essa ha concepito, infatti, la possibilita' di oltrepassare i rapporti di potere e di questa possibilita', con tutta la gioia che puo' dare, ha fatto non un'utopia ma l'epicentro di un riguadagnato senso di se' (2). * Note 1. Judith Butler, Undoing Gender, New York 2004. 2. Cfr. Alain Touraine, op. cit., p. 106: "... C'est pourquoi les femmes se sentent superieures aux hommes". 4. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 5. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 6 del 20 febbraio 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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