[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Minime. 7
- Subject: Minime. 7
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 21 Feb 2007 00:17:15 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 7 del 21 febbraio 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Un dibattito parlamentare 2. "Azione nonviolenta" di gennaio-febbraio 2007 3. Luce Irigaray: Donne all'ombra del pubblico potere 4. Riedizioni: Eschilo, Le tragedie 5. Riedizioni: Omero, Iliade 6. Riedizioni: Seneca, Lettere morali a Lucilio 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. UN DIBATTITO PARLAMENTARE Un parlamento in cui non c'e' un solo partito che si opponga concretamente alla guerra e che difenda la legalita' costituzionale. Un parlamento in cui non c'e' un solo partito che si opponga concretamente ai campi di concentramento e che difenda i diritti umani di tutti gli esseri umani. Nella storia dell'Italia repubblicana mai c'era stato un parlamento cosi' totalitariamente imperialista, guerrafondaio, razzista. Certo, questo e' uno dei frutti del berlusconismo, che in forme meno rozze e sguaiate prosegue su temi fondamentali come la politica internazionale (e i suoi principali riflessi in politica interna) col consenso del ceto politico istituzionale tutto. Non ci sono al governo e in parlamento una sinistra riformista e una sinistra radicale: semplicemente non c'e' una sinistra. Ci sara' in questo parlamento almeno qualche parlamentare che sapra' votare contro la guerra, contro il razzismo, contro il militarismo, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la legalita' costituzionale? Ci sara' in questo parlamento almeno qualche parlamentare che dovendo esprimersi sulla politica internazionale del nostro paese scegliera' la pace, la democrazia, la nonviolenza? 2. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" DI GENNAIO-FEBBRAIO 2007 [Dalla redazione di "Azione nonviolenta" (per contatti: an at nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo] E' uscito il numero di gennaio-febbraio 2007 di "Azione nonviolenta", rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. In questo numero: 1907-2007. Un secolo fa, il futuro, gennaio-febbraio 1907, a cura di Luca Giusti; La politica della nonviolenza alla prova della guerra; sintesi del seminario del Movimento Nonviolento svoltosi a Verona nei giorni 21 e 22 ottobre 2006; Azione diretta nonviolenta per distruggere gli ogm, e poi i falciatori volontari regalano sementi biologiche, intervista ad Anna Massina, a cura di Angela e Beppe Marasso; Jean Van Lierde, pioniere europeo dell'obiezione di coscienza, ha dedicato la propria vita alle cause di giustizia e liberta', di Sam Biesemans; I destini della Palestina e di Israele sono comuni. Il processo di pace cresce sul terreno della democrazia, di Lorenzo Porta; La profezia di una federazione mediorientale, di Franco Perna; La giornata del servizio civile volontario, di Alberto Trevisan. Le rubriche: Educazione. Le scuole e i centri di educazione alla pace in Italia, a cura di Pasquale Pugliese; Servizio civile. Cos'e' e come lo vogliamo il servizio civile volontario? a cura di Claudia Pallottino; Economia. Finanza etica, a cura di Paolo Macina; Giovani. La sfortuna di nascere da due genitori nonviolenti..., a cura di Elisabetta Albesano e Agnese Manera; Per esempio. Rita, che unisce indiani e pakistani per rompere le politiche dell'odio, a cura di Maria G. Di Rienzo; Cinema. Dentro il carcere di Rebibbia per ritrovare amore e umanita', a cura di Flavia Rizzi; Musica. Ma io sono il messaggio o il messaggero?, a cura di Paolo Predieri; Libri. Dialoghi e conflitti, fra donne e poeti, a cura di Sergio Albesano; Lettere. Famiglie, persone e degrado della politica, a cura della redazione. In copertina: La politica della nonviolenza e' democrazia aperta. In ultima: Materiale disponibile. In terza di copertina: Pax et Biani, L'albero. Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 29 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'". 3. RIFLESSIONE. LUCE IRIGARAY: DONNE ALL'OMBRA DEL PUBBLICO POTERE [Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo il seguente articolo apparso sul quotidiano "La repubblica" del 2 febbraio 2007. Luce Irigaray, nata in Belgio, direttrice di ricerca al Cnrs a Parigi, e' tra le piu' influenti pensatrici degli ultimi decenni. Tra le opere di Luce Irigaray: Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975; Questo sesso che non e' un sesso, Feltrinelli, Milano 1978; Amante marina. Friedrich Nietzsche, Feltrinelli, Milano 1981; Passioni elementari, Feltrinelli, Milano 1983; Etica della differenza sessuale, Feltrinelli, Milano 1985; Sessi e genealogie, La Tartaruga, Milano 1987; Il tempo della differenza, Editori Riuniti, Roma 1989; Parlare non e' mai neutro, Editori Riuniti, Roma 1991; Io, tu, noi, Bollati Boringhieri, Torino 1992; Amo a te, Bollati Boringhieri, Torino 1993; Essere due, Bollati Boringhieri, Torino 1994; La democrazia comincia a due, Bollati Boringhieri, Torino 1994; L'oblio dell'aria, Bollati Boringhieri, Torino 1996] In nome di che cosa si puo' decidere della separazione dell'ambito privato e dell'ambito pubblico? E chi puo' prendere una simile decisione? Forse e' una delle questioni piu' sottili che dobbiamo affrontare. Ma generalmente ci sfugge perche' e' risolta, a nostra insaputa, dal costume, dalla tradizione. Sembra naturale che debba essere cosi'. Salvo che si resta talvolta un po' perplessi davanti a certi eventi, certi incontri, con altre culture e anche con altre generazioni. I limiti non sono sempre stabiliti allo stesso posto, nello stesso modo. Si fanno in pubblico delle cose che si facevano solo in casa, e non si sa piu' come comportarsi, dove passa la separazione tra vita privata e vita pubblica. I movimenti per l'emancipazione e la liberazione delle donne hanno rappresentato uno di questi momenti in cui le certezze rispetto a che cosa e' il privato e quale altra il pubblico hanno vacillato. E questo terremoto non ha finito di sconvolgere i nostri punti di riferimento. Probabilmente perche' il posto dove una donna puo' stare e' stata una delle chiavi che e' servita per assicurare la chiusura dell'ambito privato rispetto a quello pubblico. Ma se le donne escono dalla casa, dove si sposta la separazione? E che cosa, infatti, definiva prima la vita privata? Il mantenimento della donna a disposizione del capofamiglia per soddisfare le sue necessita'? Forse sarebbe interessante esaminare le diverse necessita' a cui la donna in casa doveva corrispondere per capire qualcosa della definizione del privato rispetto al pubblico. * La donna in casa era una casalinga indispensabile per assicurare i bisogni della vita del cittadino che lavorava fuori casa. Ma questo non necessita di una parete tra privato e pubblico tranne per nascondere il possibile sfruttamento della lavoratrice. E' vero che il lavoro della casalinga non e' regolamentato da un codice del lavoro che controlla gli orari, le assicurazioni sociali, i congedi per malattia, le ferie, l'eta' della pensione, eccetera. Il privato qui servirebbe a coprire la deregolamentazione del lavoro in casa. Ora questo lavoro sostiene l'insieme del mercato lavorativo, e non e' chiamato in causa senza comportare problemi allo stesso Stato. Deve inventare diversi mezzi per sostituire la permanenza della donna in casa. Un'altra funzione della sfera privata sarebbe collegata alla procreazione. Ma questo aspetto della vita generalmente si esibisce piu' che nasconderlo, oltre al fatto di non appartenere in senso stretto alla sfera privata. L'ambiguita' della separazione tra privato e pubblico e' particolarmente evidente su questo punto. Si sostiene che la casa familiare non deve essere di dominio pubblico ma lo Stato non smette di intervenire sulla regolamentazione delle nascite. Lo fa attraverso la legislazione, penale piu' che positiva e' vero, lo fa anche attraverso diversi vantaggi concessi a coloro che accettano di procreare i futuri cittadini e lavoratori. Si deve notare che, se i figli sono esibiti come la testimonianza della potenza maschile, non si parla altrettanto delle diverse prove di cui necessita la maternita' dalla parte delle donne. Sembra andare da se', che questo corrisponde al lavoro femminile, alla conquista della sua umana dignita' da parte della donna. I numerosi commenti sulle fatiche del lavoratore non si sono molto soffermati su quella del lavoro materno. Questo deve rimanere un affare privato che, appena ragazza, una donna si suppone capace di portare a buon fine quasi da sola. Potra' dimostrare le sue capacita' presentandosi, sorridente, in pubblico con il bambino in braccio. E' vero che si tratta della piu' bella opera che si possa compiere, ma a quale prezzo! Fortunatamente la stessa natura e' qui di aiuto... Il privato e' dunque un posto dove la donna fa da casalinga, procrea e cura i figli. Finora l'uomo non e' ancora molto intervenuto nella definizione del settore privato. Sembra che il suo ruolo sia legato alla proprieta': della terra, della casa, dei beni e perfino della donna e dei figli. Sarebbe questa relazione con la proprieta' che crea la separazione tra il pubblico e il privato. Una separazione che si accompagna con la divisione tra natura e civilta', e, in parte, tra diritto naturale e diritto civile. L'esistenza della proprieta' privata e' anche collegata in qualche modo alla monogamia, almeno legale e in linea di principio. E questo non va senza ambiguita' per la donna: da un lato sembra piu' protetta, dall'altro si trova piu' isolata e divisa dalle altre donne, cosa che la rende piu' vulnerabile all'influenza e al potere dell'uomo. * Ma perche' una donna in casa a disposizione del marito? Oltre ai punti gia' considerati, siamo di fronte a un processo di individuazione non ancora compiuto dall'umanita'. Quali che siano i suoi sforzi per differenziarsi dalla madre, assimilata alla natura, l'uomo occidentale non e' ancora riuscito a emanciparsi dalla madre. Ha elaborato una cultura, una societa', una politica, del "tra-uomini" per emergere dal mondo materno, ma ha tuttora bisogno di un luogo privato per proseguire nell'impresa dell'affermazione di un'identita' maschile, e questo lontano dallo sguardo degli altri maschi. Questo processo di individuazione maschile trasforma la donna in un sostituto materno, e l'ambito privato in un luogo di familiarita' e di confronto con la natura che non deve contaminare l'ambito pubblico ne' essere controllato da esso. Una volta di piu', sono le donne a perturbare l'ordine stabilito. Ma questa puo' essere la probabilita' di una ripresa di un processo di individuazione per l'umanita'. A patto che la donna sia capace di riuscire nel proprio passaggio dall'identita' naturale all'identita' civile e culturale, e che divenga cosi' quella che aiuta l'uomo a uscire dal mondo materno. L'individuazione umana si conquista in due, nel rispetto delle reciproche differenze. E' un passo ancora da compiere, che sposta il limite tra privato e pubblico attraverso l'apprendimento di un'intimita' che possa sostituire una familiarita' indifferenziata e incolta, che sta ora minacciando la nostra vita civile e culturale. 4. RIEDIZIONI. ESCHILO: LE TRAGEDIE Eschilo, Le tragedie, Mondadori, Milano 2003, 2007, pp. LXXXII + 1254, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). Ogni volta che rileggi una qualunque opera dei tragici greci ti accorgi che queste persone sapevano tutto del cuore degli esseri umani e del mondo. Una bella edizione con testo a fronte e traduzione, introduzioni e commento a cura di Monica Centanni. 5. RIEDIZIONI. OMERO: ILIADE Omero, Iliade, Einaudi-Gallimard, Torino 1997, Mondadori, Milano 2007, pp. LXXVIII + 882, euro 2,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). Sull'orrore della guerra l'Iliade aveva gia' detto tutto, ma da secoli e secoli chi volete che l'abbia mai letta, se non Simone Weil? La traduzione (di Guido Paduano, e meritoria) ovviamente talora non ci soddisfa, ma l'Iliade, si sa, ognuno deve tradursela per conto suo. Con testo a fronte, due saggi introduttivi di Guido Paduano e di Maria Serena Mirto, apparato ridotto all'osso ma buona bibliografia. 6. RIEDIZIONI. SENECA: LETTERE MORALI A LUCILIO Seneca, Lettere morali a Lucilio, Mondadori, Milano 1995, 2007, pp. XL + 1080, euro 12,90 (in suppl. a vari periodici Mondadori). E' ancora un balsamo questa lettura. Testo a fronte, a cura di Fernando Solinas, prefazione di Carlo Carena, discreto apparato (naturalmente di Seneca metterebbe conto di aver sotto mano - o sul comodino - anche l'edizione di tutti gli scritti in prosa curata da Giovanni Reale e quella di tutto il teatro curata da Ettore Paratore). 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 7 del 21 febbraio 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it