Minime. 5



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5 del 19 febbraio 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Mao Valpiana: A Vicenza: ieri, oggi e domani
2. Elena Loewenthal presenta "La vendetta e' il racconto" di Pier Vincenzo
Mengaldo
3. La "Carta" del Movimento Nonviolento
4. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: A VICENZA: IERI, OGGI E DOMANI
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: mao at sis.it, e anche presso la
redazione di "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax  0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org) per questo intervento.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della
nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come
assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel
Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come
metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di
coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa
della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione
Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al
servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla
campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione
della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario
nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione
diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per
"blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio
direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio
della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione
di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato
di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per
la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il
digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana
rapita in Afghanistan e poi liberata. Un suo profilo autobiografico, scritto
con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4
dicembre 2002 di questo notiziario.
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato,
docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la
nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande
pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini:
la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari
collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che
contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale -
ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca -
bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato
il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una
raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea
d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo,
Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996;
segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri,
Edizioni Associate, Roma 1991; e la recentissima antologia degli scritti (a
cura di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della
nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione
nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org)
sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di
Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di
un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90
e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui
apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un
volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione
ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Opere su Aldo
Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il
messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno:
Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di),
Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988;
Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di
Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini.
Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi
Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova
Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per
una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini,
Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume
monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante,
La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del
Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta
2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini,
Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un
profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze
2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze
2005; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi,
Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; per una
bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito
citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito
dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it,
altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai utile mostra e un
altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a
Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni:
l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803,
e-mail: azionenonviolenta at sis.it
Alexander Langer e' nato a Sterzing (Vipiteno, Bolzano) nel 1946, e si e'
tolto la vita nella campagna fiorentina nel 1995. Promotore di infinite
iniziative per la pace, la convivenza, i diritti, l'ambiente. Per una
sommaria descrizione della vita cosi' intensa e delle scelte cosi' generose
di Langer rimandiamo ad una sua presentazione autobiografica che e' stata
pubblicata col titolo Minima personalia sulla rivista "Belfagor" nel 1986
(poi ripresa in La scelta della convivenza). Opere di Alexander Langer: Vie
di pace. Rapporto dall'Europa, Arcobaleno, Bolzano 1992; dopo la sua
scomparsa sono state pubblicate alcune belle raccolte di interventi: La
scelta della convivenza, Edizioni e/o, Roma 1995; Il viaggiatore leggero.
Scritti 1961-1995, Sellerio, Palermo 1996; Scritti sul Sudtirolo,
Alpha&Beta, Bolzano 1996; Die Mehrheit der Minderheiten, Wagenbach, Berlin
1996; Piu' lenti, piu' dolci, piu' profondi, suppl. a "Notizie Verdi", Roma
1998; The Importance of Mediators, Bridge Builders, Wall Vaulters and
Frontier Crossers, Fondazione Alexander Langer Stiftung - Una Citta',
Bolzano-Forli' 2005; Fare la pace. Scritti su "Azione nonviolenta"
1984-1995, Cierre - Movimento Nonviolento, Verona, 2005; Lettere
dall'Italia, Editoriale Diario, Milano 2005. Opere su Alexander Langer:
Roberto Dall'Olio, Entro il limite. La resistenza mite di Alex Langer, La
meridiana, Molfetta 2000; AA. VV., Una vita piu' semplice. Biografia e
parole di Alexander Langer, Terre di mezzo - Altreconomia, Milano 2005. Si
sta ancora procedendo alla raccolta di tutti gli scritti e gli interventi
(Langer non fu scrittore da tavolino, ma generoso suscitatore di iniziative
e quindi la grandissima parte dei suoi interventi e' assai variamente
dispersa). Si vedano comunque almeno i fascicoli monografici di "Azione
nonviolenta" di luglio-agosto 1996, e di giugno 2005; l'opuscolo di
presentazione de La Fondazione Alexander Langer - Stiftung, suppl. a "Una
citta'", Forli' (per richieste: tel. 054321422; fax 054330421, e-mail:
unacitta at unacitta.it, sito: www.unacitta.it), ed il nuovo fascicolo edito
dalla Fondazione nel maggio 2000; una nuova edizione ancora e' del 2004 (per
richieste: tel. e fax 00390471977691, e-mail: info at alexanderlanger.org,
sito: www.alexanderlanger.org); la Casa per la nonviolenza di Verona ha
pubblicato un cd-rom su Alex Langer (per informazioni: tel. 0458009803; fax
0458009212; e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org).
Indirizzi utili: Fondazione Alexander Langer Stiftung, via Portici 49
Lauben, 39100 Bolzano-Bozen, tel. e fax 00390471977691; e-mail:
info at alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org]

E' andata come doveva andare: bene. Bene, nel senso che c'era tantissima
gente che ha voglia di partecipare, di essere responsabile delle scelte
politiche che la riguardano.
Alla vigilia i soliti tuttologi, buoni solo per i salotti televisivi (sempre
piu' lontani dalla realta' viva), avevano previsto incidenti, scontri,
provocazioni, paura e tensione. Come al solito si sono sbagliati, perche'
vivono in un loro mondo mediatico, che non ha nessuna relazione con cio' che
accade nella vita di tutti i giorni delle persone normali.
Bastava esserci a Vicenza, sabato 17 febbraio, per capire che la grande
"assemblea itinerante", rumorosa e colorata, era formata da gente comune,
quella che il lunedi' mattina va a lavorare, o va sui banchi di scuola. Che
fosse mite e pacifica, la manifestazione, non ci dovrebbe essere nemmeno
bisogno di sottolinearlo. Sempre le manifestazioni pacifiste lo sono, per
definizione.
*
Centomila. Una bella prova di forza. E di indipendenza politica. Il
movimento per la pace non e' succube di questa o quella potenza, non e'
alleato di questo o quel governo. Il movimento per la pace ha i suoi
obiettivi ben precisi: abolire gli strumenti che rendono possibile la
guerra, e indicare alternative pacifiche per la convivenza fra i popoli
della terra. Non ci sono state parole contro l'America, anzi ci sono stati
applausi per i cittadini americani presenti con le loro bandiere. Inoltre il
movimento per la pace non ha due pesi e due misure, non fa sconti a nessuno;
le critiche alle scelte militariste del governo di ieri valgono anche per le
scelte militariste del governo di oggi. Il senso profondo della
manifestazione vicentina era quello di un dialogo da tenere aperto per
convincere il governo attuale a cambiare le scelte fatte. Male (a se stesso)
farebbe il governo a non dialogare con quella moltitudine di persone, che in
gran parte hanno espresso un voto ai partiti dell'odierna maggioranza.
Il movimento per la pace e' l'unico vero movimento nazionale, trasversale,
che ha attraversato indenne tutte le stagioni politiche, dagli anni sessanta
ad oggi. Non c'e' partito, non c'e' ideologia, non c'e' sindacato che possa
vantare questa longevita' e questa lungimiranza. La sua forza consiste
nell'idealita' del fine (la pace), nella scelta dei mezzi (pacifici), e nel
restare saldamente un movimento, senza mai cedere a tentazioni partitiche.
E' con questo tipo di movimento, che ieri si e' espresso a Vicenza, che il
governo deve dialogare, con lealta', senza supponenza, in un rapporto
paritario, pur nella diversita' dei ruoli e delle funzioni.
*
Noi del Movimento Nonviolento eravamo presenti a Vicenza in tanti,
protagonisti, insieme a tutti gli altri, della manifestazione. A Vicenza ci
siamo stati tante volte nel passato, davanti alla caserma Ederle, anche
quando a manifestare si era davvero in quattro gatti. Lo diciamo non per
rivendicare primogeniture, o per fare i primi della classe, ma per mantenere
viva una memoria storica che e' necessaria al movimento per la pace, per
avere coscienza di se'. Ieri a Vicenza ci siamo mescolati in quella parte
del corteo riservata a "famiglie e bambini". Non si sentivano slogan
politici, ma un gran rumore di coperchi di pentole, non c'erano bandiere di
partiti, ma palloncini colorati. Eravamo davvero in buona compagnia, con gli
amici del Mir, qualche scout, tanti bambini, la Rete Lilliput, e si palpava
quella "tensione e familiarita'" tanto cara ad Aldo Capitini, che insieme ad
Alex Langer ieri camminavano con noi. Ve lo assicuro, c'erano.
*
Ora si deve guardare avanti, al dopo. Che fare? quale strategia per tenere
aperto il dialogo con il governo? quali possibilita' ci sono per tornare
indietro dalla scelta fatta? come proseguire la campagna contro la base
militare? con quali mezzi fermare l'iter di sviluppo della base?
Noi siamo convinti che solamente se il movimento di opposizione alla base
Dal Molin fara' la scelta nonviolenta, chiara e consapevole, si riuscira' a
raggiungere gli obiettivi. Nessuno ha la bacchetta magica e non ci sono
risposte gia' definite. La strada della nonviolenza e' lunga e in salita, e
passa necessariamente dalla persuasione di ogni singola coscienza.
Il Movimento Nonviolento e' povero di mezzi materiali, ma ha una grande
ricchezza di persone e di idee. Nei prossimi giorni, nei prossimi mesi, nei
prossimi anni saremo ancora dentro al movimento e al fianco della gente di
Vicenza per liberarci insieme dall'oppressione del militarismo e della
preparazione alla guerra, che non vogliamo per il bene nostro e dei nostri
figli. Amen.

2. LIBRI. ELENA LOEWENTHAL PRESENTA "LA VENDETTA E' IL RACCONTO" DI PIER
VINCENZO MENGALDO
[Da "Tuttolibri" (supplemento librario settimanale del quotidiano "La
stampa") del 17 febbraio 2007 riprendiamo la seguente recensione,
disponibile anche nel sito www.lastampa.it
Elena Loewenthal, limpida saggista e fine narratrice, acuta studiosa; nata a
Torino nel 1960, lavora da anni sui testi della tradizione ebraica e traduce
letteratura d'Israele, attivita' che le sono valse nel 1999 un premio
speciale da parte del Ministero dei beni culturali; collabora a "La stampa"
e a "Tuttolibri"; sovente i suoi scritti ti commuovono per il nitore e il
rigore, ma anche la tenerezza e l'amista' di cui sono impastati, e fragranti
e nutrienti ti vengono incontro. Nel 1997 e' stata insignita altresi' del
premio Andersen per un suo libro per ragazzi. Tra le opere di Elena
Loewenthal: segnaliamo particolarmente Gli ebrei questi sconosciuti, Baldini
& Castoldi, Milano 1996, 2002; L'Ebraismo spiegato ai miei figli, Bompiani,
Milano 2002; Lettera agli amici non ebrei, Bompiani, Milano 2003; Eva e le
altre. Letture bibliche al femminile, Bompiani, Milano 2005; con Giulio Busi
ha curato Mistica ebraica. Testi della tradizione segreta del giudaismo dal
III al XVIII secolo, Einaudi, Torino 1995, 1999; per Adelphi sta curando
l'edizione italiana dei sette volumi de Le leggende degli ebrei, di Louis
Ginzberg.
Pier Vincenzo Mengaldo, nato a Milano nel 1936, filologo, critico letterario
e storico della lingua italiana, docente all'Universita' di Padova, saggista
finissimo, ha curato edizioni di Rustico Filippi, Dante, Boiardo e una
fondamentale antologia della poesia italiana del Novecento. Tra le opere di
Pier Vincenzo Mengaldo: La lingua del Boiardo lirico, Firenze 1963; le
quattro serie di saggi su La tradizione del Novecento, Milano 1975 - Torino
2000; Linguistica e retorica di Dante, Nistri-Lischi, Pisa 1978; Poeti
italiani del Novecento, Mondadori, Milano 1978; L'epistolario di Nievo:
un'analisi linguistica, Il Mulino, Bologna 1987; Storia della lingua
italiana. Il Novecento, Il Mulino, Bologna 1994; Antologia personale,
Bollati Boringhieri, Torino 1994; Profili di critici del Novecento, Bollati
Boringhieri, Torino 1998; Giudizi di valore, Einaudi, Torino 1999; Prima
lezione di stilistica, Laterza, Roma-Bari 2001; Studi su Salvatore Di
Giacomo, Liguori, Napoli 2003; Gli incanti della vita. Studi su poeti
italiani del Settecento, Esedra, Padova 2003; In terra di Francia, Lisi,
Taranto 2004; Tra due linguaggi. Arti figurative e critica, Bollati
Boringhieri, Torino 2005; Sonavan le quiete stanze. Sullo stile dei "Canti"
di Leopardi, Il Mulino, Bologna 2006; La vendetta e' il racconto.
Testimonianze e riflessioni sulla Shoah, Bollati Boringhieri, Torino 2007]

Il saggio che Pier Vincenzo Mengaldo, professore di storia della lingua
italiana presso l'Universita' di Padova, ha appena pubblicato per i tipi di
Bollati Boringhieri - La vendetta e' il racconto. Testimonianze e
riflessioni sulla Shoah (pp. 175, euro 12) - e' a prima vista un percorso
nella letteratura intorno alla Shoah.
Lo studioso associa le testimonianze, le memorie individuali
dell'esperienza, vissuta e rimasta, alle analisi storiche che sono seguite
ai fatti. Anche qui, il ventaglio di materiale spazia dal testo piu'
specifico alla sintesi completa, come quella di Raul Hilberg: La distruzione
degli ebrei d'Europa pubblicata in italiano, in tempi diversi, da Einaudi.
Mengaldo entra in queste parole. Affronta tutto l'universo concentrazionario
e non soltanto quello nazista (c'e' anche il gulag di Solzenicyn) attraverso
cio' che emerge dall'esperienza narrata e registrata: da Nedo Fiano a Viktor
Frankl, da Hans Jonas a Liana Millu, i nomi di queste voci sono davvero
tanti. Si potrebbe rilevare, a questo proposito, che praticamente tutta
questa storia e' una ricostruzione di parole, attraverso le quali la realta'
di quel passato torna - piu' o meno sfocata.
L'originalita' dell'analisi di Mengaldo sta pero' nel ricostruire
l'esperienza concentrazionaria dentro e non attraverso le parole: "Come
mostrano i testimoni di piu' o meno forte scrittura, non si tratta di
esprimere l'orrore ma di testimoniarlo e conoscerlo, e in questo le parole,
le sobrie parole, sono indispensabili". Questo saggio si configura dunque
come una vera e propria sintassi del discorso che viene dopo il campo di
concentramento: quando testimoniare diventa per molti una necessita'
inevitabile, ma anche la frustrante consapevolezza che le parole - tutte e
d'ogni lingua - sono inadeguate all'esperienza. Ne sono immensamente
lontane. Fra questi due estremi, il bisogno cioe' di narrare per un verso e
la frustrazione di non esprimere per l'altro, si situano i racconti.
Mengaldo li passa in rassegna, ne esamina il lessico e la costruzione
linguistica, si sofferma sui silenzi. La mole di materiale che lo studioso
affronta e' davvero notevole: l'effetto nel lettore e' quello di una vera e
propria "globalizzazione" dell'orrore.
Un piccolo appunto: la trattazione e' spesso interrotta, come sincopata, da
riferimenti bibliografici e numerici nel corpo del testo, piuttosto che
nelle note: e questo spezza un poco l'attenzione. Ma certo, a margine di
questa approfondita e sofferta disamina, emerge a poco a poco il centro
della questione. E cioe' che le testimonianze sulla Shoah sono intaccate dal
paradosso dell'inesprimibilita' di questa esperienza. Quanto mai ci si
avvicina alla realta' vissuta (anzi sopravvissuta) con le parole? Mengaldo,
e noi con lui, trova la risposta nella voce di Aharon Appelfeld: "Le parole
non hanno la forza di fronteggiare le grandi catastrofi; sono povere, misere
e mistificanti".

3. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

4. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5 del 19 febbraio 2007

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