Minime. 2



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2 del 16 febbraio 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Dove dico alcune cose
2. Movimento Nonviolento: Basi da ridurre, basi da ampliare
3. Federica Giardini ricorda Angela Putino
4. Luisa Muraro ricorda Angela Putino
5. Chiara Zamboni ricorda Angela Putino
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. DOVE DICO ALCUNE COSE

"Ma che sia verita' o sogno,
cio' che conta e' fare il bene"
(Pedro Calderon de la Barca, La vita e' sogno, III, IV, vv. 2423-2424)

Non la guerra porra' fine alle guerre, ma la pace.
Non le armi porranno fine alle uccisioni, ma il disarmo.
Non gli eserciti, ma la smilitarizzazione delle istituzioni, delle culture,
dei territori, delle relazioni, dei saperi e delle pratiche, della vita
quotidiana.
Non la violenza, ma l'umana solidarieta' che ogni persona umana raggiunga,
riconosca, sostenga, salvi.
Non la paura, ma la civile convivenza nel riconoscimento e nella
valorizzazione della differenza di ciascuna persona e nell'inveramento
dell'uguaglianza di diritti di tutte le persone, nella comune
responsabilita' reciproca e per l'unico mondo che e' di tutte e tutti, di
cui tutte e tutti partecipiamo.
Non il potere che offende e sfrutta, ma la capacita' che restituisce e dona,
e reca ausilio, e conforto.
Non la menzogna che opprime, ma la verita' che libera.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

2. DOCUMENTI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: BASI DA RIDURRE, BASI DA AMPLIARE
[Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il
seguente documento di adesione alla manifestazione che si svolgera' a
Vicenza il 17 febbraio 2007 contro l'ampliamento della base militare]

Il Movimento Nonviolento (sezione italiana della War Resisters
International) aderisce alla manifestazione contro l'ampliamento della base
militare di Vicenza.
Numerose sono le ragioni (politiche, sociali, ambientali) che inducono la
popolazione locale, e un vasto e differenziato arco di forze, alla
contrarieta' e a manifestarla civilmente e chiaramente.
A noi preme sottolineare almeno un aspetto. La sicurezza degli abitanti dei
paesi piu' ricchi e fortunati, e l'Italia e' tra questi, non e' affidata
alla diffusione ed all'ampliamento delle basi militari. Le prove di cio'
sono quotidiane, sotto gli occhi di tutti: anche negli Usa, fin qui
protagonisti e artefici di questa politica, se ne diffonde e manifesta la
consapevolezza.
La sicurezza, in un mondo di fortissima e crescente interdipendenza,
riguarda tutti e puo' essere perseguita solo allargando la base di reciproca
conoscenza, convivenza, eguaglianza e liberta' delle popolazioni. Per
l'ampliamento di questa base c'e' tutto il nostro impegno.

3. LUTTI. FEDERICA GIARDINI RICORDA ANGELA PUTINO
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it)
riprendiamo il seguente ricordo apparso sul quotidiano "Liberazione" del 15
gennaio 2007 col titolo "Un'intima estraneita'".
Federica Giardini e' docente di filosofia politica presso l'Universita' Roma
Tre. Tra le opere di Federica Giardini: Relazioni. Fenomenologia e pensiero
della differenza sessuale, Luca Sossella Editore, Roma 2004.
Angela Putino, filosofa femminista, saggista, impegnata nelle iniziative del
movimento e del pensiero delle donne, docente di bioetica all'Universita' di
Salerno, acutissima studiosa di Michel Foucault e di Simone Weil, promotrice
del sito adateoriafemminista.it , e' deceduta il 16 gennaio 2007. Tra le
opere di Angela Putino: (a cura di, con Sergio Sorrentino), Obbedire al
tempo. L'attesa nel pensiero filosofico, politico e religioso di Simone
Weil, Esi, 1995; Simone Weil e la passione di Dio. Il ritmo divino
nell'uomo, Edb, 1997, 1998; Amiche mie isteriche, Cronopio, 1998; Simone
Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, 2006.
Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa,
militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria,
operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti,
lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a
lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione,
sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna
come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della
Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora:
radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del
1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe
imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli
o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come
vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento". Opere di Simone Weil:
tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti
pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici
(e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stanti
le persecuzioni antiebraiche). Tra le raccolte piu' importanti in edizione
italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La
condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita',
SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni
precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e
dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi),
Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali
i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo
Gaeta. Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone
Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr.
AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985;
Gabriella Fiori, Simone Weil, Garzanti, Milano 1990; Giancarlo Gaeta, Simone
Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie
Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna
1997; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994]

Ritrovo le note scritte rapide e per tratti decisi, come le parole di Angela
Putino, il quattro ottobre scorso, giorno nuvoloso sul mare infinito di
Napoli, come si vede da quella sua casa, circondata dentro e fuori da gatti
e piante. L'impersonale era la questione su cui abbiamo lavorato insieme.
Ancora una volta pensare ha risposto a una vocazione di radicalita'. Per
lei, impersonale e' stato uno dei nomi della giustizia che le donne hanno
fatto irrompere nel Novecento. Ritornava il tema della giustizia che anni fa
le aveva fatto scegliere Themis, dea delle assemblee, che scioglie e
raccoglie l'agora' dei mortali, e della convivenza tra i sessi, come nome
per la sua rubrica su "Dwf". Una giustizia che prende figura femminile e che
pero' non e' riducibile alle richieste di giustizia sociale e buone per un
solo sesso. La giustizia pensata e voluta dal femminismo - diceva
animandosi - e' un evento che stabilisce che "ogni donna pensa", pensa
infinitamente, e che chiunque e' capace di questo pensiero. "Il resto ne
deriva". A fronte delle donne in politica che mettono avanti il lamento e la
protesta, Angela semplicemente obiettava che non si fanno carico di quel
"ogni donna pensa" e dunque del loro poter pensare e dire rispetto allo
stato delle cose, con forza.
La forza e l'infinito sono due tratti di questa figura sottile tanto quanto
potente. Sua e' stata l'idea dei seminari guerrieri, iniziati nel 1991, con
gli Esercizi spirituali per giovani guerriere. Esercizi veri e propri per
restituire nel corpo e nella parola una tensione alta alla politica. Come
accade alle pensatrici migliori, il suo corpo per primo parlava di questa
forza guerriera, implacabile. Del corpo ha parlato e trattato a lungo,
leggendo e spostando le analisi di Foucault sulla biopolitica, come quando a
proposito di "corpi disciplinati, afflitti e desideranti" legge il
rovescio - anticipando gli attuali rovesci - della famiglia, quei
dispositivi di alleanza che sono i rapporti sessuali quando "il sesso si
innesta sulla famiglia diventando affare di stato" ("Dwf" 1994). La
riflessione sulla biopolitica e' proseguita fino ad oggi, anche nei corsi
tenuti all'universita' di Salerno che univano alla riflessione politica gli
esiti filosofici delle ricerche in biologia e in medicina. E ancora e' stato
il corpo a esprimere quella forza consumante quando si e' ammalata
gravemente pochi anni fa.
E' un legame incongruo - una sorpresa che prendeva ogni volta chi la
ascoltava - quello che Angela Putino e' riuscita a stabilire tra il massimo
della radicalita' politica, della sua consistenza corporea femminista, e un
pensiero sempre spinto all'estremo, a infrangere schemi prestabiliti,
vincoli di appartenenza scivolati nell'abitudine e talvolta persino la
concretezza di un riferimento comune.
Cosi' ha fatto anche con Amiche mie isteriche, nel 1998, quando lancia una
freccia contro la piega che ha preso il pensiero della differenza italiano
sulla relazione tra donne: piu' che avventura e tensione, sono complicita' e
appartenenza a giocarsi nelle relazioni tra simili mediate da un comune e
rassicurante materno. Quel gesto, inteso e ricevuto come un richiamo alla
iniziale radicalita' del pensiero della differenza sessuale - quando
annunciava un'invenzione politica continua di aperture e riaperture -, si
traduce in un invito allo straniamento: "e se per trovare un punto di vista
piu' arioso fuggissimo piu' lontano (e percio' anche piu' vicino)
cominciando con quel territorio di mezzo che e' la specie? Se giocassimo con
Couvier e Darwin?".
Ancora una volta i discorsi delle scienze, piegati a nutrire
un'immaginazione politica folgorante, si trovano nel suo ultimo libro -
Simone Weil. Un'intima estraneita' - dedicato alla pensatrice che ha eletto
a interlocutrice, vicinissima e distante, fin dal testo Simone Weil e la
passione di Dio del 1997. E stavolta e' la matematica, le teorie di Cantor
sugli infiniti attuali, che la filosofa studia insieme al fratello Andre',
ad aprire per Angela nuove vie al pensiero politico.
L'apertura, l'infinito che conosce e gioca il limite, e' richiamato dal
titolo del testo con cui l'ho incontrata la prima volta. L'aveva intitolato
Cosmo e a un tratto diceva: "C'e' una mira in questa forza guerriera di
inaddomesticamento, essa ci volge e chiede che le nostre teste abbiano
capacita' di farsi rivolgere a un aperto. Questo non e' il vuoto, e' la
visione di un mondo di differenza, non agglomerato di diversita', ma cosmo:
insospettato, sorprendente avvicinarsi, affiancarsi, relazionarsi. Questo
cosmo non sara' visibile secondo cosmologie appartenenti ai sistemi della
legge".

4. LUTTI. LUISA MURARO RICORDA ANGELA PUTINO
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it)
riprendiamo il seguente ricordo apparso sul quotidiano "Il manifesto" del 17
gennaio 2007 col titolo "Una donna dalle veloci parole e dal pensiero
tagliente".
Luisa Muraro, una delle piu' influenti pensatrici viventi, ha insegnato
all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica femminile di
"Diotima"; dal sito delle sue "Lezioni sul femminismo" riportiamo la
seguente scheda biobibliografica: "Luisa Muraro, sesta di undici figli, sei
sorelle e cinque fratelli, e' nata nel 1940 a Montecchio Maggiore (Vicenza),
in una regione allora povera. Si e' laureata in filosofia all'Universita'
Cattolica di Milano e la', su invito di Gustavo Bontadini, ha iniziato una
carriera accademica presto interrotta dal Sessantotto. Passata ad insegnare
nella scuola dell'obbligo, dal 1976 lavora nel dipartimento di filosofia
dell'Universita' di Verona. Ha partecipato al progetto conosciuto come Erba
Voglio, di Elvio Fachinelli. Poco dopo coinvolta nel movimento femminista
dal gruppo "Demau" di Lia Cigarini e Daniela Pellegrini e' rimasta fedele al
femminismo delle origini, che poi sara' chiamato femminismo della
differenza, al quale si ispira buona parte della sua produzione successiva:
La Signora del gioco (Feltrinelli, Milano 1976), Maglia o uncinetto (1981,
ristampato nel 1998 dalla Manifestolibri), Guglielma e Maifreda (La
Tartaruga, Milano 1985), L'ordine simbolico della madre (Editori Riuniti,
Roma 1991), Lingua materna scienza divina (D'Auria, Napoli 1995), La folla
nel cuore (Pratiche, Milano 2000). Con altre, ha dato vita alla Libreria
delle Donne di Milano (1975), che pubblica la rivista trimestrale "Via
Dogana" e il foglio "Sottosopra", ed alla comunita' filosofica Diotima
(1984), di cui sono finora usciti sei volumi collettanei (da Il pensiero
della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, a Il profumo della
maestra, Liguori, Napoli 1999). E' diventata madre nel 1966 e nonna nel
1997"]

Angela Putino e' morta l'altro ieri (Angela, scusami se parlo cosi' di te,
non avrei mai voluto, toccava a te, semmai, piu' giovane di me). Oggi viene
sepolta ed e' un gran lutto per la cerchia delle amiche e degli amici, come
anche per la citta' di Napoli, che sapra' come renderle onore. Lei e' morta,
ci restano i ricordi e i suoi libri, questi da leggere, studiare e
commentare, quelli da mettere in comune: ciascuna, ciascuno ha il suo
tesoro. Comincio io. La vidi e l'ascoltai per la prima volta quasi
trent'anni fa, nel centro culturale "Virginia Woolf" di Roma, e precisamente
nella sede del Buon Pastore, che adesso, interamente ristrutturata, e'
diventata la Casa internazionale delle donne.
All'epoca l'edificio era solo parzialmente agibile. Angela parlava di Simone
Weil, il cui pensiero era allora e sarebbe rimasto al centro della sua
riflessione. Ho il ricordo vivissimo di una donna incredibilmente piccola ed
eloquente. Era infatti di piccola statura e all'epoca molto magra,
graziosissima nelle sue movenze, il viso intelligente illuminato da un
sorriso che non si spegneva mai completamente, e parlava con una eloquenza
veramente rara, perche' profonda e precisa nelle cose che diceva, quanto
veloce e fluente, senza il soccorso di un solo appunto scritto. Questa
restera' una caratteristica delle sue esposizioni, ma con il tempo ella
imparo' ad essere piu' indulgente verso i limiti intellettuali del suo
pubblico, nel quale comprendo anche me.
Confesso, infatti, che quel giorno al Buon Pastore come tante altre volte
poi, ho avuto difficolta' a cogliere pienamente quello che voleva dire e a
volte non ci sarei riuscita senza l'aiuto dei suoi testi. Non che fosse
astrusa o esoterica, era velocissima e mirava sempre a qualcosa, senza
divagare. Il suo pensiero faceva tagli netti. Un solo esempio: negli anni
del femminismo trionfante, ella scrisse e parlo' intorno alla figura della
donna guerriera, contrastando efficacemente l'inclinazione ai discorsi e
agli atteggiamenti del risentimento femminile. Si deve ad Angela l'incontro
con un testo che siamo molte a considerare importante anche per la politica
delle donne, L'arte della guerra di Sun Tzu. Nella copia della mia
biblioteca personale, trovo inserito il programma di un seminario
residenziale del 1991, "Esercizi spirituali per giovani guerriere", guidato
da lei. Su questo registro, forse per un ironico commento al proprio aspetto
fisico o al mio gusto per l'immaginario medievale, ella un giorno mi chiese
di farmi da scudiero. Ma non era solo per ridere, nella sua proposta c'era
qualcosa di molto serio, di cui ho colto almeno questo, la sua preferenza
per associarsi ad un'altra donna.
Al tempo del "Virginia Woolf", ci fu il legame con Alessandra Bocchetti, una
delle fondatrici del Centro. Per tutto il tempo in cui frequento' la
comunita' filosofica Diotima, con scambi frequenti fra l'universita' di
Verona e quella di Napoli, si accompagno' a Giovanna Borrello. Altre socie
ha avuto sicuramente, io evoco vicende di un'esistenza umanamente molto
ricca che conosco solo in parte; per esempio, devo sorvolare sulla vita di
Angela all'universita' di Salerno, dove ha insegnato per molti anni.
Recentemente, so che ha dato vita a un sito, adateoriafemminista.it insieme
a Lucia Mastrodomenico, con la quale aveva fatto anche la rivista
"Madrigale", anche questo un luogo di ricerca teorica. Per un caso strano e
doloroso, la morte non ha rotto quest'ultima associazione ma, al contrario,
l'ha resa definitiva: Lucia infatti e' morta solo due settimane fa, all'eta'
di 56 anni.
Ed ora l'eredita' della studiosa, gli scritti, limitandomi a quelli che ho
nella mia biblioteca: oltre ai contributi nei libri di Diotima (come La cura
di se' in La sapienza di partire da se', Liguori, Napoli 1996, che documenta
il suo interesse per Michel Foucault) e ad Amiche mie isteriche (Cronopio,
1998), un posto importante occupa Simone Weil e la passione di Dio. Il ritmo
divino nell'uomo (Dehoniane, Bologna 1997), preceduto da articoli su riviste
e da un convegno che a sua volta ha prodotto un libro curato da Angela
insieme a Sergio Sorrentino: Obbedire al tempo. L'attesa nel pensiero
filosofico, politico e religioso di Simone Weil (Edizioni Scientifiche
Italiane, Napoli 1995), per arrivare all'ultimo libro, che rappresenta una
nuova tappa nella sua riflessione filosofica: Simone Weil. Un'intima
estraneita' (Citta' aperta, 2006).
Si', bisogna riconoscere che, nella ricerca filosofica, dall'inizio alla
fine, Angela Putino ha avuto un'unica, grande socia, l'autrice dei Quaderni.
E ora che le vedo insieme, vedo anche che si assomigliano.

5. LUTTI. CHIARA ZAMBONI RICORDA ANGELA PUTINO
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it)
riprendiamo il seguente ricordo apparso sul quotidiano "L'Unita'" del 17
gennaio 2007 col titolo "Angela Putino, una passione per l'infinito".
Chiara Zamboni e' docente di filosofia del linguaggio all'Universita' di
Verona, partecipa alla comunita' filosofica femminile di "Diotima". Tra le
opere di Chiara Zamboni: Favole e immagini della matematica, Adriatica,
1984; Interrogando la cosa. Riflessioni a partire da Martin Heidegger e
Simone Weil, IPL, 1993; L'azione perfetta, Centro Virginia Woolf, Roma 1994;
La filosofia donna, Demetra, Colognola ai Colli (Vr) 1997]

Angela Putino abitava in una casa sulla collina sopra Mergellina, a Napoli.
Una casa piccola con ampie finestre sul verde della montagna e sul mare, con
tanti gatti. Un bel lavello con maioliche all'esterno per preparare alle
amiche qualcosa di buono, perche' mangiava molto poco, ma amava cucinare per
gli altri. Mi sono chiesta tante volte, pensandola in quella casa cosi'
esposta alla bellezza del luogo, come riuscisse a fare filosofia senza
distrarsi nella contemplazione di cio' che la circondava, ma poi mi sono
anche risposta che la prima filosofia e' nata in dialogo muto con la
bellezza naturale. E Angela e' stata una filosofa antica e contemporanea
allo stesso tempo. Il tratto antico: amava la polemica, il conflitto nella
forma piu' classica. Acuminava la critica perche' si andasse allo scoperto
nella risposta. Non lasciava nessuno tranquillo nelle sue posizioni. Aveva
scritto sull'arte di essere guerriera nell'uso dei concetti e
nell'intervento politico. Occorreva non sconfiggere l'avversario, ma
provocarlo ad uscire allo scoperto dando il meglio di se'. Quando ci
riusciva le brillavano gli occhi di allegria.
Naturalmente ci eravamo rese conto di questo a Diotima, alle riunioni di
discussione filosofica che tenevamo e a cui lei partecipava. O stava zitta o
apriva la contesa. E questo anche all'ultimo incontro a cui e' venuta nel
luglio scorso. E me ne sono ben resa conto quando ha pubblicato nel 1998
Amiche mie isteriche, in cui direttamente criticava una strada che avevamo
battuto nel pensarci come soggetti che nascono da madre, e percio'
relazionali. Per lei tutto questo era pericoloso: era un'inclinazione
isterica alla fusionalita'. Voleva disincantarci dalle rassicurazioni del
materno. Voleva mostrare una via nella quale tra esseri umani fosse
accettabile la lacerazione, l'estraneita', come dono.
Mi e' venuto da pensare anche ultimamente a quel libro. Da molti anni ormai
insegnava bioetica all'universita' di Salerno. Aveva pubblicato diversi
articoli sulla biopolitica e il femminismo. Mi diceva che proprio l'isteria
femminile - quella per la quale non si puo' contare le donne una per una a
causa di un legame altro tra loro - era cio' che le poneva fuori dai giochi
della biopolitica. Riprendeva cosi' il vecchio concetto criticato.
E poi era studiosa appassionata di Simone Weil. Nel 1997 aveva pubblicato
Simone Weil e la passione di Dio. Da pochi mesi era uscito Simone Weil.
Un'intima estraneita' (Citta' aperta, 2006), dove riprende l'interesse per
la matematica della Weil per rileggere molti suoi concetti. Credo che chi
studia per molto tempo una pensatrice abbia qualche cosa di lei. In Angela
mi sembra di vedere, come nella Weil, il desiderio di sradicarsi per aprirsi
all'infinito. Mossa che, invece di allontanarla dal mondo, l'ha riportata
puntualmente ad intervenire anche nel dibattito politico: si pensi al sito
adateoriafemminista, che ha aperto con altre. E' come per la Weil: amore per
il concetto, politica e desiderio d'infinito.

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

7. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2 del 16 febbraio 2007

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