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La domenica della nonviolenza. 100
- Subject: La domenica della nonviolenza. 100
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 19 Nov 2006 22:18:30 +0100
============================== LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 100 del 19 novembre 2006 In questo numero: 1. Peppe Sini: Una parola 2. Manlio Dinucci: Finanziaria a mano armata 3. Angelo Cavagna: In digiuno contro l'aumento delle spese militari 4. Cristina Ricci (a cura di): Una bibliografia essenziale delle opere di Heinrich Boell 5. Enrico Peyretti: Da Gandhi a oggi. Cento anni di nonviolenza 6. Luigi Ciotti: Gli Stati generali dell'antimafia 7. Riletture: Rosa Luxemburg, Scritti politici 8. Riletture: Rosa Luxemburg, Scritti scelti 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: UNA PAROLA In questi ultimi anni ogni sei mesi in Parlamento si discuteva e si votava sulla prosecuzione o meno della illegale e criminale partecipazione italiana alle guerre stragiste e terroriste in corso. E regolarmente una maggioranza golpista e assassina votava contro la Costituzione e contro l'umanita', per la guerra, le stragi, il terrorismo. Fino allo scorso anno vi era una parte del parlamento che votava contro la guerra, che votava contro l'assassinio. Questa estate di mille parlamentari solo quattro (uno, due, tre e quattro, non uno di piu') hanno votato contro l'omicidio, hanno votato contro le stragi. Mentre tante persone che ancora ad aprile di quest'anno si dichiaravano per la pace e per il rispetto dell'articolo 11 della Costituzione - e talune finanche per la nonviolenza - vinte le elezioni si sono convertite alle virtu' dei plotoni d'esecuzione, alla grazia dei bombardamenti a tappeto, alla bonta' degli scannamenti, all'assassinio come una delle belle arti. Un crimine, un'infamia e uno scandalo: ma uno scandalo, un'infamia e un crimine visibili. Se in Italia vi fosse stato un movimento per la pace e per la legalita' avrebbe potuto - e dovuto - insorgere in difesa della Costituzione della Repubblica Italiana, del diritto di ogni essere umano a non essere ucciso. E gli organi istituzionali preposti avrebbero dovuto, quelle decisioni incostituzionali e assassine, non ratificarle (il Presidente della Repubblica) o cassarle (la Corte costituzionale). Invece... * Ora il governo ha deciso di inserire direttamente nella legge finanziaria il finanziamento alla partecipazione italiana alle guerre, cosicche' delle guerre in corso alle quali l'Italia prende parte in Parlamento non se ne discutera' neppure piu', su di esse neppure si dovra' votare piu'; si continueranno, quelle guerre, e basta. La violazione della Costituzione e' diventata routine, sbadiglio. La partecipazione dello stato italiano alla commissione di omicidi di massa non richiede piu' neppure un pubblico dibattito, un'alzata di mano. La guerra e' divenuta il nostro pane quotidiano. Tanto a morire sono gli altri, in luoghi lontani. E quando anche nostri concittadini tornano da quei remoti luoghi inscatolati nello zinco e nel legno, coloro che li hanno mandati a morire, invece di provarne un rimorso immedicabile, sulle loro stesse salme vomitano la loro menzognera e sanguinaria logorrea, la loro retorica mortifera, per la seconda volta assassinandoli. A questo siamo giunti, a questo. * C'e' un nome per tutto questo: ma non lo scriveremo qui, non ce ne e' bisogno, tutti sappiamo quale sia. E c'e' un nome per il governo e per i parlamentari che tutto questo hanno escogitato, deliberato, perpetrato: ma non lo scriveremo qui, non ce ne e' bisogno, tutti sappiamo quale sia. 2. UCCIDERE COSTA. MANLIO DINUCCI: FINANZIARIA A MANO ARMATA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 15 novembre 2006. Manlio Dinucci e' giornalista e saggista, direttore esecutivo della sezione italiana della Ippnw. Tra le opere di Manlio Dinucci: (con Daniel Bovet), Tempesta del deserto, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi), 1991; Hyperwar, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi), 1991; (con Umberto Allegretti e Domenico Gallo), La strategia dell'impero, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi), 1992] La Finanziaria sara' varata con "i muri maestri intatti", assicura il ministro Tommaso Padoa Schioppa. Ma dovrebbe essere piu' preciso: c'e' un muro maestro, quello della spesa militare, che non solo restera' intatto ma sara' rafforzato. Il bilancio di competenza della difesa per il 2007 sale a 18.134,5 milioni di euro rispetto ai 17.782,2 del 2006. E' quasi il doppio del bilancio di competenza dell'universita' e ricerca ma ancora non basta. Per questo, ha annunciato il ministro della Difesa Arturo Parisi, sono stati introdotti nella finanziaria alcuni "correttivi". * L'articolo 113 istituisce un "fondo per le esigenze di investimento della difesa", destinato a "programmi di investimento pluriennale, derivanti anche da accordi internazionali", con una dotazione di 1.700 milioni di euro per il 2007, 1.550 per il 2008 e 1.200 per il 2009: circa 4,5 miliardi in tre anni. Questa e' pero' la punta dell'iceberg della spesa che l'Italia dovra' sostenere per partecipare a tali programmi. Solo per il caccia statunitense F-35 Lightning, si e' investito oltre un miliardo di dollari e per l'acquisto di 131 caccia ci vorranno come minimo altri 11 miliardi che si aggiungeranno ad almeno 7 miliardi di euro per l'acquisto di 121 Eurofighter Typhoon. L'articolo 187 istituisce un fondo di 400 milioni di euro per il 2007 e 500 per ciascuno degli anni 2008 e 2009, per "la tenuta in efficienza dello strumento militare, mediante interventi di sostituzione, ripristino e manutenzione di mezzi e materiali". In altre parole: poiche' aerei, autoblindo e navi da guerra si usurano soprattutto in missioni tipo quelle in Afghanistan e Libano, occorrono ogni anno centinaia di milioni di euro per tenerli in efficienza o sostituirli. Tali fondi non vengono pero' prelevati dal bilancio di competenza della Difesa ma aggiunti dalla finanziaria. E, poiche' bisogna incentivare l'arruolamento di volontari, l'articolo 187 autorizza per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 la spesa di 20 milioni di euro destinati alla "costruzione, acquisizione o manutenzione di alloggi per il personale volontario delle Forze armate". * L'articolo 188 autorizza, per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, la spesa di 1 miliardo di euro per il finanziamento della partecipazione italiana alle "missioni internazionali di pace". Tali fondi sono pero' iscritti non nel bilancio di competenza della Difesa ma in quello del ministero dell'Economia e delle Finanze. Se poi occorreranno piu' soldi di quelli previsti, "il ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato, con propri decreti, a disporre le relative variazioni di bilancio". Con questi e altri "correttivi", la spesa militare italiana supera ampiamente nel 2007 i 21 miliardi di euro, equivalenti a oltre 27 miliardi di dollari: l'Italia si colloca cosi' come spesa militare al settimo posto mondiale. Vi sono per di piu' altre voci di carattere militare nascoste nelle pieghe del bilancio: tra queste un esborso di circa mezzo miliardo di dollari per la manutenzione delle basi Usa in Italia; un altro, non quantificabile, per i programmi previsti dall'accordo militare italo-israeliano (Legge n. 94/2005). * Cosi', mentre si effettua una manovra finanziaria che direttamente e indirettamente grava sulla maggioranza dei cittadini, si accresce la spesa militare e si pongono tutte le premesse per un suo ulteriore aumento. Il sacrificio vale pero' la pena: in tal modo - spiega il capo di stato maggiore della difesa - l'Italia puo' avere "capacita' di intervento efficace e tempestivo" nelle aree di "interesse strategico", dai Balcani al Caucaso, dal Nord Africa al Golfo Persico. Cio' e' reso possibile da uno strumento militare "proiettabile" dotato di spiccata capacita' expeditionary coerente col "livello di ambizione nazionale". Ne fanno parte le forze speciali che, spiega il ministero della Difesa, sono impiegate "in modalita' occulta o clandestina" in "operazioni dirette a conseguire obiettivi di natura militare, politica, economica o informativa in aree di difficile accessibilita'". Tutto chiaro. Resta solo un dubbio: in quale capitolo di bilancio e' inserito il finanziamento delle operazioni occulte e clandestine? 3. APPELLI. ANGELO CAVAGNA: IN DIGIUNO CONTRO L'AUMENTO DELLE SPESE MILITARI [Da Angelo Cavagna (per contatti: gavci at iperbole.bologna.it) riceviamo e diffondiamo il seguente appello. Padre Angelo Cavagna e' religioso dehoniano, prete operaio, presidente del Gavci (gruppo di volontariato con obiettori di coscienza), obiettore alle spese militari, infaticabile promotore di inizative di pace e per la nonviolenza. Tra le opere di Angelo Cavagna: Per una prassi di pace, Edb, Bologna 1985; (a cura di, con G. Mattai), Il disarmo e la pace, Edb, Bologna 1982; (a cura di), I cristiani e l'obiezione di coscienza al servizio militare, Edb, Bologna 1992; I malintesi della missione, Emi, Bologna; (a cura di), I cristiani e la pace, Edb, Bologna 1996] Ricordo bene la risposta perentoria di Romano Prodi, in periodo elettorale, ad una domanda rivoltagli a Perugia, nella sede della Tavola della pace, sul comportamento del suo eventuale governo in merito all'invio di soldati italiani nei vari territori di guerra: "L'Italia ripudia la guerra! Articolo 11 della Costituzione. Basta!". Pensai subito tra me che al tempo della Finanziaria non sarebbe piu' stato necessario digiunare per protesta contro l'eccesso di spese militari. Invece basta citare alcuni dati per ricavarne un aumento esorbitante delle spese militari ed un taglio di quelle sociali. Conseguenza: oggi, 18 novembre 2006, inizio un nuovo digiuno, a giorni alterni, fino alla chiusura della Finanziaria. La spesa militare sale di 5 punti percentuali in piu' rispetto all'ultima Legge di Bilancio licenziata dal governo di centrodestra. Sedici senatori dell'Unione hanno scritto una lettera a Prodi, nella quale si legge: "L'Italia e' al settimo posto nel mondo come spesa militare... Ti ricordiamo che nel programma di governo ci sono tre riferimenti alla necessita' di politiche di disarmo (pp. 90, 91, 109)". Altro punto. La Focsiv (Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario) fa notare che "inizialmente nella manovra erano stati destinati alla Cooperazione Internazionale 600 milioni di euro, 218 in piu' rispetto ai 382 assegnati dal governo Berlusconi"; fatto senz'altro positivo. Pero' "ora si prospetta un taglio di 48 milioni di euro, rispetto alla cifra promessa". Inutile aggiungere altre prove e riflessioni. Contro tale persistenza nell'aumento delle spese militari, a scapito di tante spese sociali in ribasso, alle quali corrisponde un penoso arrancare della povera gente (basti pensare allo sanita' pubblica ecc.), mi sento in dovere di protestare contro un tale stato di cose. Auspico su questo tema una grande unione di forze morali e politiche di pace. Come gli anni scorsi la Campagna di digiuno per una Finanziaria di pace e' in appoggio alla Campagna nazionale "Sbilanciamoci!", che e' lo studio di proposta di modifica al testo di legge finanziaria presentato dal governo per suggerire tagli e corrispondenti aumenti, sotto il profilo di una politica di vita e di pace. E' una voce della societa' civile nel suo complesso, mirata a costruire il bene comune nazionale e internazionale a prescindere dall'area politica di appartenenza. L'appello ad aderire alla Campagna digiuni in una forma o l'altra (a giorni alterni o in gruppo a staffetta o a giorni periodici, ad esempio tutti i lunedi' o un altro giorno della settimana, o un giorno solo) e' rivolto a tutti i cittadini, in particolare ai parlamentari, come gia' avvenuto negli scorsi anni. padre Angelo Cavagna, presidente del Gavci * I primi nominativi degli aderenti alla campagna digiuni: Angelo Cavagna, Rosanna Mulas, Paolo Zignone, Paolo Spunta, Antonio Testoni, Martino Ottomaniello. * Chi aderisce e' invitato a segnalarlo con precisione al Gavci (Gruppo Autonomo di Volontariato Civile in Italia): c/o Villaggio del Fanciullo, via Scipione Dal Ferro 4, 40138 Bologna, tel. e fax: 051341122, e-mail: gavci at iperbole.bologna.it, sito: www.gavci.it Per informazioni sulla Campagna "Sbilanciamoci!": tel. 0644361190, fax: 068841859, e-mail: lunaria at lunaria.org, sito: www.sbilanciamoci.org 4. MATERIALI. CRISTINA RICCI (A CURA DI): UNA BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE DELLE OPERE DI HEINRICH BOELL [Ringraziamo Cristina Ricci (per contatti: criscristy at libero.it) per averci messo a disposizione il seguente testo, estratto dalla sua tesi di laurea "Il silenzio di Leni. Una ricognizione intorno al personaggio protagonista di 'Foto di gruppo con signora' di Heinrich Boell" sostenuta all'Universita' degli studi della Tuscia di Viterbo nell'anno accademico 2004-2005. Cristina Ricci e' dottoressa in lingue e letterature straniere, ha preso parte a varie esperienze culturali e di solidarieta'. Heinrich Boell e' nato a Colonia nel 1917, testimone degli orrori del secolo, uomo di tenace, intransigente impegno morale e civile, una delle figure piu belle dell'impegno per la pace e la dignita' umana. Premio Nobel per la letteratura nel 1972. E' scomparso nel 1985. La sua bonta' dovrebbe passare in proverbio. Opere di Heinrich Boell: tra le opere di narrativa (che sono sempre anche di testimonianza) piu' volte ristampate: Il treno era in orario (Mondadori), Viandante, se giungi a Spa. (Mondadori), Dov'eri, Adamo? (Bompiani), E non disse nemmeno una parola (Mondadori), Racconti umoristici e satirici (Bompiani), Il nano e la bambola (Einaudi), Opinioni di un clown (Mondadori), Foto di gruppo con signora (Einaudi), L'onore perduto di Katharina Blum (Einaudi), Vai troppo spesso a Heidelberg (Einaudi), Assedio preventivo (Einaudi), Il legato (Einaudi), La ferita (Einaudi), Donne con paesaggio fluviale (Einaudi). Tra le raccolte di saggi e interventi: Rosa e dinamite, Einaudi, Torino 1979; Lezioni francofortesi, Linea d'ombra, Milano 1990; Terreno minato, Bompiani, Milano 1990; Fraternita' difficile, Edizioni e/o, Roma 1999. Opere su Heinrich Boell: Italo Alighiero Chiusano, Heinrich Boell, La Nuova Italia, Firenze 1974; Lucia Borghese, Invito alla lettura di Boell, Mursia, Milano 1990. Segnaliamo, ma non ce ne dovrebbe essere bisogno, che per esigenze legate alla peculiare forma di trasmissione per e-mail di questo foglio telematico abbiamo costantemente sciolto graficamente l'umlaut nel dittongo "vocale + e", ad esempio: "Boll" (con l'umlaut) e' qui sempre dato nella forma grafica "Boell"; "Koln" (con l'umlaut), il nome tedesco della citta' di Colonia, "Koeln"] Nota: la seguente bibliografia si fonda in gran parte sulla bibliografia primaria contenuta in Lucia Borghese, Invito alla lettura di Heinrich Boell, Mursia, Milano 1980, 1990. Ovviamente si e' proceduto ad aggiornarla e si sono effettuati riscontri diretti sui testi della bibliografia primaria e secondaria boelliana in tedesco e in italiano. * - Der Zug war puenktlich, Middelhauve, Opladen 1949; ed. it. Il treno era in orario, trad. di Bice Tribiletti, Istituto di Propaganda Libraria, 1958; nuova traduzione di Italo Alighiero Chiusano, Mondadori, Milano 1974. - Wanderer, kommst du nach Spa..., Middelhauve, Opladen 1950; ed. it. Viandante se giungi a Spa..., ne Il pane dei verdi anni e altri racconti, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Mondadori, Milano 1961; in Lontano dall'esercito, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Mondadori, Milano 1975; in Viandante se giungia Spa..., Mondadori, Milano 1987. - Die schwarzen Schafe, Middelhauve, Opladen 1951; ed. it. La pecora nera, in Racconti umoristici e satirici, trad. di Lea Ritter Santini e Marianello Marianelli, Bompiani, Milano 1964. - Wo warst du, Adam?, Middelhauve, Opladen 1951; ed. it. Dov'eri Adamo?, trad. di Carlo Mainoldi, Bompiani, Milano 1967. - Nicht nur zur Weinachtszeit, Frankft. Verl.-Anst., Frankfurt/M. 1952; trad. it. Tutti i giorni Natale, in Racconti umoristici e satirici, cit. - Und sagte kein einziges Wort, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1953; ed. it. E non disse nemmeno una parola, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Mondadori, Milano 1955. - Haus ohne Hueter, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1954; ed. it. Casa senza custode, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Mondadori, Milano 1957. - Das Brot der fruehen Jahre, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1955; ed. it. Il pane dei verdi anni, ne Il pane dei verdi anni e altri racconti cit. - So ward Abend und Morgen, Verlag Die Arche, Zuerich 1955; trad. it. Cosi' fu sera e mattina e altri racconti sono contenuti ne Il nano e la bambola, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Einaudi, Torino 1975 (Die Waage der Baleks, trad. it. La bilancia dei Balek, si trova invece in Racconti umoristici e satirici, cit.). - Unberechenbare Gaeste, Verlag Die Arche, Zuerich 1956; trad. It. Gli ospiti sconcertanti, parte in Racconti umoristici e satirici, cit., parte ne Il nano e la bambola, cit. - Irisches Tagebuch, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1957; ed. it. Diario d'Irlanda, trad. di Marianello Marianelli, Mondadori, Milano 1961. - Im Tal der donnernden Hufe, Insel-Verlag, Wiesbaden1957; ed. it. La valle degli zoccoli tonanti, trad. di Ervino Pocar, Il Saggiatore, Milano 1960. - Die Spurlosen, Hans-Bredow-Institut, Hamburg 1957. - Doktor Murkes gesammeltes Schweigen und andere Satiren, Kiepenheuer und Witsch, Koeln 1958; trad. it. La raccolta di silenzi del dottor Murke e le altre satire in Racconti umoristici e satirici, cit. - Erzaehlungen, Middelhauve, Opladen 1958 (raccolta di racconti precedenti). - Der Bahnhof von Zimpren, List, Muenchen 1959; trad. it. La stazione di Zimpren e Confessioni di un accalappiacani, in Racconti umoristici e satirici, cit., gli altri ne Il nano e la bambola, cit. - Billard um halbzehn, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1959; ed. it. Biliardo alle nove e mezzo, trad. di Marianello Marianelli, Mondadori, Milano 1962. - Erzaehlungen, Hoerspiele, Aufsaetze, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1961; ed. it. Rosa e dinamite, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Einaudi, Torino 1979 (contiene alcuni articoli e saggi tra cui Lettera a un giovane cattolico). - Ein Schluck Erde, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1962; ed. it. Un sorso di terra, trad. di Hansi Cominotti, Einaudi, Torino 1964. - Als der Krieg ausbrach. Als der Krieg zu Ende war, Insel-Verlag, Frankfurt/M.-Leipzig 1962; trad. it. Quando scoppio' la guerra. Quando fini' la guerra, in Il nano e la bambola, cit. - Ansichten eines Clowns, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1963; ed. it. Opinioni di un clown, trad. di Amina Pandolfi, Mondadori, Milano 1965. - Hierzulande, Deutscher Tatschenbuch Verlag (Dtv), Muenchen 1963 (1964). - Zum Tee bei Dr. Borsig. Acht Hoerspiele, Dtv, 1964 Muenchen (1975). - Entfernung von der Truppe, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1964; ed. it. Lontano dall'esercito, cit. - Frankfurter Vorlesungen, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1966 (Dtv, Muenchen 1973); ed. it. Lezioni francofortesi, trad. di Maria Maderna, Linea d'Ombra, Milano 1990. - Die Erzaehlungen, Insel-Verlag, Leipzig 1966: raccolta di racconti precedenti, tranne Keine Traene um Schmeck, Niente lacrime per Schmeck, ne Il nano e la bambola, cit. - Ende einer Dienstfahrt, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1966; ed. it. Termine di un viaggio di servizio, trad. di. Marianello Marianelli e Marlis Ingenmey, Bompiani, Milano 1972. - Aufsaetze, Kritiken, Reden, Kiepenheuer und Witsch, Koeln 1967, ( Dtv, Muenchen 1973-1975, 2 voll.). - Hausfriedensbruch. Aussatz, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1969; ed. it. soltanto di Lebbra (Aussatz), trad. di Italo Alighiero Chiusano, ne "Il Dramma", 10, 1971. - Gruppenbild mit Dame, Kiepenheuer und Witsch, Koeln 1971; ed. it. Foto di gruppo con signora, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Einaudi, Torino 1972. - Gedichte, Literarisches Colloquium, Berlin 1972; ed. it. La mia Musa, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Einaudi, Torino 1974. - Neue politische und literarische Schriften, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1973. - Die verlorene Ehre der Katharina Blum, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1974; ed. it. L'onore perduto di Katharina Blum, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Einaudi, Torino 1975. - Berichte zur Gesinnungslage der Nation, Kiepenheuer und Witsch, Koeln 1975; ed. it. Rapporti sui sentimenti politici della nazione, trad. di Italo Alighiero Chiusano, Einaudi, Torino 1976. - Literarische Schriften, Dtv, Muenchen 1975. - Drei Tage im Maerz. Ein Gespraech (con Christian Linder), Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1975. - Politische Schriften, Dtv, Muenchen 1976. - Einmischung erwuenscht. Schriften zur Zeit, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1976; ed. it. (di una scelta da questa e dalle precedenti raccolte di saggi) Rosa e dinamite. Scritti di politica e di letteratura 1952-1976, a cura e trad. di Italo Alighiero Chiusano, Einaudi, Torino 1979. - Werke. Romane und Erzhaelungen, Gertraud Middelhauve - Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1977-1978. - Werke. Essaystische Schriften und Reden, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1978. - Werke. Interviews 1961-1978, Kiepenheuer und Witsch, Koeln 1978. - Werke. Hoerspiele, Theaterstuecke, Drehbuecher, Gedichte 1952-1978, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1978. - Du faehrst zu oft nach Heidelberg und andere Erzaehlungen, Lamuv, Bornheim-Merten 1979; ed. it. Vai troppo spesso ad Heidelberg. Racconti 1947-1979, trad. di Italo Alighiero Chiusano e Renata Buzzo Margari, Einaudi, Torino 1981. - Fuersorgliche Belagerung, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1979; ed. it. Assedio preventivo, trad. di Silvia Bortoli, Einaudi, Torino 1980. - Une memoire allemande, Editions du Seuil, Paris 1978: ed. ted. Eine deutsche Erinnerung (con Rene' Wintzen), Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1979; ed. it. Intervista sulla memoria, la rabbia, la speranza, a cura di Rene' Wintzen, trad. dal tedesco di Maria Teresa Mandalari, Laterza, Roma-Bari 1979, nuova edizione col titolo La memoria, la rabbia, la speranza, Laterza, Roma-Bari 2005. - Was soll aus dem Jungen bloss werden? Oder: Igendwas mit Buechern, Lamuv, Bornheim-Merten 1981; ed. it. Che cosa faremo di questo ragazzo? Ovvero: qualcosa che abbia a che fare con i libri, trad. di Silvia Bortoli, Einaudi, Torino 1984. - Vermintes Gelaende. Essayistische Schriften 1977-1981, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1982; ed. it. Terreno minato. Saggi 1977-1981, trad. di Amina Pandolfi, Bompiani, Milano 1990. - Das Heinrich Boell Lesebuch, Dtv, Muenchen 1982. - Das Vermaechtnis, Lamuv, Bornheim-Merten 1982; ed. it. Il legato, trad. di Silvia Bortoli, Einaudi, Torino 1983. - Die Verwundung und andere fruehe Erzaehlungen, Lamuv, Bornheim-Merten 1983; ed. it La ferita e altri racconti, trad. di Silvia Bortoli, Einaudi, Torino 1985. - Bild Bonn Boenisch, Lamuv, Bornheim-Merten 1984. - Ein- und Zuspraeche. Schriften, Reden und Prosa 1981-1983, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1984. - In eigener und anderer Sache. Schriften und Reden 1952-1985, Dtv, Muenchen 1985-1988. - Weil die Stadt so fremd geworden ist (con Heinrich Vormweg), Lamuv, Bornheim-Merten 1985; ed. it. Perche' la citta' si e' fatta straniera, trad. di Fabrizio Rondolino, Editori Riuniti, Roma 1987; parte di questa traduzione e' stata successivamente ripubblicata col titolo Il mestiere inspiegabile, Editori Riuniti, Roma 1994. - Frauen vor Flusslandschaft. Roman in Dialogen und Selbstgespraechen, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1985; ed. it. Donne con paesaggio fluviale. Romanzo in dialoghi e monologhi, trad. di Silvia Bortoli, Einaudi, Torino 1987. - Die Faehigkeit zu trauern. Schriften und Reden 1983-1985, Lamuv, Bornheim-Merten 1986; ed. it. La capacita' di soffrire. Scritti e discorsi 1983-1985, trad. di Maria Teresa Ferrari, Editori Studio Tesi, Pordenone 1990, una parte della traduzione italiana e' stata successivamente ripubblicata col titolo Visto di transito, Editori Studio Tesi, Pordenone 1994. - Wir kommen von weit her. Gedichte. Mit Collage von Klaus Staeck, Steidl, Goettingen 1986. - Rom auf den ersten Blick. Reisen. Staedte. Landschaften, Lamuv, Bornheim-Merten 1987; ed. it. Roma a prima vista, trad. di Fabrizio Rondolino, Editori Riuniti, Roma 1987. - Werke. Romane und Erzhaelungen, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1987. - Erinnerungen eines jungen Koenigs. Geschichten von Kindern, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1993; ed. it. Memorie di un giovane re. Racconti dall'infanzia, trad. di Giuseppina Oneto, Il Melangolo, Genova 1994; la raccolta comprende tre racconti gia' pubblicati in Viandante se giungi a Spa... cit., e tre ne Il nano e la bambola cit. - Der Engel schwieg, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1992; ed. it. L'angelo tacque, trad. di Giovanna Agabio, Einaudi, Torino 1996. - Der blasse Hund, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 1995; ed. it. Cane pallido, trad. di Giovanna Agabio, Einaudi, Torino 1999. - Fraternita' difficile, Edizioni e/o, Roma 1999, contiene il saggio di Christa Wolf, Pur dolente il cuore divino perdura forte (per l'ottantesimo anniversario della nascita di Heinrich Boell), e alcuni saggi di Heinrich Boell, gia' pubblicati in raccolte precedenti. - Kreuz ohne Liebe, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 2003; ed. it. Croce senza amore, trad. di Silvia Bortoli, Mondadori, Milano 2004. - Der General stand auf einem Huegel, Kiepenheuer & Witsch, Koeln 2002; ed. it. Prigioniero a Parigi e altri racconti, Mondadori, Milano 2005. 5. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: DA GANDHI A OGGI. CENTO ANNI DI NONVIOLENZA [Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) per averci messo a disposizione il seguente intervento pubblicato nel "Messaggero di sant'Antonio", novembre 2006. Enrico Peyretti (1935) e' uno dei principali collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, ricerca di cui una recente edizione a stampa e' in appendice al libro di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui Enrico Peyretti ha curato la traduzione italiana), e che e stata piu' volte riproposta anche su questo foglio, da ultimo nei fascicoli 1093-1094; vari suoi interventi sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Una piu' ampia bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 731 del 15 novembre 2003 di questo notiziario. Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006] L'attualita' di Gandhi oggi e' tanto maggiore quanto piu' grave e' il peso e la distruttivita' della guerra (con minaccia nucleare della superpotenza) e di ogni altra violenza (economica, razziale, culturale). Proprio l'11 settembre 1906, cento anni fa, nell'Empire Theatre di Johannesburg, Gandhi esprimeva in una grande assemblea l'idea del satyagraha, la nonviolenza positiva e attiva, al di la' della "resistenza passiva". Questa idea e questo metodo Gandhi applichera' e sviluppera' per tutta la vita. Per un caso felice, l'11 settembre, oggi simbolo di violenza, inaugurava allora un filone storico opposto, tutto positivo. Quest'anno, nel centenario, anche "Repubblica" ha dedicato alcune pagine al Mahatma con buoni articoli di Adriano Sofri, Federico Rampini, Enzo Bianchi. Ma da poco tempo abbiamo in italiano proprio il racconto di Gandhi, nel libro Una guerra senza violenza. La nascita della nonviolenza moderna (Libreria Editrice Fiorentina 2005; titolo originale Satyagraha in South Africa, 1924-1925). Gandhi vi descrive a lungo, vari anni dopo i fatti, le sue lotte in Sudafrica a difesa degli immigrati indiani sfruttati e discriminati, e cosi' ci mostra l'origine della sua concezione e dei suoi metodi di lotta nonviolenta. Consiglio un breve chiaro opuscolo di Michel N. Nagler, Speranza o terrore? Gandhi e l'altro 11 settembre (edito anche on line dal Centro Gandhi di Pisa: www.centrogandhi.it). Vennero poi le sue lotta in India, per l'indipendenza e, non meno, per la giustizia sociale. Gandhi e' uno degli illuminati-illuminanti della storia umana (1). Chi crede in Dio puo' vederlo come un suo inviato a testimoniare e proporre una via di vita giusta. Nel secolo piu' violento della storia umana, con lui e' comparsa la possibilita' pratica di risolvere conflitti collettivi acuti, di modificare strutture violente, di convertire culture intrise di violenza, senza usare nuova violenza, ed anzi elevando l'umana dignita'. Gandhi sapeva di essere un comune mortale, fallibile: di lui si puo' discutere, ma, senza dubbio, ha indicato all'umanita' un'alternativa efficace alla violenza. Oggi l'umanita' rischia la distruzione totale, ma nell'esperienza di Gandhi, nei movimenti da lui suscitati in tutto il mondo, nei piu' diversi contesti - pensiamo a Martin Luther King cristiano ma anche a Badshah Khan, "il Gandhi musulmano" (2) - possiamo imparare le virtu' interiori ed i modi pratici di lottare per la giustizia coi soli mezzi della giustizia, percio' di preservare la storia umana dalla distruzione. Ai cristiani Gandhi ha fatto riscoprire la nonviolenza evangelica, troppo a lungo dimenticata. La nonviolenza non e' una ricetta, ma una ricerca fondata nell'esperienza. Se a qualcuno puo' sembrare follia, e' una follia piu' grande affidarsi ancora alla violenza. Scriveva Camus: "Se l'uomo che spera nella natura umana e' un pazzo, colui che dispera di fronte agli avvenimenti e' un codardo". Un grande studioso di Gandhi, Giuliano Pontara, nel suo prossimo libro L'Antibarbarie (Edizioni Gruppo Abele), mostra che nel pensiero e azione di Gandhi troviamo la piu' solida possibilita' per uscire dall'attuale sistema mondiale violento. Un altro studioso, Mark Juergensmeyer, nel libro Come Gandhi. Un metodo per risolvere i conflitti (Laterza 2004), ci dice che, se cerchiamo la verita', il metodo gandhiano ci permette di combattere ed essere morali nello stesso tempo: "Se anche nient'altro dovesse cambiare, forse cambierete voi. E ci avrete guadagnato non poco". Anche in economia Gandhi ha sperimentato soluzioni giuste, fuori dal capitalismo avido e dal comunismo imposto. La sua idea e' il sarvodaya, il benessere di tutti, da cercare nell'educazione al non-possesso, nell'amministrazione fiduciaria ad utilita' generale, nel primato delle persone umane sulle tecniche. Oggi in India, sotto il capitalismo ufficiale duramente iniquo, reti di solidarieta' sociale costruiscono una economia umana, senza violenza, che dobbiamo imparare, per esempio dai libri di Vandana Shiva (3). Soprattutto, l'eredita' di Gandhi, raccolta dai movimenti nonviolenti, e' un ripensamento radicale della politica: non lotta per la supremazia, ma servizio ispirato a una morale generosa, ad una religione universale profonda, che Gandhi vedeva come un tronco di cui le religioni storiche sono come rami. Non c'e' conflitto tra religione e politica se lo stato e' laico, casa di tutti, e se la religione non cerca posizioni nella societa', ma e' ispirazione di servizio e di amore. * Note 1. Consiglio anzitutto: Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza (Einaudi, 1996); R. Mancini, L'amore politico. Sulla via della nonviolenza con Gandhi, Capitini e Levinas (Cittadella, 2005); F. C. Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi (Unicopli, 2006). Segnalo anche il mio Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi (Pazzini Editore, 2005), destinato specialmente ai giovani come breve, chiara introduzione a Gandhi. 2. Eknath Easwaran, Badshah Khan, il Gandhi musulmano, Sonda, Torino 1990. 3. Vandana Shiva, Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002; Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006. 6. RIFLESSIONE. LUIGI CIOTTI: GLi STATI GENERALI DELL'ANTIMAFIA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 17 novembre 2006. Luigi Ciotti e' nato a Pieve di Cadore nel 1945, sacerdote, animatore a Torino del Gruppo Abele; impegnato contro l'emarginazione, per la pace, contro i poteri criminali; ha promosso numerosissime iniziative. Riportiamo la seguente piu' ampia scheda biografica dalla Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche: "Luigi Ciotti nasce il 10 settembre 1945 a Pieve di Cadore (Bl), emigra con la famiglia a Torino nel 1950. Nel 1966 promuove un gruppo di impegno giovanile, che prendera' in seguito il nome di Gruppo Abele, costituendosi in associazione di volontariato e intervenendo su numerose realta' segnate dall'emarginazione. Fin dall'inizio, caratteristica peculiare del gruppo e' l'intreccio dell'impegno nell'accompagnare e accogliere le persone in difficolta' con l'azione educativa, la dimensione sociale e politica, la proposta culturale. Nel 1968 comincia un intervento all'interno degli istituti di pena minorili: l'esperienza si articola in seguito all'esterno, sul territorio, attraverso la costituzione delle prime comunita' per adolescenti alternative al carcere. Terminati gli studi presso il seminario di Rivoli (To), Ciotti nel 1972 viene ordinato sacerdote dal cardinale Michele Pellegrino: come parrocchia, gli viene affidata "la strada". Sulla quale, in quegli anni, affronta l'irruzione improvvisa e diffusa della droga: apre un Centro di accoglienza e ascolto e, nel 1974, la prima comunita'. Partecipa attivamente al dibattito e ai lavori che portano all'entrata in vigore, nel 1975, della legge n. 685 sulle tossicodipendenze. Da allora, la sua opera sul terreno della prevenzione e del recupero rispetto alle tossicodipendenze e all'alcolismo non si e' mai interrotta. E' invitato in vari Paesi (Gran Bretagna, Usa, Giappone, Svizzera, Spagna, Grecia, ex Jugoslavia) per tenere relazioni e condurre seminari sul tema ed e' chiamato per audizioni presso il Parlamento europeo. Nei primi anni Ottanta segue un progetto promosso dall'Unione internazionale per l'infanzia in Vietnam. Sempre sul piano internazionale, promuove programmi di cooperazione sul disagio giovanile e per gli ex detenuti in alcuni Paesi in via di sviluppo. Nel 1982, contribuisce alla costituzione del Coordinamento nazionale delle comunita' di accoglienza (Cnca), presiedendolo per dieci anni: al coordinamento, oggi, aderiscono oltre 200 gruppi, comunita' e associazioni. Nel 1986 partecipa alla fondazione della Lega italiana per la lotta all'aids (Lila), nata per difendere i diritti delle persone sieropositive, di cui e' il primo presidente. Nel marzo 1991 e' nominato Garante alla Conferenza mondiale sull'aids di Firenze, alla quale per la prima volta riescono a partecipare le associazioni e le organizzazioni non governative impegnate nell'aiuto e nel sostegno ai malati. Nel marzo 1995 presiede a Firenze la IV Conferenza mondiale sulle politiche di riduzione del danno in materia di droghe, tra i cui promotori vi e' il Gruppo Abele. Nel corso degli anni Novanta intensifica l'opera di denuncia e di contrasto al potere mafioso dando vita al periodico mensile "Narcomafie", di cui e' direttore responsabile. A coronamento di questo impegno, dalle sinergie tra diverse realta' di volontariato e di un costante lavoro di rete, nasce nel 1995 "Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", un network che coordina oggi nell'impegno antimafia oltre 700 associazioni e gruppi sia locali che nazionali. Sin dalla fondazione, "Libera" e' presieduta da Luigi Ciotti. Il primo luglio 1998 riceve all'Universita' di Bologna la laurea honoris causa in Scienze dell'educazione; Ciotti accoglie il conferimento del titolo accademico come un riconoscimento significativo dell'opera di tutto il Gruppo Abele. Alle attivita' del Gruppo Abele, di cui Ciotti e' tuttora presidente, attendono oltre trecentocinquanta persone che si occupano di: accoglienza, articolata in due servizi di pronto intervento a Torino; in otto comunita' che ospitano persone con problemi di tossicodipendenza, di alcolismo o malate di aids; in un servizio di accoglienza notturno per persone senza fissa dimora. Il gruppo Abele ha anche promosso e gestito l'esperienza di una "Unita' di strada" a Torino, la seconda attivata in Italia; lavori di tipo artigianale, informatico, agricolo, condotti attraverso la costituzione di cooperative sociali e di uno specifico progetto Carcere e lavoro; interventi di cooperazione internazionale in Costa d'Avorio, Guatemala, Messico; iniziative culturali, informative, educative, di prevenzione e formazione, che si svolgono attraverso l'Universita' della Strada, l'Universita' Internazionale della Strada, il Centro Studi, documentazione e ricerche, l'Ufficio Stampa e comunicazione, la casa editrice Edizioni Gruppo Abele, la libreria Torre di Abele, le riviste "Animazione sociale" e "Narcomafie", l'Ufficio scuola. Luigi Ciotti e' stato piu' volte membro del Consiglio Presbiteriale ed e' attualmente membro del Consiglio Pastorale della Diocesi di Torino. Da alcuni anni tiene corsi di formazione presso la Scuola per vigili urbani di Torino e provincia. Nei primi anni Ottanta e' stato docente presso la Scuola superiore di polizia del ministero dell'Interno. Giornalista pubblicista dal 1988, Ciotti e' editorialista e collabora con vari quotidiani e periodici (tra cui: La Stampa, L'Avvenire, L'Unita', Il Manifesto, Il Sole-24 Ore, il Mattino, Famiglia Cristiana, Messaggero di Sant'Antonio, Nuovo Consumo), scrive su riviste specializzate per operatori sociali e insegnanti, interviene su testate locali". Opere di Luigi Ciotti: e' autore di vari libri a carattere educativo, di impegno sociale, di riflessione spirituale; tra le sue pubblicazioni segnaliamo: Genitori, figli e droga, Edizioni gruppo Abele, Torino 1993; Chi ha paura delle mele marce?, Edizioni gruppo Abele - Sei, Torino 1992; Persone, non problemi, Edizioni gruppo Abele, Torino 1994; Terra e cielo, Mondadori, Milano 1998; naturalmente ha anche contribuito con propri interventi a numerosi testi collettanei] Piu' di dieci anni fa, all'indomani delle terribili stragi del 1992-1993, molte e importanti realta' associative decisero di dare vita a un nuovo percorso di impegno civile fondando "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", perche' eravamo tutti consapevoli del fatto che per battere le mafie non era piu' sufficiente il prezioso lavoro di magistratura e forze dell'ordine sul versante della repressione, ma altrettante energie dovevano essere spese per rafforzare il versante della prevenzione. Da allora molta strada e' stata fatta, oggi sono piu' di 1.300 le realta', piccole e grandi, entrate a far parte della rete di "Libera" per animare il territorio, per costruire legalita' e partecipazione, per favorire il riscatto delle terre soggiogate dalle mafie, per dare vita a cooperative di lavoro per i giovani sui terreni confiscati alle cosche. E oggi stiamo per compiere un altro passo in avanti con "Contromafie": e' questo il nome cha abbiamo dato alla prima edizione degli "Stati generali dell'antimafia". A Roma si ritrovano associazioni di volontariato, amministrazioni locali, scuole, cooperative, istituzioni governative e parlamentari, magistratura e forze dell'ordine, esponenti delle chiese e della cultura, dello spettacolo e dell'informazione. Tre giorni [dal 17 al 19 novembre 2006 - ndr] in cui tracciare un bilancio del lavoro svolto nei diversi ambiti e rilanciare proposte e progetti. Il messaggio degli Stati generali e' duplice: e' oppositivo innanzitutto, perche' esprime una contrarieta' di fondo alle mafie; ma e' soprattutto positivo, in quanto si vuole evidenziare quanto e' stato realizzato sul versante civile e istituzionale nel combattere le loro protezioni e, nel contempo, elaborare e mettere a disposizione di tutti una serie di proposte concrete, per costruire percorsi di liberta', cittadinanza, informazione, legalita', giustizia, solidarieta' che, a partire dal valore fondamentale della dignita' di ogni essere umano, siano il piu' valido antidoto al proliferare della violenza mafiosa. Nel pensare a questo momento ci e' stato di guida il prezioso insegnamento di Giovanni Falcone, il coraggioso magistrato ucciso nel 1992: "E' tempo di andare avanti, non con sterili declamazioni e non piu' confidando sull'impegno straordinario di pochi, ma con il doveroso impegno ordinario di tutti. In una battaglia che e' anzitutto di civilta' e che puo' e deve essere vinta". Con questo spirito ci apprestiamo a vivere queste tre giornate, per partecipare alle quali arriveranno uomini e donne da ogni parte d'Italia: le elaborazioni conclusive del nostro lavoro saranno raccolte nel "Manifesto degli Stati generali dell'antimafia", sottoscritte dalle associazioni partecipanti e consegnate al Presidente della Camera. Una consegna che vuole essere non tanto un punto di arrivo, ma soprattutto l'avvio di un confronto leale e franco con le realta' della politica e delle istituzioni. Lo stesso confronto che ci auguriamo di vivere con il Parlamento Europeo, quando alla fine di questo mese, una delegazione di "Libera" sara' a Bruxelles per ragionare sulla possibilita' di estendere questa nostra esperienza anche oltre i confini nazionali. Il sogno di tanti anni fa si e' realizzato e oggi e' storia: siamo riusciti a dare respiro e continuita' alla domanda di giustizia che da piu' parti si esprimeva. In questo ci sono stati preziosi compagni di viaggio i familiari delle vittime di mafia, alcuni dei quali oggi sono con noi. Con discrezione, in punta di piedi, nel riserbo di un dolore privato che si e' fatto ansia di riscatto collettivo, ci hanno insegnato che il miglior modo di onorare il ricordo dei loro cari era costruire percorsi di impegno, di giustizia, di democrazia. 7. RILETTURE. ROSA LUXEMBURG: SCRITTI POLITICI Rosa Luxemburg, Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976, pp. 708. A cura di Lelio Basso, un'utilissima antologia luxemburghiana. 8. RILETTURE. ROSA LUXEMBURG: SCRITTI SCELTI Rosa Luxemburg, Scritti scelti, Edizioni Avanti!, 1963, Einaudi, Torino 1975, 1976, pp. CVIII + 760. A cura di Luciano Amodio, un'utilissima antologia luxemburghiana. ============================== LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 100 del 19 novembre 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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