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La nonviolenza e' in cammino. 1476
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1476
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 11 Nov 2006 00:36:25 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1476 dell'11 novembre 2006 Sommario di questo numero: 1. Nel deserto 2. Vandana Shiva: Dieci principi della democrazia della Terra 3. Roberta Ascarelli: Ingeborg Bachmann 4. L'agenda "Giorni nonviolenti" 2007 5. Indice dei numeri 1009-1039 (agosto 2005) de "La nonviolenza e' in cammino" 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento 7. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. NEL DESERTO "Nel deserto cosi' arringava i morti l'assassino" (Frammento apocrifo attribuito da taluni a Misone e da talaltri a Margite) Ha riconosciuto il ministro che e' in corso una guerra. Ed ha riconosciuto che le truppe occupanti vincerla non potranno. Ed ha riconosciuto che occorre seguire altre vie. * Una guerra alla quale l'Italia prende parte violando la propria legge fondamentale. Una guerra che ha provocato molte, molte vittime. Una guerra terrorista e stragista che terrorismo e stragismo ulteriori alimenta. * Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana. Torni lo stato italiano al rispetto della legalita' costituzionale. Occorre un'altra politica internazionale: fondata sulla pace, la smilitarizzazione dei conflitti, il disarmo, la solidarieta' che salva le vite, la scelta della nonviolenza. 2. RIFLESSIONE. VANDANA SHIVA: DIECI PRINCIPI DELLA DEMOCRAZIA DELLA TERRA [Da "Cns. Ecologia politica", anno XIII, fascicolo 53, n. 1-2, gennaio-luglio 2003 (sito: www.ecologiapolitica.it) riprendiamo il seguente testo di Vandana Shiva, originariamente apparso su "Resurgence", n. 214, settembre-ottobre 2002. Segnaliamo che una diversa - e verosimilmente piu' recente - versione di questo decalogo (riportata nell'ultimo libro di Vandana Shiva, Il bene comune della terra, Feltrinelli, Milano 2006) abbiamo riprodotto in "Voci e volti della nonviolenza" n. 47. Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006] 1. La democrazia della vita di tutte le specie. Siamo tutti membri della comunita' terrestre. Abbiamo tutti il dovere di difendere i diritti e il benessere di tutte le specie e di tutti i popoli. Gli esseri umani non hanno il diritto di abusare dello spazio ecologico di altre specie e di altri popoli, o di trattarli con crudelta' e violenza. * 2. Il valore Intrinseco di tutte le specie. Tutte le specie, gli umani, le culture e il pianeta hanno un valore intrinseco. Sono soggetti, non oggetti da manipolare o di cui appropriarsi. Gli umani non hanno il diritto di appropriarsi di altre specie, di altri popoli o della conoscenza di altre culture mediante brevetti, diritti di proprieta' intellettuale, o in ogni altro modo. * 3. La diversita' in natura e nella cultura. Difendere la diversita' biologica e culturale e' compito di tutti noi. La diversita' e' di per se stessa un fine, un valore, una fonte di ricchezza sia materiale che culturale. * 4. I diritti naturali alla sussistenza. Tutti i membri della comunita' terrestre, inclusi gli umani, hanno diritto alla sussistenza - al cibo e all'acqua, ad un habitat sano e pulito, alla sicurezza dello spazio ecologico. Questi diritti sono diritti naturali; sono diritti innati, dati dal fatto di esistere sulla Terra, e sono protetti nel migliore dei modi dai diritti della comunita' sui beni comuni. Non sono concessi dagli stati o dalle multinazionali, e non possono essere estinti da uno stato o da una multinazionale. Nessuno stato o multinazionale ha il diritto di requisire o compromettere questi diritti naturali, o di sottrarre i beni comuni necessari alla vita mediante privatizzazione o controllo monopolistico. Si tratta di diritti inalienabili. * 5. L'economia della Terra La democrazia della Terra si base sulla democrazia economica. Nella democrazia della Terra i sistemi economici proteggono gli ecosistemi e la loro integrita', proteggono i mezzi di sussistenza delle persone, e provvedono ai bisogni essenziali di tutti gli esseri. Nell'economia della Terra non ci sono specie o persone a disposizione o non indispensabili. L'economia della Terra e' un'economia vivente. Si basa su sistemi sostenibili, diversi, pluralistici che proteggono la natura e le popolazioni, che sono scelti dalle persone, a vantaggio del bene comune. * 6. Le economie locali. La conservazione delle risorse della Terra e la creazione di adeguati e soddisfacenti mezzi di sussistenza si realizza molto piu' agevolmente, creativamente, efficientemente ed equamente a livello locale. La localizzazione dell'economia e' un imperativo sociale ed ecologico. Solo beni e servizi che arricchiscono davvero i nostri mezzi di sussistenza e che non possono essere prodotti localmente usando risorse e conoscenze locali, possono venire importati da distanze maggiori. La democrazia della Terra si basa su economie locali elastiche e vivaci, che sostengono le economie nazionali e quella globale. L'economia globale non deve scontrarsi e distruggere le economie locali. * 7. La democrazia vivente. La democrazia della Terra si fonda sulla democrazia locale vivente, dove le comunita' locali sono organizzate in base al principio dell'inclusione, della diversita' e della responsabilita' sociale ed esercitano la piu' alta autorita' sulle decisioni riguardanti l'ambiente, le risorse naturali, la sostenibilita' e i mezzi di sussistenza delle persone. Questa autorita' puo' essere delegata a livelli di governo piu' distanti sulla base del principio di sussidiarieta'. La democrazia della Terra e' una democrazia vivente. * 8. La conoscenza vivente. La democrazia della Terra e' basata su sistemi di conoscenza che hanno al loro centro la Terra e la comunita'. La conoscenza vivente e' la conoscenza che conserva e rinnova i processi viventi e contribuisce alla salute ed al benessere del pianeta e delle persone. E' conoscenza vivente anche quella che s'incarna nella natura e nella societa', che non e' astratta, riduzionista e contraria alla vita. La conoscenza vivente e' un bene comune: appartiene collettivamente alla comunita' che la crea e la mantiene in vita generazione dopo generazione. Tutti gli umani hanno il dovere di condividere la conoscenza tra loro. Nessuna persona o impresa ha il diritto di requisire, monopolizzare, brevettare o appropriarsi in via esclusiva (come proprieta' intellettuale) della conoscenza vivente. * 9. Bilanciare i diritti con le responsabilita'. Nella democrazia della Terra i diritti derivano e sono bilanciati dalle responsabilita'. Quelli su cui ricadono le conseguenze delle decisioni e delle azioni, sono anch'essi soggetti che decidono. * 10. Globalizzare la cura e la compassione. La democrazia della Terra collega le persone in circuiti di cura, di cooperazione e di compassione anziche' dividerle con la competizione, il controllo e il conflitto. La democrazia della Terra globalizza la compassione, non l'avidita'; la pace, non la guerra. 3. PROFILI. ROBERTA ASCARELLI: INGEBORG BACHMANN [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 novembre 2006. Roberta Ascarelli, saggista e docente, e' ordinaria di Lingua e letteratura tedesca all'Universita' di Siena, sede di Arezzo. Ha scritto saggi su autori austriaci fin de siecle (Roth, Zweig, Perutz, Canetti), una monografia su Schnitzler (Arthur Schnitzler, 1995); di Schnitzler ha curato la raccolta di aforismi, Libro dei motti e delle riflessioni, nell'edizione della Bur; a Hofmannsthal ha dedicato un volume, La decadenza delle buone maniere (2004) e alcuni studi ("Die Situation des Mystiker ohne Mystik". Note sulla prospettiva mistica di "Ein Brief", 1991; "Also spielen wir Theater". Elementi di una drammaturgia antiaristotelica nei drammi lirici di Hofmannsthal, 1992; Hugo von Hofmannsthal, "Andrea e i ricongiunti", 1992; Hugo von Hofmannsthal, "Gabriele D'Annunzio", in Der uebersetzung von Gabriele D'Annunzio. Mitgeteilt und kommentiert, 1995; Note sull'Elektra, 1998; A passo di danza con le statue. Hofmannsthal incontra le korai, 2003); ha curato un'edizione italiana di Ieri e della Lettera di Lord Chandos. Ha insegnato Giudaistica all'Universita' di Vienna e Cultura jiddisch all'Universita' di Roma "La Sapienza", e ora all'Universita' di Siena, sede di Arezzo, occupandosi soprattutto dell'autobiografia di area ebraico-tedesca, da Glueckel von Hameln a Freud. In questo campo di ricerca, ha pubblicato, tra l'altro: (a cura di), Oltre la persecuzione: donne, ebraismo, memoria, Roma, 2004; "Juden", numero monografico di "Cultura tedesca", 2003; (a cura di, con Giulio Schiavoni), Ebraismo occidentale e orientale, Siena, 2002. E' stata responsabile di progetti di interesse nazionale di area ebraico-tedesca. Dirige la rivista "Daf Werkstatt". E' redattrice della rivista "Cultura tedesca". E' stata Visiting professor nelle Universita' di Toronto, Rochester, Harvard. Ingeborg Bachmann, scrittrice e poetessa austriaca (Klagenfurt 1926 - Roma 1973) di straordinaria bellezza e profondita', maestra di pace e di verita'. Opere di Ingeborg Bachmann: versi: Il tempo dilazionato; Invocazione all'Orsa Maggiore; Poesie. Racconti: Il trentesimo anno; Tre sentieri per il lago. Romanzi: Malina. Saggi: L'elaborazione critica della filosofia esistenzialista in Martin Heidegger; Ludwig Wittgenstein; Cio' che ho visto e udito a Roma; I passeggeri ciechi; Bizzarria della musica; Musica e poesia; La verita' e' accessibile all'uomo; Il luogo delle donne. Radiodrammi: Un affare di sogni; Le cicale; Il buon Dio di Manhattan. Saggiradiofonici: L'uomo senza qualita'; Il dicibile e l'indicibile. La filosofia di Ludwig Wittgenstein; La sventura e l'amore di Dio. Il cammino di Simone Weil; Il mondo di Marcel Proust. Sguardi in un pandemonio Libretti: L'idiota; Il principe di Homburg; Il giovane Lord. Discorsi: Luogo eventuale; Letteratura come utopia. Prose liriche: Lettere a Felician. Opere complete: Werke, 4 voll., Piper, Muenchen-Zuerich. Interviste e colloqui: Interview und Gespraeche, Piper, Muenchen-Zuerich. In edizione italiana cfr. almeno: Poesie, Guanda, 1987, Tea, Milano 1996; Invocazione all'Orsa Maggiore, SE, Milano 1994, Mondadori, Milano 1999; Il dicibile e l'indicibile. Saggi radiofonici, Adelphi, Milano 1998; Il buon Dio di Manhattan, Adelphi, Milano 1991; Il trentesimo anno, Adelphi, Milano 1985, Feltrinelli, Milano 1999; Tre sentieri per il lago, Adelphi, Milano 1980, Bompiani, Milano 1989; Malina, Adelphi, Milano 1973; Il caso Franza, Adelphi, Milano 1988; La ricezione critica della filosofia di Martin Heidegger, Guida, Napoli 1992; In cerca di frasivere, Laterza, Roma-Bari 1989; Letteratura come utopia. Lezioni di Francoforte, Adelphi, Milano 1993. Opere su Ingeborg Bachmann: un'ampia bibliografia di base e' nell'apparato critico dell'edizione italiana di Invocazione all'Orsa Maggiore, cit.] Il padre di Egon Schiele faceva il ferroviere, quello di Ingeborg Bachmann l'insegnante, poi il direttore scolastico: entrambi inquieti ragazzi di periferia hanno passato la giovinezza a guardare treni, immaginando lunghi viaggi in grado di portarli lontano dalla provincia austriaca, che era li' a soffocarli: "Me ne stavo volentieri distesa vicino alla massicciata della ferrovia - scrive la Bachmann - spingendo i miei pensieri verso lunghi viaggi, in citta' e paesi stranieri e fino al mare sconosciuto che, da qualche parte, con il cielo, racchiude la terra. Al centro dei miei sogni, sempre mari, sabbia, navi". I treni, la vallata stretta, il confine incombente, "le storie di buoni e di cattivi spiriti di due e di tre paesi" che si incrociano in quell'angolo d'Europa sono temi ricorrenti nel racconto autobiografico di Ingeborg Bachmann, viaggiatrice compulsiva e nostalgica che, come Canetti, visse in molti luoghi, ma trovo' una fissa dimora solo nella lingua madre, il tedesco: "Ho vissuto la mia giovinezza in Carinzia, nel Sud, in prossimita' del confine, in una valle con due nomi - uno tedesco e l'altro sloveno. E la casa, abitata da generazioni di miei antenati - Austriaci e Vendi - conserva ancora un nome che sa di straniero". A pochi chilometri, l'Italia e l'italiano che sapeva parlare quasi senza accento. Questa dei molti popoli e', del resto, l'Austria che aveva fatto sognare gli scrittori della Giovane Vienna tra i due secoli, sperare in anni bui i perseguitati, e che la Bachmann prende ora per se', convinta che possa essere redenta dalla poesia, a patto che sia aspra e rigorosa. Con una punta di civetteria si presento' al musicista Hans Werner Henze, che conobbe ad un incontro del Gruppo 47, come Heimatdichterin -, una giovane poetessa locale irretita dalla grande tradizione austriaca. Commemorandola, Heinrich Boell non la contraddice: "Una poetessa nazionale? Per carita'! Una poetessa della patria... bisogna pure espatriare per trovarla la patria". Difficile, del resto, dirsi nazionali o internazionali nei turbamenti del dopoguerra per una giovane che era nata nel 1926 nella Repubblica, non si era lasciata sedurre dai proclami dell'annessione e aveva coltivato negli anni della propaganda nazista l'arte della distanza: non ci saranno connivenze con il padre schierato con i tedeschi, ne' con "i briganti che pa ssano marciando". Le poesie giovanili, pubblicate postume, sono abbarbicate all'introspezione, mentre La croce di Honditsch del 1943 e il dramma Carmen Rudeira, ambientato tra Spagna e Carinzia, parlano di "tormenti libertari" e di un attaccamento tutt'altro che patriottardo all'Austria. * Verso Vienna, il cammino piu' lungo A guerra finita Ingeborg Bachmann fugg' via tra le macerie, per approdare ad altre macerie: frequento' l'universita' a Innsbruck e Graz. Ma il "cammino piu' lungo" fu quello che l'avrebbe portata a Vienna. Arrivo' con il treno, sbarco' al Suedbahnhof e si lascio' affascinare: "non lasciate che io parli di una citta' qualunque, ma di quell'unica citta' nella cui rete sono incappate tutte le mie speranze e tutte le mie paure di tanti anni. Come una grande pescatrice discinta, sempre ancora la vedo, seduta in riva al grande fiume imperturbabile, mentre tira su un bottino argenteo e putrefatto. Argentea la paura, putrefatta la speranza". Vienna, metropoli in rovina, la accolse come aveva accolto Schiele e Kokoschka, i provinciali protagonisti dell'espressionismo. Ma Ingeborg Bachmann non stava la' per distruggere la grande eredita' di fine secolo, voleva esserne l'erede. Da avi illustri prese - come scrisse a proposito di Musil in uno dei suoi numerosi saggi di letteratura - il piacere della contraddizione: l'inconfessata facolta' di essere suicida o mistico, la predisposizione all'ironia, al non "voler essere originale" e - last but not least - il rifiuto della metafisica. Si abbarbico' a grandi nomi privilegiando coloro che si erano premurati di preservare il senso del linguaggio, da Wittgenstein, a Hofmannsthal, a Musil, a Kraus. Discuteva alla pari con Heidegger, al quale dedico' la sua tesi di dottorato, e contraddisse l'autore del Tractatus, ipotizzando una lingua poetica in grado di "attraversare" l'indicibile per meglio resistere alla pressione intollerabile del linguaggio, "governato" dalle "frasi della canaglia" e dell'attualita'. Ma, inquieta, continuo' il viaggio. Da nomade, inizio' a muoversi dal 1950 per l'Europa e per gli impieghi: segretaria per il Comando delle truppe di occupazione americane, "script-writer", redattrice radiofonica per la "Rot/Weiss/Rot" di Vienna, romanziera alle prime armi, rigida e misconosciuta in scontri intransigenti con gli editori. Imparo' l'arte della comunicazione e, mentre scriveva oscure poesie, sopravvisse adattando testi letterari per gli ascoltatori della sera. Il suo primo radiodramma del 1952, Un negozio di sogni, venne mandato in onda per il sollievo di inquieti travet ai quali proponeva una cura gentile, che ricorda il buon vecchio Lubitsch di Scrivimi fermo posta. "Deve pagare col tempo. I sogni costano tempo, alcuni moltissimo tempo. Abbiamo un sogno - forse potrei farglielo vedere - per il quale chiediamo una vita", conclude il venditore di sogni tamburellando su corde piene di bonomia; e il tempo - strappato alla morte e alla barbarie, tanto libero da poter essere consumato in meravigliose digressioni sul proprio inabissamento - e' il protagonista della prima raccolta di versi della Bachmann, Il tempo dilazionato: una poesia colta, impegnata e misteriosa, che accompagna, insieme al suo sorriso, l'ingresso trionfale dell'autrice nell'Olimpo della letteratura tedesca. "S'avanzano giorni piu' duri. / Il tempo dilazionato e revocabile / Gia' appare all'orizzonte / ... Non ti guardare intorno. / Allacciati le scarpe. / Rimanda indietro i cani. / Getta in mare i pesci, / Spengi i lupini! S'avanzano giorni piu' duri". S'incontrano nei versi di Ingeborg Bachmann personaggi ingombranti per la coscienza del Novecento. Con dolce violenza verso i vecchi maestri, costruisce una visione del mondo che conosce il lato oscuro dell'esistenza e la sua martellante infelicita', ma e' capace di donare critica e speranze. Non ha paura di farsi coscienza, ma non ama i proclami. Esorta allora con dolore al cambiamento, spiazza farisei e violenti; e alla poesia assegna il compito di vegliare con intransigenza scansando tentazioni e lusinghe. Deposita con gesto ampio la sua consapevolezza nei saggi su Wittgenstein e Musil, in alcuni discorsi assai nobili e nelle cinque lezioni tenute a Francoforte tra il 1959 e il 1960 dal sobrio titolo Problemi della poesia contemporanea. Tra domande senza risposte, nel ricordo di decine di autori del suo secolo e denunciando la propria incertezza, annulla tutte le frasi fatte sulla letteratura, sulla natura del poeta e della poesia. Disorientato l'ascoltatore, puo' avvertire un motivo che si modula e si espande fino a sovrapporsi anche ai dubbi piu' esibiti: non e' la bellezza, lo sperimentalismo, la novita', ma l'impegno teorico a determinare la qualita' di una pagina di letteratura - e l'impegno teorico si costruisce solo attraverso la cura maniacale del linguaggio, un linguaggio morale e moralizzatore, cosi' come lo voleva Kraus: "La realta' - afferma - acquista un linguaggio nuovo ogni qualvolta si verifica uno scatto morale, conoscitivo, e non quando si cerca di rinnovare la lingua in se', come se essa fosse in grado di far emergere conoscenze e annunciare esperienze che il soggetto non ha mai posseduto". * La citta' dei morti? Raccolto a piene mani il successo, riprese il viaggio: si avventuro' nel 1953 per l'Italia, a Ischia, a Napoli, con il suo Parsifal moderno nel cassetto, frutto del desiderio di scrivere drammi in musica con Hans Werner Henze. E, soprattutto, a Roma dove si trattenne alcuni mesi e dove - dal 1958, con qualche interruzione - visse fino alla fine. Non le piacevano "i tramonti a prezzi speciali" negli aranceti del meridione e non sapeva che farsene degli entusiasmi dei tanti goethiani che avevano cercato nel Sud una rinascita per i sensi e per l'arte. Eppure, nella seconda raccolta di liriche, Invocazione all'orsa maggiore, l'esperienza visiva e spaziale del Sud, il vissuto dell'esilio tra paesi e epoche danno voce ad una voce piu' intima e sommessa; ma non rinuncia alla battaglia contro l'alienazione: "Una pigna il vostro mondo / voi le scaglie intorno. / Io lo spingo, lo rotolo / dagli abeti al principio / agli abeti alla fine. Lo fiuto, lo tento col muso, e con le zampe l'abbranco". Nelle infinite interviste, disse che per lei, donna di confine, l'Italia non era poi cosi' lontana; affermo' di sentirsi a casa nella citta' eterna, difendendosi cosi' dall'invadenza dei giornalisti che, a partire da un memorabile servizio dello "Spiegel" del 1954 dedicato alla vita romana della Bachmann, non facevano che chiedere a questa "gran dama" della poesia, a vicini e negozianti, qualche indiscrezione sulla sua vita italiana. In realta', coltivava sapientemente anche a Roma l'arte della distanza, nelle sue case sempre sul limite dei percorsi piu' amati da turisti e sfaccendati - a piazza della Quercia, a via Bocca di Leone e a via Giulia - e nell'arredamento ostinatamente austriaco. A Roma visse - come avrebbe scritto - per segnare il distacco dalla storia recente della sua terra e per nutrire il desiderio di tornare in patria: "ci sono persone che amano vivere su un'isola. Io stessa ero una di loro" - dice nel radiodramma Le cicale. Tuttavia non amava Roma se non come il luogo della "verticalita'", la' dove visibile e invisibile si incontrano, mistero ed esperienza sono piu' facili da coniugare: non combatteva certo contro i luoghi comuni, la viaggiatrice che lavorava sotto pseudonimo come corrispondente di Radio Brema e della "Westdeutsche Allgemeine Zeitung", occupandosi di scioperi, delitti e crisi politiche con tutta la supponenza che si attende il lettore di un paese tradizionalmente ordinato. Ma la testimonianza piu' vera, dosata di sapienza e opposizione, e' nel breve saggio titolato Quel che ho visto a Roma: minuziosa, l'osservazione mette in ombra tutto cio' che e' monumento - "A Roma ho visto che il Tevere non era bello, ma trascurato nelle banchine", "A Roma ho visto che la basilica di San Pietro sembra piu' piccola delle sue reali dimensioni, ma tuttavia e' troppo grande"; rifiutata ogni celebrazione, lascio' rivivere la citta' dei morti con la commiserazione dei viventi. Sono cimiteri, detriti e rovine di tempi passati, assemblati come se campeggiassero davanti alla quinta misteriosa della Insel der Toden di Boecklin in un funereo paesaggio meridionale: "Nel ghetto hai visto, cio' che non tutti vedono / E che al di fuori troppo si dimentica", commenta Scholem in una poesia chiusa nel suo archivio di Gerusalemme. Ma e' dell'Austria che scrisse nelle prose che la occuparono per oltre venti anni. Prima fra tutte, Il trentesimo anno, del 1961, una raccolta di novelle rifiutate da un pubblico che amava in lei la poetessa. Testi disuguali, popolati di figure inquietanti nella radicale denuncia della continuita' tra il periodo nazista e il dopoguerra austriaco: "Il mondo e' gia' immerso nelle tenebre e io non riesco a mettermi la collana di conchiglie. Non ci sara' piu' radura. Tu diverso dagli altri. Sono sott'acqua, sottacqua". Si conclude qui, per molti critici, il suo "periodo artistico", legato soprattutto alla lirica, e si fa meno illuminante la speranza nella forza trasfigurante e moralizzatrice della poesia. Poi dieci anni di scritture e riscritture sugli orrori quotidiani dei rapporti sentimentali, su figure femminili uccise, smembrate, annichilite nell'attesa e nel rifiuto, mentre si consumava la dolorosa vicenda del legame con il romanziere svizzero Max Frisch, che con lei aveva a lungo vissuto, e si avviava una profonda crisi esistenziale. Non si muore piu' solo in guerra ma nella vita di tutti i giorni, nelle storie d'amore, tra le violenze dei padri, dei mariti e degli amanti - e senza sangue, senza condanne e senza punizione. E sono questi i delitti che la moralita' della letteratura deve denunciare vincendo l'afasia, la follia, l'annichilimento. * Una forma meno tragica del nulla Era una Bachmann diversa quella che si apprestava a completare il progetto del ciclo "Cause di morte" (formato, oltre che da Malina, dagli incompiuti Il Caso Franza e Requiem per Fanny Goldmann). Ripiegata su una femminilita' dolente ma senza disperare nel valore di verita' della scrittura, parlo' allora di passioni devastanti, di violenze quotidiane, ma non dimenticando la corruzione del mondo dei padri e l'insensatezza di quello dei figli. Vittime di un mondo maschile sono le protagoniste delle ultime opere che, ancora una volta senza proclami, urlano e fanno urlare l'esigenza di una nuova consapevolezza. In una Vienna mortifera si svolge il romanzo piu' noto, Malina, da leggere come controcanto alle storie piu' lievi di Tre sentieri per il lago, in cui cinque donne, giunte ad una svolta della loro vita, preferiscono una forma meno tragica del nulla, la rimozione e la cecita'. Malina e' invece una partitura dell'orrore psichico, un romanzo crudele di quelli che ti accompagnano nei momenti d'ombra, narrato con la concretezza ossessiva di una cronaca. Il libro, iniziato come la "storia di un amore" - amore totale, eterno, dipendente - si snoda poi come un triangolo amoroso, tra incubi e sdoppiamenti, violenze quotidiane fino alla scomparsa della donna. L'Io dilegua nella fessura di un muro che si e' andata allargando sotto il suo sguardo: "Fisso la parete dove si e' formata una crepa, deve essere una vecchia crepa che adesso si allarga leggermente, perche' la fisso sempre". Ingeborg Bachmann mori' a Roma per un incendio provocato dalla sua eterna sigaretta - le cause misteriose, il dolore lacerante fino all'annientamento. Come per il Giordano Bruno, che descrive nel suo diario romano, anche quell'incendio ha lasciato il segno. Christa Wolf la salutava cosi' e forse cosi' potremmo ancora oggi ricordarla: "E' venerdi' 19 ottobre 1973, una giornata fredda e piovosa, sono le 18,30. In Cile la giunta militare ha proibito l'uso della parola 'companero'. Non c'e' allora motivo per dubitare della efficacia delle parole. Anche se colei che ha sempre fatto affidamento sull'uso serio delle parole non puo' piu' ricorrere ad esse; si lascia andare e vive questi giorni in una sua frase: 'con la mia mano bruciata scrivo sulla natura del fuoco. Ondina se ne va'. Un filo scuro si e' inserito nella trama. Impossibile lasciarlo cadere. Per raccoglierlo e' ancora troppo presto". 4. STRUMENTI. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI" 2007 Come ogni anno le Edizioni Qualevita mettono a disposizione l'agenda-diario "Giorni nonviolenti", un utilissimo strumento di lavoro per ogni giorno dell'anno. Vivamente la raccomandiamo. Il costo di una copia e' di 9,50 euro, con sconti progressivi con l'aumento del numero delle copie richieste. Per informazioni ed acquisti: Edizioni Qualevita, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. e fax: 0864460006, cell. 3495843946, e-mail: qualevita3 at tele2.it 5. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 1009-1039 (AGOSTO 2005) DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" * Numero 1009 del primo agosto 2005: 1. Susan Moller Okin: Multiculturalismo e femminismo. Il multiculturalismo danneggia le donne? 2. "Un ponte per...": Una spesa che non serve alla democrazia irachena; 3. Letture: Erasmo da Rotterdam, Il lamento della pace; 4. Letture: Erasmo da Rotterdam, Per una libera educazione; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'. * Numero 1010 del 2 agosto 2005: 1. Giulio Vittorangeli: Questa fragilita' interdipendente; 2. Paul Ricoeur: L'identita' fragile. Rispetto dell'altro e identita' culturale; 3. Enrico Peyretti: La sposa siriana. Un film; 4. Riletture: Fatema Mernissi, Islam e democrazia; 5. Riletture: Fatima Mernissi, La terrazza proibita; 6. Riletture: Fatema Mernissi, L'harem e l'Occidente; 7. Riletture: Fatema Mernissi, Karawan. Dal deserto al web; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 1011 del 3 agosto 2005: 1. Maria G. Di Rienzo: Noorzia che non si arrende. E il secondo striscione; 2. Nando dalla Chiesa: La vergogna della legge S. P.; 3. Una frettolosissima lettera; 4. Il movimento dell'Arca; 5. Deborah Sorrenti: Alcuni recenti libri pubblicati a cura del Cemiss; 6. Letture: Elena Loewenthal, Eva e le altre. Letture bibliche al femminile; 7. Riletture: Sergio Quinzio, Lettere agli amici di Montebello; 8. Riletture: Sergio Quinzio, L'esilio e la gloria. Scritti inediti 1969-1996; 9. Riletture: Sergio Quinzio, Leo Lestigi, La tenerezza di Dio; 10. Riletture: "Bailamme", Sergio Quinzio in memoriam; 11. Riletture: "Humanitas", Sergio Quinzio. Le domande della fede; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 1012 del 4 agosto 2005: 1. Una immodesta proposta; 2. Enrico Peyretti: Un'idea feconda; 3. Carol Gilligan: Un paradigma di connessione; 4. Ali Rashid: Tra nord e sud; 5. Le donne di "Via campesina" contro il neoliberismo; 6. A Verona lanterne sull'Adige a sessant'anni da Hiroshima; 7. Guglielmo Ragozzino: Breve un profilo di Rossana Rossanda; 8. Omero Dellistorti: Breve un commento ad un profilo breve; 9. Francesca Di Donato presenta "Le donne e la giustizia" di Susan Moller Okin; 10. Ida Dominijanni: Il volto, il velo, la galera; 11. Un codice etico per viaggiatori; 12. Riletture: Tahar Ben Jelloun, Le pareti della solitudine; 13. Riletture: Tahar Ben Jelloun, L'estrema solitudine; 14. Riletture: Tahar Ben Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia; 15. Riletture: Tahar Ben Jelloun, L'Islam spiegato ai nostri figli; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 23 del 4 agosto 2005: 1. Federica Giardini legge "Speculum" di Luce Irigaray; 2. Wanda Tommasi: L'intelligenza dell'amore: Simone Weil e Etty Hillesum. * Numero 1013 del 5 agosto 2005: 1. Guenther Anders: Tesi sull'eta' atomica; 2. Mao Valpiana: Introduzione a "Fare la pace" di Alexander Langer; 3. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 4. Per saperne di piu'. * Numero 1014 del 6 agosto 2005: 1. Riletture: Guenther Anders, Amare, ieri; 2. Riletture: Guenther Anders, Discorso sulle tre guerre mondiali; 3. Riletture: Guenther Anders, Essere o non essere; 4. Riletture: Guenther Anders e Claude Eatherly, Il pilota di Hiroshima; 5. Riletture: Guenther Anders, Kafka. Pro e contro; 6. Riletture: Guenther Anders, L'uomo e' antiquato (I); 7. Riletture: Guenther Anders, L'uomo e' antiquato (II); 8. Riletture: Guenther Anders, Noi figli di Eichmann; 9. Riletture: Guenther Anders, Opinioni di un eretico; 10. Riletture: Guenther Anders, Patologia della liberta'; 11. Riletture: Guenther Anders, Stato di necessita' e legittima difesa; 12. Riletture: Guenther Anders, Tesi sull'eta' atomica; 13. Riletture: Guenther Anders, Uomo senza mondo; 14. Riletture: Pier Paolo Portinaro, Il principio disperazione; 15. Omero Dellistorti: "No al nucleare, civile e militare"; 16. Vittorio Capecchi: Perche'? 17. Enti locali per la messa al bando delle armi nucleari; 18. Da una lettera di Margite all'amico suo Misone, a proposito delle prossime elezioni politiche; 19. Wanda Tommasi presenta "The psychic life of power" di Judith Butler; 20. Chiara Zamboni presenta "Weltliebe" di Andrea Guenter; 21. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 22. Per saperne di piu'. * Numero 1015 del 7 agosto 2005: 1. Il "Cos in rete" di agosto; 2. Una petizione popolare contro i "Centri di permanenza temporanea", per i diritti umani di tutti gli esseri umani; 3. Guliana Sgrena: Senza testimoni; 4. Chiara Zamboni: Bellezza e differenza sessuale; 5. Rossana Rossanda presenta "Dare l'anima" di Adriano Prosperi; 6. Daniela Padoan presenta "Il ballo" di Irene Nemirovsky; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza", numero 33 del 7 agosto 2005: 1. Lidia Menapace: Fuori la guerra dalla nostra storia; 2. Guenther Anders: Comandamenti dell'era atomica; 3. Assia Djebar: Tutte le mattine; 4. Michele Boato, Giannozzo Pucci, Gianni Tamino, Mao Valpiana: Un invito il 10 settembre a Firenze; 5. Dopo Hiroshima: una minima bibliografia essenziale. * Numero 1016 dell'8 agosto 2005: 1. Ernesto Balducci: Le tre verita' di Hiroshima; 2. Giulio Vittorangeli: La rosa di Hiroshima; 3. Quello che resta; 4. Marina Graziosi: Infirmitas sexus. La donna nell'immaginario penalistico (parte prima); 5. Riletture: Lidia Menapace, Chiara Ingrao (a cura di), Ne' indifesa ne' in divisa; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * Numero 1017 del 9 agosto 2005: 1. Rasha Elass: Le parole per ricostruire un paese; 2. Ernesto Milanesi: Albino Bizzotto, un prete contro tutte le bombe; 3. Marina Graziosi: Infirmitas sexus. La donna nell'immaginario penalistico (parte seconda); 4. Norberto Bobbio presenta "Pasqua di maggio" di Goffredo Fofi; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'. * Numero 1018 del 10 agosto 2005: 1. Da Aviano per la messa al bando delle armi nucleari; 2. Enrico Peyretti: Al bando le armi nucleari; 3. Maria G. Di Rienzo: Notizie; 4. Leonardo Boff: Il dilemma di Lula; 5. Marina Graziosi: Infirmitas sexus. La donna nell'immaginario penalistico (parte terza); 6. Riletture: Margarete Buber Neumann, Da Potsdam a Mosca; 7. Riletture: Margarete Buber-Neumann, Prigioniera di Stalin e Hitler; 8. Riletture: Margarete Buber-Neumann, Milena, l'amica di Kafka; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 1019 dell'11 agosto 2005: 1. Bertrand Russell: Un decalogo liberale; 2. Una ragionevole proposta; 3. Ida Dominijanni intervista Elena Paciotti; 4. Marina Graziosi: Infirmitas sexus. La donna nell'immaginario penalistico (parte quarta e conclusiva); 5. Letture: Maurizio Chierici (a cura di), Favelas e grattacieli; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 24 dell'11 agosto 2005: 1. Maria Chiara Pievatolo: Postfazione a "Le donne e la giustizia" di Susan Moller Okin; 2. Chiara Zamboni: Tra visibile e invisibile; 3. Dominique Vidal: Le donne della Rosenstrasse. * Numero 1020 del 12 agosto 2005: 1. La prima lettera di Guenther Anders a Claude Eatherly; 2. La prima lettera di Claude Eatherly a Guenther Anders; 3. Nicole Itano: Fortunata; 4. Tullio De Mauro ricorda Emilio Garroni; 5. Chiara Zamboni: Jacques Derrida tra lingua materna e lingua dell'altro; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * Numero 1021 del 13 agosto 2005: 1. Enrico Peyretti: Polizia ed esercito: una distinzione essenziale; 2. Lidia Menapace: Laicita', riproduzione e differenza di genere; 3. Carla Ravaioli: Al bivio; 4. Francesco M. Cataluccio ricorda Mauro Martini; 5. Stefano Catucci ricorda Emilio Garroni; 6. Adriana Zarri ricorda Gina Lagorio; 7. Riletture: Marguerite Yourcenar, Ad occhi aperti; 8. Riletture: Josyane Savigneau, Marguerite Yourcenar; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 1022 del 14 agosto 2005: 1. Della mitezza; 2. Cindy Sheehan: Perche' mio figlio e' morto? 3. Marco Deriu: La decrescita dell'immaginario; 4. Umberto Galimberti: Perche' siamo tutti figli di Eichmann; 5. Riletture: Maria Antonietta La Torre, Ecologia e morale; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza", numero 34 del 14 agosto 2005: 1. Johan Galtung: Una conferenza a Roma del giugno 2004; 2. Donne e uomini di cultura musulmana: Un manifesto delle liberta'; 3. Mariuccia Salvati presenta "Camillo Berneri" di Carlo De Maria. * Numero 1023 del 15 agosto 2005: 1. "Lo straniero" intervista Anna Bravo; 2. Ivan Illich, Lee Hoinacki, Sigmar Groeneveld: Dichiarazione sul suolo; 3. Serge Latouche: Sopravviveremo allo sviluppo? La proposta della decrescita; 4. Elena Loewenthal: Teshuvah; 5. Riletture: Robert Nozick, Anarchia, stato e utopia; 6. Riletture: Jean Starobinski, Tre furori; 7. Riletture: Sergio Quinzio, Diario profetico; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 1024 del 16 agosto 2005: 1. Severino Vardacampi: Come vorrei che fosse scritto questo notiziario; 2. Lalla Romano: Rigano l'aria le rondini; 3. Edoarda Masi: Il sistema della violenza; 4. Umberto Galimberti: Responsabili; 5. Brunella Casalini presenta "Nei limiti della ragione" di Francesca Di Donato; 6. Benito D'Ippolito: Da una lettera al caro amico Gioffredo Rudello; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * Numero 1025 del 17 agosto 2005: 1. Amelia Rosselli: Questo e' il mare oggi; 2. Nicole Itano: Troppo povere per vivere; 3. Giobbe Santabarbara: Come fare un buon notiziario in dieci facili lezioni; 4. Domenico Jervolino: Filosofia e liberazione; 5. Jean Chesneaux: Quando uno stato uccide un fotografo; 6. Lida Menapace: La sinistra europea tra complessita' e frammentazione; 7. Stefania Astarita presenta "L'harem e l'occidente" di Fatema Mernissi; 8. Alessandro Marescotti presenta "Breve storia del pacifismo in Italia" di Pietro Pastena; 9. Tiziano Tissino presenta "Truth against truth" di Uri Avnery; 10. Riletture: Elisabeth Burgos (a cura di), Mi chiamo Rigoberta Menchu'; 11. Riletture: Rigoberta Menchu' Tum, Rigoberta i maya e il mondo; 12. Riletture: Ufficio dei diritti umani dell'arcivescovado di Guatemala, Guatemala: nunca mas; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 1026 del 18 agosto 2005: 1. E allora? 2. Lorella Pica: Notizie dal Guatemala; 3. Peppe Sini: Lo stile, lo stilo; 4. Giulio Vittorangeli: Le vacanze, l'amicizia, il sorriso; 5. Elena Loewenthal: Come; 6. Maria Luigia Casieri presenta i "Dialoghi sulla conoscenza" di Paul K. Feyerabend; 7. Goffredo Fofi presenta il "Dizionario critico delle nuove guerre" di Marco Deriu; 8. Cesare Segre presenta "Azione e reazione" di Jean Starobinski; 9. Elsa Morante: Sheherazade; 10. Riletture: Enrica Collotti Pischel, Gandhi e la nonviolenza; 11. Riletture: Liana Fiorani, Dediche a don Milani; 12. Riletture: Emilia Rensi, Atei dell'alba; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 25 del 18 agosto 2005: 1. Franco Pantarelli: La domanda di Cindy Sheehan; 2. Margarete Durst: La forza della fragilita'. La nascita in Hannah Arendt. * Numero 1027 del 19 agosto 2005: 1. Ruggero, fratello; 2. Pio D'Emilia intervista Song Shin-do; 3. Marco Deriu: Nemici su fronti opposti, uniti contro le donne; 4. Maria G. Di Rienzo: Uranio; 5. Maria Luigia Casieri presenta "La testa ben fatta" di Edgar Morin; 6. I paradossi di Strambotto: Indovinala grillo; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * Numero 1028 del 20 agosto 2005: 1. Flavio Lotti e Grazia Bellini: Otto giorni contro la miseria, la guerra e il terrorismo; 2. Enrico Peyretti: Sulla violenza verbale dei pacifici; 3. Maria G. Di Rienzo: Notizie dal Pakistan; 4. Luisa Morgantini: Donne a Gerusalemme per la pace e la giustizia; 5. Marco Revelli: Il nostro dopoguerra; 6. Giobbe Santabarbara: Un anno e mezzo dopo; 7. Maria Luigia Casieri presenta "Cattiva maestra televisione" di Karl R. Popper e John Condry; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 1029 del 21 agosto 2005: 1. Giacomo Alessandroni ricorda frere Roger; 2. Da Gerusalemme le Donne in nero solidali con Cindy Sheehan; 3. Marco Deriu: Il dono in una societa' di mercato; 4. Margarete Durst presenta "Le filosofie femministe" di Franco Restaino e Adriana Cavarero; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza", numero 35 del 21 agosto 2005: 1. Emilia Rensi: Del singolo; 2. Elena Liotta: Operare la vita sotto le ombre della morte; 3. Le fisime di Strambotto: Qualche delitto di lesa maesta'; 4. Letture: Thomas A. Szlezak, Come leggere Platone; 5. Riletture: Dacia Maraini, Isolina. * Numero 1030 del 22 agosto 2005: 1. Lidia Menapace: Guerra e pace; 2. Paola Pavese: Violenza verbale e sopraffazione; 3. Antonio Vigilante: Nonviolenza senza miti; 4. Simone Weil: Un pezzo di pane; 5. Giobbe Santabarbara: Minima una postilla su femminismo e nonviolenza; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * Numero 1031 del 23 agosto 2005: 1. Francesco Comina: Sosteniamo la campagna per il si' al referendum brasiliano contro il commercio delle armi; 2. Flavio Lotti e Grazia Bellini: Dieci cose da fare in preparazione della marcia Perugia-Assisi; 3. Peregrino Valmelaina: La poesia onesta; 4. Emily Wax: Una prigione al posto di un'altra; 5. Elena Liotta: Cure e culture, dialogare con l'islam. La psiche femminile tra anima e terra; 6. Enrico Peyretti: Fratelli avvelenati; 7. Vittorio Strada ricorda Mauro Martini; 8. Vivian Lamarque: Non parla; 9. Riletture: Ingeborg Bachmann, Invocazione all'Orsa Maggiore; 10. Riletture: Ingeborg Bachmann, Poesie; 11. Riletture: Maria Teresa Mandalari, Poesia operaia tedesca del Novecento; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 1032 del 24 agosto 2005: 1. Marjorie Cohn: Perche Bush non puo' rispondere a Cindy Sheehan; 2. Kamala Sarup: Nepal, guerra e aids; 3. Renato Briganti intervista Arturo Paoli; 4. Vittorio Strada ricorda Irina Alberti; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'. * Numero 1033 del 25 agosto 2005: 1. Cominciamo dal Brasile; 2. Enrico Peyretti: Una discussione su alcune obiezioni critiche di Norberto Bobbio alla nonviolenza; 3. Therese Kulungu: La nostra visione della pace; 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 26 del 25 agosto 2005: 1. Maria G. Di Rienzo: Di Amleto, perche' no? 2. Elena Liotta: L'harem tra stereotipo e archetipo. Un luogo dell'identita' femminile; 3. Cindy Sheehan: Non me ne vado, presidente. * Numero 1034 del 26 agosto 2005: 1. Alcuni dati sul referendum per la proibizione del commercio delle armi in Brasile; 2. Jan Oberg: Combattere il nuclearismo, terrore supremo; 3. Dietrich Fischer: La vera minaccia e' il terrorismo nucleare; 4. Renato Solmi: Una breve nota di commento al testo di Dietrich Fischer; 5. Paolo Candelari ricorda frere Roger; 6. Dacia Maraini: La tua faccia non ha nome; 7. Maria Luisa Spaziani: Sanno il volto profondo del rancore; 8. Renee Vivien: Il palo della gogna; 9. Maria Luigia Casieri: L'educazione fuori dalle gabbie; 10. Le desolazioni di Scontentone: Daemmerung; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 1035 del 27 agosto 2005: 1. Susan Sontag: Pensare; 2. Yigal Schleifer: Donne e commercio equo. Un diverso mercato globale; 3. Flavio Lotti: Gli Stati Uniti, l'Onu e noi; 4. Giulio Vittorangeli: Rompere la realta' di morte; 5. Edoarda Masi: Conoscere, sapere; 6. Roberto Ciccarelli: "Guerra al terrorismo" e barbarie giuridica; 7. Letture: Heinrich Boell, Prigioniero a Parigi e altri racconti; 8. Letture: Mario Lancisi, No alla guerra! 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 1036 del 28 agosto 2005: 1. Una piccola antologia gandhiana; 2. I compiti dell'umanita' nell'eta' atomica; 3. Gli ossimori di Strambotto; 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza", numero 36 del 28 agosto 2005: 1. Margarete Durst: Mondo e mondi nella riflessione di Hannah Arendt; 2. Marcello Cini: Idee per una vita sostenibile. * Numero 1037 del 29 agosto 2005: 1. Una persona, un voto; 2. Clotilde Nyssens ricorda frere Roger; 3. Rosa Luxemburg: Il risultato; 4. Benito D'Ippolito: En arche'; 5. Sergio Sinigaglia: Julia Hill; 6. Massimiliano Fortuna: Liquidita' e solitudine: scorci sul pensiero di Zygmunt Bauman; 7. Celebrato il LXII anniversario del martirio di Franz Jaegerstaetter; 8. Riletture. Neera, Le idee di una donna; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 1038 del 30 agosto 2005: 1. Disarmare vuol dire salvare vite umane; 2. Luciano Bonfrate: Per l'abolizione dei cosiddetti "Centri di permanenza temporanea"; 3. Maria Grazia Giannichedda ricorda Franco Basaglia; 4. Una lettera di frere Roger ai familiari di Paul Ricoeur in occasione della scomparsa del filosofo; 5. Marina Forti: Il "modello" Wal-Mart; 6. Giulio Vittorangeli: agosto in Iraq; 7. Simone de Beauvoir: Bisogna cambiare la vita; 8. Cecilia Meireles: Nel mistero; 9. Riletture: Betty Reardon, Militarismo e sessismo; 10. Da tradurre: Michel Brossard et Jacques Fijalkow (sous la direction de), Apprendre a' l'ecole: perspectives piagetiennes et vygotskiennes; 11. Le amarezze di Strambotto: Societa'; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 1039 del 31 agosto 2005: 1. Manuela Dviri: Dietro il filo spinato; 2. Il primo settembre a Bolzano per sostenere il referendum brasiliano contro il commercio delle armi; 3. Lorenzo Milani, lettera ai cappellani militari; 4. George Lakey: La spada che guarisce: una difesa della nonviolenza attiva (parte prima); 5. Una postilla al saggio di George Lakey; 6. Emilia Ferreiro: L'altro che pensa. Il bambino come interlocutore intellettuale; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. 6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 7. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1476 dell'11 novembre 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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