La nonviolenza e' in cammino. 1476



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1476 dell'11 novembre 2006

Sommario di questo numero:
1. Nel deserto
2. Vandana Shiva: Dieci principi della democrazia della Terra
3. Roberta Ascarelli: Ingeborg Bachmann
4. L'agenda "Giorni nonviolenti" 2007
5. Indice dei numeri 1009-1039 (agosto 2005) de "La nonviolenza e' in
cammino"
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. NEL DESERTO

"Nel deserto
cosi' arringava i morti l'assassino"
(Frammento apocrifo attribuito da taluni a Misone e da talaltri a Margite)

Ha riconosciuto il ministro che e' in corso una guerra.
Ed ha riconosciuto che le truppe occupanti vincerla non potranno.
Ed ha riconosciuto che occorre seguire altre vie.
*
Una guerra alla quale l'Italia prende parte violando la propria legge
fondamentale.
Una guerra che ha provocato molte, molte vittime.
Una guerra terrorista e stragista che terrorismo e stragismo ulteriori
alimenta.
*
Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.
Torni lo stato italiano al rispetto della legalita' costituzionale.
Occorre un'altra politica internazionale: fondata sulla pace, la
smilitarizzazione dei conflitti, il disarmo, la solidarieta' che salva le
vite, la scelta della nonviolenza.

2. RIFLESSIONE. VANDANA SHIVA: DIECI PRINCIPI DELLA DEMOCRAZIA DELLA TERRA
[Da "Cns. Ecologia politica", anno XIII, fascicolo 53, n. 1-2,
gennaio-luglio 2003 (sito: www.ecologiapolitica.it) riprendiamo il seguente
testo di Vandana Shiva, originariamente apparso su "Resurgence", n. 214,
settembre-ottobre 2002. Segnaliamo che una diversa - e verosimilmente piu'
recente - versione di questo decalogo (riportata nell'ultimo libro di
Vandana Shiva, Il bene comune della terra, Feltrinelli, Milano 2006) abbiamo
riprodotto in "Voci e volti della nonviolenza" n. 47. Vandana Shiva,
scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca
e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non
solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e
delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei
movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli, di opposizione
a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni
e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi. Tra le
opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990;
Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria,
Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma
2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo
sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002. Le guerre
dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione,
Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006]

1. La democrazia della vita di tutte le specie.
Siamo tutti membri della comunita' terrestre. Abbiamo tutti il dovere di
difendere i diritti e il benessere di tutte le specie e di tutti i popoli.
Gli esseri umani non hanno il diritto di abusare dello spazio ecologico di
altre specie e di altri popoli, o di trattarli con crudelta' e violenza.
*
2. Il valore Intrinseco di tutte le specie.
Tutte le specie, gli umani, le culture e il pianeta hanno un valore
intrinseco. Sono soggetti, non oggetti da manipolare o di cui appropriarsi.
Gli umani non hanno il diritto di appropriarsi di altre specie, di altri
popoli o della conoscenza di altre culture mediante brevetti, diritti di
proprieta' intellettuale, o in ogni altro modo.
*
3. La diversita' in natura e nella cultura.
Difendere la diversita' biologica e culturale e' compito di tutti noi. La
diversita' e' di per se stessa un fine, un valore, una fonte di ricchezza
sia materiale che culturale.
*
4. I diritti naturali alla sussistenza.
Tutti i membri della comunita' terrestre, inclusi gli umani, hanno diritto
alla sussistenza - al cibo e all'acqua, ad un habitat sano e pulito, alla
sicurezza dello spazio ecologico. Questi diritti sono diritti naturali; sono
diritti innati, dati dal fatto di esistere sulla Terra, e sono protetti nel
migliore dei modi dai diritti della comunita' sui beni comuni. Non sono
concessi dagli stati o dalle multinazionali, e non possono essere estinti da
uno stato o da una multinazionale. Nessuno stato o multinazionale ha il
diritto di requisire o compromettere questi diritti naturali, o di sottrarre
i beni comuni necessari alla vita mediante privatizzazione o controllo
monopolistico. Si tratta di diritti inalienabili.
*
5. L'economia della Terra
La democrazia della Terra si base sulla democrazia economica. Nella
democrazia della Terra i sistemi economici proteggono gli ecosistemi e la
loro integrita', proteggono i mezzi di sussistenza delle persone, e
provvedono ai bisogni essenziali di tutti gli esseri. Nell'economia della
Terra non ci sono specie o persone a disposizione o non indispensabili.
L'economia della Terra e' un'economia vivente. Si basa su sistemi
sostenibili, diversi, pluralistici che proteggono la natura e le
popolazioni, che sono scelti dalle persone, a vantaggio del bene comune.
*
6. Le economie locali.
La conservazione delle risorse della Terra e la creazione di adeguati e
soddisfacenti mezzi di sussistenza si realizza molto piu' agevolmente,
creativamente, efficientemente ed equamente a livello locale. La
localizzazione dell'economia e' un imperativo sociale ed ecologico. Solo
beni e servizi che arricchiscono davvero i nostri mezzi di sussistenza e che
non possono essere prodotti localmente usando risorse e conoscenze locali,
possono venire importati da distanze maggiori. La democrazia della Terra si
basa su economie locali elastiche e vivaci, che sostengono le economie
nazionali e quella globale. L'economia globale non deve scontrarsi e
distruggere le economie locali.
*
7. La democrazia vivente.
La democrazia della Terra si fonda sulla democrazia locale vivente, dove le
comunita' locali sono organizzate in base al principio dell'inclusione,
della diversita' e della responsabilita' sociale ed esercitano la piu' alta
autorita' sulle decisioni riguardanti l'ambiente, le risorse naturali, la
sostenibilita' e i mezzi di sussistenza delle persone. Questa autorita' puo'
essere delegata a livelli di governo piu' distanti sulla base del principio
di sussidiarieta'. La democrazia della Terra e' una democrazia vivente.
*
8. La conoscenza vivente.
La democrazia della Terra e' basata su sistemi di conoscenza che hanno al
loro centro la Terra e la comunita'. La conoscenza vivente e' la conoscenza
che conserva e rinnova i processi viventi e contribuisce alla salute ed al
benessere del pianeta e delle persone. E' conoscenza vivente anche quella
che s'incarna nella natura e nella societa', che non e' astratta,
riduzionista e contraria alla vita. La conoscenza vivente e' un bene comune:
appartiene collettivamente alla comunita' che la crea e la mantiene in vita
generazione dopo generazione. Tutti gli umani hanno il dovere di condividere
la conoscenza tra loro. Nessuna persona o impresa ha il diritto di
requisire, monopolizzare, brevettare o appropriarsi in via esclusiva (come
proprieta' intellettuale) della conoscenza vivente.
*
9. Bilanciare i diritti con le responsabilita'.
Nella democrazia della Terra i diritti derivano e sono bilanciati dalle
responsabilita'. Quelli su cui ricadono le conseguenze delle decisioni e
delle azioni, sono anch'essi soggetti che decidono.
*
10. Globalizzare la cura e la compassione.
La democrazia della Terra collega le persone in circuiti di cura, di
cooperazione e di compassione anziche' dividerle con la competizione, il
controllo e il conflitto. La democrazia della Terra globalizza la
compassione, non l'avidita'; la pace, non la guerra.

3. PROFILI. ROBERTA ASCARELLI: INGEBORG BACHMANN
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 novembre 2006.
Roberta Ascarelli, saggista e docente, e' ordinaria di Lingua e letteratura
tedesca all'Universita' di Siena, sede di Arezzo. Ha scritto saggi su autori
austriaci fin de siecle (Roth, Zweig, Perutz, Canetti), una monografia su
Schnitzler (Arthur Schnitzler, 1995); di Schnitzler ha curato la raccolta di
aforismi, Libro dei motti e delle riflessioni, nell'edizione della Bur; a
Hofmannsthal ha dedicato un volume, La decadenza delle buone maniere (2004)
e alcuni studi ("Die Situation des Mystiker ohne Mystik". Note sulla
prospettiva mistica di "Ein Brief", 1991; "Also spielen wir Theater".
Elementi di una drammaturgia antiaristotelica nei drammi lirici di
Hofmannsthal, 1992; Hugo von Hofmannsthal, "Andrea e i ricongiunti", 1992;
Hugo von Hofmannsthal, "Gabriele D'Annunzio", in Der uebersetzung von
Gabriele D'Annunzio. Mitgeteilt und kommentiert, 1995; Note sull'Elektra,
1998; A passo di danza con le statue. Hofmannsthal incontra le korai, 2003);
ha curato un'edizione italiana di Ieri e della Lettera di Lord Chandos. Ha
insegnato Giudaistica all'Universita' di Vienna e Cultura jiddisch
all'Universita' di Roma "La Sapienza", e ora all'Universita' di Siena, sede
di Arezzo, occupandosi soprattutto dell'autobiografia di area
ebraico-tedesca, da Glueckel von Hameln a Freud. In questo campo di ricerca,
ha pubblicato, tra l'altro: (a cura di), Oltre la persecuzione: donne,
ebraismo, memoria, Roma, 2004; "Juden", numero monografico di "Cultura
tedesca", 2003; (a cura di, con Giulio Schiavoni), Ebraismo occidentale e
orientale, Siena, 2002. E' stata responsabile di progetti di interesse
nazionale di area ebraico-tedesca. Dirige la rivista "Daf Werkstatt". E'
redattrice della rivista "Cultura tedesca". E' stata Visiting professor
nelle Universita' di Toronto, Rochester, Harvard.
Ingeborg Bachmann, scrittrice e poetessa austriaca (Klagenfurt 1926 - Roma
1973) di straordinaria bellezza e profondita', maestra di pace e di verita'.
Opere di Ingeborg Bachmann: versi: Il tempo dilazionato; Invocazione
all'Orsa Maggiore; Poesie. Racconti: Il trentesimo anno; Tre sentieri per il
lago. Romanzi: Malina. Saggi: L'elaborazione critica della filosofia
esistenzialista in Martin Heidegger; Ludwig Wittgenstein; Cio' che ho visto
e udito a Roma; I passeggeri ciechi; Bizzarria della musica; Musica e
poesia; La verita' e' accessibile all'uomo; Il luogo delle donne.
Radiodrammi: Un affare di sogni; Le cicale; Il buon Dio di Manhattan.
Saggiradiofonici: L'uomo senza qualita'; Il dicibile e l'indicibile. La
filosofia di Ludwig Wittgenstein; La sventura e l'amore di Dio. Il cammino
di Simone Weil; Il mondo di Marcel Proust. Sguardi in un pandemonio
Libretti: L'idiota; Il principe di Homburg; Il giovane Lord. Discorsi: Luogo
eventuale; Letteratura come utopia. Prose liriche: Lettere a Felician. Opere
complete: Werke, 4 voll., Piper, Muenchen-Zuerich. Interviste e colloqui:
Interview und Gespraeche, Piper, Muenchen-Zuerich. In edizione italiana cfr.
almeno: Poesie, Guanda, 1987, Tea, Milano 1996; Invocazione all'Orsa
Maggiore, SE, Milano 1994, Mondadori, Milano 1999; Il dicibile e
l'indicibile. Saggi radiofonici, Adelphi, Milano 1998; Il buon Dio di
Manhattan, Adelphi, Milano 1991; Il trentesimo anno, Adelphi, Milano 1985,
Feltrinelli, Milano 1999; Tre sentieri per il lago, Adelphi, Milano 1980,
Bompiani, Milano 1989; Malina, Adelphi, Milano 1973; Il caso Franza,
Adelphi, Milano 1988; La ricezione critica della filosofia di Martin
Heidegger, Guida, Napoli 1992; In cerca di frasivere, Laterza, Roma-Bari
1989; Letteratura come utopia. Lezioni di Francoforte, Adelphi, Milano 1993.
Opere su Ingeborg Bachmann: un'ampia bibliografia di base e' nell'apparato
critico dell'edizione italiana di Invocazione all'Orsa Maggiore, cit.]

Il padre di Egon Schiele faceva il ferroviere, quello di Ingeborg Bachmann
l'insegnante, poi il direttore scolastico: entrambi inquieti ragazzi di
periferia hanno passato la giovinezza a guardare treni, immaginando lunghi
viaggi in grado di portarli lontano dalla provincia austriaca, che era li' a
soffocarli: "Me ne stavo volentieri distesa vicino alla massicciata della
ferrovia - scrive la Bachmann - spingendo i miei pensieri verso lunghi
viaggi, in citta' e paesi stranieri e fino al mare sconosciuto che, da
qualche parte, con il cielo, racchiude la terra. Al centro dei miei sogni,
sempre mari, sabbia, navi".
I treni, la vallata stretta, il confine incombente, "le storie di buoni e di
cattivi spiriti di due e di tre paesi" che si incrociano in quell'angolo
d'Europa sono temi ricorrenti nel racconto autobiografico di Ingeborg
Bachmann, viaggiatrice compulsiva e nostalgica che, come Canetti, visse in
molti luoghi, ma trovo' una fissa dimora solo nella lingua madre, il
tedesco: "Ho vissuto la mia giovinezza in Carinzia, nel Sud, in prossimita'
del confine, in una valle con due nomi - uno tedesco e l'altro sloveno. E la
casa, abitata da generazioni di miei antenati - Austriaci e Vendi - conserva
ancora un nome che sa di straniero".
A pochi chilometri, l'Italia e l'italiano che sapeva parlare quasi senza
accento.
Questa dei molti popoli e', del resto, l'Austria che aveva fatto sognare gli
scrittori della Giovane Vienna tra i due secoli, sperare in anni bui i
perseguitati, e che la Bachmann prende ora per se', convinta che possa
essere redenta dalla poesia, a patto che sia aspra e rigorosa.
Con una punta di civetteria si presento' al musicista Hans Werner Henze, che
conobbe ad un incontro del Gruppo 47, come Heimatdichterin -, una giovane
poetessa locale irretita dalla grande tradizione austriaca. Commemorandola,
Heinrich Boell non la contraddice: "Una poetessa nazionale? Per carita'! Una
poetessa della patria... bisogna pure espatriare per trovarla la patria".
Difficile, del resto, dirsi nazionali o internazionali nei turbamenti del
dopoguerra per una giovane che era nata nel 1926 nella Repubblica, non si
era lasciata sedurre dai proclami dell'annessione e aveva coltivato negli
anni della propaganda nazista l'arte della distanza: non ci saranno
connivenze con il padre schierato con i tedeschi, ne' con "i briganti che pa
ssano marciando". Le poesie giovanili, pubblicate postume, sono abbarbicate
all'introspezione, mentre La croce di Honditsch del 1943 e il dramma Carmen
Rudeira, ambientato tra Spagna e Carinzia, parlano di "tormenti libertari" e
di un attaccamento tutt'altro che patriottardo all'Austria.
*
Verso Vienna, il cammino piu' lungo
A guerra finita Ingeborg Bachmann fugg' via tra le macerie, per approdare ad
altre macerie: frequento' l'universita' a Innsbruck e Graz. Ma il "cammino
piu' lungo" fu quello che l'avrebbe portata a Vienna. Arrivo' con il treno,
sbarco' al Suedbahnhof e si lascio' affascinare: "non lasciate che io parli
di una citta' qualunque, ma di quell'unica citta' nella cui rete sono
incappate tutte le mie speranze e tutte le mie paure di tanti anni. Come una
grande pescatrice discinta, sempre ancora la vedo, seduta in riva al grande
fiume imperturbabile, mentre tira su un bottino argenteo e putrefatto.
Argentea la paura, putrefatta la speranza". Vienna, metropoli in rovina, la
accolse come aveva accolto Schiele e Kokoschka, i provinciali protagonisti
dell'espressionismo. Ma Ingeborg Bachmann non stava la' per distruggere la
grande eredita' di fine secolo, voleva esserne l'erede. Da avi illustri
prese - come scrisse a proposito di Musil in uno dei suoi numerosi saggi di
letteratura - il piacere della contraddizione: l'inconfessata facolta' di
essere suicida o mistico, la predisposizione all'ironia, al non "voler
essere originale" e - last but not least - il rifiuto della metafisica. Si
abbarbico' a grandi nomi privilegiando coloro che si erano premurati di
preservare il senso del linguaggio, da Wittgenstein, a Hofmannsthal, a
Musil, a Kraus. Discuteva alla pari con Heidegger, al quale dedico' la sua
tesi di dottorato, e contraddisse l'autore del Tractatus, ipotizzando una
lingua poetica in grado di "attraversare" l'indicibile per meglio resistere
alla pressione intollerabile del linguaggio, "governato" dalle "frasi della
canaglia" e dell'attualita'. Ma, inquieta, continuo' il viaggio.
Da nomade, inizio' a muoversi dal 1950 per l'Europa e per gli impieghi:
segretaria per il Comando delle truppe di occupazione americane,
"script-writer", redattrice radiofonica per la "Rot/Weiss/Rot" di Vienna,
romanziera alle prime armi, rigida e misconosciuta in scontri intransigenti
con gli editori. Imparo' l'arte della comunicazione e, mentre scriveva
oscure poesie, sopravvisse adattando testi letterari per gli ascoltatori
della sera. Il suo primo radiodramma del 1952, Un negozio di sogni, venne
mandato in onda per il sollievo di inquieti travet ai quali proponeva una
cura gentile, che ricorda il buon vecchio Lubitsch di Scrivimi fermo posta.
"Deve pagare col tempo. I sogni costano tempo, alcuni moltissimo tempo.
Abbiamo un sogno - forse potrei farglielo vedere - per il quale chiediamo
una vita", conclude il venditore di sogni tamburellando su corde piene di
bonomia; e il tempo - strappato alla morte e alla barbarie, tanto libero da
poter essere consumato in meravigliose digressioni sul proprio
inabissamento - e' il protagonista della prima raccolta di versi della
Bachmann, Il tempo dilazionato: una poesia colta, impegnata e misteriosa,
che accompagna, insieme al suo sorriso, l'ingresso trionfale dell'autrice
nell'Olimpo della letteratura tedesca.
"S'avanzano giorni piu' duri. / Il tempo dilazionato e revocabile / Gia'
appare all'orizzonte / ... Non ti guardare intorno. / Allacciati le scarpe.
/ Rimanda indietro i cani. / Getta in mare i pesci, / Spengi i lupini!
S'avanzano giorni piu' duri".
S'incontrano nei versi di Ingeborg Bachmann personaggi ingombranti per la
coscienza del Novecento. Con dolce violenza verso i vecchi maestri,
costruisce una visione del mondo che conosce il lato oscuro dell'esistenza e
la sua martellante infelicita', ma e' capace di donare critica e speranze.
Non ha paura di farsi coscienza, ma non ama i proclami. Esorta allora con
dolore al cambiamento, spiazza farisei e violenti; e alla poesia assegna il
compito di vegliare con intransigenza scansando tentazioni e lusinghe.
Deposita con gesto ampio la sua consapevolezza nei saggi su Wittgenstein e
Musil, in alcuni discorsi assai nobili e nelle cinque lezioni tenute a
Francoforte tra il 1959 e il 1960 dal sobrio titolo Problemi della poesia
contemporanea. Tra domande senza risposte, nel ricordo di decine di autori
del suo secolo e denunciando la propria incertezza, annulla tutte le frasi
fatte sulla letteratura, sulla natura del poeta e della poesia. Disorientato
l'ascoltatore, puo' avvertire un motivo che si modula e si espande fino a
sovrapporsi anche ai dubbi piu' esibiti: non e' la bellezza, lo
sperimentalismo, la novita', ma l'impegno teorico a determinare la qualita'
di una pagina di letteratura - e l'impegno teorico si costruisce solo
attraverso la cura maniacale del linguaggio, un linguaggio morale e
moralizzatore, cosi' come lo voleva Kraus: "La realta' - afferma - acquista
un linguaggio nuovo ogni qualvolta si verifica uno scatto morale,
conoscitivo, e non quando si cerca di rinnovare la lingua in se', come se
essa fosse in grado di far emergere conoscenze e annunciare esperienze che
il soggetto non ha mai posseduto".
*
La citta' dei morti?
Raccolto a piene mani il successo, riprese il viaggio: si avventuro' nel
1953 per l'Italia, a Ischia, a Napoli, con il suo Parsifal moderno nel
cassetto, frutto del desiderio di scrivere drammi in musica con Hans Werner
Henze. E, soprattutto, a Roma dove si trattenne alcuni mesi e dove - dal
1958, con qualche interruzione - visse fino alla fine. Non le piacevano "i
tramonti a prezzi speciali" negli aranceti del meridione e non sapeva che
farsene degli entusiasmi dei tanti goethiani che avevano cercato nel Sud una
rinascita per i sensi e per l'arte. Eppure, nella seconda raccolta di
liriche, Invocazione all'orsa maggiore, l'esperienza visiva e spaziale del
Sud, il vissuto dell'esilio tra paesi e epoche danno voce ad una voce piu'
intima e sommessa; ma non rinuncia alla battaglia contro l'alienazione: "Una
pigna il vostro mondo / voi le scaglie intorno. / Io lo spingo, lo rotolo /
dagli abeti al principio / agli abeti alla fine. Lo fiuto, lo tento col
muso, e con le zampe l'abbranco". Nelle infinite interviste, disse che per
lei, donna di confine, l'Italia non era poi cosi' lontana; affermo' di
sentirsi a casa nella citta' eterna, difendendosi cosi' dall'invadenza dei
giornalisti che, a partire da un memorabile servizio dello "Spiegel" del
1954 dedicato alla vita romana della Bachmann, non facevano che chiedere a
questa "gran dama" della poesia, a vicini e negozianti, qualche
indiscrezione sulla sua vita italiana. In realta', coltivava sapientemente
anche a Roma l'arte della distanza, nelle sue case sempre sul limite dei
percorsi piu' amati da turisti e sfaccendati - a piazza della Quercia, a via
Bocca di Leone e a via Giulia - e nell'arredamento ostinatamente austriaco.
A Roma visse - come avrebbe scritto - per segnare il distacco dalla storia
recente della sua terra e per nutrire il desiderio di tornare in patria: "ci
sono persone che amano vivere su un'isola. Io stessa ero una di loro" - dice
nel radiodramma Le cicale. Tuttavia non amava Roma se non come il luogo
della "verticalita'", la' dove visibile e invisibile si incontrano, mistero
ed esperienza sono piu' facili da coniugare: non combatteva certo contro i
luoghi comuni, la viaggiatrice che lavorava sotto pseudonimo come
corrispondente di Radio Brema e della "Westdeutsche Allgemeine Zeitung",
occupandosi di scioperi, delitti e crisi politiche con tutta la supponenza
che si attende il lettore di un paese tradizionalmente ordinato.
Ma la testimonianza piu' vera, dosata di sapienza e opposizione, e' nel
breve saggio titolato Quel che ho visto a Roma: minuziosa, l'osservazione
mette in ombra tutto cio' che e' monumento - "A Roma ho visto che il Tevere
non era bello, ma trascurato nelle banchine", "A Roma ho visto che la
basilica di San Pietro sembra piu' piccola delle sue reali dimensioni, ma
tuttavia e' troppo grande"; rifiutata ogni celebrazione, lascio' rivivere la
citta' dei morti con la commiserazione dei viventi. Sono cimiteri, detriti e
rovine di tempi passati, assemblati come se campeggiassero davanti alla
quinta misteriosa della Insel der Toden di Boecklin in un funereo paesaggio
meridionale: "Nel ghetto hai visto, cio' che non tutti vedono / E che al di
fuori troppo si dimentica", commenta Scholem in una poesia chiusa nel suo
archivio di Gerusalemme.
Ma e' dell'Austria che scrisse nelle prose che la occuparono per oltre venti
anni. Prima fra tutte, Il trentesimo anno, del 1961, una raccolta di novelle
rifiutate da un pubblico che amava in lei la poetessa. Testi disuguali,
popolati di figure inquietanti nella radicale denuncia della continuita' tra
il periodo nazista e il dopoguerra austriaco: "Il mondo e' gia' immerso
nelle tenebre e io non riesco a mettermi la collana di conchiglie. Non ci
sara' piu' radura. Tu diverso dagli altri. Sono sott'acqua, sottacqua".
Si conclude qui, per molti critici, il suo "periodo artistico", legato
soprattutto alla lirica, e si fa meno illuminante la speranza nella forza
trasfigurante e moralizzatrice della poesia. Poi dieci anni di scritture e
riscritture sugli orrori quotidiani dei rapporti sentimentali, su figure
femminili uccise, smembrate, annichilite nell'attesa e nel rifiuto, mentre
si consumava la dolorosa vicenda del legame con il romanziere svizzero Max
Frisch, che con lei aveva a lungo vissuto, e si avviava una profonda crisi
esistenziale. Non si muore piu' solo in guerra ma nella vita di tutti i
giorni, nelle storie d'amore, tra le violenze dei padri, dei mariti e degli
amanti - e senza sangue, senza condanne e senza punizione. E sono questi i
delitti che la moralita' della letteratura deve denunciare vincendo
l'afasia, la follia, l'annichilimento.
*
Una forma meno tragica del nulla
Era una Bachmann diversa quella che si apprestava a completare il progetto
del ciclo "Cause di morte" (formato, oltre che da Malina, dagli incompiuti
Il Caso Franza e Requiem per Fanny Goldmann). Ripiegata su una femminilita'
dolente ma senza disperare nel valore di verita' della scrittura, parlo'
allora di passioni devastanti, di violenze quotidiane, ma non dimenticando
la corruzione del mondo dei padri e l'insensatezza di quello dei figli.
Vittime di un mondo maschile sono le protagoniste delle ultime opere che,
ancora una volta senza proclami, urlano e fanno urlare l'esigenza di una
nuova consapevolezza. In una Vienna mortifera si svolge il romanzo piu'
noto, Malina, da leggere come controcanto alle storie piu' lievi di Tre
sentieri per il lago, in cui cinque donne, giunte ad una svolta della loro
vita, preferiscono una forma meno tragica del nulla, la rimozione e la
cecita'. Malina e' invece una partitura dell'orrore psichico, un romanzo
crudele di quelli che ti accompagnano nei momenti d'ombra, narrato con la
concretezza ossessiva di una cronaca. Il libro, iniziato come la "storia di
un amore" - amore totale, eterno, dipendente - si snoda poi come un
triangolo amoroso, tra incubi e sdoppiamenti, violenze quotidiane fino alla
scomparsa della donna. L'Io dilegua nella fessura di un muro che si e'
andata allargando sotto il suo sguardo: "Fisso la parete dove si e' formata
una crepa, deve essere una vecchia crepa che adesso si allarga leggermente,
perche' la fisso sempre".
Ingeborg Bachmann mori' a Roma per un incendio provocato dalla sua eterna
sigaretta - le cause misteriose, il dolore lacerante fino all'annientamento.
Come per il Giordano Bruno, che descrive nel suo diario romano, anche
quell'incendio ha lasciato il segno. Christa Wolf la salutava cosi' e forse
cosi' potremmo ancora oggi ricordarla: "E' venerdi' 19 ottobre 1973, una
giornata fredda e piovosa, sono le 18,30. In Cile la giunta militare ha
proibito l'uso della parola 'companero'. Non c'e' allora motivo per dubitare
della efficacia delle parole. Anche se colei che ha sempre fatto affidamento
sull'uso serio delle parole non puo' piu' ricorrere ad esse; si lascia
andare e vive questi giorni in una sua frase: 'con la mia mano bruciata
scrivo sulla natura del fuoco. Ondina se ne va'. Un filo scuro si e'
inserito nella trama. Impossibile lasciarlo cadere. Per raccoglierlo e'
ancora troppo presto".

4. STRUMENTI. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI" 2007

Come ogni anno le Edizioni Qualevita mettono a disposizione l'agenda-diario
"Giorni nonviolenti", un utilissimo strumento di lavoro per ogni giorno
dell'anno. Vivamente la raccomandiamo. Il costo di una copia e' di 9,50
euro, con sconti progressivi con l'aumento del numero delle copie richieste.
Per informazioni ed acquisti: Edizioni Qualevita, via Michelangelo 2, 67030
Torre dei Nolfi (Aq), tel. e fax: 0864460006, cell. 3495843946, e-mail:
qualevita3 at tele2.it

5. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 1009-1039 (AGOSTO 2005) DE "LA NONVIOLENZA
E' IN CAMMINO"

* Numero 1009 del primo agosto 2005: 1. Susan Moller Okin: Multiculturalismo
e femminismo. Il multiculturalismo danneggia le donne? 2. "Un ponte per...":
Una spesa che non serve alla democrazia irachena; 3. Letture: Erasmo da
Rotterdam, Il lamento della pace; 4. Letture: Erasmo da Rotterdam, Per una
libera educazione; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne
di piu'.
* Numero 1010 del 2 agosto 2005: 1. Giulio Vittorangeli: Questa fragilita'
interdipendente; 2. Paul Ricoeur: L'identita' fragile. Rispetto dell'altro e
identita' culturale; 3. Enrico Peyretti: La sposa siriana. Un film; 4.
Riletture: Fatema Mernissi, Islam e democrazia; 5. Riletture: Fatima
Mernissi, La terrazza proibita; 6. Riletture: Fatema Mernissi, L'harem e
l'Occidente; 7. Riletture: Fatema Mernissi, Karawan. Dal deserto al web; 8.
La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* Numero 1011 del 3 agosto 2005: 1. Maria G. Di Rienzo: Noorzia che non si
arrende. E il secondo striscione; 2. Nando dalla Chiesa: La vergogna della
legge S. P.; 3. Una frettolosissima lettera; 4. Il movimento dell'Arca; 5.
Deborah Sorrenti: Alcuni recenti libri pubblicati a cura del Cemiss; 6.
Letture: Elena Loewenthal, Eva e le altre. Letture bibliche al femminile; 7.
Riletture: Sergio Quinzio, Lettere agli amici di Montebello; 8. Riletture:
Sergio Quinzio, L'esilio e la gloria. Scritti inediti 1969-1996; 9.
Riletture: Sergio Quinzio, Leo Lestigi, La tenerezza di Dio; 10. Riletture:
"Bailamme", Sergio Quinzio in memoriam; 11. Riletture: "Humanitas", Sergio
Quinzio. Le domande della fede; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento;
13. Per saperne di piu'.
* Numero 1012 del 4 agosto 2005: 1. Una immodesta proposta; 2. Enrico
Peyretti: Un'idea feconda; 3. Carol Gilligan: Un paradigma di connessione;
4. Ali Rashid: Tra nord e sud; 5. Le donne di "Via campesina" contro il
neoliberismo; 6. A Verona lanterne sull'Adige a sessant'anni da Hiroshima;
7. Guglielmo Ragozzino: Breve un profilo di Rossana Rossanda; 8. Omero
Dellistorti: Breve un commento ad un profilo breve; 9. Francesca Di Donato
presenta "Le donne e la giustizia" di Susan Moller Okin; 10. Ida
Dominijanni: Il volto, il velo, la galera; 11. Un codice etico per
viaggiatori; 12. Riletture: Tahar Ben Jelloun, Le pareti della solitudine;
13. Riletture: Tahar Ben Jelloun, L'estrema solitudine; 14. Riletture: Tahar
Ben Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia; 15. Riletture: Tahar Ben
Jelloun, L'Islam spiegato ai nostri figli; 16. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 17. Per saperne di piu'.
* "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 23 del 4 agosto 2005: 1. Federica
Giardini legge "Speculum" di Luce Irigaray; 2. Wanda Tommasi: L'intelligenza
dell'amore: Simone Weil e Etty Hillesum.
* Numero 1013 del 5 agosto 2005: 1. Guenther Anders: Tesi sull'eta' atomica;
2. Mao Valpiana: Introduzione a "Fare la pace" di Alexander Langer; 3. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 4. Per saperne di piu'.
* Numero 1014 del 6 agosto 2005: 1. Riletture: Guenther Anders, Amare, ieri;
2. Riletture: Guenther Anders, Discorso sulle tre guerre mondiali; 3.
Riletture: Guenther Anders, Essere o non essere; 4. Riletture: Guenther
Anders e Claude Eatherly, Il pilota di Hiroshima; 5. Riletture: Guenther
Anders, Kafka. Pro e contro; 6. Riletture: Guenther Anders, L'uomo e'
antiquato (I); 7. Riletture: Guenther Anders, L'uomo e' antiquato (II); 8.
Riletture: Guenther Anders, Noi figli di Eichmann; 9. Riletture: Guenther
Anders, Opinioni di un eretico; 10. Riletture: Guenther Anders, Patologia
della liberta'; 11. Riletture: Guenther Anders, Stato di necessita' e
legittima difesa; 12. Riletture: Guenther Anders, Tesi sull'eta' atomica;
13. Riletture: Guenther Anders, Uomo senza mondo; 14. Riletture: Pier Paolo
Portinaro, Il principio disperazione; 15. Omero Dellistorti: "No al
nucleare, civile e militare"; 16. Vittorio Capecchi: Perche'? 17. Enti
locali per la messa al bando delle armi nucleari; 18. Da una lettera di
Margite all'amico suo Misone, a proposito delle prossime elezioni politiche;
19. Wanda Tommasi presenta "The psychic life of power" di Judith Butler; 20.
Chiara Zamboni presenta "Weltliebe" di Andrea Guenter; 21. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 22. Per saperne di piu'.
* Numero 1015 del 7 agosto 2005: 1. Il "Cos in rete" di agosto; 2. Una
petizione popolare contro i "Centri di permanenza temporanea", per i diritti
umani di tutti gli esseri umani; 3. Guliana Sgrena: Senza testimoni; 4.
Chiara Zamboni: Bellezza e differenza sessuale; 5. Rossana Rossanda presenta
"Dare l'anima" di Adriano Prosperi; 6. Daniela Padoan presenta "Il ballo" di
Irene Nemirovsky; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di
piu'.
* "La domenica della nonviolenza", numero 33 del 7 agosto 2005: 1. Lidia
Menapace: Fuori la guerra dalla nostra storia; 2. Guenther Anders:
Comandamenti dell'era atomica; 3. Assia Djebar: Tutte le mattine; 4. Michele
Boato, Giannozzo Pucci, Gianni Tamino, Mao Valpiana: Un invito il 10
settembre a Firenze; 5. Dopo Hiroshima: una minima bibliografia essenziale.
* Numero 1016 dell'8 agosto 2005: 1. Ernesto Balducci: Le tre verita' di
Hiroshima; 2. Giulio Vittorangeli: La rosa di Hiroshima; 3. Quello che
resta; 4. Marina Graziosi: Infirmitas sexus. La donna nell'immaginario
penalistico (parte prima); 5. Riletture: Lidia Menapace, Chiara Ingrao (a
cura di), Ne' indifesa ne' in divisa; 6. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* Numero 1017 del 9 agosto 2005: 1. Rasha Elass: Le parole per ricostruire
un paese; 2. Ernesto Milanesi: Albino Bizzotto, un prete contro tutte le
bombe; 3. Marina Graziosi: Infirmitas sexus. La donna nell'immaginario
penalistico (parte seconda); 4. Norberto Bobbio presenta "Pasqua di maggio"
di Goffredo Fofi; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di
piu'.
* Numero 1018 del 10 agosto 2005: 1. Da Aviano per la messa al bando delle
armi nucleari; 2. Enrico Peyretti: Al bando le armi nucleari; 3. Maria G. Di
Rienzo: Notizie; 4. Leonardo Boff: Il dilemma di Lula; 5. Marina Graziosi:
Infirmitas sexus. La donna nell'immaginario penalistico (parte terza); 6.
Riletture: Margarete Buber Neumann, Da Potsdam a Mosca; 7. Riletture:
Margarete Buber-Neumann, Prigioniera di Stalin e Hitler; 8. Riletture:
Margarete Buber-Neumann, Milena, l'amica di Kafka; 9. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* Numero 1019 dell'11 agosto 2005: 1. Bertrand Russell: Un decalogo
liberale; 2. Una ragionevole proposta; 3. Ida Dominijanni intervista Elena
Paciotti; 4. Marina Graziosi: Infirmitas sexus. La donna nell'immaginario
penalistico (parte quarta e conclusiva); 5. Letture: Maurizio Chierici (a
cura di), Favelas e grattacieli; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7.
Per saperne di piu'.
* "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 24 dell'11 agosto 2005: 1. Maria
Chiara Pievatolo: Postfazione a "Le donne e la giustizia" di Susan Moller
Okin; 2. Chiara Zamboni: Tra visibile e invisibile; 3. Dominique Vidal: Le
donne della Rosenstrasse.
* Numero 1020 del 12 agosto 2005: 1. La prima lettera di Guenther Anders a
Claude Eatherly; 2. La prima lettera di Claude Eatherly a Guenther Anders;
3. Nicole Itano: Fortunata; 4. Tullio De Mauro ricorda Emilio Garroni; 5.
Chiara Zamboni: Jacques Derrida tra lingua materna e lingua dell'altro; 6.
La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* Numero 1021 del 13 agosto 2005: 1. Enrico Peyretti: Polizia ed esercito:
una distinzione essenziale; 2. Lidia Menapace: Laicita', riproduzione e
differenza di genere; 3. Carla Ravaioli: Al bivio; 4. Francesco M.
Cataluccio ricorda Mauro Martini; 5. Stefano Catucci ricorda Emilio Garroni;
6. Adriana Zarri ricorda Gina Lagorio; 7. Riletture: Marguerite Yourcenar,
Ad occhi aperti; 8. Riletture: Josyane Savigneau, Marguerite Yourcenar; 9.
La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* Numero 1022 del 14 agosto 2005: 1. Della mitezza; 2. Cindy Sheehan:
Perche' mio figlio e' morto? 3. Marco Deriu: La decrescita dell'immaginario;
4. Umberto Galimberti: Perche' siamo tutti figli di Eichmann; 5. Riletture:
Maria Antonietta La Torre, Ecologia e morale; 6. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* "La domenica della nonviolenza", numero 34 del 14 agosto 2005: 1. Johan
Galtung: Una conferenza a Roma del giugno 2004; 2. Donne e uomini di cultura
musulmana: Un manifesto delle liberta'; 3. Mariuccia Salvati presenta
"Camillo Berneri" di Carlo De Maria.
* Numero 1023 del 15 agosto 2005: 1. "Lo straniero" intervista Anna Bravo;
2. Ivan Illich, Lee Hoinacki, Sigmar Groeneveld: Dichiarazione sul suolo; 3.
Serge Latouche: Sopravviveremo allo sviluppo? La proposta della decrescita;
4. Elena Loewenthal: Teshuvah; 5. Riletture: Robert Nozick, Anarchia, stato
e utopia; 6. Riletture: Jean Starobinski, Tre furori; 7. Riletture: Sergio
Quinzio, Diario profetico; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per
saperne di piu'.
* Numero 1024 del 16 agosto 2005: 1. Severino Vardacampi: Come vorrei che
fosse scritto questo notiziario; 2. Lalla Romano: Rigano l'aria le rondini;
3. Edoarda Masi: Il sistema della violenza; 4. Umberto Galimberti:
Responsabili; 5. Brunella Casalini presenta "Nei limiti della ragione" di
Francesca Di Donato; 6. Benito D'Ippolito: Da una lettera al caro amico
Gioffredo Rudello; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne
di piu'.
* Numero 1025 del 17 agosto 2005: 1. Amelia Rosselli: Questo e' il mare
oggi; 2. Nicole Itano: Troppo povere per vivere; 3. Giobbe Santabarbara:
Come fare un buon notiziario in dieci facili lezioni; 4. Domenico Jervolino:
Filosofia e liberazione; 5. Jean Chesneaux: Quando uno stato uccide un
fotografo; 6. Lida Menapace: La sinistra europea tra complessita' e
frammentazione; 7. Stefania Astarita presenta "L'harem e l'occidente" di
Fatema Mernissi; 8. Alessandro Marescotti presenta "Breve storia del
pacifismo in Italia" di Pietro Pastena; 9. Tiziano Tissino presenta "Truth
against truth" di Uri Avnery; 10. Riletture: Elisabeth Burgos (a cura di),
Mi chiamo Rigoberta Menchu'; 11. Riletture: Rigoberta Menchu' Tum, Rigoberta
i maya e il mondo; 12. Riletture: Ufficio dei diritti umani
dell'arcivescovado di Guatemala, Guatemala: nunca mas; 13. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 1026 del 18 agosto 2005: 1. E allora? 2. Lorella Pica: Notizie dal
Guatemala; 3. Peppe Sini: Lo stile, lo stilo; 4. Giulio Vittorangeli: Le
vacanze, l'amicizia, il sorriso; 5. Elena Loewenthal: Come; 6. Maria Luigia
Casieri presenta i "Dialoghi sulla conoscenza" di Paul K. Feyerabend; 7.
Goffredo Fofi presenta il "Dizionario critico delle nuove guerre" di Marco
Deriu; 8. Cesare Segre presenta "Azione e reazione" di Jean Starobinski; 9.
Elsa Morante: Sheherazade; 10. Riletture: Enrica Collotti Pischel, Gandhi e
la nonviolenza; 11. Riletture: Liana Fiorani, Dediche a don Milani; 12.
Riletture: Emilia Rensi, Atei dell'alba; 13. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 25 del 18 agosto 2005: 1. Franco
Pantarelli: La domanda di Cindy Sheehan; 2. Margarete Durst: La forza della
fragilita'. La nascita in Hannah Arendt.
* Numero 1027 del 19 agosto 2005: 1. Ruggero, fratello; 2. Pio D'Emilia
intervista Song Shin-do; 3. Marco Deriu: Nemici su fronti opposti, uniti
contro le donne; 4. Maria G. Di Rienzo: Uranio; 5. Maria Luigia Casieri
presenta "La testa ben fatta" di Edgar Morin; 6. I paradossi di Strambotto:
Indovinala grillo; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne
di piu'.
* Numero 1028 del 20 agosto 2005: 1. Flavio Lotti e Grazia Bellini: Otto
giorni contro la miseria, la guerra e il terrorismo; 2. Enrico Peyretti:
Sulla violenza verbale dei pacifici; 3. Maria G. Di Rienzo: Notizie dal
Pakistan; 4. Luisa Morgantini: Donne a Gerusalemme per la pace e la
giustizia; 5. Marco Revelli: Il nostro dopoguerra; 6. Giobbe Santabarbara:
Un anno e mezzo dopo; 7. Maria Luigia Casieri presenta "Cattiva maestra
televisione" di Karl R. Popper e John Condry; 8. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* Numero 1029 del 21 agosto 2005: 1. Giacomo Alessandroni ricorda frere
Roger; 2. Da Gerusalemme le Donne in nero solidali con Cindy Sheehan; 3.
Marco Deriu: Il dono in una societa' di mercato; 4. Margarete Durst presenta
"Le filosofie femministe" di Franco Restaino e Adriana Cavarero; 5. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'.
* "La domenica della nonviolenza", numero 35 del 21 agosto 2005: 1. Emilia
Rensi: Del singolo; 2. Elena Liotta: Operare la vita sotto le ombre della
morte; 3. Le fisime di Strambotto: Qualche delitto di lesa maesta'; 4.
Letture: Thomas A. Szlezak, Come leggere Platone; 5. Riletture: Dacia
Maraini, Isolina.
* Numero 1030 del 22 agosto 2005: 1. Lidia Menapace: Guerra e pace; 2. Paola
Pavese: Violenza verbale e sopraffazione; 3. Antonio Vigilante: Nonviolenza
senza miti; 4. Simone Weil: Un pezzo di pane; 5. Giobbe Santabarbara: Minima
una postilla su femminismo e nonviolenza; 6. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* Numero 1031 del 23 agosto 2005: 1. Francesco Comina: Sosteniamo la
campagna per il si' al referendum brasiliano contro il commercio delle armi;
2. Flavio Lotti e Grazia Bellini: Dieci cose da fare in preparazione della
marcia Perugia-Assisi; 3. Peregrino Valmelaina: La poesia onesta; 4. Emily
Wax: Una prigione al posto di un'altra; 5. Elena Liotta: Cure e culture,
dialogare con l'islam. La psiche femminile tra anima e terra; 6. Enrico
Peyretti: Fratelli avvelenati; 7. Vittorio Strada ricorda Mauro Martini; 8.
Vivian Lamarque: Non parla; 9. Riletture: Ingeborg Bachmann, Invocazione
all'Orsa Maggiore; 10. Riletture: Ingeborg Bachmann, Poesie; 11. Riletture:
Maria Teresa Mandalari, Poesia operaia tedesca del Novecento; 12. La "Carta"
del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'.
* Numero 1032 del 24 agosto 2005: 1. Marjorie Cohn: Perche Bush non puo'
rispondere a Cindy Sheehan; 2. Kamala Sarup: Nepal, guerra e aids; 3. Renato
Briganti intervista Arturo Paoli; 4. Vittorio Strada ricorda Irina Alberti;
5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'.
* Numero 1033 del 25 agosto 2005: 1.  Cominciamo dal Brasile; 2. Enrico
Peyretti: Una discussione su alcune obiezioni critiche di Norberto Bobbio
alla nonviolenza; 3. Therese Kulungu: La nostra visione della pace; 4. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per saperne di piu'.
* "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 26 del 25 agosto 2005: 1. Maria
G. Di Rienzo: Di Amleto, perche' no? 2. Elena Liotta: L'harem tra stereotipo
e archetipo. Un luogo dell'identita' femminile; 3. Cindy Sheehan: Non me ne
vado, presidente.
* Numero 1034 del 26 agosto 2005: 1. Alcuni dati sul referendum per la
proibizione del commercio delle armi in Brasile; 2. Jan Oberg: Combattere il
nuclearismo, terrore supremo; 3. Dietrich Fischer: La vera minaccia e' il
terrorismo nucleare; 4. Renato Solmi: Una breve nota di commento al testo di
Dietrich Fischer; 5. Paolo Candelari ricorda frere Roger; 6. Dacia Maraini:
La tua faccia non ha nome; 7. Maria Luisa Spaziani: Sanno il volto profondo
del rancore; 8. Renee Vivien: Il palo della gogna; 9. Maria Luigia Casieri:
L'educazione fuori dalle gabbie; 10. Le desolazioni di Scontentone:
Daemmerung; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di
piu'.
* Numero 1035 del 27 agosto 2005: 1. Susan Sontag: Pensare; 2. Yigal
Schleifer: Donne e commercio equo. Un diverso mercato globale; 3. Flavio
Lotti: Gli Stati Uniti, l'Onu e noi; 4. Giulio Vittorangeli: Rompere la
realta' di morte; 5. Edoarda Masi: Conoscere, sapere; 6. Roberto Ciccarelli:
"Guerra al terrorismo" e barbarie giuridica; 7. Letture: Heinrich Boell,
Prigioniero a Parigi e altri racconti; 8. Letture: Mario Lancisi, No alla
guerra! 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* Numero 1036 del 28 agosto 2005: 1. Una piccola antologia gandhiana; 2. I
compiti dell'umanita' nell'eta' atomica; 3. Gli ossimori di Strambotto; 4.
La "Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per saperne di piu'.
* "La domenica della nonviolenza", numero 36 del 28 agosto 2005: 1.
Margarete Durst: Mondo e mondi nella riflessione di Hannah Arendt; 2.
Marcello Cini: Idee per una vita sostenibile.
* Numero 1037 del 29 agosto 2005: 1. Una persona, un voto; 2. Clotilde
Nyssens ricorda frere Roger; 3. Rosa Luxemburg: Il risultato; 4. Benito
D'Ippolito: En arche'; 5. Sergio Sinigaglia: Julia Hill; 6. Massimiliano
Fortuna: Liquidita' e solitudine: scorci sul pensiero di Zygmunt Bauman; 7.
Celebrato il LXII anniversario del martirio di Franz Jaegerstaetter; 8.
Riletture. Neera, Le idee di una donna; 9. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* Numero 1038 del 30 agosto 2005: 1. Disarmare vuol dire salvare vite umane;
2. Luciano Bonfrate: Per l'abolizione dei cosiddetti "Centri di permanenza
temporanea"; 3. Maria Grazia Giannichedda ricorda Franco Basaglia; 4. Una
lettera di frere Roger ai familiari di Paul Ricoeur in occasione della
scomparsa del filosofo; 5. Marina Forti: Il "modello" Wal-Mart; 6. Giulio
Vittorangeli: agosto in Iraq; 7. Simone de Beauvoir: Bisogna cambiare la
vita; 8. Cecilia Meireles: Nel mistero; 9. Riletture: Betty Reardon,
Militarismo e sessismo; 10. Da tradurre: Michel Brossard et Jacques Fijalkow
(sous la direction de), Apprendre a' l'ecole: perspectives piagetiennes et
vygotskiennes; 11. Le amarezze di Strambotto: Societa'; 12. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'.
* Numero 1039 del 31 agosto 2005: 1. Manuela Dviri: Dietro il filo spinato;
2. Il primo settembre a Bolzano per sostenere il referendum brasiliano
contro il commercio delle armi; 3. Lorenzo Milani, lettera ai cappellani
militari; 4. George Lakey: La spada che guarisce: una difesa della
nonviolenza attiva (parte prima); 5. Una postilla al saggio di George Lakey;
6. Emilia Ferreiro: L'altro che pensa. Il bambino come interlocutore
intellettuale; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di
piu'.

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

7. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1476 dell'11 novembre 2006

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