[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
La nonviolenza e' in cammino. 1380
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1380
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 7 Aug 2006 01:02:02 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1380 del 7 agosto 2006 Sommario di questo numero: 1. La scelta 2. Massimo Ortalli: Leggere l'anarchismo (parte quinta) 3. Massimo Ortalli: Leggere l'anarchismo (parte sesta) 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento 5. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. LA SCELTA Contro il terrorismo, contro la guerra, contro le armi, contro la violenza. Per l'umanita'. 2. DOCUMENTAZIONE. MASSIMO ORTALLI: LEGGERE L'ANARCHISMO (PARTE QUINTA) [Da "A. rivista anarchica", anno 36, n. 315, marzo 2006 (disponibile anche nel sito: www.arivista.org) riprendiamo il seguente supplemento bibliografico. Il testo e' introdotto dalla seguente nota redazionale: "Nell'ottobre 2005 e' uscito, dentro il n. 311 di 'A', il dossier 'Leggere l'anarchismo - La storia, le storie, il pensiero', di Massimo Ortalli: una rassegna ragionata di oltre 250 titoli, in italiano, di (relativamente) facile reperibilita'. Questo dossier e' consultabile e scaricabile gratis. Da allora, naturalmente, sono continuati ad uscire libri, opuscoli, ecc. che - sempre in accordo con i criteri esplicitati sul dossier - vengono qui presentati - cosi' come lo saranno sui prossimi numeri di 'A' - sempre a cura dell'infaticabile Ortalli. Un ottimo servizio, ci pare, per quanti desiderino restare aggiornati quasi in tempo reale sulla ricca (e spesso marginale) editoria che riguarda, in vario modo, l'anarchismo. Per osservazioni, critiche, suggerimenti, richieste di ulteriori informazioni ecc. rivolgetevi direttamente a lui: massimo.ortalli at acantho.it". L'ampia bibliografia apparsa su "A" n. 311 abbiamo gia' riprodotto anche su "La nonviolenza e' in cammino" nei nn. 1109-1112 in quattro parti; proseguendo qui la pubblicazione dei supplementi ci e' parso ragionevole darli come parte quinta (il supplemento apparso su "A" n. 315) e sesta (quello apparso su "A" n. 319 riportato sotto). Non ci dovrebbe essere bisogno di dire che la redazione de "La nonviolenza e' in cammino" non condivide tutti i giudizi e tutte le espressioni dello studioso autore di questa rassegna bibliografica; come e' noto il punto di vista del nostro foglio e' rigorosamente nonviolento, e nella cosi' vasta e variegata tradizione anarchica vi sono molte cose che apprezziamo, molte che condividiamo toto corde, alcune altre che non condividiamo, ed altre ancora cui ci opponiamo nettamente (ad esempio ci sentiamo assai affini alla riflessione e alle proposte di Luce Fabbri o di Murray Bookchin; e siamo nettamente contrari alle correnti supine all'ideologia della violenza - ahinoi, quasi tutte le grandi tradizioni di pensiero nel gorgo e nel cozzo delle vicende storiche hanno avuto correnti violentiste che in quanto tali si sono asservite all'ideologia del dominio e della disumanizzazione: ed e' particolarmente doloroso che questo cedimento a prassi di sopraffazione e denegazione dell'altrui umanita' e dignita' e incolumita' abbia contaminato e corrotto e travolto anche settori di aree politiche e culturali che pure affermano il principio antiautoritario e le tre grandi scelte della liberta', dell'eguaglianza, della fratellanza-sororita'); ma chiarito questo certo ci sembra utile far conoscere la tradizione anarchica che e' tanta parte del meglio del pensiero e del movimento liberale come del pensiero e del movimento socialista, e proporre a chi legge il nostro foglio di accostarla nelle esperienze, nelle riflessioni e nelle figure sue piu' nitide ed alte; segnaliamo anche - una volta di piu' - che a nostro modesto avviso "A. rivista anarchica" e' una delle migliori riviste italiane di politica e cultura tout court, e che a tutte e tutti suggeriremmo di leggerla - ed e' cosa assai vantaggiosa che nella rete telematica siano integralmente disponibili tutti i fascicoli degli ultimi anni nel sito www.arivista.org (p. s.). Massimo Ortalli (per contatti: massimo.ortalli at acantho.it), storico, saggista, studioso e militante del movimento libertario, e' impegnato nell'Archivio storico della Federazione anarchica italiana di Imola] John Dos Passos, Davanti alla sedia elettrica. Come Sacco e Vanzetti furono americanizzati, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2005. Il sostegno a Sacco e Vanzetti da parte degli intellettuali progressisti americani fu davvero fortissimo. E molto spesso anche importante, come dimostra questa prima edizione italiana (finalmente!) della appassionata controinchiesta che il famoso scrittore americano condusse per affermare l'innocenza dei due lavoratori anarchici. La bella postfazione di Piero Colacicchi, dell'Associazione per la difesa dei diritti delle minoranze, dimostra come l'emarginazione colpevolizzante del "diverso" sia, ancora oggi, uno dei tratti caratteristici della cultura delle classi dominanti. E come la "caccia" all'italiano condotta dai bravi benpensanti americani si riproduca oggi in quella, piu' o meno sommersa, degli italiani all'albanese e al nordafricano. * Carlo Capuano, L'ultima notte di Bartolomeo Vanzetti, Civezzano di Trento, Nonluoghi, 2005. Evidentemente le tragiche vicende di Sacco e Vanzetti non cessano di ispirare opere dedicate alla sorte dei due anarchici. In questo volumetto, arricchito dalla postfazione di Zenone Sovilla, l'autore, "pittore, grafico e scrittore", si trasforma in Vanzetti, e parlando in prima persona, ripercorre quella storia lontana, dalla fuga dalla natia Villafalletto all'arrivo in America e alla frequentazione dell'ambiente anarchico italoamericano. Fino alla notte precedente l'esecuzione sulla sedia elettrica. Struggente e coinvolgente, il testo di Capuano riesce a comunicare la pacatezza e l'orgoglio con i quali Vanzetti affronto' il proprio destino. * Francis Russell, La tragedia di Sacco e Vanzetti, Milano, Mondadori, 2005. Uscito in concomitanza con il discutibile sceneggiato messo in onda da Canale 5, questo volume e' la ristampa dell'ormai classica edizione pubblicata da Mursia nel 1966: una ricostruzione in chiave giornalistica ma di avvincente lettura delle vicende che videro protagonisti, fra il 1920 e il 1927 Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco, i due anarchici italoamericani mandati sulla sedia elettrica dopo sette anni di tribolazioni giudiziarie e nonostante la forte mobilitazione a loro favore in tutto il mondo. Francis Russell, giornalista d'indagine interprete della migliore tradizione anglosassone, con una prosa accattivante ripercorre quelle vicende cercando, nei limiti del possibile, di mantenersi neutrale ed "obiettivo". Se cio', indubbiamente, puo' essere un limite, al tempo stesso appare anche un pregio, e non l'ultimo, di questo interessante lavoro. * Bartolomeo Vanzetti, Una vita proletaria. L'autobiografia, le lettere dal carcere e le ultime parole ai giudici, Casalvelino, Galzerano, 2005. Si tratta della seconda edizione delle toccanti testimonianze in presa diretta lasciateci da Bartolomeo Vanzetti. La prima edizione, risalente all'ormai lontano 1987, viene arricchita da un interessante apparato fotografico. * George Orwell, Ricordi della guerra di Spagna, Roma, Datanews, 2005. Sembra essere la caratteristica della editrice Datanews: offrire testi anche interessanti ma privi, se si eccettuano alcune note frettolose, di qualsiasi apparato critico. E' il caso anche di questa prima edizione di alcune sorprendenti, e sconsolate, considerazioni orwelliane scritte nel pieno della seconda guerra mondiale e a pochi anni dalla definitiva sconfitta della Rivoluzione spagnola. Come sempre Orwell, il cantore delle giornate barcellonesi nel suo splendido Omaggio alla Catalogna, riesce a cogliere con intelligenza e disincanto alcuni dei tratti salienti di quella grande esperienza, denunciando con imparziale lucidita' i crimini dello stalinismo, l'inettitudine e l'ignavia delle grandi potenze "democratiche", il ruolo spregiudicato e delinquenziale dei fascismi europei. Dove comincia l'Omaggio, con il miliziano italiano eretto a simbolo dei combattenti per la rivoluzione spagnola, cosi' terminano queste brevi considerazioni, con la struggente poesia (purtroppo non tradotta) dedicata a quel miliziano e a tutti i compagni accorsi a combattere in Spagna. * Gian Carlo Fusco, Duri a Marsiglia, Torino, Einaudi, 2005. Un sorprendente romanzo del famoso scrittore e giornalista, ai vertici del successo letterario soprattutto negli anni Sessanta. Una storia noir, ambientata in una Marsiglia dai tratti romanticamente balordi e criminosi come si conviene a un giallo di maniera, nel quale il protagonista e' un giovane anarchico ligure che nei primi anni Trenta fugge dall'Italia per sottrarsi al soffocante e repressivo regime fascista. Giunto a Marsiglia, la "capitale morale" della mala, pur mantenendo l'amore per l'anarchia e per le poesie di Baudelaire, non esita a introdursi nel milieu delle zone del porto, diventando uno degli uomini piu' affidabili e "valenti" della cosca dei calabresi. Per tanti aspetti un bel giallo d'ambiente e, per noi e i nostri interessi, una curiosa scoperta: quella di trovare anche qualche nostro compagno impegnato nella lotta per il controllo del territorio, ingaggiata dalle bande marsigliesi. * Manuel Rivas, La lingua delle farfalle, Milano, Feltrinelli, 2005. Non e' propriamente un libro sull'anarchismo, questa raccolta di racconti brevi dello scrittore galiziano. Ma fra questi, due, due perle a mio parere straordinarie, ne arricchiscono il valore e ci riportano all'anarchia. Il primo, La lingua delle farfalle, e' la storia bella e drammatica, ambientata nella Spagna del 1936, di un anziano maestro libertario epigone della Scuola Moderna di Ferrer, e del suo rapporto con i giovanissimi allievi. Un educatore profondamente umano e "moderno", che paghera' con la vita il suo amore per la liberta' (da questo racconto e' tratto il bellissimo film omonimo). Il secondo racconto, Verso le montagne, narra la paradossale vicenda del pappagallo Pio IX, orgogliosamente esposto sulla strada e addestrato a ripetere tutto cio' che gli si insegna. Ma quando, ascoltando tutti i giorni un gruppo di operai che passano davanti al balcone, comincera' ad esclamare, sempre piu' convinto, "Viva l'anarchia!", di lui non se ne sapra' piu' niente. Sicuramente tolto agli occhi del mondo dalla bigotta padrona. * Cinzia Cardinali e Ezio Raspanti (a cura di), Bernardo Melacci poeta libertario, Foiano della Chiana, Anpi, 2005. Di tradizioni anarchiche, proletario, cresciuto in un paese della "rossa" Toscana, Bernardo Melacci nel 1921 partecipa, assieme ai contadini di Foiano, a un'azione contro i fascisti venuti per incendiare le sedi delle associazioni popolari. Dopo aver scontato, per questo atto di ribellione, oltre vent'anni fra carcere e confino, trova la morte nel 1943 nel manicomio in cui l'aveva rinchiuso un regime che continuava a temerne i lucidi atti d'accusa. Nonostante lo strazio di una simile esistenza, riesce a conservare una commovente umanita', che gli permette di scrivere struggenti poesie, intimiste e ribelli, oggi finalmente riproposte in una edizione curata dall'amministrazione della sua citta' e dalla locale sezione dell'Anpi. Una pubblicazione resa possibile anche dall'impegno del suo biografo "ufficiale" Giorgio Sacchetti, che ne ha curato la bella e sentita prefazione. * Ivano Tagliaferri, Il colonnello anarchico. Emilio Canzi e la guerra civile spagnola, Piacenza, Scritture, 2005. Dopo Garcia Oliver, il ministro anarchico raccontato da Fulvio Abbate, ecco, a dimostrazione di quel che ha saputo combinare la Rivoluzione spagnola, Emilio Canzi, il colonnello anarchico, di cui traccia la biografia Ivano Tagliaferri. Militante attivo nel movimento anarchico, partecipe a tutte le iniziative di lotta e antifasciste, esiliato e combattente in Spagna, Canzi si trovera' a guidare, durante la Resistenza, il movimento partigiano del piacentino. La sua vita, come quella di tanti altri libertari e antifascisti della sua generazione, percorre, con la stessa intensita', tutte le tappe che porteranno il Paese alla liberazione dalla dittatura nazifascista. Finalmente, dunque, e benvenuto questo tributo che ricostruisce il ruolo centrale che ebbe Emilio Canzi nel panorama politico e sociale della sua terra. 3. DOCUMENTAZIONE. MASSIMO ORTALLI: LEGGERE L'ANARCHISMO (PARTE SESTA) [Da "A. rivista anarchica", anno 36, n. 319, estate 2006 (disponibile anche nel sito: www.arivista.org) riprendiamo il seguente ulteriore supplemento bibliografico] Pensiero e azione Heinz Hug, Kropotkin e il comunismo anarchico, Bolsena, Massari, 2005. Con cadenza piu' o meno regolare, ricompare il "principe" anarchico, a dimostrazione di una persistente attualita' della sua figura. Questa volta ad opera dell'editore Massari, che, nella collana "Il pensiero forte", pubblica l'interessante testo nel quale Heinz Hug analizza gli elementi fondanti del pensiero kropotkiniano, dalla teoria del mutuo appoggio (esemplare confutazione della darwiniana "lotta per l'esistenza") a quella dell'etica solidale, dalla concezione antropologica a quella sociale, per finire alla teoria anarcocomunista che influenzo' piu' di ogni altra l'anarchismo del primo Novecento. Una discreta cronologia e un breve tracciato bibliografico arricchiscono questo lavoro, reso ancor piu' interessante dall'originale ed utile capitoletto sulle "critiche anarchiche mosse a Kropotkin". Elisee Reclus, Storia di un ruscello, Milano, Eleuthera, 2005. Si puo' proprio dire: finalmente! Finalmente il grande geografo anarchico Eliseo Reclus torna nelle librerie italiane, con uno dei suoi lavori piu' belli e affascinanti, quella Storia di un ruscello, la cui ultima edizione italiana risale al 1937 per i tipi della Nuova Italia. Uscito in concomitanza con l'importante convegno milanese dedicato alla geografia sociale di Reclus, questo studio, forse il piu' amato - assieme alla Storia di una montagna - dei suoi tanti scritti, registra, per usare le parole della bella introduzione di Marcella Schmidt di Friedberg, "un dialogo personale tra l'autore e la natura che stimola la nostra capacita' di osservazione, di evocazione, di contemplazione di un paesaggio". Straordinario e fulminante, nella sua poetica profondita', l'incipit: "La storia di un ruscello, anche di quello che nasce e si perde nel muschio, e' la storia dell'infinito". Commissione Comunalismo Libertario della Fai, Nessuna delega! Abbattere la piramide, costruire il comunalismo libertario, Spezzano Albanese, stampato in proprio, 2006. Gli anarchici di Spezzano Albanese sono da anni presenti e attivi nella loro Calabria, dove portano avanti, con una coerenza tanto rara quanto efficace, la lotta per estendere orizzontalmente la capacita' decisionale della popolazione, trovando fra la loro gente un consenso e una stima ormai divenuti proverbiali. Questo utilissimo opuscolo si propone di raccogliere e divulgare in forma chiara e convincente i postulati che stanno alla base dell'intervento sociale comunalista, riproponendo al tempo stesso i fondamentali principi teorici ed ideali dell'anarchismo. Puo' essere richiesto alla Federazione Anarchica "Spixana", via Boccioni 9, 87019 Spezzano Albanese (Cs), oppure a faspixana at libero.it Luce Fabbri, Propinqua libertas, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2005. Luce Fabbri non fu solo l'acuta interprete di un pensiero anarchico sempre pronto a rigenerarsi nel confronto con una realta' in continua evoluzione. Fu anche, e un po' lo sapevamo, una sensibile e delicata poetessa. Come spiega Gianpiero Landi, nella bella e sentita introduzione a questa raccolta, la pubblicazione di queste sue poesie, a cui Luce teneva tantissimo, viene a saldare un debito contratto con lei da tutti gli anarchici italiani che l'hanno conosciuta. E siamo quindi grati a Gianpiero, perche' se questo debito abbiamo potuto onorarlo, e' stato soprattutto grazie al suo impegno e alla sua costanza. Luigi Fabbri, Epistolario ai corrispondenti italiani ed esteri (1900-1935), Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2005. Come gia' detto nel numero 316 di "A. rivista anarchica", e' un lavoro tanto utile quanto prezioso questo Epistolario di Luigi Fabbri, magistralmente curato da Roberto Giulianelli. Uscito in concomitanza con l'importante convegno tenutosi a Fabriano sul finire del 2005, nel volume sono raccolte le oltre 350 lettere indirizzate da Fabbri a piu' di settanta corrispondenti, italiani e stranieri, nel corso della sua lunga e appassionata militanza anarchica. E' un ritratto nuovo, e per tanti versi sconosciuto, questo che emerge dalla lettura della corrispondenza del fabrianese. Il ritratto di un uomo dotato di grande umanita', curioso e aperto agli stimoli intellettuali e profondamente solidale. E sempre disponibile a intrattenere rapporti di camaraderie anche con quei compagni con i quali era costretto a scontrarsi sul piano politico. In tempi di feroci e disastrose polemiche, il tratto distintivo di un carattere sinceramente e profondamente libertario. Santi Fedele, Luigi Fabbri. Un libertario contro il bolscevismo e il fascismo, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2006. Al testo precedente, e a completamento ideale del trittico fabbriano pubblicata dalla Bfs, si e' aggiunto, in questi ultimi tempi, un importante lavoro di Santi Fedele, ordinario di storia contemporanea all'Universita' di Messina. Sulla traccia della bella relazione presentata al convegno di Fabriano, Fedele dimostra con ricchezza di argomenti come la lucidita' analitica e la sostanziale liberta' di pensiero di Luigi Fabbri gli abbiano consentito di prevedere, fin dal loro esordio e ben prima di altri illustri intellettuali, le future degenerazioni della rivoluzione russa e le drammatiche conseguenze, non solo politiche ma anche morali, che l'avvento del fascismo avrebbe causato alla nostra societa'. Placido La Torre, Pagine d'anarchia. Tre conferenze, Messina, Istituto di studi storici "G. Salvemini", 2005. Curato dall'Istituto Salvemini e dalla Biblioteca "Pietro Gori" di Messina, questo opuscolo raccoglie tre delle piu' significative conferenze tenute, in anni ormai lontani, dall'avvocato Placido La Torre, anziano compagno e militante dalla fondazione della Federazione Anarchica Italiana. "Societa' senza Stato" e' il titolo della prima, "L'arte e la poesia di Pietro Gori" quello della seconda. Nella terza, "Errico Malatesta nel cinquantesimo anniversario della sua morte", ci viene riproposto il discorso commemorativo che La Torre tenne ad Ancona nel 1982 quando, in quella citta' cosi' "malatestiana", si tenne una manifestazione nazionale a ricordo del grande rivoluzionario campano. * La strage infinita Luciano Lanza, Bombe e segreti, Milano, Eleuthera, 2005. E' la riedizione del volume uscito nel 1997. E viene ad essere particolarmente opportuna, dopo l'assurdo balletto di sentenze e assoluzioni che, in questi ultimissimi tempi, dovrebbero aver chiuso il percorso giudiziario della Strage di Stato. Come ho piu' volte avuto occasione di dire, questo testo andrebbe raccomandato nelle scuole come manuale di educazione civica. E a maggior ragione oggi, grazie anche all'illuminante intervista finora inedita al giudice Guido Salvini, nella quale questo onesto magistrato oppone la logica della ragione a quella grettamente giuridica che, e non poteva essere diversamente, ha trionfato nelle aule dei tribunali. Fulvio e Gianfranco Bellini, Il Segreto della Repubblica. La verita' politica sulla strage di Piazza Fontana, Milano, Selene Edizioni, 2005. Anche qui si tratta di una ristampa, quella di un lavoro pubblicato nel 1978 con lo pseudonimo di Walter Rubini. Questo volume, uno dei tanti che hanno mantenuto desto e fecondo il lavoro di controinformazione sulla strage di stato, "racconta tutti i perche' dell'intesa drammatica siglata da Moro e Saragat per impedire che si arrivasse ai responsabili della strage di Piazza Fontana, le motivazioni reali della strage, gli obiettivi e le complicita' su cui poterono contare i gruppi che agirono in quel freddo venerdi' del 12 dicembre 1969". Mario Consani, Foto di gruppo da Piazza Fontana, Milano, Melampo, 2005. A differenza dei giudici, che hanno definitivamente e vergognosamente liquidato ogni memoria sulla "madre di tutte le stragi", permane, in chi non si rassegna a non capire, l'interesse per le vicende che insanguinarono la fine degli anni Sessanta. In questo lavoro del giornalista de "Il giorno" Mario Consani, si pone opportunamente l'accento, piu' che sui fatti, sulle persone, sui personaggi che animano questo ritratto collettivo dei protagonisti, volontari e involontari, della bomba alla Banca dell'Agricoltura milanese. Interessante, e utile, la lista con i nomi di tutti quanti gli "attori", nessuno escluso, e il quadro sinottico delle dieci, ormai inutili, sentenze succedutesi fra il 1979 e il 2005. * Un po' di storia, un po' di biografie Cesare Bermani, Non piu' servi, non piu' signori. L'Internazionale raccontato da Cesare Bermani, Roma, Elleu Multimedia, 2005. Di un testo come questo sicuramente i cultori della musica popolare e rivoluzionaria sentivano la mancanza. In Italia, infatti, non era mai stata pubblicata una ricerca approfondita ed esaustiva sul brano musicale di lotta piu' famoso fra il proletariato di tutti i continenti. Cesare Bermani, uno dei piu' esperti musicologi del nostro paese, ricostruisce la vita e le vicende dell'autore delle parole, Eugene Edme Pottier, e di quello della musica, Pierre Degeyter, descrivendo al tempo stesso l'enorme fortuna che tale inno ebbe in Francia, in Italia e in tutto il mondo. Utile la discografia finale, anche se e' un imperdonabile peccato che nella interessante bibliografia che chiude l'opera l'autore si dimentichi di citare Il canto anarchico, Zero in Condotta, 2001, di Santo Catanuto e Franco Schirone. Amedeo Osti Guerrazzi, L'utopia del sindacalismo rivoluzionario. I congressi dell'Unione Sindacale Italiana (1912-1913), Roma, Bulzoni, 2001. Dopo la lunga e articolata introduzione dell'autore, dalla quale emerge la vivacita' del dibattito che interesso' il composito mondo dei sindacalisti rivoluzionari, vengono riportati gli interventi piu' significativi dei vari Corridoni, Bitelli, De Ambris, Fancello, Borghi... presentati al Congresso dell'azione diretta di Modena del 1912 e a quello di Milano del 1913. Molto utile anche perche' permette di comprendere i meccanismi dell'involuzione nazionalistica ed autoritaria che spingera' non pochi di quei dirigenti ad arruolarsi volontari nella Grande guerra e ad abbracciare il fascismo "rivoluzionario" subito dopo. Giorgio Amico e Yurii Colombo, Un comunista senza rivoluzione. Arrigo Cervetto dall'anarchismo a Lotta comunista: appunti per una biografia politica, Bolsena, Massari, 2005. Gia' recensita su questa rivista da Guido Barroero, segnalo nuovamente la biografia di Arrigo Cervetto, uno dei personaggi piu' importanti e significativi della sinistra rivoluzionaria del secondo dopoguerra. Vissuta nel segno di Lotta comunista, la storica organizzazione leninista da lui fondata e diretta, e tuttora particolarmente radicata nel Levante, la vita di Cervetto si intreccia con le vicende e i personaggi dell'anarchismo operaio e sindacale degli anni Cinquanta, dall'esperienza dei Gruppi anarchici di azione proletaria a quella del Movimento della sinistra comunista. Nonostante varie lacune di non poco conto dovute a una parziale consultazione dei materiali, e' comunque un testo utile per capire le tensioni e gli slanci ideali che attraversarono i settori della classe operaia, anarchici e marxisti, che non si rassegnarono all'egemonia del Partito comunista italiano. Per un mondo migliore. Alle radici dell'anarchismo modenese, parte II, San Possidonio di Modena, Biblioteca Popolare Ugo Fedeli, 2005. E' la seconda e ultima parte della accurata e preziosa ricerca condotta da alcuni studiosi-militanti sul movimento anarchico modenese fino ai primi anni Cinquanta. Ne esce un quadro sorprendente, quanto mai vivace e complesso, che dimostra come anche in questa citta', una delle culle del socialismo prima e del comunismo poi, la presenza degli anarchici sia stata sempre una delle componenti fondamentali del movimento dei lavoratori. Emergono a tutto tondo le belle figure di Renzo Cavani, di Filippo Lusvardi, dei fratelli Gilioli e dei tanti altri che lottarono per la liberta' e contro il fascismo nella loro terra e in Spagna. Il libro puo' essere richiesto agli editori, in via Matteotti 471, a San Possidonio. Albino Bertoletti e Alberto Gotti, Alle origini dell'anarchismo bergamasco, Bergamo, Centro studi "Pier Carlo Masini", 2006. Nel solco del Dizionario biografico degli anarchici Italiani, questo studio sulle figure e sui momenti piu' rappresentativi dell'anarchismo bergamasco dalle origini fino all'avvento del fascismo, contribuisce a sfatare uno dei frequenti luoghi comuni sul nostro movimento: anche nella cosiddetta "Vandea" bianca non mancarono tante belle figure di militanti libertari, che seppero vivacizzare con le loro lotte e un radicale anticonformismo la vita politica e sociale della Lombardia. Arricchiscono il volume le belle e commoventi fotografie "segnaletiche" di quei compagni. Dove il questurino avrebbe voluto segnare con un marchio lombrosiano quelle fisionomie, oggi ritroviamo lo sguardo fiero e dignitoso dei ribelli di un tempo. Per contatti underground at inventati.org Giorgio Boccolari e Fiamma Chessa, Storie di anarchici e anarchia. L'Archivio Famiglia Berneri - Aurelio Chessa, Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, 2000. Si tratta del catalogo della bella mostra omonima, tenutasi a Reggio Emilia nel 2000. In quella esposizione, allestita interamente con il materiale documentario dell'Archivio Famiglia Berneri, si racconta con grande immediatezza una parte importante della storia del movimento anarchico, in particolare quella interpretata da figure come Camillo Berneri e Giovanna Caleffi, Leda Rafanelli, Aurelio Chessa, Pier Carlo Masini, Virgilio Gozzoli e tanti altri. Particolarmente interessante, e non poteva essere diversamente, la ricca e originale parte iconografica. * Gli anarchici e la societa Francesco Codello, Vaso, creta o fiore? Ne' riempire, ne' plasmare, ma educare, Lugano, La Baronata, 2005. Di Codello, e della sua professionale passione per gli studi sulla pedagogia libertaria, abbiamo gia' detto altrove. Qui parliamo della raccolta dei suoi articoli piu' significativi apparsi in questi ultimi anni soprattutto su "A. rivista anarchica" e su "Libertaria". Nell'insieme, un saggio ricco e complesso teso a dimostrare e denunciare il carattere intrinsecamente autoritario del sistema-scuola e le opportunita' di sviluppo intellettuale e di emancipazione sociale offerte da una impostazione antiautoritaria della educazione. Clarita Kalimocio, Passioni libertarie. Sentimento ed erotismo nel pensiero anarchico, Gavardo, Liberedizioni, 2005. Senza dubbio interessante, e anche parecchio originale, questa incursione in un privato, quello degli anarchici, generalmente ben protetto e refrattario a mostrarsi. Accompagnate dalle citazioni di Charles Fourier, Michail Bakunin, Emma Goldmann, Anna Kuliscioff, Raoul Vaneigem, Errico Malatesta e altri ancora, le osservazioni dell'autrice, che dedicando questa sua opera "ai [suoi] figli, oggi bambini, domani uomini, per una vita di liberta' e di passioni", parla dell'anarchismo non solo come di un movimento politico o filosofico, ma come di un pensiero "la cui forza e la cui importanza risiedono nella tensione morale e nella necessaria riflessione che esso promuove e sollecita". Giorgio Antonucci, Critica al giudizio psichiatrico, Dogliani, Sensibili alle foglie, 2005. E' uno dei testi fondamentali dell'antipsichiatria, gia' edito da Eleuthera in una prima edizione nel 1993 e ripubblicato oggi dalla combattiva casa editrice Sensibili alle foglie. Se si pensava che la chiusura dei manicomi avesse risolto il problema del trattamento psichiatrico coercitivo, per la cui distruzione si batterono i Basaglia e gli Antonucci nei decenni passati, basta osservare le nuove realta' delle cosiddette strutture protette e dei trattamenti sanitari obbligatori, per comprendere quanta sia ancora lunga la strada da fare per liberarci dal giudizio psichiatrico. Giorgio Antonucci ripropone qui le sue note posizioni, intrise di uno spirito fondamentalmente libertario, e arricchite da una nuova introduzione e dalla presentazione di Thomas Szasz. Mauro Orrico, Pillole anarchiche, Roma, Malatempora, 2005. Colpisce, di questo breve compendio di "pillole" anarchiche, l'assenza, la' dove si elencano le realta' editoriali del movimento anarchico, di cose evidentemente marginali come "Umanita' Nova", "A. rivista anarchica", "Zero in Condotta", "Libertaria"... e cosi' via. Non se ne salta una, al contrario, di quelle appartenenti all'area di movimento definita, piu' o meno propriamente, insurrezionalista. Oltre a questa discutibile, se non incomprensibile scelta, il testo si presenta come una antologia superficiale dell'anarchismo, pensata per dare, pero' senza molta fortuna, un'idea di quanto ha caratterizzato il pensiero libertario dalle sue prime espressioni storiche a quelle attuali della modernita'. Marco Sommariva, Pillole situazioniste, Roma, Malatempora, 2005. Come nel caso delle Pillole anarchiche, anche qui ci troviamo di fronte a una raccolta di aforismi, citazioni, frasi famose di alcuni degli spiriti critici piu' brillanti di questi decenni. Magari non tutti situazionisti, o per lo meno appartenenti in senso stretto a quell'acuto movimento che segno' piu' di quanto non si creda la cultura del secolo scorso, ma comunque, come scrive Sommariva nella sua introduzione, o i precursori o i continuatori. Ecco dunque, preceduti dai brevi tratti biografici dei loro autori (George Orwell, Aldous Huxley, Wilhelm Reich, Theodor Adorno, Guy Debord, Raoul Vaneigem, Hakim Bey, John Zerzan e Ivan Illich) questi "detti", non solo illuminanti ma, soprattutto, volti a offrire "una chiave di lettura del mondo che ci spinge a tentare di rovesciare tutto l'esistente". Persio Tincani (a cura di), Viva la rivoluzione! Come dire no al potere. Da Robespierre a Che Guevara, Milano, Rizzoli, 2006. Curata dal collaboratore di "A. rivista anarchica" Persio Tincani, e' una interessante antologia di scritti rivoluzionari, che partono dalla Rivoluzione francese con Robespierre per arrivare a quella cubana e alla Essenza della lotta guerrigliera del Che. In mezzo non potevano mancare gli anarchici. Ecco quindi Bakunin con Stato e anarchia, Malatesta con alcuni articoli tratti da "Pensiero e Volonta'" e infine brani di Anarchia e comunismo di Carlo Cafiero. Felice anche la scelta di illustrare lo spirito della rivoluzione spagnola con le parole di Abel Paz, che racconta la Barcellona rivoluzionaria nel suo Spagna 1936. Un anarchico nella rivoluzione. In appendice i testi di alcune delle piu' famose canzoni rivoluzionarie, tra cui spiccano L'Internazionale e Addio Lugano bella. Giuseppe Scaliati, Dove va la Lega Nord. Radici ed evoluzione politica di un movimento populista, Milano, Zero in Condotta, 2006. Una lettura attenta e persuasiva di uno dei fenomeni politici piu' interessanti e complessi di questi anni. Viene descritta la parabola di un movimento ben radicato nel proprio tessuto sociale, che nasce antiistituzionale, populista e a tratti financo eversivo, per diventare non una "costola della sinistra" come ebbe a dire D'Alema, ma il puntello fondamentale dei governi di centrodestra e il braccio legale dei movimenti xenofobi e razzisti. Senza dubbio uno strumento quanto mai utile per comprendere, affrontare e combattere una ideologia-movimento tra le piu' ambigue e pericolose. Collettivo CrimethInc, Ricette per il caos. Manuale di resistenza urbana, Roma, Fazi Arcanalibri, 2006. Apparentemente una "americanata", ma poi, a guardare meglio, un sommario di pratiche ed azioni volte a rendere piu' efficace la sovversione antiistituzionale. Interessante il taglio decisamente nonviolento e creativo delle metodologie proposte da questo collettivo americano, che se pure mantengono il necessario carattere di illegalita', sono, al tempo stesso, praticabili ed utilizzabili da chiunque, e non solo da "pericolosi estremisti". Da reclaim the streets a food not bombs, dalle performances guerriglia ai graffiti e ai cortei in bicicletta, ce n'e' davvero per tutti e per tutti i gusti. E sempre con spirito gioioso e fortemente solidale. Sicuramente un manuale non banale e capace di offrire molti spunti alla fantasia creatrice dei sovversivi. * Internazionale e primo maggio Pier Francesco Zarcone, Portogallo anarchico e ribelle (storia del movimento libertario portoghese), Pescara, Samizdat, 2004. Anche se, indubbiamente, l'importanza dell'anarchismo in Portogallo fu parecchio minore di quella nella confinante Spagna, il movimento libertario portoghese rappresento' comunque parte determinante del forte e combattivo fronte proletario di quel paese. Come illustra, con ricchezza di documenti e di argomentazioni, questo prezioso studio che va ad aggiungersi e a completare un precedente lavoro dello stesso autore uscito nel 2003. La bibliografia e la tavola sinottica particolarmente precise e puntuali contribuiscono a farne uno strumento completo per meglio comprendere la complessita' dell'anarchismo nella penisola iberica. Filippo Manganaro, Senza patto ne' legge. Antagonismo operaio negli Stati Uniti, Roma, Odradek, 2004. Anni fa uscirono i primi studi di Adamic, Musto e Portelli. Oggi le edizioni Odradek propongono un nuovo, interessante testo sulla sovversione operaia nei "liberali" Stati Uniti d'America. Come sempre non finisce di sorprendere, leggendo queste note, la radicalita' dello scontro sociale fra classe operaia e capitalismo americano, soprattutto a cavallo fra Otto e Novecento: scontri armati, spedizioni punitive, linciaggi, massacri di massa, deportazioni e repressione belluina segnarono la risposta che il padronato offriva a una classe operaia non piu' disposta a subirne le angherie ma determinata a rispondere colpo su colpo. Sembra impossibile che nella democratica America possa essere successo quanto racconta questo libro. Haymarket, Lawrence, Spokane... alcune delle tappe di una lotta incessante nella quale gli anarchici saranno sempre fra i protagonisti. Martin Duberman, Haymarket, Chicago, S. Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2005. Sicuramente una piacevole sorpresa la scoperta di questo romanzo, nel quale l'autore, unendo le proprie conoscenze di docente di storia a una indubbia capacita' narrativa, ricostruisce con fedelta' e partecipazione le drammatiche vicende che segnarono la nascita del Primo Maggio come data internazionale del riscatto del lavoro. Con un ritmo coinvolgente e sempre piu' serrato, viene narrata la storia d'amore, e di comune militanza sociale, di Lucy e Albert Parsons, intrecciata a quella degli altri anarchici e militanti sindacali protagonisti delle durissime lotte che videro, nell'Ottocento, lo scontro sanguinoso fra un capitalismo feroce e criminale e una classe operaia sempre piu' consapevole della propria forza. Il tragico epilogo con l'impiccagione dei cinque anarchici "martiri di Chicago" non segna pero' la fine della lotta ma, al contrario, la ripresa di una inarrestabile offensiva proletaria. Claudia Baldoli, Il nostro maggio. All'origine della festa dei lavoratori: autobiografie e testimonianze da Chicago, S. Maria Capua Vetere, Spartaco, 2005. E' davvero encomiabile l'attivita' della casa editrice Spartaco, non solo per la felice scelta dei titoli, ma anche per la capacita' di riempire di solidi contenuti la propria linea editoriale. Lo conferma anche questo lavoro della Baldoli, che viene a svolgere preziose funzioni di complemento al libro di Duberman. Sono riproposte infatti, per la prima volta in modo quasi completo e soprattutto ragionato, le fasi processuali e le dichiarazioni degli anarchici imputati della strage di Haymarket, offrendo cosi' un quadro complessivo, a tratti agghiacciante, a tratti esaltante, di quella vicenda. * La Spagna Encarnita e Renato Simoni, Cretas. Autogestione nella Spagna repubblicana (1936-1938), Lugano, La Baronata, 2005. Un tassello quantomai importante nella ricostruzione degli episodi autogestionari realizzati nelle campagne aragonesi e catalane all'indomani della sollevazione in armi del popolo spagnolo. A differenza di altri testi dedicati piu' agli aspetti politici o militari, questo si concentra nella descrizione della vita quotidiana di una comunita' nella quale il processo di collettivizzazione e' pressoche' giunto a compimento, permettendo di comprendere l'importanza di quelle esperienze tanto piu' significative qualora si pensi che riuscirono a concretizzarsi nel fuoco della guerra contro i franchisti. A coronamento di questo importante lavoro, il prezioso approfondimento dato dalla prefazione di Claudio Venza (cfr. "A" 317). Ana Delso, Trecento uomini e io. Spagna 1936 autobiografia di una rivoluzionaria, Milano, Zero in Condotta, 2006. L'epopea della rivoluzione spagnola fu un'epopea straordinaria e non poteva, quindi, non generare biografie altrettanto straordinarie. Alle tante che gia' conoscevamo, si aggiunge ora questa di Ana Delso, quindicenne nel luglio 1936 e da allora coerente e appassionata militante dell'ideale libertario, che condivise coi combattenti della rivoluzione il drammatico destino della sconfitta e dell'esilio. Un libro appassionante e commovente, ma anche "un contributo alla memoria collettiva del popolo spagnolo, una testimonianza di volonta', di amore per la vita, di liberta', di coraggio e soprattutto di speranza tenace in un mondo migliore". Segnalo la pubblicazione della prefazione di Martha Ackelsberg apparsa sul n. 317 di "A. rivista anarchica". Antonio Rabinad, La suora anarchica, S. Maria Capua Vetere, Spartaco, 2006. Un avvincente e originale romanzo sulla rivoluzione spagnola, diventato poi la sceneggiatura del film Libertarias. Ispirandosi ad alcuni spunti offerti dalla lettura di Mujeres Libres di Mary Nash, l'autore traccia l'esperienza di Juana, una giovane suora che abbandona il convento per unirsi al gruppo libertario Donne Libere, con il quale partecipa agli avvenimenti della guerra e della rivoluzione. Tra i tanti lavori sull'argomento, questo si fa ricordare per l'originalita' della trama e per il caldo affetto con il quale l'autore ricostruisce quelle giornate tragiche e finora irripetibili. A dimostrazione dell'interesse che la Spagna del 1936 continua a suscitare nella cultura internazionale, segnalo altri tre testi usciti recentemente, che trattano, non sempre in modo convincente, di questo argomento. Innanzitutto, dello storico Gabriele Ranzato, L'eclissi della democrazia. La guerra civile spagnola e le sue origini 1931-1939, Torino, Bollati Boringhieri, 2004, interessante per l'approfondimento delle cause che portarono al sollevamento di Franco e dei suoi generali. Poi di Paul Preston, prolifico autore di altri testi sull'argomento, Colombe di guerra. Storie di donne nella guerra civile spagnola, Milano, Mondadori, 2006, con la biografia di quattro donne, due di parte repubblicana e due di parte franchista. Sono convinto che non sia casuale l'assenza, fra queste biografie, di quella di una donna anarchica. Infine, di Anthony Beevor, La guerra civile spagnola, Milano Rizzoli, 2006. L'autore, ex ufficiale dell'esercito britannico, oggi romanziere e saggista, vorrebbe essere imparziale. Ma non credo che lo si possa davvero essere quando si parla di quegli avvenimenti. * Letteratura Giuse Alemanno, Terra nera. Romanzo perfido e paradossale di cafoni e d'anarchia, Roma, Stampa Alternativa, 2005. Di questo romanzo ambientato in una Puglia arcaica e senza tempo, parlo nel mio "Ritratto in piedi" [rubrica tenuta da Ortalli su "A. rivista anarchica" - ndr] apparso sul numero 315 di questa rivista. Rimando dunque a quella lettura per approfondire la conoscenza di questo originale e interessante autore. Rino Gualtieri, Per quel sogno di un mondo nuovo. I brevi anni di un anarchico lombardo, Milano, Euzelia, 2005. Ecco un altro fra i piu' conosciuti personaggi dell'anarchismo italiano che trova uno scrittore che ne racconta l'esistenza. E l'incontro, decisamente, si rivela felice. Infatti in questo suo libro sulla vita di Sante Caserio, il giovane fornaio che uccise il presidente della repubblica francese Sadi Carnot, Rino Gualtieri ricostruisce, con particolare attenzione tanto ai particolari della quotidianita' quanto alla cronaca tramandataci della vicenda, la tragica storia che si concluse sulla ghigliottina in una giornata dell'agosto 1894. Attento conoscitore della Milano ottocentesca, Gualtieri ci riconsegna l'atmosfera di una citta' al tempo stesso ostile ed ospitale con il giovane fornaio, e nella felice invenzione della sua scarna biografia coglie con lucidita' le ragioni che spinsero Caserio a immolare la sua giovane esistenza sull'altare del riscatto dalla miseria e dall'oppressione. J. M. Coetzee, Il maestro di Pietroburgo, Torino, Einaudi, 2005. Sicuramente un romanzo molto particolare questo dello scrittore sudafricano J. M. Coetzee, premio Nobel per la letteratura nel 2003. Nella Pietroburgo del 1869, Fiodor Dostoevskij torna dall'esilio tedesco a cui e' costretto per sfuggire ai creditori, per raccogliere le memorie del figliastro Pavel, morto in circostanze misteriose alcuni mesi prima. L'interesse per noi sta nel fatto che il giovane Pavel era uno dei piu' ferventi seguaci del nichilista Sergeij Necaev, il famoso autore del Catechismo del rivoluzionario che tanto influenzo', e non sempre per il meglio, anche il nostro Bakunin. L'incontro fra lo scrittore e il rivoluzionario, sempre teso e affilato come la lama di un coltello, ci porta la' dove si combatteva, senza alcuna tenerezza nel cuore, la spietata lotta fra i nichilisti votati alla morte e l'autocrazia zarista (recensione apparsa sul numero 318 di "A"). Piero Chicca, Provenza e figlio, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2005. Lo si potrebbe definire un romanzo sociale, questo ambientato nel padule di Massaciuccoli, fra gli anni Trenta e quelli della Liberazione. Un selvatico cacciatore, di nome Ideale Libertario, e il figlio Ferrero sono costretti, per sopravvivere alla quotidiana miseria, a fare da guide a professionisti e gerarchi fascisti. Dopo una serie di orgogliose rinunce e di scelte dettate dalla necessita' della sopravvivenza, eccoci al tragico finale, segnato dalla morte di Ferrero, enigmatico e tenebroso personaggio, ricco di contraddizioni. Finale reso ancora piu' efficace dal linguaggio ricco e colorito pieno di locuzioni toscane e dialettali. Senza dubbio una piacevole lettura che viene ad arricchire l'ormai copiosa narrativa libertaria. Marcello Zane, Il caso Campo Fiera, Gavardo, Liberedizioni, 2003. A meta' fra l'invenzione letteraria e la puntigliosa indagine storica, il libro di Marcello Zane, collaboratore della "Rivista storica dell'anarchismo" e del Dizionario biografico degli anarchici italiani, riaffaccia alla memoria una tragica vicenda, la caduta mortale di un bimbo da un albero, avvenuta alla fine della Grande guerra nel popolare quartiere di Campo Fiera a Brescia. Il protagonista, nello sforzo di venire a capo dei perche' di quell'incidente e delle conseguenze che ebbe nella vita del quartiere, penetra a poco a poco nella ricca storia sociale di quella compatta comunita', imbattendosi cosi' nel folto gruppo di anarchici e libertari - tra cui spicca la figura di Ettore Bonometti - che furono protagonisti, in quegli anni lontani, della tenace resistenza all'affermarsi del regime fascista. * Anarchici ed ebrei Bernard Lazare, Contro l'antisemitismo, Roma, Datanews, 2004. In tempi di recrudescenze antisemite, e' piu' che opportuna questa pubblicazione di Datanews, che ci permette di conoscere l'interessante antologia dei testi pubblicati dall'intellettuale anarchico di origine ebrea Bernard Lazare, ai tempi dell'affaire Dreyfus. Consapevole della necessita' di contrastare fin dal nascere il crescente antisemitismo ispirato dal cattolicesimo piu' tradizionalista, Lazare scrisse, prima ancora del famoso J'accuse di Emile Zola, un coraggioso pamphlet nel quale ripercorreva le drammatiche tappe del celebre caso. Utile la proposta, a fianco degli scritti di Lazare, del breve Per gli ebrei, sempre di Zola, e di alcune note coeve sull'autore, scritte da Charles Peguy e da Pierre Victor Stock, il famoso editore di Bakunin e Kropotkin. Gustav Landauer, La rivoluzione, Pescara, Samizdat, 2002. Dopo la prima edizione del 1970 per i tipi della Carucci, ecco la seconda edizione italiana di questo testo tedesco del 1907. L'autore, come scrive Giorgio Sacchetti nella sua introduzione, e' un ebreo tedesco, prima aderente al Partito socialdemocratico, poi militante anarchico e fondatore della Lega socialista. Di lui, in Italia, erano usciti solo due opuscoli a cavallo fra '800 e '900 (Da Zurigo a Londra del 1896 e Socialismo e parlamentarismo del 1919), eppure Landauer fu, assieme a Johan Most, uno degli elementi piu' attivi e capaci nel difficile tentativo di sottrarre i lavoratori tedeschi all'egemonia statalista ed economicista dell'Spd, tentativo che caratterizzo' a lungo il movimento libertario di quel paese. Rudolf Rocker, Artisti e ribelli. Scritti letterari e sociali, Cecina, Edizioni Archivio Berneri, 1996. Rimedio alla involontaria dimenticanza occorsa nella precedente "Bibliografia dell'anarchismo", segnalando questa interessante opera di uno dei piu' importanti esponenti della cultura anarchica internazionale, l'ebreo tedesco Rudolf Rocker, autore, tra l'altro del fondamentale Nazionalismo e cultura. Si tratta di una raccolta di articoli che testimoniano la vastita' e la profondita' degli interessi culturali e sociali di Rocker, che qui affronta alcune tematiche centrali del dibattito politico e culturale dei suoi tempi. Particolarmente stimolanti i pezzi su Tolstoj e sul rapporto fra socialdemocrazia e anarchismo. Ne approfitto per ricordare, con affetto, Aurelio Chessa, editore instancabile del quale questa, penso, fu l'ultima fatica. 4. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 5. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1380 del 7 agosto 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
- Prev by Date: La domenica della nonviolenza. 85
- Next by Date: La nonviolenza e' in cammino. 1381
- Previous by thread: La domenica della nonviolenza. 85
- Next by thread: La nonviolenza e' in cammino. 1381
- Indice: