La nonviolenza e' in cammino. 1380



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1380 del 7 agosto 2006

Sommario di questo numero:
1. La scelta
2. Massimo Ortalli: Leggere l'anarchismo (parte quinta)
3. Massimo Ortalli: Leggere l'anarchismo (parte sesta)
4. La "Carta" del Movimento Nonviolento
5. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. LA SCELTA

Contro il terrorismo, contro la guerra, contro le armi, contro la violenza.
Per l'umanita'.

2. DOCUMENTAZIONE. MASSIMO ORTALLI: LEGGERE L'ANARCHISMO (PARTE QUINTA)
[Da "A. rivista anarchica", anno 36, n. 315, marzo 2006 (disponibile anche
nel sito: www.arivista.org) riprendiamo il seguente supplemento
bibliografico. Il testo e' introdotto dalla seguente nota redazionale:
"Nell'ottobre 2005 e' uscito, dentro il n. 311 di 'A', il dossier 'Leggere
l'anarchismo - La storia, le storie, il pensiero', di Massimo Ortalli: una
rassegna ragionata di oltre 250 titoli, in italiano, di (relativamente)
facile reperibilita'. Questo dossier e' consultabile e scaricabile gratis.
Da allora, naturalmente, sono continuati ad uscire libri, opuscoli, ecc.
che - sempre in accordo con i criteri esplicitati sul dossier - vengono qui
presentati - cosi' come lo saranno sui prossimi numeri di 'A' - sempre a
cura dell'infaticabile Ortalli. Un ottimo servizio, ci pare, per quanti
desiderino restare aggiornati quasi in tempo reale sulla ricca (e spesso
marginale) editoria che riguarda, in vario modo, l'anarchismo. Per
osservazioni, critiche, suggerimenti, richieste di ulteriori informazioni
ecc. rivolgetevi direttamente a lui: massimo.ortalli at acantho.it". L'ampia
bibliografia apparsa su "A" n. 311 abbiamo gia' riprodotto anche su "La
nonviolenza e' in cammino" nei nn. 1109-1112 in quattro parti; proseguendo
qui la pubblicazione dei supplementi ci e' parso ragionevole darli come
parte quinta (il supplemento apparso su "A" n. 315) e sesta (quello apparso
su "A" n. 319 riportato sotto).
Non ci dovrebbe essere bisogno di dire che la redazione de "La nonviolenza
e' in cammino" non condivide tutti i giudizi e tutte le espressioni dello
studioso autore di questa rassegna bibliografica; come e' noto il punto di
vista del nostro foglio e' rigorosamente nonviolento, e nella cosi' vasta e
variegata tradizione anarchica vi sono molte cose che apprezziamo, molte che
condividiamo toto corde, alcune altre che non condividiamo, ed altre ancora
cui ci opponiamo nettamente (ad esempio ci sentiamo assai affini alla
riflessione e alle proposte di Luce Fabbri o di Murray Bookchin; e siamo
nettamente contrari alle correnti supine all'ideologia della violenza -
ahinoi, quasi tutte le grandi tradizioni di pensiero nel gorgo e nel cozzo
delle vicende storiche hanno avuto correnti violentiste che in quanto tali
si sono asservite all'ideologia del dominio e della disumanizzazione: ed e'
particolarmente doloroso che questo cedimento a prassi di sopraffazione e
denegazione dell'altrui umanita' e dignita' e incolumita' abbia contaminato
e corrotto e travolto anche settori di aree politiche e culturali che pure
affermano il principio antiautoritario e le tre grandi scelte della
liberta', dell'eguaglianza, della fratellanza-sororita'); ma chiarito questo
certo ci sembra utile far conoscere la tradizione anarchica che e' tanta
parte del meglio del pensiero e del movimento liberale come del pensiero e
del movimento socialista, e proporre a chi legge il nostro foglio di
accostarla nelle esperienze, nelle riflessioni e nelle figure sue piu'
nitide ed alte; segnaliamo anche - una volta di piu' - che a nostro modesto
avviso "A. rivista anarchica" e' una delle migliori riviste italiane di
politica e cultura tout court, e che a tutte e tutti suggeriremmo di
leggerla - ed e' cosa assai vantaggiosa che nella rete telematica siano
integralmente disponibili tutti i fascicoli degli ultimi anni nel sito
www.arivista.org (p. s.).
Massimo Ortalli (per contatti: massimo.ortalli at acantho.it), storico,
saggista, studioso e militante del movimento libertario, e' impegnato
nell'Archivio storico della Federazione anarchica italiana di Imola]

John Dos Passos, Davanti alla sedia elettrica. Come Sacco e Vanzetti furono
americanizzati, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2005.
Il sostegno a Sacco e Vanzetti da parte degli intellettuali progressisti
americani fu davvero fortissimo. E molto spesso anche importante, come
dimostra questa prima edizione italiana (finalmente!) della appassionata
controinchiesta che il famoso scrittore americano condusse per affermare
l'innocenza dei due lavoratori anarchici. La bella postfazione di Piero
Colacicchi, dell'Associazione per la difesa dei diritti delle minoranze,
dimostra come l'emarginazione colpevolizzante del "diverso" sia, ancora
oggi, uno dei tratti caratteristici della cultura delle classi dominanti. E
come la "caccia" all'italiano condotta dai bravi benpensanti americani si
riproduca oggi in quella, piu' o meno sommersa, degli italiani all'albanese
e al nordafricano.
*
Carlo Capuano, L'ultima notte di Bartolomeo Vanzetti, Civezzano di Trento,
Nonluoghi, 2005.
Evidentemente le tragiche vicende di Sacco e Vanzetti non cessano di
ispirare opere dedicate alla sorte dei due anarchici. In questo volumetto,
arricchito dalla postfazione di Zenone Sovilla, l'autore, "pittore, grafico
e scrittore", si trasforma in Vanzetti, e parlando in prima persona,
ripercorre quella storia lontana, dalla fuga dalla natia Villafalletto
all'arrivo in America e alla frequentazione dell'ambiente anarchico
italoamericano. Fino alla notte precedente l'esecuzione sulla sedia
elettrica. Struggente e coinvolgente, il testo di Capuano riesce a
comunicare la pacatezza e l'orgoglio con i quali Vanzetti affronto' il
proprio destino.
*
Francis Russell, La tragedia di Sacco e Vanzetti, Milano, Mondadori, 2005.
Uscito in concomitanza con il discutibile sceneggiato messo in onda da
Canale 5, questo volume e' la ristampa dell'ormai classica edizione
pubblicata da Mursia nel 1966: una ricostruzione in chiave giornalistica ma
di avvincente lettura delle vicende che videro protagonisti, fra il 1920 e
il 1927 Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco, i due anarchici italoamericani
mandati sulla sedia elettrica dopo sette anni di tribolazioni giudiziarie e
nonostante la forte mobilitazione a loro favore in tutto il mondo. Francis
Russell, giornalista d'indagine interprete della migliore tradizione
anglosassone, con una prosa accattivante ripercorre quelle vicende cercando,
nei limiti del possibile, di mantenersi neutrale ed "obiettivo". Se cio',
indubbiamente, puo' essere un limite, al tempo stesso appare anche un
pregio, e non l'ultimo, di questo interessante lavoro.
*
Bartolomeo Vanzetti, Una vita proletaria. L'autobiografia, le lettere dal
carcere e le ultime parole ai giudici, Casalvelino, Galzerano, 2005.
Si tratta della seconda edizione delle toccanti testimonianze in presa
diretta lasciateci da Bartolomeo Vanzetti. La prima edizione, risalente
all'ormai lontano 1987, viene arricchita da un interessante apparato
fotografico.
*
George Orwell, Ricordi della guerra di Spagna, Roma, Datanews, 2005.
Sembra essere la caratteristica della editrice Datanews: offrire testi anche
interessanti ma privi, se si eccettuano alcune note frettolose, di qualsiasi
apparato critico. E' il caso anche di questa prima edizione di alcune
sorprendenti, e sconsolate, considerazioni orwelliane scritte nel pieno
della seconda guerra mondiale e a pochi anni dalla definitiva sconfitta
della Rivoluzione spagnola. Come sempre Orwell, il cantore delle giornate
barcellonesi nel suo splendido Omaggio alla Catalogna, riesce a cogliere con
intelligenza e disincanto alcuni dei tratti salienti di quella grande
esperienza, denunciando con imparziale lucidita' i crimini dello stalinismo,
l'inettitudine e l'ignavia delle grandi potenze "democratiche", il ruolo
spregiudicato e delinquenziale dei fascismi europei. Dove comincia
l'Omaggio, con il miliziano italiano eretto a simbolo dei combattenti per la
rivoluzione spagnola, cosi' terminano queste brevi considerazioni, con la
struggente poesia (purtroppo non tradotta) dedicata a quel miliziano e a
tutti i compagni accorsi a combattere in Spagna.
*
Gian Carlo Fusco, Duri a Marsiglia, Torino, Einaudi, 2005.
Un sorprendente romanzo del famoso scrittore e giornalista, ai vertici del
successo letterario soprattutto negli anni Sessanta. Una storia noir,
ambientata in una Marsiglia dai tratti romanticamente balordi e criminosi
come si conviene a un giallo di maniera, nel quale il protagonista e' un
giovane anarchico ligure che nei primi anni Trenta fugge dall'Italia per
sottrarsi al soffocante e repressivo regime fascista. Giunto a Marsiglia, la
"capitale morale" della mala, pur mantenendo l'amore per l'anarchia e per le
poesie di Baudelaire, non esita a introdursi nel milieu delle zone del
porto, diventando uno degli uomini piu' affidabili e "valenti" della cosca
dei calabresi. Per tanti aspetti un bel giallo d'ambiente e, per noi e i
nostri interessi, una curiosa scoperta: quella di trovare anche qualche
nostro compagno impegnato nella lotta per il controllo del territorio,
ingaggiata dalle bande marsigliesi.
*
Manuel Rivas, La lingua delle farfalle, Milano, Feltrinelli, 2005.
Non e' propriamente un libro sull'anarchismo, questa raccolta di racconti
brevi dello scrittore galiziano. Ma fra questi, due, due perle a mio parere
straordinarie, ne arricchiscono il valore e ci riportano all'anarchia. Il
primo, La lingua delle farfalle, e' la storia bella e drammatica, ambientata
nella Spagna del 1936, di un anziano maestro libertario epigone della Scuola
Moderna di Ferrer, e del suo rapporto con i giovanissimi allievi. Un
educatore profondamente umano e "moderno", che paghera' con la vita il suo
amore per la liberta' (da questo racconto e' tratto il bellissimo film
omonimo). Il secondo racconto, Verso le montagne, narra la paradossale
vicenda del pappagallo Pio IX, orgogliosamente esposto sulla strada e
addestrato a ripetere tutto cio' che gli si insegna. Ma quando, ascoltando
tutti i giorni un gruppo di operai che passano davanti al balcone,
comincera' ad esclamare, sempre piu' convinto, "Viva l'anarchia!", di lui
non se ne sapra' piu' niente. Sicuramente tolto agli occhi del mondo dalla
bigotta padrona.
*
Cinzia Cardinali e Ezio Raspanti (a cura di), Bernardo Melacci poeta
libertario, Foiano della Chiana, Anpi, 2005.
Di tradizioni anarchiche, proletario, cresciuto in un paese della "rossa"
Toscana, Bernardo Melacci nel 1921 partecipa, assieme ai contadini di
Foiano, a un'azione contro i fascisti venuti per incendiare le sedi delle
associazioni popolari. Dopo aver scontato, per questo atto di ribellione,
oltre vent'anni fra carcere e confino, trova la morte nel 1943 nel manicomio
in cui l'aveva rinchiuso un regime che continuava a temerne i lucidi atti
d'accusa. Nonostante lo strazio di una simile esistenza, riesce a conservare
una commovente umanita', che gli permette di scrivere struggenti poesie,
intimiste e ribelli, oggi finalmente riproposte in una edizione curata
dall'amministrazione della sua citta' e dalla locale sezione dell'Anpi. Una
pubblicazione resa possibile anche dall'impegno del suo biografo "ufficiale"
Giorgio Sacchetti, che ne ha curato la bella e sentita prefazione.
*
Ivano Tagliaferri, Il colonnello anarchico. Emilio Canzi e la guerra civile
spagnola, Piacenza, Scritture, 2005.
Dopo Garcia Oliver, il ministro anarchico raccontato da Fulvio Abbate, ecco,
a dimostrazione di quel che ha saputo combinare la Rivoluzione spagnola,
Emilio Canzi, il colonnello anarchico, di cui traccia la biografia Ivano
Tagliaferri. Militante attivo nel movimento anarchico, partecipe a tutte le
iniziative di lotta e antifasciste, esiliato e combattente in Spagna, Canzi
si trovera' a guidare, durante la Resistenza, il movimento partigiano del
piacentino. La sua vita, come quella di tanti altri libertari e antifascisti
della sua generazione, percorre, con la stessa intensita', tutte le tappe
che porteranno il Paese alla liberazione dalla dittatura nazifascista.
Finalmente, dunque, e benvenuto questo tributo che ricostruisce il ruolo
centrale che ebbe Emilio Canzi nel panorama politico e sociale della sua
terra.

3. DOCUMENTAZIONE. MASSIMO ORTALLI: LEGGERE L'ANARCHISMO (PARTE SESTA)
[Da "A. rivista anarchica", anno 36, n. 319, estate 2006 (disponibile anche
nel sito: www.arivista.org) riprendiamo il seguente ulteriore supplemento
bibliografico]

Pensiero e azione
Heinz Hug, Kropotkin e il comunismo anarchico, Bolsena, Massari, 2005. Con
cadenza piu' o meno regolare, ricompare il "principe" anarchico, a
dimostrazione di una persistente attualita' della sua figura. Questa volta
ad opera dell'editore Massari, che, nella collana "Il pensiero forte",
pubblica l'interessante testo nel quale Heinz Hug analizza gli elementi
fondanti del pensiero kropotkiniano, dalla teoria del mutuo appoggio
(esemplare confutazione della darwiniana "lotta per l'esistenza") a quella
dell'etica solidale, dalla concezione antropologica a quella sociale, per
finire alla teoria anarcocomunista che influenzo' piu' di ogni altra
l'anarchismo del primo Novecento. Una discreta cronologia e un breve
tracciato bibliografico arricchiscono questo lavoro, reso ancor piu'
interessante dall'originale ed utile capitoletto sulle "critiche anarchiche
mosse a Kropotkin".
Elisee Reclus, Storia di un ruscello, Milano, Eleuthera, 2005. Si puo'
proprio dire: finalmente! Finalmente il grande geografo anarchico Eliseo
Reclus torna nelle librerie italiane, con uno dei suoi lavori piu' belli e
affascinanti, quella Storia di un ruscello, la cui ultima edizione italiana
risale al 1937 per i tipi della Nuova Italia. Uscito in concomitanza con
l'importante convegno milanese dedicato alla geografia sociale di Reclus,
questo studio, forse il piu' amato - assieme alla Storia di una montagna -
dei suoi tanti scritti, registra, per usare le parole della bella
introduzione di Marcella Schmidt di Friedberg, "un dialogo personale tra
l'autore e la natura che stimola la nostra capacita' di osservazione, di
evocazione, di contemplazione di un paesaggio". Straordinario e fulminante,
nella sua poetica profondita', l'incipit: "La storia di un ruscello, anche
di quello che nasce e si perde nel muschio, e' la storia dell'infinito".
Commissione Comunalismo Libertario della Fai, Nessuna delega! Abbattere la
piramide, costruire il comunalismo libertario, Spezzano Albanese, stampato
in proprio, 2006. Gli anarchici di Spezzano Albanese sono da anni presenti e
attivi nella loro Calabria, dove portano avanti, con una coerenza tanto rara
quanto efficace, la lotta per estendere orizzontalmente la capacita'
decisionale della popolazione, trovando fra la loro gente un consenso e una
stima ormai divenuti proverbiali. Questo utilissimo opuscolo si propone di
raccogliere e divulgare in forma chiara e convincente i postulati che stanno
alla base dell'intervento sociale comunalista, riproponendo al tempo stesso
i fondamentali principi teorici ed ideali dell'anarchismo. Puo' essere
richiesto alla Federazione Anarchica "Spixana", via Boccioni 9, 87019
Spezzano Albanese (Cs), oppure a faspixana at libero.it
Luce Fabbri, Propinqua libertas, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2005.
Luce Fabbri non fu solo l'acuta interprete di un pensiero anarchico sempre
pronto a rigenerarsi nel confronto con una realta' in continua evoluzione.
Fu anche, e un po' lo sapevamo, una sensibile e delicata poetessa. Come
spiega Gianpiero Landi, nella bella e sentita introduzione a questa
raccolta, la pubblicazione di queste sue poesie, a cui Luce teneva
tantissimo, viene a saldare un debito contratto con lei da tutti gli
anarchici italiani che l'hanno conosciuta. E siamo quindi grati a Gianpiero,
perche' se questo debito abbiamo potuto onorarlo, e' stato soprattutto
grazie al suo impegno e alla sua costanza.
Luigi Fabbri, Epistolario ai corrispondenti italiani ed esteri (1900-1935),
Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2005. Come gia' detto nel numero 316 di
"A. rivista anarchica", e' un lavoro tanto utile quanto prezioso questo
Epistolario di Luigi Fabbri, magistralmente curato da Roberto Giulianelli.
Uscito in concomitanza con l'importante convegno tenutosi a Fabriano sul
finire del 2005, nel volume sono raccolte le oltre 350 lettere indirizzate
da Fabbri a piu' di settanta corrispondenti, italiani e stranieri, nel corso
della sua lunga e appassionata militanza anarchica. E' un ritratto nuovo, e
per tanti versi sconosciuto, questo che emerge dalla lettura della
corrispondenza del fabrianese. Il ritratto di un uomo dotato di grande
umanita', curioso e aperto agli stimoli intellettuali e profondamente
solidale. E sempre disponibile a intrattenere rapporti di camaraderie anche
con quei compagni con i quali era costretto a scontrarsi sul piano politico.
In tempi di feroci e disastrose polemiche, il tratto distintivo di un
carattere sinceramente e profondamente libertario.
Santi Fedele, Luigi Fabbri. Un libertario contro il bolscevismo e il
fascismo, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2006. Al testo precedente, e a
completamento ideale del trittico fabbriano pubblicata dalla Bfs, si e'
aggiunto, in questi ultimi tempi, un importante lavoro di Santi Fedele,
ordinario di storia contemporanea all'Universita' di Messina. Sulla traccia
della bella relazione presentata al convegno di Fabriano, Fedele dimostra
con ricchezza di argomenti come la lucidita' analitica e la sostanziale
liberta' di pensiero di Luigi Fabbri gli abbiano consentito di prevedere,
fin dal loro esordio e ben prima di altri illustri intellettuali, le future
degenerazioni della rivoluzione russa e le drammatiche conseguenze, non solo
politiche ma anche morali, che l'avvento del fascismo avrebbe causato alla
nostra societa'.
Placido La Torre, Pagine d'anarchia. Tre conferenze, Messina, Istituto di
studi storici "G. Salvemini", 2005. Curato dall'Istituto Salvemini e dalla
Biblioteca "Pietro Gori" di Messina, questo opuscolo raccoglie tre delle
piu' significative conferenze tenute, in anni ormai lontani, dall'avvocato
Placido La Torre, anziano compagno e militante dalla fondazione della
Federazione Anarchica Italiana. "Societa' senza Stato" e' il titolo della
prima, "L'arte e la poesia di Pietro Gori" quello della seconda. Nella
terza, "Errico Malatesta nel cinquantesimo anniversario della sua morte", ci
viene riproposto il discorso commemorativo che La Torre tenne ad Ancona nel
1982 quando, in quella citta' cosi' "malatestiana", si tenne una
manifestazione nazionale a ricordo del grande rivoluzionario campano.
*
La strage infinita
Luciano Lanza, Bombe e segreti, Milano, Eleuthera, 2005. E' la riedizione
del volume uscito nel 1997. E viene ad essere particolarmente opportuna,
dopo l'assurdo balletto di sentenze e assoluzioni che, in questi ultimissimi
tempi, dovrebbero aver chiuso il percorso giudiziario della Strage di Stato.
Come ho piu' volte avuto occasione di dire, questo testo andrebbe
raccomandato nelle scuole come manuale di educazione civica. E a maggior
ragione oggi, grazie anche all'illuminante intervista finora inedita al
giudice Guido Salvini, nella quale questo onesto magistrato oppone la logica
della ragione a quella grettamente giuridica che, e non poteva essere
diversamente, ha trionfato nelle aule dei tribunali.
Fulvio e Gianfranco Bellini, Il Segreto della Repubblica. La verita'
politica sulla strage di Piazza Fontana, Milano, Selene Edizioni, 2005.
Anche qui si tratta di una ristampa, quella di un lavoro pubblicato nel 1978
con lo pseudonimo di Walter Rubini. Questo volume, uno dei tanti che hanno
mantenuto desto e fecondo il lavoro di controinformazione sulla strage di
stato, "racconta tutti i perche' dell'intesa drammatica siglata da Moro e
Saragat per impedire che si arrivasse ai responsabili della strage di Piazza
Fontana, le motivazioni reali della strage, gli obiettivi e le complicita'
su cui poterono contare i gruppi che agirono in quel freddo venerdi' del 12
dicembre 1969".
Mario Consani, Foto di gruppo da Piazza Fontana, Milano, Melampo, 2005. A
differenza dei giudici, che hanno definitivamente e vergognosamente
liquidato ogni memoria sulla "madre di tutte le stragi", permane, in chi non
si rassegna a non capire, l'interesse per le vicende che insanguinarono la
fine degli anni Sessanta. In questo lavoro del giornalista de "Il giorno"
Mario Consani, si pone opportunamente l'accento, piu' che sui fatti, sulle
persone, sui personaggi che animano questo ritratto collettivo dei
protagonisti, volontari e involontari, della bomba alla Banca
dell'Agricoltura milanese. Interessante, e utile, la lista con i nomi di
tutti quanti gli "attori", nessuno escluso, e il quadro sinottico delle
dieci, ormai inutili, sentenze succedutesi fra il 1979 e il 2005.
*
Un po' di storia, un po' di biografie
Cesare Bermani, Non piu' servi, non piu' signori. L'Internazionale
raccontato da Cesare Bermani, Roma, Elleu Multimedia, 2005. Di un testo come
questo sicuramente i cultori della musica popolare e rivoluzionaria
sentivano la mancanza. In Italia, infatti, non era mai stata pubblicata una
ricerca approfondita ed esaustiva sul brano musicale di lotta piu' famoso
fra il proletariato di tutti i continenti. Cesare Bermani, uno dei piu'
esperti musicologi del nostro paese, ricostruisce la vita e le vicende
dell'autore delle parole, Eugene Edme Pottier, e di quello della musica,
Pierre Degeyter, descrivendo al tempo stesso l'enorme fortuna che tale inno
ebbe in Francia, in Italia e in tutto il mondo. Utile la discografia finale,
anche se e' un imperdonabile peccato che nella interessante bibliografia che
chiude l'opera l'autore si dimentichi di citare Il canto anarchico, Zero in
Condotta, 2001, di Santo Catanuto e Franco Schirone.
Amedeo Osti Guerrazzi, L'utopia del sindacalismo rivoluzionario. I congressi
dell'Unione Sindacale Italiana (1912-1913), Roma, Bulzoni, 2001. Dopo la
lunga e articolata introduzione dell'autore, dalla quale emerge la vivacita'
del dibattito che interesso' il composito mondo dei sindacalisti
rivoluzionari, vengono riportati gli interventi piu' significativi dei vari
Corridoni, Bitelli, De Ambris, Fancello, Borghi... presentati al Congresso
dell'azione diretta di Modena del 1912 e a quello di Milano del 1913. Molto
utile anche perche' permette di comprendere i meccanismi dell'involuzione
nazionalistica ed autoritaria che spingera' non pochi di quei dirigenti ad
arruolarsi volontari nella Grande guerra e ad abbracciare il fascismo
"rivoluzionario" subito dopo.
Giorgio Amico e Yurii Colombo, Un comunista senza rivoluzione. Arrigo
Cervetto dall'anarchismo a Lotta comunista: appunti per una biografia
politica, Bolsena, Massari, 2005. Gia' recensita su questa rivista da Guido
Barroero, segnalo nuovamente la biografia di Arrigo Cervetto, uno dei
personaggi piu' importanti e significativi della sinistra rivoluzionaria del
secondo dopoguerra. Vissuta nel segno di Lotta comunista, la storica
organizzazione leninista da lui fondata e diretta, e tuttora particolarmente
radicata nel Levante, la vita di Cervetto si intreccia con le vicende e i
personaggi dell'anarchismo operaio e sindacale degli anni Cinquanta,
dall'esperienza dei Gruppi anarchici di azione proletaria a quella del
Movimento della sinistra comunista. Nonostante varie lacune di non poco
conto dovute a una parziale consultazione dei materiali, e' comunque un
testo utile per capire le tensioni e gli slanci ideali che attraversarono i
settori della classe operaia, anarchici e marxisti, che non si rassegnarono
all'egemonia del Partito comunista italiano.
Per un mondo migliore. Alle radici dell'anarchismo modenese, parte II, San
Possidonio di Modena, Biblioteca Popolare Ugo Fedeli, 2005. E' la seconda e
ultima parte della accurata e preziosa ricerca condotta da alcuni
studiosi-militanti sul movimento anarchico modenese fino ai primi anni
Cinquanta. Ne esce un quadro sorprendente, quanto mai vivace e complesso,
che dimostra come anche in questa citta', una delle culle del socialismo
prima e del comunismo poi, la presenza degli anarchici sia stata sempre una
delle componenti fondamentali del movimento dei lavoratori. Emergono a tutto
tondo le belle figure di Renzo Cavani, di Filippo Lusvardi, dei fratelli
Gilioli e dei tanti altri che lottarono per la liberta' e contro il fascismo
nella loro terra e in Spagna. Il libro puo' essere richiesto agli editori,
in via Matteotti 471, a San Possidonio.
Albino Bertoletti e Alberto Gotti, Alle origini dell'anarchismo bergamasco,
Bergamo, Centro studi "Pier Carlo Masini", 2006. Nel solco del Dizionario
biografico degli anarchici Italiani, questo studio sulle figure e sui
momenti piu' rappresentativi dell'anarchismo bergamasco dalle origini fino
all'avvento del fascismo, contribuisce a sfatare uno dei frequenti luoghi
comuni sul nostro movimento: anche nella cosiddetta "Vandea" bianca non
mancarono tante belle figure di militanti libertari, che seppero vivacizzare
con le loro lotte e un radicale anticonformismo la vita politica e sociale
della Lombardia. Arricchiscono il volume le belle e commoventi fotografie
"segnaletiche" di quei compagni. Dove il questurino avrebbe voluto segnare
con un marchio lombrosiano quelle fisionomie, oggi ritroviamo lo sguardo
fiero e dignitoso dei ribelli di un tempo. Per contatti
underground at inventati.org
Giorgio Boccolari e Fiamma Chessa, Storie di anarchici e anarchia.
L'Archivio Famiglia Berneri - Aurelio Chessa, Reggio Emilia, Comune di
Reggio Emilia, 2000. Si tratta del catalogo della bella mostra omonima,
tenutasi a Reggio Emilia nel 2000. In quella esposizione, allestita
interamente con il materiale documentario dell'Archivio Famiglia Berneri, si
racconta con grande immediatezza una parte importante della storia del
movimento anarchico, in particolare quella interpretata da figure come
Camillo Berneri e Giovanna Caleffi, Leda Rafanelli, Aurelio Chessa, Pier
Carlo Masini, Virgilio Gozzoli e tanti altri. Particolarmente interessante,
e non poteva essere diversamente, la ricca e originale parte iconografica.
*
Gli anarchici  e la societa
Francesco Codello, Vaso, creta o fiore? Ne' riempire, ne' plasmare, ma
educare, Lugano, La Baronata, 2005. Di Codello, e della sua professionale
passione per gli studi sulla pedagogia libertaria, abbiamo gia' detto
altrove. Qui parliamo della raccolta dei suoi articoli piu' significativi
apparsi in questi ultimi anni soprattutto su "A. rivista anarchica" e su
"Libertaria". Nell'insieme, un saggio ricco e complesso teso a dimostrare e
denunciare il carattere intrinsecamente autoritario del sistema-scuola e le
opportunita' di sviluppo intellettuale e di emancipazione sociale offerte da
una impostazione antiautoritaria della educazione.
Clarita Kalimocio, Passioni libertarie. Sentimento ed erotismo nel pensiero
anarchico, Gavardo, Liberedizioni, 2005. Senza dubbio interessante, e anche
parecchio originale, questa incursione in un privato, quello degli
anarchici, generalmente ben protetto e refrattario a mostrarsi. Accompagnate
dalle citazioni di Charles Fourier, Michail Bakunin, Emma Goldmann, Anna
Kuliscioff, Raoul Vaneigem, Errico Malatesta e altri ancora, le osservazioni
dell'autrice, che dedicando questa sua opera "ai [suoi] figli, oggi bambini,
domani uomini, per una vita di liberta' e di passioni", parla
dell'anarchismo non solo come di un movimento politico o filosofico, ma come
di un pensiero "la cui forza e la cui importanza risiedono nella tensione
morale e nella necessaria riflessione che esso promuove e sollecita".
Giorgio Antonucci, Critica al giudizio psichiatrico, Dogliani, Sensibili
alle foglie, 2005. E' uno dei testi fondamentali dell'antipsichiatria, gia'
edito da Eleuthera in una prima edizione nel 1993 e ripubblicato oggi dalla
combattiva casa editrice Sensibili alle foglie. Se si pensava che la
chiusura dei manicomi avesse risolto il problema del trattamento
psichiatrico coercitivo, per la cui distruzione si batterono i Basaglia e
gli Antonucci nei decenni passati, basta osservare le nuove realta' delle
cosiddette strutture protette e dei trattamenti sanitari obbligatori, per
comprendere quanta sia ancora lunga la strada da fare per liberarci dal
giudizio psichiatrico. Giorgio Antonucci ripropone qui le sue note
posizioni, intrise di uno spirito fondamentalmente libertario, e arricchite
da una nuova introduzione e dalla presentazione di Thomas Szasz.
Mauro Orrico, Pillole anarchiche, Roma, Malatempora, 2005. Colpisce, di
questo breve compendio di "pillole" anarchiche, l'assenza, la' dove si
elencano le realta' editoriali del movimento anarchico, di cose
evidentemente marginali come "Umanita' Nova", "A. rivista anarchica", "Zero
in Condotta", "Libertaria"... e cosi' via. Non se ne salta una, al
contrario, di quelle appartenenti all'area di movimento definita, piu' o
meno propriamente, insurrezionalista. Oltre a questa discutibile, se non
incomprensibile scelta, il testo si presenta come una antologia superficiale
dell'anarchismo, pensata per dare, pero' senza molta fortuna, un'idea di
quanto ha caratterizzato il pensiero libertario dalle sue prime espressioni
storiche a quelle attuali della modernita'.
Marco Sommariva, Pillole situazioniste, Roma, Malatempora, 2005. Come nel
caso delle Pillole anarchiche, anche qui ci troviamo di fronte a una
raccolta di aforismi, citazioni, frasi famose di alcuni degli spiriti
critici piu' brillanti di questi decenni. Magari non tutti situazionisti, o
per lo meno appartenenti in senso stretto a quell'acuto movimento che segno'
piu' di quanto non si creda la cultura del secolo scorso, ma comunque, come
scrive Sommariva nella sua introduzione, o i precursori o i continuatori.
Ecco dunque, preceduti dai brevi tratti biografici dei loro autori (George
Orwell, Aldous Huxley, Wilhelm Reich, Theodor Adorno, Guy Debord, Raoul
Vaneigem, Hakim Bey, John Zerzan e Ivan Illich) questi "detti", non solo
illuminanti ma, soprattutto, volti a offrire "una chiave di lettura del
mondo che ci spinge a tentare di rovesciare tutto l'esistente".
Persio Tincani (a cura di), Viva la rivoluzione! Come dire no al potere. Da
Robespierre a Che Guevara, Milano, Rizzoli, 2006. Curata dal collaboratore
di "A. rivista anarchica" Persio Tincani, e' una interessante antologia di
scritti rivoluzionari, che partono dalla Rivoluzione francese con
Robespierre per arrivare a quella cubana e alla Essenza della lotta
guerrigliera del Che. In mezzo non potevano mancare gli anarchici. Ecco
quindi Bakunin con Stato e anarchia, Malatesta con alcuni articoli tratti da
"Pensiero e Volonta'" e infine brani di Anarchia e comunismo di Carlo
Cafiero. Felice anche la scelta di illustrare lo spirito della rivoluzione
spagnola con le parole di Abel Paz, che racconta la Barcellona
rivoluzionaria nel suo Spagna 1936. Un anarchico nella rivoluzione. In
appendice i testi di alcune delle piu' famose canzoni rivoluzionarie, tra
cui spiccano L'Internazionale e Addio Lugano bella.
Giuseppe Scaliati, Dove va la Lega Nord. Radici ed evoluzione politica di un
movimento populista, Milano, Zero in Condotta, 2006. Una lettura attenta e
persuasiva di uno dei fenomeni politici piu' interessanti e complessi di
questi anni. Viene descritta la parabola di un movimento ben radicato nel
proprio tessuto sociale, che nasce antiistituzionale, populista e a tratti
financo eversivo, per diventare non una "costola della sinistra" come ebbe a
dire D'Alema, ma il puntello fondamentale dei governi di centrodestra e il
braccio legale dei movimenti xenofobi e razzisti. Senza dubbio uno strumento
quanto mai utile per comprendere, affrontare e combattere una
ideologia-movimento tra le piu' ambigue e pericolose.
Collettivo CrimethInc, Ricette per il caos. Manuale di resistenza urbana,
Roma, Fazi Arcanalibri, 2006. Apparentemente una "americanata", ma poi, a
guardare meglio, un sommario di pratiche ed azioni volte a rendere piu'
efficace la sovversione antiistituzionale. Interessante il taglio
decisamente nonviolento e creativo delle metodologie proposte da questo
collettivo americano, che se pure mantengono il necessario carattere di
illegalita', sono, al tempo stesso, praticabili ed utilizzabili da chiunque,
e non solo da "pericolosi estremisti". Da reclaim the streets a food not
bombs, dalle performances guerriglia ai graffiti e ai cortei in bicicletta,
ce n'e' davvero per tutti e per tutti i gusti. E sempre con spirito gioioso
e fortemente solidale. Sicuramente un manuale non banale e capace di offrire
molti spunti alla fantasia creatrice dei sovversivi.
*
Internazionale e primo maggio
Pier Francesco Zarcone, Portogallo anarchico e ribelle (storia del movimento
libertario portoghese), Pescara, Samizdat, 2004. Anche se, indubbiamente,
l'importanza dell'anarchismo in Portogallo fu parecchio minore di quella
nella confinante Spagna, il movimento libertario portoghese rappresento'
comunque parte determinante del forte e combattivo fronte proletario di quel
paese. Come illustra, con ricchezza di documenti e di argomentazioni, questo
prezioso studio che va ad aggiungersi e a completare un precedente lavoro
dello stesso autore uscito nel 2003. La bibliografia e la tavola sinottica
particolarmente precise e puntuali contribuiscono a farne uno strumento
completo per meglio comprendere la complessita' dell'anarchismo nella
penisola iberica.
Filippo Manganaro, Senza patto ne' legge. Antagonismo operaio negli Stati
Uniti, Roma, Odradek, 2004. Anni fa uscirono i primi studi di Adamic, Musto
e Portelli. Oggi le edizioni Odradek propongono un nuovo, interessante testo
sulla sovversione operaia nei "liberali" Stati Uniti d'America. Come sempre
non finisce di sorprendere, leggendo queste note, la radicalita' dello
scontro sociale fra classe operaia e capitalismo americano, soprattutto a
cavallo fra Otto e Novecento: scontri armati, spedizioni punitive,
linciaggi, massacri di massa, deportazioni e repressione belluina segnarono
la risposta che il padronato offriva a una classe operaia non piu' disposta
a subirne le angherie ma determinata a rispondere colpo su colpo. Sembra
impossibile che nella democratica America possa essere successo quanto
racconta questo libro. Haymarket, Lawrence, Spokane... alcune delle tappe di
una lotta incessante nella quale gli anarchici saranno sempre fra i
protagonisti.
Martin Duberman, Haymarket, Chicago, S. Maria Capua Vetere, Edizioni
Spartaco, 2005. Sicuramente una piacevole sorpresa la scoperta di questo
romanzo, nel quale l'autore, unendo le proprie conoscenze di docente di
storia a una indubbia capacita' narrativa, ricostruisce con fedelta' e
partecipazione le drammatiche vicende che segnarono la nascita del Primo
Maggio come data internazionale del riscatto del lavoro. Con un ritmo
coinvolgente e sempre piu' serrato, viene narrata la storia d'amore, e di
comune militanza sociale, di Lucy e Albert Parsons, intrecciata a quella
degli altri anarchici e militanti sindacali protagonisti delle durissime
lotte che videro, nell'Ottocento, lo scontro sanguinoso fra un capitalismo
feroce e criminale e una classe operaia sempre piu' consapevole della
propria forza. Il tragico epilogo con l'impiccagione dei cinque anarchici
"martiri di Chicago" non segna pero' la fine della lotta ma, al contrario,
la ripresa di una inarrestabile offensiva proletaria.
Claudia Baldoli, Il nostro maggio. All'origine della festa dei lavoratori:
autobiografie e testimonianze da Chicago, S. Maria Capua Vetere, Spartaco,
2005. E' davvero encomiabile l'attivita' della casa editrice Spartaco, non
solo per la felice scelta dei titoli, ma anche per la capacita' di riempire
di solidi contenuti la propria linea editoriale. Lo conferma anche questo
lavoro della Baldoli, che viene a svolgere preziose funzioni di complemento
al libro di Duberman. Sono riproposte infatti, per la prima volta in modo
quasi completo e soprattutto ragionato, le fasi processuali e le
dichiarazioni degli anarchici imputati della strage di Haymarket, offrendo
cosi' un quadro complessivo, a tratti agghiacciante, a tratti esaltante, di
quella vicenda.
*
La Spagna
Encarnita e Renato Simoni, Cretas. Autogestione nella Spagna repubblicana
(1936-1938), Lugano, La Baronata, 2005. Un tassello quantomai importante
nella ricostruzione degli episodi autogestionari realizzati nelle campagne
aragonesi e catalane all'indomani della sollevazione in armi del popolo
spagnolo. A differenza di altri testi dedicati piu' agli aspetti politici o
militari, questo si concentra nella descrizione della vita quotidiana di una
comunita' nella quale il processo di collettivizzazione e' pressoche' giunto
a compimento, permettendo di comprendere l'importanza di quelle esperienze
tanto piu' significative qualora si pensi che riuscirono a concretizzarsi
nel fuoco della guerra contro i franchisti. A coronamento di questo
importante lavoro, il prezioso approfondimento dato dalla prefazione di
Claudio Venza (cfr. "A" 317).
Ana Delso, Trecento uomini e io. Spagna 1936 autobiografia di una
rivoluzionaria, Milano, Zero in Condotta, 2006. L'epopea della rivoluzione
spagnola fu un'epopea straordinaria e non poteva, quindi, non generare
biografie altrettanto straordinarie. Alle tante che gia' conoscevamo, si
aggiunge ora questa di Ana Delso, quindicenne nel luglio 1936 e da allora
coerente e appassionata militante dell'ideale libertario, che condivise coi
combattenti della rivoluzione il drammatico destino della sconfitta e
dell'esilio. Un libro appassionante e commovente, ma anche "un contributo
alla memoria collettiva del popolo spagnolo, una testimonianza di volonta',
di amore per la vita, di liberta', di coraggio e soprattutto di speranza
tenace in un mondo migliore". Segnalo la pubblicazione della prefazione di
Martha Ackelsberg apparsa sul n. 317 di "A. rivista anarchica".
Antonio Rabinad, La suora anarchica, S. Maria Capua Vetere, Spartaco, 2006.
Un avvincente e originale romanzo sulla rivoluzione spagnola, diventato poi
la sceneggiatura del film Libertarias. Ispirandosi ad alcuni spunti offerti
dalla lettura di Mujeres Libres di Mary Nash, l'autore traccia l'esperienza
di Juana, una giovane suora che abbandona il convento per unirsi al gruppo
libertario Donne Libere, con il quale partecipa agli avvenimenti della
guerra e della rivoluzione. Tra i tanti lavori sull'argomento, questo si fa
ricordare per l'originalita' della trama e per il caldo affetto con il quale
l'autore ricostruisce quelle giornate tragiche e finora irripetibili.
A dimostrazione dell'interesse che la Spagna del 1936 continua a suscitare
nella cultura internazionale, segnalo altri tre testi usciti recentemente,
che trattano, non sempre in modo convincente, di questo argomento.
Innanzitutto, dello storico Gabriele Ranzato, L'eclissi della democrazia. La
guerra civile spagnola e le sue origini 1931-1939, Torino, Bollati
Boringhieri, 2004, interessante per l'approfondimento delle cause che
portarono al sollevamento di Franco e dei suoi generali. Poi di Paul
Preston, prolifico autore di altri testi sull'argomento, Colombe di guerra.
Storie di donne nella guerra civile spagnola, Milano, Mondadori, 2006, con
la biografia di quattro donne, due di parte repubblicana e due di parte
franchista. Sono convinto che non sia casuale l'assenza, fra queste
biografie, di quella di una donna anarchica. Infine, di Anthony Beevor, La
guerra civile spagnola, Milano Rizzoli, 2006. L'autore, ex ufficiale
dell'esercito britannico, oggi romanziere e saggista, vorrebbe essere
imparziale. Ma non credo che lo si possa davvero essere quando si parla di
quegli avvenimenti.
*
Letteratura
Giuse Alemanno, Terra nera. Romanzo perfido e paradossale di cafoni e
d'anarchia, Roma, Stampa Alternativa, 2005. Di questo romanzo ambientato in
una Puglia arcaica e senza tempo, parlo nel mio "Ritratto in piedi" [rubrica
tenuta da Ortalli su "A. rivista anarchica" - ndr] apparso sul numero 315 di
questa rivista. Rimando dunque a quella lettura per approfondire la
conoscenza di questo originale e interessante autore.
Rino Gualtieri, Per quel sogno di un mondo nuovo. I brevi anni di un
anarchico lombardo, Milano, Euzelia, 2005. Ecco un altro fra i piu'
conosciuti personaggi dell'anarchismo italiano che trova uno scrittore che
ne racconta l'esistenza. E l'incontro, decisamente, si rivela felice.
Infatti in questo suo libro sulla vita di Sante Caserio, il giovane fornaio
che uccise il presidente della repubblica francese Sadi Carnot, Rino
Gualtieri ricostruisce, con particolare attenzione tanto ai particolari
della quotidianita' quanto alla cronaca tramandataci della vicenda, la
tragica storia che si concluse sulla ghigliottina in una giornata
dell'agosto 1894. Attento conoscitore della Milano ottocentesca, Gualtieri
ci riconsegna l'atmosfera di una citta' al tempo stesso ostile ed ospitale
con il giovane fornaio, e nella felice invenzione della sua scarna biografia
coglie con lucidita' le ragioni che spinsero Caserio a immolare la sua
giovane esistenza sull'altare del riscatto dalla miseria e dall'oppressione.
J. M. Coetzee, Il maestro di Pietroburgo, Torino, Einaudi, 2005. Sicuramente
un romanzo molto particolare questo dello scrittore sudafricano J. M.
Coetzee, premio Nobel per la letteratura nel 2003. Nella Pietroburgo del
1869, Fiodor Dostoevskij torna dall'esilio tedesco a cui e' costretto per
sfuggire ai creditori, per raccogliere le memorie del figliastro Pavel,
morto in circostanze misteriose alcuni mesi prima. L'interesse per noi sta
nel fatto che il giovane Pavel era uno dei piu' ferventi seguaci del
nichilista Sergeij Necaev, il famoso autore del Catechismo del
rivoluzionario che tanto influenzo', e non sempre per il meglio, anche il
nostro Bakunin. L'incontro fra lo scrittore e il rivoluzionario, sempre teso
e affilato come la lama di un coltello, ci porta la' dove si combatteva,
senza alcuna tenerezza nel cuore, la spietata lotta fra i nichilisti votati
alla morte e l'autocrazia zarista (recensione apparsa sul numero 318 di
"A").
Piero Chicca, Provenza e figlio, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2005. Lo
si potrebbe definire un romanzo sociale, questo ambientato nel padule di
Massaciuccoli, fra gli anni Trenta e quelli della Liberazione. Un selvatico
cacciatore, di nome Ideale Libertario, e il figlio Ferrero sono costretti,
per sopravvivere alla quotidiana miseria, a fare da guide a professionisti e
gerarchi fascisti. Dopo una serie di orgogliose rinunce e di scelte dettate
dalla necessita' della sopravvivenza, eccoci al tragico finale, segnato
dalla morte di Ferrero, enigmatico e tenebroso personaggio, ricco di
contraddizioni. Finale reso ancora piu' efficace dal linguaggio ricco e
colorito pieno di locuzioni toscane e dialettali. Senza dubbio una piacevole
lettura che viene ad arricchire l'ormai copiosa narrativa libertaria.
Marcello Zane, Il caso Campo Fiera, Gavardo, Liberedizioni, 2003. A meta'
fra l'invenzione letteraria e la puntigliosa indagine storica, il libro di
Marcello Zane, collaboratore della "Rivista storica dell'anarchismo" e del
Dizionario biografico degli anarchici italiani, riaffaccia alla memoria una
tragica vicenda, la caduta mortale di un bimbo da un albero, avvenuta alla
fine della Grande guerra nel popolare quartiere di Campo Fiera a Brescia. Il
protagonista, nello sforzo di venire a capo dei perche' di quell'incidente e
delle conseguenze che ebbe nella vita del quartiere, penetra a poco a poco
nella ricca storia sociale di quella compatta comunita', imbattendosi cosi'
nel folto gruppo di anarchici e libertari - tra cui spicca la figura di
Ettore Bonometti - che furono protagonisti, in quegli anni lontani, della
tenace resistenza all'affermarsi del regime fascista.
*
Anarchici  ed ebrei
Bernard Lazare, Contro l'antisemitismo, Roma, Datanews, 2004. In tempi di
recrudescenze antisemite, e' piu' che opportuna questa pubblicazione di
Datanews, che ci permette di conoscere l'interessante antologia dei testi
pubblicati dall'intellettuale anarchico di origine ebrea Bernard Lazare, ai
tempi dell'affaire Dreyfus. Consapevole della necessita' di contrastare fin
dal nascere il crescente antisemitismo ispirato dal cattolicesimo piu'
tradizionalista, Lazare scrisse, prima ancora del famoso J'accuse di Emile
Zola, un coraggioso pamphlet nel quale ripercorreva le drammatiche tappe del
celebre caso. Utile la proposta, a fianco degli scritti di Lazare, del breve
Per gli ebrei, sempre di Zola, e di alcune note coeve sull'autore, scritte
da Charles Peguy e da Pierre Victor Stock, il famoso editore di Bakunin e
Kropotkin.
Gustav Landauer, La rivoluzione, Pescara, Samizdat, 2002. Dopo la prima
edizione del 1970 per i tipi della Carucci, ecco la seconda edizione
italiana di questo testo tedesco del 1907. L'autore, come scrive Giorgio
Sacchetti nella sua introduzione, e' un ebreo tedesco, prima aderente al
Partito socialdemocratico, poi militante anarchico e fondatore della Lega
socialista. Di lui, in Italia, erano usciti solo due opuscoli a cavallo fra
'800 e '900 (Da Zurigo a Londra del 1896 e Socialismo e parlamentarismo del
1919), eppure Landauer fu, assieme a Johan Most, uno degli elementi piu'
attivi e capaci nel difficile tentativo di sottrarre i lavoratori tedeschi
all'egemonia statalista ed economicista dell'Spd, tentativo che
caratterizzo' a lungo il movimento libertario di quel paese.
Rudolf Rocker, Artisti e ribelli. Scritti letterari e sociali, Cecina,
Edizioni Archivio Berneri, 1996. Rimedio alla involontaria dimenticanza
occorsa nella precedente "Bibliografia dell'anarchismo", segnalando questa
interessante opera di uno dei piu' importanti esponenti della cultura
anarchica internazionale, l'ebreo tedesco Rudolf Rocker, autore, tra l'altro
del fondamentale Nazionalismo e cultura. Si tratta di una raccolta di
articoli che testimoniano la vastita' e la profondita' degli interessi
culturali e sociali di Rocker, che qui affronta alcune tematiche centrali
del dibattito politico e culturale dei suoi tempi. Particolarmente
stimolanti i pezzi su Tolstoj e sul rapporto fra socialdemocrazia e
anarchismo. Ne approfitto per ricordare, con affetto, Aurelio Chessa,
editore instancabile del quale questa, penso, fu l'ultima fatica.

4. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

5. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1380 del 7 agosto 2006

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