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La nonviolenza e' in cammino. 1315
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1315
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 3 Jun 2006 00:09:13 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1315 del 3 giugno 2006 Sommario di questo numero: 1. Luciano Bonfrate: La banda armata 2. Hannah Arendt: La perdita 3. "Per la Costituzione": un appello di alcune riviste di ispirazione cristiana 4. "Statunitensi contro la guerra": Una testimonianza nel Memorial Day 5. Alessandro Portelli: "We Shall Overcome", storia di una canzone 6. Melo Franchina: Lo specchio di Rita 7. Enrico Peyretti: Pesci 8. La nonviolenza nella prospettiva di genere. Un incontro 9. Letture: Giulio Angioni, Le fiamme di Toledo 10. Letture: Helene Paraskeva, Nell'uovo cosmico 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento 12. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. LUCIANO BONFRATE: LA BANDA ARMATA [Ringraziamo il nostro buon amico Luciano Bonfrate per questo intervento] "Quando la banda passo'..." (Chico Buarque de Hollanda) La corte dei pasciuti ama ammirare la pompa degli armigeri in parata, ama le armi e ama anche ammantare di pie parole la violenza armata. Che vale poi versar lacrime amare sulle persone uccise, se causata la loro morte e' dal continuare delle armi e degli armati la dannata mortifera teoria. Quale demenza rompe del senno gli ultimi confini, accieca gli occhi e ottunde la coscienza? Perche' si accettano i piu' truci fini: la morte ed alla morte l'obbedienza? Tutti gli eserciti sono assassini. 2. MAESTRE. HANNAH ARENDT: LA PERDITA [Da Hannah Arendt, Politica e menzogna, Sugarco, Milano 1985, p. 259 (e' un frammento estratto da un'intervista rilasciata nell'estate del 1970 da Hannah Arendt allo scrittore tedesco Adalbert Reif). Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000] La perdita di potere e di autorita' da parte di tutte le grandi potenze e' un fenomeno chiaramente visibile, anche se e' accompagnato da un'immensa accumulazione degli strumenti della violenza nelle mani dei governi, ma l'aumento degli armamenti non puo' compensare la perdita di potere. Nonostante cio', questa situazione non porta necessariamente alla rivoluzione. Per un verso, puo' finire in una controrivoluzione, nell'avvento di una dittatura, e per l'altro, puo' finire in uno stato di totale apatia... 3. APPELLI. "PER LA COSTITUZIONE". UN APPELLO DI ALCUNE RIVISTE DI ISPIRAZIONE CRISTIANA [Da varie persone amiche riceviamo e volentieri diffondiamo il testo dell'appello "Per la Costituzione. Appello di riviste di ispirazione cristiana", la cui sottoscrizione e' aperta a singoli e realta' che vi si riconoscono attraverso l'invio dell'adesione all'indirizzo e-mail: costituzione at mclink.it] Per la Costituzione. Appello di riviste di ispirazione cristiana Anche per i cristiani del nostro Paese si avvicina un momento di grande responsabilita'. Per la prima volta dal 1946 il potere costituente torna al popolo. La Costituzione che ci governa dal 1948 e' stata ripudiata da una parte del mondo politico italiano e dalla maggioranza delle vecchie Camere, e sulla "Gazzetta Ufficiale" e' stata gia' pubblicata la nuova Costituzione, che se non e' ancora entrata in vigore e' solo perche' il popolo si e' riservato il diritto di respingerla col "no" nel referendum convocato per il 25 e 26 giugno. Questa chiamata alle urne non e' pertanto una prova elettorale come le altre; si tratta di un referendum assolutamente eccezionale in cui i cittadini, divenuti essi stessi costituenti, devono decidere di nuovo dell'identita' e del futuro della Repubblica. Cio' che fu stabilito dall'Assemblea Costituente nel 1947 e' infatti oggi rimesso in questione. Allora confluirono in quella decisione le tre grandi culture del Paese, quella cattolica, quella comunista e socialista allora strettamente unite, e quella laico-liberale; ma l'incontro e la sintesi di quelle tre culture fu talmente felice che non un pezzo della Costituzione per ciascuna, ma l'intera Costituzione e' risultata perfettamente coerente a ciascuna delle tre ispirazioni. Percio' essa, scritta (e sottoscritta) da tutti, e' anche la Costituzione di tutti ed ha compiuto il miracolo di unificare l'Italia e di permetterle di passare dalla arretratezza alla modernita', dalla miseria diffusa alla diffusa abbondanza di beni pur nelle sussistenti disparita', dalla dittatura alla democrazia e dalla guerra a una lunga pace. Con essa la guerra fu ripudiata; le filosofie e le dottrine politiche che avevano fondato la societa' sulla ineguaglianza per natura degli esseri umani furono rigettate e sostituite da una antropologia della pari dignita' umana, per costruire un ordinamento di giustizia e di pace. Se la Costituzione e' di tutti, i cristiani hanno delle particolari ragioni per rivendicarne i contenuti e difenderla. Non solo perche' vi concorsero nel sacrificio che la precedette e nella elaborazione che ne fisso' i principi e le norme nell'Assemblea Costituente, ma perche' il patrimonio che vi e' rappresentato evoca i piu' alti valori della vita cristiana: dal fondamento del lavoro su cui e' stabilita la Repubblica alla centralita' della parola che si esprime nel Parlamento, dal primato della pace alla conversione dei poteri in "funzioni" e servizi per il bene comune, dalla pacificazione con la Chiesa cattolica alla laicita' e alla liberta' religiosa. Nell'enciclica "Pacem in terris" di Giovanni XXIII la Costituzione, come carta dei diritti e regola dei rapporti tra cittadini e poteri pubblici fu celebrata come un "segno dei tempi", cioe' come una delle conquiste storiche in cui costruzione umana e ordine voluto da Dio si parlano e si incontrano. Se nella ordinaria vita politica i cristiani sono presenti e agiscono senza esibire la loro peculiare identita', vi sono circostanze che possono esigere un atteggiamento diverso. Quando, come in occasione di questo referendum, sono in gioco e per un lungo tempo futuro i fondamenti stessi e i valori supremi della convivenza civile, non c'e' ragione per cui dei cristiani non debbano assumere a viso aperto le difese della Costituzione, impegnandovi tutta la loro responsabilita'. Del resto, se nella storia del nostro Paese hanno svolto, in diverse forme, un ruolo di rilievo le tradizioni del cristianesimo democratico e del cristianesimo sociale, oggi sembra del tutto opportuno e necessario che emerga un'iniziativa di "cristiani per la Costituzione", per salvarla nel momento in cui e' "aggredita". Vero e' che tale aggressione viene negata, perche' quella che viene rimossa e sostituita dal testo di Calderoli e degli altri quadrumviri riunitisi a Lorenzago e' solo la seconda parte della Costituzione, e quindi sarebbero fatti salvi i principi e i diritti fondamentali della prima. Ma le due parti della Costituzione sono speculari e necessarie l'una all'altra: la prima parte e' una struttura a piramide rovesciata, avente al primo posto i diritti e i doveri del cittadino nella sua individualita', e poi via via del cittadino in rapporto alla famiglia e alla scuola, quindi in rapporto alla sfera economica e infine in rapporto a quella piu' ampia del mondo politico; la seconda parte, in base allo stesso schema, comincia col Parlamento, in corrispondenza al primo articolo proclamante la sovranita' popolare, per svilupparsi poi nella definizione degli altri istituti in cui coerentemente doveva concretarsi l'organizzazione statale unitaria della societa'. In tal modo la seconda parte risulta attuazione, strumento e garanzia della prima. Ora nella riforma promossa dalla Lega e varata da tutto il centrodestra sotto il nome riduttivo e fuorviante di "devolution", questo rapporto viene rotto. Il Parlamento e' travolto, la vita della Camera e' condizionata a quella del governo, la rappresentanza popolare e' smembrata in una maggioranza dotata di tutti i poteri e una minoranza senza diritti, i cui voti nemmeno verrebbero contati nelle votazioni di "sfiducia costruttiva", l'unita' nazionale che comporta pari opportunita' per tutte le regioni e' compromessa e gli istituti di garanzia sono snaturati e mortificati. In particolare il Presidente della Repubblica non avrebbe neanche il potere di salvare la Camera dallo scioglimento che il Primo Ministro potrebbe decretare in ogni momento mandando a casa i deputati a suo piacimento; verrebbe istituita la figura sovrana e incondizionata del capo del governo, vero padrone "determinante" della politica nazionale e del Paese intero. Tutto cio' di cui si e' discusso in queste settimane per l'attribuzione dei nuovi ruoli istituzionali e di governo, diverrebbe con la nuova Costituzione privo di senso, perche' un solo potere personale sarebbe instaurato e garantito e nessuna vera opposizione potrebbe essere esercitata in corso di legislatura. L'identita' dell'Italia e il suo ruolo nel mondo sarebbero decisi da una persona sola, e il popolo non potrebbe influirvi facendo valere le sue radici, la sua civilta' e la sua cultura. La difesa della Costituzione vigente non vuol dire peraltro che singole sue disposizioni o istituti non possano essere modificati se necessario; ma in ogni caso deve essere salvaguardato il costituzionalismo interno e internazionale nelle sue acquisizioni irrinunciabili. Percio' noi riteniamo che sia necessaria una forte mobilitazione dei cristiani contro questa riforma, anche attraverso la partecipazione a una grande manifestazione nazionale unitaria di tutto il fronte democratico per il "no" al referendum del 25 giugno. E dopo il referendum pensiamo che debba restare alta l'attenzione dei credenti perche' ai valori della Costituzione non sia inferta alcuna ferita, e perche' l'amore della pace, dell'unita', della liberta' e dei diritti torni sempre a rinascere. * Firmano l'appello (in ordine alfabetico): Adista (agenzia di informazione su religione e politica), Aggiornamenti Sociali (mensile dei gesuiti del Centro Culturale San Fedele - Milano), Appunti di Cultura e Politica (rivista dell'associazione "Citta' dell'Uomo"), Cem Mondialita' (mensile di educazione interculturale dei Missionari Saveriani), Cercasi un fine (periodico di cultura e politica fondato da organizzazioni del volontariato pugliese), Club3 (mensile di attualita' dei Religiosi Paolini), Confronti (mensile di dialogo interreligioso), Coscienza (mensile del Meic - Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale dell'Azione Cattolica), Gioventu' Evangelica (trimestrale della Fgei - Federazione Giovanile Evangelica Italiana), GO - Gioventu' Operaia (mensile della Gioc), Il Dialogo (periodico politico-religioso irpino), il foglio (mensile di cristiani torinesi), Il Gallo (rivista di cristiani genovesi), Il Margine (mensile dell'associazione Oscar Romero), Il Tetto (bimestrale politico religioso fondato a Napoli nel 1964), Jesus (mensile di cultura e attualita' religiosa dei Religiosi Paolini), Koinonia (rivista di formazione comunitaria cristiana promossa a Pistoia da Religiosi Domenicani e da laici), La Voce Alessandrina (settimanale della Diocesi di Alessandria), L'invito (trimestrale di cristiani trentini), Misna (Agenzia dei quattro Istituti Missionari: Comboniani, Saveriani, Pime e Missioni della Consolata), Missione Oggi (mensile dei Missionari Saveriani), Missioni Consolata (rivista dei Missionari della Consolata in Italia), Mosaico di Pace (rivista mensile promossa dalla sezione italiana di Pax Christi), Mo.VI informazione (rivista del Movimento del Volontariato Italiano), Narcomafie (Mensile del Gruppo Abele di Torino), Nigrizia (mensile dei Missionari Comboniani), Notiziario Cdb (periodico delle Comunita' Cristiane di Base), Oreundici (rivista dell'associazione cristiana "Ore undici"), Politicamente (periodico dell'associazione cattolico-democratica "Agire politicamente"), Preti Operai (rivista dei preti operai italiani), Proposta educativa (rivista del Mieac - Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica), Qol (rivista di dialogo ebraico-cristiano), Ricerca (mensile della Fuci - Federazione Universitaria Cattolica Italiana), Riforma (settimanale delle Chiese Evangeliche Battiste, Metodiste e Valdesi), Rocca (quindicinale della "Pro Civitate Christiana" di Assisi), Segno (mensile di cultura e politica di laici e Religiosi Redentoristi di Palermo), Settimana (settimanale di attualita' per operatori pastorali dei Religiosi Dehoniani), Tempi di Fraternita' (mensile piemontese di cristiani di base), Testimonianze (rivista fondata da padre Ernesto Balducci), Viottoli (mensile della Comunita' cristiana di base di Pinerolo), Vita pastorale (mensile per operatori pastorali dei Religiosi Paolini). 4. RIFLESSIONE. "STATUNITENSI CONTRO LA GUERRA": UNA TESTIMONIANZA NEL MEMORIAL DAY [Ringraziamo John Gilbert (per contatti: gilbert at fol.it) per averci inviato questo intervento degli "Statunitensi contro la guerra" di Firenze (per contatti: tel. 3388871251, e-mail: comiraqusa at yahoo.it). John Gilbert e' impegnato nell'esperienza pacifista degli "Statunitensi contro la guerra"] Rappresentanti degli "Statunitensi contro la guerra" hanno partecipato al Memorial Day, giorno di commemorazione dei caduti in guerra, lunedi' 29 maggio al Florence American Cemetery, il cimitero fiorentino dei caduti di guerra statunitensi, per le migliaia di donne e uomini sepolti li' o dispersi o sepolti in mare. E' stata un'occasione importante per noi, come cittadini statunitensi contro la guerra, per dimostrare il nostro profondo rispetto per i nostri compatrioti che sacrificarono le loro vite per aiutare il popolo e i partigiani italiani a sconfiggere il nazifascismo in questo paese durante la seconda guerra mondiale. Nello stesso tempo, saremo testimoni del vasto movimento nel nostro paese e in tutto il mondo per la pace e la giustizia, contro le guerre di aggressione e le violazioni dei diritti umani attualmente perpetrate da parte del governo statunitense. Noi ricordiamo che lo scatenare guerre di aggressione fu considerato un crimine contro l'umanita' dal Tribunale di Norimberga dopo la tragedia dell'Olocausto e della seconda guerra mondiale. La guerra illegale e immorale statunitense contro l'Iraq e la successiva occupazione hanno portato alla morte di oltre 100.000 iracheni e di migliaia di militari statunitensi, oltre alla distruzione di gran parte delle infrastrutture del paese e di citta' come Falluja, e alla detenzione di migliaia di prigionieri iracheni senza accusa. Le Nazioni Unite, Amnesty International e altre organizzazioni per i diritti umani hanno condannato i campi di prigionia del governo statunitense ad Abu Ghraib e altrove in Iraq, a Guantanamo Bay, in Afghanistan, e la rete di centri di detenzione segreti nel mondo, l'uso sistematico di tortura, la sparizione di prigionieri, e le centinaia di voli di "rendition" della Cia. Come parte del movimento internazionale per la pace e la giustizia sociale, siamo stati presenti nel Memorial Day per affermare che il sacrificio estremo delle nostre sorelle e fratelli nella lotta contro il nazifascismo, di quelle migliaia sepolte qui nel Florence American Cemetery, e' in palese contraddizione con la restrizione delle liberta' dei cittadini statunitensi in patria e la politica immorale di guerra permanente preventiva all'estero da parte del governo statunitense, e con cio' che Amnesty International ha condannato come "grave violazione dei diritti umani, con la tortura e il maltrattamento, la detenzione arbitraria senza accusa o processo, e l'uso eccessivo della forza che porta alla morte di civili". Un grande americano, Martin Luther King, ci ha insegnato che "accettare passivamente un sistema ingiusto significa cooperare con quel sistema. La noncooperazione con il male e' un obbligo morale tanto quanto la cooperazione con il bene". Secondo i sondaggi di opinione la maggioranza delle truppe statunitensi in Iraq, come la vasta maggioranza dei cittadini statunitensi, credono che gli Usa dovrebbero terminare l'occupazione e ritirare tutte le truppe. Il movimento per la pace negli Usa dice: Sosteniamo le nostre truppe: portiamole a casa subito! Ritiro immediato di tutte le truppe straniere e i mercenari dall'Iraq! Risarcimenti statunitensi al popolo dell'Iraq! Un altro mondo e' possibile, e necessario. 5. MEMORIA. ALESSANDRO PORTELLI: "WE SHALL OVERCOME", STORIA DI UNA CANZONE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 maggio 2006. Alessandro Portelli (per contatti: alessandro.portelli at uniroma1.it), studioso della cultura americana e della cultura popolare, docente universitario, saggista, storico, militante della sinistra critica, per la pace e i diritti. Tra le opere di Alessandro Portelli: segnaliamo particolarmente L'ordine e' gia' stato eseguito, Donzelli, Roma 1999] Era il 1985, e con la Lega di Cultura di Piadena avevamo organizzato una visita di due grandi musicisti americani, Guy e Candie Carawan, e un loro concerto nel caveau del palazzo comunale trasformato in piccolo teatro con un'acustica fantastica. Il pubblico era fatto di compagni, per lo piu' di estrazione operaia, che guardavano all'America e alla sua cultura con sano sospetto antimperialista. Ascoltarono tuttavia, partecipi e compresi, i suoni poco familiari della mountain music del Sud degli Stati Uniti; ma poi, all'attacco dell'ultima canzone, silenziosamente, uno dopo l'altro, come se stessero ascoltando qualcosa di sacro, si alzarono in piedi. Dell'America non sapevano molto, ma questa l'avevano riconosciuta e sentita loro: era We Shall Overcome. We Shall Overcome: ce la faremo, supereremo anche questa. Adesso ce l'ha riproposta anche Bruce Springsteen, nel cd intitolato, appunto, We Shall Overcome. Nella tradizione afroamericana del gospel e dello spiritual c'e' l'immagine ricorrente della vita come un percorso fatto di prove e ostacoli materiali e spirituali da superare, un difficile viaggio da compiere scavalcando montagne, passandoci sopra (over, appunto). In un video realizzato dai Carawan, Hugh Cowans, predicatore e sindacalista delle miniere di Harlan, canta insieme a sua moglie Julia un brano gospel tradizionale, How I Got Over: come ho fatto a superare tutte le asperita' e arrivare fino a qui. In The Gospel Sound, il piu' classico libro sulla storia del gospel, Tony Heilbut nota che nell'inno Amazing Grace, amatissimo da bianchi e neri, la strofa piu' cara agli afroamericani e' quella che dice: "Attraverso pericoli, prove e insidie siamo arrivati fin qui" (we have already come). Se mettiamo insieme lo over di How I Got Over e il come di Amazing Grace, il risultato e' appunto questo: over-come. * La storia, dunque, e' lunga. Comincia nelle stive delle navi negriere (Amazing Grace fu scritta, paradossalmente, da un negriero pentito di Liverpool nel Settecento), continua superando i pericoli e le insidie delle piantagioni e delle miniere. E poi ha una svolta negli anni Trenta, in piena Depressione. E' allora che due studenti (bianchi) di teologia, allievi di Reinhold Niebuhr, tornano nelle colline del loro nativo Tennessee, per mettere in piedi una scuola popolare. Erano gli anni della violenta repressione antioperaia, nel Sud fondamentalista e razzista, ma non avevano paura. Si chiamavano Myles Horton e Don West; la scuola che fondarono si chiamava Highlander, e divento' rapidamente il luogo di formazione dei quadri del movimento sindacale in tutto il Sud. Un luogo sovversivo non solo per la visione di classe che lo animava, ma anche perche' era il solo posto in tutto il Sud che rifiutasse di praticare la separazione fra bianchi e neri. L'idea di Highlander era che l'insegnamento era reciproco, che gli "insegnanti" imparavano dagli "allievi" - minatori, contadini, operai tessili - tanto quanto gli allievi imparavano da loro. Percio' si trattava di ascoltare e apprendere, raccogliendo la musica e le storie e andando nei luoghi dove prendeva forma la cultura di resistenza del mondo popolare. Per esempio, andando a Davidson e Wilder, due sperduti villaggi minerari dove il leader dello sciopero, Barney Graham, fu ammazzato dai sicari dell'azienda, e sua figlia ne canto' la lotta e la morte in una memorabile canzone. Myles Horton era li', parlo', ascolto', raccolse la canzone, e fu arrestato con l'accusa di "essere venuto sul posto, avere preso informazioni sullo sciopero e averle diffuse all'esterno". In quel tempo e in quei luoghi, questo era un reato. Nel 1941, Zilphia, moglie di Myles, era in North Carolina, per lo sciopero dei braccianti neri delle piantagioni di tabacco, e li senti' cantare uno spiritual poco noto: I'll Overcome, Someday, ce la faro', un giorno. Gli spiritual si trasformano facilmente in canzoni di lotta perche' si prestano a un uso collettivo immediato: la forma piu' comune, come in We Shall Overcome, e' quella di una parte fissa che si ripete ogni volta finche' tutti la imparano (deep in my heart, I do believe: nel profondo del cuore, credo veramente che ce la faro', un giorno), e di una parte mobile, che ognuno puo' contribuire a cambiare e improvvisare, adattandola alle situazioni e agli stati d'animo del momento. I'll Overcome, Someday ando' ad aggiungersi agli archivi di Highlander (coi brividi addosso, sentii quella registrazione anch'io, a Highlander, mezzo secolo dopo), e la' rimase fino a un'altra fase della storia. * Con il dopoguerra e la guerra fredda, il rapporto fra Highlander e i sindacati si raffredda fino a spezzarsi: accusati di comunismo, Horton e la sua scuola vengono tagliati fuori dal movimento operaio; nel 1963, la scuola fu incendiata dal Ku Klux Klan e fatta chiudere dal governo del Tennessee. Ma non si perdono d'animo: la scuola riapre poco lontano e con un'altra ragione sociale: un'altra prova superata; e nel frattempo ha anche cambiato ruolo e interlocutori. Nel Sud, il conflitto operaio si e' andato spegnendo nella repressione, ma la questione razziale diventa esplosiva, e Highlander si riconverte a questa nuova causa, dedicandosi a formare i quadri del movimento per i diritti civili. Rosa Parks, sarta di Montgomery, Alabama, frequento' un workshop di Highlander; tornata a casa, il suo famoso rifiuto di cedere il posto a sedere su un autobus segregato scateno' il boicottagigo da cui ebbe inizio tutto il resto. Piu' tardi, a Highlander venne lo stesso Martin Luther King, e questa visita servi' ai razzisti per accusarlo di frequentazioni comuniste... Negli incontri con i quadri del nascente movimento, Guy Carawan, che si occupava dei programmi culturali a Highlander, ripropose alla nuova generazione afroamericana la tradizione musicale dello spiritual e del gospel come canzone di lotta. In un primo momento l'idea fu accolta molto freddamente: i nuovi militanti erano giovani, cresciuti col rhythm and blues, e quella gli pareva musica da schiavi e da braccianti - come infatti era. Solo che di quella storia di oppressione e poverta' loro si vergognavano e avevano poca voglia di vedersela ricordare. Ma a mano a mano che la lotta si allargava, e che entravano in campo anche generazioni meno giovani e strati sociali piu' popolari, il potere unificante di quella musica ebbe il sopravvento e il movimento trovo' il suo linguaggio musicale di massa. Guy Carawan aveva cambiato I'll Overcome in We Shall Overcome, dalla speranza alla certezza del futuro, dal singolare al collettivo (come da How I Got Over a We have already come). Pete Seeger venne a Highlander, la senti' cantare nelle manifestazioni in Alabama a Mississippi, la riporto' a New York in un indimenticabile concerto alla Carnegie Hall, e da li' la canzone arrivo' fino al caveau del comune di Piadena. E a Bruce Springsteen, in un disco dove le tengono compagnia non meno di altri tre spiritual passati attraverso le lotte afroamericane, e che - con la dedica esplicita a Pete Seeger (il sottotitolo e' The Seeger Sessions) si riconnette direttamente a questa storia. * Anche Bruce Springsteen ci mette del suo. Non e' tempo di inni collettivi e di manifestazioni di massa, oggi; cosi' la sua We Shall Overcome ritrova in altro modo la dimensione delle origini, non meno sentita ma piu' intima: darling, we shall overcome, someday. Il "noi" introdotto da Guy Carawan adesso e' "noi due". Fino dai tempi di Thunder Road, nelle canzoni di Bruce Springsteen la coppia non e' un mondo chiuso ma la cellula iniziale di una societa' altra, l'inizio del superamento della solitudine e dell'egoismo. Un inno religioso e' diventato una canzone di lotta, e adesso la canzone di lotta si scopre anche canzone d'amore. Ma il messaggio e' sempre lo stesso: io, noi due, noi tutti, ce l'abbiamo fatta fin qui, e ce la faremo, ancora. 6. RIFLESSIONE. MELO FRANCHINA: LO SPECCHIO DI RITA [Ringraziamo Melo Franchina (per contatti: melo.franchina at fastwebnet.it) per questo intervento. Melo Franchina, siciliano, da otto anni vive a Roma, dove svolge l'attivita' di architetto; ha fondato il gruppo "ArteinMovimento" ed e' stato fra i coordinatori di "Arte per", esperienza sorta in occasione del rapimento delle due Simone, con l'intento di invitare gli artisti a produrre un'opera, ispirata alla vicenda, da donare alla ong "Un Ponte per..." (le opere sono tuttora esposte nel sottopasso della metropolitana di Piazza Vittorio); il gruppo ha poi prodotto un evento artistico - "In-sabbia" - alla Casa internazionale delle donne, successivamente divenuto itinerante nelle scuole di Roma, con l'intento di tenere desta la memoria dei tragici eventi insabbiati, da Piazza Fontana all'uccisione di Nicola Calipari. Partecipa attivamente al movimento altermondialista nel gruppo "Bastaguerra". Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo Borsellino assassinato dalla mafia, e' da molti anni insieme a don Luigi Ciotti la principale animatrice dell'associazione "Libera", la principale rete dei movimenti della societa' civile impegnati contro la mafia. E' stata recentemente eletta consigliera alla Regione Sicilia. Dal sito della Wikipedia (http://it.wikipedia.org) riprendiamo la seguente piu' ampia notizia biobibliografica: "Rita Borsellino (Palermo, 2 giugno 1945) e' una cittadina siciliana nota per il suo impegno in campo politico e sociale. Sorella del magistrato Paolo Borsellino, nel 1967 si laureo' in farmacia all'Universita' degli Studi di Palermo, esercitando la professione di farmacista nel capoluogo siciliano per vari anni. E' divenuta, in seguito all'assassinio del fratello, testimone della lotta alle criminalita' organizzate. Nel 1995 divenne vicepresidente di Libera, associazione antimafia fondata da don Luigi Ciotti, di cui e' stata nominata presidentessa onoraria nel 2005. Con Libera ha contribuito in maniera determinante allíapprovazione delle legge 109/96 sull'uso sociale dei beni immobili confiscati alle mafie e sostiene attivamente il progetto Libera Terra. Dal 1992 e' impegnata attivamente nella societa' civile nel campo dell'educazione alla legalita' democratica, nel diffondere una cultura di giustizia e solidarieta', non solo per tener vivo il ricordo del fratello e di tutte le vittime della mafia, ma soprattutto perche' in particolare le nuove generazioni attraverso la conoscenza dei fatti acquistino consapevolezza dei propri diritti, del valore della legalita' e della democrazia, una coscienza critica e responsabile che, una volta adulte, consenta loro di fare scelte giuste e coerenti per il bene loro e della collettivita' nella quale sono chiamate a vivere. Dal 1994 assieme all'Arci Sicilia e in seguito con la collaborazione di Libera contribuisce all'ideazione e alla crescita dell'iniziativa della Carovana Antimafie, un'esperienza ormai di carattere internazionale che mira a "portare per tutte le strade" l'esperienza di un'antimafia propositiva che vuole incidere positivamente sulla realta' economica, sociale, amministrativa dei luoghi che attraversa stringendo intrecci solidali ed etici tra i cittadini, le istituzioni e le diverse realta' della societa' civile organizzata presenti sui territori. Dal 1998 e' presidentessa della 'Associazione Piera Cutino - guarire dalla talassemia', associazione senza scopo di lucro che promuove la ricerca medica contro la talassemia. Numerose sono state le sue iniziative contro le attivita' mafiose ed in favore dell'emancipazione delle donne. Tra le sue opere, impregnate proprio di questi temi, si ricordano Nonostante Donna. Storie civili al femminile (1996); La fatica della legalita' (1999); I ragazzi di Paolo. Parole di resistenza civile (2002); Fare memoria. Per non dimenticare e per capire (2003); Rita Borsellino - Il sorriso di Paolo (2005). Alla fine del 2005 si e' intensificato il suo impegno politico accettando la proposta, veicolata dalla coalizione di centrosinistra, di candidarsi alla presidenza della Regione Sicilia nelle amministrative della primavera 2006... E' sposata dal 1969 e ha tre figli"] Le votazioni in Sicilia, per piu' di un motivo, a me richiamano gli specchi. Cuffaro aveva annunciato che sarebbe stato un voto sulla sua persona. E sapeva quel che diceva: da lunghi anni e' riuscito a programmare - questa si' - la sua permanenza al potere. La maggioranza dei siciliani sembra si sia rispecchiata in questa figura ed ha decretato, votandolo, che non e' colluso con la mafia. E Rita Borsellino ha perso. O meglio: mettiamo un punto interrogativo che scioglieremo alla fine. Certamente a perdere e' stata la coalizione dell'Unione, nel suo insieme, fermandosi ad un misero 35%. Mentre lei e' andata oltre: di 5-6 punti. E 7-8 ne ha sottratti a Cuffaro, nelle preferenze personali. Al di la' dei numeri, quindi - che assegnano "sconfitte" e "vittorie" che poco hanno a che fare oramai con l'essenza della democrazia - questi dati sono, intanto, uno specchio significativo dei mutamenti in atto. Almeno su due punti: - nonostante la sua affermazione, la convinzione che Cuffaro non sia colluso con la mafia tende a diminuire: una percentuale dei suoi elettori lo ha, per la prima volta, abbandonato; - la neocandidata dell'Unione ha dimostrato di essere avanti rispetto ai gruppi di potere della sua coalizione che l'hanno inizialmente osteggiata. I quali perdono dunque due volte: hanno mostrato di non capire i reali fattori di cambiamento, in una realta' complessa come quella siciliana. E sono pronti a specchiarsi con le oligarchie dell'altro schieramento (come con la legge elettorale che hanno contribuito ad emanare), per leggere i risultati in termini di potere. E Rita? Privata quasi del tutto, paradossalmente, della presenza in aula di coloro che l'hanno da subito sostenuta - vittime di quella legge elettorale - si ritrova ad essere capolista di una strana compagnia. Sembra proprio l'immagine di una sconfitta. Ma noi che abbiamo sperato fino all'inverosimile per la sua affermazione, specchiandoci nei valori da lei cosi' limpidamente rappresentati, possiamo fare emergere un'altra lettura. Che da questo rispecchiamento deriva. * Nell'Autoritratto con Gala [quello dall'interminabile titolo che comincia "Dali' di spalle dipinge Gala di spalle..." del 1972-'73 in cui l'istrionico artista catalano riprende, rastrema, rovescia e dialettizza - e acrobaticamente include nel suo pantheon personale e coniugale - Las Meninas di Velazquez che cosi' sapientemente lesse Foucault - ndr] Dali' e' intento a raffigurare il soggetto che gli si nega: sta seduto davanti, di spalle. L'unica possibilita' che egli ha di arrivare all'obiettivo - l'espressione del volto di Gala, la sua essenza - e' la riflessione: uno specchio posto davanti al soggetto ne riflette l'immagine del viso. Ma nella riflessione, l'artista non puo' non includere se stesso - l'espressione del suo viso, la passione che si legge negli occhi, la concentrazione. Il lungo percorso - fisico e mentale - di Rita Borsellino a me sembra in sintonia con questa immagine. Davanti alla Sicilia che "si nega" al cambiamento, Rita - la cui arte e' racchiusa nella forza dei sentimenti, nella capacita' di suscitare emozioni, nella passione etica - ha, semplicemente, posto uno specchio. Dentro il quale, ciascuno ha avuto la possibilita' di vedersi incluso insieme a lei, come attore, nella narrazione di un diverso futuro: quello dei diritti, della verita' e della giustizia, storicamente negati da quelle logiche di potere su cui domina la mafia. Questa semplice "rivoluzione", che ha determinato visibili, pur se insufficienti, cambiamenti, e' stata possibile per la sua credibilita', ormai rara nello scenario politico italiano. Rita se l'e' conquistata nei 14 anni d'impegno antimafia, in prima persona. E questo ha trascinato, soprattutto i giovani: numerosi, rispecchiandosi in lei, da tutta Italia hanno organizzato il Ritaexpress per tornare e votarla: "voto per tornare". Per loro, con loro, e' necessario continuare, con lei, questa rivoluzione. Nei modi possibili, anche da lontano. Osservo questa realta' che lei ha saputo mettere in movimento. Leggo la testimonianza di un dirigente politico: "L'ho visto personalmente l'emozione che ha suscitato Rita e come, con questa, sia riuscita a travolgere interessi mafiosi consolidati"; e la riflessione: "Se ha una difficolta' (l'Unione) e' proprio quella ad esprimere un'anima: intendo un'idea di societa', un popolo che si nomina portatore di un progetto alternativo". Mi dico: no, Rita non ha perso! Certo non ha ancora raggiunto l'obiettivo. Che era forse un miraggio in un tempo in cui molti preferiscono evitare gli specchi: per comodita', ignoranza, bisogno o paura. Ma, intanto, questa autorevole donna ha insidiato in modo significativo le "certezze" dei maschi al potere. Ma, proprio per questo, ha piu' bisogno ora di aiuto. A partire dal metodo che ci ha indicato. Rita - come fa Dali' nel dipinto citato - nel metterci lo specchio davanti, trascina anche noi, popolo, nella sua idea di trasformazione necessaria: nel suo progetto alternativo. Ci invita a partecipare da protagonisti: a rifare, ciascuno, il suo percorso mentale, con i propri strumenti, con le proprie idee, per moltiplicare gli spazi di riflessione che, da individuali, diventano via via collettivi. Per raggiungere insieme l'obiettivo. A partire dal prossimo, insidioso, referendum. 7. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: PESCI [Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) per questo intervento. Enrico Peyretti (1935) e' uno dei principali collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri piu' nitidi della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, ricerca di cui una recente edizione a stampa e' in appendice al libro di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui Enrico Peyretti ha curato la traduzione italiana), e che e stata piu' volte riproposta anche su questo foglio, da ultimo nei fascicoli 1093-1094; vari suoi interventi sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.org e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Una piu' ampia bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 731 del 15 novembre 2003 di questo notiziario] I pesci sono muti, proverbialmente muti. Non hanno neppure il lamento, quella voce informe che serve a chiunque non sia muto per chiedere aiuto, se c'e' nei paraggi un misericordioso. Il loro lamento, che coglie solo chi li guarda con occhio pietoso, mentre muoiono strappati dal loro mondo vitale, e' solamente quel contorcersi e boccheggiare agonico, che facilmente e distrattamente ma crudelmente sopportiamo sui banchi del mercato o nelle ceste dei pescatori. Ma qualcuno non riesce a vederli morire per il gusto delle nostre tavole e restare tranquillo. C'e' una cosa che posso rimproverare a Gesu', non ne vedo altre: l'aver fatto uccidere pesci, anche in quantita' da spreco, e, a quanto pare, averne arrostiti lui stesso, e mangiati. Anche a me accade ogni tanto di mangiarne, quando altri li ha preparati e non c'e' altro in tavola. Me ne vergogno. Altra carne non ne mangio (non e' un tabu', ma una scelta regolare, per non collaborare ad uccidere animali), salvo un assaggio per cortesia, quando sono in casa d'altri che non sanno. Anche se il medico non e' d'accordo, voglio evitare sempre di piu' di mangiare pesci, se penso al dolore silenzioso e torturante che gli infliggiamo. Meglio di Gesu', su questo, fece san Francesco. Il suo discepolo e compagno eletto, sant'Antonio di Padova, a Rimini (ancora senza turisti e ristoranti) predico' il vangelo ai pesci, invece di pescarli, e ricordo' loro i benefici speciali di Dio. I pesci dimostrarono "tanta reverenza verso Dio creatore" che certi eretici riminesi si commossero e si convertirono. E' narrato nei Fioretti di san Francesco, capitolo XL. Leggenda? Che importa? Ci sono verita' piu' grandi della verita' storica: ogni tanto traspaiono in qualche piccola storia reale, che occhi illuminati conducono per mano alla luce della sua piena verita'. 8. FORMAZIONE. LA NONVIOLENZA NELLA PROSPETTIVA DI GENERE. UN INCONTRO [Da Antonella Sapio (per contatti: antonella.sapio at fastwebnet.it) riceviamo e volentieri diffondiamo. Antonella Sapio, impegnata nei movimenti nonviolenti e nell'educazione alla pace, ha collaborato a numerose iniziative di pace e di solidarieta'; e' tra le piu' note e apprezzate formatrici alla nonviolenza. Monica Lanfranco (per contatti: mochena at tn.village.it), giornalista professionista, nata a Genova il 19 marzo 1959, vive a Genova; collabora con le testate delle donne "DWpress" e "Il paese delle donne"; ha fondato il trimestrale "Marea"; dirige il semestrale di formazione e cultura "IT - Interpretazioni tendenziose"; dal 1988 al 1994 ha curato l'Agendaottomarzo, libro/agenda che veniva accluso in edicola con il quotidiano "l'Unita'"; collabora con il quotidiano "Liberazione", i mensili "Il Gambero Rosso" e "Cucina e Salute"; e'' socia fondatrice della societa' di formazione Chance. Nel 1988 ha scritto per l'editore PromoA Donne di sport; nel 1994 ha scritto per l'editore Solfanelli Parole per giovani donne - 18 femministe parlano alle ragazze d'oggi, ristampato in due edizioni. Per Solfanelli cura una collana di autrici di fantasy e fantascienza. Ha curato dal 1990 al 1996 l'ufficio stampa per il network europeo di donne "Women in decision making". Nel 1995 ha curato il libro Valvarenna: nonne madri figlie: un matriarcato imperfetto nelle foto di fine secolo (Microarts). Nel 1996 ha scritto con Silvia Neonato, Lotte da orbi: 1970 una rivolta (Erga): si tratta del primo testo di storia sociale e politica scritto anche in braille e disponibile in floppy disk utilizzabile anche dai non vedenti e rintracciabile anche in Internet. Nel 1996 ha scritto Storie di nascita: il segreto della partoriente (La Clessidra). Recentemente ha pubblicato due importanti volumi curati in collaborazione con Maria G. Di Rienzo: Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Cura e conduce corsi di formazione per gruppi di donne strutturati (politici, sindacali, scolastici) sulla storia del movimento delle donne e sulla comunicazione] Il 23-25 giugno 2006 si svolgera' un incontro sul tema "La nonviolenza nella prospettiva di genere". La proposta nasce dall'esigenza di confrontarsi sulle tematiche di genere secondo l'approccio della nonviolenza, intesa come percorso di consapevolezza e, dunque, di liberazione da aspetti di vincolo socioculturale e psicorelazionale. L'esperienza, a carattere residenziale, verra' condotta secondo modalita' di gruppo-training e sara' incentrata a pratiche di conoscenza di se' nella relazione, secondo una prospettiva di genere. Il lavoro esperienziale sara' alternato a momenti a carattere seminariale con una riflessione comune sui temi trattati e sara' condotto da Antonella Sapio e Monica Lanfranco. Le attivita' saranno svolte presso la Casa in via delle Pietre Bianche, a Baia Domizia (Caserta) da venerdi' 23 giugno (con arrivo alle 18) a domenica 25 giugno (con termine dopo pranzo). Le iscrizioni sono limitate a dieci persone. L'ospitalita' e l'iscrizione sono gratuite; e' richiesto un contributo per le spese di soggiorno. Per informazioni: Nadia De Luzio (tel. 3489125784) o Fernanda Spina (tel. 3336098307). 9. LETTURE. GIULIO ANGIONI: LE FIAMME DI TOLEDO Giulio Angioni, Le fiamme di Toledo, Sellerio, Palermo 2006, pp. 384, euro 11. Vasto un romanzo storico che e' anche luogo in cui si pongono e discutono temi che ancora vivamente ci toccano. Temi in riferimento ai quali sovente ci siamo chiesti se lo strumento del romanzo storico abbia ancora la forza ermeneutica che ad esempio Lukacs ancora trovava nel capolavoro di Manzoni, o se per l'appunto dopo Manzoni in Italia il romanzo storico sia divenuto un'impresa impossibile se non nelle forme di uno spericolato sperimentalismo o di un ironico uso per cosi' dire messo in abisso e metaletterario. Ci vien talora fatto di pensare che il solo romanzo possibile nella letteratura italiana postmanzoniana sia quello d'impostazione realista d'ambiente contemporaneo, o quello che recupera e riattiva la favolistica filosofica, o infine - e ci pare la grande novita', la grande rottura novecentesca schiudente e ancora insuperata - la congiunzione delle due proposte in Svevo. E da Svevo talvolta ci pare si dipartano e Calvino e Sciascia, dalla prosa cosi' limpida e liquorosa ma ad un tempo compatta e concentrata, la cui lezione particolarmente ci pare l'autore, acuto antropologo, abbia qui inteso meditare. 10. LETTURE. HELENE PARASKEVA: NELL'UOVO COSMICO Helene Paraskeva, Nell'uovo cosmico, Fara Editore, Sant'Arcangelo di Romagna 2006, pp. 206, euro 17. Un romanzo scritto come una sceneggiatura, che mescida codici linguistici e culturali e generi letterari diversi in una narrazione dai molti echi. L'autrice, nata ad Atene e residente a Roma, con una forte esperienza professionale di insegnamento ma anche un'intensa esperienza esistenziale e riflessione fenomenologica sulla condizione della persona migrante, ha gia' pubblicato vari racconti in rivista e in volume, e un testo per i licei. 11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 12. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1315 del 3 giugno 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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