La nonviolenza e' in cammino. 1311



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1311 del 30 maggio 2006

Sommario di questo numero:
1. Martina Pignatti Morano: Un appello
2. Martina Pignatti Morano, Zaid Wardi: Il potere della nonviolenza per la
trasformazione del conflitto iracheno
3. Costituito il Comitato "Via le bombe"
4. Sicilia
5. Il 2 giugno festa della Costituzione e della pace
6. Maria G. Di Rienzo: Il grande giocoliere (con una intervista di
Sharmishta Choudhari ad Ashikul Islam)
7. Stefano Liberti: Un incontro con Ryszard Kapuscinski
8. Letture: Umberto De Giovannangeli, Terrorismo. Al Quaeda e dintorni
9. Letture: Luigi Monardo Faccini, L'uomo che nacque morendo
10. Letture. Mauro Lucco (a cura di), Antonello da Messina. L'opera completa
11. Aristarco Scannaratti: Ultimo bando dal Monte Parnaso
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'

1. INIZIATIVE. MARTINA PIGNATTI MORANO: UN APPELLO
[Ringraziamo Martina Pignatti Morano (per contatti: pignattimora at unisi.it)
per questo appello. Martina Pignatti Morano, militante della Rete di
Lilliput e del Centro Gandhi di Pisa, sta completando ad Oxford i suoi studi
di dottorato di ricerca in economia politica, interessandosi, in una
prospettiva nonviolenta, dell'elaborazione di modelli di pianificazione
economica dal basso. Come condirettrice dei "Quaderni Satyagraha" ha
organizzato la sessione tematica sulla nonviolenza durante il Social Forum
Mondiale di Porto Alegre (gennaio 2005) e il Nonviolence Training di Amman
(gennaio 2006); ha curato il volume 7 di "Quaderni Satyagraha", monografico
sul tema "Il peacekeeping non armato"]

Cari amici,
vi inoltro informazioni sull'interessante e coraggiosa campagna avviata oggi
in Iraq dalla rete Laonf (nonviolenza): la settimana irachena per combattere
la violenza, che si svolge da oggi 27 maggio al 2 giugno 2006. L'iniziativa,
coordinata dall'associazione di Baghdad al-Mesalla (di cui fa parte Ismaeel
Dawood, che molti di voi conoscono), prevede volatinaggi nei principali
collegi universitari di Baghdad e altre grandi citta' irachene, discorsi
pubblici durante la preghiera del venerdi' a Baghdad, Basrah, Dayala, Wasit,
e probabilmente Najaf (anche in una chiesa cristiana).
Vi mando una relazione scritta con Zaid di al-Mesalla. Altre informazioni
piu' dettagliate verranno riportate sul sito in lingua araba www.laonf.org
Non esitate a contattare me o Zaid Wardi info at laonf.org per sostenere il
lavoro di questa nuova rete di organizzazioni irachene.
Saluti di pace,
Martina Pignatti Morano

2. INIZIATIVE. MARTINA PIGNATTI MORANO, ZAID WARDI: IL POTERE DELLA
NONVIOLENZA PER LA TRASFORMAZIONE DEL CONFLITTO IRACHENO
[Ringraziamo Martina Pignatti Morano (per contatti: pignattimora at unisi.it)
per averci inviato questo testo. Zaid Wardi e' impegnato nell'esperienza di
al Mesalla a Baghdad e nella promozione della rete "lanonf" (nonviolenza)]

Nella societa' civile irachena c'e' chi sparge semi di speranza.
Una rete di organizzazioni e individui appartenenti a diversi gruppi etnici,
ideologici e confessionali si sta costituendo attorno alla pubblicazione
on-line www.laonf.org (Laonf in arabo significa "no alla violenza"). Come
dichiarano sul loro sito, "concordano tutti nell'adottare una strategia
nonviolenta come metodo di lotta migliore per costruire un Iraq
indipendente, democratico, pacifico, forte e prospero".
Il sito raccoglie documenti e articoli su casi storici di lotte nonviolente
che hanno portato alla liberazione di popoli da sistemi di dominio, o alla
riconciliazione di societa' divise dalla guerra.
Dopo aver subito la violenza della dittatura, quella dell'embargo ed infine
quella dell'occupazione militare, la societa' civile irachena e' ora
frammentata da conflitti settari in cui le fazioni ed i mandanti sono
difficili da identificare.
Ad ogni modo, una larga parte della popolazione condivide semplici e
trasparenti obiettivi: pace con mezzi pacifici e autodeterminazione del
popolo iracheno in un paese unito.
Questi principi comuni hanno consentito la partecipazione di varie
organizzazioni ad una campagna che viene ora lanciata dalla rete: la
settimana irachena per combattere la violenza, che si svolge dal 27 maggio
al 2 giugno 2006.
L'organizzazione che sta coordinando l'iniziativa e' al-Mesalla, con sede a
Baghdad, che si adopera per il rafforzamento della societa' civile irachena.
Questi attivisti sono riusciti a raccogliere nello stesso volantino i loghi
della Lega degli Ulema El-Deen (un'importante organizzazione religiosa
sunnita), la Iraqi Democratic Youth Federation (l'organismo giovanile del
Partito Comunista Iracheno) e altre organizzazioni vicine al movimento
sciita di Moktad Al-Sadr. Il documento si rivolge ai "figli leali dell'Iraq"
e chiede loro di fermare il circolo della violenza e della vendetta, che
serve gli interesse di coloro che "seminano sedizione" per mettere i
cittadini iracheni gli uni contro gli altri. La parte centrale del documento
e' un invito a formulare il seguente giuramento interiore, e mantenersi
fedeli ad esso durante la settimana della nonviolenza: "Giuro sul mio onore
e con piena convinzione di non ricorrere alla violenza per nessuna ragione,
e di pronunciare invece cio' che il figlio di Adamo disse a suo fratello:
"Se tu stendi il tuo braccio su di me per uccidermi, non e' da me stendere
il mio braccio per uccidere te, perche' io temo Dio, compassionevole custode
dei mondi".
La campagna e' stata organizzata in collaborazione con rappresentanze
studentesche universitarie, le quali credono fermamente che solo movimenti
sociali radicati nella societa' civile possano resistere la logica della
violenza, poiche' i leader politici al momento non possono o non vogliono
servire la sete di pace e unita' del popolo iracheno. Alcuni di questi
studenti avevano gia' organizzato un'iniziativa di raccolta di firme tra
studenti, professori e lavoratori di diverse fazioni e religioni, per
promuovere l'unita' di tutti gli iracheni e rifiutare la necessita' di
combattere la violenza con altra violenza, sia a livello personale che
politico.
Durante le ultime settimane gli attivisti, nonostante il pericolo in cui
incorrono e le minacce personali che ricevono, hanno affisso ai muri di
Baghdad centinaia di manifesti che dicono "Ai leali figli dell'Iraq, un
invito a rinunciare alla violenza".
Il cuore della campagna sara' la distribuzione di 20.000 volantini con il
documento gia' citato ed il testo del giuramento nei quattro maggiori
complessi universitari di Baghdad (Jadiriya, Bab-Muadam, Mustansiriya,
Technology) e in altre zone a Kerbala, Bassora, Samarra e Najaf. Le
universita' non sono luoghi sicuri per organizzare eventi pubblici su questi
temi, e anche un semplice striscione metterebbe a rischio l'incolumita'
degli attivisti, quindi le principali attivita' ed i discorsi pubblici si
terranno durante la preghiera del venerdi' in moschee di Baghdad, Bassora,
Dayala, Wasit e probabilmente Najaf. Inoltre, una chiesa cristiana ha
promesso di parlare dell'evento in una speciale messa pontificale che si
terra' di venerdi', invece che di domenica. Altre organizzazioni dal nord
dell'Iraq hanno espresso interesse per la campagna e verranno probabilmente
coinvolte nelle prossime fasi.
*
Queste iniziative hanno origine da una forte fede dei membri di al-Mesalla
nel potere dell'azione nonviolenta per produrre cambiamento politico e
sociale.
Nel gennaio 2005, al Forum sociale mondiale, rappresentanti di al-Mesalla e
dello Studies Centre for Human Rights and Democracy (Falluja) hanno
incontrato una rete di associazioni europee dedite alla promozione della
cultura della nonviolenza gandhiana e alla creazione di corpi civili di pace
come strumento di trasformazione dei conflitti.
L'intesa stabilita in quell'occasione ha portato all'organizzazione di un
programma di formazione sulla nonviolenza attiva per attivisti e politici
iracheni, che si e' svolto ad Amman nel gennaio 2006. I 25 partecipanti sono
stati selezionati dalla due associazioni irachene nell'intero paese,
coprendo un ampio spettro delle componenti religiose, politiche ed etniche
della popolazione irachena. Gli organizzatori europei del programma, che e'
stato finanziato dall'Agenzia Catalana di Cooperazione e Sviluppo, sono Nova
(Spagna), Man (Francia), Centro Gandhi e Un ponte per... (Italia). Il corso,
della durata di una settimana, ha avuto successo nel respingere l'idea che
la nonviolenza si riduca a mera resistenza passiva e nell'illustrare come
una strategia nonviolenta possa essere pianificata con un uso graduale di
mezzi di lotta sempre piu' interventisti.
L'azione nonviolenta, richiedendo un ampio consenso ed incoraggiando la
partecipazione di tutta la popolazione (donne, vecchi e bambini inclusi)
prevede un processo di coscientizzazione e trasmissione del potere alle
masse, che tende ad unire la popolazione nella promozione di obiettivi
comuni.
L'armonia sociale nella ricerca della pace e della giustizia e' l'obiettivo
della societa' civile irachena, e la "settimana irachena per combattere la
violenza" e' un passo estremamente significativo in questa direzione.
I primi aderenti all'iniziativa sono:
= Al-Mesalla (sede a Baghdad, organizzazione laica);
- The Iraqi Democratic Youth Federation (organismo giovanile del Partito
Comunista Iracheno, aderisce la sede centrale di Baghdad);
- The League of Ulema El-Deen (sede a Baghdad, organizzazione islamica
gestita da leader religiosi sunniti);
- The Observer of Human Rights Center (sede a Najaf, base largamente sciita
ma afferma di essere indipendente e neutrale rispetto a religione ed etnia);
- The Youth Federation of New Iraq (sede a Baghdad, vicina alla corrente
sciita di Sadr);
- Al-Shahidain Al-Sadrain's Center for General Research & Studies (sede a
Baghdad, vicina alla corrente sciita di Sadr);
- The Independent Federation of Iraqi Trade Unions (sede a Baghdad, vicina
alla corrente sciita di Sadr);
- The Independent Federation of Cooperative Farmers Unions (sede a Baghdad,
vicina alla corrente sciita di Sadr);
- The National Center for Social & Historical Studies (sede a Bassora,
gestito da studiosi e alte personalita', sostenuta dal partito sciita di
Al-Fadhila che sostiene di rappresentare l'originale corrente di Sadr,
precedente a Moktada).
*
Per ulteriori informazioni e per sostenere l'iniziativa, contattare "Laonf":
e-mail: info at laonf.org, sito: www.laonf.org

3. INIZIATIVE. COSTITUITO IL COMITATO "VIA LE BOMBE"
[Da Tiziano Tissino (per contatti: t.tissino at itaca.coopsoc.it) riceviamo e
volentieri diffondiamo. Tiziano Tissino e' impegnato nel movimento
nonviolento dei "Beati i costruttori di pace" ed in numerose altre
esperienze ed iniziative nonviolente; e' tra i promotori dell'azione legale
contro la presenza delle bombe atomiche americane ad Aviano]

Si e' svolta domenica 28 maggio a Pordenone l'assemblea costituente del
Comitato "Via le bombe".
In un'affollata assemblea, sono stati sviscerati i motivi che hanno portato
alla presentazione dell'atto di citazione contro il governo Usa in cui si
chiede la rimozione di tutte le atomiche presenti nella base Usaf di Aviano.
E' stata sottolineata l'importanza che i cittadini si facciano carico di
difendere il diritto internazionale dei diritti umani, visto che molto
spesso gli Stati abdicano ai loro impegni in questa direzione, quando non
sono essi stessi i primi a violarlo.
E' stato anche ribadito come questa azione legale possa diventare una sorta
di strumento per riportare all'attenzione dell'opinione pubblica
l'immoralita', l'illegalita' e la pericolosita' della presenza nucleare sul
nostro territorio.
Nel corso dell'assemblea e' stato approvato lo statuto del Comitato, il cui
intero testo, unitamente all'atto costitutivo, e' fin d'ora disponibile
all'indirizzo web: www.vialebombe.org/documenti/statuto
*
Gli scopi del Comitato sono cosi' definiti all'articolo 1:
- sensibilizzare la popolazione friulana e nazionale affinche' sviluppi una
maggiore consapevolezza sulla realta' del nucleare e sui problemi etici,
ambientali, giuridici che essa comporta;
- intervenire nella causa civile N. R. G. 4720/2005 presso il Tribunale di
Pordenone promossa contro il governo degli Stati Uniti d'America per la
rimozione degli ordigni nucleari dalla base di Aviano e dal territorio
italiano;
- creare un fondo vincolato a sostenere le attivita' del Comitato e in
particolar modo le spese processuali per una eventuale soccombenza.
Il Comitato si prefigge, altresi', la realizzazione con modalita'
nonviolenta di ogni iniziativa utile al raggiungimento di tali scopi.
Il Comitato non ha fini di lucro, e gli eventuali proventi non possono in
nessun caso essere divisi, neanche in forme indirette, tra gli associati.
*
Sono stati infine nominate le cariche sociali.
E' stata eletta presidente Lisa Clark, fiorentina, da tempo impegnata sul
tema del nucleare (l'anno scorso ha rappresentato il movimento per la pace
italiano alla Conferenza di Revisione dell'Npt - Trattato di non
proliferazione nucleare - a New York), mentre il consiglio direttivo sara'
composto da Marina De Giusti (vicepresidente), Paolo Corazza (tesoriere),
Patrizia Creati, Stefano Barazza e da quattro dei promotori dell'azione
legale (Tiziano Tissino, Giuseppe Rizzardo, Michele Negro e Carlo Mayer).
Il nuovo direttivo si mettera' al lavoro fin dai prossimi giorni per
organizzare una serie di iniziative sul territorio in occasione del 7
luglio, data in cui avra' luogo la prima udienza del processo e vigilia del
decennale di una storica sentenza della Corte Internazionale dell'Aja che
sanci' l'illegalita' dell'uso e della minaccia delle armi atomiche.
Fuori le atomiche dall'Italia, fuori le atomiche dalla storia.
*
Comitato "Via le bombe", sito: www.vialebombe.org
Per tenersi aggiornati sulle attivita' del Comitato, ci si puo' iscrivere
alla sua newsletter inviando una e-mail vuota a: subscribe at vialebombe.org
Per aderire al Comitato, e' possibile utilizzare l'apposito modulo
disponibile nel sito: www.vialebombe.org

4. RIFLESSIONE. SICILIA

La conferma di Cuffaro in Sicilia, per quanto ampiamente prevista, resta una
dolorosa sconfitta della democrazia.
Con la candidatura di Rita Borsellino le elezioni regionali siciliane
avevano assunto il carattere specifico di essere elezioni in cui la scelta
diveniva nitidamente ed essenzialmente tra la lotta alla mafia e
l'acquiescenza, la complicita' con la mafia. Perche' la candidatura di Rita
Borsellino questo precisamente tematizzava: il dovere di combattere la
mafia.
Un elettore su tre non e' andato a votare: ed ogni volta che la
partecipazione scema la democrazia perde, vincone le oligarchie, vincono i
gruppi di potere, vincono le complicita'.
Rita Borsellino guidava un fronte di liberazione. Ha vinto la conservazione:
la conservazione di uno status quo nel quale il potere mafioso (con i gruppi
e gli interessi ad esso contigui o subalterni) resta il dominus.
La lotta continua. E l'esperienza della candidatura di Rita Borsellino ha
avuto comunque un valore morale e politico grande, per quanto ha
testimoniato e suscitato, disvelato e messo a tema, accolto, ideato e agito,
coalizzato e messo in movimento; e tutte e tutti coloro che questa
esperienza hanno animato e sostenuto anche noi ringraziamo, poiche' quella
lotta e' anche la nostra.

5. IL 2 GIUGNO FESTA DELLA COSTITUZIONE E DELLA PACE
[Riproponiamo ancora - aggiungendo le ulteriori adesioni pervenute -
l'appello per il 2 giugno festa della Costituzione, senza l'abusiva parata
militare, scritto da Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) e
sottoscritto gia' da numerose persone]

Signor Presidente della Repubblica,
insieme ai nostri vivi auguri per il Suo alto compito, Le rivolgiamo una
calda richiesta, che viene dal popolo della pace, di festeggiare il prossimo
2 giugno come vera festa della Costituzione, come festa del voto popolare
che ha voluto la Repubblica e eletto la Costituente, e niente affatto come
festa militare.
Ammessa, per amore di dialogo, e non concessa la necessita' dell'esercito -
che noi come tale discutiamo (tra esercito e polizia democratica la
differenza e' essenziale, come tra la violenza e la forza, la forza omicida
e la forza non omicida) - esso non e' assolutamente il simbolo piu' bello e
vero della patria, non e' l'esibizione giusta per il giorno della festa
della Repubblica: nell'ipotesi piu' benevola, e' soltanto una triste
necessita'.
La parata militare e' brutta tristezza e non e' festa. La parata delle armi
non festeggia la vita e le istituzioni civili del popolo, non dimostra
amicizia verso gli altri popoli, non e' saggezza politica. Non e' neppure un
vero rispetto per chi, sotto le armi, ha perso la vita.
Rispettando le diverse opinioni, e' un fatto inoppugnabile che l'esercito
non ha avuto alcuna parte nell'evento storico del 2 giugno 1946, quando
unico protagonista e' stato il popolo sovrano e l'azione democratica
disarmata: il voto.
Nella festa del 2 giugno l'esercito e' fuori luogo, occupa un posto che non
e' suo.
*
Primi firmatari: Enrico Peyretti, Lidia Menapace, Anna Bravo, Giancarla
Codrignani, Angela Dogliotti Marasso, Alberto L'Abate, Marco Revelli, Luigi
Sonnenfeld, Gianguido Crovetti, Michela Vitturi, Patrizia Rossi, Alessandra
Valle, Gennaro Varriale, Clara Reina, Enzo Arighi, Fabio Ragaini, Pasquale
Pugliese, Nella Ginatempo, Stefano Longagnani, Martina Pignatti Morano,
Ilaria Giglioli, Francesca Vidotto, Simone D'Alessandro, Carlo Corbellari,
Franca Maria Bagnoli, Mario Signorelli, Lucia Ceccato, Nandino Capovilla,
Maria G. Di Rienzo, Carlo Minnaja, Melo Franchina, Carmine Miccoli, Doriana
Goracci, Mariagrazia Campari, Stefano Dall'Agata, Enea Sansi, Alfredo Izeta,
Claudia Cernigoi, Michele de Pasquale, Antonio Sorrentino, Aldo e Brunella
Zanchetta, Roberto Fogagnoli, Franco Borghi, Enza Longo, Annalisa Frisina,
Alessandro Cicutto, Marcella Bravetti, Giuliana Beltrame, Giuliano Cora',
Mariangela Casalucci, Mao Valpiana, Margherita Del Bene, Sergio Giorni,
Claudia Marulo, Dario Cangelli, Carlo Ferraris, Danila Baldo, Gino Buratti,
Marco Tarantini, Elisabetta Donini, Francesco Cappello, Donato Zoppo,
Antonella Sapio, Franca Franchini, Franco Franchini, Francesco D'Antonio,
Maurizio Campisi, Letizia Lanza, Adriana Mascoli, Francesco Boriosi,
Agostino Regnicoli, Assunta Signorelli, Maria Edoarda Trillo', Giovanni
Sarubbi, Angela Lostia, Antonia Sani, Lidia Maggi, Renzo Craighero, Antonio
Campo, Franco Bardasi, Giancarlo Nonis, Maria Laura Massai, Piergiorgio
Acquistapace, Maria Teresa Pellegrini Raho, Tiziano Tissino, Antonio
Dargenio, Mirella Sartori, Pierpaolo Loi, Sergio Vergallito, Alessandra De
Michele, Luisa Gissi, Margherita Moles, Bortolo Domenighini, Norma
Bertullacelli, Giuseppe Pavan e Carla Galetto, Giorgio Grimaldi, Giovanni
Santoruvo, Paolo Rosa', Sashinka Gorguinpour, Alidina Marchettini, Luca
Bolognesi, Edoardo Daneo, Patrizia Parodi, Antonio Bianciardi, Francesco
Pavanello, Riccardo Borgioli, Leila d'Angelo, Alberto Procaccini, Giorgio
Gallo, Giuseppina Catalano, Pasquale Iannamorelli, Maria Rosaria Mariniello,
Luigi Pirelli, Osvaldo Ercoli, Rodolfo Carpigo, Pierluigi Ontanetti, Bruno
Fini, Marco A. Lion, Anna Maria Bruzzone, Massimo Dalla Giovanna, Bruno
(Alberto) Simoni, Fabio Corazzina, Sofia Del Curto, Sandra Cangemi, Giuseppe
Reitano, Katia Bouc, Lucilla Mancini, Giuliana Cupi, Tommaso Gamaleri,
Alberta Pongiglione, Alessandro Gamaleri, Daniele Dalmazzo, Daniela
Musumeci, Claudia Berton, Cristiano Rodighiero, Francesca Mele, Massimiliano
Carra, Luciano Ghirardello, Irene Campari, Gianluca Carmosino, Evelina
Savini, Maria Pia Simonetti, Giuliano Falco, Laura Picchi, Andrea Picchi,
Marcella Fasciolo, Carlo Olivieri, Gabriele Aquilina e Elena Dall'Acqua,
Carlo Schenone, Silvano Tartarini, Maria Stella Ruffini, Maurizio Berni,
Agnese Manca, Elisabetta Badessi, Francesco Fiordaliso, Vito Correddu,
Pierangelo Monti, Annamaria Rivera, Antonino Drago, Gianfranco Laccone,
Michele Stragapede, Giacomo Grasso, Floriana Lipparini, Chiara Cavallaro,
Albino Bizzotto, Marcello Storgato, Fabrizio Canaccini, Marta Giraudo,
Flavia Neri, Giusi Lauro, Paola Bientinesi, Andrea Maggi, Marco Giubbani,
Lucia Salemi, Marco Mamone Capria, Alberto Trevisan, Tiziana Bonora, Roberto
Varone, Maria Luisa Paroni, Chiara Pedersoli, Eugenio Lenardon, Paola
Vallatta, Davide Ballardini, Rosa Graziuso, Eleonora Parlanti, Antonio
Ariberti, Simone Mantia, Francesca Vecera, Osvaldo Dino del Savio, Barbara
Todaro, Costanza Vecera, Augusta De Piero, Renato Mirabile, Elena Malan,
Ronal Mirabile, Dina Losi, Michele Gramazio, Franco Verderi, Giuseppe
Gonella, Silvia Trombetta, Luca Giusti, Gigi Perrone, Silvia Vienni, Piero
Coltelli, Margherita Granero, Roberta Ronchi, Ezio Bertaina, Rosaria
Lombardi, Anna Culpo e Andrea Piazza, Andrea Montagner, Roberto Vignoli,
Marneo Serenelli, Giuliano Pontara, Sara Michieletto, Elvio Arancio, Luisa
Mondo, Carla Capella, Daniele Biagiotti, Attilio Aleotti, Gianpaolo
D'Errico, Silva Falaschi, Antonio Versari, Daniele Vasta, Cristina Ferrando,
Daniele Todesco, Renato Solmi, Alfredo Panerai, Giovanni Pellegrini Raho,
Tarcisio Alessandrini, Francesco Lo Cascio, Pio Russo Krauss, Alberto
Marcone, Tommasina Squadrito, Lucia Russo, Tiziano Cardosi, Maria Perino,
Stefano De Guido, Vincenzo Dipierro, Fabiola Campillo, Guy Fontanella,
Teresa Maria Sorrentino, Sante Gorini, Daniela Giammarco, Pina Garau,
Roberta Consilvio, Gaetano Pascoletti, Isabella Sardella Bergamini, Carla
Pellegrini Raho, Anna Maria Livierato, Franco Capelli, Beatrice Dolci,
Giovanni Zardi, Maurizio Peresani, Donatella Cortellini, Mauro Venturini,
Marisa Mantovani, Guido Cristini, Sergio Mandolesi, Cinzia Abramo, Simona
Venturoli, Francesca Ortali, Simona Morello, Silvia Munari, Paolo
Bertagnolli, Carla Guerra e Massimo Zesi, Carmine Ferrara, Maria Amalia
Girardi, Antonio Giuffre', Dario Scarpati, Claudia Tessaro, Illia
Martellini, Roberto Guelpa, Alessandro Pesci, Roberto Saba, Micol Dell'Oro,
Gisella Bordet, Stefano Montani, Maria Pia Cortellessa, Giuliano Spinelli,
Giovanni Mandorino, Antonio Peratoner, Susanna Neuhold, Alfredo Panerai,
Stefano Mazzucco, Alessio Di Florio, Caterina Lusuardi, Graciela De La Vega,
Giacomo Alessandroni, Mauro Migliazzi, Daniela Este, Davide Morano, Luca
Paseri, Roberto Benvenuti, Renato Moschetti, Romano Martinis, Francesco
Aroldi, Daniela Occelli, Modesta Colosso, Elena Cianci, Giorgio Beretta,
Alessandra Principini, Silvia Giamberini, Luca Agnelli e Samuela Bozzoni,
Claudio Dalla Mura, Elio Rindone, Giuliana Bertola Maero, Annamaria Pistoia,
Paolo Brentegani, Manuel Marabese, Norma Bertullacelli, Laura Caradonna,
Giovanni Russotto, Paolo Vitali, Tilde Giorgi, Andrea Maffei, Marino Renda,
Daniele Oian, Pino Ficarelli, Cosimo Magnelli, Antonio Mancini, Fiorella
Rambaudi, Cesira Lupo, Claudia Berlucchi, Fabrizio Bianchi, Lulu' Ortega
Madrigal, Roberto Gallo, Fulvio Cesare Manara, Salvino Franchina, Davide
Scaccianoce, Luca Kocci, Stefano Terzi e Stefania Vergnani, Giandomenico
Potestio; Sara Panzeri, Antonella Litta, Giovanni Fiorentini, Stefano
Barbacetto, Vittorio Di Munzio, Gabriella Grasso, Amedeo Tosi, Dorella
Battistella, Radesca Dominguel, Marco Gorini, Roberta Peyrot, Simone
Puggelli, Salvatore Nasca, Anna Castelnuovo e Elio Pianezzola, Barbara
Tozzi, Rossana Montecchiani, Secondo Ferioli, Anna M. Guantario, Fiamma
Negrini, Donatella Sacco, Igor Lazzarini, Pasquale De Sole, Luciano
Militello, Alberto Giannini, Luca Villa, Giustina Diligenza, Gianfranco
Frascione, Maria Margherita Gaetani di Laurenzana, Claudia Tessaro, Luisa
Morgantini, Edoardo Nucci, Artusa Maria Antonietta, Angela Nucci, Patrizio
E. Tressoldi, Mariella Lecchi, Giacomo Ambrosino, Mario Polizzi, Francesco
Gana, Sergio Dalmasso, Annarita Cardarelli, Marina Martignone, Livio
Miccoli, Paola Cotticelli, Nazzareno Gabrielli, Giuseppe Coscione, Maria
Caterina Cifatte, Danilo Bernardi, Francesco Anselmo, Andrea Baglioni,
Rosanna Burdisso, Fabiana Valpiani, Gianni Brianese, Sergio Parmentola,
Ghirardotti Domenico, Fantino Luciano, Simone Hardt, Alberto Maria Milazzo,
Giorgio Guzzetta e Cinzia Scicchitano, Paola Merlo, Gianni Alioti e Danila
Orlando, Antonella Prota Giurleo, Emiliano Piredda, Mina Ria, Gianmario
Campana e Claudia Aime, Angela Giuffrida, Giancarlo Saccani, Michele Citoni,
Caterina Di Francesco, Silvia Buonamico, Celeste Grossi, Paola Barassi, Juri
Bossuto, Alberto Deambrogio, Sergio Dalmasso, Gian Piero Clement, Matteo
Salvai, Silvia Cazzaniga, Maria Ausilia (Lilli) Marinello, Eliseo Politi,
Elisabetta Oliani, Ettore Miserocchi, Costanza Lerda, Lidia Nembrini,
Emanuele Fantini, Alberto Camata, Silvia Moiraghi, Mauro Castagnaro,
Stefania Dall'Aglio, Cristina Mocciola, Gaetano Bonifacio, Luigi Mazzocchio,
Chiara Casella, Anna Del Piano, Valerio Oddone, Manuela Romano', Raffaella
Grasso Salvadori, Stefano Jalla, Pierluigi Monaco, Teresa Ducci, Serena
Valenti, Mauro Carlo Zanella, Alessandro Romani, Luciano Corradini, Guido
Vaudetto, Graziella Bernabe', Dante Ferrari, Diego Coriasco, Davide
Scaglianti, Rita Marturano, Alessandra Tebaldi e Flavio Pessina, Gian
Francesco Azzali, Angelo Gandolfi, Andrea Cozzo, Natalina Marconato, Angelo
Ballardini, Giuseppe Simoni, Antonella Valer, Adriana Gatti...
*
Per aderire all'iniziativa: scrivere lettere recanti il testo dell'appello
al Presidente della Repubblica (all'indirizzo di posta elettronica:
presidenza.repubblica at quirinale.it, ricordando che si deve firmare con il
proprio nome, cognome e indirizzo completo, altrimenti le lettere non
vengono prese in considerazione), e comunicare a "La nonviolenza e' in
cammino" (e-mail: nbawac at tin.it) di avere scritto al Presidente.

6. MONDO. MARIA G. DI RIENZO: IL GRANDE GIOCOLIERE (CON UNA INTERVISTA DI
SHARMISHTA CHOUDHARI AD ASHIKUL ISLAM)
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
questo intervento.
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio;
prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, regista
teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche
sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica
dell'Universita' di Sidney (Australia); e' impegnata nel movimento delle
donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei
diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di
Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra
Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne
nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005.
Sharmishta Choudhary e' una giornalista indipendente.
Ashikul Islam, bambino di strada, e' ora regista cinematografico]

A undici anni, Ashikul Islam ha gia' vissuto una vita piena di eventi. Non
molto tempo fa mendicava per le strade e dormiva per terra dove gli
capitava. Quest'anno ha vinto un premio per il miglior film presentato al
Festival internazionale del "Cinema per ragazzi fatto dai ragazzi", ad
Atene.
Il suo cortometraggio "Ami" (Io sono) dura venti minuti e mostra la vita dei
bambini di strada in India.
Ashikul e' rimasto orfano a quattro anni, ed ha vissuto per un po' con la
nonna che lo ha successivamente abbandonato. Suo fratello maggiore Afradul,
all'epoca dodicenne, lo porto' a lavorare con se' in una fabbrica di
cinture: il compito di Ashikul, a neppure cinque anni d'eta', era di
spalmare colla su strisce di cuoio che successivamente sarebbero state
punzonate con borchie dal fratello. Le manine di Ashikul erano impacciate, e
spesso spalmava la colla dalla parte sbagliata: molto presto si ritrovo' per
strada, seduto a mendicare. I marciapiedi avevano pero' gia' molti
occupanti, che resistevano al suo ingresso. Il bambino trovo' lavoro ad un
chiosco che vendeva te' in cambio di due pasti al giorno, poi torno' alla
fabbrica di cinture: e la', a sette anni, venne raccolto dai volontari del
Centro per la comunicazione e lo sviluppo (Ccd) e condotto in una casa per
l'infanzia.
Fu in questo rifugio che Ashikul fu introdotto alla cinematografia. Un noto
regista indiano, Manav Jalan, ando' ad incontrare i 40 ex bambini di strada
di cui Ashikul faceva parte. Jalan dice che sebbene le miserie vissute
fossero parte di loro, i bambini non erano stati derubati della speranza,
ne' del loro desiderio di imparare e sognare. Jalan ed il suo assistente,
Nidhi Mehrotra, organizzarono laboratori di fotografia e cinematografia.
Ashikul ricorda che per prima cosa chiesero a lui ed agli altri bambini di
sedersi e dipingere su carta i loro pensieri. Dopo poche altre sessioni,
Ashikul aveva pronto il soggetto per il suo primo film: lui lo avrebbe
diretto, mentre il suo miglior amico Saiful Mandal, pure undicenne, avrebbe
manovrato la cinepresa.
Nell'intervista che segue, realizzata dalla giornalista indipendente
Sharmishta Choudhary, Ashikul racconta delle sue esperienze al Festival di
Atene e parla delle sue aspirazioni per il futuro.
*
- Sharmishta Choudhary: Com'e' stato vedere il tuo film al Festival e
viaggiare sino ad Atene?
- Ashikul Islam: Mi e' piaciuto tantissimo andare ad Atene. Non ero mai
stato su un aereo, prima. Dopo il decollo, l'aereo e' rimasto fra le nuvole
come in mezzo ad un sandwich. Quando guardavo giu', vedevo tutte le cose
piccolissime, come formiche sul terreno. Atene era bella. Ho visto un
mucchio di film, al festival, incluso il mio. Credo di averne visti circa
45, ma quello che mi e' piaciuto di piu' trattava dell'inquinamento e dei
suoi effetti sull'ambiente. Mi sono fatto un mucchio di nuovi amici. Durante
il festival siamo stati divisi in gruppi e ad ogni gruppo e' stato chiesto
di produrre un filmato. Il tema generale era "le gare e i giochi dei
bambini", quelle cose che non si fanno alle Olimpiadi. Noi abbiamo
realizzato un film di venti minuti, che si chiama "Il grande giocoliere", e
io ne sono stato l'attore principale. Il film e' venuto fuori da un'idea che
io avevo suggerito. Ho raccontato ai miei amici delle persone, soprattutto
donne, che lavorano alle cave di pietra in India. Queste donne si portano
dietro i loro bambini, e i bambini giocano mentre le donne lavorano. Uno dei
giochi piu' frequenti che fanno e' tenere in aria schegge di pietra, come
giocolieri. E' stato molto divertente farlo. Adesso sto lavorando al mio
secondo film. Si chiamera' "Chokh" (L'occhio). Tratta di come gli adulti e i
bambini percepiscano in modo diverso le stesse cose. Per esempio di come ci
si abitui a vedere delle cose e poi non ci si accorga piu' che esistono,
come i bambini e le famiglie che vivono sui marciapiedi.
*
- Sharmishta Choudhary: Come e' stato accolto il tuo film al Festival?
- Ashikul Islam: Molti sono venuti a vederlo e lo hanno apprezzato. "Ami" ha
vinto il primo premio, e io ho avuto una cinepresa in dono e un diploma.
Quando sono andato ad accettare il premio, ho detto che in effetti io ero un
mendicante diventato regista. Parecchi piangevano, mentre raccontavo del mio
passato e del passato dei miei amici che si vedono nel film. Ho detto che
ero venuto ad Atene semplicemente come un bambino che aveva qualcosa da dire
agli altri bambini.
*
- Sharmishta Choudhary: Di cosa parla "Ami"? E' stato difficile girarlo?
- Ashikul Islam: Quando il soggetto e' stato pronto, ho solo dovuto chiedere
ai miei amici di fare delle cose: arrampicarsi, cucinare, assumere delle
espressioni del viso. Volevo parlare delle domande che come bambini ci
facciamo, anche come bambini mendicanti, e a cui gli adulti trovano sciocco
rispondere. I miei amici ed io spesso restiamo a riflettere su cose come:
perche' una papera galleggia sull'acqua e noi no? Come fanno le lucciole a
splendere? Ho messo tutte queste cose nel film. Il cinema mi piace proprio
perche' puo' aiutare i bambini a far arrivare il loro messaggio agli adulti.
Normalmente, i grandi non prestano alcuna attenzione a cio' che i piccoli
hanno da dire.
*
- Sharmishta Choudhary: Quali sono le tue speranze e i tuoi sogni per il
futuro? E per il futuro del mondo?
- Ashikul Islam: Voglio diventare un bravo regista. Voglio mostrare il mondo
dei piccoli, girare film sui bambini e sui loro diritti. Il mondo che sogno
e' un mondo dove i bambini non devono combattere per strada, dove ogni
bambino ha un rifugio, e sperimenta la sicurezza dell'amore. Ho visto cosi'
tanti ragazzini lavorare nei negozi, tirare i riscio', vendere merci,
portare pesi: e questo ad un'eta' in cui avremmo dovuto essere tutti a
scuola. Voglio che questo finisca. Voglio contrastarlo con i miei film.
*
- Sharmishta Choudhary: Che messaggio vorresti mandare ai bambini e agli
adulti in tutto il mondo?
- Ashikul Islam: Ai bambini che sono privilegiati, come io sono ora,
chiederei di aiutare quelli che non lo sono, di fare un passo avanti per le
loro sorelline e i loro fratellini. Agli adulti direi: ascoltate i bambini.
E date ad ogni piccolo una casa in cui vivere.

7. INCONTRI. STEFANO LIBERTI: UN INCONTRO CON RYSZARD KAPUSCINSKI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 15 maggio 2006.
Stefano Liberti e' redattore dell'edizione italiana di "Le Monde
diplomatique".
Ryszard Kapuscinski e' un illustre scrittore e giornalista polacco.
Riportiamo la motivazione dell'attribuzione del Premio Grinzane Cavour per
la Lettura 2003 a Ryszard Kapuscinski: "Grande maestro di giornalismo,
Ryszard Kapuscinski, nato a Pinsk nella Polonia orientale nel 1932, ha
lavorato come corrispondente estero dell'Agenzia di stampa polacca Pap fino
all'inizio degli anni '80. Viaggiatore instancabile, curioso e partecipe
testimone dei destini dei diseredati in Africa e in America Latina,
Kapuscinski ha scritto numerosi libri-reportage che sono diventati veri e
propri classici del genere, una 'straordinaria mistura di arte e reportage',
come ebbe a dire Salman Rushdie. La sua penna mette a fuoco con estrema
lucidita' fin dagli anni '60 la complessita' del continente africano,
registrando fenomeni politici e culturali, contraddizioni e tragedie umane,
in un'epoca in cui l'Occidente guardava con preoccupazione all'Africa per
l'incognita rappresentata da 300 milioni di individui in procinto di entrare
nel panorama politico mondiale. Storia e drammatica quotidianita' si
mescolano felicemente nelle sue pagine, in opere come Il Negus (1982), La
prima guerra del football e altre guerre di poveri (1990) fino al piu'
recente Ebano (2000, Premio Viareggio-Repaci), raccolta di articoli che
riassumono quarant'anni di esperienza come inviato nei paesi africani. La
sua e' l' Africa dei dannati della terra, vissuta con i poveri delle
bidonville, i contadini della savana, i camionisti del Sahara. Kapuscinski
esula da ogni forma di colore od esotismo locali: vuole andare alla radice
dei fatti, individuare le leggi, vecchie e nuove che li governano. E'
l'ottica che lo guida anche altrove: ad esempio in un testo di grande
successo come Shah-in-Shah (1982) che narra un momento cruciale della storia
dell' Iran tra la fine della monarchia sanguinaria di Reza Pahlevi e
l'avvento religioso di Khomeini nel 1979. Anche il tramonto e il
dissolvimento dell' Unione sovietica e' diventato con Imperium (1994), un
libro di intensa ed efficace testimonianza. Perche' gli eventi, grandi o
piccoli che siano, rappresentano per Kapuscinski l'occasione per
vivisezionare, con il tratto felice e disinvolto dello scrittore, storia,
politica e societa' di un paese. Cittadino del mondo, portavoce delle
minoranze, Kapuscinski ha saputo conciliare curiosita' e responsabilita'
morale, impegno e vivacita' di scrittura in nome di coloro per i quali e'
data la speranza, perche', come disse una volta Walter Benjamin, non ne
conoscono alcuna". Opere di Ryszard Kapuscinski: in edizione italiana cfr.
La prima guerra del football e altre guerre di poveri, Serra e Riva, poi
Feltrinelli; Shah-in-Shah, Feltrinelli; Il Negus, splendori e miserie di un
autocrate, Feltrinelli; Imperium, Feltrinelli; Lapidarium, Feltrinelli;
Ebano, Feltrinelli. Cfr. anche il libro di interviste e colloqui (a cura di
Maria Nadotti), Il cinico non e' adatto a questo mestiere. Conversazioni sul
buon giornalismo, e/o, Roma 2002]

Dice di se' Ryszard Kapuscinski: "Ho attraversato decine di paesi, ho
incontrato migliaia di persone, ho visitato i luoghi piu' diversi, ma ogni
volta non manco di stupirmi della varieta' del genere umano". Reporter
rigoroso, instancabile navigatore di luoghi e sensazioni ai quattro angoli
del globo, "maestro di giornalismo" secondo il premio Nobel Gabriel Garcia
Marquez, il settantaquattrenne polacco e' approdato nei giorni scorsi
all'universita' di Siena per una lezione con gli studenti del dottorato di
antropologia, storia e teoria della cultura. Una lezione sul giornalismo e
sulla vita; sul senso del viaggio e della mobilita'; ma soprattutto sul suo
rapporto con Erodoto di Alicarnasso, l'autore delle Storie, che - come ha
confessato nel suo ultimo libro pubblicato in italiano (In viaggio con
Erodoto, Feltrinelli, 2005) - lo ha accompagnato per tutta la sua lunga
vicenda professionale.
"Erodoto - racconta Kapuscinski - e' il primo reporter della storia: per la
sua spasmodica ricerca della verita' e per la necessita' di conoscere
l'Altro, si muoveva incessantemente per il pianeta. Voleva verificare di
persona; vedere con i propri occhi, toccare con mano. Il suo approccio e'
umanista, il suo pensiero aperto, il suo stile sobrio. Da bravo giornalista
ante litteram, sapeva far parlare il prossimo e scomparire umilmente dietro
le sue storie". L'omaggio del cronista polacco al misterioso autore greco
vissuto nel V secolo a. C. e' totale, la sua devozione assoluta. Kapuscinski
mostra di avere un rapporto particolare, ai limiti del morboso, con le
Storie di Erodoto. "In tutti i miei viaggi, ne ho sempre portata una copia
nella valigia".
E dei suoi viaggi parla volentieri, quasi come un Ismaele che, dopo aver
assistito alla mortale e folle tenzone tra Achab e Moby Dick, si gode oggi
un meritato riposo osservando scorrere gli eventi del mondo. Racconta quindi
Kapuscinki di quando, giovane storico votato all'Accademia, si e' dato al
giornalismo "perche' voleva attraversare una frontiera". Ricorda come il
capo dell'agenzia di stampa dove aveva cominciato a lavorare decise di
accontentarlo e lo spedi' in India, terra incognita e lontana, e di come
provoco' lo stupore dei locali apparendo da solo con la sua giacca demodee
in stile est-europeo, senza quel codazzo di sherpa che usualmente
accompagnavano i viaggiatori dalla pelle sbiadita. Racconta di quando
trascorse due anni in Cina, "paese fratello" dove improvvisamente divenne
ospite sgradito per effetto collaterale degli screzi sino-sovietici.
Racconta poi il suo approccio con l'Africa, "un oceano, un pianeta a se
stante, un cosmo vario e ricchissimo".
Kapuscinski giunse a sud del Sahara nel 1957, all'inizio di quella stagione
magica e straordinaria che fu la decolonizzazione. Il Ghana di Kwane Nkrumah
si era appena reso indipendente; le strade di Accra risuonavano di appelli
alla riscossa panafricana. Di li' a poco gran parte delle colonie si
sarebbero affrancate, almeno nominalmente, dalla tutela politica delle
rispettive madrepatrie. Un sussulto di speranza, un vibrante grido di
giubilo, sembravano attraversare da parte a parte il continente. Finche' ci
fu il riflusso, il duro e cocente impatto con la realta': le nuove elite
locali si mostrarono del tutto identiche alle vecchie elite coloniali; i
nuovi padroni si limitarono a ereditare i privilegi dei vecchi, gestendo il
bilancio degli stati come un proprio patrimonio personale. L'Africa rimase
sottomessa, i pochi leader non corrotti furono rovesciati da colpi di stato
o liquidati da sicari finanziati dall'Occidente.
Pochi soldi in tasca, scarsi mezzi tecnologici ma un impulso simile al suo
maestro di Alicarnasso, Kapuscinski ha passato quarant'anni a scandagliare
"questo continente troppo grande per poterlo descrivere". Ha incontrato capi
di stato e semplici cittadini; ha vissuto nei suburbi delle metropoli e in
villaggi riarsi dal sole; ha visto la morte in faccia sotto forma di una
malaria cerebrale; ha raccontato tanto i grandi stravolgimenti politici
quanto la piccola e tribolata esistenza di uomini e donne incontrati per
caso. Come Erodoto, ha sempre voluto verificare di persona, rimestare con le
proprie mani nel torbido della quotidianita'. E, soprattutto, ha sempre
cercato di comprendere le realta' in cui si svolgevano gli eventi che era
stato incaricato di raccontare.
In poche parole, non ha mai abdicato al suo dovere di giornalista. Un dovere
che, secondo il reporter polacco, si declina in poche e inderogabili regole:
stabilire una forte empatia con le persone protagoniste degli eventi;
approfondire sempre le proprie conoscenze e contestualizzare le vicende
narrate. "Oggi siamo bombardati di notizie isolate. Un giorno leggiamo sui
giornali che una barca piena di kurdi e' sbarcata in Sicilia. Un altro che
un camion pieno di asiatici e' stato trovato in Inghilterra. Un altro ancora
che un gruppo di africani cerca di saltare il recinto di Melilla. Si tratta
di piccole notizie separate che ci vengono presentate fuori dal loro
contesto, che e' la miseria e la voglia di riscatto che porta queste persone
ad attraversare frontiere e ad affrontare i rischi del viaggio per
migliorare la propria vita", dice con una punta di malinconia. "I giornali
non prediligono l'inchiesta sul campo, il reportage. Sono per lo piu' noiosi
assemblaggi di notizie d'agenzia. Per questo forse vendono poco".
Narratore lucido e pacato, Kapuscinski appare uno degli ultimi esemplari di
una specie in via d'estinzione, quella dei giornalisti a tutto tondo che
prima di raccontare un evento vogliono comprenderlo; quella dei cronisti
privi di certezze che non viaggiano per trovare conferma di cio' che gia'
credono sapere, ma per indagare e scoprire. "Sono stato in molti paesi, ma
solo di alcuni ho scritto. In altri posti non sono riuscito a cogliere la
realta' a un livello tale da poterla raccontare", racconta con tono
sommesso.
Nell'universo dell'informazione usa e getta che e' diventata ormai il nostro
pane quotidiano, il cronista polacco ha l'aria di un alieno. Come forse
sembrava un alieno Erodoto di Alicarnasso quando, nella Grecia del V secolo
a. C., si interessava all'umanita' e alle esperienze di quei barbari
stranieri che altri si limitavano a schernire.

8. LETTURE. UMBERTO DE GIOVANNANGELI: TERRORISMO. AL QUAEDA E DINTORNI
Umberto De Giovannangeli, Terrorismo. Al Quaeda e dintorni, Nuova iniziativa
editoriale, Roma 2005, suppl. al quotidiano "L'Unita'", pp. 128, euro 5,90.
Una raccolta di articoli, interviste e schede apparsi sul quotidiano
"L'Unita'" nel corso del 2005. A cura di Roberto Arduini, con prefazione di
Antonio Padellaro, e in guisa di introduzione due testi di Mario Soares e
Lucio Caracciolo.

9. LETTURE. LUIGI MONARDO FACCINI: L'UOMO CHE NACQUE MORENDO
Luigi Monardo Faccini, L'uomo che nacque morendo, Nuova iniziativa
editoriale, Roma 2006, suppl. al quotidiano "L'Unita'", pp. 240, euro 6,90.
In forma narrativa, esplicitamente romanzata, ma scrupolosamente fondata sui
dati documentari e sul recupero della memoria della Resistenza, la vicenda
di Rudolf Jacobs, ufficiale della marina militare tedesca che scelse di
lottare nella Resistenza italiana.

10. LETTURE. MAURO LUCCO (A CURA DI): ANTONELLO DA MESSINA. L'OPERA COMPLETA
Mauro Lucco (a cura di, e con il coordinamento scientifico di Giovanni Carlo
Federico Villa), Antonello da Messina. L'opera completa, Silvana
Editoriale - Gruppo Editoriale L'Espresso, Cinisello Balsamo (Milano) - Roma
2006, pp. 384, euro 4,90 (in supplemento al settimanale "L'Espresso). In
occasione della mostra presso le Scuderie del Quirinale, questo prezioso
catalogo dell'opera completa del grande pittore costituisce una monografia
cospicua e cospicuo uno strumento di lavoro. Ma anche, detto piu'
semplicemente, una gioia infinita per i nostri poveri occhi che si offuscano
in un mondo che si offusca non meno.

11. COMUNICAZIONI DI SERVIZIO. ARISTARCO SCANNARATTI: ULTIMO BANDO DAL MONTE
PARNASO

Le persone che inviano interventi (tutti graditi, e tutte ringraziamo) a
questo foglio sottile di silicio vivissimamente pregate e ripregate sono di
scrivere: a) testi almeno meditati; b) in una lingua italiana possibilmente
decente (ad esempio: in italiano si dice "sostenere", "supportare" - molti
sembra lo ignorino - e' verbo del linguaggio dei servi della Cia); c)
evitando peggio che inutili prolissita'; d) scrivendo di fatti e di
pensieri, e non per esibirsi (tra l'altro questo notiziario raggiunge varie
migliaia di lettori che non sono persone amiche della nonviolenza, che non
conoscono il gergo e i vezzi di chi parla nel codice di conventicole, e che
giustamente trovano ridicoli e detestabili tutti i lenocinii); e) non
presumendo che tutti siano capre - o lupi; f) bandendo infine le gigionerie,
e il gioco di allusioni e di ermetismi cui spesso anche chi questo foglio
firma per sua sciaura e nostra si abbandona.
Perche' tanti insistono a voler costringere il nostro manipolo di
verificatori di notizie, revisori di testi e correttori di bozze a passare
ogni giorno ed ogni notte ore e ore e ore a censurare e correggere - e il
piu' delle volte a malincuore dopo lungo lavoro decidere di non pubblicare?
Non facciamoci del male. Amicizia alla nonviolenza e' anche amore di
verita', ed impegno quindi a comunicare in modo comprensibile cose vere, ben
dette, e al pubblico bene intese.

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

13. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1311 del 30 maggio 2006

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