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La nonviolenza e' in cammino. 1311
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1311
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 30 May 2006 00:13:35 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1311 del 30 maggio 2006 Sommario di questo numero: 1. Martina Pignatti Morano: Un appello 2. Martina Pignatti Morano, Zaid Wardi: Il potere della nonviolenza per la trasformazione del conflitto iracheno 3. Costituito il Comitato "Via le bombe" 4. Sicilia 5. Il 2 giugno festa della Costituzione e della pace 6. Maria G. Di Rienzo: Il grande giocoliere (con una intervista di Sharmishta Choudhari ad Ashikul Islam) 7. Stefano Liberti: Un incontro con Ryszard Kapuscinski 8. Letture: Umberto De Giovannangeli, Terrorismo. Al Quaeda e dintorni 9. Letture: Luigi Monardo Faccini, L'uomo che nacque morendo 10. Letture. Mauro Lucco (a cura di), Antonello da Messina. L'opera completa 11. Aristarco Scannaratti: Ultimo bando dal Monte Parnaso 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento 13. Per saperne di piu' 1. INIZIATIVE. MARTINA PIGNATTI MORANO: UN APPELLO [Ringraziamo Martina Pignatti Morano (per contatti: pignattimora at unisi.it) per questo appello. Martina Pignatti Morano, militante della Rete di Lilliput e del Centro Gandhi di Pisa, sta completando ad Oxford i suoi studi di dottorato di ricerca in economia politica, interessandosi, in una prospettiva nonviolenta, dell'elaborazione di modelli di pianificazione economica dal basso. Come condirettrice dei "Quaderni Satyagraha" ha organizzato la sessione tematica sulla nonviolenza durante il Social Forum Mondiale di Porto Alegre (gennaio 2005) e il Nonviolence Training di Amman (gennaio 2006); ha curato il volume 7 di "Quaderni Satyagraha", monografico sul tema "Il peacekeeping non armato"] Cari amici, vi inoltro informazioni sull'interessante e coraggiosa campagna avviata oggi in Iraq dalla rete Laonf (nonviolenza): la settimana irachena per combattere la violenza, che si svolge da oggi 27 maggio al 2 giugno 2006. L'iniziativa, coordinata dall'associazione di Baghdad al-Mesalla (di cui fa parte Ismaeel Dawood, che molti di voi conoscono), prevede volatinaggi nei principali collegi universitari di Baghdad e altre grandi citta' irachene, discorsi pubblici durante la preghiera del venerdi' a Baghdad, Basrah, Dayala, Wasit, e probabilmente Najaf (anche in una chiesa cristiana). Vi mando una relazione scritta con Zaid di al-Mesalla. Altre informazioni piu' dettagliate verranno riportate sul sito in lingua araba www.laonf.org Non esitate a contattare me o Zaid Wardi info at laonf.org per sostenere il lavoro di questa nuova rete di organizzazioni irachene. Saluti di pace, Martina Pignatti Morano 2. INIZIATIVE. MARTINA PIGNATTI MORANO, ZAID WARDI: IL POTERE DELLA NONVIOLENZA PER LA TRASFORMAZIONE DEL CONFLITTO IRACHENO [Ringraziamo Martina Pignatti Morano (per contatti: pignattimora at unisi.it) per averci inviato questo testo. Zaid Wardi e' impegnato nell'esperienza di al Mesalla a Baghdad e nella promozione della rete "lanonf" (nonviolenza)] Nella societa' civile irachena c'e' chi sparge semi di speranza. Una rete di organizzazioni e individui appartenenti a diversi gruppi etnici, ideologici e confessionali si sta costituendo attorno alla pubblicazione on-line www.laonf.org (Laonf in arabo significa "no alla violenza"). Come dichiarano sul loro sito, "concordano tutti nell'adottare una strategia nonviolenta come metodo di lotta migliore per costruire un Iraq indipendente, democratico, pacifico, forte e prospero". Il sito raccoglie documenti e articoli su casi storici di lotte nonviolente che hanno portato alla liberazione di popoli da sistemi di dominio, o alla riconciliazione di societa' divise dalla guerra. Dopo aver subito la violenza della dittatura, quella dell'embargo ed infine quella dell'occupazione militare, la societa' civile irachena e' ora frammentata da conflitti settari in cui le fazioni ed i mandanti sono difficili da identificare. Ad ogni modo, una larga parte della popolazione condivide semplici e trasparenti obiettivi: pace con mezzi pacifici e autodeterminazione del popolo iracheno in un paese unito. Questi principi comuni hanno consentito la partecipazione di varie organizzazioni ad una campagna che viene ora lanciata dalla rete: la settimana irachena per combattere la violenza, che si svolge dal 27 maggio al 2 giugno 2006. L'organizzazione che sta coordinando l'iniziativa e' al-Mesalla, con sede a Baghdad, che si adopera per il rafforzamento della societa' civile irachena. Questi attivisti sono riusciti a raccogliere nello stesso volantino i loghi della Lega degli Ulema El-Deen (un'importante organizzazione religiosa sunnita), la Iraqi Democratic Youth Federation (l'organismo giovanile del Partito Comunista Iracheno) e altre organizzazioni vicine al movimento sciita di Moktad Al-Sadr. Il documento si rivolge ai "figli leali dell'Iraq" e chiede loro di fermare il circolo della violenza e della vendetta, che serve gli interesse di coloro che "seminano sedizione" per mettere i cittadini iracheni gli uni contro gli altri. La parte centrale del documento e' un invito a formulare il seguente giuramento interiore, e mantenersi fedeli ad esso durante la settimana della nonviolenza: "Giuro sul mio onore e con piena convinzione di non ricorrere alla violenza per nessuna ragione, e di pronunciare invece cio' che il figlio di Adamo disse a suo fratello: "Se tu stendi il tuo braccio su di me per uccidermi, non e' da me stendere il mio braccio per uccidere te, perche' io temo Dio, compassionevole custode dei mondi". La campagna e' stata organizzata in collaborazione con rappresentanze studentesche universitarie, le quali credono fermamente che solo movimenti sociali radicati nella societa' civile possano resistere la logica della violenza, poiche' i leader politici al momento non possono o non vogliono servire la sete di pace e unita' del popolo iracheno. Alcuni di questi studenti avevano gia' organizzato un'iniziativa di raccolta di firme tra studenti, professori e lavoratori di diverse fazioni e religioni, per promuovere l'unita' di tutti gli iracheni e rifiutare la necessita' di combattere la violenza con altra violenza, sia a livello personale che politico. Durante le ultime settimane gli attivisti, nonostante il pericolo in cui incorrono e le minacce personali che ricevono, hanno affisso ai muri di Baghdad centinaia di manifesti che dicono "Ai leali figli dell'Iraq, un invito a rinunciare alla violenza". Il cuore della campagna sara' la distribuzione di 20.000 volantini con il documento gia' citato ed il testo del giuramento nei quattro maggiori complessi universitari di Baghdad (Jadiriya, Bab-Muadam, Mustansiriya, Technology) e in altre zone a Kerbala, Bassora, Samarra e Najaf. Le universita' non sono luoghi sicuri per organizzare eventi pubblici su questi temi, e anche un semplice striscione metterebbe a rischio l'incolumita' degli attivisti, quindi le principali attivita' ed i discorsi pubblici si terranno durante la preghiera del venerdi' in moschee di Baghdad, Bassora, Dayala, Wasit e probabilmente Najaf. Inoltre, una chiesa cristiana ha promesso di parlare dell'evento in una speciale messa pontificale che si terra' di venerdi', invece che di domenica. Altre organizzazioni dal nord dell'Iraq hanno espresso interesse per la campagna e verranno probabilmente coinvolte nelle prossime fasi. * Queste iniziative hanno origine da una forte fede dei membri di al-Mesalla nel potere dell'azione nonviolenta per produrre cambiamento politico e sociale. Nel gennaio 2005, al Forum sociale mondiale, rappresentanti di al-Mesalla e dello Studies Centre for Human Rights and Democracy (Falluja) hanno incontrato una rete di associazioni europee dedite alla promozione della cultura della nonviolenza gandhiana e alla creazione di corpi civili di pace come strumento di trasformazione dei conflitti. L'intesa stabilita in quell'occasione ha portato all'organizzazione di un programma di formazione sulla nonviolenza attiva per attivisti e politici iracheni, che si e' svolto ad Amman nel gennaio 2006. I 25 partecipanti sono stati selezionati dalla due associazioni irachene nell'intero paese, coprendo un ampio spettro delle componenti religiose, politiche ed etniche della popolazione irachena. Gli organizzatori europei del programma, che e' stato finanziato dall'Agenzia Catalana di Cooperazione e Sviluppo, sono Nova (Spagna), Man (Francia), Centro Gandhi e Un ponte per... (Italia). Il corso, della durata di una settimana, ha avuto successo nel respingere l'idea che la nonviolenza si riduca a mera resistenza passiva e nell'illustrare come una strategia nonviolenta possa essere pianificata con un uso graduale di mezzi di lotta sempre piu' interventisti. L'azione nonviolenta, richiedendo un ampio consenso ed incoraggiando la partecipazione di tutta la popolazione (donne, vecchi e bambini inclusi) prevede un processo di coscientizzazione e trasmissione del potere alle masse, che tende ad unire la popolazione nella promozione di obiettivi comuni. L'armonia sociale nella ricerca della pace e della giustizia e' l'obiettivo della societa' civile irachena, e la "settimana irachena per combattere la violenza" e' un passo estremamente significativo in questa direzione. I primi aderenti all'iniziativa sono: = Al-Mesalla (sede a Baghdad, organizzazione laica); - The Iraqi Democratic Youth Federation (organismo giovanile del Partito Comunista Iracheno, aderisce la sede centrale di Baghdad); - The League of Ulema El-Deen (sede a Baghdad, organizzazione islamica gestita da leader religiosi sunniti); - The Observer of Human Rights Center (sede a Najaf, base largamente sciita ma afferma di essere indipendente e neutrale rispetto a religione ed etnia); - The Youth Federation of New Iraq (sede a Baghdad, vicina alla corrente sciita di Sadr); - Al-Shahidain Al-Sadrain's Center for General Research & Studies (sede a Baghdad, vicina alla corrente sciita di Sadr); - The Independent Federation of Iraqi Trade Unions (sede a Baghdad, vicina alla corrente sciita di Sadr); - The Independent Federation of Cooperative Farmers Unions (sede a Baghdad, vicina alla corrente sciita di Sadr); - The National Center for Social & Historical Studies (sede a Bassora, gestito da studiosi e alte personalita', sostenuta dal partito sciita di Al-Fadhila che sostiene di rappresentare l'originale corrente di Sadr, precedente a Moktada). * Per ulteriori informazioni e per sostenere l'iniziativa, contattare "Laonf": e-mail: info at laonf.org, sito: www.laonf.org 3. INIZIATIVE. COSTITUITO IL COMITATO "VIA LE BOMBE" [Da Tiziano Tissino (per contatti: t.tissino at itaca.coopsoc.it) riceviamo e volentieri diffondiamo. Tiziano Tissino e' impegnato nel movimento nonviolento dei "Beati i costruttori di pace" ed in numerose altre esperienze ed iniziative nonviolente; e' tra i promotori dell'azione legale contro la presenza delle bombe atomiche americane ad Aviano] Si e' svolta domenica 28 maggio a Pordenone l'assemblea costituente del Comitato "Via le bombe". In un'affollata assemblea, sono stati sviscerati i motivi che hanno portato alla presentazione dell'atto di citazione contro il governo Usa in cui si chiede la rimozione di tutte le atomiche presenti nella base Usaf di Aviano. E' stata sottolineata l'importanza che i cittadini si facciano carico di difendere il diritto internazionale dei diritti umani, visto che molto spesso gli Stati abdicano ai loro impegni in questa direzione, quando non sono essi stessi i primi a violarlo. E' stato anche ribadito come questa azione legale possa diventare una sorta di strumento per riportare all'attenzione dell'opinione pubblica l'immoralita', l'illegalita' e la pericolosita' della presenza nucleare sul nostro territorio. Nel corso dell'assemblea e' stato approvato lo statuto del Comitato, il cui intero testo, unitamente all'atto costitutivo, e' fin d'ora disponibile all'indirizzo web: www.vialebombe.org/documenti/statuto * Gli scopi del Comitato sono cosi' definiti all'articolo 1: - sensibilizzare la popolazione friulana e nazionale affinche' sviluppi una maggiore consapevolezza sulla realta' del nucleare e sui problemi etici, ambientali, giuridici che essa comporta; - intervenire nella causa civile N. R. G. 4720/2005 presso il Tribunale di Pordenone promossa contro il governo degli Stati Uniti d'America per la rimozione degli ordigni nucleari dalla base di Aviano e dal territorio italiano; - creare un fondo vincolato a sostenere le attivita' del Comitato e in particolar modo le spese processuali per una eventuale soccombenza. Il Comitato si prefigge, altresi', la realizzazione con modalita' nonviolenta di ogni iniziativa utile al raggiungimento di tali scopi. Il Comitato non ha fini di lucro, e gli eventuali proventi non possono in nessun caso essere divisi, neanche in forme indirette, tra gli associati. * Sono stati infine nominate le cariche sociali. E' stata eletta presidente Lisa Clark, fiorentina, da tempo impegnata sul tema del nucleare (l'anno scorso ha rappresentato il movimento per la pace italiano alla Conferenza di Revisione dell'Npt - Trattato di non proliferazione nucleare - a New York), mentre il consiglio direttivo sara' composto da Marina De Giusti (vicepresidente), Paolo Corazza (tesoriere), Patrizia Creati, Stefano Barazza e da quattro dei promotori dell'azione legale (Tiziano Tissino, Giuseppe Rizzardo, Michele Negro e Carlo Mayer). Il nuovo direttivo si mettera' al lavoro fin dai prossimi giorni per organizzare una serie di iniziative sul territorio in occasione del 7 luglio, data in cui avra' luogo la prima udienza del processo e vigilia del decennale di una storica sentenza della Corte Internazionale dell'Aja che sanci' l'illegalita' dell'uso e della minaccia delle armi atomiche. Fuori le atomiche dall'Italia, fuori le atomiche dalla storia. * Comitato "Via le bombe", sito: www.vialebombe.org Per tenersi aggiornati sulle attivita' del Comitato, ci si puo' iscrivere alla sua newsletter inviando una e-mail vuota a: subscribe at vialebombe.org Per aderire al Comitato, e' possibile utilizzare l'apposito modulo disponibile nel sito: www.vialebombe.org 4. RIFLESSIONE. SICILIA La conferma di Cuffaro in Sicilia, per quanto ampiamente prevista, resta una dolorosa sconfitta della democrazia. Con la candidatura di Rita Borsellino le elezioni regionali siciliane avevano assunto il carattere specifico di essere elezioni in cui la scelta diveniva nitidamente ed essenzialmente tra la lotta alla mafia e l'acquiescenza, la complicita' con la mafia. Perche' la candidatura di Rita Borsellino questo precisamente tematizzava: il dovere di combattere la mafia. Un elettore su tre non e' andato a votare: ed ogni volta che la partecipazione scema la democrazia perde, vincone le oligarchie, vincono i gruppi di potere, vincono le complicita'. Rita Borsellino guidava un fronte di liberazione. Ha vinto la conservazione: la conservazione di uno status quo nel quale il potere mafioso (con i gruppi e gli interessi ad esso contigui o subalterni) resta il dominus. La lotta continua. E l'esperienza della candidatura di Rita Borsellino ha avuto comunque un valore morale e politico grande, per quanto ha testimoniato e suscitato, disvelato e messo a tema, accolto, ideato e agito, coalizzato e messo in movimento; e tutte e tutti coloro che questa esperienza hanno animato e sostenuto anche noi ringraziamo, poiche' quella lotta e' anche la nostra. 5. IL 2 GIUGNO FESTA DELLA COSTITUZIONE E DELLA PACE [Riproponiamo ancora - aggiungendo le ulteriori adesioni pervenute - l'appello per il 2 giugno festa della Costituzione, senza l'abusiva parata militare, scritto da Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) e sottoscritto gia' da numerose persone] Signor Presidente della Repubblica, insieme ai nostri vivi auguri per il Suo alto compito, Le rivolgiamo una calda richiesta, che viene dal popolo della pace, di festeggiare il prossimo 2 giugno come vera festa della Costituzione, come festa del voto popolare che ha voluto la Repubblica e eletto la Costituente, e niente affatto come festa militare. Ammessa, per amore di dialogo, e non concessa la necessita' dell'esercito - che noi come tale discutiamo (tra esercito e polizia democratica la differenza e' essenziale, come tra la violenza e la forza, la forza omicida e la forza non omicida) - esso non e' assolutamente il simbolo piu' bello e vero della patria, non e' l'esibizione giusta per il giorno della festa della Repubblica: nell'ipotesi piu' benevola, e' soltanto una triste necessita'. La parata militare e' brutta tristezza e non e' festa. La parata delle armi non festeggia la vita e le istituzioni civili del popolo, non dimostra amicizia verso gli altri popoli, non e' saggezza politica. Non e' neppure un vero rispetto per chi, sotto le armi, ha perso la vita. Rispettando le diverse opinioni, e' un fatto inoppugnabile che l'esercito non ha avuto alcuna parte nell'evento storico del 2 giugno 1946, quando unico protagonista e' stato il popolo sovrano e l'azione democratica disarmata: il voto. Nella festa del 2 giugno l'esercito e' fuori luogo, occupa un posto che non e' suo. * Primi firmatari: Enrico Peyretti, Lidia Menapace, Anna Bravo, Giancarla Codrignani, Angela Dogliotti Marasso, Alberto L'Abate, Marco Revelli, Luigi Sonnenfeld, Gianguido Crovetti, Michela Vitturi, Patrizia Rossi, Alessandra Valle, Gennaro Varriale, Clara Reina, Enzo Arighi, Fabio Ragaini, Pasquale Pugliese, Nella Ginatempo, Stefano Longagnani, Martina Pignatti Morano, Ilaria Giglioli, Francesca Vidotto, Simone D'Alessandro, Carlo Corbellari, Franca Maria Bagnoli, Mario Signorelli, Lucia Ceccato, Nandino Capovilla, Maria G. Di Rienzo, Carlo Minnaja, Melo Franchina, Carmine Miccoli, Doriana Goracci, Mariagrazia Campari, Stefano Dall'Agata, Enea Sansi, Alfredo Izeta, Claudia Cernigoi, Michele de Pasquale, Antonio Sorrentino, Aldo e Brunella Zanchetta, Roberto Fogagnoli, Franco Borghi, Enza Longo, Annalisa Frisina, Alessandro Cicutto, Marcella Bravetti, Giuliana Beltrame, Giuliano Cora', Mariangela Casalucci, Mao Valpiana, Margherita Del Bene, Sergio Giorni, Claudia Marulo, Dario Cangelli, Carlo Ferraris, Danila Baldo, Gino Buratti, Marco Tarantini, Elisabetta Donini, Francesco Cappello, Donato Zoppo, Antonella Sapio, Franca Franchini, Franco Franchini, Francesco D'Antonio, Maurizio Campisi, Letizia Lanza, Adriana Mascoli, Francesco Boriosi, Agostino Regnicoli, Assunta Signorelli, Maria Edoarda Trillo', Giovanni Sarubbi, Angela Lostia, Antonia Sani, Lidia Maggi, Renzo Craighero, Antonio Campo, Franco Bardasi, Giancarlo Nonis, Maria Laura Massai, Piergiorgio Acquistapace, Maria Teresa Pellegrini Raho, Tiziano Tissino, Antonio Dargenio, Mirella Sartori, Pierpaolo Loi, Sergio Vergallito, Alessandra De Michele, Luisa Gissi, Margherita Moles, Bortolo Domenighini, Norma Bertullacelli, Giuseppe Pavan e Carla Galetto, Giorgio Grimaldi, Giovanni Santoruvo, Paolo Rosa', Sashinka Gorguinpour, Alidina Marchettini, Luca Bolognesi, Edoardo Daneo, Patrizia Parodi, Antonio Bianciardi, Francesco Pavanello, Riccardo Borgioli, Leila d'Angelo, Alberto Procaccini, Giorgio Gallo, Giuseppina Catalano, Pasquale Iannamorelli, Maria Rosaria Mariniello, Luigi Pirelli, Osvaldo Ercoli, Rodolfo Carpigo, Pierluigi Ontanetti, Bruno Fini, Marco A. Lion, Anna Maria Bruzzone, Massimo Dalla Giovanna, Bruno (Alberto) Simoni, Fabio Corazzina, Sofia Del Curto, Sandra Cangemi, Giuseppe Reitano, Katia Bouc, Lucilla Mancini, Giuliana Cupi, Tommaso Gamaleri, Alberta Pongiglione, Alessandro Gamaleri, Daniele Dalmazzo, Daniela Musumeci, Claudia Berton, Cristiano Rodighiero, Francesca Mele, Massimiliano Carra, Luciano Ghirardello, Irene Campari, Gianluca Carmosino, Evelina Savini, Maria Pia Simonetti, Giuliano Falco, Laura Picchi, Andrea Picchi, Marcella Fasciolo, Carlo Olivieri, Gabriele Aquilina e Elena Dall'Acqua, Carlo Schenone, Silvano Tartarini, Maria Stella Ruffini, Maurizio Berni, Agnese Manca, Elisabetta Badessi, Francesco Fiordaliso, Vito Correddu, Pierangelo Monti, Annamaria Rivera, Antonino Drago, Gianfranco Laccone, Michele Stragapede, Giacomo Grasso, Floriana Lipparini, Chiara Cavallaro, Albino Bizzotto, Marcello Storgato, Fabrizio Canaccini, Marta Giraudo, Flavia Neri, Giusi Lauro, Paola Bientinesi, Andrea Maggi, Marco Giubbani, Lucia Salemi, Marco Mamone Capria, Alberto Trevisan, Tiziana Bonora, Roberto Varone, Maria Luisa Paroni, Chiara Pedersoli, Eugenio Lenardon, Paola Vallatta, Davide Ballardini, Rosa Graziuso, Eleonora Parlanti, Antonio Ariberti, Simone Mantia, Francesca Vecera, Osvaldo Dino del Savio, Barbara Todaro, Costanza Vecera, Augusta De Piero, Renato Mirabile, Elena Malan, Ronal Mirabile, Dina Losi, Michele Gramazio, Franco Verderi, Giuseppe Gonella, Silvia Trombetta, Luca Giusti, Gigi Perrone, Silvia Vienni, Piero Coltelli, Margherita Granero, Roberta Ronchi, Ezio Bertaina, Rosaria Lombardi, Anna Culpo e Andrea Piazza, Andrea Montagner, Roberto Vignoli, Marneo Serenelli, Giuliano Pontara, Sara Michieletto, Elvio Arancio, Luisa Mondo, Carla Capella, Daniele Biagiotti, Attilio Aleotti, Gianpaolo D'Errico, Silva Falaschi, Antonio Versari, Daniele Vasta, Cristina Ferrando, Daniele Todesco, Renato Solmi, Alfredo Panerai, Giovanni Pellegrini Raho, Tarcisio Alessandrini, Francesco Lo Cascio, Pio Russo Krauss, Alberto Marcone, Tommasina Squadrito, Lucia Russo, Tiziano Cardosi, Maria Perino, Stefano De Guido, Vincenzo Dipierro, Fabiola Campillo, Guy Fontanella, Teresa Maria Sorrentino, Sante Gorini, Daniela Giammarco, Pina Garau, Roberta Consilvio, Gaetano Pascoletti, Isabella Sardella Bergamini, Carla Pellegrini Raho, Anna Maria Livierato, Franco Capelli, Beatrice Dolci, Giovanni Zardi, Maurizio Peresani, Donatella Cortellini, Mauro Venturini, Marisa Mantovani, Guido Cristini, Sergio Mandolesi, Cinzia Abramo, Simona Venturoli, Francesca Ortali, Simona Morello, Silvia Munari, Paolo Bertagnolli, Carla Guerra e Massimo Zesi, Carmine Ferrara, Maria Amalia Girardi, Antonio Giuffre', Dario Scarpati, Claudia Tessaro, Illia Martellini, Roberto Guelpa, Alessandro Pesci, Roberto Saba, Micol Dell'Oro, Gisella Bordet, Stefano Montani, Maria Pia Cortellessa, Giuliano Spinelli, Giovanni Mandorino, Antonio Peratoner, Susanna Neuhold, Alfredo Panerai, Stefano Mazzucco, Alessio Di Florio, Caterina Lusuardi, Graciela De La Vega, Giacomo Alessandroni, Mauro Migliazzi, Daniela Este, Davide Morano, Luca Paseri, Roberto Benvenuti, Renato Moschetti, Romano Martinis, Francesco Aroldi, Daniela Occelli, Modesta Colosso, Elena Cianci, Giorgio Beretta, Alessandra Principini, Silvia Giamberini, Luca Agnelli e Samuela Bozzoni, Claudio Dalla Mura, Elio Rindone, Giuliana Bertola Maero, Annamaria Pistoia, Paolo Brentegani, Manuel Marabese, Norma Bertullacelli, Laura Caradonna, Giovanni Russotto, Paolo Vitali, Tilde Giorgi, Andrea Maffei, Marino Renda, Daniele Oian, Pino Ficarelli, Cosimo Magnelli, Antonio Mancini, Fiorella Rambaudi, Cesira Lupo, Claudia Berlucchi, Fabrizio Bianchi, Lulu' Ortega Madrigal, Roberto Gallo, Fulvio Cesare Manara, Salvino Franchina, Davide Scaccianoce, Luca Kocci, Stefano Terzi e Stefania Vergnani, Giandomenico Potestio; Sara Panzeri, Antonella Litta, Giovanni Fiorentini, Stefano Barbacetto, Vittorio Di Munzio, Gabriella Grasso, Amedeo Tosi, Dorella Battistella, Radesca Dominguel, Marco Gorini, Roberta Peyrot, Simone Puggelli, Salvatore Nasca, Anna Castelnuovo e Elio Pianezzola, Barbara Tozzi, Rossana Montecchiani, Secondo Ferioli, Anna M. Guantario, Fiamma Negrini, Donatella Sacco, Igor Lazzarini, Pasquale De Sole, Luciano Militello, Alberto Giannini, Luca Villa, Giustina Diligenza, Gianfranco Frascione, Maria Margherita Gaetani di Laurenzana, Claudia Tessaro, Luisa Morgantini, Edoardo Nucci, Artusa Maria Antonietta, Angela Nucci, Patrizio E. Tressoldi, Mariella Lecchi, Giacomo Ambrosino, Mario Polizzi, Francesco Gana, Sergio Dalmasso, Annarita Cardarelli, Marina Martignone, Livio Miccoli, Paola Cotticelli, Nazzareno Gabrielli, Giuseppe Coscione, Maria Caterina Cifatte, Danilo Bernardi, Francesco Anselmo, Andrea Baglioni, Rosanna Burdisso, Fabiana Valpiani, Gianni Brianese, Sergio Parmentola, Ghirardotti Domenico, Fantino Luciano, Simone Hardt, Alberto Maria Milazzo, Giorgio Guzzetta e Cinzia Scicchitano, Paola Merlo, Gianni Alioti e Danila Orlando, Antonella Prota Giurleo, Emiliano Piredda, Mina Ria, Gianmario Campana e Claudia Aime, Angela Giuffrida, Giancarlo Saccani, Michele Citoni, Caterina Di Francesco, Silvia Buonamico, Celeste Grossi, Paola Barassi, Juri Bossuto, Alberto Deambrogio, Sergio Dalmasso, Gian Piero Clement, Matteo Salvai, Silvia Cazzaniga, Maria Ausilia (Lilli) Marinello, Eliseo Politi, Elisabetta Oliani, Ettore Miserocchi, Costanza Lerda, Lidia Nembrini, Emanuele Fantini, Alberto Camata, Silvia Moiraghi, Mauro Castagnaro, Stefania Dall'Aglio, Cristina Mocciola, Gaetano Bonifacio, Luigi Mazzocchio, Chiara Casella, Anna Del Piano, Valerio Oddone, Manuela Romano', Raffaella Grasso Salvadori, Stefano Jalla, Pierluigi Monaco, Teresa Ducci, Serena Valenti, Mauro Carlo Zanella, Alessandro Romani, Luciano Corradini, Guido Vaudetto, Graziella Bernabe', Dante Ferrari, Diego Coriasco, Davide Scaglianti, Rita Marturano, Alessandra Tebaldi e Flavio Pessina, Gian Francesco Azzali, Angelo Gandolfi, Andrea Cozzo, Natalina Marconato, Angelo Ballardini, Giuseppe Simoni, Antonella Valer, Adriana Gatti... * Per aderire all'iniziativa: scrivere lettere recanti il testo dell'appello al Presidente della Repubblica (all'indirizzo di posta elettronica: presidenza.repubblica at quirinale.it, ricordando che si deve firmare con il proprio nome, cognome e indirizzo completo, altrimenti le lettere non vengono prese in considerazione), e comunicare a "La nonviolenza e' in cammino" (e-mail: nbawac at tin.it) di avere scritto al Presidente. 6. MONDO. MARIA G. DI RIENZO: IL GRANDE GIOCOLIERE (CON UNA INTERVISTA DI SHARMISHTA CHOUDHARI AD ASHIKUL ISLAM) [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento. Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sidney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Sharmishta Choudhary e' una giornalista indipendente. Ashikul Islam, bambino di strada, e' ora regista cinematografico] A undici anni, Ashikul Islam ha gia' vissuto una vita piena di eventi. Non molto tempo fa mendicava per le strade e dormiva per terra dove gli capitava. Quest'anno ha vinto un premio per il miglior film presentato al Festival internazionale del "Cinema per ragazzi fatto dai ragazzi", ad Atene. Il suo cortometraggio "Ami" (Io sono) dura venti minuti e mostra la vita dei bambini di strada in India. Ashikul e' rimasto orfano a quattro anni, ed ha vissuto per un po' con la nonna che lo ha successivamente abbandonato. Suo fratello maggiore Afradul, all'epoca dodicenne, lo porto' a lavorare con se' in una fabbrica di cinture: il compito di Ashikul, a neppure cinque anni d'eta', era di spalmare colla su strisce di cuoio che successivamente sarebbero state punzonate con borchie dal fratello. Le manine di Ashikul erano impacciate, e spesso spalmava la colla dalla parte sbagliata: molto presto si ritrovo' per strada, seduto a mendicare. I marciapiedi avevano pero' gia' molti occupanti, che resistevano al suo ingresso. Il bambino trovo' lavoro ad un chiosco che vendeva te' in cambio di due pasti al giorno, poi torno' alla fabbrica di cinture: e la', a sette anni, venne raccolto dai volontari del Centro per la comunicazione e lo sviluppo (Ccd) e condotto in una casa per l'infanzia. Fu in questo rifugio che Ashikul fu introdotto alla cinematografia. Un noto regista indiano, Manav Jalan, ando' ad incontrare i 40 ex bambini di strada di cui Ashikul faceva parte. Jalan dice che sebbene le miserie vissute fossero parte di loro, i bambini non erano stati derubati della speranza, ne' del loro desiderio di imparare e sognare. Jalan ed il suo assistente, Nidhi Mehrotra, organizzarono laboratori di fotografia e cinematografia. Ashikul ricorda che per prima cosa chiesero a lui ed agli altri bambini di sedersi e dipingere su carta i loro pensieri. Dopo poche altre sessioni, Ashikul aveva pronto il soggetto per il suo primo film: lui lo avrebbe diretto, mentre il suo miglior amico Saiful Mandal, pure undicenne, avrebbe manovrato la cinepresa. Nell'intervista che segue, realizzata dalla giornalista indipendente Sharmishta Choudhary, Ashikul racconta delle sue esperienze al Festival di Atene e parla delle sue aspirazioni per il futuro. * - Sharmishta Choudhary: Com'e' stato vedere il tuo film al Festival e viaggiare sino ad Atene? - Ashikul Islam: Mi e' piaciuto tantissimo andare ad Atene. Non ero mai stato su un aereo, prima. Dopo il decollo, l'aereo e' rimasto fra le nuvole come in mezzo ad un sandwich. Quando guardavo giu', vedevo tutte le cose piccolissime, come formiche sul terreno. Atene era bella. Ho visto un mucchio di film, al festival, incluso il mio. Credo di averne visti circa 45, ma quello che mi e' piaciuto di piu' trattava dell'inquinamento e dei suoi effetti sull'ambiente. Mi sono fatto un mucchio di nuovi amici. Durante il festival siamo stati divisi in gruppi e ad ogni gruppo e' stato chiesto di produrre un filmato. Il tema generale era "le gare e i giochi dei bambini", quelle cose che non si fanno alle Olimpiadi. Noi abbiamo realizzato un film di venti minuti, che si chiama "Il grande giocoliere", e io ne sono stato l'attore principale. Il film e' venuto fuori da un'idea che io avevo suggerito. Ho raccontato ai miei amici delle persone, soprattutto donne, che lavorano alle cave di pietra in India. Queste donne si portano dietro i loro bambini, e i bambini giocano mentre le donne lavorano. Uno dei giochi piu' frequenti che fanno e' tenere in aria schegge di pietra, come giocolieri. E' stato molto divertente farlo. Adesso sto lavorando al mio secondo film. Si chiamera' "Chokh" (L'occhio). Tratta di come gli adulti e i bambini percepiscano in modo diverso le stesse cose. Per esempio di come ci si abitui a vedere delle cose e poi non ci si accorga piu' che esistono, come i bambini e le famiglie che vivono sui marciapiedi. * - Sharmishta Choudhary: Come e' stato accolto il tuo film al Festival? - Ashikul Islam: Molti sono venuti a vederlo e lo hanno apprezzato. "Ami" ha vinto il primo premio, e io ho avuto una cinepresa in dono e un diploma. Quando sono andato ad accettare il premio, ho detto che in effetti io ero un mendicante diventato regista. Parecchi piangevano, mentre raccontavo del mio passato e del passato dei miei amici che si vedono nel film. Ho detto che ero venuto ad Atene semplicemente come un bambino che aveva qualcosa da dire agli altri bambini. * - Sharmishta Choudhary: Di cosa parla "Ami"? E' stato difficile girarlo? - Ashikul Islam: Quando il soggetto e' stato pronto, ho solo dovuto chiedere ai miei amici di fare delle cose: arrampicarsi, cucinare, assumere delle espressioni del viso. Volevo parlare delle domande che come bambini ci facciamo, anche come bambini mendicanti, e a cui gli adulti trovano sciocco rispondere. I miei amici ed io spesso restiamo a riflettere su cose come: perche' una papera galleggia sull'acqua e noi no? Come fanno le lucciole a splendere? Ho messo tutte queste cose nel film. Il cinema mi piace proprio perche' puo' aiutare i bambini a far arrivare il loro messaggio agli adulti. Normalmente, i grandi non prestano alcuna attenzione a cio' che i piccoli hanno da dire. * - Sharmishta Choudhary: Quali sono le tue speranze e i tuoi sogni per il futuro? E per il futuro del mondo? - Ashikul Islam: Voglio diventare un bravo regista. Voglio mostrare il mondo dei piccoli, girare film sui bambini e sui loro diritti. Il mondo che sogno e' un mondo dove i bambini non devono combattere per strada, dove ogni bambino ha un rifugio, e sperimenta la sicurezza dell'amore. Ho visto cosi' tanti ragazzini lavorare nei negozi, tirare i riscio', vendere merci, portare pesi: e questo ad un'eta' in cui avremmo dovuto essere tutti a scuola. Voglio che questo finisca. Voglio contrastarlo con i miei film. * - Sharmishta Choudhary: Che messaggio vorresti mandare ai bambini e agli adulti in tutto il mondo? - Ashikul Islam: Ai bambini che sono privilegiati, come io sono ora, chiederei di aiutare quelli che non lo sono, di fare un passo avanti per le loro sorelline e i loro fratellini. Agli adulti direi: ascoltate i bambini. E date ad ogni piccolo una casa in cui vivere. 7. INCONTRI. STEFANO LIBERTI: UN INCONTRO CON RYSZARD KAPUSCINSKI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 15 maggio 2006. Stefano Liberti e' redattore dell'edizione italiana di "Le Monde diplomatique". Ryszard Kapuscinski e' un illustre scrittore e giornalista polacco. Riportiamo la motivazione dell'attribuzione del Premio Grinzane Cavour per la Lettura 2003 a Ryszard Kapuscinski: "Grande maestro di giornalismo, Ryszard Kapuscinski, nato a Pinsk nella Polonia orientale nel 1932, ha lavorato come corrispondente estero dell'Agenzia di stampa polacca Pap fino all'inizio degli anni '80. Viaggiatore instancabile, curioso e partecipe testimone dei destini dei diseredati in Africa e in America Latina, Kapuscinski ha scritto numerosi libri-reportage che sono diventati veri e propri classici del genere, una 'straordinaria mistura di arte e reportage', come ebbe a dire Salman Rushdie. La sua penna mette a fuoco con estrema lucidita' fin dagli anni '60 la complessita' del continente africano, registrando fenomeni politici e culturali, contraddizioni e tragedie umane, in un'epoca in cui l'Occidente guardava con preoccupazione all'Africa per l'incognita rappresentata da 300 milioni di individui in procinto di entrare nel panorama politico mondiale. Storia e drammatica quotidianita' si mescolano felicemente nelle sue pagine, in opere come Il Negus (1982), La prima guerra del football e altre guerre di poveri (1990) fino al piu' recente Ebano (2000, Premio Viareggio-Repaci), raccolta di articoli che riassumono quarant'anni di esperienza come inviato nei paesi africani. La sua e' l' Africa dei dannati della terra, vissuta con i poveri delle bidonville, i contadini della savana, i camionisti del Sahara. Kapuscinski esula da ogni forma di colore od esotismo locali: vuole andare alla radice dei fatti, individuare le leggi, vecchie e nuove che li governano. E' l'ottica che lo guida anche altrove: ad esempio in un testo di grande successo come Shah-in-Shah (1982) che narra un momento cruciale della storia dell' Iran tra la fine della monarchia sanguinaria di Reza Pahlevi e l'avvento religioso di Khomeini nel 1979. Anche il tramonto e il dissolvimento dell' Unione sovietica e' diventato con Imperium (1994), un libro di intensa ed efficace testimonianza. Perche' gli eventi, grandi o piccoli che siano, rappresentano per Kapuscinski l'occasione per vivisezionare, con il tratto felice e disinvolto dello scrittore, storia, politica e societa' di un paese. Cittadino del mondo, portavoce delle minoranze, Kapuscinski ha saputo conciliare curiosita' e responsabilita' morale, impegno e vivacita' di scrittura in nome di coloro per i quali e' data la speranza, perche', come disse una volta Walter Benjamin, non ne conoscono alcuna". Opere di Ryszard Kapuscinski: in edizione italiana cfr. La prima guerra del football e altre guerre di poveri, Serra e Riva, poi Feltrinelli; Shah-in-Shah, Feltrinelli; Il Negus, splendori e miserie di un autocrate, Feltrinelli; Imperium, Feltrinelli; Lapidarium, Feltrinelli; Ebano, Feltrinelli. Cfr. anche il libro di interviste e colloqui (a cura di Maria Nadotti), Il cinico non e' adatto a questo mestiere. Conversazioni sul buon giornalismo, e/o, Roma 2002] Dice di se' Ryszard Kapuscinski: "Ho attraversato decine di paesi, ho incontrato migliaia di persone, ho visitato i luoghi piu' diversi, ma ogni volta non manco di stupirmi della varieta' del genere umano". Reporter rigoroso, instancabile navigatore di luoghi e sensazioni ai quattro angoli del globo, "maestro di giornalismo" secondo il premio Nobel Gabriel Garcia Marquez, il settantaquattrenne polacco e' approdato nei giorni scorsi all'universita' di Siena per una lezione con gli studenti del dottorato di antropologia, storia e teoria della cultura. Una lezione sul giornalismo e sulla vita; sul senso del viaggio e della mobilita'; ma soprattutto sul suo rapporto con Erodoto di Alicarnasso, l'autore delle Storie, che - come ha confessato nel suo ultimo libro pubblicato in italiano (In viaggio con Erodoto, Feltrinelli, 2005) - lo ha accompagnato per tutta la sua lunga vicenda professionale. "Erodoto - racconta Kapuscinski - e' il primo reporter della storia: per la sua spasmodica ricerca della verita' e per la necessita' di conoscere l'Altro, si muoveva incessantemente per il pianeta. Voleva verificare di persona; vedere con i propri occhi, toccare con mano. Il suo approccio e' umanista, il suo pensiero aperto, il suo stile sobrio. Da bravo giornalista ante litteram, sapeva far parlare il prossimo e scomparire umilmente dietro le sue storie". L'omaggio del cronista polacco al misterioso autore greco vissuto nel V secolo a. C. e' totale, la sua devozione assoluta. Kapuscinski mostra di avere un rapporto particolare, ai limiti del morboso, con le Storie di Erodoto. "In tutti i miei viaggi, ne ho sempre portata una copia nella valigia". E dei suoi viaggi parla volentieri, quasi come un Ismaele che, dopo aver assistito alla mortale e folle tenzone tra Achab e Moby Dick, si gode oggi un meritato riposo osservando scorrere gli eventi del mondo. Racconta quindi Kapuscinki di quando, giovane storico votato all'Accademia, si e' dato al giornalismo "perche' voleva attraversare una frontiera". Ricorda come il capo dell'agenzia di stampa dove aveva cominciato a lavorare decise di accontentarlo e lo spedi' in India, terra incognita e lontana, e di come provoco' lo stupore dei locali apparendo da solo con la sua giacca demodee in stile est-europeo, senza quel codazzo di sherpa che usualmente accompagnavano i viaggiatori dalla pelle sbiadita. Racconta di quando trascorse due anni in Cina, "paese fratello" dove improvvisamente divenne ospite sgradito per effetto collaterale degli screzi sino-sovietici. Racconta poi il suo approccio con l'Africa, "un oceano, un pianeta a se stante, un cosmo vario e ricchissimo". Kapuscinski giunse a sud del Sahara nel 1957, all'inizio di quella stagione magica e straordinaria che fu la decolonizzazione. Il Ghana di Kwane Nkrumah si era appena reso indipendente; le strade di Accra risuonavano di appelli alla riscossa panafricana. Di li' a poco gran parte delle colonie si sarebbero affrancate, almeno nominalmente, dalla tutela politica delle rispettive madrepatrie. Un sussulto di speranza, un vibrante grido di giubilo, sembravano attraversare da parte a parte il continente. Finche' ci fu il riflusso, il duro e cocente impatto con la realta': le nuove elite locali si mostrarono del tutto identiche alle vecchie elite coloniali; i nuovi padroni si limitarono a ereditare i privilegi dei vecchi, gestendo il bilancio degli stati come un proprio patrimonio personale. L'Africa rimase sottomessa, i pochi leader non corrotti furono rovesciati da colpi di stato o liquidati da sicari finanziati dall'Occidente. Pochi soldi in tasca, scarsi mezzi tecnologici ma un impulso simile al suo maestro di Alicarnasso, Kapuscinski ha passato quarant'anni a scandagliare "questo continente troppo grande per poterlo descrivere". Ha incontrato capi di stato e semplici cittadini; ha vissuto nei suburbi delle metropoli e in villaggi riarsi dal sole; ha visto la morte in faccia sotto forma di una malaria cerebrale; ha raccontato tanto i grandi stravolgimenti politici quanto la piccola e tribolata esistenza di uomini e donne incontrati per caso. Come Erodoto, ha sempre voluto verificare di persona, rimestare con le proprie mani nel torbido della quotidianita'. E, soprattutto, ha sempre cercato di comprendere le realta' in cui si svolgevano gli eventi che era stato incaricato di raccontare. In poche parole, non ha mai abdicato al suo dovere di giornalista. Un dovere che, secondo il reporter polacco, si declina in poche e inderogabili regole: stabilire una forte empatia con le persone protagoniste degli eventi; approfondire sempre le proprie conoscenze e contestualizzare le vicende narrate. "Oggi siamo bombardati di notizie isolate. Un giorno leggiamo sui giornali che una barca piena di kurdi e' sbarcata in Sicilia. Un altro che un camion pieno di asiatici e' stato trovato in Inghilterra. Un altro ancora che un gruppo di africani cerca di saltare il recinto di Melilla. Si tratta di piccole notizie separate che ci vengono presentate fuori dal loro contesto, che e' la miseria e la voglia di riscatto che porta queste persone ad attraversare frontiere e ad affrontare i rischi del viaggio per migliorare la propria vita", dice con una punta di malinconia. "I giornali non prediligono l'inchiesta sul campo, il reportage. Sono per lo piu' noiosi assemblaggi di notizie d'agenzia. Per questo forse vendono poco". Narratore lucido e pacato, Kapuscinski appare uno degli ultimi esemplari di una specie in via d'estinzione, quella dei giornalisti a tutto tondo che prima di raccontare un evento vogliono comprenderlo; quella dei cronisti privi di certezze che non viaggiano per trovare conferma di cio' che gia' credono sapere, ma per indagare e scoprire. "Sono stato in molti paesi, ma solo di alcuni ho scritto. In altri posti non sono riuscito a cogliere la realta' a un livello tale da poterla raccontare", racconta con tono sommesso. Nell'universo dell'informazione usa e getta che e' diventata ormai il nostro pane quotidiano, il cronista polacco ha l'aria di un alieno. Come forse sembrava un alieno Erodoto di Alicarnasso quando, nella Grecia del V secolo a. C., si interessava all'umanita' e alle esperienze di quei barbari stranieri che altri si limitavano a schernire. 8. LETTURE. UMBERTO DE GIOVANNANGELI: TERRORISMO. AL QUAEDA E DINTORNI Umberto De Giovannangeli, Terrorismo. Al Quaeda e dintorni, Nuova iniziativa editoriale, Roma 2005, suppl. al quotidiano "L'Unita'", pp. 128, euro 5,90. Una raccolta di articoli, interviste e schede apparsi sul quotidiano "L'Unita'" nel corso del 2005. A cura di Roberto Arduini, con prefazione di Antonio Padellaro, e in guisa di introduzione due testi di Mario Soares e Lucio Caracciolo. 9. LETTURE. LUIGI MONARDO FACCINI: L'UOMO CHE NACQUE MORENDO Luigi Monardo Faccini, L'uomo che nacque morendo, Nuova iniziativa editoriale, Roma 2006, suppl. al quotidiano "L'Unita'", pp. 240, euro 6,90. In forma narrativa, esplicitamente romanzata, ma scrupolosamente fondata sui dati documentari e sul recupero della memoria della Resistenza, la vicenda di Rudolf Jacobs, ufficiale della marina militare tedesca che scelse di lottare nella Resistenza italiana. 10. LETTURE. MAURO LUCCO (A CURA DI): ANTONELLO DA MESSINA. L'OPERA COMPLETA Mauro Lucco (a cura di, e con il coordinamento scientifico di Giovanni Carlo Federico Villa), Antonello da Messina. L'opera completa, Silvana Editoriale - Gruppo Editoriale L'Espresso, Cinisello Balsamo (Milano) - Roma 2006, pp. 384, euro 4,90 (in supplemento al settimanale "L'Espresso). In occasione della mostra presso le Scuderie del Quirinale, questo prezioso catalogo dell'opera completa del grande pittore costituisce una monografia cospicua e cospicuo uno strumento di lavoro. Ma anche, detto piu' semplicemente, una gioia infinita per i nostri poveri occhi che si offuscano in un mondo che si offusca non meno. 11. COMUNICAZIONI DI SERVIZIO. ARISTARCO SCANNARATTI: ULTIMO BANDO DAL MONTE PARNASO Le persone che inviano interventi (tutti graditi, e tutte ringraziamo) a questo foglio sottile di silicio vivissimamente pregate e ripregate sono di scrivere: a) testi almeno meditati; b) in una lingua italiana possibilmente decente (ad esempio: in italiano si dice "sostenere", "supportare" - molti sembra lo ignorino - e' verbo del linguaggio dei servi della Cia); c) evitando peggio che inutili prolissita'; d) scrivendo di fatti e di pensieri, e non per esibirsi (tra l'altro questo notiziario raggiunge varie migliaia di lettori che non sono persone amiche della nonviolenza, che non conoscono il gergo e i vezzi di chi parla nel codice di conventicole, e che giustamente trovano ridicoli e detestabili tutti i lenocinii); e) non presumendo che tutti siano capre - o lupi; f) bandendo infine le gigionerie, e il gioco di allusioni e di ermetismi cui spesso anche chi questo foglio firma per sua sciaura e nostra si abbandona. Perche' tanti insistono a voler costringere il nostro manipolo di verificatori di notizie, revisori di testi e correttori di bozze a passare ogni giorno ed ogni notte ore e ore e ore a censurare e correggere - e il piu' delle volte a malincuore dopo lungo lavoro decidere di non pubblicare? Non facciamoci del male. Amicizia alla nonviolenza e' anche amore di verita', ed impegno quindi a comunicare in modo comprensibile cose vere, ben dette, e al pubblico bene intese. 12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 13. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1311 del 30 maggio 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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