La nonviolenza e' in cammino. 1267



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1267 del 16 aprile 2006

Sommario di questo numero:
1. Adriana Cavarero: La vicinanza
2. Giovanni Scotto: Una politica di pace
3. Giulio Vittorangeli: Un paese normale
4. Wanda Tommasi: La terza ghinea
5. Paolo Candelari: Il Mir solidale con le cooperative antimafia della
Locride
6. Gerard Lutte: Una lettera dal Guatemala
7. Aldo Antonelli: Pasqua
8. Il 19 aprile a Roma un incontro con Giancarla Codrignani
9. Assemblea nazionale di Pax Christi
10. Un campo estivo a Cavandone
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. RIFLESSIONE. ADRIANA CAVARERO: LA VICINANZA
[Da Diotima, Mettere al mondo il mondo, La Tartaruga, Milano 1990, p. 95 (ma
invitiamo vivamente a leggere nel libro quanto segue alle poche parole che
ne abbiamo estratto e qui di seguito presentiamo).
Adriana Cavarero e' docente di filosofia politica all'Università di Verona;
dal sito "Feminist Theory Website: Zagreb Woman's Studies Center" ospitato
dal Center for Digital Discourse and Culture at Virginia Tech University
(www.cddc.vt.edu/feminism), copyright 1999 Kristin Switala, riportiamo
questa scheda bibliografica delle sue opere pubblicate in volume: a) libri:
Dialettica e politica in Platone, Cedam, Padova 1974; Platone: il filosofo e
il problema politico. La Lettera VII e l'epistolario, Sei, Torino 1976; La
teoria politica di John Locke, Edizioni universitarie, Padova 1984;
L'interpretazione hegeliana di Parmenide, Quaderni di Verifiche, Trento
1984; Nonostante Platone, Editori Riuniti, Roma1990. (traduzione tedesca:
Platon zum Trotz, Rotbuch, Berlin 1992; traduzione inglese: In Spite of
Plato, Polity, Cambridge 1995, e Routledge, New York 1995); Corpo in figure,
Feltrinelli, Milano 1995; Platone. Lettera VII, Repubblica: libro VI, Sei,
Torino 1995; Tu che mi guardi, tu che mi racconti, Feltrinelli, Milano 1997;
Adriana Cavarero e Franco Restaino (a cura di), Le filosofie femministe,
Paravia, Torino 1999; A piu' voci. Filosofia dell'espressione vocale,
Feltrinelli, Milano 2003. b) saggi in volumi collettanei: "Politica e
ideologia dei partiti in Inghilterra secondo Hume", in Per una storia del
moderno concetto di politica, Cleup, Padova 1977, pp. 93-119; "Giacomo I e
il Parlamento: una lotta per la sovranita'", in Sovranita' e teoria dello
Stato all'epoca dell'Assolutismo, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma
1980, pp. 47-89; "Hume: la politica come scienza", in Il politico. Da Hobbes
a Smith, a cura di Mario Tronti,Feltrinelli, Milano 1982, vol. II, pp.
705-715; "Il principio antropologico in Eraclito", in Itinerari e
prospettive del personalismo, Ipl, Milano 1987, pp. 311-323; "La teoria
contrattualistica nei Trattati sul Governo di John Locke", in Il contratto
sociale nella filosofia politica moderna, a cura di Giuseppe Duso, Il
Mulino, Bologna 1987, pp. 149-190; "Per una teoria della differenza
sessuale", in Diotima. Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga,
Milano 1987, pp. 43-79. (traduzioen tedesca: "Ansatze zu einer Theorie der
Geschlechterdifferenz", in Diotima. Der Mensch ist Zwei, Wiener
Frauenverlag, Wien 1989); "L'elaborazione filosofica della differenza
sessuale", in La ricerca delle donne, Rosenberg & Sellier, Torino 1987, pp.
173-187. (traduzione inglese: "The Need for a Sexed Thought", in Italian
Feminist Thought, ed. by S. Kemp and P. Bono, Blackwell, Oxford 1991);
"Platone e Hegel interpreti di Parmenide", in La scuola Eleatica,
Macchiaroli, Napoli 1988, pp. 81-99; "Dire la nascita", in Diotima. Mettere
al mondo il mondo, La Tartaruga, Milano 1990, pp. 96-131. (traduzione
spagnola: "Decir el nacimiento", in Diotima. Traer al mundo el mundo, Icaria
y Antrazyt, Barcelona 1996); "Die Perspective der Geschleterdifferenz", in
Differenz und Gleicheit, Ulrike Helmer Verlag, Frankfurt 1990, pp. 95-111;
"Equality and Sexual Difference: the Amnesias of Political Thought", in
Equality and Difference: Gender Dimensions of Political Thought, Justice and
Morality, edited by G. Bock and S. James, Routledge, London 1991, pp.
187-201; "Il moderno e le sue finzioni", in Logiche e crisi della modernita,
a cura di Carlo Galli, Il Mulino, Bologna 1991, pp. 313-319; "La tirannia
dell'essere", in Metamorfosi del tragico fra classico e moderno, a cura di
Umberto Curi, Laterza, Rma-Bari 1991, pp. 107-122; "Introduzione" a: B.
Head, Una questione di potere, El, Roma 1994, pp. VII-XVIII; "Forme della
corporeita'", in Filosofia, Donne, Filosofie, Milella, Lecce 1994, pp.
15-28; "Figures de la corporeitat", Saviesa i perversitat: les dones a la
Grecia Antiga, coordinacio de M. Jufresa, Edicions Destino, Barcelona 1994,
pp. 85-111; "Un soggetto femminile oltre la metafisica della morte", in
Femminile e maschile tra pensiero e discorso, Labirinti 12, Trento, pp.
15-28; "La passione della differenza", in Storia delle passioni, a cura di
Silvia Vegetti Finzi, Laterza, Roma-Bari 1995, pp. 279-313; "Il corpo e il
segno. Un racconto di Karen Blixen", in Scrivere, vivere, pensare, a cura di
Francesca Pasini, La Tartaruga, Milano 1997, pp. 39-50; "Schauplatze der
Einzigartigkeit", in Phaenomenologie and Geschlechterdifferenz, edd. Silvia
Stoller und Helmuth Vetter, WUV-Universitatsverlag, Wien 1997, pp. 207-226;
"Il pensiero femminista. Un approccio teoretico", in Le filosofie
femministe, a cura di Franco Restaino e Adriana Cavarero, Paravia, Torino
1999, pp. 111-164; "Note arendtiane sulla caverna di Platone", in Hannah
Arendt, a cura di Simona Forti, Bruno Mondadori, Milano 1999, pp. 205-225.
Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva
di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe
all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le
massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne
ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista
rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel
1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti
tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l
'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione
originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951),
Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen
(1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti,
Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli,
Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e'
apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di
brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano,
1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969.
Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra
amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975,
Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio
Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2.
1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita'
e giudizio, Einaudi, Torino 2004. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la
biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri,
Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt,
Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah
Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah
Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della
polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt,
Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su
Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah
Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli,
Roma 2005. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie
divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang
Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg
Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000]

La vicinanza con Arendt non e' infatti per me una scelta casuale, ma una
sorta di necessita' dalla quale non posso prescindere.

2. RIFLESSIONE. GIOVANNI SCOTTO: UNA POLITICA DI PACE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 4 aprile 2006. Giovanni Scotto (per
contatti: giovanni.scotto at unifi.it) e' uno dei piu' importanti studiosi
italiani nell'ambito della peace research, studioso e amico della
nonviolenza; gia' ricercatore presso il "Berghof Research Center for
Constructive Conflict Management" di Berlino, collaboratore dell'"Institute
for Peace Work and Nonviolent Settlement of Conflicts" di Wahlenau, e'
docente all'Universita' di Firenze e presidente del "Centro studi difesa
civile" di Roma. Tra le opere di Giovanni Scotto: con Emanuele Arielli, I
conflitti, Bruno Mondadori, Milano 1998 (seconda edizione notevolmente
ampliata: Conflitti e mediazione, Bruno Mondadori, Milano 2003); sempre con
Emanuele Arielli, La guerra del Kosovo, Editori Riuniti, Roma 1999]

Non e' solo la cooperazione allo sviluppo a essere in stato di sofferenza
negli ultimi anni. Il nostro paese e' rimasto drammaticamente fermo mentre
altrove - in Europa e nel mondo - si e' fatta strada una nuova
consapevolezza delle possibilita' aperte per una politica estera
coerentemente orientata alla pace. Si tratta di costruire un indirizzo
politico coerente e attrezzarsi con gli strumenti appropriati per
realizzare, nei conflitti concreti, una politica di pace dell'Italia a
livello internazionale. Non basta volere il rimpatrio del contingente
italiano in Iraq, e non sono sufficienti gli appelli per una trasformazione
in senso democratico delle Nazioni Unite.
C'e' bisogno di un salto di qualita' in quello che il nostro paese fa in
risposta ai conflitti che lacerano societa' e paesi in molte parti del
mondo; della costruzione paziente di nuovi modi di intervento civile e
nonviolento in questi conflitti, anche imparando dalle esperienze piu'
avanzate dei nostri vicini europei; di saldare gli sforzi in diversi campi
in una "infrastruttura" per la pace coerente e riconoscibile agli occhi
dell'opinione pubblica.
Anche lasciando da parte l'appiattimento sulle posizioni belliciste
dell'amministrazione Bush, i cinque anni di governo del centrodestra hanno
mostrato una quasi completa mancanza di attenzione sui temi della pace e
della prevenzione dei conflitti violenti. Ne e' stata una riprova l'assenza
di iniziative di rilievo in occasione del semestre di presidenza italiano
dell'Unione Europea. E' interessante leggere sul tema il programma
dell'Unione. La coalizione di centrosinistra incentra la sua attenzione
quasi esclusivamente su quello che l'Europa potra' fare: coinvolgimento
"nella prevenzione e nella gestione delle crisi" (purtroppo senza precisare
se si pensa di favorire strumenti civili o militari di gestione di tali
crisi), e soprattutto costituzione di un corpo civile di pace (i cosiddetti
caschi bianchi), in grado di intervenire nelle aree di sofferenza e
conflitto con gli strumenti del dialogo, dell'interposizione nonviolenta,
della diplomazia e della mediazione.
Dal punto di vista di una politica di pace, si tratta di una scelta
sacrosanta. C'e' bisogno pero' anche di qualcos'altro, cioe' di un impegno
preciso del futuro governo italiano a percorrere la strada di un diverso
modo di fare politica estera. Anzitutto non possiamo aspettare che sia tutta
l'Unione Europea a muoversi in questo senso, e in secondo luogo perche' ci
sono un gran numero di atti concreti che sono gli stati membri a potere e
dovere realizzare.
*
Di seguito proviamo a formulare alcune possibili tappe di un percorso che
vada in questa direzione.
1. Occorre un referente politico (ad esempio un viceministro degli Esteri) e
una struttura riconoscibile e trasparente incaricata di seguire in maniera
continuativa le iniziative politiche di prevenzione dei conflitti violenti,
di gestione civile delle crisi e di mediazione di pace.
2. Il nuovo governo dovra' costruire una vera e propria "filiera" della
pace, impegnandosi in maniera coerente per politiche di prevenzione e
soluzioni civili dei conflitti in tutti i principali ambiti di politica
estera: dall'Unione Europea all'Osce, all'Onu, dalla cooperazione allo
sviluppo, alle politiche commerciali, fino ad arrivare al settore cruciale
del commercio di armi. Su quest'ultimo bisogna tornare allo spirito della
legge 185 del 1990.
3. C'e' bisogno di un Istituto nazionale di ricerca sulla pace e i
conflitti, sul modello degli istituti dei paesi del nord Europa (come il
Sipri svedese). In Italia la peace research e' ancora poco sviluppata con
poche iniziative e pochissimi finanziamenti disponibili. In parallelo vanno
rilanciati i corsi di laurea, di dottorato e i corsi professionalizzanti che
prepareranno una nuova generazione di operatori di pace in grado di
intervenire nei conflitti.
4. Vanno messe in cantiere iniziative politiche forti, istituzionali e della
societa' civile, per prevenire possibili escalation in zone "a rischio", e
per sostenere in modo incisivo negoziati e processi di pace gia' in atto. Il
sostegno puo' (e deve) essere sostenuto sia al livello della diplomazia
ufficiale, sia con gli strumenti e le modalita' della diplomazia popolare,
il cui potenziale per la costruzione della pace va valorizzato appieno. Due
situazioni per tutte: il Kosovo, territorio che ha visto l'impegno della
societa' civile italiana per una soluzione nonviolenta del conflitto fin dal
1993, e il Congo, in cui le elezioni potrebbero aprire un periodo di
transizione verso la pace.
5. Il nuovo governo dovra' realizzare subito i proposti corpi civili di
pace. In Italia la societa' civile ha piu' volte sperimentato questo
strumento di intervento nonviolento in zone di conflitto: in passato in
paesi come la Colombia o il Kosovo, paesi come la Germania hanno gia'
realizzato un vero e proprio Servizio civile di pace, con centinaia di
progetti all'attivo. L'Italia ha gia' uno strumento legislativo adeguato a
questo compito, il servizio civile volontario. Nella legge di riforma del
servizio civile si menzionava che i volontari avrebbero effettuato una
sperimentazione di "forme di difesa non armata e nonviolenta". A tale scopo
e' nato un Comitato consultivo presso l'Ufficio nazionale per il servizio
civile che sta prefigurando in tal modo la costituzione di un corpo civile
di pace anche nel nostro paese.
Tutte queste proposte sono in linea di principio realizzabili in tempi molto
brevi, e potrebbero fare parte di un programma per i primi cento giorni del
nuovo governo.
Nel 2003, in nome della pace, milioni di famiglie italiane hanno esposto dai
loro balconi le bandiere arcobaleno: un bacino di potenziali elettori da
motivare. La pace non e' solo un valore; puo' (e deve) diventare anche
concreta azione politica.

3. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: UN PAESE NORMALE
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per
questo intervento. Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori
di questo notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da
sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di
solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di
condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione
Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di
studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta'
concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione
di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra
soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha
svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e
riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti
interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui
promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra
altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre
1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara,
la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo,
Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996;
Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La
solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I
movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto
politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria,
una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra
neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della
solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno,
luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio
2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per
anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della
solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha
cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che
solidarieta'"]

E' vero, viviamo tempi bui di restaurazione e di neoconservatorismo
integralista, di revancismo e di reazione, di revisionismo storico e
anticostituzionale.
Forse in questo, come molti auspicavano, siamo diventati "un paese normale";
finalmente "liberi dal pericolo comunista".
Questa normalita' e' stata sancita, originariamente, dall'equiparazione tra
partigiani e fascisti. Ultima in ordine di tempo, in questa direzione, e'
stata la roposta di legge voluta dal centrodestra (in particolare Alleanza
Nazionale), approdata fin al Senato e che equiparava partigiani e fascisti
perche' tutti "militari belligeranti".
Del resto, da paese normale, gli (ex) fascisti siedono al governo in
compagnia di forcaioli e razzisti di ogni tipo. Questo almeno fino alle
elezioni del 9 e 10 aprile. Poi vedremo.
*
Tante le cose da enumerare come tipiche di un "paese normale", dove percio'
prevale la legge non scritta dell'"occhio per occhio": basta volgere appena
lo sguardo all'indietro.
Come non ricordate, all'inizio del 2006, quando la Camera (grazie ai suoi
schieramenti trasversali) affossava prima il provvedimento sull'amnistia e
poi quello sull'indulto; togliendo ogni speranza a chi nelle nostre carceri
superaffollate e invivibili attendeva un atto di clemenza. In questo, non
c'e' nulla di causale; risponde (dicono) ad un sentimento diffuso nel paese
di ricerca di sicurezza. Magari, invece, e' sempre la stessa storia di chi
si fa forte con i deboli e debole con i forti.
*
Ma ormai siamo un paese normale, con uno stato laico, in cui i suoi massimi
rappresentanti, di maggioranza ed opposizione, fanno a gara nel
genuflettersi davanti alla Chiesa cattolica ed alla sua dottrina in materia
di famiglia, sessualita', procreazione, rapporti tra uomini e donne. Perche'
da paese normale, non vorremmo mica lasciare alla liberta' femminile la
possibilita' di decidere autonomamente del proprio corpo; che del resto ha
causato cosi' grandi drammi all'umanita'.
Meglio, molto meglio, giustamente da paese normale, la giornaliera presenza,
a colazione, pranzo e cena, di papa, vescovi, cardinali, che con i loro
interventi pubblici controllano la moralita' della nostra vita pubblica e
delle nostre peccaminose esistenze individuali.
Oltre che ricordare, ai nostri politici, che chiunque vinca le elezioni non
potra' prescindere dal rapporto col Santo Padre e con le altre gerarchie
cattoliche.
Ci consola il fatto che il Vaticano abbia scelto di non pronunciarsi: votate
per chi vi pare, per ladri e bugiardi, basta che non siano favorevoli ai
Pacs, che facciano partorire mamme che non vogliono essere mamme,
sopravvivere famiglie che non sono famiglie e non riconoscerne altre che
invece lo sono.
Questo si' che e' un atteggiamento serio, mica come quei musulmani che si
arrabbiano per vignette che non hanno nemmeno visto.
*
Ma non c'e' da preoccuparsi, perche' oramai da paese normale e da popolo
maturo quale siamo finalmente diventati, sulle grandi questioni non ci sono
piu' grandi differenze.
Siamo tutti, ma proprio tutti (centrodestra e centrosinistra), favorevoli al
ritiro delle nostre truppe dall'Iraq; certo c'e' quale differenza sulla
modalita', ma poca cosa. Cosi' sulla realizzazione del ponte sullo stretto
di Messina, occorre una pausa di riflessione, ma non e' detto che non si
faccia. E' per il progresso, come la Tav. Quando al mondo del lavoro, magari
si puo' anche cancellare l'attuale legge 30 che porta il nome di Marco
Biagi, ma per ripristinare la legge Treu sulla flessibilita'. Cosi'
sull'immigrazione, possiamo cancellare la leggi Bossi-Fini per ritornare
alla Turco-Napolitano.
E cosi' via, senza alterare l'equilibrio democratico del paese normale; come
invece fa chi continua ad insistere per avere una commissione d'inchiesta
sul G8 di Genova del 2001. E poi e' passato cosi' tanto tempo, perche'
insistere?
Certo, la riduzione dei salari e' cosa quotidiana, come la demolizione delo
stato sociale; mentre si impone la competitivita', la concorrenza, perche'
l'ineguaglianza e' motore della crescita.
*
In tutto questo c'e' poco di normale.
Sarebbe bene percio' che il centrosinistra non continui sulla strada delle
privatizzazioni e della legge di mercato; ma punti ad un'inversione di
tendenza, liberandosi da questo miraggio del mercato, e tornando a porre la
questione di cosa e come produrre; dei bisogni, dei diritti: i bisogni e i
diritti delle persone che compongono l'umanita'.

4. RIFLESSIONE. WANDA TOMMASI: LA TERZA GHINEA
[Da Wanda Tommasi, I filosofi e le donne, Tre Lune Edizioni, Mantova 2001,
p. 226 (si parla ovviamente de Le tre ghinee di Virginia Woolf, un libro che
tutte e tutti dovrebbero aver letto e meditato).
Wanda Tommasi e' docente di storia della filosofia contemporanea
all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica di "Diotima".
Opere di Wanda Tommasi: La natura e la macchina. Hegel sull'economia e le
scienze, Liguori, Napoli 1979; Maurice Blanchot: la parola errante, Bertani,
Verona 1984; Simone Weil: segni, idoli e simboli, Franco Angeli, Milano
1993; Simone Weil. Esperienza religiosa, esperienza femminile, Liguori,
Napoli 1997; I filosofi e le donne, Tre Lune, Mantova 2001; Etty Hillesum.
L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; La scrittura del
deserto, Liguori, Napoli 2004.
Virginia Woolf, scrittrice tra le piu' grandi del Novecento, nacque a Londra
nel 1882, promotrice di esperienze culturali ed editoriali di grande
rilievo, oltre alle sue splendide opere narrative scrisse molti acuti saggi,
di cui alcuni fondamentali anche per una cultura della pace. Mori' suicida
nel 1941. E' uno dei punti di riferimento della riflessione dei movimenti
delle donne, di liberazione, per la pace. Opere di Virginia Woolf: le sue
opere sono state tradotte da vari editori, un'edizione di Tutti i romanzi
(in due volumi, comprendenti La crociera, Notte e giorno, La camera di
Jacob, La signora Dalloway, Gita al faro, Orlando, Le onde, Gli anni, Tra un
atto e l'altro) e' stata qualche anno fa pubblicata in una collana
ultraeconomica dalla Newton Compton di Roma; una pregevolissima edizione sia
delle opere narrative che della saggistica e' stata curata da Nadia Fusini
nei volumi dei Meridiani Mondadori alle opere di Virginia Woolf dedicati (ai
quali rinviamo anche per la bibliografia). Tra i saggi due sono
particolarmente importanti per una cultura della pace: Una stanza tutta per
se', Newton Compton, Roma 1993; Le tre ghinee, Feltrinelli, Milano 1987 (ma
ambedue sono disponibili anche in varie altre edizioni). Numerosissime sono
le opere su Virginia Woolf: segnaliamo almeno Quentin Bell, Virginia Woolf,
Garzanti, Milano 1974; Mirella Mancioli Billi, Virginia Woolf, La Nuova
Italia, Firenze 1975; Paola Zaccaria, Virginia Woolf, Dedalo, Bari 1980.
Segnaliamo anche almeno le pagine di Erich Auerbach, "Il calzerotto
marrone", in Mimesis, Einaudi, Torino 1977]

La terza ghinea, l'ultima, viene destinata all'associazione pacifista che
aveva chiesto il contributo e l'adesione, ma con la precisazione che "il
modo migliore per aiutarvi a prevenire la guerra non e' di ripetere le
vostre parole e seguire i vostri metodi, ma di trovare nuove parole e
inventare nuovi metodi. Non e' di entrare nella vostra associazione, ma di
rimanere fuori pur condividendone il fine". Le donne, pur offrendo la loro
solidarieta', non possono iscriversi alle associazioni degli uomini; viene
sottolineato il valore di una politica della differenza femminile e la sua
estraneita' rispetto ai metodi proposti dagli uomini.

5. SOLIDARIETA'. PAOLO CANDELARI: IL MIR SOLIDALE CON LE COOPERATIVE
ANTIMAFIA DELLA LOCRIDE
[Ringraziamo Paolo Candelari (per contatti: paolocand at libero.it) per averci
messo a disposizione il testo della lettera inviata a nome del Movimento
internazioanle della riconciliazione alle cooperative antimafia della
Locride che recentemente sono state vittima di intimidazioni e attentati
mafiosi. Paolo Candelari, presidente del Movimento Internazionale della
Riconciliazione, e' una delle piu' conosciute e stimate figure della
nonviolenza in Italia. Il Movimento Internazionale della Riconciliazione (in
sigla: Mir in Italia, Ifor - International Fellowship of Reconciliation - a
livello internazionale) e' uno dei principali e piu' autorevoli movimenti
nonviolenti]

Venuti a conoscenza degli attentati contro le serre delle vostre
cooperative, vorrei esprimere, a nome di tutto il Movimento internazionale
della riconciliazione (in sigla: Mir) che rappresento, la solidarieta' con
voi per gli attentati che avete subito, la nostra ammirazione per il
coraggio che avete nel perseverare nell'opera di resistenza all'oppressione
mafiosa e nella costruzione di una societa' giusta, solidale, rispettosa
dell'uomo e delle sue esigenze.
Noi siamo un piccolo movimento, impegnato da anni nell'attivita' di studio,
sostegno e pratica della nonviolenza gandhiana, e siamo anche un movimento
interreligioso ed ecumenico che trova nella spiritualita', e - per chi di
noi e' cristiano - nel vangelo, la fonte di questo nostro impegno
nonviolento.
A maggior ragione dunque ci sentiamo coinvolti nella vostra azione.
Non possiamo fare molto, ma intanto vogliamo farvi arrivare il nostro
sostegno ed incoraggiamento, e la nostra preghiera.
Noi parliamo da anni di difesa popolare nonviolenta, programma costruttivo
per un mondo diverso possibile, voi state mettendo in pratica tutto cio'.
Grazie per cio' che fate.
Paolo Candelari, presidente del Movimento internazionale della
riconciliazione

6. ESPERIENZE. GERARD LUTTE: UNA LETTERA DAL GUATEMALA
[Da Manila D'Angelomaria (per contatti: manilita at libero.it) riceviamo la
seguente lettera di Gerard Lutte da Citta' del Guatemala, che volentieri
diffondiamo. Gerard Lutte (per contatti:gerardlutte at tin.it), di origine
belga, da molti anni in Italia, docente universitario di psicologia
dell'eta' evolutiva, ha partecipato a Roma alla vita e alle lotte degli
abitanti di una borgata di baraccati e di un quartiere popolare e ad un
lavoro sociale con i giovani piu' emarginati; collabora con movimenti di
solidarieta' ed esperienze di accoglienza; ha promosso iniziative mirate e
concrete di solidarieta' internazionale dal basso e di auto-aiuto, con
particolar riferimento alla situazione centroamericana, di impegno di
liberazione con i giovani e soprattutto le bambine e i bambini di strada.
Tra le opere di Gerard Lutte: Quando gli adolescenti sono adulti... I
giovani in Nicaragua, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Sopprimere
l'adolescenza?, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Psicologia degli
adolescenti e dei giovani, Il Mulino, Bologna 1987; Dalla religione al
vangelo, Kappa, Roma 1989; Cinquantanove ragazze e ragazzi di strada con
Gerard Lutte, Principesse e sognatori nelle strade in Guatemala, Kappa, Roma
1994 (ne e' stata successivamente pubblicata una seconda edizione
aggiornata). Il sito della Rete di amicizia con le ragazze e i ragazzi di
strada del Guatemala, che contiene progetti, testimonianze, ricerche, libri,
bollettini e centinaia di foto, sezioni francese, italiana, spagnola ed
inglese, e' www.reteamicizia.net]

Guatemala, 10 aprile 2006
Care amiche ed amici delle ragazze e ragazzi di strada,
mentre vi scrivo stanno per chiudersi i seggi elettorali in Italia e spero
che i risultati delle elezioni  manderanno al governo persone sensibili alla
giustizia internazionale, ai diritti di tutti i popoli e alla solidarieta'
con i poveri e gli esclusi della terra.
Vi auguro una buona festa di Pasqua, ossia di speranza nella liberazione dei
poveri, di vita piena e abbondante anche delle ragazze e dei ragazzi di
strada.
*
Celebrazione della morte
Rimarro' durante la Settimana Santa nella capitale del Guatemala. Per capire
alcuni aspetti dell'anima della classe dominante di questo paese e' utile
veder passare le processioni organizzate da ogni parrocchia importante: ci
sono confraternite dove i soci e le socie pagano somme elevate non solo per
gli abiti sontuosi ma anche solo per partecipare. Soldati romani, sacerdoti
e farisei, gente del popolo, discepoli, madre di Gesu' e pie donne con la
Maddalena, sfilano per le vie della capitale e seguono, accompagnate da
musiche funebre, lunghe piattaforme con immagini realistiche del Cristo
crocefisso, che penitenti incappucciati portano sulle spalle. La settimana
santa e' una celebrazione della morte, molto piu' che della resurrezione, e
non c'e' da  stupirsi se molti ufficiali dell'esercito fanno parte delle
confraternite piu' ricche. Loro e i loro padroni da secoli crocefiggono i
poveri Cristi della campagna e della strada.
La cultura della classe dominante, in Guatemala e nel mondo odierno, e' una
cultura di morte, di restrizione della vita della maggior parte della
popolazione, di negazione del diritto alla salute e a un tetto, e di
"pulizia sociale". Non e' un caso, mi sembra, se il Guatemala sia uno dei
paesi piu' violenti dell'America  Latina, con piu' di dieci assassinii ogni
giorno.
*
Morte e resurrezione in strada
Le ragazze e i ragazzi di strada pagano un pesante tributo alla morte.
Qualche giorno fa e' stato ucciso senza pieta' un ragazzo del gruppo della
Bolivar chiamato "el Alton". I ragazzi di strada chiamano gli autori di
questi delitti i sicari, ossia persone pagate per compiere la cosiddetta
pulizia sociale. Nel corteo goliardico di venerdi' scorso gli studenti
dell'Universita' pubblica San Carlos, che da qualche anno hanno rinunciato a
perseguire le ragazze e i ragazzi di strada, chiedevano a voce alta la
pulizia sociale. Pero' chiedevano che fossero dimissionati il presidente, il
governo e tutti i parlamentari del congresso guatemalteco. E' una
rivendicazione questa che puo' essere condivisa, anche se manca in Guatemala
un'alternativa politica allo strapotere della vecchia classe dominante.
La morte e' un incontro quotidiano nella strada. Molti di voi sanno della
morte di Carlita, la madre di Gerardo, una ragazza allegra, socievole, della
quale molte persone che sono venute in Guatemala si ricordano con affetto.
Da alcuni mesi, viveva alla "Terminal" (capolinea di molti autobus che vanno
nel Nord del paese). La "Terminal", come la diciottesima strada, e' uno dei
luoghi dove si sono formati i primi gruppi di strada. E' un quartiere
popolare pieno di vita. Non e' facile camminare nelle strade ingarbugliate
tra gli autobus e i tavoli pieni di frutta, di verdure che quotidianamente
arrivano dai campi.
Nella "Terminal" c'e' un luogo detto "el hoyo" (il buco), pieno di bordelli
e di cantine dove si vendono alcol micidiale e donne, anche minorenni. Un
posto, si direbbe squallido e pericoloso, in apparenza lontano dai nostri
valori morali, ma che manifesta l'intensita' della vita e non manca di
solidarieta'.
In questo luogo viveva Carlita. Lei no offriva servizi sessuali per
sopravvivere, chiedeva l'elemosina per pagarsi un posto per dormire e il
pessimo alcol che consumava nella cantina che le serviva da casa. Dopo
l'apertura della casa dell'Otto Marzo, sono andato con Mayra e Luvi per
cercarla. La padrona della cantina, che non voleva rinunciare al suo
guadagno, ci disse che se n'era andata, ma grazie a una ragazza che poteva
avere sedici anni, dolce, dallo sguardo triste, che teneva in braccio un
bambino di qualche mese e che per sopravvivere offre servizi sessuali, siamo
riusciti a rintracciarla. Subito, Carla ha accettato di entrare alla casa
dell'Otto Marzo, pero' era gia' troppo tardi, dopo due giorni e' stata
ricoverata in ospedale dove e morta dieci giorni piu' tardi. Quando andavamo
a trovarla, diceva che voleva tornare nella sua casa, una casa dove visse
solo due giorni. Il suo corpo e' stato vegliato nella casa del Mojoca dalle
sue compagne e compagni che durante tutta la notte hanno pregato, pianto,
cantato canzoni di amicizia e d'addio, ricordato episodi della sua vita.
L'indomani in mattinata una buona cinquantina di ragazze e ragazzi l'hanno
accompagnata al cimitero centrale. Anche le ragazze hanno voluto portare
sulle loro spalle, non un'immagine, ma il corpo stesso di Cristo crocefisso
nella strada.
*
Ora le ragazze e i ragazzi dirigono il loro movimento
El Alton e la Carlita, due altri nomi nel martirologio infinito della strada
, due vittime dell'ingiustizia. Queste morti da una parte provocano una
grande tristezza e una grande rabbia, ma allo stesso tempo ci incoraggiano a
continuare la nostra lotta assieme alle ragazze e i ragazzi di strada.
Cosi', sabato scorso, 8 aprile, abbiamo celebrato una Assemblea Generale del
Mojoca, dove le ragazze e i ragazzi hanno approvato la transizione
all'autogestione e i nuovi statuti del Mojoca. Nel mese di settembre del
1996, un gruppo di piu' di sessanta ragazze e ragazzi dei gruppi principali
della strada si erano radunati presso il lago di Amatitlan, a 30 km. dalla
capitale, dopo una giornata di lavoro, e avevano deciso di fondare un
movimento autogestito.
Sono stati necessari dieci anni per realizzare questo sogno. Ora saranno i
ragazzi e le ragazze stessi a prendere le decisioni, e noi adulti saremo
solo consiglieri che li accompagnano e li aiutano a formarsi. Il movimento
riprende i valori fondamentali della strada: l'autogestione e il rispetto
della liberta' di ogni ragazza e ragazzo per permettere loro di difendere i
loro diritti e di promuovere la formazione di ogni persona, la realizzazione
dei propri sogni. L'assemblea ha anche eletto un settimo ragazzo nel
comitato di gestione. Non e' stato possibile, per mancanza di fondi,
eleggere, come si pensava prima, due altri giovani in questo comitato.
Ora bisognera' lavorare affinche' l'autogestione diventi effettiva. Da
questo pomeriggio iniziamo un seminario per riorganizzare il Mojoca dando
un'importanza fondamentale alla scuola e alla formazione professionale. Ma
di questo vi parlero' in un'altra lettera.
La casa dell'8 Marzo funziona bene, anche se non mancano le difficolta': non
e' facile per le ragazze uscire d'un colpo dalla strada e dalla droga. Pero'
si sforzano e riescono a superare gli inevitabili momenti di scoraggiamento
o di debolezza. E' una nuova esperienza, una nuova avventura per noi, e sono
molto soddisfatto dei risultati finora ottenuti.
*
Vi ringrazio per l'appoggio d'amicizia che continuate a dare alle ragazze e
i ragazzi, per la vostra generosita', per la vostra creativita'.
Un forte abbraccio da parte mia, e di tutte le ragazze e i ragazzi del
Mojoca,
Gerardo Lutte

7. UMANITA'. ALDO ANTONELLI: PASQUA
[Ringraziamo don Aldo Antonelli (per contatti: ednran at tele2.it) per questa
poesia. Aldo Antonelli e' parroco di Antrosano (Aq) e straordinario
costruttore di pace, una persona che ha preso sul serio il discorso della
montagna, saldo e profondo un amico della nonviolenza]

Pasqua?
Un filo di speranza che,
fragile erba,
screpoli le superfici bituminate
di coscienze omologate.

Pasqua?
Una goccia di acqua sorgiva che
spacchi i cuori
pietrificati dalla orgogliosa presunzione.

Pasqua?
Il gia' e non ancora di
troni abbattuti
e
poteri assuolati,

ricchezze solidarie
e
commerci equalitari,

oligarchie sepolte
ed
emarginazioni debellate.

Pasqua?
E il domani
e' gia' presente.

8. INCONTRI. IL 19 APRILE A ROMA UN INCONTRO CON GIANCARLA CODRIGNANI
[Da varie persone amiche riceviamo e volentieri diffondiamo. Giancarla
Codrignani (per contatti: giancodri at libero.it), presidente della Loc (Lega
degli obiettori di coscienza al servizio militare), gia' parlamentare,
saggista, impegnata nei movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la
pace, e' tra le figure piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per
la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea
intorno ai telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992;
Ecuba e le altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi)
1994; L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2005]

Mercoledi' 19 aprile, alle ore 17, presso il salone della Chiesa metodista,
in via Firenze 38, a Roma, si terra' la presentazione del piu' recente libro
di Giancarla Codrignani, L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma
2006.
Ne discutono con l'autrice: Adriana Valerio, storica e teologa; Marco
Politi, vaticanista del quotidiano "La repubblica"; Francesca Koch, storica.
*
Hanno scritto del libro: "Un libro bellissimo che nulla concede a luoghi
comuni e tanto meno a scandalismo, ma affronta le questioni con competenza
storica e acutezza d'analisi: un libro da consigliare a tutti ma, in primo
luogo, a chi ha autorita e possibilita' di cambiamento ma che, a cambiare,
par proprio che non pensi" (Adriana Zarri, teologa); "Una sottile elegia
percorre  tutto il racconto: la composta, quasi ironica malinconia
dell'immenso spreco costato alla storia della chiesa per la negazione,
l'emarginazione, la sottovalutazione dell'apporto femminile" (Rosaria De
Felice, Gruppo controinformazione ecclesiale, Roma); "Le contraddizioni  che
ruotano attorno al pianeta prete sono i sintomi di un cammino iniziato e
incompiuto che e' quello dell'aggiornamento, un cammino che  richiede la
capacita', l'autodisciplina del pensiero delicato: queste pagine di
Giancarla possono aiutare a farlo, e gli amici gliene sono riconoscenti"
(dalla prefazione di Alberto Melloni, storico del  Concilio).

9. INCONTRI. ASSEMBLEA NAZIONALE DI PAX CHRISTI
[Da Pax Christi Italia (per contatti: info at paxchristi.it) riceviamo e
volentieri diffondiamo. Tommaso Valentinetti, nato a Ortona nel 1952, studi
di teologia a Chieti, a Roma e a Gerusalemme, sacerdote dal 1977, vescovo di
Termoli-Larino dal 2000, arcivescovo di Pescara-Penne dal 2005, e'
vicepresidente della Conferenza episcopale abruzzese-molisana, presidente di
Pax Christi Italia, membro della Commissione episcopale per i problemi
sociali e il lavoro, la giustizia e la pace]

Sono aperte le iscrizioni per l'assemblea nazionale di pax Christi, Bologna
28-29  aprile 2006, sul tema "Nella chiesa e nella storia".
"Occorre scongiurare questa specie di fatalismo che fa ritenere inutili, se
non addirittura controproducenti, le scelte di campo, le prese di posizione,
le decisioni coraggiose, le testimonianze audaci, i gesti profetici" (don
Tonino Bello).
*
Cari amici,
e' indetta l'assemblea annuale dei soci aderenti alla sezione italiana di
Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace, in prima
convocazione il giorno 25 aprile 2006 alle ore 23 e in seconda convocazione
sabato 29 aprile 2006 alle ore 9 presso il Villaggio del Fanciullo
(Dehoniani) in via Scipione del Ferro a Bologna.
In adempimento a quanto previsto dallo Statuto, nel corso dell'assemblea
sara' presentato il bilancio annuale del movimento relativo all'esercizio
sociale 1 gennaio 2005 - 31 dicembre 2005.
Ricordo che tutti coloro che non potranno essere presenti all'assemblea,
possono provvedere a inviare alla segreteria nazionale apposita delega a un
socio che sia in regola con il pagamento della quota associativa per l'anno
in corso. Potranno esercitare il diritto di voto solo coloro che hanno
provveduto a regolarizzare la propria adesione. Vi invito pertanto a
rinnovare la vostra adesione peraltro necessario sostegno a tutte le
attivita' e le iniziative di Pax Christi.
Con la speranza di incontrarvi numerosi, vi invio un saluto di pace.
Il presidente, mons. Tommaso Valentinetti
*
Per iscriversi, contattare la segreteria nazionale: tel. 0552020375, fax:
0552020608, e-mail: info at paxchristi.it
Il programma e le informazioni logistiche dell'assemblea si trovano
all'indirizzo:
http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_15696.html
Per leggere e scaricare "Pax Christi InformAzioni":
http://italy.peacelink.org/paxchristi/docs/1455-15696_pax_christi_info.pdf
Tutte le altre informazioni sull'assemblea nazionale 2006 all'indirizzo:
http://italy.peacelink.org/paxchristi/indices/index_2446.html

10. INCONTRI. UN CAMPO ESTIVO A CAVANDONE
[Da Sergio Albesano (per contatti: sergioalbesano at tiscali.it) riceviamo e
volentieri diffondiamo. Sergio Albesano e' impegnato nei movimenti di pace,
di solidarieta' e per la nonviolenza, cura una rubrica di storia e una di
libri su "Azione nonviolenta". Opere di Sergio Albesano: Storia
dell'obiezione di coscienza in Italia, Santi Quaranta, Treviso 1993; con
Bruno Segre e Mao Valpiana ha coordinato la realizzazione del volume di AA.
VV., Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace, coedizione
Anppia e Movimento Nonviolento, Torino-Verona 1999]

"Stili di vita a confronto". Campo del Movimento Nonviolento 2006.
Per chi: Il campo e' rivolto a ragazzi dai tredici ai diciannove anni
compresi e alle loro famiglie.
Tema: L'obiettivo del campo e' quello di proporre ai giovani partecipanti
uno stile di vita diverso da quello consumistico proposto (e imposto) dalla
televisione.
Formatrici: Elisabetta Gambino e Laura Giainetti.
Quando: dal 30 luglio al 6 agosto 2006.
Dove: Casa parrocchiale, via Sergin, Cavandone (Verbania).
Posti disponibili: Sedici partecipanti.
Organizzatore: Movimento Nonviolento.
Quota di partecipazione: 115 euro a persona, comprensiva di vitto, alloggio
e copertura assicurativa. Eventuali resti di cassa saranno devoluti al
Movimento Nonviolento.
Notizie logistiche: La casa si trova nel comune di Verbania, a circa 350
metri sul livello del  mare, con una ampia vista sul lago Maggiore e il
golfo Borromeo. Si vede molto bene la valle del Toce e il monte Rosa. Dalla
casa si parte per varie escursioni a piedi o in bicicletta per il monte
Rosso, piccola cima che sovrasta il paese. Alle spalle di Cavandone si apre
il parco nazionale della Val Grande, raggiungibile sia in automobile sia a
piedi. La casa e' stata edificata nel 1700. La casa e' esposta al sole e
quindi, nonostante ci sia spesso vento, e' calda. A disposizione dei
partecipanti ci sono cinque bagni e quattro docce con acqua calda. I posti
letto sono dotati di materasso e cuscino e ogni partecipante deve portare il
sacco a pelo, un lenzuolo da usare come coprimaterasso e una federa.
Notizie organizzative: Il campo e' autogestito e quindi tutti dovranno
portare il loro contributo lavorativo per le esigenze fondamentali: cucina e
pulizia. Le giornate saranno organizzate come da seguente impostazione: ore
8: sveglia;            ore 8,30: corso di yoga; ore 9: colazione; ore
9,30-12: lavori manuali (sistemazione dell'area verde che circonda la casa:
taglio dell'erba, sistemazione delle piazzole delle tende e sistemazione dei
laboratori esterni alla casa) per scoprire il valore del lavoro svolto con
le proprie mani e condiviso con gli altri e per ricambiare l'ospitalita'
offerta gratuitamente dalla cooperativa che gestisce la casa; ore 12,30:
pranzo; ore 14,30-17: riflessioni sul tema, giochi di ruolo, dibattiti,
interventi, comunicazioni; ore 18: corso di yoga; ore 20: cena.
Un momento nel corso della settimana sara' dedicato a presentare il
Movimento Nonviolento e la rivista "Azione nonviolenta". Un pomeriggio sara'
dedicato ai massaggi. Nel corso della settimana sara' organizzata una gita
per prendere contatto con la realta' che ci ospita. Sabato sera, a cena e
dopo cena, si terra' la festa di fine campo. L'alimentazione sara'
vegetariana.
Coordinatore: Sergio Albesano (tel. 3494031378, e-mail:
sergioalbesano at tiscali.it).
Iscrizioni: da effettuarsi entro il 15 luglio 2006, rivolgendosi al
coordinatore.
Ospitanti: Cooperativa sociale La Coccinella, che da due anni ha preso in
comodato d'uso la casa e che e' nata dal gruppo scout Agesci Verbania 1.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1267 del 16 aprile 2006

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su
"subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196
("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing
list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica
alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html

L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
redazione e': nbawac at tin.it