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La nonviolenza e' in cammino. 1267
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1267
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 16 Apr 2006 00:34:15 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1267 del 16 aprile 2006 Sommario di questo numero: 1. Adriana Cavarero: La vicinanza 2. Giovanni Scotto: Una politica di pace 3. Giulio Vittorangeli: Un paese normale 4. Wanda Tommasi: La terza ghinea 5. Paolo Candelari: Il Mir solidale con le cooperative antimafia della Locride 6. Gerard Lutte: Una lettera dal Guatemala 7. Aldo Antonelli: Pasqua 8. Il 19 aprile a Roma un incontro con Giancarla Codrignani 9. Assemblea nazionale di Pax Christi 10. Un campo estivo a Cavandone 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento 12. Per saperne di piu' 1. RIFLESSIONE. ADRIANA CAVARERO: LA VICINANZA [Da Diotima, Mettere al mondo il mondo, La Tartaruga, Milano 1990, p. 95 (ma invitiamo vivamente a leggere nel libro quanto segue alle poche parole che ne abbiamo estratto e qui di seguito presentiamo). Adriana Cavarero e' docente di filosofia politica all'Università di Verona; dal sito "Feminist Theory Website: Zagreb Woman's Studies Center" ospitato dal Center for Digital Discourse and Culture at Virginia Tech University (www.cddc.vt.edu/feminism), copyright 1999 Kristin Switala, riportiamo questa scheda bibliografica delle sue opere pubblicate in volume: a) libri: Dialettica e politica in Platone, Cedam, Padova 1974; Platone: il filosofo e il problema politico. La Lettera VII e l'epistolario, Sei, Torino 1976; La teoria politica di John Locke, Edizioni universitarie, Padova 1984; L'interpretazione hegeliana di Parmenide, Quaderni di Verifiche, Trento 1984; Nonostante Platone, Editori Riuniti, Roma1990. (traduzione tedesca: Platon zum Trotz, Rotbuch, Berlin 1992; traduzione inglese: In Spite of Plato, Polity, Cambridge 1995, e Routledge, New York 1995); Corpo in figure, Feltrinelli, Milano 1995; Platone. Lettera VII, Repubblica: libro VI, Sei, Torino 1995; Tu che mi guardi, tu che mi racconti, Feltrinelli, Milano 1997; Adriana Cavarero e Franco Restaino (a cura di), Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999; A piu' voci. Filosofia dell'espressione vocale, Feltrinelli, Milano 2003. b) saggi in volumi collettanei: "Politica e ideologia dei partiti in Inghilterra secondo Hume", in Per una storia del moderno concetto di politica, Cleup, Padova 1977, pp. 93-119; "Giacomo I e il Parlamento: una lotta per la sovranita'", in Sovranita' e teoria dello Stato all'epoca dell'Assolutismo, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma 1980, pp. 47-89; "Hume: la politica come scienza", in Il politico. Da Hobbes a Smith, a cura di Mario Tronti,Feltrinelli, Milano 1982, vol. II, pp. 705-715; "Il principio antropologico in Eraclito", in Itinerari e prospettive del personalismo, Ipl, Milano 1987, pp. 311-323; "La teoria contrattualistica nei Trattati sul Governo di John Locke", in Il contratto sociale nella filosofia politica moderna, a cura di Giuseppe Duso, Il Mulino, Bologna 1987, pp. 149-190; "Per una teoria della differenza sessuale", in Diotima. Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, pp. 43-79. (traduzioen tedesca: "Ansatze zu einer Theorie der Geschlechterdifferenz", in Diotima. Der Mensch ist Zwei, Wiener Frauenverlag, Wien 1989); "L'elaborazione filosofica della differenza sessuale", in La ricerca delle donne, Rosenberg & Sellier, Torino 1987, pp. 173-187. (traduzione inglese: "The Need for a Sexed Thought", in Italian Feminist Thought, ed. by S. Kemp and P. Bono, Blackwell, Oxford 1991); "Platone e Hegel interpreti di Parmenide", in La scuola Eleatica, Macchiaroli, Napoli 1988, pp. 81-99; "Dire la nascita", in Diotima. Mettere al mondo il mondo, La Tartaruga, Milano 1990, pp. 96-131. (traduzione spagnola: "Decir el nacimiento", in Diotima. Traer al mundo el mundo, Icaria y Antrazyt, Barcelona 1996); "Die Perspective der Geschleterdifferenz", in Differenz und Gleicheit, Ulrike Helmer Verlag, Frankfurt 1990, pp. 95-111; "Equality and Sexual Difference: the Amnesias of Political Thought", in Equality and Difference: Gender Dimensions of Political Thought, Justice and Morality, edited by G. Bock and S. James, Routledge, London 1991, pp. 187-201; "Il moderno e le sue finzioni", in Logiche e crisi della modernita, a cura di Carlo Galli, Il Mulino, Bologna 1991, pp. 313-319; "La tirannia dell'essere", in Metamorfosi del tragico fra classico e moderno, a cura di Umberto Curi, Laterza, Rma-Bari 1991, pp. 107-122; "Introduzione" a: B. Head, Una questione di potere, El, Roma 1994, pp. VII-XVIII; "Forme della corporeita'", in Filosofia, Donne, Filosofie, Milella, Lecce 1994, pp. 15-28; "Figures de la corporeitat", Saviesa i perversitat: les dones a la Grecia Antiga, coordinacio de M. Jufresa, Edicions Destino, Barcelona 1994, pp. 85-111; "Un soggetto femminile oltre la metafisica della morte", in Femminile e maschile tra pensiero e discorso, Labirinti 12, Trento, pp. 15-28; "La passione della differenza", in Storia delle passioni, a cura di Silvia Vegetti Finzi, Laterza, Roma-Bari 1995, pp. 279-313; "Il corpo e il segno. Un racconto di Karen Blixen", in Scrivere, vivere, pensare, a cura di Francesca Pasini, La Tartaruga, Milano 1997, pp. 39-50; "Schauplatze der Einzigartigkeit", in Phaenomenologie and Geschlechterdifferenz, edd. Silvia Stoller und Helmuth Vetter, WUV-Universitatsverlag, Wien 1997, pp. 207-226; "Il pensiero femminista. Un approccio teoretico", in Le filosofie femministe, a cura di Franco Restaino e Adriana Cavarero, Paravia, Torino 1999, pp. 111-164; "Note arendtiane sulla caverna di Platone", in Hannah Arendt, a cura di Simona Forti, Bruno Mondadori, Milano 1999, pp. 205-225. Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l 'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000] La vicinanza con Arendt non e' infatti per me una scelta casuale, ma una sorta di necessita' dalla quale non posso prescindere. 2. RIFLESSIONE. GIOVANNI SCOTTO: UNA POLITICA DI PACE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 4 aprile 2006. Giovanni Scotto (per contatti: giovanni.scotto at unifi.it) e' uno dei piu' importanti studiosi italiani nell'ambito della peace research, studioso e amico della nonviolenza; gia' ricercatore presso il "Berghof Research Center for Constructive Conflict Management" di Berlino, collaboratore dell'"Institute for Peace Work and Nonviolent Settlement of Conflicts" di Wahlenau, e' docente all'Universita' di Firenze e presidente del "Centro studi difesa civile" di Roma. Tra le opere di Giovanni Scotto: con Emanuele Arielli, I conflitti, Bruno Mondadori, Milano 1998 (seconda edizione notevolmente ampliata: Conflitti e mediazione, Bruno Mondadori, Milano 2003); sempre con Emanuele Arielli, La guerra del Kosovo, Editori Riuniti, Roma 1999] Non e' solo la cooperazione allo sviluppo a essere in stato di sofferenza negli ultimi anni. Il nostro paese e' rimasto drammaticamente fermo mentre altrove - in Europa e nel mondo - si e' fatta strada una nuova consapevolezza delle possibilita' aperte per una politica estera coerentemente orientata alla pace. Si tratta di costruire un indirizzo politico coerente e attrezzarsi con gli strumenti appropriati per realizzare, nei conflitti concreti, una politica di pace dell'Italia a livello internazionale. Non basta volere il rimpatrio del contingente italiano in Iraq, e non sono sufficienti gli appelli per una trasformazione in senso democratico delle Nazioni Unite. C'e' bisogno di un salto di qualita' in quello che il nostro paese fa in risposta ai conflitti che lacerano societa' e paesi in molte parti del mondo; della costruzione paziente di nuovi modi di intervento civile e nonviolento in questi conflitti, anche imparando dalle esperienze piu' avanzate dei nostri vicini europei; di saldare gli sforzi in diversi campi in una "infrastruttura" per la pace coerente e riconoscibile agli occhi dell'opinione pubblica. Anche lasciando da parte l'appiattimento sulle posizioni belliciste dell'amministrazione Bush, i cinque anni di governo del centrodestra hanno mostrato una quasi completa mancanza di attenzione sui temi della pace e della prevenzione dei conflitti violenti. Ne e' stata una riprova l'assenza di iniziative di rilievo in occasione del semestre di presidenza italiano dell'Unione Europea. E' interessante leggere sul tema il programma dell'Unione. La coalizione di centrosinistra incentra la sua attenzione quasi esclusivamente su quello che l'Europa potra' fare: coinvolgimento "nella prevenzione e nella gestione delle crisi" (purtroppo senza precisare se si pensa di favorire strumenti civili o militari di gestione di tali crisi), e soprattutto costituzione di un corpo civile di pace (i cosiddetti caschi bianchi), in grado di intervenire nelle aree di sofferenza e conflitto con gli strumenti del dialogo, dell'interposizione nonviolenta, della diplomazia e della mediazione. Dal punto di vista di una politica di pace, si tratta di una scelta sacrosanta. C'e' bisogno pero' anche di qualcos'altro, cioe' di un impegno preciso del futuro governo italiano a percorrere la strada di un diverso modo di fare politica estera. Anzitutto non possiamo aspettare che sia tutta l'Unione Europea a muoversi in questo senso, e in secondo luogo perche' ci sono un gran numero di atti concreti che sono gli stati membri a potere e dovere realizzare. * Di seguito proviamo a formulare alcune possibili tappe di un percorso che vada in questa direzione. 1. Occorre un referente politico (ad esempio un viceministro degli Esteri) e una struttura riconoscibile e trasparente incaricata di seguire in maniera continuativa le iniziative politiche di prevenzione dei conflitti violenti, di gestione civile delle crisi e di mediazione di pace. 2. Il nuovo governo dovra' costruire una vera e propria "filiera" della pace, impegnandosi in maniera coerente per politiche di prevenzione e soluzioni civili dei conflitti in tutti i principali ambiti di politica estera: dall'Unione Europea all'Osce, all'Onu, dalla cooperazione allo sviluppo, alle politiche commerciali, fino ad arrivare al settore cruciale del commercio di armi. Su quest'ultimo bisogna tornare allo spirito della legge 185 del 1990. 3. C'e' bisogno di un Istituto nazionale di ricerca sulla pace e i conflitti, sul modello degli istituti dei paesi del nord Europa (come il Sipri svedese). In Italia la peace research e' ancora poco sviluppata con poche iniziative e pochissimi finanziamenti disponibili. In parallelo vanno rilanciati i corsi di laurea, di dottorato e i corsi professionalizzanti che prepareranno una nuova generazione di operatori di pace in grado di intervenire nei conflitti. 4. Vanno messe in cantiere iniziative politiche forti, istituzionali e della societa' civile, per prevenire possibili escalation in zone "a rischio", e per sostenere in modo incisivo negoziati e processi di pace gia' in atto. Il sostegno puo' (e deve) essere sostenuto sia al livello della diplomazia ufficiale, sia con gli strumenti e le modalita' della diplomazia popolare, il cui potenziale per la costruzione della pace va valorizzato appieno. Due situazioni per tutte: il Kosovo, territorio che ha visto l'impegno della societa' civile italiana per una soluzione nonviolenta del conflitto fin dal 1993, e il Congo, in cui le elezioni potrebbero aprire un periodo di transizione verso la pace. 5. Il nuovo governo dovra' realizzare subito i proposti corpi civili di pace. In Italia la societa' civile ha piu' volte sperimentato questo strumento di intervento nonviolento in zone di conflitto: in passato in paesi come la Colombia o il Kosovo, paesi come la Germania hanno gia' realizzato un vero e proprio Servizio civile di pace, con centinaia di progetti all'attivo. L'Italia ha gia' uno strumento legislativo adeguato a questo compito, il servizio civile volontario. Nella legge di riforma del servizio civile si menzionava che i volontari avrebbero effettuato una sperimentazione di "forme di difesa non armata e nonviolenta". A tale scopo e' nato un Comitato consultivo presso l'Ufficio nazionale per il servizio civile che sta prefigurando in tal modo la costituzione di un corpo civile di pace anche nel nostro paese. Tutte queste proposte sono in linea di principio realizzabili in tempi molto brevi, e potrebbero fare parte di un programma per i primi cento giorni del nuovo governo. Nel 2003, in nome della pace, milioni di famiglie italiane hanno esposto dai loro balconi le bandiere arcobaleno: un bacino di potenziali elettori da motivare. La pace non e' solo un valore; puo' (e deve) diventare anche concreta azione politica. 3. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: UN PAESE NORMALE [Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento. Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre 1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara, la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo, Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996; Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria, una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno, luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio 2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"] E' vero, viviamo tempi bui di restaurazione e di neoconservatorismo integralista, di revancismo e di reazione, di revisionismo storico e anticostituzionale. Forse in questo, come molti auspicavano, siamo diventati "un paese normale"; finalmente "liberi dal pericolo comunista". Questa normalita' e' stata sancita, originariamente, dall'equiparazione tra partigiani e fascisti. Ultima in ordine di tempo, in questa direzione, e' stata la roposta di legge voluta dal centrodestra (in particolare Alleanza Nazionale), approdata fin al Senato e che equiparava partigiani e fascisti perche' tutti "militari belligeranti". Del resto, da paese normale, gli (ex) fascisti siedono al governo in compagnia di forcaioli e razzisti di ogni tipo. Questo almeno fino alle elezioni del 9 e 10 aprile. Poi vedremo. * Tante le cose da enumerare come tipiche di un "paese normale", dove percio' prevale la legge non scritta dell'"occhio per occhio": basta volgere appena lo sguardo all'indietro. Come non ricordate, all'inizio del 2006, quando la Camera (grazie ai suoi schieramenti trasversali) affossava prima il provvedimento sull'amnistia e poi quello sull'indulto; togliendo ogni speranza a chi nelle nostre carceri superaffollate e invivibili attendeva un atto di clemenza. In questo, non c'e' nulla di causale; risponde (dicono) ad un sentimento diffuso nel paese di ricerca di sicurezza. Magari, invece, e' sempre la stessa storia di chi si fa forte con i deboli e debole con i forti. * Ma ormai siamo un paese normale, con uno stato laico, in cui i suoi massimi rappresentanti, di maggioranza ed opposizione, fanno a gara nel genuflettersi davanti alla Chiesa cattolica ed alla sua dottrina in materia di famiglia, sessualita', procreazione, rapporti tra uomini e donne. Perche' da paese normale, non vorremmo mica lasciare alla liberta' femminile la possibilita' di decidere autonomamente del proprio corpo; che del resto ha causato cosi' grandi drammi all'umanita'. Meglio, molto meglio, giustamente da paese normale, la giornaliera presenza, a colazione, pranzo e cena, di papa, vescovi, cardinali, che con i loro interventi pubblici controllano la moralita' della nostra vita pubblica e delle nostre peccaminose esistenze individuali. Oltre che ricordare, ai nostri politici, che chiunque vinca le elezioni non potra' prescindere dal rapporto col Santo Padre e con le altre gerarchie cattoliche. Ci consola il fatto che il Vaticano abbia scelto di non pronunciarsi: votate per chi vi pare, per ladri e bugiardi, basta che non siano favorevoli ai Pacs, che facciano partorire mamme che non vogliono essere mamme, sopravvivere famiglie che non sono famiglie e non riconoscerne altre che invece lo sono. Questo si' che e' un atteggiamento serio, mica come quei musulmani che si arrabbiano per vignette che non hanno nemmeno visto. * Ma non c'e' da preoccuparsi, perche' oramai da paese normale e da popolo maturo quale siamo finalmente diventati, sulle grandi questioni non ci sono piu' grandi differenze. Siamo tutti, ma proprio tutti (centrodestra e centrosinistra), favorevoli al ritiro delle nostre truppe dall'Iraq; certo c'e' quale differenza sulla modalita', ma poca cosa. Cosi' sulla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, occorre una pausa di riflessione, ma non e' detto che non si faccia. E' per il progresso, come la Tav. Quando al mondo del lavoro, magari si puo' anche cancellare l'attuale legge 30 che porta il nome di Marco Biagi, ma per ripristinare la legge Treu sulla flessibilita'. Cosi' sull'immigrazione, possiamo cancellare la leggi Bossi-Fini per ritornare alla Turco-Napolitano. E cosi' via, senza alterare l'equilibrio democratico del paese normale; come invece fa chi continua ad insistere per avere una commissione d'inchiesta sul G8 di Genova del 2001. E poi e' passato cosi' tanto tempo, perche' insistere? Certo, la riduzione dei salari e' cosa quotidiana, come la demolizione delo stato sociale; mentre si impone la competitivita', la concorrenza, perche' l'ineguaglianza e' motore della crescita. * In tutto questo c'e' poco di normale. Sarebbe bene percio' che il centrosinistra non continui sulla strada delle privatizzazioni e della legge di mercato; ma punti ad un'inversione di tendenza, liberandosi da questo miraggio del mercato, e tornando a porre la questione di cosa e come produrre; dei bisogni, dei diritti: i bisogni e i diritti delle persone che compongono l'umanita'. 4. RIFLESSIONE. WANDA TOMMASI: LA TERZA GHINEA [Da Wanda Tommasi, I filosofi e le donne, Tre Lune Edizioni, Mantova 2001, p. 226 (si parla ovviamente de Le tre ghinee di Virginia Woolf, un libro che tutte e tutti dovrebbero aver letto e meditato). Wanda Tommasi e' docente di storia della filosofia contemporanea all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica di "Diotima". Opere di Wanda Tommasi: La natura e la macchina. Hegel sull'economia e le scienze, Liguori, Napoli 1979; Maurice Blanchot: la parola errante, Bertani, Verona 1984; Simone Weil: segni, idoli e simboli, Franco Angeli, Milano 1993; Simone Weil. Esperienza religiosa, esperienza femminile, Liguori, Napoli 1997; I filosofi e le donne, Tre Lune, Mantova 2001; Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; La scrittura del deserto, Liguori, Napoli 2004. Virginia Woolf, scrittrice tra le piu' grandi del Novecento, nacque a Londra nel 1882, promotrice di esperienze culturali ed editoriali di grande rilievo, oltre alle sue splendide opere narrative scrisse molti acuti saggi, di cui alcuni fondamentali anche per una cultura della pace. Mori' suicida nel 1941. E' uno dei punti di riferimento della riflessione dei movimenti delle donne, di liberazione, per la pace. Opere di Virginia Woolf: le sue opere sono state tradotte da vari editori, un'edizione di Tutti i romanzi (in due volumi, comprendenti La crociera, Notte e giorno, La camera di Jacob, La signora Dalloway, Gita al faro, Orlando, Le onde, Gli anni, Tra un atto e l'altro) e' stata qualche anno fa pubblicata in una collana ultraeconomica dalla Newton Compton di Roma; una pregevolissima edizione sia delle opere narrative che della saggistica e' stata curata da Nadia Fusini nei volumi dei Meridiani Mondadori alle opere di Virginia Woolf dedicati (ai quali rinviamo anche per la bibliografia). Tra i saggi due sono particolarmente importanti per una cultura della pace: Una stanza tutta per se', Newton Compton, Roma 1993; Le tre ghinee, Feltrinelli, Milano 1987 (ma ambedue sono disponibili anche in varie altre edizioni). Numerosissime sono le opere su Virginia Woolf: segnaliamo almeno Quentin Bell, Virginia Woolf, Garzanti, Milano 1974; Mirella Mancioli Billi, Virginia Woolf, La Nuova Italia, Firenze 1975; Paola Zaccaria, Virginia Woolf, Dedalo, Bari 1980. Segnaliamo anche almeno le pagine di Erich Auerbach, "Il calzerotto marrone", in Mimesis, Einaudi, Torino 1977] La terza ghinea, l'ultima, viene destinata all'associazione pacifista che aveva chiesto il contributo e l'adesione, ma con la precisazione che "il modo migliore per aiutarvi a prevenire la guerra non e' di ripetere le vostre parole e seguire i vostri metodi, ma di trovare nuove parole e inventare nuovi metodi. Non e' di entrare nella vostra associazione, ma di rimanere fuori pur condividendone il fine". Le donne, pur offrendo la loro solidarieta', non possono iscriversi alle associazioni degli uomini; viene sottolineato il valore di una politica della differenza femminile e la sua estraneita' rispetto ai metodi proposti dagli uomini. 5. SOLIDARIETA'. PAOLO CANDELARI: IL MIR SOLIDALE CON LE COOPERATIVE ANTIMAFIA DELLA LOCRIDE [Ringraziamo Paolo Candelari (per contatti: paolocand at libero.it) per averci messo a disposizione il testo della lettera inviata a nome del Movimento internazioanle della riconciliazione alle cooperative antimafia della Locride che recentemente sono state vittima di intimidazioni e attentati mafiosi. Paolo Candelari, presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione, e' una delle piu' conosciute e stimate figure della nonviolenza in Italia. Il Movimento Internazionale della Riconciliazione (in sigla: Mir in Italia, Ifor - International Fellowship of Reconciliation - a livello internazionale) e' uno dei principali e piu' autorevoli movimenti nonviolenti] Venuti a conoscenza degli attentati contro le serre delle vostre cooperative, vorrei esprimere, a nome di tutto il Movimento internazionale della riconciliazione (in sigla: Mir) che rappresento, la solidarieta' con voi per gli attentati che avete subito, la nostra ammirazione per il coraggio che avete nel perseverare nell'opera di resistenza all'oppressione mafiosa e nella costruzione di una societa' giusta, solidale, rispettosa dell'uomo e delle sue esigenze. Noi siamo un piccolo movimento, impegnato da anni nell'attivita' di studio, sostegno e pratica della nonviolenza gandhiana, e siamo anche un movimento interreligioso ed ecumenico che trova nella spiritualita', e - per chi di noi e' cristiano - nel vangelo, la fonte di questo nostro impegno nonviolento. A maggior ragione dunque ci sentiamo coinvolti nella vostra azione. Non possiamo fare molto, ma intanto vogliamo farvi arrivare il nostro sostegno ed incoraggiamento, e la nostra preghiera. Noi parliamo da anni di difesa popolare nonviolenta, programma costruttivo per un mondo diverso possibile, voi state mettendo in pratica tutto cio'. Grazie per cio' che fate. Paolo Candelari, presidente del Movimento internazionale della riconciliazione 6. ESPERIENZE. GERARD LUTTE: UNA LETTERA DAL GUATEMALA [Da Manila D'Angelomaria (per contatti: manilita at libero.it) riceviamo la seguente lettera di Gerard Lutte da Citta' del Guatemala, che volentieri diffondiamo. Gerard Lutte (per contatti:gerardlutte at tin.it), di origine belga, da molti anni in Italia, docente universitario di psicologia dell'eta' evolutiva, ha partecipato a Roma alla vita e alle lotte degli abitanti di una borgata di baraccati e di un quartiere popolare e ad un lavoro sociale con i giovani piu' emarginati; collabora con movimenti di solidarieta' ed esperienze di accoglienza; ha promosso iniziative mirate e concrete di solidarieta' internazionale dal basso e di auto-aiuto, con particolar riferimento alla situazione centroamericana, di impegno di liberazione con i giovani e soprattutto le bambine e i bambini di strada. Tra le opere di Gerard Lutte: Quando gli adolescenti sono adulti... I giovani in Nicaragua, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Sopprimere l'adolescenza?, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Psicologia degli adolescenti e dei giovani, Il Mulino, Bologna 1987; Dalla religione al vangelo, Kappa, Roma 1989; Cinquantanove ragazze e ragazzi di strada con Gerard Lutte, Principesse e sognatori nelle strade in Guatemala, Kappa, Roma 1994 (ne e' stata successivamente pubblicata una seconda edizione aggiornata). Il sito della Rete di amicizia con le ragazze e i ragazzi di strada del Guatemala, che contiene progetti, testimonianze, ricerche, libri, bollettini e centinaia di foto, sezioni francese, italiana, spagnola ed inglese, e' www.reteamicizia.net] Guatemala, 10 aprile 2006 Care amiche ed amici delle ragazze e ragazzi di strada, mentre vi scrivo stanno per chiudersi i seggi elettorali in Italia e spero che i risultati delle elezioni manderanno al governo persone sensibili alla giustizia internazionale, ai diritti di tutti i popoli e alla solidarieta' con i poveri e gli esclusi della terra. Vi auguro una buona festa di Pasqua, ossia di speranza nella liberazione dei poveri, di vita piena e abbondante anche delle ragazze e dei ragazzi di strada. * Celebrazione della morte Rimarro' durante la Settimana Santa nella capitale del Guatemala. Per capire alcuni aspetti dell'anima della classe dominante di questo paese e' utile veder passare le processioni organizzate da ogni parrocchia importante: ci sono confraternite dove i soci e le socie pagano somme elevate non solo per gli abiti sontuosi ma anche solo per partecipare. Soldati romani, sacerdoti e farisei, gente del popolo, discepoli, madre di Gesu' e pie donne con la Maddalena, sfilano per le vie della capitale e seguono, accompagnate da musiche funebre, lunghe piattaforme con immagini realistiche del Cristo crocefisso, che penitenti incappucciati portano sulle spalle. La settimana santa e' una celebrazione della morte, molto piu' che della resurrezione, e non c'e' da stupirsi se molti ufficiali dell'esercito fanno parte delle confraternite piu' ricche. Loro e i loro padroni da secoli crocefiggono i poveri Cristi della campagna e della strada. La cultura della classe dominante, in Guatemala e nel mondo odierno, e' una cultura di morte, di restrizione della vita della maggior parte della popolazione, di negazione del diritto alla salute e a un tetto, e di "pulizia sociale". Non e' un caso, mi sembra, se il Guatemala sia uno dei paesi piu' violenti dell'America Latina, con piu' di dieci assassinii ogni giorno. * Morte e resurrezione in strada Le ragazze e i ragazzi di strada pagano un pesante tributo alla morte. Qualche giorno fa e' stato ucciso senza pieta' un ragazzo del gruppo della Bolivar chiamato "el Alton". I ragazzi di strada chiamano gli autori di questi delitti i sicari, ossia persone pagate per compiere la cosiddetta pulizia sociale. Nel corteo goliardico di venerdi' scorso gli studenti dell'Universita' pubblica San Carlos, che da qualche anno hanno rinunciato a perseguire le ragazze e i ragazzi di strada, chiedevano a voce alta la pulizia sociale. Pero' chiedevano che fossero dimissionati il presidente, il governo e tutti i parlamentari del congresso guatemalteco. E' una rivendicazione questa che puo' essere condivisa, anche se manca in Guatemala un'alternativa politica allo strapotere della vecchia classe dominante. La morte e' un incontro quotidiano nella strada. Molti di voi sanno della morte di Carlita, la madre di Gerardo, una ragazza allegra, socievole, della quale molte persone che sono venute in Guatemala si ricordano con affetto. Da alcuni mesi, viveva alla "Terminal" (capolinea di molti autobus che vanno nel Nord del paese). La "Terminal", come la diciottesima strada, e' uno dei luoghi dove si sono formati i primi gruppi di strada. E' un quartiere popolare pieno di vita. Non e' facile camminare nelle strade ingarbugliate tra gli autobus e i tavoli pieni di frutta, di verdure che quotidianamente arrivano dai campi. Nella "Terminal" c'e' un luogo detto "el hoyo" (il buco), pieno di bordelli e di cantine dove si vendono alcol micidiale e donne, anche minorenni. Un posto, si direbbe squallido e pericoloso, in apparenza lontano dai nostri valori morali, ma che manifesta l'intensita' della vita e non manca di solidarieta'. In questo luogo viveva Carlita. Lei no offriva servizi sessuali per sopravvivere, chiedeva l'elemosina per pagarsi un posto per dormire e il pessimo alcol che consumava nella cantina che le serviva da casa. Dopo l'apertura della casa dell'Otto Marzo, sono andato con Mayra e Luvi per cercarla. La padrona della cantina, che non voleva rinunciare al suo guadagno, ci disse che se n'era andata, ma grazie a una ragazza che poteva avere sedici anni, dolce, dallo sguardo triste, che teneva in braccio un bambino di qualche mese e che per sopravvivere offre servizi sessuali, siamo riusciti a rintracciarla. Subito, Carla ha accettato di entrare alla casa dell'Otto Marzo, pero' era gia' troppo tardi, dopo due giorni e' stata ricoverata in ospedale dove e morta dieci giorni piu' tardi. Quando andavamo a trovarla, diceva che voleva tornare nella sua casa, una casa dove visse solo due giorni. Il suo corpo e' stato vegliato nella casa del Mojoca dalle sue compagne e compagni che durante tutta la notte hanno pregato, pianto, cantato canzoni di amicizia e d'addio, ricordato episodi della sua vita. L'indomani in mattinata una buona cinquantina di ragazze e ragazzi l'hanno accompagnata al cimitero centrale. Anche le ragazze hanno voluto portare sulle loro spalle, non un'immagine, ma il corpo stesso di Cristo crocefisso nella strada. * Ora le ragazze e i ragazzi dirigono il loro movimento El Alton e la Carlita, due altri nomi nel martirologio infinito della strada , due vittime dell'ingiustizia. Queste morti da una parte provocano una grande tristezza e una grande rabbia, ma allo stesso tempo ci incoraggiano a continuare la nostra lotta assieme alle ragazze e i ragazzi di strada. Cosi', sabato scorso, 8 aprile, abbiamo celebrato una Assemblea Generale del Mojoca, dove le ragazze e i ragazzi hanno approvato la transizione all'autogestione e i nuovi statuti del Mojoca. Nel mese di settembre del 1996, un gruppo di piu' di sessanta ragazze e ragazzi dei gruppi principali della strada si erano radunati presso il lago di Amatitlan, a 30 km. dalla capitale, dopo una giornata di lavoro, e avevano deciso di fondare un movimento autogestito. Sono stati necessari dieci anni per realizzare questo sogno. Ora saranno i ragazzi e le ragazze stessi a prendere le decisioni, e noi adulti saremo solo consiglieri che li accompagnano e li aiutano a formarsi. Il movimento riprende i valori fondamentali della strada: l'autogestione e il rispetto della liberta' di ogni ragazza e ragazzo per permettere loro di difendere i loro diritti e di promuovere la formazione di ogni persona, la realizzazione dei propri sogni. L'assemblea ha anche eletto un settimo ragazzo nel comitato di gestione. Non e' stato possibile, per mancanza di fondi, eleggere, come si pensava prima, due altri giovani in questo comitato. Ora bisognera' lavorare affinche' l'autogestione diventi effettiva. Da questo pomeriggio iniziamo un seminario per riorganizzare il Mojoca dando un'importanza fondamentale alla scuola e alla formazione professionale. Ma di questo vi parlero' in un'altra lettera. La casa dell'8 Marzo funziona bene, anche se non mancano le difficolta': non e' facile per le ragazze uscire d'un colpo dalla strada e dalla droga. Pero' si sforzano e riescono a superare gli inevitabili momenti di scoraggiamento o di debolezza. E' una nuova esperienza, una nuova avventura per noi, e sono molto soddisfatto dei risultati finora ottenuti. * Vi ringrazio per l'appoggio d'amicizia che continuate a dare alle ragazze e i ragazzi, per la vostra generosita', per la vostra creativita'. Un forte abbraccio da parte mia, e di tutte le ragazze e i ragazzi del Mojoca, Gerardo Lutte 7. UMANITA'. ALDO ANTONELLI: PASQUA [Ringraziamo don Aldo Antonelli (per contatti: ednran at tele2.it) per questa poesia. Aldo Antonelli e' parroco di Antrosano (Aq) e straordinario costruttore di pace, una persona che ha preso sul serio il discorso della montagna, saldo e profondo un amico della nonviolenza] Pasqua? Un filo di speranza che, fragile erba, screpoli le superfici bituminate di coscienze omologate. Pasqua? Una goccia di acqua sorgiva che spacchi i cuori pietrificati dalla orgogliosa presunzione. Pasqua? Il gia' e non ancora di troni abbattuti e poteri assuolati, ricchezze solidarie e commerci equalitari, oligarchie sepolte ed emarginazioni debellate. Pasqua? E il domani e' gia' presente. 8. INCONTRI. IL 19 APRILE A ROMA UN INCONTRO CON GIANCARLA CODRIGNANI [Da varie persone amiche riceviamo e volentieri diffondiamo. Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri at libero.it), presidente della Loc (Lega degli obiettori di coscienza al servizio militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994; L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2005] Mercoledi' 19 aprile, alle ore 17, presso il salone della Chiesa metodista, in via Firenze 38, a Roma, si terra' la presentazione del piu' recente libro di Giancarla Codrignani, L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2006. Ne discutono con l'autrice: Adriana Valerio, storica e teologa; Marco Politi, vaticanista del quotidiano "La repubblica"; Francesca Koch, storica. * Hanno scritto del libro: "Un libro bellissimo che nulla concede a luoghi comuni e tanto meno a scandalismo, ma affronta le questioni con competenza storica e acutezza d'analisi: un libro da consigliare a tutti ma, in primo luogo, a chi ha autorita e possibilita' di cambiamento ma che, a cambiare, par proprio che non pensi" (Adriana Zarri, teologa); "Una sottile elegia percorre tutto il racconto: la composta, quasi ironica malinconia dell'immenso spreco costato alla storia della chiesa per la negazione, l'emarginazione, la sottovalutazione dell'apporto femminile" (Rosaria De Felice, Gruppo controinformazione ecclesiale, Roma); "Le contraddizioni che ruotano attorno al pianeta prete sono i sintomi di un cammino iniziato e incompiuto che e' quello dell'aggiornamento, un cammino che richiede la capacita', l'autodisciplina del pensiero delicato: queste pagine di Giancarla possono aiutare a farlo, e gli amici gliene sono riconoscenti" (dalla prefazione di Alberto Melloni, storico del Concilio). 9. INCONTRI. ASSEMBLEA NAZIONALE DI PAX CHRISTI [Da Pax Christi Italia (per contatti: info at paxchristi.it) riceviamo e volentieri diffondiamo. Tommaso Valentinetti, nato a Ortona nel 1952, studi di teologia a Chieti, a Roma e a Gerusalemme, sacerdote dal 1977, vescovo di Termoli-Larino dal 2000, arcivescovo di Pescara-Penne dal 2005, e' vicepresidente della Conferenza episcopale abruzzese-molisana, presidente di Pax Christi Italia, membro della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace] Sono aperte le iscrizioni per l'assemblea nazionale di pax Christi, Bologna 28-29 aprile 2006, sul tema "Nella chiesa e nella storia". "Occorre scongiurare questa specie di fatalismo che fa ritenere inutili, se non addirittura controproducenti, le scelte di campo, le prese di posizione, le decisioni coraggiose, le testimonianze audaci, i gesti profetici" (don Tonino Bello). * Cari amici, e' indetta l'assemblea annuale dei soci aderenti alla sezione italiana di Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace, in prima convocazione il giorno 25 aprile 2006 alle ore 23 e in seconda convocazione sabato 29 aprile 2006 alle ore 9 presso il Villaggio del Fanciullo (Dehoniani) in via Scipione del Ferro a Bologna. In adempimento a quanto previsto dallo Statuto, nel corso dell'assemblea sara' presentato il bilancio annuale del movimento relativo all'esercizio sociale 1 gennaio 2005 - 31 dicembre 2005. Ricordo che tutti coloro che non potranno essere presenti all'assemblea, possono provvedere a inviare alla segreteria nazionale apposita delega a un socio che sia in regola con il pagamento della quota associativa per l'anno in corso. Potranno esercitare il diritto di voto solo coloro che hanno provveduto a regolarizzare la propria adesione. Vi invito pertanto a rinnovare la vostra adesione peraltro necessario sostegno a tutte le attivita' e le iniziative di Pax Christi. Con la speranza di incontrarvi numerosi, vi invio un saluto di pace. Il presidente, mons. Tommaso Valentinetti * Per iscriversi, contattare la segreteria nazionale: tel. 0552020375, fax: 0552020608, e-mail: info at paxchristi.it Il programma e le informazioni logistiche dell'assemblea si trovano all'indirizzo: http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_15696.html Per leggere e scaricare "Pax Christi InformAzioni": http://italy.peacelink.org/paxchristi/docs/1455-15696_pax_christi_info.pdf Tutte le altre informazioni sull'assemblea nazionale 2006 all'indirizzo: http://italy.peacelink.org/paxchristi/indices/index_2446.html 10. INCONTRI. UN CAMPO ESTIVO A CAVANDONE [Da Sergio Albesano (per contatti: sergioalbesano at tiscali.it) riceviamo e volentieri diffondiamo. Sergio Albesano e' impegnato nei movimenti di pace, di solidarieta' e per la nonviolenza, cura una rubrica di storia e una di libri su "Azione nonviolenta". Opere di Sergio Albesano: Storia dell'obiezione di coscienza in Italia, Santi Quaranta, Treviso 1993; con Bruno Segre e Mao Valpiana ha coordinato la realizzazione del volume di AA. VV., Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace, coedizione Anppia e Movimento Nonviolento, Torino-Verona 1999] "Stili di vita a confronto". Campo del Movimento Nonviolento 2006. Per chi: Il campo e' rivolto a ragazzi dai tredici ai diciannove anni compresi e alle loro famiglie. Tema: L'obiettivo del campo e' quello di proporre ai giovani partecipanti uno stile di vita diverso da quello consumistico proposto (e imposto) dalla televisione. Formatrici: Elisabetta Gambino e Laura Giainetti. Quando: dal 30 luglio al 6 agosto 2006. Dove: Casa parrocchiale, via Sergin, Cavandone (Verbania). Posti disponibili: Sedici partecipanti. Organizzatore: Movimento Nonviolento. Quota di partecipazione: 115 euro a persona, comprensiva di vitto, alloggio e copertura assicurativa. Eventuali resti di cassa saranno devoluti al Movimento Nonviolento. Notizie logistiche: La casa si trova nel comune di Verbania, a circa 350 metri sul livello del mare, con una ampia vista sul lago Maggiore e il golfo Borromeo. Si vede molto bene la valle del Toce e il monte Rosa. Dalla casa si parte per varie escursioni a piedi o in bicicletta per il monte Rosso, piccola cima che sovrasta il paese. Alle spalle di Cavandone si apre il parco nazionale della Val Grande, raggiungibile sia in automobile sia a piedi. La casa e' stata edificata nel 1700. La casa e' esposta al sole e quindi, nonostante ci sia spesso vento, e' calda. A disposizione dei partecipanti ci sono cinque bagni e quattro docce con acqua calda. I posti letto sono dotati di materasso e cuscino e ogni partecipante deve portare il sacco a pelo, un lenzuolo da usare come coprimaterasso e una federa. Notizie organizzative: Il campo e' autogestito e quindi tutti dovranno portare il loro contributo lavorativo per le esigenze fondamentali: cucina e pulizia. Le giornate saranno organizzate come da seguente impostazione: ore 8: sveglia; ore 8,30: corso di yoga; ore 9: colazione; ore 9,30-12: lavori manuali (sistemazione dell'area verde che circonda la casa: taglio dell'erba, sistemazione delle piazzole delle tende e sistemazione dei laboratori esterni alla casa) per scoprire il valore del lavoro svolto con le proprie mani e condiviso con gli altri e per ricambiare l'ospitalita' offerta gratuitamente dalla cooperativa che gestisce la casa; ore 12,30: pranzo; ore 14,30-17: riflessioni sul tema, giochi di ruolo, dibattiti, interventi, comunicazioni; ore 18: corso di yoga; ore 20: cena. Un momento nel corso della settimana sara' dedicato a presentare il Movimento Nonviolento e la rivista "Azione nonviolenta". Un pomeriggio sara' dedicato ai massaggi. Nel corso della settimana sara' organizzata una gita per prendere contatto con la realta' che ci ospita. Sabato sera, a cena e dopo cena, si terra' la festa di fine campo. L'alimentazione sara' vegetariana. Coordinatore: Sergio Albesano (tel. 3494031378, e-mail: sergioalbesano at tiscali.it). Iscrizioni: da effettuarsi entro il 15 luglio 2006, rivolgendosi al coordinatore. Ospitanti: Cooperativa sociale La Coccinella, che da due anni ha preso in comodato d'uso la casa e che e' nata dal gruppo scout Agesci Verbania 1. 11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 12. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1267 del 16 aprile 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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