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Nonviolenza. Femminile plurale. 53
- Subject: Nonviolenza. Femminile plurale. 53
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 2 Mar 2006 11:14:26 +0100
============================== NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE ============================== Supplemento settimanale del giovedi' de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 53 del 2 marzo 2006 In questo numero: 1. Mariuccia Ciotta: Donne al rogo 2. Giuliana Sgrena: Senza veli 3. Ida Dominijanni: La denuncia e l'appello di Kerry Kennedy 4. Liliana Moro: Educate a non istruirsi. Breve un excursus storico dalla Grecia antica all'Ottocento 5. Quattro liriche di Maura Del Serra 6. Sei liriche di Maria Luisa Spaziani 7. "Noi donne" 1. EDITORIALE. MARIUCCIA CIOTTA: DONNE AL ROGO [Dal quotidiano "Il manifesto" del 25 febbraio 2006. Mariuccia Ciotta e' giornalista del quotidiano "Il manifesto"; e' altresi' acuta studiosa di cinema e autrice di innumerevoli articoli e saggi, sovente illuminanti] La chiave non e' stata trovata subito. Il padrone della Kts Textile Mills di Chittagong, Bangladesh, l'aveva messa al sicuro, al contrario dei 500 operai del turno di notte che al sicuro non ci stavano affatto. Anche le finestre erano chiuse per impedire che qualcuno lasciasse il lavoro. Cosi' ieri sono morti in 65 (bilancio provvisorio, centinaia i feriti), la maggioranza donne, ma l'odore di bruciato non e' arrivato fino a noi, tanto che i telegiornali hanno ignorato la notizia nei titoli di testa. Quella fabbrica e' lontana, dove sta Chittagong sulla cartina geografica? Cosi' lontana anche per le condizioni disumane, ottocentesce, antisindacali in cui vivono i lavoratori che hanno visto i rotoli di stoffa sparsi qua e la' avvampare per lo scoppio di un radiatore elettrico, e provocare un rogo improvviso, senza via di fuga, senza scampo. Erano le 5,30 del mattino e le fiamme si sono propagate rapidamente in tutto il fabbricato tanto che i vigili del fuoco dopo dodici ore parlavano di numerosi corpi da recuperare sotto le macerie. Molti operai sono rimasti bloccati da ondate di fuoco e di fumo, alcuni hanno sfondato le finestre e si sono gettati dal terzo piano. L'immagine del disastro riporta indietro fino al 1908 quando 129 operaie tessili - in sciopero per ottenere orari e condizioni decenti di lavoro - bruciarono nello stabilimento della Cotton di New York, chiuse a chiave dalla proprieta'. E l'episodio, accaduto l'8 marzo, si vuole all'origine della Festa della donna. Una tragedia persa nell'immaginario che da' ancor di piu' un'aura da "leggenda" a quella successa ieri. Eppure abbiamo i loro abiti negli armadi. Sei miliardi di dollari annui, infatti, sono il fatturato dell'esportazione dei prodotti tessili del Bangladesh, dove le donne sono le piu' utilizzate e prendono stipendi piu' bassi degli uomini per turni massacranti, spesso di notte, sicurezza zero. Nell'aprile del 2005 piu' di 70 persone sono state schiacciate dal crollo di una fabbrica tessile illegale costruita abusivamente su un terrono paludoso a Palash Bari, distante pochi chilometri da Dacca. Nel 2000, 48 operai sono morti in un altro incendio sempre vicino alla capitale, l'uscita di sicurezza era chiusa. E il conto sale fino a 350 morti e 2.500 feriti negli ultimi anni in quei baracconi che si chiamano "fabbriche delocalizzate", lontane. Vicinissime. E' dietro l'angolo la Kts Textile Mills con i suoi marchi occidentali che troneggiano nelle nostre vetrine, e che non vogliono sapere delle ditte in franchising dove le porte sono chiuse. Non c'e' ne' tempo ne' distanza che ci separi da Chittagong e dalle operaie prigioniere - fantasmi che ardono dietro finestre sbarrate - i cui nomi non sapremo mai. Di quella chiave che non si trova, qui, molti ne hanno una copia in tasca. 2. RIFLESSIONE. GIULIANA SGRENA: SENZA VELI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 23 febbraio 2006. Giuliana Sgrena, giornalista, intellettuale e militante femminista e pacifista tra le piu' prestigiose, e' tra le maggiori conoscitrici italiane dei paesi e delle culture arabe e islamiche; autrice di vari testi di grande importanza, e' stata inviata del "Manifesto" a Baghdad, sotto le bombe, durante la fase piu' ferocemente stragista della guerra tuttora in corso. A Baghdad e' stata rapita il 4 febbraio 2005; e' stata liberata il 4 marzo, sopravvivendo anche alla sparatoria contro l'auto dei servizi italiana in cui viaggiava ormai liberata, sparatoria in cui e' stato ucciso il suo liberatore Nicola Calipari. Opere di Giuliana Sgrena: (a cura di), La schiavitu' del velo, Manifestolibri, Roma 1995, 1999; Kahina contro i califfi, Datanews, Roma 1997; Alla scuola dei taleban, Manifestolibri, Roma 2002; Il fronte Iraq, Manifestolibri, Roma 2004; Fuoco amico, Feltrinelli, Milano 2005] Chi potra' ancora sostenere che se si ritirano le truppe straniere dall'Iraq scoppiera' la guerra civile? Quello che e' successo ieri a Samarra - un'esplosione ha distrutto la cupola d'oro della moschea al Aksari, luogo santo sciita, cui sono seguite proteste e rappresaglie contro imam e moschee sunnite - toglie ogni velo di ipocrisia ai fautori dell'occupazione. Non e' la prima volta che vengono attaccati i luoghi santi sciiti e probabilmente non sara' l'ultima. Bisogna fermare il massacro, non alimentarlo come hanno fatto finora gli occupanti acuendo la divisione fra le varie componenti etnico-confessionali irachene. Il ritiro dall'Iraq toglierebbe ogni alibi a coloro che non sono interessati alla sua liberazione dall'occupazione ma alla destabilizzazione del paese sfruttando le diverse appartenenze religiose (sunniti e sciiti) per perseguire il proprio disegno terroristico. Non si puo' assistere al dissanguamento di un popolo sfuggendo alle proprie responsabilita'. Che non sono solo americane, ma anche italiane. La testimonianza resa a Rainews 24 da Ali Shalal al Kaisi, "l'incappucciato" di Abu Ghraib, ci rivela qualcosa che purtroppo non ci puo' sorprendere: tra i torturatori del tristemente famoso carcere c'erano anche italiani. Non i soldati in "missione di pace" a Nassiriya, ma i mercenari. Perche' ci sono anche italiani tra i mercenari presenti in Iraq, insieme a sudafricani, cileni, bosniaci, colombiani, francesi, etc. Io stessa a Baghdad avevo cercato di intervistarne uno ma non sono riuscita perche', da vero mercenario, voleva essere pagato. Sono quei contractors che costituiscono il secondo esercito di occupazione in Iraq, il cui numero e' di decine di migliaia. Sono i fautori della privatizzazione della guerra sostenuta dalle americane Balckwater, Caci, Titan corp e altre societa' che cosi' rimpinguano i loro bilanci. E' la parte piu' sporca della guerra: sono infatti i contractors a fare quello che nemmeno i soldati regolari possono permettersi di fare. E sono superpagati. Tanto da far nascere tensioni con soldati americani che si erano ribellati a questo doppio trattamento... Possiamo invece evitare che i nostri soldati continuino a essere complici di un'occupazione che non puo' avere nessuna giustificazione. L'Iraq e' in guerra, per questo gli americani hanno sparato un anno fa alla macchina su cui viaggiavamo verso l'aeroporto uccidendo Nicola Calipari. E anche i nostri soldati sono in guerra e non in "missione di pace". Ancora una volta e' stata Rainews 24 a svelarci una realta' che solo l'ipocrisia poteva farci ignorare: la guerra e' la guerra e chi si trova su un teatro di guerra imbracciando le armi non svolge attivita' umanitaria. E spara anche sulle autoambulanze, lo ha confessato il caporalmaggiore Raffaele Allocca confermano le affermazioni del giornalista americano Micah Garen. Di fronte a tanta barbarie come e' possibile che la campagna elettorale non faccia della posizione sulla guerra e l'Iraq un punto qualificante? 3. RIFLESSIONE. IDA DOMINIJANNI: LA DENUNCIA E L'APPELLO DI KERRY KENNEDY [Dal quotidiano "Il manifesto" del 25 febbraio 2006. Ida Dominijanni, giornalista e saggista, docente a contratto di filosofia sociale all'Universita' di Roma Tre, e' una prestigiosa intellettuale femminista. Tra le opere di Ida Dominijanni: (a cura di), Motivi di liberta', Angeli, Milano 2001; (a cura di, con Simona Bonsignori, Stefania Giorgi), Si puo', Manifestolibri, Roma 2005. Kerry Kennedy, prestigiosa attivista per i diritti umani, figlia di Robert Kennedy, laureata alla Brown University ed al Boston College Law School, vive vicino a New York con le sue tre figlie; ha iniziato a lavorare nel campo dei diritti umani nel 1981 quando investigava sugli abusi commessi dall'Immigrazione degli Stati Uniti nei confronti dei rifugiati di El Salvador; da quel momento ha dedicato la sua vita alla lotta per la giustizia, alla promozione e alla protezione dei diritti umani e al rispetto della legalita'; fa parte di circa 40 delegazioni per i diritti umani presenti in piu' di 30 Paesi; e' nel Board of Director's del "Robert F. Kennedy Memorial Center for Human Rights" (un'organizzazione non profit che si occupa di problemi di giustizia sociale e ha lo scopo di assicurare protezione ai diritti codificati in base alla Dichiarazione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite; il "RFK Memorial Center" provvede inoltre a sostenere numerosi difensori dei diritti umani nel mondo; si preoccupa di smascherare e denunciare pubblicamente abusi come la tortura, le sparizioni, le repressioni del libero pensiero e lo sfruttamento del lavoro infantile; promuove programmi per accrescere il rispetto dei diritti umani)] Help us make America, America again, "aiutateci a far si' che l'America torni a essere l'America": ospite d'onore della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'universita' Roma Tre aperta dal rettore Guido Fabiani e conclusa da Walter Veltroni, Kerry Kennedy conclude cosi' il suo duro intervento nell'aula magna gremita, un feroce atto d'accusa in dodici capitoli dell'"assalto senza precedenti ai nostri valori fondamentali e alle nostre piu' profonde convinzioni" scatenato dal governo Bush dopo l'11 settembre sotto l'ombrello della guerra al terrorismo. Un assalto alla democrazia costituzionale che ha distrutto la liberta', ovvero "il cuore e l'anima dell'idea di America", mentre ne propagandava l'esportazione armata in Afghanistan e in Iraq; e rischia di snaturare a tal punto l'accogliente terra che Walt Whitman definiva a teeming nation of nations, "una nazione brulicante di nazioni", che "se non facciamo qualcosa, la generazione dei nostri figli ereditera' i frutti della nostra indifferenza". Che cosa fare, la figlia di Robert Kennedy lo dira' alla fine, non lesinando giudizi durissimi contro il terrorismo ne' rifiutando l'uso di mezzi altrettanto duri per combatterlo, ma invocando d'altra parte la cooperazione internazionale contro i responsabili dello sfondamento del diritto all'interno degli Usa, l'adesione americana ai trattati e alle corti penali internazionali, l'aiuto americano ai sostenitori dei diritti fondamentali laddove sono negati. Prima, pero', c'e' la denuncia: in dodici capitoli, quanti sono gli strappi ai diritti e alle garanzie che l'amministrazione Bush ha perpetrato. Niente di piu' di quello che la cronaca ci ha messo sotto gli occhi dall'11 settembre in poi, ma che certo rimesso in fila in una sorta di catalogo della decostituzionalizzazione fa una certa impressione. Ecco i titoli: rottura del Freedom Information Act (che dal 1966 garantiva l'accessibilita' ai cittadini dei documenti dell'amministrazione), del Whistle Blower Protection Act (che tutela i funzionari che denunciano abusi e soprusi dell'amministrazione), dell'Attorney Client Privilege (che garantisce la segretezza delle conversazioni fra gli imputati e i loro avvocati); tortura in appalto e tortura sotto custodia americana; spionaggio interno; invasione della privacy attraverso la raccolta dei dati personali; intercettazioni abusive delle telefonate; persecuzione discriminatoria degli immigrati e racial profiling ("un anatema sui nostri valori"); detenzione infinita dei "nemici" internati a Guantanamo nonche' di cittadini americani; istituzione dei tribunali militari speciali. Il quadro complessivo e' quello di un paese che non ha solo sacrificato alcune liberta' alle necessita' della sicurezza, ma che ha approfittato dei sentimenti di paura scatenati dall'11 settembre per svuotare le garanzie costituzionali e per instaurare pratiche di controllo, sorveglianza, punizione, discriminazione che eccedono largamente le urgenze della "guerra al terrorismo". Un paese in cui vengono raccolte le tracce che si lasciano consultando libri in biblioteca o comprando medicine in farmacia, in cui vengono spiate le telefonate private e le navigazioni in rete, un paese che censura la critica e il dissenso interno, che ha riammesso la tortura, che fa sparire gli immigrati sospetti "come nell'America latina degli anni '80", che nega agli imputati le garanzie del giusto processo e li tiene internati in condizioni inumane senza imputazione, un paese che usa gli agenti dell'Fbi per spiare le riunioni di carattere religioso e scheda senza vergogna gli immigrati musulmani facendoli sottoporre a "interrogatori volontari". Conclusione: "Il governo Bush ha approfittato delle nostre paure per tacitare la critica, imprigionare gli innocenti, torturare i sospetti, invadere la nostra privacy, creare un'atmosfera di repressione che pervade gli americani e seduce i peggiori istinti contro di noi per tutto il pianeta". Help us make America, America again, prima che sia troppo tardi. 4. RIFLESSIONE. LILIANA MORO: EDUCATE A NON ISTRUIRSI. BREVE UN EXCURSUS STORICO DALLA GRECIA ANTICA ALL'OTTOCENTO [Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano (www.universitadelledonne.it) riprendiamo il seguente testo di Liliana Moro. Liliana Moro (per contatti: mor.li at libero.it), insegnante di italiano e storia, fa parte della Societa' Italiana delle Storiche e collabora con la Libera Universita' delle Donne come docente. Si occupa di storia dell'istruzione e di storia della scienza e collabora con la rivista "Il paese delle donne". Opere di Liliana Moro: AA. VV., Profumi di donne, Cuen, 1997; con Sara Sesti, Donne di scienza. 55 biografie dall'antichita' al duemila, Pristem - Universita' Bocconi, seconda edizione 2002. E' una delle webmaster del sito dell'Universita' delle donne, e cura in particolare le rubriche Storia, Guerra, Pensiamoci e l'Agenda] Il rapporto delle donne con le istituzioni di trasmissione della cultura passa per la linea di confine che separa educazione e istruzione. Istruzione negata, educazione profusa a piene mani e volta a: 1. reprimere il corpo e la sessualita' femminile visti come un pericolo; 2. presentare il lavoro di cura, le attivita' domestiche, come un'attivita' piacevole e femminile. Il progetto di controllo del corpo femminile e' questione antica. * Nell'antica Grecia la differenza nell'educazione delle ragazze spartane e ateniesi e' illuminante. A Sparta si dava molta importanza alla formazione fisica e morale, che era pienamente gestita dallo stato a partire dai sette anni e affidata ad un responsabile apposito: i ragazzi venivano addestrati in tutte quelle attivita' sportive di gruppo che dovevano renderli dei forti combattenti, la scrittura veniva insegnata per la sua utilita', ma la letteratura e l'arte non facevano parte del percorso educativo previsto dallo stato, la danza e il canto erano pero' ritenuti momenti fondamentali nella formazione. Anche l'istruzione delle ragazze era seguita con cura. Le donne spartane non erano segregate in casa come le ateniesi e lo sport era molto importante nella loro formazione: praticavano la corsa, la lotta, il salto, il lancio del disco e del giavellotto, perche' il loro corpo doveva essere in grado di sostenere le fatiche del parto e dare figli sani alla patria. A differenza dei loro fratelli e amici non venivano, pero', irreggimentate in gruppi di addestramento e rimanevano nelle loro abitazioni. La loro liberta' nel vestire e' ricordata con scandalo da scrittori di altre citta', ma venivano apprezzate e ricercate dovunque come balie forti e sane. Invece i cittadini di Atene non erano addestrati all'uso delle armi e la loro formazione era morale, culturale e politica. Era riservata esclusivamente ai maschi, poiche' le donne non erano considerate parte della cittadinanza, non partecipavano alla vita politica. Ricevevano quindi un'istruzione sommaria, di cui facevano parte le nozioni fondamentali del leggere, scrivere e far di conto; largo spazio era dedicato alla musica, che era considerata l'arte principale per tutti i greci. Piu' tardi, in eta' ellenistica, molte donne raggiungono livelli di cultura notevoli: ad Atene e ad Alessandria si sviluppano delle universita', che ricevono finanziamenti dall'impero macedone, poi da quello egizio e infine dai romani. Questi centri di cultura attraversarono diversi secoli, produssero elaborazioni scientifiche di elevatissimo livello (Euclide, Apollonio, Eratostene, Archimede), rimaste per certi versi insuperate fino a tempi recenti. Erano aperti alla frequenza e alla docenza femminile. La vicenda di Ipazia, scienziata docente ad Alessandria tra il IV e il V secolo, rappresenta il culmine e il crollo della cultura classica sotto i colpi dell'integralismo religioso cristiano. L'accusa che le venne rivolta dal vescovo Cirillo e che spinse i monaci a linciarla e farla letteralmente a pezzi era proprio quella di andare per la citta' e insegnare filosofia nelle piazze, mostrando in pubblico la sua mente, il suo sapere. Per questo venne distrutto il suo corpo (tra le opere di Ipazia: Commentario a Diofanto, il Canone astronomico, Commentario alle Coniche di Apollonio). * Nel medioevo europeo il problema assume diversi connotati. Prima dell'importazione della carta dalla Cina, i libri in pergamena erano oggetti costosi e assai scarsi, e la conoscenza della lettura e scrittura limitata a ristrette elite. Proprio per questo motivo non vi era l'attuale gerarchizzazione tra cultura scritta e cultura orale; la maggior parte delle donne si muoveva nell'ambito di quest'ultima, tuttavia cio' non significa che le donne in genere non avessero accesso alla lettura e le situazioni di lettura ad alta voce in un gruppo erano numerose. Il saper leggere era molto piu' diffuso del saper scrivere (una lettura illuminante: Tiziana Plebani, Il "genere" dei libri, Franco Angeli, Milano 2001). L'istruzione di base, almeno nelle citta', era garantita a entrambi i sessi. Vi erano scuole comunali, private ed ecclesiastiche che insegnavano a leggere, scrivere e far di conto. L'istruzione di base in genere era garantita anche alle ragazze, almeno nelle citta' piu' importanti: la cosa e' accertata per le Fiandre e l'Italia settentrionale. A Parigi erano attive diverse maestre e dirigenti di scuole elementari femminili. Le scuole comunali di base erano diffuse sin dal Trecento nelle citta' e nei paesi dell'Italia centro-settentrionale. L'amministrazione comunale di Bologna offriva il servizio migliore: vi sono registrate molte scuole primarie e secondarie fin dalla fine del Duecento, la seguirono Perugia, Firenze, Roma, Milano, Venezia dove per il 1586 e' stato calcolato un tasso di alfabetizzazione del 33% per la popolazione maschile e del 13% per quella femminile. Il livello culturale delle donne medievali e' attestato dalla frequenza con cui compare un libro tra le mani della Vergine nell'iconografia religiosa. Nella fioritura culturale legata allo sviluppo della borghesia cittadina, si aprirono degli spazi anche per quelle donne che volevano studiare, impadronirsi a pieno titolo della cultura, e infatti raggiunse una certa consistenza la schiera delle intellettuali che partecipavano con i loro scritti ai dibattiti tra eruditi e componevano testi poetici. Dopo Cristine de Pizan, la cui opera piu' famosa, La cite' des Dames, usci' nel 1405, sono numerose le scrittrici di cui ci sono giunte delle opere. In Italia Isotta Nogarola, che in diversi scritti pose in discussione il principio dell'inferiorita' femminile sulla base delle sacre scritture, Cassandra Fedele, che tenne lezioni presso le Universita' di Venezia e di Padova, Laura Cereta di Brescia, autrice anche di opere satiriche. Ricordiamo poi Olimpia Morata ferrarese, Vittoria Colonna (Marino 1490 - Roma 1547, opere: Rime), che faceva parte del gruppo di intellettuali frequentato da Michelangelo; la famosissima Gaspara Stampa (Padova 1523 - Venezia 1554, opere: Rime); Moderata Fonte pseudonimo della poeta Modesta da Pozzo; Lucrezia Marinelli veneziana, autrice di un testo "Della nobilita' et eccellenza delle Donne". Ma venivano accettate nella comunita' dei dotti solo a prezzo di una condotta monacale, della rinuncia a farsi una famiglia: il rapporto con la cultura doveva assorbire tutti i loro affetti; dovevano in qualche modo far dimenticare il loro sesso e negare la loro femminilita'. * Dopo la riforma protestante e la controriforma cattolica iniziano a delinearsi dei percorsi specifici e separati di istruzione femminile, infatti a partire dal XVI secolo la formazione si differenzia di piu' in base al sesso che al censo. Cio' avvenne per la concomitanza di piu' fattori: nei paesi protestanti vennero chiusi i conventi e quindi non fu piu' disponibile questo tipo di risorsa per l'istruzione femminile, parallelamente i conventi dei paesi cattolici cambiarono profondamente con l'introduzione della clausura ad opera del Concilio di Trento (1545-1563). Con questa misura le monache non potevano piu' avere nessuno spazio di autonomia personale (non si potevano chiudere a chiave le porte delle celle, vennero istituite delle "ascoltatrici" per i colloqui e delle "cercatrici" che ispezionavano tutti gli ambienti alla ricerca di libri e oggetti sospetti). In tali condizioni anche la ricerca e lo studio vennero scoraggiati. Si istituiscono nuovi ordini religiosi rivolti specificamente all'educazione delle donne e alla custodia delle giovani. Una delle prime fu la Compagnia di Sant'Orsola fondata a Brescia da Angela Merici nel 1535, in seguito denominata Orsoline, importante presenza nel mondo dell'istruzione in tutta l'Europa cattolica. Vent'anni dopo vide la luce il Collegio della Guastalla fondato a Milano da Ludovica Torelli per garantire la formazione delle nobili decadute; a Vicenza operarono le Dimesse istituite da Antonio Pagani nel 1585. D'altro canto nacquero congregazioni femminili in aiuto alle ragazze povere che venivano raccolte nei 'conservatori', allo scopo appunto di custodirle e creare loro una dote (che si guadagnavano lavorando dalle 14 alle 16 ore al giorno). Nel 1578 a Milano furono fondate le Stelline, che raccoglievano le orfane, mentre l'analogo maschile, i Martinit, operavano gia' dal 1530. L'istruzione che veniva impartita sia in queste istituzioni, sia nei palazzi privati, comprendeva il canto e la danza, il leggere e solo le basi dello scrivere, un po' di storia sacra e religione, le buone maniere, la cura della persona e dell'abbigliamento. Dalla fine del '500 vennero pubblicati diversi manuali di buona educazione, nel '700 diventano di "politesse" e di "civilite'", come si diceva nella lingua internazionale dell'epoca, il francese, materia che non poteva mancare nel corso di studi di una giovane di buona famiglia. Comunque l'enfasi era posta sul comportamento, regolato in modo minuzioso perfino nei gesti e nella postura: le ragazze erano costantemente osservate, e corrette, da qualcuno. La finalita' non era esclusivamente morale, vi si intrecciava una questione sociale ed economica perche' riguardava le strategie matrimoniali: nei ceti borghesi e aristocratici si dedicava particolare cura all'insegnamento di quelle capacita' che dovevano rendere attraente una ragazza, desiderabile per un uomo di ceto elevato e quindi permettere alla famiglia, al lignaggio, di attivare strategie di consolidamento o di ascesa sociale attraverso un buon matrimonio delle figlie. * L'ideologia illuminista coinvolse la funzione assegnata alle donne, in particolare alle madri. Da un lato l'espansione demografica e la mobilita' sociale concentrarono l'interesse verso le nuove generazioni, portatrici del futuro, che il mutato quadro economico e politico voleva piu' numerose, sane, istruite e creative, per la produzione, il consumo e gli eserciti: quindi bisognava ridurre la mortalita' infantile. D'altro lato la generale rivalutazione dei sentimenti porto' a "scoprire" anche l'amore materno. La scoperta dell'amore materno come legame non solo fisico ma come dimensione sentimentale poneva le premesse perche' le madri diventassero, nella pubblicistica e nella realta' di molte famiglie aristocratiche illuminate, agenti appassionate di un intervento educativo piu' meditato e progettuale sui figli, per seguirne la crescita, regolarne gli studi, i viaggi, le amicizie, la formazione. Si assistette anche a una rivalutazione dell'allattamento al seno e alla progressiva condanna del baliatico, l'usanza largamente diffusa in tutti i ceti sociali di affidare i neonati ad una balia per la cura e il nutrimento. Il ruolo della donna come educatrice divenne centrale. La madre doveva rappresentare per i figli e le figlie innanzitutto un modello di virtu', ma ora doveva ricoprire anche dei ruoli piu' impegnativi e doveva quindi ricevere una buona istruzione. La nuova partecipazione politica e la messa in discussione dell'esistente, che anche le donne respiravano nel clima rivoluzionario, le portava ad avanzare istanze di uguaglianza, di liberta' e di fratellanza: in questo momento gli esponenti maschili della societa' sentono l'esigenza di delimitare con chiarezza i confini delle reciproche sfere d'influenza. Si disegnano le categorie contrapposte del pubblico e del privato (che non esistevano nella societa' di Ancien Regime, nasce proprio ora il concetto di privacy) per assegnarle ai due sessi e nasce la "famiglia nucleare intima" gestita dalle donne. "Orsu' donne, non pensate di poter condividere i nostri lavori; i nostri figli hanno un bisogno assoluto delle loro madri... non invidiate la penna e la spada con le quali noi regnamo simili a quei re i cui comandi non sono che l'obbedienza alla volonta' dei loro ministri; noi siamo nei vostri riguardi gli schiavi della vostra potenza e se siamo padroni dello Stato voi invece siete le padrone della casa" (articolo apparso sul giornale di Besancon "La Vedette" nel 1793, cit. in Jean-Paul Bertaud, La vita quotidiana in Francia ai tempi della Rivoluzione, Rizzoli, Milano 1988). La Convenzione (il primo parlamento della repubblica francese) approvo' nel 1793 un rapporto, una risoluzione in cui si sostiene: "L'uomo... sembra essere il solo capace di meditazioni serie e profonde, che esigono una grande disciplina dell'intelligenza e lunghi studi che alle donne non e' dato seguire". Il confine viene segnato dalla decapitazione di Olympe de Gouges (1748-1793), autrice nel 1791 della Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. * Nell'800 ebbe grande diffusione il saggio di Madame Campan (1752-1822), Dell'educazione (edito nel 1827). Madame Campan era stata la dama di compagnia di Maria Antonietta e dopo la morte di quest'ultima aveva fondato un istituto privato per giovanette. I suoi metodi furono molto apprezzati da Napoleone e vennero presi a modello anche nell'eta' della Restaurazione da molti "educatori" francesi per signorine. Negli istituti da lei diretti era limitato lo spazio delle arts d'agrement e allargato quello del lavoro di cucito poiche' "Le fanciulle hanno bisogno fino dagli anni piu' teneri di essere avvezzate a quel contegno tranquillo e posato che tanto e' favorevole alla modestia e alle grazie, ed e' necessario dar loro fin da principio abitudini che le rendano sedentarie" (Ilaria Porciani, a cura di, Le donne a scuola. L'educazione femminile nell'Italia dell'Ottocento, Il Sedicesimo, Firenze 1987). Vediamo dunque che questa preoccupazione di controllo e' stata fatta propria e portata avanti in prima persona anche da molte donne. Stupisce oggi la centralita' accordata comunque al corpo piu' che alla mente femminile nella normativa scolastica. Nel 1883, quando ormai anche in Italia le giovani avevano iniziato a frequentare le stesse scuole dei loro coetanei, i funzionari che gestivano il Ministero della pubblica istruzione si preoccupano di diramare una circolare ai presidi e ai direttori di ginnasi, in cui si chiedeva quante iscritte ci fossero e "se e quante abbiano dato motivi di lagnanze alla Direzione dell'Istituto per ragioni di simpatie da parte di condiscepoli e anche di professori" (Carmela Covato, Sapere e pregiudizio, Archivio Guido Izzi, Roma 1991, p. 76). Il problema "morale" non e' nemmeno il comportamento delle ragazze, ma quello che possono provocare negli esponenti dell'altro sesso. 5. POESIA E VERITA'. QUATTRO LIRICHE DI MAURA DEL SERRA [Dal sito di Maura Del Serra (www.nuovorinascimento.org/delserra), che contiene molti utlissimi materiali del e sul suo lavoro letterario e culturale, riprendiamo i seguenti testi. Dal medesimo sito riprendiamo altresi' la seguente scheda biobibliografica: "Maura Del Serra insegna letterature comparate nell'Universita' di Firenze. Poetessa, drammaturga, traduttrice e critico letterario, ha pubblicato le raccolte poetiche: L'arco, La gloria oscura, Concordanze, Meridiana, Infinito presente (Firenze, Giuntina, 1978, 1983, 1985, 1987, 1992); Sostanze, Fondi, Confronto, 1992; l'antologia Corale, Roma, Newton Compton, 1994; L'eta' che non da' ombra, Firenze, Le Lettere, 1997; Adagio con fuoco. Poesie. Versi per la danza, ivi, 1999; Congiunzioni, Pistoia, Petite plaisance, 2004; poesie in antologie e riviste italiane e straniere; e la plaquette Aforismi, Pistoia, Edizioni Via del Vento, 1995. Per la critica letteraria si ricordano i volumi: L'immagine aperta. Poetica e stilistica dei 'Canti Orfici', Firenze, La Nuova Italia, 1973; Campana, ivi, 1974; Clemente Rebora. Lo specchio e il fuoco, Milano, Vita e Pensiero, 1976; Pascoli, Firenze, La Nuova Italia, 1976; Ungaretti, ivi, 1977; L'uomo comune. Claudellismo e passione ascetica in Jahier, Bologna, Patron, 1985, Di poesia e d'altro, vol. I (M. Maddalena, Jacopone, L. Della Robbia, W. Shakespeare, G. Herbert, J. I. de la Cruz, G. B. Vico, U. Foscolo, C. Collodi, F. Nietzsche), Pistoia, C.R.T., 2000, Le foglie della Sibilla. Scritti su Margherita Guidacci, Roma, Studium, 2005, e saggi su Evola, Boine, Panzini, Proust, Woolf, Onofri e Solov'ev, Montale e Borges, Betocchi, Landolfi, Pasolini, Caproni, Penna, Guidacci, Campo, ecc. in riviste e volumi collettivi. Fra le traduzioni dal tedesco, inglese, francese e spagnolo: Else Lasker-Schueler, Ballate ebraiche e altre poesie, Firenze, Giuntina, 1985 (nuova edizione riveduta, ivi 1995); William Shakespeare, Molto rumore per nulla, in Tutto il teatro, Roma, Newton Compton, 1990 (nuova edizione in volume singolo, con introduzione, ivi 1993; II edizione 1998); Marcel Proust, All'ombra delle fanciulle in fiore, ivi 1990 (II edizione, ivi 1997); Virginia Woolf, Le onde, ivi 1992 (II edizione, ivi 1995); George Herbert, Corona di lode. Poesie da 'The Temple', Firenze, Le Lettere, 1993; Virginia Woolf, Una stanza tutta per se', Roma, Newton Compton, 1993; Virginia Woolf, Orlando, ivi 1993; Else Lasker-Schueler, Caro Cavaliere Azzurro (Lettere a Franz Marc), Pistoia, Edizioni Via del Vento, 1995; Katherine Mansfield, Tutti i racconti, Roma, Newton Compton, 1996; Michael Hamburger, Taccuino di un vagabondo europeo, Roma, Fondazione Piazzolla, 1999; Simone Weil, Le poesie, Pistoia, Editrice C.R.T., 2000; Francis Thompson, Il Segugio del Cielo e altre poesie, Pistoia, Editrice C.R.T., 2000, Djuna Barnes, Discanto. Poesie 1911-1982, Roma, Edizioni del Giano (Ianua editrice), 2005, e versioni da Gertrud Kolmar, Christine Koschel, Francis Thompson, Virginia Woolf, David Herbert Lawrence, Judith Wright, Dorothy Parker, Marcel Proust, Juana Ines de la Cruz e Jorge Luis Borges, in riviste e nell'antologia Kore. Iniziazioni femminili. Antologia di racconti contemporanei, Firenze, Le Lettere, 1997, a sua cura. Ha curato: di Pietro Parigi, Noi lenti e le stelle, Pistoia, Edizioni Via del Vento, 1993; di Giovanni Boine, La citta', Pistoia, Edizioni Via del Vento, 1994; di Gianna Manzini, Bestiario. Tre racconti, Pistoia, Edizioni Via del Vento, 1996; di Margherita Guidacci, Le poesie, Firenze, Le Lettere, 1999; il volume Egle Marini. La parola scolpita, Pistoia, Artout-Maschietto e Musolino, 2001. Per il teatro ha scritto: La Minima, in "Hystrio", n. 4, 1989 (nuova edizione, Pistoia, Editrice C.R.T., 1998); L'albero delle parole, Catanzaro, Rubbettino, 1990, ispirato alla figura di don Milani; La Fenice, Siracusa, Edizioni dell'Ariete, 1990, dedicato a Suor Juana Ines de la Cruz; La fonte ardente. Due atti per Simone Weil, in "Hystrio", n. 4, 1991; Il Figlio, in "Oggi e domani", n. 10, 1992; Stanze. Versi per un balletto, in "Hystrio", n. 1, 1994; la favola drammatica Specchio doppio, in "Astolfo", n. 2, 1995; Lo spettro della Rosa, in "Hystrio", n. 1, 1996, dedicato a Nijnskij; la commedia drammatica Agnodice, Firenze, Le Lettere, 1998; Kass, dedicato a Katherine Mansfield, in "Astolfo", n. 2, 1998; Dialogo di Natura e Anima, Pistoia, Editrice C.R.T., 1999; il dramma Andrej Rubljev, Firenze, Le Lettere, 2000; Eraclito, Pistoia, C.R.T., 2001; il poema scenico Isole, Roma, Edizioni del Giano (Ianua editrice), 2004; Scintilla d'africa, Pistoia, Petite plaisance, 2005; il mito futuribile Guerra di sogni e la scrittura scenica Trasumanar. L'atto di Pasolini (inediti). Ha partecipato a festivals e a letture poetiche in Italia, Francia, Spagna, Inghilterra, Svezia e Usa. Per la sua attivita' ha ricevuto numerosi riconoscimenti, fra i quali i premi: "Traiano", "Ceva", "Ceppo-proposte", "G. Dessi'", "A. Gatto", "L. De Libero", "Citta' di Catanzaro", "Camposampiero", "A. Negri", "Casentino", "G. Gozzano", "A. Spallicci", il premio internazionale "E. Montale" e il "Premio della Cultura" della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la poesia; il "Tagliacozzo" per la critica letteraria; il "C. Betocchi" per la traduzione; il "Giangurgolo", il "Fondi La Pastora", il "Magna Grecia", l'"U. Betti", il "Rosso di San Secondo" il "Teatro e Musica" e il premio internazionale "Flaiano" per il teatro. Testi poetici e teatrali della Del Serra sono stati tradotti in inglese, francese, tedesco, portoghese, catalano, greco, rumeno, russo e svedese". Il testo Ai giovani cinesi reca la seguente nota: "la poesia e' stata scritta subito dopo l'eccidio del 4 giugno 1989, in cui il 27° battaglione dell'esercito massacro' le migliaia di giovani studenti, operai, cittadini solidali, sulla Piazza Tien-an-Men di Pechino, da allora, simbolicamente, nuova Piazza Rossa di sangue. V. 5: 'elefanti' sono i vecchi leaders del Partito, custodi dell'ortodossia ad ogni prezzo. Vv. 24-27: si fa riferimento ad una sentenza dei Salmi, all'I King, e alla Statua della Liberta' in cartapesta bianca eretta dagli studenti sulla piazza stessa. e con loro spazzata via". Il testo per Elias Canetti reca la seguente nota: "In morte dello scrittore, nell'agosto 1994"] Il distruttore Bruciai la gioia docile dell'erba notturna a specchio delle stelle, versai il vino, diviso accanto al fuoco d'amicizia, in terra solitaria di vitrea esattezza; indagai nel fiume che trascorre la mia assenza dal mondo, nella mia casa fervida le future rovine; nella pieta' dei forti l'orgogliosa certezza, nel fascino dei deboli l'astuzia disprezzai; e da me mi divisi, ma non mi vinsi mai. Fuori della caverna qui m'ha atteso, paziente, l'aria che respiravo, sacra vita innocente. * Sorte Sediamo nelle stanze, erriamo nelle citta', cuori di carne nel cuore di pietra, cercando sensi dentro i nostri segni, fili d'arpa nel nostro labirinto, sole di verita' nel bagliore dell'istinto, certezza unanime nell'ansia cieca. E nei letti posiamo come papaveri nella corrente, spremendo da fantasmi estasi e oblio, aprendoci-chiudendoci nell'occhio del tempo, baciando nella nascita l'addio. Poco sapere, molte gioie, molto dolore abbiamo in sorte, e conoscenza soltanto per ardore, o per paziente innocenza. * Ai giovani cinesi Ma come starvi accanto, figli nostri, fra il sangue, le grida, il muro unanime disperato di corpi e volonta' nella Piazza Celeste spezzato, non piegato, dal pollice dei vecchi Saturni od elefanti, che cercano la fine mettendo fra se' e il branco la distanza mortale del potere che venera la propria forma come sostanza - il cancro antico della ragione, sotto tutti i cieli - ? Come armarvi le mani delle nostre mani lontane consunte dai giochi, dagli agi, o attorte in squisiti tormenti di gesti immaginari, come lanciarvi i nostri cuori delusi dai sogni appagati, le nostre menti caute per il lungo commercio con la volpe e il leone d'ogni razza - ? Come gettarci, nuovamente svegli, al di la' del cristallo televisivo, atroce specchio magico dove la passione, anche quella per la giustizia, diventa spettacolo, e la storia tantalico supplizio ai testimoni impotenti? Ma quelli che seminano in pianto mieteranno cantando, dice l'antico nostro Libro: e voi, nuovi figli del Libro dei Mutamenti, che oggi gettate sotto i colpi la vostra sorte, il vostro candido simulacro di Liberta', vivente materno mito, non idolo, voi lo sapete: sapete questo solo. E' abbastanza per noi, che dietro il cristallo sentiamo millenari ricordi esplodere in certezza. * Per Elias Con te scompare - dicono i necrologi di Babele - la coscienza corrusca dell'Europa di Proust, di Kafka e Musil, di Schoenberg e di Kraus, l'estremo frutto del fuoco che creo' il nostro giardino di forme sognate (o d'incubi) dove sedevi, ansioso drago, Proteo multilingue, a guardia di tesori memoriali, di scheletri gemmati eretti contro la morte, l'oscena seduttrice che ti ha vinto nel gioco del rovescio. Questo sussurra forse il brusio d'arnia dei media, che risillaba un attimo il tuo nome e lo tranghiotte, come il buco nero che sta ingoiando, dicono, una stella... "Ero soltanto volonta'. Ora sono un suono", bisbiglia la tua rauca voce fatta sorella. 6. POESIA E VERITA': SEI LIRICHE DI MARIA LUISA SPAZIANI [Dalla rivista mensile "Noi donne" di marzo 2005 (disponibile anche nel sito: www.noidonne.org) riprendiamo i seguenti testi. Maria Luisa Spaziani e' nata a Torino nel 1942 e vive a Roma da molti anni; docente universitaria di letteratura francese, presidente del "Premio internazionale Eugenio Montale", e' una delle piu' intense voci poetiche italiane del secondo Novecento. Sempre da "Noi donne" riprendiamo la seguente presentazione scritta da Luca Benassi, curatore sia di questa minima scelta antologica, sia della rubrica che mese dopo mese presenta su "Noi donne" testi di poetesse contemporanee: "Maria Luisa Spaziani e' nata a Torino nel 1924. A dodici anni scopre la figura di Giovanna d'Arco e se ne innamora follemente: 'Quando ho scoperto che e' esistita una donna come Giovanna d'Arco ho scoperto il mondo: e' stata la mia grande educazione incontrare in un'unica persona dei valori cosi' straordinari, le punte estreme della semplicita' contadina, l'alta illuminazione morale e religiosa, la capacita' di incarnare un'azione pratica, l'amore di patria, il carisma straordinario... Per me Giovanna d'Arco e' semplicemente la poesia; e' la donna come dovrebbe essere dopo ogni femminismo riuscito, e cioe' una creatura che abbia le stesse potenzialita' di un uomo ma che agisce autonomamente, secondo il suo personale destino, secondo i suoi gusti, le sue scelte, in stretta simbiosi con l'universo maschile. Come il cervello ha il lobo di destra e quello di sinistra, cosi' la nostra civilta' ha il maschile e il femminile. E' assolutamente impensabile, se non pagandola con tutte le crisi della nostra storia, che uno prevalga sull'altro, e brutalizzi l'altro'. La figura di Giovanna d'Arco, che sara' oggetto di poesia solo nel 1990 con le ottave di Giovanna d'Arco, e' anche l'occasione per la poetessa di iniziare lo studio e la lettura del francese; attivita' il cui approfondimento la condurra' alla carriera accademica e a quella di traduttrice. A diciannove anni dirige la rivista 'Il dado' avendo tra i collaboratori Vasco Pratolini, Sandro Penna e Vincenzo Ciuffi. Nel 1949 incontra Montale al teatro Carignano a Torino. Da quell'incontro si sviluppa un'amicizia profonda, testimoniata dalle 360 lettere di Montale poi donate al Centro Studi Maria Corti di Pavia, e favorita anche dal successivo trasferimento a Milano della poetessa. A partire dal 1953 la Spaziani si sposta per lavoro tra Parigi, Bruxelles e Messina, citta' che hanno influenzato le scelte poetiche e arricchito la sua poesia di un respiro nordeuropeo. Rispetto alle impostazioni contemplative ed ermetiche iniziali la poetessa ha raggiunto esiti maturati nel segno di un lirismo capace di ridare spessore agli oggetti e alle occasioni attraverso una lingua cristallina e potente. Una poesia dei luoghi e dei viaggi, in grado di rendere conto del meraviglioso disegno della vita. La Spaziani oggi vive a Roma dove dirige il Centro Studi Eugenio Montale e il premio collegato. Maria Luisa Spaziani ha esordito come poetessa nel 1954, con Le acque del sabato, cui seguono Il gong (1962), Utilita' della memoria (1966), L'occhio del ciclone (1970), Transito con catene (1977), Poesie (1979), Geometria del disordine (1981), La stella del libero arbitrio (1986), il poema-romanzo Giovanna d'Arco (1990) e I fasti dell'ortica (1996). Nel 2000 e' uscita per Mondadori la raccolta Poesie 1954-1966 e per Marsilio i racconti de La freccia. Nel 2004 la Bulzoni ha pubblicato Teatro comico e no. Docente di Lingua e letteratura francese all'Universita' di Messina, la Spaziani ha scritto libri di critica e alcuni volumi dedicati al teatro francese dal '700 al '900. Luca Benassi (Roma, 1976), poeta, narratore e critico, collabora a varie riviste e cura la pagina dedicato alla poesia delle donne del mensile "Noidonne". I testi che seguono, nell'ordine in cui sono presentati, sono estratti rispettivamente dalle seguenti raccolte: Le acque del Sabato (1954), Utilita' della memoria (1966), L'occhio del ciclone (1970), Transito con catene (1977), La stella del libero arbitrio (1986), I fasti dell'ortica (1996)] Ricordo una stagione Ricordo una stagione in mezzo ai colli immensi, affaticata dal soffiare della notturna tramontana. Un gelso gemeva negli strappi, cosi' alto che talora il suo grido mi svegliava. Ieri nel ritornarvi non sembrava passato altro che un giorno. La tramontana ci infuriava intorno. Contro il cancello, intatta, era restata una mia antica rosa morsicata. * L'antica pazienza (a mia madre) Tu che conosci l'antica pazienza di sciogliere ogni nodo della corda e allevi un pioppo zingaro venuto a crescere nel coccio dei garofani, lascia ch'io senta in te, come la sorda nenia del mare dentro la conchiglia, la voce della casa che il perduto tempo ha ridotto in cenere. Ma e' cenere il pane scuro, sacro, - quello che alimentavi col tuo soffio nel forno buio della guerra - e reca imperitura in se' la filigrana dei tuoi ciliegi dilaniati. L'allegria rialza la sua cresta di galletto sui borghi desolati, come il lilla' che ti cresce alle spalle passo a passo, baluardo sul massacro. Raccogli ancora e sempre il pigolante nido abbattuto dal vento di marzo e ripara le falle della chiglia. Nessuno e' senza casa se l'attende a sera la tua voce di conchiglia. * L'occhio del ciclone Dicono i marinai, quegli ormai vecchi lupi di mare che sugli usci fumano pipe portoricane, che fra tutti i ricordi tremendi dei tifoni e l'ululo di morte dei naufragi, nulla atterrisce piu' di quella calma che per ore si crea al centro stesso della tragedia: l'occhio del ciclone. Il mare e' un olio, brillano sinistre luci che paion di bonacce, e affiora tranquillo il tonno a respirare. Eppure quella e' una gabbia, quello e' un trabocchetto, li' la morte e' in agguato: che' piu' lungi, a cento metri o forse meno, infuria l'uragano piu' nero. Cosi' avviene, vero? troppo sovente per noi tutti, ragni fra i mozzi delle ruote. E avvenne anche a Fabrizio quando conversando con la graziosa vivandiera, seppe - piu' tardi e con tragico suo scorno - che Waterloo, la massima avventura, si era svolta la' intorno. * Poetica Angelo del giudizio scendi, parola sdrucciola (perche' questo tu sei, o solamente o anche), vieni con me fra gli olmi alti del Luxembourg Vita segreta, luce che tanta luce accendi fatta di niente e tutto, Elena sugli spalti che infiamma gli uni e gli altri, che volge in gloria il lutto, tu verita' che menti, ossatura e illusione, tu rima, due begli occhi per un unico sguardo, esorcisma d'inizio, suggello del traguardo. * A Montale il 12 settembre 1981 Tu ti cancelli e subito in altre forme ti annunci, falsetto sapienzale di nebbia allegra, antica palma adolescente, tremula in un bemolle di acque strane. La tua scomparsa e' scandalo, e' messaggio che sconvolge interiori meridiani, coinvolge il futuro e trascina pitosfori, bufere e termitai - Potra' mai dileguarsi il tuo passo per chi eredita quegli impervi segreti? Il meglio della seppia e' l'osso. Il resto e' per i cuochi. * Il calore giusto Fa' lievitare il verso come il pane nel forno al suo calore giusto. Senti che anche il verso emette il misterioso profumo della cosa riuscita. Vocali e consonanti si alleano, s'incatenano e fondono. Ne esce lo spiritello d'Aladino e danza su e giu' per la stanza. 7. RIVISTE. "NOI DONNE" [Dal sito www.noidonne.org riprendiamo la seguente breve scheda di presentazione della rivista] La nostra storia Luglio 1944, "noidonne" inizia a pubblicare. La nascita del giornale era avvenuta gia' prima, nel 1937 a Parigi, in clandestinita'. Infatti la stampa ufficiale era stata preceduta da numerose edizioni clandestine di cui si ha notizia, ma non gli esemplari. Tra quelle che si ricordano, furono sei in Piemonte, cinque in Liguria, undici in Lombardia, otto in Emilia. Si trattava di ciclostilati, se non addirittura di dattiloscritti, riprodotti con pazienza a mano e poi diffusi a rischio della vita. Un giornale dalla storia singolare, nato e rinato parecchie volte nel corso di questi decenni, dagli anni cupi del nazismo e della guerra di liberazione, alle settecentomila copie del settimanale glorioso ed aggressivo degli anni Sessanta e Settanta. Il percorso di "noidonne" ha accompagnato il cammino di emancipazione delle italiane intrecciando i percorsi di diverse associazioni tra le quali l'Udi. Oggi continua ancora, nonostante le difficolta' economiche e strutturali, grazie alla determinazione che lo anima, oltre che alla sensibilita' e disponibilita' della rete di tante amiche e associazioni che lo diffondono e lo sostengono. I decenni che ci separano dal luglio 1944, sono stati vissuti come in una staffetta corsa passando il testimone da un gruppo all'altro e da uno scenario politico-sociale al successivo. Un balzo lungo una vita che dalla tiratura contratta del primo dopoguerra, in un'Italia ridotta allo stremo, giunge all'attivazione del sito internet nel marzo 2005. Esserci oggi e' un onore e soprattutto uno stimolo all'incalzare dei tempi. "noidonne.org" e' pronto a raccogliere quel testimone per misurarsi nel mondo globalizzato. Non si tratta, utilizzando un'inflazionata modalita' espressiva, di cogliere le sfide del nuovo millennio. Il sito e' stato avviato con l'intenzione di interpretare lo spirito dei tempi, restando fedele alla storia di questa testata che ha lanciato numerose inchieste e denunce. Associato all'edizione del mensile stampata su carta, il sito intende continuare su questa linea, offrendo un aggiornamento di informazioni settimanale, proponendo formule nuove di contatto e di relazione per continuare insieme il percorso di sempre: promuovere e farsi partecipe dell'emancipazione delle donne e della societa' nel suo insieme. * Tra le principali animatrici di "noidonne": - Isa Ferraguti e' la presidente della Cooperativa libera stampa. Nata a Carpi, ha lavorato nel settore tessile e abbigliamento diventando poi nel '67 responsabile delle Politiche del lavoro per il Pci di Carpi. Negli anni successivi ha svolto una crescente esperienza nazionale, politica e istituzionale, occupandosi delle tematiche della condizione della donna e delle politiche sociali e del lavoro. E' stata consigliera della Regione Emilia Romagna negli anni '80-'87 e senatrice negli anni '87-'92, impegnata nelle commissioni Lavoro e Sanita' in stretta collaborazione con la Presidenza del Senato, in qualita' di senatore segretario. Dal '98 e' anche Consigliera di parita' della Provincia di Modena. - Tiziana Bartolini (per contatti: tbartolini at noidonne.org), direttora di "noidonne" dal 2000. Nata a Roma ha due figli. Laureata in storia e filosofia, giornalista, ha frequentato un master in Formazione e Pari Opportunita' e un corso di alta specializzazione in comunicazione e marketing del No Profit. Esperta di comunicazione sociale, ha collaborato con riviste e quotidiani nazionali e con la Rai per il Terzo Settore. Ha gestito quale responsabile nazionale l'area comunicazione e l'ufficio stampa di un'organizzazione internazionale impegnata nell'inclusione sociale delle persone con ritardo mentale, occupandosi anche della formazione. E' stata coordinatrice editoriale di "Mondo sociale", ha maturato competenze nel campo della pubblica amministrazione ed attualmente e' componente del consiglio di amministrazione della Cooperativa Libera Stampa, societa' editrice di "Noidonne". - Cristina Melchiorri (per contatti: cmelchiorri at noidonne.org), manager del gruppo editoriale Cooperativa Libera Stampa, a cui appartiene "noidonne", e' nata a Bologna, vive a Milano, ed e' laureata in lettere classiche con un master in Business and Administration. In venticinque anni di esperienza nel mondo del lavoro e' stata dirigente in societa' di servizi e industriali. In primarie societa' di consulenza, ha realizzato interventi di ricerca e valutazione di dirigenti per le imprese pubbliche e private e di orientamento dei giovani al lavoro, in relazione alle nuove tendenze di mercato, alle nuove leggi e alle nuove professionalita'. Ha realizzato metodologie di sviluppo delle persone e specificatamente delle donne, di valorizzazione dei loro talenti. In qualita' di esperta ha condotto rubriche dedicate al lavoro per conto di quotidiani, periodici ed emittenti televisive. Ha recentemente scritto "La perfetta strategia per la donna in carriera", pubblicato da Lupetti Editore, 2004. Sta curando per "Noi donne" la rubrica "Strategie private", che e' a disposizione per chi desidera esprimere il proprio "sogno" professionale, ma anche personale, e ricevere un consiglio su come realizzarlo. - Antonella Battilani, disegnatrice di "noidonne", e' nata a Modena ed e' docente di progettazione grafica all'Istituto d'arte "A. Venturi". Parallelamente svolge attivita' artistica, occupandosi in prevalenza di progettazione grafica e illustrazione, in particolare per l'Assessorato all'istruzione del Comune di Modena. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: "Raccontami una festa" (Comune di Nonantola); "Strada patria sinta" (edizioni Fatatrac, 1998), alcuni libri per bambini di storia locale (edizioni Panini, Sovrintendenza per i Beni Artistici e Storici di Modena e Reggio Emilia, 1997) e la collana "Modena nel '900" (2001-2003) curata con Patrizia Curti. Per il Comune di Nonantola cura l'immagine grafica della rassegna musicale Divini Incanti (Assessorato alla Cultura). Nel corso del 2004 ha collaborato con la Provincia di Modena realizzando pubblicazioni sui Servizi Sociali e sulle Fattorie Didattiche e nel 2005 con il Comune di Formigine per la progettazione di una campagna sulla cultura dell'alimentazione. Ha curato e prodotto i quaderni di ricerca didattica Lasciate una traccia del vostro passaggio (2001) e Immagine-parola (2003). Nel gennaio 2005 ha realizzato il video-racconto "Non potro' mai dimenticare" dedicato all'eccidio di Modena del 9 gennaio 1950. * Collaborano a "noidonne": Giulietta Ascoli, Antonella Barilla', Katia Bellillo, Bruna Bellonzi, Elena Beltrame, Luca Benassi, Graziella Bertani, Francesca Brezzi, Rita Capponi, Anna Casotto, Mirella Caveggia, Pino Ciociola, Fulvia Colombini, Viola Conti, Giuliana Dal Pozzo, Stefania Cantatore, Giovanna Fava, Giuseppe Febbraro, Nuccio Iovene, Claudio Lunghini, Federica Lupparelli, Hela Mascia, Marilena Menicucci, Anna Maria Mauro Pastorino, Giovanna Providenti, Donatella Purger, Elena Ribet, Daniela Ricci, Simona Ricciarelli, Margherita Rocco, Giulietta Ruggeri, Carla Scarsi, Silvia Serra, Albertina Soliani, Luciana Torricelli. ============================== NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE ============================== Supplemento settimanale del giovedi' de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 53 del 2 marzo 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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