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La nonviolenza e' in cammino. 1210
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1210
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 18 Feb 2006 00:21:43 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1210 del 18 febbraio 2006 Sommario di questo numero: 1. Un appello per la giustizia 2. Peppe Sini, Tomas Stockmann: Con la Palestina nel cuore, con Israele nel cuore 3. Giovanni Dall'Orto: I Pacs e il programma dell'Unione. Cosi' parlando onesto 4. Riccardo Orioles: Per Marco Benanti e dell'ora presente 5. Luisa Morgantini: La distruzione della memoria a Gerusalemme 6. Una postilla al testo che precede 7. Due nuove pubblicazioni su Dietrich Bonhoeffer 8. Letture: Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento 10. Per saperne di piu' 1. APPELLI. UN APPELLO PER LA GIUSTIZIA [Dagli amici di "Italia democratica" (per contatti: italiademocratica at tiscali.it) riceviamo e volentieri diffondiamo il seguente appello] Un appello per la giustizia Cari professori, avvocati, colleghi, amici, vi inviamo questa comunicazione per ringraziare quelli tra voi che, aderendo all'appello, ne stanno consentendo il successo. Siamo ormai arrivati a circa trecento firme in poche ore, come risulta dall'appello in calce (con lista di nomi a seguire). Questo messaggio, pero', e' inviato anche ad alcune persone o associazioni che non abbiamo avuto sin qui il tempo di contattare: ce ne scusiamo, ma la rapida approvazione della legge Pecorella ieri sera e l'articolo del "Giornale" di questa mattina (che, come in fondo ci aspettavamo, ha accusato solo i magistrati di volere dettare il programma all'Unione) ci hanno indotto ad accelerare la presentazione pubblica dell'iniziativa. Ecco perche' alcuni di voi ricevono solo ora per la prima volta l'appello con la speranza di ottenere adesione. Qualcuno potrebbe averlo gia' ricevuto, ma non ce ne vorra' se lo teniamo aggiornato pur in assenza di adesioni all'appello. Crediamo che il successo che l'iniziativa sta riscuotendo sia anche legato alla variegata estrazione professionale e culturale dei sottoscrittori. Stamattina abbiamo distribuito l'appello ad alcuni giornalisti a Milano, nonche' ad alcune agenzie. Vedremo domani se la stampa ne parlera'. Ma, intanto, preghiamo chi puo' di diffondere l'appello nelle mailing list professionali o nei siti di associazioni, etc. cui si abbia accesso, di richiedere altre adesioni e di convogliarle via via su di noi. Ovviamente, ci interessano adesioni consapevoli di tutti, non solo di giuristi. Non abbiamo avuto il tempo di aprire un sito o un indirizzo e-mail ad hoc. Ma - ripetiamo - l'iniziativa sta procedendo bene, nonostante l'approccio un po' naif. Grazie di cuore a tutti voi. Armando Spataro (armando.spataro at fastwebnet.it) Stefano Nespor (nespor at nespor.it) Enrico Biagi (avvenricobiagi at tin.it) * Un impegno per la giustizia Si sta chiudendo una delle piu' tormentate e controverse legislature della storia repubblicana e c'e' oggi la prospettiva di un cambio di governo. Ma deve cambiare anche il modo di governare: dal punto di vista costituzionale e dei rapporti tra cittadini ed istituzioni. Il lavoro che attende il nuovo governo e' quindi di enorme complessita' e responsabilita' e si estende a settori di grande importanza per la collettivita': l'informazione, la sanita', il lavoro, l'ambiente e i beni culturali, la ricerca, l'istruzione, la politica fiscale e tributaria. Importanti riforme di sistema sono necessarie anche per ridare ai cittadini fiducia nella giustizia. Ma in questo settore noi tuttavia riteniamo che vi sia una inderogabile priorita': la cancellazione delle principali leggi che sono state adottate quasi esclusivamente al fine di perseguire gli interessi personali di pochi, ignorando quelli della collettivita'. Si tratta di leggi che - a prescindere da ogni altra considerazione - hanno devastato il nostro sistema giustizia e compromesso il principio della ragionevole durata dei processi. Alcune di queste leggi, pur da riformare, sono state disinnescate dalla Corte Costituzionale (ad esempio il cd. "Lodo Schifani", cioe' la L. 20.6.03 n. 140 sulla sospensione dei procedimenti per le alte cariche dello Stato) o dai giudici di merito e dalla Corte di Cassazione (e' avvenuto per la Legge sulle rogatorie n. 5.10.01 n. 367 e la cd. "Legge Cirami" 7.11.02 n. 248 sullo spostamento dei processi per legittimo sospetto). Ma, per altre leggi e' necessaria l'abrogazione immediata: solo con la loro abrogazione, infatti, sara' possibile restituire credibilita' al paese sul piano internazionale e dignita' ai governanti e ai rappresentanti politici ed ottenere la partecipazione della collettivita' nazionale agli sforzi necessari per ricostruire una scala di valori condivisi. Le leggi che devono costituire oggetto di abrogazione gia' nei primi mesi della legislatura sono: - la Legge di "depenalizzazione" del falso in bilancio ( D.L.vo 11.4.02, n.61), che rappresenta la tipica traduzione in termini normativi della cultura della illegalita' e contrasta con la tendenza mondiale a punire con maggiore severita' le false comunicazioni in materia societaria; - la Legge cd. "ex Cirielli", 5.12.05 n. 251, definita "obbrobrio devastante" dal Presidente della Corte di Cassazione, che ha di fatto introdotto nuove cause di impunita' per i potenti (attraverso la prescrizione breve dei reati, anche gravi, commessi dagli incensurati) e pesanti discriminazioni verso i recidivi anche per reati non gravi: dunque, incentivi a manovre dilatorie ed il prevedibile aumento della popolazione carceraria saranno l'effetto di un diritto penale per tipo d'autore; - la barbara riforma della legittima difesa approvata definitivamente il 24.1.06, che introduce una presunzione di proporzionalita' tra i delitti contro il patrimonio in ambiente privato e la reazione violenta con armi da fuoco contro chi ne e' responsabile; - la cd. Legge Pecorella sulla inappellabilita' delle sentenze di proscioglimento, approvata definitivamente il 15.2.06, che, a parere di molti, altera il principio costituzionale della parita' delle parti nel processo e, dilatando le possibilita' di ricorso alla Corte di Cassazione, parzialmente la trasforma in giudice di merito, ingolfandola e rendendone ingestibile l'attivita'. L'impegno di coloro che intendono formare il futuro Governo deve estendersi inoltre alla sospensione immediata della efficacia di tutti i decreti legislativi di attuazione delle legge di riforma dell'ordinamento giudiziario (Legge delega n. 150 del 2005): solo cosi' potra' essere predisposto e realizzato un progetto di riforma di ampio respiro, utilizzando i contributi del Csm, degli accademici, della magistratura associata, degli avvocati e delle associazioni dei giuristi e del personale amministrativo. Chiediamo allora a tutti coloro che parteciperanno alla prossima campagna elettorale un impegno espresso, preciso e incondizionato ad operare immediatamente per l'abrogazione di queste leggi, che non sia diluito in promesse di riforme generali nei vari settori dell'ordinamento. L'assunzione di tale impegno e' condizione e garanzia irrinunciabile perche', come giuristi e come cittadini, possiamo confidare nella volonta' degli eletti di ripristinare effettivamente, non solo in questo campo, le regole fondamentali della democrazia. 16 febbraio 2006 * Primi firmatari: Alberto Alessandri (Universita' Bocconi, Milano), Mario Almerighi (magistrato, Roma), Alessandro Amadori (Istituto Coesis Research), Alfonso Amatucci (magistrato Cassazione, Roma), Vittorio Angiolini (Universita' Milano), Antonello Ardituro (magistrato, Napoli), Giovanni Bachelet (Universita' La Sapienza, Roma), Marcello Basilico (magistrato Genova), Patrizia Bellucci (Universita' Firenze), Gianni Benzoni (avvocato, Varese), Giovanni Beretta (avvocato, Milano), Carlo Bernardini (Universita' La Sapienza, Roma), Enrico Biagi (avvocato, Milano), Augusto Bianchi (avvocato Milano), Adolfo Biole' (avvocato, Genova), Federico Boezio (avvocato Milano), Luca Boneschi (avvocato, Milano), Sandra Bonsanti (presidente Liberta' e Giustizia), Francesco Saverio Borrelli (magistrato in quiescenza, Milano), Salvatore Bragantini (economista, Milano), Paola Brambilla (avvocato, Bergamo), Carlo Bretzel (avvocato, Milano), Silvia Buzzelli (Universita' Bicocca, Milano), Maria Agostina Cabiddu (Politecnico, Milano), Carlo Cacciapuoti (avvocato, Genova), Elisabetta Cacioppo (avvocato, Varese), Pietro Calogero (magistrato, Padova), Anna Canepa (magistrato, Genova), Paolo Carfi' (magistrato, Milano), Franco Casarano (avvocato Milano), Ciro Cascone (magistrato, Milano), Antonio Cassese (Universita' Firenze), Claudio Castelli (magistrato Milano), Paolo Cendon (Universita' Trieste), Elio Cherubini (avvocato, Milano), Sergio Chiarloni (Universita' Torino), Domenicantonio Claps (magistrato, Milano), Massimo Clara (avvocato, Milano), Gianfranco Cocco (Universita' Bicocca, Milano), Nino Condorelli (magistrato, Brescia), Riccardo Conte (avvocato, Milano), Ferdinando Cordova (storico, Universita' "La Sapienza", Roma), Carmen Covito (scrittrice), Dario Curtarello (magistrato, Padova), Achille Cutrera (avvocato, Milano), Piercamillo Davigo (magistrato Cassazione, Roma), Paolo D'Alessandro (magistrato Cassazione, Roma), Vito D'Ambrosio (magistrato Cassazione, Roma), Ada Lucia De Cesaris (avvocato Milano), Pierfrancesco Della Porta (avvocato, Milano), Luigi De Magistris (magistrato, Catanzaro), Luca De Matteis (magistrato, Como), Tullio De Mauro (Universita' Roma), Enrico Di Nicola (magistrato, Bologna), Emilio Dolcini (Universita' Milano), Enrica Domeneghetti (avvocato, Milano), Waldemaro Flick (avvocato, Genova), Paolo Flores d'Arcais (Universita' Roma), Mario Fresa (magistrato Cassazione, Roma), Claudia Galdenzi (avvocato, Milano), Giuseppe Gennaro (magistrato, Catania), Giuseppe Giampaolo (avvocato, Roma), Marco Gianoglio (magistrato Torino), Alfredo Golia (magistrato in quiescenza, Milano), Carlo Federico Grosso (Universita' Torino, gia' vicepresidente del Csm), Laura Hoesch (avvocato, Milano), Giulio Illuminati (Universita', Bologna), Marco Imperato (magistrato, Trapani), Roberto E. Kostoris (Universita' Padova), Raffaella Lanzillo (Universita' Milano), Cristina Lavinio (Universita' di Cagliari), Filippo Lattanzi (avvocato, Roma), Filippo Lebano (avvocato, Milano), Maria Leotta (avvocato, Milano), Michele Lombardo (avvocato, Milano), Paola Lovati (avvocato, Milano), Franco Maccabruni (avvocato, Milano), Fabio Malcovati (avvocato, Milano), Michele Mannironi (avvocato, Milano), Manuela Mantovani (Universita' Padova), Anna Marzanati (Universita' Bicocca, Milano), Maria Stefania Masini (avvocato Roma), Tecla Mazzarese (Universita' Brescia), Marcello Adriano Mazzola (avvocato, Milano), Gianni Melillo (magistrato, Direzione nazionale antimafia, Roma), Mariagrazia Monegat (avvocato, Milano), Simone Monesi (avvocato, Milano), Donatella Montagnani (avvocato, Milano), Cristina Morelli (avvocato, Milano), Ubaldo Nannucci (magistrato, Firenze), Gioacchino Natoli (magistrato Palermo), Francesca Negri (avvocato Milano), Stefano Nespor (avvocato, Milano), Roberta Palmisano (magistrato, Roma), Guido Papalia (magistrato, Verona), Ignazio Patrone (magistrato Procura Generale Cassazione, Roma), Pasquale Pasquino (Universita' Parigi e New York), Michele Pepe (avvocato, Milano), Giancarla Perasso Etteri (avvocato, Milano), Dino Petralia (magistrato, Sciacca), Vittorio Pilla (magistrato, Milano), Alessandro Pizzorusso (Universita' Pisa), Ulderico Pomarici (II Universita', Napoli), Eligio Resta (Universita' Roma Tre, Roma), Adelio Riva (avvocato, Milano), Fabio Roia (magistrato, Milano), Maurizio Romanelli (magistrato, Milano), Guido Rossi (Universita' San Raffaele, Milano, ex Presidente Consob), Gian Luigi Rota (avvocato, Milano), Giuseppe Rusconi (avvocato, Milano), Adriano Sansa (magistrato, Genova), Francesco Santuari (avvocato, Milano), Valeria Sergi (avvocato Milano), Carlo Smuraglia (Universita' Milano, avvocato), Armando Spataro (magistrato, Milano), Corrado Stajano (scrittore), Allegra Stracuzzi (avvocato, Milano), Mario Suriano (magistrato, Napoli), Giovanni Tamburino (magistrato, Venezia), Luigi Vanni (avvocato, Milano), Enrico Veronesi (avvocato Milano), Modestino Villani (magistrato, Napoli), Piergiorgio Weiss (avvocato, Milano), Ettore Zanoni (avvocato, Milano), Maria Gabriella Aimonetto (Universita' Piemonte), Cristina Alessi (Universita' Brescia), Enzo Balboni (Universita' Cattolica Milano), Alessandro Bernasconi (Universita' Brescia), Roberto Bin (Universita' Ferrara), Paolo Caretti (Universita' Firenze), Maria Grazia Coppetta (Universita' Urbino), Danilo Galletti (Universita' Trento), Livia Giuliani (Universita' Pavia), Manuela Mantovani (Universita' Padova), Giorgio Marinucci (Universita' Milano), Serafino Nosengo (Universita' Piemonte), Claudia Pecorella (Universita' Bicocca, Milano), Gabriella Rampazzi (Universita' Torino), Eugenio Ripepe (Universita' Pisa), Francesco Vigano' (Universita' Milano), Gioacchino Barbera (avvocato, Bari), Marilena Ratto (avvocato Roma), Patrizia Ravellini Giampaolo (avvocato, Bologna), Giulia Alliani (Osservatorio Legalita' e Diritti - Onlus), Jole Garuti (Associazione Stark - Onlus), Rita Guma (Osservatorio Legalita' e Diritti - Onlus), Vanna Lora (professoressa, Milano), Anna Pasolini (insegnante), Marisa Acagnino (magistrato, Catania), Rosalia Aitala (magistrato fuori ruolo presso Commissione Europea Tirana), Silvia Albano (magistrato, Viterbo), Rocco Alfano (magistrato Salerno), Rosanna Allieri (magistrato, Cagliari), Giorgio Altieri (magistrato Cagliari), Ernesto Anastasio (magistrato, Cosenza), Lucio Aschettino (magistrato, Napoli), Guglielmo Avorio (magistrato, Trento), Luisa Balzarotti (magistrato, Milano), Piero Basilone (magistrato, Milano), Alessandra Bassi (magistrato, Milano), Andrea Beconi (magistrato, Torino), Marco Benatti (magistrato, Venezia), Giuseppe Bianco (magistrato, Reggio Calabria), Vittorio Borraccetti (magistrato, Venezia), Paola Biondolillo (magistrato, Trapani), Andrea Calice (magistrato, Torino), Alessandra Camassa (magistrato, Trapani), Giuseppe Campa (magistrato Napoli), Edoardo Campese (magistrato, Napoli), Giovanni Cannella (magistrato, Bologna), Raffaele Cantone (magistrato, Napoli), Oriente Capozzi (magistrato, Napoli), Daniele Cappuccio (magistrato Reggio Calabria), Giancarlo Caselli (magistrato, Torino), Danilo Ceccarelli (magistrato, Savona), Furio Cioffi (magistrato, Nocera Inferiore), Stefano Civardi (magistrato, Milano), Antonio Clemente (magistrato, Benevento), Enrico Consolandi (magistrato, Milano), Silvana d'Antona (magistrato, Milano), Marcello De Cillis (magistrato, Bari), Fabio De Cristoforo (magistrato, Napoli), Giuseppe De Gregorio (magistrato, Palermo), Marco Del Gaudio (magistrato, Napoli), Paola De Lisio (magistrato, Salerno), Giuseppe Dentamaro (magistrato, Bari), Paola Dezani (magistrato, Torino), Antonio Didone (magistrato Cassazione, Roma), Agnese Di Girolamo (magistrato, Verona), Marco Di Napoli (magistrato, Bari), Paola Di Nicola (magistrato, Latina), Domenico Diograzia (magistrato, Nocera Inferiore), Gaetano Dragotto (magistrato Ancona), Mariano Fadda (magistrato, Como), Giorgio Falcone (magistrato, Vicenza), Paola Farina (magistrato Palermo), Claudio Ferrari (magistrato, Palermo), Alfonso Maria Ferraro (magistrato, Milano), Giovanni Ferro (magistrato, Savona), Massimo Ferro (magistrato, Bologna), Ignazio Fonzo (magistrato Catania), Giuseppe Fortunato (magistrato, Nocera Inferiore), Stefano Gallo (magistrato, Avezzano), Nicoletta Gandus (magistrato, Milano), Antonio Gialanella (magistrato Cassazione, Roma), Claudio Gittardi (magistrato, Milano), Leonardo Grassi (magistrato, Bologna), Federico Grillo Pasquarelli (magistrato, Torino), Paolo Guido (magistrato, Palermo), Alberto Haupt (magistrato Genova), Enrico Infante (magistrato, Foggia), Alberto Landolfi (magistrato Savona), Antonio Laronga (magistrato, Lucera), Ferdinando Licata (magistrato, Messina), Concetta Maria Ledda (magistrato, Catania), Ferdinando Lignola (magistrato, S. Angelo dei Lombardi), Felice Lima (magistrato, Catania), Gianni Macchioni (magistrato, Torino), Ezia Maccora (magistrato, Bergamo), David Mancini (magistrato, Teramo), Francesco Mannino (magistrato, Catania), Filippo Messana (magistrato, Palermo), Ilio Mannucci Pacini (magistrato, Milano), Anna Mantovani (magistrato, Trento), Carlo Marzella (magistrato, Palermo), Francesco Mattiace (magistrato, Brindisi), Eliasabetta Meyer (magistrato, Napoli), Alessandro Milita (magistrato, Napoli), Antonio Minisola (magistrato Sassari), Marzia Minutillo Turtur (magistrato, Bologna), Andrea Mirenda (magistrato, Verona), Umberto Monti (magistrato, Ascoli Piceno), Mario Romeo Morisani (magistrato, Genova), Tullio Morello (magistrato, Napoli), Carla Musella (magistrato, Napoli), Giovanni Narbone (magistrato, Milano), Maura Nardin (magistrato Sassari), Andrea Natale (magistrato, Torino), Renato Nitti (magistrato, Bari), Claudio Nunziata (magistrato in quiescenza, Bologna), Gaetano Paci (magistrato, Palermo), Pierangelo Padova (magistrato, Palermo), Domenico Pasquariello (magistrato Modena), Livio Pepino (magistrato Cassazione, Roma), Luca Perilli (magistrato, Rovereto), Fiorella Pilato (magistrato Cagliari), Aldo Policastro (magistrato, Napoli), Mario Profeta (magistrato, Firenze), Lorenzo Puccetti (magistrato Bolzano), Nicoletta Quaglino (magistrato, Torino), Luca Ramacci (magistrato, Tivoli), Elio Ramondini (magistrato Milano), Pier Valerio Reinotti (magistrato, Udine), Angelo Renna (magistrato Milano), Cesare Roberti (magistrato Catanzaro), Simonetta Rossotti (magistrato, Torino), Massimo Russo (magistrato, Palermo), Luciano Santoro (magistrato, Sala Consilina), Roberto Santoro (magistrato Venezia), Brunella Sardoni (magistrato Milano), Antonio Scarpa (magistrato, Salerno), Massimo Scartabello (magistrato, Torino), Mariano Sciacca (magistrato, Catania), Guido Secchione (magistrato Sassari), Luca Semeraro (magistrato Napoli), Giuditta Silvestrini (magistrato Mantova), Amina Simonetti (magistrato, Milano), Arturo Soprano (magistrato, Milano), Sergio Sottani (magistrato, Perugia), Sergio Spadaro (magistrato, Milano), Paolo Storaci (magistrato, Trento), Augusto Tatangelo (magistrato, Napoli), Giovanni Tedesco (magistrato, Napoli), Antonella Toniolo (magistrato, Padova), Lucilla Tontodonati (magistrato, Milano), Fabrizio Vanorio (magistrato, Palermo), Francesco Vigorito (magistrato, Roma). 2. RIFLESSIONE. PEPPE SINI, TOMAS STOCKMANN: CON LA PALESTINA NEL CUORE, CON ISRAELE NEL CUORE Quando gli europei parlano del Medio Oriente, sempre sentiamo una fitta nel cuore. Quel Medio Oriente che e' stato vittima del colonialismo europeo rapinatore e assassino. Quel Medio Oriente che gli europei li ha conosciuti come sterminatori e deportatori in nome dell'impero romano, come predoni e massacratori in nome della croce, come razzisti, schiavisti e ladri in nome del "fardello dell'uomo bianco", come stragisti sempre. E quando gli europei parlano del popolo di Israele, noi non possiamo dimenticare che gli europei quel popolo hanno incessantemente perseguitato con ferocia genocida dai tempi dell'impero romano, del potere temporale dei papi, dei pogrom, fino alla Shoah. E quando gli europei parlano dell'Islam, noi non possiamo dimenticare che quando nell'Europa cristiana chi diversamente pensava sulle cose ultime veniva messo al rogo, ebbene, nell'Europa islamica trovava invece scampo, rispetto, accoglienza; non possiamo dimenticare che se ancora abbiamo la grande cultura filosofica greca e' grazie ai filosofi arabi e musulmani che ce l'hanno tramandata; non possiamo dimenticare la barbarie del criminale e criminogeno razzismo europeo che tuttora perdura, fino alla condizione fatta qui e adesso alle persone di fede musulmana, fino al punto che un ministro - non nuovo ad atteggiamenti da cinico e stolto provocatore - si permette di pubblicamente impunemente bestemmiare le cose per altri piu' sacre, non ignorando peraltro che da questo suo agire possono derivare le piu' tragiche conseguenze. Ma e' d'altro che qui vogliamo dire. * Il popolo palestinese ha diritto alla nostra piu' profonda solidarieta': affinche' al piu' presto sorga e sia riconosciuto uno stato palestinese, dotato di continuita' territoriale, non asservito ad altri, pienamente sovrano, libero e prospero. Uno stato democratico, uno stato di diritto, uno stato che rispetti i fondamentali diritti umani di tutti gli esseri umani, in primis il diritto a non essere uccisi. E il popolo dello stato di Israele ha diritto alla nostra piu' profonda solidarieta': e' il minimo che possiamo fare, dopo la Shoah. Ed anche per Israele vale l'augurio che i suoi governi recedano da politiche incompatibili con uno stato democratico, uno stato di diritto, uno stato che rispetti i fondamentali diritti umani di tutti gli esseri umani, in primis il diritto a non essere uccisi. Una solidarieta' strabica non aiuta nessuno. O si e' solidali con entrambi i popoli, e si afferma il diritto ad esistere per entrambi gli stati, o non si aiuta nessuno. E non aiuta nessuno neppure una solidarieta' reticente. Cosicche' la solidarieta' con due popoli che hanno diritto a due stati in cui vivere in pace e sicurezza implica anche la denuncia esplicita di tutte le violenze e le minacce: sappiamo bene che sia il governo dello Stato di Israele, sia la leadership palestinese, si sono macchiati di crimini. Occorre che quei crimini cessino. Occorre si affermi e pienamente si dispieghi la democrazia e il rispetto dei diritti umani. * Deve cessare l'occupazione israeliana dei territori palestinesi "occupati" per antonomasia, ed in quei territori deve sorgere al piu' presto lo stato di Palestina; deve cessare ogni atto di terrorismo: di stato, di gruppo, individuale; deve cessare ogni intenzione e minaccia di genocidio. Sia tra gli israeliani che tra i palestinesi vi sono molte persone impegnate per la pace, il dialogo, il reciproco riconoscimento, la cessazione delle violenze, dei soprusi e delle minacce. Aiutiamo queste persone che con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, stanno operando per la pace, la giustizia, la riconciliazione. Con la Palestina nel cuore, con Israele nel cuore. 3. RIFLESSIONE. GIOVANI DALL'ORTO: I PACS E IL PROGRAMMA DELL'UNIONE. COSI' PARLANDO ONESTO [Da varie persone amiche riceviamo e violentieri diffondiamo. Giovanni Dall'Orto (per contatti: sito: www.giovannidallorto.com), storico e saggista, nato a Milano nel 1958, impegnato nel movimento omosessuale, ha condotto ricerche e pubblicato studi sull'omosessualita' in campo storico, sociologico e letterario. Tra le opere di Giovanni Dall'Orto: segnaliamo particolarmente Leggere omosessuale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; nella rete telematica sono disponibili vari suoi saggi] A chi sta scrivendo alla "Fabbrica del Programma" di Prodi per protestare per l'esclusione dei Pacs dal programma dell'Unione, sta arrivando una risposta che afferma: "Caro XXX, "ci spiace che la mancanza di una sola parola dal Programma rischi di cancellare, come sostieni, un lungo percorso di condivisione e vicinanza su principi e valori tanto importanti. Le semplificazioni e le drammatizzazioni servono per i titoli ad effetto dei giornali, ma non bisogna lasciarsi ingannare dalle polemiche e dalle critiche pretestuose. Se nel testo non si trova la parola "Pacs", non si trova neppure il "no" ai Pacs, anzi. L'impegno per il riconoscimento pieno delle unioni civili e delle scelte individuali e' totale, sia chiaro. E' paradossale, scusaci, che si mettano in dubbio le politiche sociali del centrosinistra di fronte all'esperienza subita dagli italiani in questi cinque anni di governo del centrodestra, tutti incentrati sulla ghettizzazione dei diritti altrui. Il Programma dell'Unione rappresenta, come detto da Romano Prodi, i pilastri attorno al quale costruire l'edificio di governo dei prossimi cinque anni. E in questo edificio non ci saranno stanze chiuse e senza finestre. Ma spazi aperti per tutti. "Sul sito della Fabbrica trovi il testo integrale del programma e forse troverai anche qualche chiarimento in piu'. Vedrai che non si parla mai a proposito di questi argomenti di una semplice abolizione dell'esistente per un ritorno ottuso al passato, si tratta di riformare in modo profondo e strutturale una realta' che cosi' non puo' che portare al disastro per il nostro Paese. Senza la volonta' di costruire qualcosa per il futuro, senza dare a nessuno la possibilita' di rimboccarsi le maniche e di ricostruire quello che e' andato distrutto non ci rimettera' soltanto la classe politica, ma soprattutto ci rimetteranno tutti i cittadini. Il confronto democratico e la sintesi tra le varie anime riformiste della coalizione e' l'unica speranza per ridare un futuro all'Italia. "Rimaniamo a tua disposizione per qualsiasi esigenza e ti ringraziamo in anticipo se vorrai continuare a seguirci e a sostenerci. "Un caro saluto "La Fabbrica del Programma "M. G." * Ora, e' palese che qui stiamo parlando due lingue diverse, che dimostrano che l'Unione non ha neppure iniziato a capire cosa ha combinato. In primo luogo, dal programma non manca "una parola", bensi' quattro leggi: - manca una legge sul riconoscimento delle convivenze di persone che non hanno accesso al matrimonio, ivi incluse le coppie dello stesso sesso. L'Italia e' fra gli ultimi tre Paesi europei (assieme alla Grecia, e all'Irlanda, che pero' ne sta dibattendo) a non avere nessuna legge di questo tipo; - manca una legge contro la discriminazione delle persone omosessuali e transessuali basata sul loro orientamento sessuale, sulla quale l'Italia e' inadempiente rispetto all'Europa; - manca una legge che protegga contro i crimini d'odio le persone omosessuali e transessuali. La legge promulgata dal primo governo di centrosinistra, escluse per richiesta espressa della Margherita dall'applicazione della legga Mancino (contro i crimini d'odio) l'applicazione alle persone omosessuali. anche in questo caso l'Italia e' inadempiente; - infine, manca una legge sulla procreazione assistita che consenta infine l'accesso a questo servizio anche alle donne single o/e lesbiche. * Di tutte queste rivendicazioni, il movimento lgbt italiano s'era accontentato di concordare l'inserimento nel programma, dopo cinque anni di governi (effettivamente) beceramente omofobi, dei soli Pacs, che risolvono solo il primo dei quattro problemi. E che oltre tutto lo risolvono in modo insoddisfacente e complicato, rispetto alla sospirata pura e semplice parita' di diritti che offrirebbe il banale allargamento del matrimonio civile anche alle coppie dello stesso sesso. Ebbene, neppure la singola richiesta minimale e insoddisfacente dei Pacs e' stata accolta, e a loro parere dovremmo addirittura fare i salti di gioia per il fatto che il programma non contiene un "no" puro e semplice ai Pacs, e questo sarebbe addidittura un segnale di granre apertura e disponibilita'! Se e' per questo, il programma non contiene neppure la condanna a morte o il ripristino della tortura per le persone omosessuali, ma chissa' perche', fatico egualmente a fare i salti di gioia. Sara' davvero che sono un incontentabile? La rabbia oggi nasce dunque non dall'assenza d'una stupida parolina, bensi' dall'assenza di qualsiasi cenno a qualsiasi delle quattro grandi questioni che sono la ragione d'essere del movimento lgbt, e che toccano la discriminazione, la violenza e i diritti civili di alcuni milioni di esseri umani. * Per finire, se si trattasse davvero del problema di una parola, come oggi ipocritamente ci viene detto, non ci sarebbe alcun problema: battezziamo pure in altro modo la tutela delle coppie dello stesso sesso. Che ne dite di "Unioni registrate"? Oppure di "Riconoscimento giuridico delle coppie di fatto?" Preferite magari "Partnership registrata"? Scegliete pure il nome che preferite: non credo che a nessuno la cosa importerebbe un fico, vero? Il problema e' che la "Fabbrica del Programma" ha in effetti ragione, solo che stanno facendo i finti tonti, e sanno benissimo, ma non lo dicono, che la parola la cui mancanza sta suscitando la ribellione non e' affatto la parola "Pacs", di cui possiamo tutti fare volentieri a meno. E' la parola "Coppia". Promettere il vago riconoscimento di non meglio precisati diritti agli individui che compongono le coppie di fatto, significa che una volta di piu', dopo dieci anni di attesa vana e per altri cinque anni ancora, e' escluso un riconoscimento delle coppie di fatto. Le quali non hanno bisogno di ottenere diritti "individuali": a quelli pensa gia' la Costituzione della Repubblica. Hanno bisogno che si riconosca che esistano in quanto coppie. Cari amici della "Fabbrica": il programma fino al 24 febbraio 2006 non e' ancora chiuso. Lasciatene pure fuori la parola "Pacs", se vi serve a non scannarvi a vicenda, e chiamate la cosa come vi pare meglio. Pero' esigiamo che appaia la parola coppie. E se vi da' fastidio pronunciarla, ditecelo... Se volete il nostro voto, adesso sapere come conquistarvelo. Giovanni Dall'Orto (direttore del mensile gay "Pride") * Nota dell'autore: e' permessa e gradita la diffusione del presente appello. Chiedo pero' che, in caso di ripubblicazione su blog o comunque online, non venga ripubblicato il mittente di questa mail, per evitare un'aggressione di spam, bensi' l'url: http://www.giovannidallorto.com/scrivimi.html dal quale e' possibile scrivermi. 4. RIFLESSIONE. RICCARDO ORIOLES: PER MARCO BENANTI E DELL'ORA PRESENTE [Dalla rivista elettronica di Riccardo Orioles "La Catena di San Libero" (per contatti e richieste: riccardoorioles at sanlibero.it) n. 320 del 14 febbraio 2006. Riccardo Orioles e' giornalista eccellente ed esempio pressoche' unico di rigore morale e intellettuale (e quindi di limpido impegno civile); militante antimafia tra i piu' lucidi e coraggiosi, ha preso parte con Pippo Fava all'esperienza de "I Siciliani", poi e' stato tra i fondatori del settimanale "Avvenimenti", cura attualmente in rete "Tanto per abbaiare - La Catena di San Libero", un eccellente notiziario che puo' essere richiesto gratuitamente scrivendo al suo indirizzo di posta elettronica; ha formato al giornalismo d'inchiesta e d'impegno civile moltissimi giovani. Per gli utenti della rete telematica vi e' anche la possibilita' di leggere una raccolta dei suoi scritti (curata dallo stesso autore) nel libro elettronico Allonsanfan. Storie di un'altra sinistra. Sempre in rete e' possibile leggere una sua raccolta di traduzioni di lirici greci, ed altri suoi lavori di analisi (e lotta) politica e culturale, giornalistici e letterari. Due ampi profili di Riccardo Orioles sono in due libri di Nando Dalla Chiesa, Storie (Einaudi, Torino 1990), e Storie eretiche di cittadini perbene (Einaudi, Torino 1999). Marco Benanti, giornalista antimafia, gia' collaboratore di quotidiani locali, dell'Ansa e di altri media, disoccupato nel "mestiere" ufficiale per le sue scelte di impegno nel giornalismo di inchiesta e denuncia, per sopravvivere lavora come operaio scaricatore di aerei a Sigonella: dove viene licenziato come provvedimento punitivo per il suo agire coerente con l'impegno intensamente sentito di costruttore di pace e di operatore democratico dell'informazione. Per esprimere solidarieta' a Marco Benanti: "Comitato a sostegno del giornalista-operaio Marco Benanti", e-mail: dostimolo at tiscali.it] Caro Marco, quelli come noi quando parlano hanno molte piu' responsabilita' degli altri. Noi - tu ed io, e forse altri cento colleghi in tutt'Italia - siamo quelli che fanno i giornalisti sul serio, pagando il nostro mestiere di persona. E la gente lo sa. Percio', spesso e volentieri, a noi ci crede. (E' vero che personalmente non ci guadagnamo niente: ma questo non vuol dire). Percio', quando ci danno un altro calcio nei denti - per esempio un tribunale che dice: "Si', hanno fatto bene a licenziarti perche' hai scritto cose pacifiste: la legge ora dice che c'e' liberta' di licenziare" - noi non possiamo metterci a bestemmiare come sarebbe nostro sacrosanto diritto, ma dobbiamo impassibilmente sorridere, con quelli dei nostri denti che ci sono rimasti in bocca, e dire con nonchalance: "Va bene, ma io credo tuttavia nella democrazia e nella giustizia". O qualcosa del genere. Porcoqua e porcola' non va bene. Magari ci sono dei minorenni che ci ascoltano, e potrebbero credere che in fondo tutta questa democrazia non e' poi cosi' democratica. Oppure che "sono tutti uguali": il re e Mussolini, Berlusconi e D'Alema, Ciancio e il centrosinistra di Catania. Invece, tecnicamente, tutti uguali non sono. Ci sono differenze piccole, che spesso si dimenticano loro stessi, ma che sono una loro debolezza: nel senso che, dividendoli gli uni dagli altri, a volte abbiamo qualche possibilita' di salvare la pelle. Cosi', quando c'e' da cacciare Mussolini, cerchiamo di non pensare quant'era mussoliniano il re. Se c'e' da cacciare Berlusconi cacciamolo e non ci facciamo distrarre dalle berlusconate di D'Alema. E se c'e' da fare i giornalisti - dunque, qui e ora, contro il monopolio di Ciancio - questo ci porta via gia' tanto di quel tempo che ce ne rimane ben poco per scrivere qualcosa (adesso) anche su cio' che ha combinato la brava gente del centrosinistra a Catania. Giusto? Giusto. Non credo che ci sia bisogno di dirci altre cose fra noi. Io cerco di dirle sorridendo per "noblesse oblige" (nostro collettivo, non mio individuale) ma il rancore e' grande, rancore pensando a te e a come vivi in questo momento, pensando a Fabio che non puo' scrivere una riga da nove anni, pensando a Paolo, a Cettina, a Rosalba, a Piero, a Leonella... A tutti i miei amici giovani, che ho visto crescere e imparare il mestiere a uno a uno, a cui hanno impedito di fare il giornalista semplicemente perche' erano onesti e antimafiosi. Ma su questo, come disse Gasparazzo (un compagno di Bronte), ci torneremo quando sara' il momento., a tempo e luogo. Adesso dobbiamo semplicemente restare noi stessi, senza arrenderci e senza gridare, senza far confusione fra fascismo e democrazia (fascismo e' quello che fanno a noi; democrazia, siamo noi) e anche, se ce la facciamo, ironizzando un po' sulle ridicolaggini dei gerarchi (siano essi in cravatta "democratica" o in camicia nera) che ancor prima di essere stupidi e feroci sono goffi e grevi. Andiamo avanti, tu a scrivere le cose che hai sempre scritto e noi a sostenerti. Non siamo neanche tanto pochi (guarda l'elenco di quelli che hanno firmato il nostro appello: non e' solo un pezzo di carta) e nemmeno tanto isolati, se fra noi c'e' gente come Beppe Giulietti, Salvo Raiti, Elettra Deiana, Giulietto Chiesa e Rita Borsellino. E qui mi fermo e conto fino a dieci prima di andare avanti. * L'appello della societa' civile a sostegno di Marco Benanti - di un giornalista cacciato dal suo lavoro giornalistico e poi impedito persino di fare lo scaricatore perche' ha scritto a favore dei pacifisti - e' stato raccolto da molti esponenti politici - abbiamo fatto i nomi di alcuni - del centrosinistra. Non c'e' nulla di strano, naturalmente. Sono di sinistra, dunque sono per la liberta' di stampa e dunque si sono schierati. Mancano tuttavia dall'elenco i nomi dei quattro esponenti democratici piu' importanti di Catania, cioe' esattamente della zona in cui la liberta' di stampa - nella persona di Benanti - e' stata in questo caso attaccata. Ne faccio i nomi, rigorosamente in ordine alfabetico: Bianco Enzo; Fava Claudio; Finocchiaro Anna; Laudani Adriana. Di questi, alcuni sono miei amici ed altri no. Alcuni sono persone le cui idee io condivido, e altri sono avversari con cui non ho proprio nulla da spartire. Pero' tutt'e quattro sono esponenti politici di primissimo piano, e tutt'e quattro dichiarano: - di essere di centrosinistra; - di aborrire i metodi e il modo di pensare di Berlusconi; - di essere, a differenza di quest'ultimo, favorevoli ai valori della Costituzione italiana, che prevede la liberta' di stampa senza restrizioni. Hanno infine in comune un'altra cosa: in tempi e circostanze diverse, ciascuno di loro e' stato sottoposto a critica da parte di Benanti. In teoria, questa circostanza sarebbe ininfluente visto che, come essi stessi dichiarano, la liberta' di stampa che essi auspicano vale anche per i diversamente pensanti da loro. Nessuno di loro quattro ha preso pubblicamente posizione sul caso Benanti. Due di loro hanno delle testate internet ("Il dito" e "Itacanews") che dichiarano di voler fare informazione, eppure nessuno dei due siti ha mai informato i lettori dell'esistenza stessa di un caso Benanti. Io, a questo punto, mi sono fatto la mia idea: la censura dei quattro onorevoli catanesi dipende dal fatto che, non tollerando essi le critiche, non si dispiacciono affatto se queste critiche vengono materialmente impedite. Questa, pero', e' solo la mia opinione e non pretendo d'imporla acriticamente a nessuno. Se Bianco, Fava, Finocchiaro o Laudani vorranno esprimere la loro, questo modestissimo spazio e', senza censure, a loro disposizione. Non pretendiamo di avere il monopolio di alcuna verita'. Ma non ci piace neanche che lo pretendano loro. Infine. E' tempo d'elezioni, e questo tipo di polemiche interferisce, volerlo o no, con la campagna elettorale. Io personalmente sono schierato: voto per il centrosinistra, qualunque sia l'atteggiamento dei suoi notabili, perche' prima di tutto debbo cacciare Berlusconi. Credo che la maggior parte dei lettori la pensi piu' o meno cosi'. Vorremmo tuttavia sapere, umilmente sapere, se possiamo votare per Bianco, Fava, Finocchiaro e Laudani perche' essi sono politicamente superiori (per esempio, nel rispetto della liberta' di stampa) a Berlusconi o semplicemente perche', in confronto a lui, sono il meno peggio, qualcosa che si vota "turandosi il naso". Certo: agli effetti pratici, e' la stessa cosa. Il voto ve lo diamo lo stesso, se e' questo che v'interessa solamente. Ma per noi non sarebbe piu' la stessa cosa. * Per ulteriori informazioni sulla vicenda di Marco Benanti: Comitato a sostegno del giornalista-operaio Marco Benanti, e-mail: dostimolo at tiscali.it 5. APPELLI. LUISA MORGANTINI: LA DISTRUZIONE DELLA MEMORIA A GERUSALEMME [Da Luisa Morgantini (per contatti: lmorgantini at europarl.eu.int) riceviamo e diffondiamo. Luisa Morgantini, parlamentare europea, presidente della delegazione del Parlamento Europeo al Consiglio legislativo palestinese, fa parte delle Donne in nero e dell'Associazione per la pace; il seguente profilo di Luisa Morgantini abbiamo ripreso dal sito www.luisamorgantini.net: "Luisa Morgantini e' nata a Villadossola (No) il 5 novembre 1940. Dal 1960 al 1966 ha lavorato presso l'istituto Nazionale di Assistenza a Bologna occupandosi di servizi sociali e previdenziali. Dal 1967 al 1968 ha frequentato in Inghilterra il Ruskin College di Oxford dove ha studiato sociologia, relazioni industriali ed economia. Dal 1969 al 1971 ha lavorato presso la societa' Umanitaria di Milano nel settore dell'educazione degli adulti. Dal 1970 e fino al 1999 ha fatto la sindacalista nei metalmeccanici nel sindacato unitario della Flm. Eletta nella segreteria di Milano - prima donna nella storia del sindacato metalmeccanico - ha seguito la formazione sindacale e la contrattazione per il settore delle telecomunicazioni, impiegati e tecnici. Dal 1986 e' stata responsabile del dipartimento relazioni internazionali del sindacato metalmeccanico Flm - Fim Cisl, ha rappresentato il sindacato italiano nell'esecutivo della Federazione europea dei metalmeccanici (Fem) e nel Consiglio della Federazione sindacale mondiale dei metalmeccanici (Fism). Dal novembre del 1980 al settembre del 1981, in seguito al terremoto in Irpinia, in rappresentanza del sindacato, ha vissuto a Teora contribuendo alla ricostruzione del tessuto sociale. Ha fondato con un gruppo di donne di Teora una cooperativa di produzione, "La meta' del cielo", che e' tuttora esistente. Dal 1979 ha seguito molti progetti di solidarieta' e cooperazione non governativa con vari paesi, tra cui Nicaragua, Brasile, Sud Africa, Mozambico, Eritrea, Palestina, Afghanistan, Algeria, Peru'. Si e' misurata in luoghi di conflitto entro e oltre i confini, praticando in ogni luogo anche la specificita' dell' essere donna, nel riconoscimento dei diritti di ciascun essere umano: nelle rivendicazioni sindacali, con le donne contro la mafia, contro l'apartheid in Sud Africa, con uomini e donne palestinesi e israeliane per il diritto dei palestinesi ad un loro stato in coesistenza con lo stato israeliano, con il popolo kurdo, nella ex Yugoslavia, contro la guerra e i bombardamenti della Nato, per i diritti degli albanesi del Kosovo all'autonomia, per la cura e l'accoglienza a tutte le vittime della guerra. Attiva nel campo dei diritti umani, si e' battuta per il loro rispetto in Cina, Vietnam e Siria, e per l'abolizione della pena di morte. Dal 1982 si occupa di questioni riguardanti il Medio Oriente ed in modo specifico del conflitto Palestina-Israele. Dal 1988 ha contribuito alla ricostruzione di relazioni e networks tra pacifisti israeliani e palestinesi. In particolare con associazioni di donne israeliane e palestinesi e dei paesi del bacino del Mediterraneo (ex Yugoslavia, Albania, Algeria, Marocco, Tunisia). Nel dicembre 1995 ha ricevuto il Premio per la pace dalle Donne per la pace e dalle Donne in nero israeliane. Attiva nel movimento per la pace e la nonviolenza e' stata portavoce dell'Associazione per la pace. E' tra le fondatrici delle Donne in nero italiane e delle rete internazionale di Donne contro la guerra. Attualmente e' deputata al Parlamento Europeo... In Italia continua la sua opera assieme alle Donne in nero e all'Associazione per la pace". Opere di Luisa Morgantini: Oltre la danza macabra, Nutrimenti, Roma 2004] E' del 9 febbraio l'articolo di Donald Macintyre sul "Guardian" in cui si rende pubblica l'intenzione del governo israeliano di costruire il "Museo della tolleranza" del Centro "Simon Wiesenthal" proprio sopra l'antico cimitero musulmano di Gerusalemme. Evidentemente sara' un museo, ma non certo della tolleranza, visto che arbitrariamente si stanno gia' dissotterrando gli scheletri... Il portavoce della Knesset, Reuven Rivlin, parlamentare della destra israeliana, ha scritto al primo ministro ad interim Ehud Olmert, dichiarando che "noi che siamo stati oltraggiati dalla dissacrazione dei siti santi ebraici non possiamo permettere che questo succeda". La costruzione del museo sara' la continuazione sistematica della distruzione della memoria di un popolo, quello palestinese. Tre grandi famiglie palestinesi di Gerusalemme, Al Dijani, Nusseibeh e Bader Elzain, hanno gia' avviato un'azione legale per fermare lo scempio, ma la rimozione dei cadaveri e dei corpi e' gia' iniziata e continuera' nel silenzio di tutti o quasi. Tutto cio' malgrado le intimazioni del tribunale, che nei prossimi giorni dovrebbe pronunciarsi. Il cimitero si trova nel quartiere di Mamila, di Gerusalemme ovest. Il programma della costruzione del museo, del costo previsto di 150 milioni di dollari, e' stato lanciato nel 2004 alla presenza di Ehud Olmert e, tra gli altri, anche del governatore della California, Arnold Schwarzenegger. Propongo di nviare lettere di protesta agli indirizzi che troverete di seguito: - Ehud Olmert, Ufficio del primo ministro, 3 Kaplan Street, P. O. Box 187, Jerusalem 91919 Israel, fax: 0097226705475, e-mail: pm_eng at pmo.gov.il - Wiesenthal Center, fax: 0013105534521, e-mail: information at wiesenthal.net - Ministero degli Affari Esteri Italiano: Piazzale della Farnesina 1, 00194 Roma, tel. 0636911, fax: 063236210, e-mail: cdr at esteri.it, relazioni.pubblico at esteri.it 6. RIFLESSIONE. UNA POSTILLA AL TESTO CHE PRECEDE [Simon Wiesenthal (1908-2005), sopravvissuto a Mauthausen, ha dedicato la sua vita all'impegno per rendere giustizia alle vittime della Shoah ed a tenerne viva la memoria; alla ricerca degli assassini affinche' fossero consegnati alla giustizia e processati per i loro crimini; all'impegno vigile e costante, limpido e tenace, affinche' non si riproducano mai piu' le condizioni che favoriscano i perpetratori dell'orrore. Tra le opere di Simon Wiesenthal: Giustizia, non vendetta, Mondadori, Milano 1989] Anche noi ci associamo alla richiesta che la realizzazione di un luogo deputato alla memoria delle vittime, all'impegno di verita', giustizia e riconciliazione, all'incontro fraterno e sororale tra le culture, i popoli, le persone, come dovrebbe essere il "Museo della tolleranza", non avvenga facendo scempio di sepolcri. Si trovi altrove un'area in cui realizzarlo, e anche il gesto di volonta' buona della scelta di una diversa area, cosi' da non ledere la memoria e i sentimenti di alcuno, valga come esempio di coerenza ai fini dichiarati. Anche questo e' un modo per essere fedeli alla figura, alla lotta, al messaggio di Simon Wiesenthal. 7. LIBRI. DUE NUOVE PUBBLICAZIONI SU DIETRICH BONHOEFFER [Dal quotidiano "Il manifesto" del 9 febbraio 2006. Dietrich Bonhoeffer, nato a Breslavia nel 1906, pastore e teologo, fu ucciso dai nazisti il 9 aprile del 1945; non e' solo un eroe della Resistenza, e' uno dei pensatori fondamentali del Novecento. Opere di Dietrich Bonhoeffer: Resistenza e resa (lettere e scritti dal carcere), Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1988; Etica, Bompiani, Milano 1969; presso la Queriniana di Brescia sono stati pubblicati molti degli scritti di Bonhoeffer (tra cui ovviamente anche Sanctorum Communio, Atto ed essere, Sequela, La vita comune). Opere su Dietrich Bonhoeffer: Eberhard Bethge, Dietrich Bonhoeffer, amicizia e resistenza, Claudiana, Torino 1995; Italo Mancini, Bonhoeffer, Morcelliana, Brescia 1995; AA. VV., Rileggere Bonhoeffer, "Hermeneutica" 1996, Morcelliana, Brescia 1996; Ruggieri (a cura di), Dietrich Bonhoeffer, la fede concreta, Il Mulino, Bologna 1996] In occasione del centenario della nascita di Dietrich Bonhoeffer, la casa editrice Claudiana manda in libreria due volumi: "Il cammino di Dietrich Bonhoeffer verso la resistenza" di Christian Gremmels e Heinrich W. Grosse (Piccola Collana Moderna - Serie storica, pp. 96, euro 9,50); e "Dietrich Bonhoeffer. Una biografia per immagini" a cura di Renate Bethge e Christian Gremmels (volume fuori collana rilegato con sovraccoperta, pp. 160 illustrate, euro 33,50). Nel primo, avvalendosi delle testimonianze di Renate Bethge, nipote di Bonhoeffer, di Eberhard Bethge, suo amico e biografo, di Gaetano Latmiral, suo compagno di prigionia, e di Albrecht Schoenherr, suo allievo, i due autori - Gremmels e' uno dei curatori dell'edizione critica delle opere di Bonhoeffer e insegna all'Universita' di Kassel; Grosse insegna presso il Pastoralsoziologischen Institut der Evangelischen Fachhochschule di Hannover - tracciano il "cammino verso la resistenza" di un teologo pacifista che decise per l'azione e divento' un simbolo della resistenza cristiana. Il secondo libro racconta invece la vita del teologo che si oppose al nazismo e fu fatto impiccare da Hitler e le vicende del Terzo Reich attraverso un ricco corredo di fotografie e di documenti. 8. LETTURE. MARIA GRAZIA NOCCELLI: OLTRE LA RAGIONE Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione. Risonanze filosofiche dal pensiero e dall'itinerario esistenziale di Etty Hillesum, Apeiron, Sant'Oreste, Roma 2004. Una bella, appassionata monografia su Etty Hillesum, con una simpatetica prefazione di Francesca Brezzi. 9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 10. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1210 del 18 febbraio 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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