Vittoria al mondo. Si' all'umanita'. 6



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VITTORIA AL MONDO. SI' ALL'UMANITA'
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Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
a sostegno del si' al referendum brasiliano del prossimo 23 ottobre
per proibire il commercio delle armi, per salvare la vita delle persone
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
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Numero 6 del 18 ottobre 2005

In questo numero:
1. Raniero La Valle: Detronizzare le armi, costruire la pace
2. Mario Lopez Martinez: Il futuro puo' essere oggi
3. Maria Clara Lucchetti Bingemer: Si'
4. Odilo Pedro Scherer: Si'
5. Anche il Consiglio Comunale di Padova approva un ordine del giorno a
sostegno della campagna per il disarmo in Brasile in vista del referendum
del 23 ottobre
6. Dall'Angola alla Turchia domenica 16 ottobre in tutto il mondo si sono
svolte iniziative pubbliche a sostegno del referendum brasiliano per il
disarmo
7. Un sondaggio a Rio de Janeiro

1. EDITORIALE. RANIERO LA VALLE: DETRONIZZARE LE ARMI, COSTRUIRE LA PACE
[Ringraziamo Raniero La Valle (per contatti: raniero.lavalle at tiscali.it) per
questo intervento. Raniero La Valle e' nato a Roma nel 1931, prestigioso
intellettuale, giornalista, gia' direttore de "L'avvenire d'Italia",
direttore di Vasti - scuola di critica delle antropologie, presidente del
Comitato per la democrazia internazionale, gia' parlamentare, e' una delle
figure piu' vive della cultura della pace; autore, fra l'altro, di: Dalla
parte di Abele, Mondadori, Milano 1971; Fuori dal campo, Mondadori, Milano
1978; (con Linda Bimbi), Marianella e i suoi fratelli, Feltrinelli, Milano
1983; Pacem in terris, l'enciclica della liberazione, Edizioni Cultura della
Pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1987; Prima che l'amore finisca, Ponte
alle grazie, Milano 2003]

In occasione della sua visita a Roma per la conferenza della Fao, il
presidente del Brasile Lula, nel suo incontro con gli amici italiani, pur
senza affrontare il tema del referendum di domenica prossima sulle armi, ci
ha fatto capire in quale disegno, o se volete in quale sogno, si inserisce
questo evento brasiliano; un disegno e un sogno che in ogni caso escono
rafforzati dall'iniziativa di tale referendum, qualunque ne possa essere
l'esito.
Il disegno e' quello di un grande Paese che esce dalla sua secolare
condizione di poverta' e di disuguaglianze, e gioca nel mondo una grande
partita per un diverso rapporto tra i popoli. Un Paese che usa la parola
"zero" non per annientare la tolleranza, ma per annientare la fame: fame
zero. Per i popoli dell'opulenza, che non conoscono o nascondono la fame, un
programma politico di "fame zero" puo' non avere alcun significato. Ma chi
conosce la fame sa che cosa vuol dire. Cosi' come - ha detto Lula - bisogna
aver percorso alcuni chilometri con una tanica di venti litri d'acqua sulla
testa, per portare un po' d'acqua potabile alla propria casa o al proprio
villaggio, quando perfino il collo, schiacciato, scompare tra le spalle, per
capire cosa vuol dire un programma politico per lottare contro la siccita'
nel Nord Est del Brasile, e sfruttare per usi civili il fiume S. Francisco,
pur con le cautele reclamate dagli ambientalisti.
Il Presidente Lula e i suoi ministri, nell'incontro romano di domenica 16
ottobre, hanno illustrato i risultati del loro governo. Non hanno nascosto
la corruzione o i finanziamenti illeciti che in alcuni casi hanno coinvolto
lo stesso Partito dei lavoratori, e hanno detto che cosa hanno fatto per
sanzionarli ed estirparli. Ma hanno anche dato le cifre di uno straordinario
avanzamento economico, sociale e civile, in tutti i campi piu' sensibili,
dalla disoccupazione, alla alfabetizzazione degli adulti, alla scuola, alla
riforma agraria, all'agricoltura familiare, ed hanno mostrato come in questi
anni il Brasile stia realizzando un'impresa che normalmente gli economisti
considerano impossibile, cioe' di far crescere il prodotto interno lordo, di
espandere l'economia e nello stesso tempo di ridurre l'inflazione; sviluppo
e risanamento, con un graduale rientro dal debito, il che vuol anche dire
rompere la dipendenza dal Fondo monetario internazionale e non dovere
obbedire alle sue cosiddette "riforme strutturali".
*
Questo Paese sta cambiando il suo approccio col mondo.
Ha detto Lula, un po' scherzando, un po' sul serio, che ogni brasiliano si
sveglia la mattina pensando agli Stati Uniti, all'Inghilterra, all'Europa,
sognando un Paese dove il reddito viaggi, come in quelli piu' ricchi, sui
25.000 dollari l'anno. E quelli sono stati finora i punti di riferimento
internazionali del Brasile. Oggi invece il Brasile si muove con diverse
priorita'.
Si e' rivolto anzitutto all'America Latina, dove e' ormai nato il "Mercato
del Sud"; qui la difficolta' e' stata di far capire che nel promuovere lo
sviluppo politico ed economico del subcontinente americano, il Brasile non
intendeva esercitare alcun ruolo egemonico; per rendere credibile la
rinunzia ad ogni pretesa leaderistica, Lula ha riaffermato l'eguaglianza di
tutte le nazioni latinoamericane in tutte le conferenze in cui si sono
gettate le basi della nuova cooperazione.
Poi il Brasile si e' rivolto all'Africa, e cio' in base a tre ragioni del
tutto inconsuete nei rapporti internazionali. La prima e' che il Brasile (ma
non solo il Brasile) ha un enorme debito storico nei confronti dell'Africa,
da cui sono state tratte in Occidente intere generazioni di schiavi. La
seconda e' che un grande Paese nell'intessere i suoi rapporti internazionali
non deve essere guidato tanto dai suoi interessi nazionali, quanto da un
reale interesse per la crescita economica e politica dei Paesi con cui entra
in rapporto, anche se meno avanzati e fortunati di lui; dovendosi chiedere
non quale utilita' si possa ricavare da tali Paesi, ma che cosa si possa
fare con loro e per loro, in funzione di uno sviluppo comune. E la terza e'
che la meravigliosa caratteristica dell'anima brasiliana, non sarebbe tale
se a formarla non avesse concorso la componente india, la componente
africana, e quella di derivazione europea.
Inoltre il Brasile si e' rivolto al mondo arabo e musulmano, stabilendo una
solidarieta' intercontinentale che ha fatto fare piu' di un sobbalzo ai
potenti dell'Occidente che si stanno infilando nella "guerra di civilta'" e
nell'antagonismo con i Paesi arabi e con l'Islam.
Infine il Brasile in tutte le conferenze internazionali ha sostenuto gli
interessi del mondo escluso, del mondo povero, promovendo una nuova
soggettivita' collettiva internazionale, quella del G22: bisogna capire, ha
detto Lula, che se tutti i poveri, se la popolazione del Brasile,
dell'India, della Cina e di altri Paesi finora emarginati, che rappresentano
la maggioranza della popolazione mondiale, si mettessero a calcare la terra
tutti dalla stessa parte del mondo, la palla della terra si girerebbe nella
stessa direzione.
*
Allora, in questo quadro, cominciare a mettere fuori gioco le armi sul
mercato interno, rappresenta non un eccentrico rimedio a una piaga
nazionale, ma rappresenta un segnale che vale per tutti, e che allude a un
altro universo di rapporti umani, e postula una altro mondo possibile, in
cui le armi siano detronizzate dalla loro perversa e macabra sovranita', e
la pace possa cominciare davvero ad essere costruita.

2. EDITORIALE. MARIO LOPEZ MARTINEZ: IL FUTURO PUO' ESSERE OGGI
[Ringraziamo Mario Lopez Martinez (per contatti: mariol at ugr.es) per questo
intervento. Mario Lopez Martinez e' uno dei piu' autorevoli studiosi e
operatori della nonviolenza a livello internazionale; storico, docente
universitario di storia contemporanea, direttore dell'Istituto sulla pace e
i conflitti dell'Universita' di Granada (Spagna); mediatore nei conflitti in
Colombia e in Messico; ha tenuto corsi e seminari a ex-guerriglieri in
Colombia; e' uno dei principali diffusori della nonviolenza in Spagna e in
alcuni paesi dell'America Latina; ha svolto fondamentali ricerche e
realizzato rilevanti pubblicazioni sul tema della riconciliazione in America
Latina. Tra le opere recenti di Mario Lopez Martinez: Historia de la paz.
Espacios, tiempos y actores, 2002; ha diretto (coordinando un gruppo
internazionale di studiose e studiosi di altissimo livello) la monumentale
Enciclopedia de paz y conflictos, 2 voll., 2004]

Quali persone non trarranno beneficio dalla proibizione del commercio delle
armi leggere in Brasile?
Sicuramente tra costoro vi saranno i produttori, i venditori all'ingrosso e
al dettaglio, e tutti i trafficanti di armi; i collezionisti e i feticisti
delle armi; i boss dell'economia criminale (dello spaccio della droga, dello
sfruttamento della prostituzione, dei traffici illeciti) e i loro sgherri e
sicari; ci saranno gli squadroni della morte - assassini che violano tutti i
diritti umani, compiono pestaggi e massacri, commettono esecuzioni
extragiudiziali; ci saranno quelli che pretendono di mantenere le loro
proprieta' ed i loro privilegi a costo di condannare altri esseri umani alla
poverta' e alla miseria; ci saranno quelli che intendono per sicurezza il
mantenimento della paura e il predominio sulla societa'; e ci saranno,
infine, anche quelli che pretendono di risolvere la miseria, la poverta' e
l'emarginazione di ampi settori della popolazione brasiliana facendo uso
delle muraglie, i reticolati di filo spinato, i corpi di sicurezza privata
armati di fucili, pistole ed altri utensili della morte.
Quanti saranno quelli che fanno parte di questi settori sociali? Un 1%,
forse un 3%, o addirittura un 5% della popolazione; sicuramente non di piu'.
Ma sono i piu' ricchi, i piu' potenti, quelli capaci di comprare le
coscienze, di concepire il mondo come un luogo in cui giammai le utopie
possono farsi realta', quelli che non riescono a percepire il mondo senza
ripetere la frase che "l'uopo e' un lupo per l'uomo", quelli che per
sentirsi piu' sicuri devono fare a pezzi i diritti altrui, quelli che per
continuare a dominare vogliono non solo comandare l'economia, ma anche far
uso del monopolio della violenza parastatale.
*
E invece chi sono quelli a cui il si' al referendum fa del bene?
Tutto il resto della popolazione, il 95% della gente, comprese le forze
dell'ordine, che potranno realizzare meglio il loro lavoro preventivo e
sociale; le persone sensate, le classi medie e popolari; le donne e i
bambini; le persone senza potere; i municipi, le citta', le campagne; i
senza terra, i disoccupati, i diseredati... e ancora tantissimi altri ed
altri ed altri.
E il mondo intero, il mondo di tutti, della societa' civile solidale,
pacifica, responsabile, che merita e offre rispetto, che vuole lasciare un
mondo migliore alle generazioni future.
Tutti coloro che non si arricchiscono e non traggono vantaggio dal dolore e
dal danno altrui.
*
E sara' da vedere da quale parte si collocheranno fin ufficialmente molti
soggetti collettivi: le chiese, l'esercito, gli ordini professionali degli
avvocati, dei notai, dei commercialisti, e i medici, gli infermieri, gli
insegnanti, i docenti universitari, i pompieri, i commercianti, i bancari, i
pensionati, eccetera eccetera.
*
Il Brasile puo' dare un magnifico esempio al mondo intero.
Il futuro puo' essere oggi.
Moralmente il referendum e' gia' stato vinto dal si' per il solo fatto di
averlo convocato; resta solo l'incertezza di sapere quale sara' il responso
delle urne.
Che sulle schede possa il si' ripetersi fino alla sazieta'.

3. VOCI DAL BRASILE: MARIA CLARA LUCCHETTI BINGEMER: SI'
[Dal sito www.referendosim.com.br riprendiamo il seguente brano da un piu'
ampio intervento di Maria Clara Lucchetti Bingemer. Maria Clara Lucchetti
Bingemer e' professoressa e decana del Centro di teologia e scienze umane
della Pontificia Universita' Cattolica di Rio de Janeiro]

Il 23 ottobre abbiamo dinanzi a noi la scelta tra la vita e la morte.
Scegliamo la vita, votiamo si' alla vita. Le generazioni future ce ne
saranno grate.

4. VOCI DAL BRASILE: ODILO PEDRO SCHERER: SI'
[Dal sito www.referendosim.com.br riprendiamo la seguente dichiarazione di
dom Odilo Pedro Scherer, segretario generale della Conferenza nazionale dei
vescovi brasiliani]

Avere un'arma in pugno non significa affatto avere una difesa: e' vero
piuttosto il contrario.
Con il si' al referendum ci stiamo impegnando affinche' lo stato svolga il
suo compito di difesa dei cittadini; con il si' al referendum ci stiamo
impegnando affinche' a tutti sia garantita la sicurezza.

5. 23 OTTOBRE. ANCHE IL CONSIGLIO COMUNALE DI PADOVA APPROVA UN ORDINE DEL
GIORNO A SOSTEGNO DELLA CAMPAGNA PER IL DISARMO IN BRASILE IN VISTA DEL
REFERENDUM DEL 23 OTTOBRE
[Ringraziamo Giuliana Beltrame (per contatti:
giuliana.beltrame at aliceposta.it) per averci comunicato questa buona notizia,
ed anche e soprattutto per esserne stata l'artefice. Giuliana Beltrame e'
consigliera comunale a Padova, eletta come indipendente nella lista del Prc]

Su proposta della consigliera comunale Giuliana Beltrame Il 17 ottobre il
Consiglio Comunale di Padova ha approvata a larghissima maggioranza un
ordine del giorno a sostegno della campagna per il disarmo in Brasile in
vista del referendum del 23 ottobre prossimo. Il testo e' quello gia'
approvato all'unanimita' dal Consiglio Provinciale di Viterbo, dal Consiglio
Comunale di Ladispoli, dal Consiglio Circoscrizionale di Porta Nuova a
Pescara, e che e' stato presentato anche in numerose altre istituzioni
italiane dove verra' messo in votazione prossimamente.
Alleghiamo il testo dell'ordine del giorno approvato.
*
Premesso che
- il Brasile e' un paese in cui sono in circolazione piu' di 17 milioni di
armi da fuoco, di cui soltanto il 10% appartengono alle forze armate e alle
forze di polizia, mentre il resto e' nelle mani di civili;
- ogni giorno in Brasile circa cento persone muoiono uccise da armi da
fuoco;
- nel 2003 39.325 persone in Brasile sono morte uccise da armi da fuoco;
- le istituzioni brasiliane hanno promosso una Campagna di disarmo
volontario attraverso cui e' stato chiesto ai cittadini in possesso di armi
di consegnarle alle autorita' affinche' venissero distrutte;
- nel 2004 grazie a questa Campagna di disarmo piu' di 450.000 armi da fuoco
sono state tolte dalla circolazione, e per la prima volta in 13 anni il
numero dei morti uccisi da armi da fuoco in Brasile e' diminuito: rispetto
ai dati del 2003 nel 2004 sono state salvate 3.234 vite umane;
- il 23 ottobre 2005 si svolgera' in Brasile il primo referendum della
storia di quel Paese, referendum in cui ai cittadini verra' posto il
quesito: "Il commercio di armi da fuoco e munizioni deve essere proibito in
Brasile?";
- intorno alla Campagna per il disarmo vi e' stato un grande coinvolgimento
popolare: l'associazionismo democratico, imprenditori, sindacati, chiese,
movimenti, personalita' della cultura, dello sport e dello spettacolo,
operatori sociali e sanitari, docenti universitari, si sono uniti alle
istituzioni nell'impegno di salvare quante piu' vite umane possibile;
il Consiglio Comunale di Padova
1. esprime solidarieta' all'impegno delle istituzioni e della societa'
civile del Brasile per ridurre il numero delle vittime di uccisioni da armi
da fuoco;
2. esprime apprezzamento per la scelta di civilta' di chiedere ai cittadini
di disarmarsi volontariamente e di decidere democraticamente ed
umanitariamente di salvare quante piu' vite umane sia possibile;
3. sollecita che l'esempio brasiliano si estenda quanto piu' possibile, e
che anche altri paesi ed altre popolazioni scelgano la via del disarmo e del
rispetto per la vita umana;
4. auspica che l'intera umanita' abbia un futuro di pace e convivenza, ed a
tal fine si impegna a promuovere la cultura della pace, del dialogo, della
solidarieta', della legalita', del disarmo, della nonviolenza;
5. esprime un convinto e coerente si' alla difesa della vita di ogni essere
umano, si' alla pace tra le persone e tra i popoli, si' alla sicurezza di
tutti nel rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani, si' alla
legalita', si' al disarmo della societa', si' alla civile convivenza.
Il Consiglio Comunale di Padova dispone inoltre che il presente ordine del
giorno
a) sia reso noto alla cittadinanza mediante invio ai mezzi d'informazione
locali e nazionali, e in tutte le altre forme consuete ed opportune;
b) sia inviato per opportuna conoscenza ai seguenti soggetti istituzionali:
- Ambasciata del Brasile in Italia;
- Ambasciata italiana in Brasile;
- Presidenza della Repubblica del Brasile;
- Presidenza della Repubblica Italiana;
c) sia inviato inoltre ai seguenti ulteriori referenti istituzionali
brasiliani:
- Ministero della Giustizia;
- Ministero della Salute;
d) sia inviato inoltre per opportuna conoscenza ai referenti istituzionali e
della societa' civile brasiliani particolarmente impegnati nella Campagna
per il disarmo.

6. INIZIATIVE. DALL'ANGOLA ALLA TURCHIA DOMENICA 16 OTTOBRE IN TUTTO IL
MONDO SI SONO SVOLTE INIZIATIVE PUBBLICHE A SOSTEGNO DEL REFERENDUM
BRASILIANO PER IL DISARMO
[Dal sito www.referendosim.com.br riprendiamo la seguente notizia]

A una settimana dal primo referendum della storia per la proibizione del
commercio delle armi da fuoco e delle munizioni, gli occhi del mondo intero
sono rivolti al Brasile. Domenica 16 ottobre i brasiliani che vivono
all'estero e cittadini di diversi paesi hanno dato vita alla Giornata
internazionale a sostegno del si' al referendum per il disarmo.
In diversi paesi la comunita' brasiliana ha trovato collaborazione nelle
reti internazionali che lottano per i diritti umani, lo sviluppo umano, il
disarmo: tra esse Amnesty International.
*
La segretaria generale di Amnesty International, Irene Khan, spiega la
ragione di questo sostegno: "La proliferazione delle armi mette in pericolo
il diritto alla vita e finanche il diritto alla casa, alla salute e
all'educazione. Considerando gli elevatissimi livelli di violenza armata in
Brasile, e il ruolo di questo paese come maggior produttore in America
Latina, appoggiamo il si' al referendum come il modo migliore per garantire
la sicurezza degli esseri umani. E' il primo passo a sostegno di un trattato
internazionale per il controllo del commercio delle armi".
*
Un'altra organizzazione internazionale che ha preso parte alla Giornata
internazionale a sostegno del si' al referendum per il disarmo e' Oxfam.
Uno dei coordinatori delle iniziative della importante ong per il controllo
delle armi, Simon Gray, sostiene che il referendum costituisce uno
spartiacque nella storia mondiale. "Speriamo che serva anche a risvegliare
altri governi nel mondo su questo argomento. Se si esamina la situazione dei
paesi in cui c'e' un controllo sulle armi nelle mani dei privati, emerge
chiaramente che quanto piu' rigida e restrittiva e' la legge, tanto piu'
bassa e' la percentuale dei morti uccisi da armi da fuoco", ha concluso
Gray.
*
Tra i paesi in cui si sono svolte le manifestazioni pubbliche piu'
rilevanti: l'Angola, l'Inghlterra, l'Italia, il Mozambico, l'Olanda, il
Paraguay, il Portogallo, la Spagna, il Sudafrica, la Turchia.

7. 23 OTTOBRE. UN SONDAGGIO A RIO DE JANEIRO
[Dal sito www.referendosim.com.br riprendiamo la seguente notizia]

Un sondaggio d'opinione realizzato dal giornale "O Dia/Informa" ("Il
giorno - Informa") tra il 27 e il 29 settembre ha rilevato che il 79% dei
"carioca" [gli abitanti di Rio de Janeiro] sono a favore della proibizione
del commercio delle armi e delle munizioni in Brasile. Sono state
intervistate 1.590 persone della regione metropolitana di Rio de Janeiro.
Soltanto il 21% si sono dichiarati contrari alla proibizione.
Sul totale degli intervistati il 63% ritiene che il disarmo diminuira' la
violenza. Di questi, il 94% sono favorevoli alla proibizione del commercio
delle armi. Tra quelli che non credono che il disarmo ridurra' i crimini
(37%), le opinioni sono contrastanti: il 55% sono a favore del disarmo e il
45% contrari.

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VITTORIA AL MONDO. SI' ALL'UMANITA'
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