[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Vittoria al mondo. Si' all'umanita'. 6
- Subject: Vittoria al mondo. Si' all'umanita'. 6
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 18 Oct 2005 13:33:46 +0200
============================== VITTORIA AL MONDO. SI' ALL'UMANITA' ============================== Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino" a sostegno del si' al referendum brasiliano del prossimo 23 ottobre per proibire il commercio delle armi, per salvare la vita delle persone * Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it * Numero 6 del 18 ottobre 2005 In questo numero: 1. Raniero La Valle: Detronizzare le armi, costruire la pace 2. Mario Lopez Martinez: Il futuro puo' essere oggi 3. Maria Clara Lucchetti Bingemer: Si' 4. Odilo Pedro Scherer: Si' 5. Anche il Consiglio Comunale di Padova approva un ordine del giorno a sostegno della campagna per il disarmo in Brasile in vista del referendum del 23 ottobre 6. Dall'Angola alla Turchia domenica 16 ottobre in tutto il mondo si sono svolte iniziative pubbliche a sostegno del referendum brasiliano per il disarmo 7. Un sondaggio a Rio de Janeiro 1. EDITORIALE. RANIERO LA VALLE: DETRONIZZARE LE ARMI, COSTRUIRE LA PACE [Ringraziamo Raniero La Valle (per contatti: raniero.lavalle at tiscali.it) per questo intervento. Raniero La Valle e' nato a Roma nel 1931, prestigioso intellettuale, giornalista, gia' direttore de "L'avvenire d'Italia", direttore di Vasti - scuola di critica delle antropologie, presidente del Comitato per la democrazia internazionale, gia' parlamentare, e' una delle figure piu' vive della cultura della pace; autore, fra l'altro, di: Dalla parte di Abele, Mondadori, Milano 1971; Fuori dal campo, Mondadori, Milano 1978; (con Linda Bimbi), Marianella e i suoi fratelli, Feltrinelli, Milano 1983; Pacem in terris, l'enciclica della liberazione, Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1987; Prima che l'amore finisca, Ponte alle grazie, Milano 2003] In occasione della sua visita a Roma per la conferenza della Fao, il presidente del Brasile Lula, nel suo incontro con gli amici italiani, pur senza affrontare il tema del referendum di domenica prossima sulle armi, ci ha fatto capire in quale disegno, o se volete in quale sogno, si inserisce questo evento brasiliano; un disegno e un sogno che in ogni caso escono rafforzati dall'iniziativa di tale referendum, qualunque ne possa essere l'esito. Il disegno e' quello di un grande Paese che esce dalla sua secolare condizione di poverta' e di disuguaglianze, e gioca nel mondo una grande partita per un diverso rapporto tra i popoli. Un Paese che usa la parola "zero" non per annientare la tolleranza, ma per annientare la fame: fame zero. Per i popoli dell'opulenza, che non conoscono o nascondono la fame, un programma politico di "fame zero" puo' non avere alcun significato. Ma chi conosce la fame sa che cosa vuol dire. Cosi' come - ha detto Lula - bisogna aver percorso alcuni chilometri con una tanica di venti litri d'acqua sulla testa, per portare un po' d'acqua potabile alla propria casa o al proprio villaggio, quando perfino il collo, schiacciato, scompare tra le spalle, per capire cosa vuol dire un programma politico per lottare contro la siccita' nel Nord Est del Brasile, e sfruttare per usi civili il fiume S. Francisco, pur con le cautele reclamate dagli ambientalisti. Il Presidente Lula e i suoi ministri, nell'incontro romano di domenica 16 ottobre, hanno illustrato i risultati del loro governo. Non hanno nascosto la corruzione o i finanziamenti illeciti che in alcuni casi hanno coinvolto lo stesso Partito dei lavoratori, e hanno detto che cosa hanno fatto per sanzionarli ed estirparli. Ma hanno anche dato le cifre di uno straordinario avanzamento economico, sociale e civile, in tutti i campi piu' sensibili, dalla disoccupazione, alla alfabetizzazione degli adulti, alla scuola, alla riforma agraria, all'agricoltura familiare, ed hanno mostrato come in questi anni il Brasile stia realizzando un'impresa che normalmente gli economisti considerano impossibile, cioe' di far crescere il prodotto interno lordo, di espandere l'economia e nello stesso tempo di ridurre l'inflazione; sviluppo e risanamento, con un graduale rientro dal debito, il che vuol anche dire rompere la dipendenza dal Fondo monetario internazionale e non dovere obbedire alle sue cosiddette "riforme strutturali". * Questo Paese sta cambiando il suo approccio col mondo. Ha detto Lula, un po' scherzando, un po' sul serio, che ogni brasiliano si sveglia la mattina pensando agli Stati Uniti, all'Inghilterra, all'Europa, sognando un Paese dove il reddito viaggi, come in quelli piu' ricchi, sui 25.000 dollari l'anno. E quelli sono stati finora i punti di riferimento internazionali del Brasile. Oggi invece il Brasile si muove con diverse priorita'. Si e' rivolto anzitutto all'America Latina, dove e' ormai nato il "Mercato del Sud"; qui la difficolta' e' stata di far capire che nel promuovere lo sviluppo politico ed economico del subcontinente americano, il Brasile non intendeva esercitare alcun ruolo egemonico; per rendere credibile la rinunzia ad ogni pretesa leaderistica, Lula ha riaffermato l'eguaglianza di tutte le nazioni latinoamericane in tutte le conferenze in cui si sono gettate le basi della nuova cooperazione. Poi il Brasile si e' rivolto all'Africa, e cio' in base a tre ragioni del tutto inconsuete nei rapporti internazionali. La prima e' che il Brasile (ma non solo il Brasile) ha un enorme debito storico nei confronti dell'Africa, da cui sono state tratte in Occidente intere generazioni di schiavi. La seconda e' che un grande Paese nell'intessere i suoi rapporti internazionali non deve essere guidato tanto dai suoi interessi nazionali, quanto da un reale interesse per la crescita economica e politica dei Paesi con cui entra in rapporto, anche se meno avanzati e fortunati di lui; dovendosi chiedere non quale utilita' si possa ricavare da tali Paesi, ma che cosa si possa fare con loro e per loro, in funzione di uno sviluppo comune. E la terza e' che la meravigliosa caratteristica dell'anima brasiliana, non sarebbe tale se a formarla non avesse concorso la componente india, la componente africana, e quella di derivazione europea. Inoltre il Brasile si e' rivolto al mondo arabo e musulmano, stabilendo una solidarieta' intercontinentale che ha fatto fare piu' di un sobbalzo ai potenti dell'Occidente che si stanno infilando nella "guerra di civilta'" e nell'antagonismo con i Paesi arabi e con l'Islam. Infine il Brasile in tutte le conferenze internazionali ha sostenuto gli interessi del mondo escluso, del mondo povero, promovendo una nuova soggettivita' collettiva internazionale, quella del G22: bisogna capire, ha detto Lula, che se tutti i poveri, se la popolazione del Brasile, dell'India, della Cina e di altri Paesi finora emarginati, che rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale, si mettessero a calcare la terra tutti dalla stessa parte del mondo, la palla della terra si girerebbe nella stessa direzione. * Allora, in questo quadro, cominciare a mettere fuori gioco le armi sul mercato interno, rappresenta non un eccentrico rimedio a una piaga nazionale, ma rappresenta un segnale che vale per tutti, e che allude a un altro universo di rapporti umani, e postula una altro mondo possibile, in cui le armi siano detronizzate dalla loro perversa e macabra sovranita', e la pace possa cominciare davvero ad essere costruita. 2. EDITORIALE. MARIO LOPEZ MARTINEZ: IL FUTURO PUO' ESSERE OGGI [Ringraziamo Mario Lopez Martinez (per contatti: mariol at ugr.es) per questo intervento. Mario Lopez Martinez e' uno dei piu' autorevoli studiosi e operatori della nonviolenza a livello internazionale; storico, docente universitario di storia contemporanea, direttore dell'Istituto sulla pace e i conflitti dell'Universita' di Granada (Spagna); mediatore nei conflitti in Colombia e in Messico; ha tenuto corsi e seminari a ex-guerriglieri in Colombia; e' uno dei principali diffusori della nonviolenza in Spagna e in alcuni paesi dell'America Latina; ha svolto fondamentali ricerche e realizzato rilevanti pubblicazioni sul tema della riconciliazione in America Latina. Tra le opere recenti di Mario Lopez Martinez: Historia de la paz. Espacios, tiempos y actores, 2002; ha diretto (coordinando un gruppo internazionale di studiose e studiosi di altissimo livello) la monumentale Enciclopedia de paz y conflictos, 2 voll., 2004] Quali persone non trarranno beneficio dalla proibizione del commercio delle armi leggere in Brasile? Sicuramente tra costoro vi saranno i produttori, i venditori all'ingrosso e al dettaglio, e tutti i trafficanti di armi; i collezionisti e i feticisti delle armi; i boss dell'economia criminale (dello spaccio della droga, dello sfruttamento della prostituzione, dei traffici illeciti) e i loro sgherri e sicari; ci saranno gli squadroni della morte - assassini che violano tutti i diritti umani, compiono pestaggi e massacri, commettono esecuzioni extragiudiziali; ci saranno quelli che pretendono di mantenere le loro proprieta' ed i loro privilegi a costo di condannare altri esseri umani alla poverta' e alla miseria; ci saranno quelli che intendono per sicurezza il mantenimento della paura e il predominio sulla societa'; e ci saranno, infine, anche quelli che pretendono di risolvere la miseria, la poverta' e l'emarginazione di ampi settori della popolazione brasiliana facendo uso delle muraglie, i reticolati di filo spinato, i corpi di sicurezza privata armati di fucili, pistole ed altri utensili della morte. Quanti saranno quelli che fanno parte di questi settori sociali? Un 1%, forse un 3%, o addirittura un 5% della popolazione; sicuramente non di piu'. Ma sono i piu' ricchi, i piu' potenti, quelli capaci di comprare le coscienze, di concepire il mondo come un luogo in cui giammai le utopie possono farsi realta', quelli che non riescono a percepire il mondo senza ripetere la frase che "l'uopo e' un lupo per l'uomo", quelli che per sentirsi piu' sicuri devono fare a pezzi i diritti altrui, quelli che per continuare a dominare vogliono non solo comandare l'economia, ma anche far uso del monopolio della violenza parastatale. * E invece chi sono quelli a cui il si' al referendum fa del bene? Tutto il resto della popolazione, il 95% della gente, comprese le forze dell'ordine, che potranno realizzare meglio il loro lavoro preventivo e sociale; le persone sensate, le classi medie e popolari; le donne e i bambini; le persone senza potere; i municipi, le citta', le campagne; i senza terra, i disoccupati, i diseredati... e ancora tantissimi altri ed altri ed altri. E il mondo intero, il mondo di tutti, della societa' civile solidale, pacifica, responsabile, che merita e offre rispetto, che vuole lasciare un mondo migliore alle generazioni future. Tutti coloro che non si arricchiscono e non traggono vantaggio dal dolore e dal danno altrui. * E sara' da vedere da quale parte si collocheranno fin ufficialmente molti soggetti collettivi: le chiese, l'esercito, gli ordini professionali degli avvocati, dei notai, dei commercialisti, e i medici, gli infermieri, gli insegnanti, i docenti universitari, i pompieri, i commercianti, i bancari, i pensionati, eccetera eccetera. * Il Brasile puo' dare un magnifico esempio al mondo intero. Il futuro puo' essere oggi. Moralmente il referendum e' gia' stato vinto dal si' per il solo fatto di averlo convocato; resta solo l'incertezza di sapere quale sara' il responso delle urne. Che sulle schede possa il si' ripetersi fino alla sazieta'. 3. VOCI DAL BRASILE: MARIA CLARA LUCCHETTI BINGEMER: SI' [Dal sito www.referendosim.com.br riprendiamo il seguente brano da un piu' ampio intervento di Maria Clara Lucchetti Bingemer. Maria Clara Lucchetti Bingemer e' professoressa e decana del Centro di teologia e scienze umane della Pontificia Universita' Cattolica di Rio de Janeiro] Il 23 ottobre abbiamo dinanzi a noi la scelta tra la vita e la morte. Scegliamo la vita, votiamo si' alla vita. Le generazioni future ce ne saranno grate. 4. VOCI DAL BRASILE: ODILO PEDRO SCHERER: SI' [Dal sito www.referendosim.com.br riprendiamo la seguente dichiarazione di dom Odilo Pedro Scherer, segretario generale della Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani] Avere un'arma in pugno non significa affatto avere una difesa: e' vero piuttosto il contrario. Con il si' al referendum ci stiamo impegnando affinche' lo stato svolga il suo compito di difesa dei cittadini; con il si' al referendum ci stiamo impegnando affinche' a tutti sia garantita la sicurezza. 5. 23 OTTOBRE. ANCHE IL CONSIGLIO COMUNALE DI PADOVA APPROVA UN ORDINE DEL GIORNO A SOSTEGNO DELLA CAMPAGNA PER IL DISARMO IN BRASILE IN VISTA DEL REFERENDUM DEL 23 OTTOBRE [Ringraziamo Giuliana Beltrame (per contatti: giuliana.beltrame at aliceposta.it) per averci comunicato questa buona notizia, ed anche e soprattutto per esserne stata l'artefice. Giuliana Beltrame e' consigliera comunale a Padova, eletta come indipendente nella lista del Prc] Su proposta della consigliera comunale Giuliana Beltrame Il 17 ottobre il Consiglio Comunale di Padova ha approvata a larghissima maggioranza un ordine del giorno a sostegno della campagna per il disarmo in Brasile in vista del referendum del 23 ottobre prossimo. Il testo e' quello gia' approvato all'unanimita' dal Consiglio Provinciale di Viterbo, dal Consiglio Comunale di Ladispoli, dal Consiglio Circoscrizionale di Porta Nuova a Pescara, e che e' stato presentato anche in numerose altre istituzioni italiane dove verra' messo in votazione prossimamente. Alleghiamo il testo dell'ordine del giorno approvato. * Premesso che - il Brasile e' un paese in cui sono in circolazione piu' di 17 milioni di armi da fuoco, di cui soltanto il 10% appartengono alle forze armate e alle forze di polizia, mentre il resto e' nelle mani di civili; - ogni giorno in Brasile circa cento persone muoiono uccise da armi da fuoco; - nel 2003 39.325 persone in Brasile sono morte uccise da armi da fuoco; - le istituzioni brasiliane hanno promosso una Campagna di disarmo volontario attraverso cui e' stato chiesto ai cittadini in possesso di armi di consegnarle alle autorita' affinche' venissero distrutte; - nel 2004 grazie a questa Campagna di disarmo piu' di 450.000 armi da fuoco sono state tolte dalla circolazione, e per la prima volta in 13 anni il numero dei morti uccisi da armi da fuoco in Brasile e' diminuito: rispetto ai dati del 2003 nel 2004 sono state salvate 3.234 vite umane; - il 23 ottobre 2005 si svolgera' in Brasile il primo referendum della storia di quel Paese, referendum in cui ai cittadini verra' posto il quesito: "Il commercio di armi da fuoco e munizioni deve essere proibito in Brasile?"; - intorno alla Campagna per il disarmo vi e' stato un grande coinvolgimento popolare: l'associazionismo democratico, imprenditori, sindacati, chiese, movimenti, personalita' della cultura, dello sport e dello spettacolo, operatori sociali e sanitari, docenti universitari, si sono uniti alle istituzioni nell'impegno di salvare quante piu' vite umane possibile; il Consiglio Comunale di Padova 1. esprime solidarieta' all'impegno delle istituzioni e della societa' civile del Brasile per ridurre il numero delle vittime di uccisioni da armi da fuoco; 2. esprime apprezzamento per la scelta di civilta' di chiedere ai cittadini di disarmarsi volontariamente e di decidere democraticamente ed umanitariamente di salvare quante piu' vite umane sia possibile; 3. sollecita che l'esempio brasiliano si estenda quanto piu' possibile, e che anche altri paesi ed altre popolazioni scelgano la via del disarmo e del rispetto per la vita umana; 4. auspica che l'intera umanita' abbia un futuro di pace e convivenza, ed a tal fine si impegna a promuovere la cultura della pace, del dialogo, della solidarieta', della legalita', del disarmo, della nonviolenza; 5. esprime un convinto e coerente si' alla difesa della vita di ogni essere umano, si' alla pace tra le persone e tra i popoli, si' alla sicurezza di tutti nel rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani, si' alla legalita', si' al disarmo della societa', si' alla civile convivenza. Il Consiglio Comunale di Padova dispone inoltre che il presente ordine del giorno a) sia reso noto alla cittadinanza mediante invio ai mezzi d'informazione locali e nazionali, e in tutte le altre forme consuete ed opportune; b) sia inviato per opportuna conoscenza ai seguenti soggetti istituzionali: - Ambasciata del Brasile in Italia; - Ambasciata italiana in Brasile; - Presidenza della Repubblica del Brasile; - Presidenza della Repubblica Italiana; c) sia inviato inoltre ai seguenti ulteriori referenti istituzionali brasiliani: - Ministero della Giustizia; - Ministero della Salute; d) sia inviato inoltre per opportuna conoscenza ai referenti istituzionali e della societa' civile brasiliani particolarmente impegnati nella Campagna per il disarmo. 6. INIZIATIVE. DALL'ANGOLA ALLA TURCHIA DOMENICA 16 OTTOBRE IN TUTTO IL MONDO SI SONO SVOLTE INIZIATIVE PUBBLICHE A SOSTEGNO DEL REFERENDUM BRASILIANO PER IL DISARMO [Dal sito www.referendosim.com.br riprendiamo la seguente notizia] A una settimana dal primo referendum della storia per la proibizione del commercio delle armi da fuoco e delle munizioni, gli occhi del mondo intero sono rivolti al Brasile. Domenica 16 ottobre i brasiliani che vivono all'estero e cittadini di diversi paesi hanno dato vita alla Giornata internazionale a sostegno del si' al referendum per il disarmo. In diversi paesi la comunita' brasiliana ha trovato collaborazione nelle reti internazionali che lottano per i diritti umani, lo sviluppo umano, il disarmo: tra esse Amnesty International. * La segretaria generale di Amnesty International, Irene Khan, spiega la ragione di questo sostegno: "La proliferazione delle armi mette in pericolo il diritto alla vita e finanche il diritto alla casa, alla salute e all'educazione. Considerando gli elevatissimi livelli di violenza armata in Brasile, e il ruolo di questo paese come maggior produttore in America Latina, appoggiamo il si' al referendum come il modo migliore per garantire la sicurezza degli esseri umani. E' il primo passo a sostegno di un trattato internazionale per il controllo del commercio delle armi". * Un'altra organizzazione internazionale che ha preso parte alla Giornata internazionale a sostegno del si' al referendum per il disarmo e' Oxfam. Uno dei coordinatori delle iniziative della importante ong per il controllo delle armi, Simon Gray, sostiene che il referendum costituisce uno spartiacque nella storia mondiale. "Speriamo che serva anche a risvegliare altri governi nel mondo su questo argomento. Se si esamina la situazione dei paesi in cui c'e' un controllo sulle armi nelle mani dei privati, emerge chiaramente che quanto piu' rigida e restrittiva e' la legge, tanto piu' bassa e' la percentuale dei morti uccisi da armi da fuoco", ha concluso Gray. * Tra i paesi in cui si sono svolte le manifestazioni pubbliche piu' rilevanti: l'Angola, l'Inghlterra, l'Italia, il Mozambico, l'Olanda, il Paraguay, il Portogallo, la Spagna, il Sudafrica, la Turchia. 7. 23 OTTOBRE. UN SONDAGGIO A RIO DE JANEIRO [Dal sito www.referendosim.com.br riprendiamo la seguente notizia] Un sondaggio d'opinione realizzato dal giornale "O Dia/Informa" ("Il giorno - Informa") tra il 27 e il 29 settembre ha rilevato che il 79% dei "carioca" [gli abitanti di Rio de Janeiro] sono a favore della proibizione del commercio delle armi e delle munizioni in Brasile. Sono state intervistate 1.590 persone della regione metropolitana di Rio de Janeiro. Soltanto il 21% si sono dichiarati contrari alla proibizione. Sul totale degli intervistati il 63% ritiene che il disarmo diminuira' la violenza. Di questi, il 94% sono favorevoli alla proibizione del commercio delle armi. Tra quelli che non credono che il disarmo ridurra' i crimini (37%), le opinioni sono contrastanti: il 55% sono a favore del disarmo e il 45% contrari. ============================== VITTORIA AL MONDO. SI' ALL'UMANITA' ============================== Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino" a sostegno del si' al referendum brasiliano del prossimo 23 ottobre per proibire il commercio delle armi, per salvare la vita delle persone * Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it * Numero 6 del 18 ottobre 2005 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
- Prev by Date: La nonviolenza e' in cammino. 1087
- Next by Date: La nonviolenza e' in cammino. 1088
- Previous by thread: La nonviolenza e' in cammino. 1087
- Next by thread: La nonviolenza e' in cammino. 1088
- Indice: