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La nonviolenza e' in cammino. 1087
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1087
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 18 Oct 2005 02:24:05 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1087 del 18 ottobre 2005 Sommario di questo numero: 1. Maria Luigia Casieri, Peppe Sini: A che punto e' la notte. Un appello ancora 2. Raymundo Damasceno: Si' 3. Valeria Ando': Si' 4. Elena Liotta: Si' 5. Carla Mariani: Si' 6. Tavola della pace del Friuli Venezia Giulia: Si' 7. La Rete italiana per il disarmo ha incontrato il presidente brasiliano Lula a Roma il 16 ottobre 8. Giulio Vittorangeli: Un piatto di spaghetti al pomodoro 9. Enrico Peyretti: Una lettera al Presidente della Repubblica Italiana 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento 11. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. MARIA LUIGIA CASIERI, PEPPE SINI: A CHE PUNTO E' LA NOTTE. UN APPELLO ANCORA [Maria Luigia Casieri, nata a Portici (Na) nel 1961, dottoressa in scienze pedagogiche, insegna nella scuola dell'infanzia ed e' una delle principali animatrici del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo. Ha organizzato a Viterbo insieme ad altri il "Tribunale per i diritti del malato"; assistente sociale, ha svolto un'esperienza in Germania nell'ambito dei servizi di assistenza per gli emigrati italiani; rientrata in Italia si e' impegnata nel settore educativo; per dieci anni ha prestato servizio di volontariato in una casa-famiglia per l'assistenza ai minori; dal 1987 e' insegnante di ruolo nella scuola per l'infanzia; ha preso parte a varie iniziative di pace, di solidarieta', per i diritti; ha tenuto relazioni a convegni e corsi di aggiornamento, e contribuito a varie pubblicazioni; collabora con la cattedra di psicologia dell'educazione presso la Terza Universita' di Roma. Opere di Maria Luigia Casieri: Il contributo di Emilia Ferreiro alla comprensione dei processi di apprendimento della lingua scritta, 5 voll., Viterbo 2004. Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, negli anni '70 e '80 e' stato segretario della federazione provinciale di Viterbo del Pdup (Partito di unita' proletaria); negli anni '90 ha preso parte all'esperienza della Rete (principale espressione politico-istituzionale del movimento antimafia); e' stato nell'alto Lazio tra i principali animatori dei movimenti e delle lotte antinucleari, antimilitariste, ambientaliste, contro le servitu' energetiche e militari; contro la penetrazione mafiosa e contro la corruzione in campo economico, politico ed amministrativo; per la deistituzionalizzazione e il diritto all'assistenza delle persone con difficolta'; per i diritti umani e di solidarieta' internazionale. E' stato obiettore di coscienza al servizio militare e alle spese militari, apprezzato pubblico amministratore, giornalista d'inchiesta, direttore responsabile di varie testate. Nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Ha organizzato e presieduto il primo convegno nazionale dedicato alla figura, all'opera e al messaggio di Primo Levi. Nel 1999 ha ideato, organizzato e realizzato l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere della pace" con cui bloccare i decolli dei bombardieri che dall'Italia partivano per trucidare la popolazione civile jugoslava. Da vari anni tiene corsi di educazione alla pace e di accostamento alla nonviolenza nelle scuole e presso enti e associazioni. Ha ideato e dirige il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino"] Manca una manciata di giorni al 23 ottobre, il giorno in cui la popolazione brasiliana sara' chiamata al voto in un referendum decisivo per la storia dell'umanita', il referendum che chiede: "Il commercio delle armi da fuoco e delle munizioni deve essere proibito in Brasile?". Se vogliamo dare una mano alle sorelle e ai fratelli che stanno cercando di far cessare la strage che ogni anno strappa la vita a quarantamila esseri umani nel solo Brasile, e a innumerevoli altri ovunque nel mondo, il momento e' adesso. Leggendo la stampa brasiliana e ascoltando gli amici brasiliani viene alla luce che il fronte dei trafficanti di armi, della criminalita' organizzata, degli squadroni della morte e dei mercanti di morte, sta dispiegando in questi giorni una sempre piu' percussiva e furente campagna di disinformazione e manipolazione, forte anche della complicita' di molti mass-media di larghissima diffusione. La subdola campagna corruttiva degli assassini e degli imprenditori dell'assassinio e' efficace e penetrante: fa leva sulla parte peggiore che alberga nel cuore di ogni essere umano: l'indfferenza per il dolore altrui, l'egoismo che vuole tutto per se' e la morte per gli altri: stolto egoismo, che travolge nella sciagura anche chi se ne lascia sedurre. Ma noi crediamo che il bene puo' vincere, che puo' vincere la verita', che puo' vincere la giustizia: che l'umanita' puo' vincere. E' successo raramente nella storia, ma talvolta e' successo. E il 23 ottobre e' necessario, non per il Brasile soltanto, ma per l'umanita' intera, che vinca la scelta del disarmo, la scelta di riconoscere ad ogni essere umano il diritto alla vita, senza del quale ogni altro diritto scompare. Ma non basta ragionevolmente credere e fortemente sperare, occorre agire. Occorre che ciascuno di noi faccia quanto e' in suo potere per la causa comune, la causa di tutti gli esseri umani, la causa buona. * Possiamo in questi ultimi giorni fare ancora tutte e tutti la nostra parte. Anche da qui, dall'Italia, possiamo e dobbiamo dare una mano, e ad esempio possiamo fare le cose seguenti: a) scrivere ai mezzi d'informazione italiani ed internazionali affinche' diano notizia del referendum brasiliano per proibire il commercio delle armi da fuoco, descrivano la drammatica situazione, prendano posizione per salvare le vite umane anziche' sopprimerle; b) chiedere alle istituzioni italiane ed internazionali di esprimere sostegno alla campagna per il disarmo in corso in Brasile che nel referendum del 23 ottobre avra' il suo culmine: abbiamo piu' volte pubblicato un modello di ordine del giorno (e che puo' esserci richiesto scrivendo all'indirizzo di posta elettronica: nbawac at tin.it), che puo' essere riprodotto e inviato a coloro che siedono nei Comuni, le Province, le Regioni, il Parlamento italiano e quello europeo, e in altre istituzioni ancora, affinche' venga presentato, votato e adottato in quei consessi rappresentativi del pubblico interesse, dei diritti di tutti; c) diffondere l'informazione e la consapevolezza nel nostro paese sul referendum brasiliano e sul suo significato profondo: che il disarmo e' possibile oltre che necessario; che e' nelle mani dei popoli della terra il potere di farla finita con le armi e le uccisioni; che la forza della democrazia (che consiste, come scrisse una volta Guido Calogero, nel contare le teste anziche' romperle) puo' sconfiggere la violenza delle armi. Diffondere l'informazione e' possibile anche dal basso e senza deleghe: ognuno puo' parlare e scrivere ad amici, parenti, colleghi, conoscenti, ed anche alle organizzazioni ed associazioni di cui fa parte; d) scrivere ai nostri amici in Brasile impegnati in questa ultima settimana di passione affinche' vinca il si' al disarmo e alla vita: scrivere loro che siamo loro vicini, con la mente e con il cuore, con lo sguardo e con la voce; che il loro sentire e' anche il nostro; e che sappiamo che il futuro dei brasiliani e' il futuro dell'umanita' intera. Segnaliamo qui di seguito per l'ennesima una serie di indirizzi di movimenti, chiese, sindacati, associazioni, e ad essi aggiungiamo anche gli indirizzi di deputati e deputate, senatori e senatrici del parlamento brasiliano, impegnati per il si' al disarmo, alla vita, alla pace, all'umanita'. Ciascuno di noi scriva loro una lettera, faccia giungere loro un aiuto. - associazioni e movimenti brasiliani: acresemarmas at uol.com.br oca-ong at bol.com.br fccv at ufba.br suzanav at atarde.com.br estadodepaz at estadodepaz.com.br inamaramelo at yahoo.com.br pazpelapaz1 at yahoo.com.br borgescoml at bol.com.br desarmamentodf at desarmamentodf.org otaviofalcao at pop.com.br samambaiadizsim at bol.com.br federacaoinquilinosdf at bol.com.br associacaomis at brturbo.com.br desarmamentoes at paz-es.org.br valparaiso at terra.com.br cmtbatista at mixx.com.br orestesoliveira at casamilitar.mt.gov.br pteruel at terra.com.br frentemunicipalbrasilsemarmas at yahoo.com.br bh_sem_armas at yahoo.com.br welingtonvenancio at bol.com.br kleversonrocha at ig.com.br depjordy at alepa.pa.gov.br deparacelilemos at alepa.pa.gov.br almirlaureano at yahoo.com.br paz at londrinapazeando.org.br murilocavalcanti at uol.com.br f.tavares at digi.com.br leandro_amme at yahoo.com.br frentepelodesarmamento at ig.com.br pemarcel at terra.com.br gvieira7 at terra.com.br seguranca at niteroi.rj.gov.br beatriz at soudapaz.org mariana at soudapaz.org desarmecampinas at yahoo.com.br ajardim at al.sp.gov.br josecpinto at camaralimeira.sp.gov.br gotadeorvalho at gmail.com jbernegossi at prefeitura.sp.gov.br mjduarte at uol.com.br hpereira at al.sp.gov.br marcoanjos at bol.com.br marcosanjos at emsergipe.com conic.brasil at terra.com.br cbjp at cbjp.org.br ronenu at canal13.com.br jdarif at uol.com.br naida at uol.com.br pstoffel at saap.org.br welinton_pereira at wvi.org padrebizon at casadareconciliacao.com.br ivoschoenherr at terra.com.br frentepelodesarmamento at ig.com.br rev.aquino at ig.com.br torressantana at uol.com.br norberge at terra.com.br soniarosafaria at hotmail.com mitra at diocesepetropolis.org.br cier at cnbbsul4.org.br czbsbf at terra.com.br questaodehonrapaz at bol.com.br patriciadeoliveira2003 at ig.com.br - parlamentari brasiliani: dep.antoniocarlosmagalhaesneto at camara.gov.br dep.albertogoldman at camara.gov.br dep.aliceportugal at camara.gov.br dep.carlosabicalil at camara.gov.br dep.carlossouza at camara.gov.br dep.carloswillian at camara.gov.br dep.chicoalencar at camara.gov.br dep.colbertmartins at camara.gov.br dep.danielalmeida at camara.gov.br dep.juizadenisefrossard at camara.gov.br dep.dimasramalho at camara.gov.br dep.fernadocoruja at camara.gov.br dep.fernandodefabinho at camara.gov.br dep.fernandogabeira at camara.gov.br dep.geraldothadeu at camara.gov.br dep.gustavofruet at camara.gov.br dep.hamiltoncasara at camara.gov.br dep.henriquefontana at camara.gov.br dep.irinylopes at camara.gov.br dep.jamilmurad at camara.gov.br dep.jandirafeghali at camara.gov.br dep.janetecapiberibe at camara.gov.br dep.jeffersoncampos at camara.gov.br dep.joaoalfredo at camara.gov.br dep.joaofontes at camara.gov.br dep.joaoherrmannneto at camara.gov.br dep.joaopaulocunha at camara.gov.br dep.jorgebittar at camara.gov.br dep.jorgegomes at camara.gov.br dep.joseeduardocardozo at camara.gov.br dep.medeiros at camara.gov.br dep.luizbassuma at camara.gov.br dep.luizeduardogreenhalgh at camara.gov.br dep.maninha at camara.gov.br dep.marceloortiz at camara.gov.br dep.marciofortes at camara.gov.br dep.mariadorosario at camara.gov.br dep.marialuciacardoso at camara.gov.br dep.mauriciorands at camara.gov.br dep.nazarenofonteles at camara.gov.br dep.neydeaparecida at camara.gov.br dep.nelsonpellegrino at camara.gov.br dep.orlandofantazzini at camara.gov.br dep.perpetuaalmeida at camara.gov.br dep.renildocalheiros at camara.gov.br dep.rauljungmann at camara.gov.br dep.robertofreire at camara.gov.br dep.robertogouveia at camara.gov.br dep.sandrarosado at camara.gov.br dep.sarneyfilho at camara.gov.br dep.severianoalves at camara.gov.br dep.tarcisiozimmermann at camara.gov.br dep.vadinhobaiao at camara.gov.br dep.vanessagrazziotin at camara.gov.br dep.walterbarelli at camara.gov.br dep.wasnyderoure at camara.gov.br dep.zegeraldo at camara.gov.br mercadante at senador.gov.br ana.julia at senador.gov.br antval at senador.gov.br arthur.virgilio at senador.gov.br cesarborges at senador.gov.br eduardo.siqueira at senador.gov.br eduardo.suplicy at senador.gov.br garibaldi.alves at senador.gov.br gerson.camata at senador.gov.br heraclito.fortes at senador.gov.br jefperes at senador.gov.br jose.agripino at senador.gov.br jose.maranhao at senador.gov.br luiz.octavio at senador.gov.br crivella at senador.gov.br neysuassun at senador.gov.br psaboyagomes at senador.gov.br renan.calheiros at senador.gov.br siba at senador.gov.br tasso.jereissati at senador.gov.br valmir.amaral at senador.gov.br - principali referenti italiani: ermanno at adital.com.br f.comina at ladige.it welapax at hotmail.com segreteria at disarmo.org nbawac at tin.it * Per tutte le informazioni necessarie chi conosce il portoghese-brasiliano puo' visitare il sito www.referendosim.com.br , chi volesse leggere la documentazione essenziale in italiano e molte dichiarazioni di solidarieta' dall'Italia puo' consultare i vari numeri de "La nonviolenza e' in cammino" (ed i supplementi ad hoc) di questi ultimi mesi, disponibili alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html * E per concludere una preghiera ancora a chi ci legge: dateci notizia di quanto farete, e mandateci dichiarazioni di sostegno al referendum brasiliano da pubblicare sul nostro foglio (scrivendo al nostro indirizzo di posta elettronica: nbawac at tin.it). E che il 23 ottobre possa essere un giorno di festa. 2. VOCI DAL BRASILE: RAYMUNDO DAMASCENO: SI' [Dal sito www.referendosim.com.br riprendiamo la seguente dichiarazione di dom Raymundo Damasceno, arcivescovo di Aparecida (San Paolo)] La proibizione delle armi da fuoco e' un passo di decisiva importanza per la riduzione della violenza. 3. 23 OTTOBRE. VALERIA ANDO': SI' [Ringraziamo Valeria Ando' (per contatti: andov at tele2.it) per questo intervento. Valeria Ando', docente di Cultura greca all'Universita' di Palermo, e' tra le promotrici ed animatrici presso quell'ateneo di un gruppo di riflessione e di pratica di nonviolenza di genere; direttrice del Cisap (Centro interdipartimentale di ricerche sulle forme di produzione e di trasmissione del sapere nelle societa' antiche e moderne), autrice di molti saggi, ha tra l'altro curato l'edizione di Ippocrate, Natura della donna, Rizzoli, Milano 2000. Opere di Valeria Ando': (a cura di), Saperi bocciati. Riforma dell'istruzione, discipline e senso degli studi, Carocci, Roma 2002; con Andrea Cozzo (a cura di), Pensare all'antica. A chi servono i filosofi?, Carocci, Roma 2002; L'ape che tesse. Saperi femminili nella Grecia antica, Carocci, Roma 2005] La notizia del referendum del 23 ottobre in Brasile per il disarmo mi ha provocato una strana sensazione, che ho stentato a riconoscere ma che mi ha indotto ad un silenzio prolungato. A questa sensazione adesso ho dato un nome: estraneita'. Si', alle armi mi sento e voglio sentirmi estranea, in quanto esse e il loro uso distruttivo minano alla radice il senso stesso dell'umanita'. Le armi, con la durezza dei metalli con cui sono costruite, si pongono sul polo opposto rispetto alla debolezza e fragilita' dei corpi umani, che delle armi sono le prime vittime. Pelle, carne, ossa esposte alla lacerazione, alla frattura, al deperimento: lo squilibrio e la caducita' sembrano essere la cifra della condizione umana. Eppure, questa debolezza intrinseca del corpo umano ne costituisce anche la sua grandezza, in quanto sfida e al contempo accettazione della sofferenza. Questo corpo, debole, fragile, esposto al male, e' cio' che mi accomuna a tutti gli altri esseri umani; la durezza e la crudelta' delle armi oppongono disumanita' a umanita'. Per questo, votare si' al disarmo significa fare un passo avanti verso il recupero del senso dell'umano. 4. 23 OTTOBRE. ELENA LIOTTA: SI' [Ringraziamo Elena Liotta (per contatti: e_liotta at yahoo.it) per questo intervento. Elena Liotta, nata a Buenos Aires il 25 settembre 1950, risiede a Orvieto, in Umbria; e' psicoterapeuta e psicologa analista, membro dell'Ordine degli Psicologi dell'Umbria, membro dell'Aipa (Associazione Italiana di Psicologia Analitica), dell'Iaap (International Association Analytical Psychology), dell'Apa (American Psychological Association), socia fondatrice del Pari Center for New Learning; oltre all'attivita' psicoterapica, svolta prevalentemente con pazienti adulti, in setting individuale, di coppia e di gruppo, ha svolto e svolge altre attivita' culturali e organizzative sempre nel campo della psicologia e della psicoanalisi; tra le sue esperienze didattiche: professoressa di Psicologia presso la "American University of Rome"; docente in corsi di formazione, e coordinatrice-organizzatrice di corsi di formazione a carattere psicologico, per servizi pubblici e istituzioni pubbliche e private; didatta presso l'Aipa, societa' analitica accreditata come scuola di specializzazione post-laurea, per la formazione in psicoterapia e per la formazione di psicologi analisti; tra le altre esperienze parallele alla professione psicoterapica e didattica: attualmente svolge il ruolo di Coordinatrice psicopedagogica e consulente dei servizi sociali per il Comune di Orvieto, e di Coordinatrice tecnico-organizzativa di ambito territoriale per la Regione Umbria nell'Ambito n. 12 di Orvieto (dodici Comuni), per la ex- Legge 285, sul sostegno all'infanzia e adolescenza e alle famiglie, occupandosi anche della formazione e monitoraggio dei nuovi servizi; e' stata assessore alle politiche sociali presso il Comune di Orvieto; dopo la prima laurea ha anche lavorato per alcuni anni in campo editoriale, redazionale e bibliografico-biblioteconomico (per "L'Espresso", "Reporter", Treccani, Istituti di ricerca e biblioteche). Autrice anche di molti saggi apparsi in riviste specializzate e in volumi collettanei, tra le opere di Elena Liotta segnaliamo particolarmente Educare al Se', Edizioni Scientifiche Magi, Roma 2001; Le solitudini nella societa' globale, La Piccola Editrice, Celleno (VT) 2003; con L. Dottarelli e L. Sebastiani, Le ragioni della speranza in tempi di caos, La Piccola Editrice, Celleno (VT) 2004; Su Anima e Terra. Il valore psichico del luogo, Edizioni Scientifiche Magi, Roma 2005] Tra pochi giorni ci sara' il refendum in Brasile e ci penso quotidianamente leggendo questo foglio e immaginando che possa essere un nuovo inizio per un processo che sara' comunque lungo e faticoso: intaccare l'aggressivita' e la distruttivita' dell'essere umano che sembrano andare di pari passo con l'espressione delle sue qualita' migliori. La tecnologia creata dagli uomini, nella sua lunga storia, ci ha infatti donato strumenti di vita e di morte in modo assolutamente analogo. Intendo dire che riflettendo su tutto cio' che dovrebbe accompagnare e seguire le scelte politiche e le consultazioni democratiche, mi auguro che l'educazione delle giovani generazioni possa essere improntata alla nonviolenza in modo sempre piu' chiaro e ben pensato. Dal Brasile a tutto il resto del mondo, un'educazione anche curricolare, almeno per un certo periodo e con metodologie ben pensate. Non basta infatti mandare ai bambini o ai giovani il messaggio della nonviolenza e trasmettere il valore della solidarieta' in forma lineare, come cosa buona e giusta, e poi mantenere nei mass-media e nella vita quotidiana modelli violenti e sempre armati. Occorre che siano gli adulti a modellare i nuovi comportamenti, rifuggendo per consapevolezza profonda, dai loro opposti; che gli adulti mostrino amore e rispetto concreto per la natura, per gli animali, per i propri simili, nel linguaggio, nello stile della loro comunicazione, nelle loro azioni. L'arma e il disarmo sono i punti limite di un processo di sviluppo che all'interno e' tutto da realizzare. * In Italia c'e' una tradizione nonviolenta che l'impegno informativo del Centro di ricerca per la pace testimonia quotidianamente. La Rete per il disarmo e tutte le iniziative di questi giorni forse porteranno il tema in primo piano. Quanto ci vorra perche' anche in Italia la politica e le leggi facciano piu' spazio alla vita, alla cura, alla prevenzione, in tutti i sensi? E' realisticamente proponibile qui, fosse pure provocatoriamente, la stessa iniziativa? I nostri politici saranno disposti? E se non lo fossero come lo giustificheranno? La perdita dei posti di lavoro nelle nostre industrie che producono ed esportano armi in tutto il mondo? E i cacciatori, avranno liberta' di esercizio dell'"antica arte" che ha il "pregio sportivo" di far passeggiare gli uomini nella natura, una natura che dichiarano di amare!? Ho visto un servizio raccapricciante sul bracconaggio in Italia. Roba da psicopatologia grave. * Uniamo gli sforzi e saldiamo insieme la politica con l'educazione e con la conoscenza psicologica degli esseri umani, senza la quale ci si muove un po' al buio. Freud parlava della "lotta mortale tra i sessi" - quanti ammazzamenti nelle coppie che per definizione si dovrebbero amare! Jung defini' come Ombra tutta quell'area nascosta della personalita' che si tende a coprire anche con opposte qualita'. L'aggressivita' e la distruttivita' rimosse producono, se possibile, i danni piu' sorprendenti: "era, sembrava, una persona tanto perbene...". Armi moderne, convenzionali, armi improprie... e' la mano che le stringe che dovremo prima o poi riuscire ad allentare per farle cadere definitivamente. Intanto mi associo a sostenere con forza qualsiasi iniziativa che le tolga di mezzo, rendendo almeno piu' difficile la loro reperibilita'. 5. 23 OTTOBRE. CARLA MARIANI: SI' [Ringraziamo Carla Mariani (per contatti: carlamariani at comune.narni.tr.it) per questo intervento. Carla Mariani, spiritus rector dell'Ufficio per la pace del Comune di Narni, e' da sempre infaticabile ed inesauribile promotrice ed animatrice di iniziative di pace, solidarieta', nonviolenza: conoscerla ed essere contagiati dalla sua luminosa generosita' sono una cosa sola] Grazie, Brasile. "Il commercio delle armi da fuoco e delle munizioni deve essere proibito in Brasile?". Domanda semplice, non ti puoi sbagliare, devi solo rispondere si' o no. Ed il si' risponde alla tua urgenza se la cosa la vuoi, il no se non la vuoi, semplice. La civilta' di questa proposta, di questo moderno programma, si vede gia' dall'impostazione del quesito referendario. Semplice, chiaro, comprensibile a chiunque, a chi ha studiato e a chi no, a chi ci sta dentro e a chi no, una domanda semplice che parte dal basso. Che parte proprio dal basso, in senso politico e in senso concreto. Dal basso dove la gente cade morta ammazzata, dal basso della strada, dal basso del pavimento di una stanza, dal basso dell'orizzontale in riferimento alla posizione verticale; dal basso nel senso di partire dalla popolazione organizzata in societa' civile, dalla gente, che non ne puo' piu' di essere martoriata, impaurita, annientata. E' un sollievo vedere che qualcuno ci ha pensato: tentare di eliminare gli strumenti di morte, e condizionare cosi', in maniera forte e decisa, le industrie che producono armi, arrivare cos' a controllare e a condizionare il commercio terribile delle armi. Un gesto concreto di azione nonviolenta: si sta mettendo in moto un percorso per abolire il commercio delle armi da fuoco e delle munizioni. * Chi di noi ha visto Bowling a Colombine di Michael Moore, certamente avra' chiaro in mente a che cosa puo' portare la cultura delle armi. Il film prende il nome dalla Colombus High School, il liceo della tranquilla cittadina di Littletown, Colorado, dove nel 1999 due studenti, dopo avere giocato una partita a bowling, si recarono nell'istituto armati e uccisero dodici compagni e un insegnante; solo uno dei tanti episodi di violenza firmati Usa, e non e' il primo che vede quali protagonisti dei minorenni. In questo documentario Michael Moore viaggia per gli States e il Canada, facendo domande per capire come mai ci sono tanti morti ammazzati da armi da fuoco negli Stati Uniti. E alla domanda "perche' lei crede che gli Stati Uniti contino cosi' tanti morti assassinati?", la risposta e' sempre la stessa "Perche' e' piu' facile reperire le armi". * Allora la mia speranza e' questa: pensate, se vince il si quale strada puo' aprirsi davanti a noi, quale processo nuovo, quale vero disarmo possiamo cominciare ad effettuare. La vittoria del si' in Brasile potrebbe avere un effetto "disarmante" a partire proprio dall'America Latina, questo splendido, colorato, profumato pezzo di mondo, martoriato ed offeso eppure mai vinto, dal quale tante esperienze ed insegnamenti di vita ci raggiungono: di rispetto per la natura nostra madre, di lotta nonviolenta, di speranza e di sogno, tutto questo ci viene incontro. Le Comunita' di pace colombiane, disarmate ( il non portare armi e' alla base del loro impegno e della loro filosofia), che lottano contro lo strapotere degli attori armati, governo colombiano in testa stretto ai paramilitari e la guerriglia a seguire; le popolazioni indigene della Bolivia, dell'Ecuador, della stessa Colombia, che non si stancano di marciare e di lottare per difendere il loro territorio, senza armi, a mani aperte, a mani intrecciate a formare catena. * E allora si', un si' grande, convinto, deciso. Un si' concreto, un si' che vale un'azione e non solo una enunciazione di buoni propositi. Un si' anche da parte mia, che vinca l'amore e che si capisca che un'arma e' sempre e comunque, qualsiasi sia la mano che la tiene, un corridoio aperto verso la violenza, una porta aperta verso la morte e niente altro. 6. 23 OTTOBRE: TAVOLA DELLA PACE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: SI' [Ringraziamo le amiche e gli amici della Tavola della pace del Friuli Venezia Giulia (per contatti: c/o Coordinamento regionale enti locali per la pace, Provincia di Gorizia, Palazzo Alvarez, via Diaz 5, tel. 0481545150, e-mail: compax at inwind.it) per questo intervento] Il 23 ottobre si terra' in Brasile un importantissimo referendum per proibire il commercio delle armi da fuoco e delle munizioni, promosso da referenti istituzionali e dalla societa' civile. L'iniziativa ha reali possibilita' di riuscita e suscita interesse anche al di fuori del grande paese sudamericano. La Tavola della pace del Friuli Venezia Giulia insieme agli Italiani impegnati nella Campagna per il disarmo, sostiene le sorelle e ai fratelli impegnati in Brasile a far vincere il si' al diritto a vivere, alla civilta' umana, alla convivenza. Si invitano pertanto persone, associazioni, istituzioni e organi d'informazione a visitare il sito www.referendosim.com.br (in lingua portoghese-brasiliana) e la pagina dedicata sul sito di Peacelink, ove compaiono gli interventi italiani a sostegno del si': http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_12631.html e ad esprimere ciascuno secondo le proprie modalita' la solidarieta' con la coraggiosa iniziativa. La solidarieta' internazionale serve molto a sostenere lo sforzo per la riuscita della consultazione, promossa in un paese che conta moltissime vittime d'armi da fuoco. La sua riuscita potrebbe comportare ripercussioni importanti in tutto il mondo. Per la Tavola della pace del Friuli Vebezia Giulia: Silvia Altran, Alessandro Capuzzo, Lorenzo Croattini, Alessandro De Paoli * Alcuni referenti italiani particolarmente impegnati a sostegno della Campagna per il disarmo e il referendum del 23 ottobre in Brasile: - padre Ermanno Allegri, e-mail: ermanno at adital.com.br - dottor Francesco Comina, e-mail: f.comina at ladige.it - Centro per la pace del Comune di Bolzano, e-mail: welapax at hotmail.com - Rete italiana per il disarmo, e-mail: segreteria at disarmo.org - Centro di ricerca per la pace di Viterbo, e-mail: nbawac at tin.it * Alcuni siti particolarmente utili a) in Brasile: www.referendosim.com.br www.adital.com.br www.desarme.org www.soudapaz.org.br www.vivario.org.br b) in Italia: www.amnesty.it www.archiviodisarmo.it www.controlarms.org www.disarmo.org www.disarmonline.org www.ildialogo.org www.nonviolenti.org www.paxchristi.it www.peacelink.it www.retelilliput.net www.unimondo.org 7. INCONTRI. LA RETE ITALIANA PER IL DISARMO HA INCONTRATO IL PRESIDENTE BRASILIANO LULA A ROMA IL 16 OTTOBRE [Dalla Rete italiana per il disarmo (per contatti: tel. 3283399267, e-mail: segreteria at disarmo.org, sito: www.disarmo.org) riceviamo e diffondiamo] La Rete italiana per il disarmo ha incontrato il presidente brasiliano Lula alla vigilia di un referendum sul disarmo dall'esito ancora molto incerto. Un gruppo di rappresentanti delle organizzazioni aderenti alla Rete italiana per il disarmo ha incontrato domenica 16 ottobre a Roma il presidente del Brasile Luiz Ignacio Lula da Silva, in Italia per una visita ufficiale, durante l'incontro della delegazione governativa brasiliana (presenti anche numerosi ministri) con la societa' civile e le parti sociali italiane. Sede dell'evento l'ambasciata della Repubblica del Brasile, nella suggestiva cornice di piazza Navona. In una conversazione con il presidente Lula al termine dell'incontro, la delegazione della Rete italiana per il disarmo ha ribadito il forte apprezzamento per gli sforzi condotti in varie sedi e circostanze dal governo brasiliano sulle tematiche del disarmo e del controllo degli armamenti. Il presidente Lula, nel ribadire il suo sostegno alla campagna internazionale "Control Arms", si e' detto lieto del sostegno dimostrato dal movimento internazionale per il disarmo nei confronti delle iniziative legislative condotte su questo tema da parte del suo governo (come l'imprtantissimo Statuto per il disarmo). Contemporaneamente, il presidente brasiliano si e' mostrato abbastanza preoccupato per le sorti del referendum consultivo sulla vendita di armi che si terra' in Brasile il 23 ottobre. Nonostante tutti i sondaggi iniziali abbiano sempre indicato un buon margine di vantaggio per il si' (il che significa conferma dello Statuto per il disarmo e proibizione della vendita di armi ai privati in Brasile), nelle ultime settimane la campagna a favore del no ha ripreso vigore ed al momento attuale tra distanza tra i due schieramenti non sembrerebbe essere piu' molto accentuata. * Ricordiamo che il 23 ottobre 122 milioni di brasiliani potranno votare per la proibizione della vendita ai civili di armi e munizioni. Un passaggio cruciale per il paese sudamericano, che attualmente detiene il triste primato del maggior numero di morti per arma da fuoco (circa 38.000 in un anno). Pur nella sua dimensione nazionale, il referendum per la proibizione della vendita delle armi e delle munizioni in Brasile ha una rilevanza mondiale: per la prima volta un atto democratico di voto agira' direttamente sul tema del disarmo. Nella situazione attuale del mondo e' di estrema importanza elevare il controllo internazionale delle armi e per prevenire la violenza armata a livello globale. Il mondo intero si sentira' fortemente interpellato e coinvolto dai risultati di questa votazione, dall'impatto politico e strategico sicuramente globale. Maggiori controlli sulle armi in Brasile hanno gia' iniziato a mostrare risultati positivi: nel 2004 (il primo anno dall'entrata in vigore dello Statuto sul disarmo) le morti per arma da fuoco sono diminuite dell'8%. Cio' significa 3.234 vite salvate rispetto all'anno precedente. E' la prima volta che una diminuzione del genere avviene in Brasile dopo 13 anni in cui il numero dei morti era sempre cresciuto. * L'incontro all'ambasciata brasiliana in Italia e' stato parte della "Giornata internazionale di azione per sostenere il referendum brasiliano sul disarmo", giornata in cui si sono tenute in diversi paesi iniziative di sensibilizzazione a sostegno del si' al referendum brasiliano. La delegazione della Rete italiana per il disarmo era composta da Gianni Alioti (Fim-Cisl), Massimo Paolicelli (Associazione obiettori nonviolenti), Riccardo Troisi (Pax Christi e Rete Lilliput), Antonio Vermigli (Rete Radie' Resch), Francesco Vignarca (segreteria della Rete italiana per il disarmo e Coordinamento comasco per la pace). * Per maggiori informazioni: a) sul referendum brasiliano: www.referendosim.com.br www.disarmo.org/rete/indices/index_2073.html b) sulla Rete italiana per il disarmo: www.disarmo.org c) sulla campagna Control Arms: - www.controlarms.it - Rete italiana per il disarmo, tel. 3355769531, e-mail: controlarms at disarmo.org, sito: www.disarmo.org/controlarms - Amnesty International, ufficio stampa, tel. 064490224 o anche 3486974361, e-mail: press at amnesty.it, sito: www.amnesty.it * Per contatti con la Rete italiana per il disarmo: tel. 3283399267, e-mail: segreteria at disarmo.org, sito: www.disarmo.org 8. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: UN PIATTO DI SPAGHETTI AL POMODORO [Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento. Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre 1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara, la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo, Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996; Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria, una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno, luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio 2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"] La nostra vita apparentemente trascorre tranquilla. Una brioche calda, le telefonate agli amici, un momento di pausa, il caffe' a meta' mattina, il rumore del traffico, i ricordi di quando si era bambini. Sentire che fuori piove, annusare di nuovo la primavera, sentirsi capiti, amare una persona, innamorarsi di un film, comprarsi un libro, regalare un mazzo di fiori, l'odore della torta di mele che cuoce nel forno. Intanto intorno a noi crescono muri, non solo rappresentati da ideologie inumane, ma muri concreti fatti di acciaio e cemento. Come quello odioso che sta sorgendo in Palestina, nei territori occupati nel 1967, ad opera del governo israeliano di Ariel Sharon. Il "muro dell'apartheid" si prospetta anche come il piu' grande furto di terre dal 1967 ad oggi, tanto che una volta completato permettera' ad Israele di annettersi definitivamente il 60% della Cisgiordania, rendendo cosi' impossibile la nascita di uno stato palestinese con una sua continuita' territoriale e quindi qualsiasi soluzione negoziata del conflitto. Eppure tutta la comunita' internazionale, che ha salutato con gioia la caduta del muro di Berlino nel 1989 e pianto per la morte di oltre 250 persone uccise durante i 28 anni della sua esistenza, oggi non protesta per i nuovi muri, per gli immigrati morti cercando di passare il confine. Possiamo dire, amaramente, che la caduta del muro tra est e ovest, ha rafforzato il muro del razzismo e dell'indifferenza, tra il nord e il sud del mondo. * Le migrazioni sono un fenomeno strutturale irreversibile, su questo concordano proprio tutti. Ma se oggettivamente e' ogni giorno piu' evidente che i cosiddetti primo e terzo mondo fanno parte di un'unica storia, soggettivamente si afferma la tendenza a separare le storie dei popoli in "sviluppati" e "sottosviluppati". Se oggettivamente si impongono sempre piu' rigidamente le leggi spietate del mercato totale, soggettivamente sembra legittima e necessaria la distinzione e contrapposizione tra il "capitalismo selvaggio e sottosviluppato" del sud e il "capitalismo civilizzato e sviluppato" del nord. Se oggettivamente le minacce di distruzione e morte pesano su tutta l'umanita', si afferma nelle impostazioni politiche ed ecologiche la preoccupazione di salvare le minoranza "piu' avanzate", abbandonando le maggioranze al loro destino di morte. Questo atteggiamento e' un meccanismo psicologico di massa, che consiste nel rimuovere l'altro o, meglio, nel rimuovere l'unita' della storia e del mondo, e pertanto il sentimento di comunione fra tutti gli esseri umani. Si elabora una visione del mondo e della storia fondata sulla superiorita' e centralita' di un popolo, di una cultura, rispetto agli altri. Riducendo la storia del mondo a quella dei popoli "piu' avanzati" (la superiorita' economica e tecnologica dei paesi del nord), si nega il ruolo degli altri popoli e l'importanza delle nostre relazioni reciproche. Inevitabilmente intorno a noi crescono xenofobia e pregiudizi razziali. Cosi' gli immigrati si trovano appiccicati addosso i peggiori stereotipi della societa' moderna, fino ad essere considerati oramai tutti terroristi. La realta' dolorosa molte volte e' fatta di esseri umani ridotti a cose, spogliati della loro dignita', privati di affetti e di parole. * Qualunque persona semplicemente democratica dovrebbe reagire davanti all'abisso a cui inevitabilmente ci sta conducendo il disprezzo dell'altro, l'odio del diverso, il dogma della disuguaglianza, l'intolleranza, il fanatismo, l'oscurarsi della ragione. Si puo' reagire partendo anche dalle piccole cose del nostro quotidiano. Cosi' continuiamo a cucinare la pasta, tagliare il pane, conservare la frutta, apparecchiare la tavola, perche' ogni atto legato al cibo - anche il piu' semplice - porta con se' una storia ed esprime una cultura complessa della civilta' umana. Soltanto gli stolti possono considerare il piatto di spaghetti al pomodoro, come il segno di una esclusiva "identita' italiana"; poiche' esso in realta' e' il felice incontro tra una tecnologia produttiva messa a punto nella Sicilia araba del Medioevo e un prodotto americano importato in Europa dai conquistatori spagnoli. Allora, come per i cibi, non siamo identici. Ognuno e' diverso dall'altro. Ed e' sul riconoscimento delle diversita' che si fonda il riconoscimento dell'uguaglianza dei diritti di cui ogni essere umano e' portatore. Del resto, io che sono diverso da mio padre e da mio fratello, come posso pretendere di essere identico a una persona di un altro paese, di un'altra lingua, di un'altra tradizione culturale? Rivendico la mia diversita', se non lo facessi perderei un'altra occasione per migliorarmi. Ma una cosa e' rivendicare il diritto di essere diversi, un'altra cosa e' arrogarsi il privilegio di sentirsi migliori. Semplicemente, quando capiremo che siamo tutti diversi, nessuno sara' piu' diverso. 9. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: UNA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA [Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) per averci messo a disposizione la seguente lettera inviata al capo dello stato. Enrico Peyretti (1935) e' uno dei principali collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri piu' nitidi della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, ricerca di cui una recente edizione a stampa e' in appendice al libro di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui Enrico Peyretti ha curato la traduzione italiana), e una recente edizione aggiornata e' nei nn. 791-792 di questo notiziario; vari suoi interventi sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.org e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Una piu' ampia bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 731 del 15 novembre 2003 di questo notiziario] Signor Presidente della Repubblica, La ringrazio vivamente per il Suo discorso di oggi nel LX della Fao. Ogni tanto Le scrivo, nel mio dovere di cittadino attivo, per segnalare qualche esigenza o carenza, a mio modo di vedere, nella vita politica. Oggi sono lieto di dirle la mia soddisfazione per questo Suo stimolo alle politiche di giustizia vitale minima per tutti i popoli umani, perche' il diritto alla vita e alla dignita' di tutte le persone e' uguale, senza alcuna discriminazione, neppure di capacita' economica e di intraprendenza. Il diritto alla vita e' pieno e inviolabile anche negli incapaci, a cui i capaci devono provvedere. La legge della vita non e' la competizione, ma la cooperazione. E' una falsa e micidiale ideologia quella oggi dominante, per cui deve avanzare chi sa prendere in abbondanza, e restare escluso, o campare delle briciole che cadono dalla tavola di noi ricchi, chi non ha la forza di procurarsi neppure il necessario. Secondo l'ideologia oggi dominante, che pretende di apparire una legge di natura, l'umanita' di oggi e' divisa, selezionata in "sommersi e salvati", come nei peggiori momenti di violenza del Novecento. La fame ha cause politiche, come ha detto nella stessa occasione il presidente brasiliano Lula. Lei denuncia gli enormi investimenti di risorse in armi, nell'idea stolta che i conflitti umani si possano risolvere con la potenza omicida, invce che coi mezzi della politica umana. Le armi producono doppia immensa ingiustizia, prima sottraendo risorse vitali ai popoli, poi assegnando alla morte la soluzione dei problemi della vita. Questa logica e' criminale, secondo ogni coscienza umana, e secondo la legge internazionale di pace, vigente e obbligatoria, stabilita nella Carta delle Nazioni Unite, di cui Lei nel Suo discorso ricorda il valore. Se i governi piu' potenti, cha vantano valori democratici, non traducono in economia di giustizia e non di profitto egoistico e di parte, i principi umanitari che proclamano, la loro democrazia e' falsa, come ha scritto uno dei massimi maestri di vita politica che l'umanita' abbia avuto: "La mia concezione della democrazia e' che sotto di essa il piu' debole deve avere le stesse possibilita' del piu' forte. Questo puo' avvenire soltanto attraverso la nonviolenza". Altrimenti, la democrazia dichiarata, se non e' anche giusta, "e' una forma diluita di nazismo o di fascismo" (Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1996, p. 140, scritto del 18 maggio 1940). Il Suo discorso di oggi manifesta questa consapevolezza, che e' l'onore di un uomo politico. Io spero che questo Suo insegnamento caratterizzi la futura politica del nostro Paese, che oggi non va nella giusta direzione umana. Con viva cordialita' e gratitudine Enrico Peyretti 10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 11. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at inwind.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1087 del 18 ottobre 2005 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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