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La domenica della nonviolenza. 38
- Subject: La domenica della nonviolenza. 38
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 11 Sep 2005 11:03:58 +0200
============================== LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 38 dell'11 settembre 2005 In questo numero: 1. Starhawk: La stagione degli uragani 2. L'apartheid. In Italia 3. Una lettera ad alcuni parlamentari del 6 novembre 1999 4. Una lettera aperta del 26 febbraio 2000 5. Una lettera all'Acnur dell'11 agosto 2000 6. Una lettera al presidente del consiglio dei ministri del 30 agosto 2000 7. Una lettera al ministro della giustizia del 6 settembre 2000 8. Roberto Roversi: "E' oggi che dobbiamo contrastare" 9. Primo Levi: L'ultima epifania 10. Franco Fortini: Complicita' 11. Benito D'Ippolito: Cantata del tempo che fu 12. Primo Levi: Shema' 13. Giuseppe Ungaretti: In memoria 14. Benito D'Ippolito: Da una canzone della memoria che svanisce 15. L'odore del fumo 16. Trasformare il deserto in oasi 17. Schiavisti 18. L'articolo 10 della Costituzione della Repubblica Italiana 1. EDITORIALE. STARHAWK: LA STAGIONE DEGLI URAGANI [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente intervento di Starhawk. Starhawk, pseudonimo di Miriam Simos, scrittrice, e' una delle voci piu' note del movimento che si rifa' alla "spiritualita' della terra". E' una pacifista ed un'attivista da lunga data, fin da quando fu incarcerata quindicenne per aver protestato contro la guerra nel Vietnam. I suoi lavori come scrittrice sono stati tradotti in tedesco, danese, olandese, italiano, portoghese, spagnolo, francese e giapponese] Quando l'uragano Katrina ha colpito mi trovavo a Crawford, a Camp Casey, nel Texas. Vi ero andata per portare solidarieta' a Cindy Sheehan, la madre accampata fuori dal ranch di Bush per chiedere un incontro con lui e porgli la semplice domanda: "Per quale nobile causa mio figlio e' morto?". Cindy e' una donna formidabile, una donna senza paura perche' ha gia' perduto cio' che amava di piu'. La perdita e il dolore possono trasformarsi in forze potenti. Camp Casey era pieno di persone che avevano sofferto perdite reali a causa della guerra in Iraq: famiglie di soldati, veterani di ritorno dalla guerra, madri che hanno perduto in essa i loro figli. Lungo la strada vi era un grande campo di croci, a rappresentare i morti. Dall'altra parte, un piccolo gruppo di controdimostranti si riuniva ogni giorno. Non restavano per la notte. Dalla nostra parte, restavamo accampati nel fossato, in un calore terribile, grattandoci per il sudore e i morsi degli insetti. I controdimostranti gridavano slogan e andavano su e giu' per la strada, suonando il clacson, in automobili decorate con adesivi che proclamavano il loro amore per Bush. David, il mio compagno, un attivista di lunga data nel movimento per i diritti civili e un renitente alla leva ai tempi del Vietnam, mi ha detto scherzando che avrebbero avuto bisogno di qualche istruzione: era stato provocato assai meglio ai suoi tempi, da razzisti e fanatici anticomunisti. Il peggior cartello che innalzavano recitava: "Gli anni '60 sono finiti: perche' non ve ne andate a casa?". Qualcuno dalla nostra parte ne innalzo' uno di risposta: "Anche gli anni '50 sono finiti: perche' non ve andate voi?". * Bush ed i suoi alleati sono esperti nel fabbricare emozioni, alimentare la paura, sfruttare i decessi. Ma a Camp Casey l'aria era permeata dal dolore vero delle persone. Una donna mi disse che sua madre non usciva mai di casa, ma che lei l'aveva portata li' affinche' vedesse. In qualche modo madre e figlia erano degli archetipi repubblicani: vestite in modo convenzionale, con il loro accento texano e grandi cappelli da sole. Lo zio della donna, fratello della madre, aveva partecipato alla guerra del Golfo e ne era tornato mentalmente ed emotivamente devastato, ne' si era mai ripreso. Percio' la figlia aveva convinto la madre ad uscire, ad unirsi a noi, a chi aveva perduto veri figli, vere vite. Io ricambiai la loro storia con quella di Billy, figlio della mia migliore amica fin dalle elementari. Mary ed io giocammo insieme con le bambole di carta, urlammo per i Beatles e ci divertimmo pazzamente insieme durante gli anni '60. Mary fu la prima delle mie amiche a restare incinta, a 19 anni, ed io la aiutai attraverso il conflitto con la sua famiglia ultraconservatrice, attraverso il suo difficile matrimonio ed il suo complicato divorzio. Poi non fummo piu' in contatto per molti anni. Il ricordo che avevo di suo figlio Billy era quello di un bimbo di due anni con i riccioli da angioletto. Anche lui ando' alla guerra del Golfo e torno'. Poi prese un fucile, ando' sulla spiaggia e si uccise, uno delle migliaia di "effetti collaterali" non conteggiati, uno delle migliaia di suicidi, di malati cronici, di persone distrutte da quella guerra. I rifugi per i senzatetto e le strade sono ancora piene di uomini della mia generazione, i fantasmi viventi del Vietnam. Oggi i servizi per i veterani sono stati ulteriormente ridotti, gli ospedali hanno chiuso. Mio zio e mia zia, dal lato comunista della mia famiglia, hanno lavorato tutta la vita per i servizi sociali, incluso il sostegno ai veterani, ed orgogliosamente, perche' mia zia diceva che farlo era la cosa piu' vicina al socialismo che si potesse avere in questo paese. La gente che protestava a Camp Casey parlava spesso di "catene di comando", "missioni" e "ordini dall'alto". Uno dei miei amici disse: "Ehi, sembra di stare nell'esercito!" e qualcuno gli rispose: "Ma noi siamo l'esercito". Ed era vero, perche' erano le persone piu' direttamente toccate dalla realta' della guerra: madri con medaglie d'oro per i figli caduti, soldati che erano tornati dall'Iraq, i Veterani per la pace, le famiglie dei militari. La base naturale dei sostenitori di Bush, insomma, che si rivoltavano non contro il concetto di "autorita'", ma contro il suo abuso, contro il tradimento della loro fiducia. * Quando domenica notte arrivarono le notizie che riportavano l'avanzare dell'uragano e predicevano il disastro a New Orleans, l'atmosfera al campo era cupa. Un video ci stava mostrando nei dettagli gli effetti dell'uranio impoverito sui bimbi che nascono in Iraq: bambini ciclopi, con un unico occhio in mezzo alla fronte, bambini con teste piene di escrescenze tumorali, bambini che non sembrano nulla di piu' di un'indistinta massa di carne. Raggomitolato accanto a me, un dimostrante proveniente da New Orleans inveiva singhiozzando a dirotto. I ponti erano stati chiusi, non avrebbe potuto raggiungere i suoi cari. E le notizie da radio e tv ci stavano dicendo che migliaia sarebbero morti, a New Orleans. L'industria petrolchimica ha regnato a lungo nella zona, libera di distruggere le paludi e gli acquitrini che sono la protezione naturale contro gli uragani. Una bella fetta della Guardia Nazionale della Louisiana, il cui compito e' quello di intervenire durante i disastri naturali, e' in Iraq. Il resto si trovava in Florida, al momento della sciagura, occupata a spostare dell'equipaggiamento militare fuori dal percorso dell'uragano. I fondi per la prevenzione sono stati sistematicamente tagliati dall'amministrazione Bush: i soldi servivano per finanziare gli attacchi a Baghdad e Fallujah. Gli uragani vengono gonfiati dal calore dell'oceano, e tutta la zona e' calda in modo abnorme a causa del surriscaldamento globale, cosa che Bush ed i suoi alleati non vogliono ammettere stia accadendo. Il surriscaldamento del pianeta puo' non essere la causa diretta di Katrina, ma senza dubbio ha ampliato la sua forza e la sua furia. * New Orleans, come Casey Sheehan, e' una vittima di guerra. Mi immagino Cindy raggiunta nella sua veglia da una madre di New Orleans, una di quelle i cui piccoli sono morti di disidratazione nelle loro braccia, al Superdrome, che chiede a Bush "Perche' il mio bimbo e' morto?". E Bush, se fosse onesto, dovrebbe risponderle: "Il tuo bimbo e' morto dell'incompetenza e dell'insensibilita' che false credenze giustificano". E' morto perche' c'e' chi crede che l'economia e la tecnologia, alimentate da petrolio e gas a basso costo, possano continuare ad esistere nelle forme attuali. Che i profitti di chi beneficia di tale stato di cose sono di importanza grandiosa, e devono essere protetti ad ogni costo. Che la guerra fa bene agli affari. Che l'impatto ambientale non debba essere conteggiato nei costi del fare affari, e percio' non conta. Che la tecnologia ha trasceso la natura. Che il surriscaldamento del pianeta non ha conseguenze di peso. Che il governo non deve nulla alla cura ed al sostegno dei cittadini. Che le vite dei poveri non hanno molto valore, dopotutto, specialmente se a questi poveri capita di essere di colore. Che il modo di rispondere a domande difficili sia deridere e diffamare chi le fa. Che un buon servizio sui media possa ridefinire e rimodellare la realta'. Ma la realta' ha un suo modo di essere che ti si attacca addosso. Il dolore reale, le reali perdite: questi sono i veri risultati delle politiche di Bush. I suoi amici "neocon" mantengono il proprio potere fabbricando paura e sfruttando i morti. Ora, i veri morti sono tornati dalle tombe in cerca di loro. * E allora mi immagino Cindy e la madre di New Orleans raggiunte dalle madri irachene. Vedo le strade di Crawford intersecarsi con quelle di Baghdad e vedo i neonati deformi, i bambini fatti a pezzi, i corpi inzuppati di sangue. E sento questo coro di voci che chiede: "Perche'? Per quale nobile causa? Quale grande dono ci stai portando? Cos'e' questa democrazia che abbandona i poveri mentre annegano?". Vedo le madri comporre i corpi dei morti di fronte ai cancelli del potere. E vedo che noi ci uniamo a loro, e la tempesta si muta nel vento della giustizia, nel vento del cambiamento. Oh, si'. La stagione degli uragani e' appena cominciata. 2. EDITORIALE. L'APARTHEID. IN ITALIA Sperando di far cosa utile, riproponiamo altri materiali estratti dal foglio "Un uomo, un voto" che il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo pubblico' nel 2000 "per l'immediato riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutti gli stranieri regolarmente residenti in Italia". Alcuni materiali - tutti specifici sulla richiesta dell'elettorato attivo e passivo nelle amministrative per tutti i residenti - abbiamo gia' riproposto ne "La domenica della nonviolenza" n. 37. Qui proponiamo altri materiali relativi anche ad altri aspetti della sciagurata politica di apartheid su scala planetaria che tanto i vertici dell'Unione Europea quanto il governo Italiano insensatamente e criminalmente ancora perseguono in danno dell'umanita' intera e quindi anche dei cittadini europei e italiani. La vicenda sudafricana dovrebbe aver insegnato a tutti che la politica della segregazione, che nega alla maggioranza dell'umanita' i diritti che una esigua minoranza pretende come suo esclusivo appannaggio, e' non solo immorale e criminale, ma finalmente dereistica e catastrofica anche per coloro che la perseguono e la impongono. Nell'attuale distretta dell'umanita' l'unica politica ragionevole e' quella che riconosca tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani, che condivida le risorse anziche' rapinarle, che difenda la biosfera anziche' saccheggiarla, che favorisca l'incontro, il dialogo, la cooperazione, il riconoscimento reciproco tra i popoli e le persone. Una politica nonviolenta. 3. MATERIALI. UNA LETTERA AD ALCUNI PARLAMENTARI DEL 6 NOVEMBRE 1999 [Da "Un uomo, un voto" n. 1 del primo agosto 2000] Ad alcuni parlamentari impegnati per i diritti umani e la democrazia Proposta di un impegno legislativo affinche' a tutti gli stranieri residenti in Italia sia finalmente riconosciuto il diritto di voto nelle elezioni amministrative Un obiettivo minimo ma essenziale, ed immediatamente praticabile: - ratificando finalmente il capitolo C della Convenzione di Strasburgo del 5 febbraio 1992; - estendendo a tutti gli stranieri residenti in Italia il diritto gia' riconosciuto dal 1996 a quelli provenienti da paesi membri dell'Unione Europea. * Cari amici, egregi signori, vi proponiamo di impegnarvi per un provvedimento legislativo da anni atteso: il riconoscimento del diritto di voto per le elezioni amministrative a tutti i residenti cosi' da permettere al piu' presto ad oltre un milione di immigrati legalmente residenti in Italia di far sentire la loro voce come elettori e come eletti negli enti locali, cosi' da poter anche contribuire ad orientare in senso democratico l'azione delle amministrazioni locali. In Italia vi sono oltre 1.250.000 stranieri legalmente residenti. Con la loro presenza, la loro umanita', essi contribuiscono all'economia, alla cultura, alla vita civile di questo paese; ma a tutti loro e' negato il diritto di voto per le elezioni amministrative (con la limitatissima eccezione di quelli provenienti da paesi membri dell'Unione Europea). Per il diritto di voto nelle elezioni amministrative il Parlamento potrebbe procedere con relativa celerita', essendovi riferimenti giuridici e precedenti significativi. Il riferimento giuridico fondamentale e' la Convenzione di Strasburgo sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale del 5/2/1992, che al Capitolo C (ancora non ratificato dal Parlamento italiano, poiche' la legge 203/94 ha ratificato i soli Capitoli A e B) prevede appunto il diritto di voto - elettorato attivo e passivo - per le elezioni amministrative. In altri paesi tale diritto e' da tempo vigente; il caso forse piu' significativo e' quello dell'Irlanda, in cui tale diritto fin dal 1963 e' riconosciuto a tutti gli stranieri che ivi risiedono da almeno tre mesi (per un quadro europeo cfr. la tabella in Caritas di Roma, Immigrazione, dossier statistico '99, p. 157). Il precedente significativo fondamentale e' il riconoscimento del diritto di voto amministrativo per gli stranieri residenti provenienti da paesi membri dell'Unione Europea, gia' in vigore in Italia dal 1996. * Il significato politico Il significato politico del riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative agli stranieri residenti e' evidente: un notevole rafforzamento della democrazia; ed anche un rafforzamento ed una riqualificazione delle istituzioni democratiche di base in quanto rese cosi' piu' rappresentative. A cio' si aggiunga che la presenza come elettori e come eletti negli enti locali degli stranieri residenti porta nelle istituzioni democratiche di base un incremento di cultura, sensibilita' ed impegno nella lotta al razzismo ed alla discriminazione. Infine, cio' aiuterebbe a "mondializzare" la coscienza e l'azione delle istituzioni democratiche di base, a dare loro una corretta prospettiva, non rattrappita nel provincialismo, ma aperta alle problematiche complessive che non possono essere delegate ai soli governi nazionali ed alle sole istituzioni internazionali. * La questione del periodo previo E' nostra opinione che sarebbe altresi' opportuno che il periodo previo di residenza per ottenere l'elettorato attivo e passivo nelle elezioni amministrative non sia particolarmente prolungato (il periodo di cinque anni, come nella proposta del Consiglio d'Europa, a noi sembra decisamente eccessivo); a noi pare che sei mesi di residenza legale costituiscano un lasso di tempo adeguato. * Fare un primo passo Noi crediamo che sia opportuno un provvedimento legislativo ad hoc di ratifica del Capitolo C della Convenzione del '92 e quindi di immediato riconoscimento del diritto di voto per le elezioni amministrative; temiamo infatti che se si intende procedere ad una legge globale che includa anche la ridefinizione dei criteri di acquisizione della cittadinanza (legge che pure ovviamente auspichiamo) si corra il rischio di un rinvio sine die della questione. Ci sembra ragionevole quindi sollecitare il Parlamento a compiere subito e senza esitazioni questo primo passo. Ci sarebbe gradito sapere quale sia il vostro parere al riguardo, ed ancor piu' ci sarebbe caro che voi assumeste in Parlamento un impegno ed un'iniziativa in tal senso. Cordialmente, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo 4. MATERIALI: UNA LETTERA APERTA DEL 26 FEBBRAIO 2000 [Da "Un uomo, un voto" n. 2 del 19 agosto 2000] Lettera aperta del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo alle coalizioni, le liste e i partiti impegnati su posizioni non razziste nelle elezioni amministrative dell'aprile 2000 Inserite nel vostro programma elettorale l'istituzione dei consiglieri stranieri aggiunti come primo concreto passo per far cessare l'apartheid elettorale in Italia * Egregi signori, in aprile si votera' per molte Regioni ed enti locali. Alle coalizioni, le liste ed i partiti che ritengono di caratterizzarsi in senso non razzista, formuliamo una richiesta precisa: che nel loro programma elettorale inseriscano l'impegno ad istituire la figura dei consiglieri stranieri aggiunti, come primo concreto passo verso il riconoscimento del diritto di voto per tutti i residenti nelle elezioni amministrative. * a) La proposta dei consiglieri stranieri aggiunti Consiste nell'istituire e successivamente procedere all'elezione di consiglieri stranieri aggiunti eletti direttamente dagli stranieri regolarmente residenti nel territorio amministrato ai quali e' tuttora assurdamente negato il diritto di voto anche nelle elezioni amministrative, nonostante in altri paesi europei esso sia acquisito da decenni, e nonostante la Convenzione di Strasburgo sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale del 5/2/1992 lo preveda esplicitamente al suo Capitolo C - mai ratificato dal Parlamento italiano - (in Italia solo gli stranieri residenti provenienti da paesi della comunita' europea hanno il diritto di voto amministrativo dal 1996). Tali consiglieri stranieri aggiunti hanno il diritto di partecipare a tutti i lavori dei consigli (circoscrizionali, comunali, provinciali e regionali) in cui sono stati eletti: partecipano ai lavori delle commissioni e dei consigli, prendono la parola sulle proposte di delibera, sono titolari del diritto di presentare interrogazioni, interpellanze, proposte di deliberazione, e svolgono altresi' ogni altro atto proprio del consigliere eletto, ad eccezione del voto finale sulle proposte di deliberazione. Tale esperienza e' gia' in corso in Italia a partire dal Comune di Nonantola (Modena) dal 1994. Noi proponiamo l'istituzione dei consiglieri stranieri aggiunti in tutti gli enti locali come atto di rafforzamento delle istituzioni democratiche di base, di progresso civile in se', ed anche come azione propositiva e sollecitatrice nei confronti del Parlamento affinche' al piu' presto anche l'Italia, come gli altri paesi europei che la hanno da tempo preceduta, riconosca il diritto di voto per le elezioni amministrative a tutte le persone legalmente residenti nel territorio amministrato dall'ente locale per cui si vota. * b) L'obiettivo legislativo: il riconoscimento del pieno diritto di voto per tutti i residenti stranieri nelle elezioni amministrative Da tempo riteniamo che occorra un impegno comune di tutti i democratici per un obiettivo limitato ma concreto, il cui conseguimento potrebbe a sua volta produrre sviluppi assai rilevanti: il riconoscimento del diritto di voto per le elezioni amministrative a tutti i residenti cosi' da permettere al piu' presto ad oltre un milione di immigrati residenti in Italia di far sentire la loro voce come elettori e come eletti negli enti locali, cosi' da poter anche contribuire ad orientare in senso democratico l'azione delle amministrazioni locali. In Italia vi sono oltre 1.250.000 stranieri legalmente residenti. Con la loro presenza, la loro umanita', essi contribuiscono all'economia, alla cultura, alla vita civile di questo paese; ma a tutti loro e' negato il diritto di voto per le elezioni amministrative (con la limitatissima eccezione di quelli provenienti da paesi membri dell'Unione Europea). Per il diritto di voto nelle elezioni amministrative il Parlamento potrebbe procedere con relativa celerita', essendovi riferimenti giuridici e precedenti significativi. Il riferimento giuridico fondamentale e' la Convenzione di Strasburgo sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale del 5/2/1992, che al capitolo C (ancora non ratificato dal Parlamento italiano) prevede appunto il diritto di voto - elettorato attivo e passivo - per le elezioni amministrative. In altri paesi tale diritto e' da tempo vigente; il caso forse piu' significativo e' quello dell'Irlanda, in cui tale diritto fin dal 1963 e' riconosciuto a tutti gli stranieri che ivi risiedono da almeno tre mesi. Il precedente significativo fondamentale e' il riconoscimento del diritto di voto amministrativo per gli stranieri residenti provenienti da paesi membri dell'Unione Europea, gia' in vigore in Italia dal 1996. Il significato politico del riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative agli stranieri residenti e' evidente: un notevole rafforzamento della democrazia; ed anche un rafforzamento ed una riqualificazione delle istituzioni democratiche di base in quanto rese cosi' piu' rappresentative. A cio' si aggiunga che la presenza negli enti locali degli stranieri residenti porta nelle istituzioni di base cultura, sensibilita' ed impegno nella lotta al razzismo ed alla discriminazione. Infine, cio' aiuterebbe a "mondializzare" la coscienza e l'azione delle istituzioni democratiche di base, a dare loro una corretta prospettiva, non rattrappita nel provincialismo, ma aperta alle problematiche complessive che non possono essere delegate ai soli governi nazionali ed alle sole istituzioni internazionali. * c) la prospettiva: costruire la nuova cittadinanza, passando dallo jus sanguinis allo jus soli Con l'istituzione, l'elezione e l'attivita' dei consiglieri stranieri aggiunti pensiamo che si realizzino le premesse pratiche e gli esempi persuasivi che possano indurre il Parlamento a legiferare al piu' presto il recepimento del Capitolo C della Convenzione di Strasburgo del 5/2/1992; e con tale secondo passaggio riteniamo si costruiscano le premesse per persuadere tutti della necessita' ed opportunita' che al piu' presto si vada ad una riforma della cittadinanza passando dal criterio arcaico e patriarcale dello jus sanguinis al criterio moderno e democratico dello jus soli, talche' la cittadinanza non si acquisisca pressoche' solo "per diritto di sangue" ma semplicemente e logicamente per diritto di residenza, ovvero di concreta presenza sul suolo, sul territorio. 5. MATERIALI: UNA LETTERA ALL'ACNUR DELL'11 AGOSTO 2000 [Da "Un uomo, un voto" n. 8 del 2 ottobre 2000. Il testo era introdotto dalla seguente nota: "La seguente lettera aperta abbiamo inviato all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (in sigla: Acnur, o anche: Unhcr) l'11 agosto 2000; l'abbiamo altresi' inviata a molti altri interlocutori: istituzioni, associazioni, mezzi d'informazione, movimenti, persone impegnate contro il razzismo; ad essa abbiamo ricevuto varie adesioni che abbiamo successivamente trasmesso all''Acnur. Dall'Acnur fin qui nessuna risposta abbiamo ricevuto"] Lettera aperta all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati Denunziamo l'illegittimita' della condotta del governo italiano, e chiediamo un vostro intervento in difesa dei diritti umani dei profughi e dei perseguitati * Signori, vorremmo sottoporre alla vostra attenzione i seguenti quesiti: 1. E' legittimo o costituisce una grave violazione del diritto il fatto che l'Italia impedisca che approdino nel suo territorio nazionale persone che a tutti gli effetti hanno diritto ad essere considerati perseguitati e profughi, a godere del diritto d'asilo, a rientrare nella protezione garantita dalle norme giuridiche internazionali ed italiane che dispongono esplicitamente che essi hanno diritto ad accoglienza, assistenza, protezione? 2. E' legittimo o costituisce una grave violazione del diritto il fatto che l'Italia esegua provvedimenti di respingimento che possono significare precisamente e tragicamente consegnare le vittime nelle mani dei carnefici cui erano sfuggite? 3. E' legittimo o costituisce una grave violazione del diritto il fatto che in Italia persone che non hanno commesso alcun reato e non sono sottoposte ad alcun procedimento giudiziario, e che dovrebbero essere accolte ed assistite, vengano invece recluse in campi di concentramento in cui alcune hanno anche trovato una atroce, barbara ed assurda morte? 4. E' legittimo o costituisce una grave violazione del diritto il fatto che l'Italia invece di realizzare un servizio di trasporto pubblico e gratuito per favorire l'arrivo e l'accoglienza di perseguitati e profughi in forma di intervento umanitario dovuto e giuridicamente fondato, lasci invece che il trasporto dei migranti che si trovano in stato di estrema necessita' e di estremo pericolo, sia gestito dai poteri criminali che su questa attivita' lucrano ricchezze illecite immense? 5. E se questa condotta da parte delle autorita' italiane e' illegittima, oltre che disumana; se essa costituisce palese ed ignobile violazione dei diritti umani e dello stato di diritto; se essa non e' conforme ne' alla Dichiarazione universale dei diritti umani, ne' alla stessa Costituzione della Repubblica Italiana; quali passi ufficiali intendete proporre? quali iniziative intendete sollecitare le Nazioni Unite ad assumere? quali segnalazioni e richieste alla magistratura, al parlamento e al governo italiano ritenere di poter formulare? Perdonate se vi chiamiamo in causa cosi' esplicitamente, ma ci sembra orribile cio' che le autorita' del nostro paese stanno facendo in danno di uomini, donne e bambini che secondo la legge italiana e le convenzioni internazionali hanno diritto ad accoglienza ed assistenza, e che invece vengono abbandonati nelle grinfie dei poteri criminali, riconsegnati agli aguzzini, esposti alla morte, umiliati e vessati e torturati con strutture e provvedimenti palesemente in contrasto con la legalita' democratica, la civilta' giuridica, l'umano sentire. 6. MATERIALI: UNA LETTERA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 30 AGOSTO 2000 [Da "Un uomo, un voto" n. 11 del 5 ottobre 2000, in cui il testo seguente era preceduto dalla seguente nota: "Riproduciamo qui una lettera che abbiamo inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri il 30 agosto scorso, a sostegno della proposta che le istituzioni garantiscano un servizio di trasporto pubblico e gratuito per consentire l'arrivo in Italia dei migranti in stato di necessita', iniziativa che avrebbe una efficacia immediata ed immensa nel contrastare le mafie dei cosiddetti 'scafisti' che oggi accumulano risorse immense gestendo monopolisticamente il mercato illegale del trasporto di esseri umani disperati"] Richiesta di istituire un servizio di trasporto pubblico e gratuito affinche' tutti i migranti in stato di necessita' possano entrare regolarmente nel nostro paese ed esservi accolti ed assistiti dalle istituzioni, cosi' da inverare quanto disposto dall'art. 10 della Costituzione della Repubblica Italiana * Signor Presidente del Consiglio, come forse gia' sapra', da alcune settimane stiamo cercando di persuadere il governo italiano a mutare profondamente la sua politica in materia di ricezione dei migranti, passando dall'attuale gestione (a nostro avviso fallimentare e tutta sussunta a criteri inadeguati ed immorali, pratiche antigiuridiche e criminogene, e finalita' totalmente confliggenti con la Costituzione), ad altra che sia invece connotata da volonta' di inveramento della Costituzione, di rispetto e promozione dei diritti umani, di aiuto alle vittime e di lotta efficace ai poteri criminali. Punto cruciale della proposta che intendiamo ancora una volta prospettarle e' il seguente: che le istituzioni italiane istituiscano un servizio di trasporto pubblico e gratuito affinche' tutti i migranti in stato di necessita' possano entrare regolarmente nel nostro paese ed esservi accolti ed assistiti dalle istituzioni. Questo provvedimento ipso facto colpirebbe efficacemente le mafie degli "scafisti" togliendo loro l'attuale gestione monopolistica del trasporto degli esseri umani che in stato di necessita' cercano di raggiungere il nostro paese (un mercato illegale su cui le mafie lucrano ricchezze ingentissime); salverebbe le vite di tanti innocenti; ripristinerebbe legalita' e diritti umani laddove ora vi e' dolore, clandestinizzazione coatta, violenze e schiavitu'. * Ci permetta di argomentare. 1. vorremmo segnalarle un passo di un documento preparatorio per la prossima assemblea nazionale della "Rete di Lilliput", un prestigioso network di movimenti della societa' civile concretamente impegnati per la promozione dei diritti umani. Ci pare che anche questo testo formuli con chiarezza, ed argomenti in modo solido, la ragionevole e necessaria proposta di accogliere tutti i migranti garantendo a tutti l'ingresso in condizioni legali nel nostro paese. Citiamo testualmente il passo relativo: "I flussi migratori dai paesi poveri e devastati dalle guerre e dai disastri ecologici continueranno. Pensare di poter risolvere la questione trattandola come un problema di polizia e' irrealistico e pericoloso: non saranno ne' i muri né i mari a fermare l'invasione, finche' il divario di ricchezza tra il nord e il sud del mondo sara' quello attuale. Meglio sarebbe lasciare libero accesso a quanti vogliono venire a lavorare nei nostri paesi, offrendo loro la regolarizzazione immediata e il pieno godimento dei diritti civili e sociali: cio' permetterebbe loro di affrancarsi dalla tutela della malavita organizzata e di non essere costretti a svendersi sul mercato del lavoro per scontare il loro status di inferiorita' sociale. A prima vista, una simile apertura sembrerebbe inconcepibile, perche' darebbe il via libera ad una invasione di proporzioni ingestibili. Gli effetti 'negativi' sarebbero pero' in buona parte compensati da altri meccanismi di feedback positivo: maggiori redditi per gli immigrati potrebbero significare che un minor numero di loro avrebbe bisogno di venire al Nord per mantenere il resto della famiglia al Sud; anche il periodo di permanenza potrebbe essere ridotto e potrebbe essere agevolato il rientro in patria. Ci sarebbero effetti positivi per la stessa manodopera italiana, meno soggetta al duplice ricatto della concorrenza del lavoro nero e della delocalizzazione. I processi di delocalizzazione, infatti, sarebbero quantomeno rallentati da una maggiore mobilita' relativa dei lavoratori rispetto al capitale". * 2. La proposta formulata in quel documento a noi sembra di puro buonsenso. Infatti l'alternativa che oggi si pone e', seccamente, la seguente: a) o perseverare nell'attuale errata e criminogena politica che sta favoreggiando i poteri criminali e contribuendo a provocare la morte di uomini, donne e bambini innocenti; b) oppure mutare politica ed accogliere la proposta di istituire un servizio di trasporto pubblico affinche' tutti i migranti in stato di necessita' possano entrare regolarmente nel nostro paese ed esservi accolti ed assistiti dalle istituzioni come previsto non solo dal comune sentire dell'umanita', ma altresi' dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e dalla Costituzione della Repubblica Italiana che garantisce asilo a chiunque non ha riconosciuti nel suo paese di origine i diritti che la nostra Costituzione garantisce a tutti. * 3. E' chiaro che dal punto di vista morale e dal punto di vista giuridico non vi e' discussione: l'opzione giusta e' la seconda: che abbia vigore il diritto di asilo, che abbia vigore il rispetto e la promozione dei diritti umani, che abbia vigore la Costituzione democratica. * 4. Ma anche dal punto di vista politico l'opzione giusta e' la seconda: si tratta infatti di collocarsi dal punto di vista dell'umanita', di cio' che e' utile a tutti e quindi anche al nostro paese: non ha senso continuare a far arricchire le mafie; non ha senso continuare a lasciar uccidere esseri umani innocenti; non ha senso perseverare in una politica fallimentare ed insostenibile. Neppure se si recintasse l'Italia e l'Europa occidentale di filo spinato elettrificato sarebbe possibile fermare il fenomeno migratorio, che ha cause strutturali (che chiamano in causa anche gravi responsabilita' europee ed italiane) poderose e cogenti tali che solo un profondo cambiamento politico ed economico globale puo' modificarle e ridimensionarle, cosicche' finche' perdureranno le feroci condizioni di sfruttamento e di violenza che oggi soffocano la gran parte dell'umanita', sempre vi saranno migrazioni, e a nulla varranno mai ne' proclami ne' recinti ne' fucilieri, poiche' chi e' in stato di necessita' ha il diritto di cercar di salvare la propria vita, e la migrazione e' il piu' delle volte il concreto esercizio di tale diritto di legittima difesa; e per chi fugge dalla fame, dalla tortura, dalla morte, nessun rischio e' troppo grande, nessuna avversita' e' troppo spaventosa. * 5. Ed anche dal punto di vista piu' pedestremente utilitario, di difesa del nudo e gretto interesse economico e sociale del nostro paese, e' evidente che la seconda scelta e' l'unica azzeccata: poiche' pensare di continuare a fronteggiare il fenomeno migratorio come si e' fatto fin qui ha provocato soltanto: a) una gigantesca crescita di potere e di ricchezza delle mafie, che ormai sono all'attacco degli ordinamenti giuridici e delle democrazie: nell'Europa meno privilegiata siamo gia' agli "stati-mafia", alla fine dello stato di diritto, alle "democrature" mafiose: si vuole forse che l'Italia faccia questa fine? Si vuole forse che mezza Europa continui ad essere sotto il tallone mafioso? Si vuole forse che i poteri criminali impongano la loro dittatura su scala continentale e planetaria? b) una serie di uccisioni orribile, e tra le vittime vi sono sia i migranti sia gli uomini delle forze dell'ordine insensatamente fatti morire per una politica insensata; c) la clandestinizzazione forzata di tante persone in difficolta': clandestinizzazione forzata che espone questi uomini e queste donne al pericolo di divenir preda dell'economia illegale e dei poteri criminali; che li espone alla schiavitu', alla tortura, alla morte. Non e' evidente che interesse dello stato di diritto sia quello di consentire a tutti di avere un rapporto positivo con le istituzioni ed i servizi pubblici? Non e' evidente che l'unico modo per impedire che tante vittime di disagio e poverta' precipitino nella criminalita' e' quello di offrire loro legalita' ed assistenza? Non e' evidente che la terribile condizione della clandestinita' coatta si combatte efficacemente in un solo modo, cioe' garantendo a tutti una presenza legale nel nostro paese, il riconoscimento pieno dei diritti umani di ogni essere umano? d) un grave pericolo per lo stato di diritto, con fenomeni di degenerazione ed imbarbarimento inquietanti e tali da configurare quella situazione che Fraenkel nel suo noto libro sul "doppio stato" tematizzava in riferimento alla Germania nazista: ad un ordinamento giuridico democratico sottentra il cancro di uno stato in cui i fondamenti stessi dello stato di diritto e quindi la liberta' e la dignita' della persona umana vengono divorati da pratiche amministrative palesemente antigiuridiche: in Italia sta accadendo questo con l'istituzione dei campi di concentramento (ipocritamente denominati "centri di permanenza temporanea"), con le pratiche di respingimento (ovvero di riconsegna delle vittime in fuga proprio agli aguzzini da cui fuggivano), con l'idiozia dell'emissione a raffica di decreti di espulsione che di fatto favoreggiano le organizzazioni mafiose e reduplicano la violenza sulle loro vittime. E' evidente la necessita' di modificare profondamente la legga 40/98 in quelle sue parti del tutto incostituzionali ed aberranti (e confliggenti fino allo stridore con altre parti della medesima legge che sono invece di indubbia qualita'). * Signor Presidente del Consiglio, 6. Occorre scegliere, ricordando che errare e' umano, ma perseverare nell'errore e' diabolico: e qui siamo di fronte ad una strage infinita, al favoreggiamento piu' turpe delle mafie, alla clamorosa bancarotta di una politica che nella sua follia e' ogni giorno piu' insostenibile. Lei deve scegliere, deve scegliere adesso, ogni ulteriore dilazione ha conseguenze tragiche: deve scegliere di salvare la vita di tanti innocenti; deve scegliere di contrastare efficacemente le mafie degli "scafisti". La soluzione c'e', semplice, necessaria: che lo stato italiano istituisca subito un servizio di trasporto pubblico e gratuito per far si' che tutti i migranti in stato di necessita' possano venire in Italia ed esservi accolti ed assistiti in condizioni di piena legalita'. Certo, questa scelta apre ulteriori questioni da verificare nella pratica e da approfondire nel dibattito (tra cui, ed e' urgentissimo: denunciare e rinegoziare gli indegni accordi comunitari detti "di Schengen" - ma non solo - che pretendono di imporre all'Italia una politica incostituzionale e che quindi in quanto tali sono fuorilegge e criminogeni poiche' incompatibili con la fonte del nostro ordinamento giuridico); ma non fare questa scelta di civilta' vuol dire pietrificarsi in un ruolo indegno di un paese civile, di un ordinamento democratico, di uno stato di diritto: il ruolo del complice di crimini orrendi. L'Italia deve essere questo? Un paese che rifiuta di accogliere le vittime di dittature e stragisti? Un paese che rifiuta di applicare la sua stessa Costituzione? Un paese che favoreggia le mafie schiaviste? Non e' ammissibile. * 7. Ci pensi: una scelta e un impegno dell'Italia nel senso indicato avrebbe un valore politico e morale straordinario, collocherebbe l'Italia in un ruolo di protagonista nella lotta contro i poteri criminali, nel salvataggio di vite in pericolo, nella ridefinizione di una politica internazionale finalmente intesa a promuovere i diritti umani di tutti. * 8. Prima di concludere ci permetta di segnalarle alcune precedenti lettere gia' indirizzate a lei e ad alcuni ministri suoi collaboratori, in cui tali temi sono stati articolati con ulteriori argomentazioni e riferimenti. Lettere restate purtroppo fin qui senza risposta alcuna: - una lettera al Presidente del Consiglio ed al Ministro dei Trasporti del 26 luglio 2000; - una lettera al Ministro dei Trasporti del 4 agosto 2000; - una lettera al Ministro della Solidarieta' Sociale del 9 agosto 2000; - una lettera ai Presidenti dei gruppi parlamentari del 16 agosto 2000; - una lettera al Ministro del Lavoro del 21 agosto 2000; - richiamiamo altresi' la nostra Lettera all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati dell'11 agosto 2000. * 9. Ci consenta altresi' di segnalarle alcune recenti pubblicazioni che apportano materiali documentari ed analitici che a nostro avviso confortano la proposta che le abbiamo formulato: - Daniele Archibugi, David Beetham, Diritti umani e democrazia cosmopolitica, Feltrinelli, Milano 1998; - Pino Arlacchi, Schiavi, Rizzoli, Milano 1999; - Kevin Bales, I nuovi schiavi, Feltrinelli, Milano 2000; - Caritas di Roma, Immigrazione: dossier statistico, Anterem, Roma (rapporto annuale); - Commissione per le politiche di integrazione degli immigrati, a cura di Giovanna Zincone, Primo rapporto sull'integrazione degli immigrati in Italia, Il Mulino, Bologna 2000; - Alessandro Dal Lago, Non-persone, Feltrinelli, Milano 1999; - Nigel Harris, I nuovi intoccabili, Il Saggiatore, Milano 2000; - Vandana Shiva, Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; - Jean Ziegler, Les seigneurs du crime, Seuil, Paris 1999; - inoltre sulla specifica condizione dei rifugiati cfr. attivita' e pubblicazioni dell'Acnur (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati); - ovviamente sui diritti umani violati cfr. i rapporti annuali di Amnesty International. * Signor Presidente del Consiglio, auspichiamo una sua riflessione su quanto precede, che possa essere illuminata da ragione e coscienza ed abbia come esito un provvedimento concreto che d'un sol colpo salvi la vita di tanti innocenti, spazzi via il lucroso mercato illegale del traffico di esseri umani oggi in mano alle mafie, restituisca al nostro paese la dignita' di un paese che accoglie ed assiste i perseguitati, la dignita' di un paese fedele alla Costituzione scaturita dalla Resistenza. 7. MATERIALI: UNA LETTERA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA DEL 6 SETTEMBRE 2000 [Da "Un uomo, un voto" n. 12 del 6 ottobre 2000: "Riproduciamo qui una lettera che abbiamo inviato al Ministro della Giustizia il 6 settembre 2000, e che come molte altre non ha ricevuto risposta"] Siano aboliti i campi di concentramento Signor Ministro, ci sta a cuore lo stato di diritto, ci sta a cuore l'ordinamento democratico, ci sta a cuore la legalita' costituzionale, ci sta a cuore la difesa dei diritti umani. Ed e' per questo che rivolgiamo a Lei un accorato appello. Siano salvate le vite dei migranti in fuga dalla fame, dalle guerre, dalle dittature. Sia difesa nel e dal nostro paese la dignita' umana. Sia rispettata la norma costituzionale che riconosce il diritto d'asilo. Siano dunque aboliti i campi di concentramento in cui sono reclusi esseri umani che non sono accusati di alcun reato. Siano dunque aboliti i campi di concentramento in cui persone innocenti hanno trovato assurdamente la morte. Siano dunque aboliti i campi di concentramento istituiti dalla legge 40/98. E' per questo che rivolgiamo a Lei un accorato appello. Siano aboliti perche' denegano i diritti umani. Siano aboliti perche' violano la legalita' costituzionale. Siano aboliti perche' confliggono con l'ordinamento democratico. Siano aboliti perche' incompatibili con lo stato di diritto. 8. MATERIALI: ROBERTO ROVERSI, "E' OGGI CHE DOBBIAMO CONTRASTARE" [Da "Un uomo, un voto" n. 9 del 3 ottobre 2000. "Ripubblichiamo qui questi versi di Roberto Roversi, tratti da Dopo Campoformio, Einaudi, Torino 1965"] Scomparvero nelle piramidi di fuoco. Quel tempo sporco' di melma le mani dei sopravvissuti, dai gelidi cancelli precipitarono ancora ancora le mandrie nei macelli - belare straziava la lama dei coltelli in mano ai giovani carnefici. Non e' questo che voglio: ricordare. No ritornare a quei lontani anni, a quei tempi lontani. I cani erano piu' felici degli uomini. I miei versi sono fogli gettati sopra la terra dei morti. E' oggi che dobbiamo contrastare. 9. MATERIALI: PRIMO LEVI: L'ULTIMA EPIFANIA [Da "Un uomo, un voto" n. 10 del 4 ottobre 2000. Da Primo Levi, Ad ora incerta, Garzanti, Milano, ed in Idem, Opere, Einaudi, Torino. In calce alla poesia, datata 20 novembre 1960, e' indicato che essa trae ispirazione "dal ciclo 'Dies Irae', di Werner v. Bergengruen"] Era la vostra terra la piu' vicina al mio cuore: Per questo vi ho mandato messaggio dopo messaggio. Sono disceso tra voi sotto spoglie strane e diverse, Ma in nessuna di queste mi avete riconosciuto. Ho bussato di notte, pallido ebreo fuggiasco, Lacero, scalzo, braccato come una bestia selvaggia: Voi chiamaste gli sgherri, mi additaste alle spie, e diceste in cuor vostro: "Cosi' sia. Dio lo vuole". Da voi sono venuto quale vecchia insensata, Tremante, con la gola piena di muto grido. Voi parlavate di sangue, della stirpe avvenire, E solo la mia cenere usci' dalla vostra porta. Orfano giovinetto della piana polacca Vi sono giaciuto ai piedi, supplicando per pane. Ma voi temeste in me qualche vendetta futura, E torceste lo sguardo, e mi deste la morte. E venni qual prigioniero, e quale servo in catene, Di cui si fa mercato, cui si addice la frusta. Voi volgeste le spalle al livido schiavo cencioso. Ora vengo da giudice. Mi conoscete adesso? 10. MATERIALI: FRANCO FORTINI, COMPLICITA' [Da "Un uomo, un voto" n. 14 dell'8 ottobre 2000, con la seguente nota di preesentazione: "Questi versi di Franco Fortini, del 1955, riproponiamo ai nostri interlocutori. In una nota a questa poesia Fortini scriveva: 'Notizia giornalistica. Nella Ruhr, non pochi operai reduci dai campi di concentramento nazisti cercavano di farsi cancellare il tatuaggio del numero allora impresso sul loro braccio, per non essere identificati, sul luogo di lavoro, come ex resistenti e antifascisti'"] Per ognuno di noi che dimentica c'e' un operaio della Ruhr che cancella lentamente se stesso e le cifre che gli incisero sul braccio i suoi signori e nostri. Per ognuno di noi che rinuncia un minatore delle Asturie dovra' credere a una seta di viola e d'argento e una donna d'Algeri sognera' d'essere vile e felice. Per ognuno di noi che acconsente vive un ragazzo triste che ancora non sa quanto odiera' di esistere. 11. MATERIALI. BENITO D'IPPOLITO: CANTATA DEL TEMPO CHE FU [Da "Un uomo, un voto" n. 20 del 14 ottobre 2000] Diremo ai nostri nipoti che un tempo in Italia sorgevano i campi di concentramento. Un tempo che fu. Diremo ai nostri nipoti che un tempo si affogavano i fuggiaschi in mare dopo di averli speronati. Un tempo che fu. Diremo ai nostri nipoti che un tempo abitavano le lustre nostre strade giovani nostre schiave lustre. Un tempo che fu. Diremo ai nostri nipoti che un tempo il fuggiasco era reso agli aguzzini il misero alla mafia consegnato. Un tempo che fu. Ci chiederanno allora quei nipoti in quel tempo che facevamo noi. In quel tempo che e' adesso. 12. MATERIALI. PRIMO LEVI: SHEMA' [Da "Un uomo, un voto" n. 21 del 15 ottobre 2000. "Shema' significa 'Ascolta' in ebraico. E' la prima parola della preghiera fondamentale dell'ebraismo, in cui si afferma l'unita' di Dio. Alcuni versi di questa poesia ne sono una parafrasi" (nota di Primo Levi)] Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo e' un uomo, Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un si' o per un no. Considerate se questa e' una donna, Senza capelli e senza nome Senza piu' forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d'inverno. Meditate che questo e' stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, coricandovi alzandovi: Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi. 10 gennaio 1946 13. MATERIALI. GIUSEPPE UNGARETTI: IN MEMORIA [Da "Un uomo, un voto" n. 23 del 19 ottobre 2005: "Riproduciamo qui una poesia di Giuseppe Ungaretti, da Il porto sepolto, ora in: Vita d'un uomo. Tutte le poesie, Mondadori, Milano", il testo e' datato "Locvizza il 30 settembre 1916"] Si chiamava Moammed Sceab Discendente di emiri di nomadi suicida perche' non aveva piu' Patria Amo' la Francia e muto' nome Fu Marcel ma non era Francese e non sapeva piu' vivere nella tenda dei suoi dove si ascolta la cantilena del Corano gustando un caffe' E non sapeva sciogliere il canto del suo abbandono L'ho accompagnato insieme alla padrona dell'albergo dove abitavamo a Parigi dal numero 5 della rue des Carmes appassito vicolo in discesa Riposa nel camposanto d'Ivry sobborgo che pare sempre in una giornata di una decomposta fiera E forse io solo so ancora che visse 14. MATERIALI. BENITO D'IPPOLITO: DA UNA CANZONE DELLA MEMORIA CHE SVANISCE [Da "Un uomo, un voto" n. 28 del 24 ottobre 2000] I morti del Serraino Vulpitta che nome avevano? chi lo ricorda? Hanno imbiancato di bel nuovo i muri per altre vittime ospitare, altri accendere roghi. Due anni fa del Parlamento un voto ha reso legge che il povero fuggiasco quantunque innocente sia chiuso nei campi di concentramento. Che paghi il fio di essere povero, e fuggiasco, e innocente. Governano l'Italia i giovani hitleriani. 15. MATERIALI. L'ODORE DEL FUMO [Da "Un uomo, un voto" n. 25 del 21 ottobre 2000] Scriveva Danilo Dolci: "Auschwitz sta figliando nel mondo. Non sentite l'odore del fumo?". Gia', non sentite l'odore del fumo? Qui, oggi, i bambini schiavi nei sottoscala, le schiave sulle strade, i cadaveri lungo le strade, i cadaveri in fondo al "mare nostrum', le 'carrette del mare'' speronate, i parlamentari che istigano all'omicidio, la riconsegna dei fuggiaschi agli aguzzini, la clandestinizzazione coatta delle vittime, l'appalto del trasporto di disperati alle mafie transnazionali, l'apartheid elettorale, i campi di concentramento. I roghi nei campi di concentramento: non sentite l'odore del fumo? Non sentite l'odore del fumo? Auschwitz sta figliando nel mondo. 16. MATERIALI. TRASFORMARE IL DESERTO IN OASI [Da "Un uomo, un voto" n. 26 del 22 ottobre 2000] Partita ieri contemporaneamente dalla Sicilia e dalla Lombardia la carovana dei diritti dei migranti che sta attraversando l'Italia per giungere il 28 ottobre a Roma, costituisce una grande esperienza di informazione e discussione. Abbiamo gia' detto che la carovana e' occasione di incontro e di sensibilizzazione per promuovere in tutti la presa di coscienza, la riflessione e l'impegno per la difesa e la promozione dei diritti umani per tutti gli esseri umani, per la difesa e la promozione della democrazia in Italia, contro il razzismo, qui e adesso. La carovana evoca il tragitto attraverso il deserto, la fatica, i miraggi, il tenace progredire verso un'oasi in cui la vita sia degna. Questa carovana cerca di trasformare tutto il deserto in oasi. Ove passa cerca fecondare il deserto, portare luce e speranza. Ove passa denuncia l'iniquita' e costruisce diritto e solidarieta'. Chi puo' dia una mano, chi ignora si metta in ascolto. Uomini e donne sono in cammino e parlano per l'umanita' tutta. La carovana cammina e camminando parla, dice cose semplici e chiare: che il profugo va accolto e assistito; che la democrazia o vale per tutti o democrazia non e'; che ogni essere umano ha diritto a vivere; che l'umanita' e' una e ogni vittima ha il volto di Abele. E dunque si garantisca a tutti il diritto di muoversi in questo mondo piccino; si aboliscano tutti i campi di concentramento; si lotti contro ogni schiavitu'; a tutti siano riconosciuti i diritti inerenti ad ogni essere umano. E tra questi diritti il diritto di essere un essere razionale, il diritto di partecipare, il diritto di prender parte alle decisioni che riguardano tutti: un uomo, un voto. 17. MATERIALI. SCHIAVISTI [Da "Un uomo, un voto" n. 28 del 24 ottobre 2000] Se le mafie lucrano ricchezze immense gestendo monopolisticamente il trasporto di esseri umani disperati, e' grazie ad un ordine mondiale orribile, a leggi inique ed infami, ai dominanti poteri brutali e vampireschi che impediscono agli esseri umani di muoversi liberamente su questo piccolo mondo, che impediscono agli esseri umani di affermare i propri diritti, che impediscono agli esseri umani di opporsi alla fame e alla morte. Se in questo nostro paese troppi uomini e donne venuti a fatica da lontano finiscono nelle grinfie dei poteri criminali, e' perche' leggi infernali li precipitano in coatta clandestinita'. Chi ha riaperto in Italia i campi di concentramento, lui si fa maestro e donno agli schiavisti. Lungo le strade vite umane palpitanti ridotte a oggetti sessuali in vendita, chi ne compra i corpi schiavi? I bambini incatenati nel sottoscala a Prato, in Pakistan, a Taiwan: fabbricano le merci che tu compri a due soldi. Al convegno sulla schiavitu' dal palco gli schiavisti salutavano sorridenti i convenuti. Dalla platea gli schiavisti applaudivano. Le televisioni degli schiavisti portavano nelle case degli schiavisti le immagini trionfali e le commosse perorazioni. Nel freddo e nella nebbia delle notti, lungo le strade a un magro fuoco di cartone e copertoni, scosse dai brividi le persone schiave. E basterebbe un nulla a liberarle. 18. MATERIALI. L'ARTICOLO 10 DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA [Da "Un uomo, un voto" n. 27 del 23 ottobre 2000] L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero e' regolata dalla legge in conformita' delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non e' ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici. ============================== LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 38 dell'11 settembre 2005
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