La domenica della nonviolenza. 19



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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 19 del primo maggio 2005

In questo numero:
1. Michael Lerner per la prima volta in Italia il 17 e 18 maggio
2. Un profilo di Michael Lerner
3. Michael Lerner: L'America ha bisogno di una sinistra spirituale

1. INCONTRI. MICHAEL LERNER PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA IL 17 E 18 MAGGIO
[Ringraziamo di cuore Bruno Segre (per contatti: bsegre at yahoo.it) per averci
inviato i tre testi seguenti]

Il 17 e il 18 maggio prossimi verra' per la prima volta in Italia Rabbi
Michael Lerner, fondatore e direttore della rivista "Tikkun" e della Tikkun
Community (Berkeley, California): un gruppo interconfessionale molto aperto
ai laici, impegnato a indicare ai media, al mondo accademico, alle
istituzioni politiche, alla galassia dei movimenti e al piu' largo pubblico
percorsi di pace, di nonviolenza, di salute ecologica e di consapevolezza
globale.
*
Nella prima giornata italiana (17 maggio), Michael Lerner animera' a Firenze
(Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento), un incontro promosso dai
professori Giovanna Ceccatelli Gurrieri (presidente) e Lorenzo Porta
(docente) del Corso di laurea "Operazioni di pace, gestione e mediazione dei
conflitti" della Facolta' di Scienze della formazione e Scienze politiche
dell'Ateneo fiorentino.
L'incontro, organizzato con il sostegno della Regione Toscana e del Comune
di Firenze, sara' aperto alla cittadinanza.
Lerner trattera' il tema "Costruire la pace: una scelta politica e
culturale".  L'uditorio sara' costituito prevalentemente di insegnanti delle
scuole superiori, di docenti e studenti universitari di Scienze della
formazione e  Scienze politiche, di esponenti di movimenti laici e religiosi
e di partiti politici di vario orientamento.
Il dibattito sara' avviato da un gruppo di discussione composto da Moni
Ovadia, dal sociologo di origine irachena Adel Jabbar (docente di Sociologia
delle migrazioni all'Universita' di Venezia e profondo conoscitore della
realta' vicino-orientale) e dal professor Lorenzo Porta.  Moderatore
dell'incontro sara' Bruno Segre.
*
Nella seconda giornata  (18 maggio) avra' luogo un incontro a Milano sotto
l'egida della Provincia, allo "Spazio Oberdan" in Piazza Oberdan n. 1.
Qui il tema sara' "Risanare e disarmare il mondo": un titolo che prefigura
un approccio meno marcatamente sociologico e piu' orientato nel senso della
filosofia politica.
Il gruppo di discussione, moderato da Massimo Nava (attualmente
corrispondente del "Corriere della Sera" da Parigi, nonche' autore del
recentissimo Vittime, un libro che narra i piu' devastanti conflitti
dell'ultimo quindicennio leggendoli attraverso il destino delle vittime),
comprendera', oltre ai citati Moni Ovadia, Adel Jabbar e Lorenzo Porta,
anche il filosofo Salvatore Natoli.

2. PROFILI. UN PROFILO DI MICHAEL LERNER
[Riceviamo e diffondiamo il seguente sintetico profilo di Michael Lerner]

Nato 61 anni fa nel New Jersey, Rabbi Michael Lerner e' cresciuto in un
ambiente familiare immerso nella politica.
I suoi genitori erano leader del movimento sionista negli Stati Uniti nel
periodo precedente la seconda guerra mondiale. Dopo la guerra, suo padre
divenne giudice e sua madre consigliere politico e capo della campagna
elettorale per un senatore. Icone del partito democratico come Adlai
Stevenson e Harry Truman passarono per casa negli anni in cui Lerner
cresceva, e quando si presento' all'ammissione al college, John F. Kennedy
gli scrisse una lettera di raccomandazione. A dodici anni leggeva i
resoconti del Congresso e notava la differenza tra quello che i politici
dicevano e come votavano in realta'. Vedeva altrettanta ipocrisia anche nel
mondo ebraico. Dice Lerner "Da un lato, le sinagoghe negli anni '50 erano
piene di persone che sviluppavano ideali alti; dall'altro, era evidente che
il risultato finale erano il materialismo e il consumismo".
In seguito, Lerner scopri' il libro di Abraham Joshua Heschel Dio alla
ricerca dell'uomo. Per anni lesse un capitolo a settimana e, finito il
libro, lo ricominciava. Adolescente, incontro' Heschel che lo invito' a
studiare al Jewish Theological Seminar a New York. Qui Lerner scopri' che
alcuni ebrei rifiutavano l'Ebraismo americanizzato che lui conosceva, e
sostenevano che aveva poco a che fare con il messaggio centrale della
religione. Fu il suo primo incontro con una critica ebraica dell'Ebraismo e
getto' le basi della sua successiva campagna per un rinnovamento della fede.
Nel 1966 Lerner visse per diversi mesi in un kibbutz in Israele. Benche'
l'ambiente socialista del kibbutz gli dimostrasse che le persone potevano
essere motivate da riconoscimenti non materiali, gli rivelo' anche quello
che egli percepi' come difetto centrale del socialismo: l'assenza di un
elemento spirituale.
*
Alla fine degli anni '60, Lerner era diventato un leader del movimento
statunitense contro la guerra.
Era uno dei membri dei Sette di Seattle, un gruppo di attivisti denunciati
dal governo federale per utilizzare le proprieta' dello stato (il telefono)
con l'intento di incitare alla rivolta (una protesta contro la guerra nel
Vietnam). Il capo dell'Fbi J. Edgar Hoover chiamo' Lerner "uno dei criminali
piu' pericolosi degli Stati Uniti". Lerner fu incarcerato al penitenziario
federale di Terminal Island per disprezzo della corte. Le accuse di
cospirazione furono in seguito ritirate e le leggi in base alle quali erano
state portate furono dichiarate incostituzionali.
Quando il movimento contro la guerra perse vigore, Lerner attribui' parte
della responsabilita' a cio' che chiamo' un "surplus di impotenza" negli
attivisti stessi. Essi non potevano riconoscere i loro successi perche'
"ridefinivano continuamente i criteri in base ai quali definire il successo
in un modo che li faceva sentire dei falliti".
Il desiderio di comprendere questa "patologia" autodistruttiva porto' Lerner
a studiare psicoterapia. Voleva anche analizzare la sua vita emotiva. Dice
Lerner, "Scoprii che ero troppo severo nei miei giudizi, specialmente nei
confronti dei miei genitori". Fini' il suo secondo PhD (il primo era in
filosofia) al Wright Institute nel 1977 e incomincio' a lavorare come
psicologo clinico.
*
Tra la fine degli anni '70 ed i primi anni '80 Lerner viveva con disagio
crescente lo spostamento politico della comunita' ebraica dal polo liberal a
quello conservatore. Cio' lo condusse alla fine a fondare la rivista
"Tikkun" nel 1986. Il suo obiettivo era rivitalizzare le voci liberal e
progressive degli ebrei americani. Ma l'attivismo di Lerner non si limita al
Medio Oriente ed ai circoli ebraici statunitensi. Oggi "Tikkun" (che
significa in ebraico riparazione, guarigione o trasformazione) aiuta i
liberal di tutte le culture e confessioni a integrare nelle loro vite la
dimensione politica e quella spirituale. E' una rivista  molto considerata
anche nel dibattito culturale a livello accademico su questioni sociali
cruciali.
*
Lerner e' stato consigliere di Bill Clinton nel primo mandato.
Recentemente, Lerner ha formato la Tikkun Community, un gruppo
interconfessionale aperto ai laici, impegnato per la pace in Medio Oriente,
la nonviolenza, la consapevolezza globale, la salute ecologica.
Rabbi Lerner conduce servizi in diversi luoghi a San Francisco. La sua
congregazione, Beit Tikkun, e' un frutto del movimento Jewish Renewal, che
unisce alla spiritualita' un richiamo all'azione sociale per il cambiamento.
Il libro di Lerner Jewish Renewal: a Path To Healing And Transformation
delinea il suo progetto per rivendicare lo spirito rivoluzionario
dell'ebraismo. Il discorso si allarga a tutte le altre religioni in Spirit
Matters.
Nel dibattito statunitense sul conflitto tra Israele e Palestina la voce di
Lerner e' emersa come una delle piu' equilibrate. Il suo ultimo libro
Healing Israel/Palestine incoraggia entrambe le parti a riconoscere il
proprio e altrui dolore e ad affermare la dignita' innegabile dell'altro.
Il ruolo della Tikkun Community a questo riguardo e' educare il pubblico, i
media, il mondo accademico, le istituzioni politiche ed i rappresentanti
eletti ad un percorso di pace e sicurezza comune per Israele ed il popolo
palestinese.
*
Libri pubblicati:
- Jewish Renewal: A Path to Healing and Transformation (Putnam, poi Harper
Collins).
- con Cornel West: A Dialogue on Race, Religon and Culture in America
(Putnam, poi Penguin).
- The Politics of Meaning: Restoring Hope and Possibility in an Age of
Cynicism (Addison Wesley Longman/Perseus Books).
- Spirit Matters (Walsch Books/Hampton Roads).
- Healing Israel/Palestine (Tikkun Books).
Sito: www.tikkun.org

3. RIFLESSIONE. MICHAEL LERNER: L'AMERICA HA BISOGNO DI UNA SINISTRA
SPIRITUALE
[I brani seguenti sono estratti dalla serie di articoli di Michael Lerner,
Moments For Fear, Moments For Hope, apparsi sul sito "American Muslim" dal
23 gennaio 2005]

Re Salomone, considerato il piu' saggio tra i re ebrei, voleva porre sul suo
anello una frase o un detto che potesse essere sempre vero. Alla fine
scrisse: "Anche questo passera'".
Conosco molte persone che sono entrate in una depressione emotiva profonda
la scorsa settimana mentre guardavano il reinsediamento di George Bush.
Hanno delle buone ragioni per essere tristi e preoccupate.
Di fronte a noi abbiamo un compito enorme per i prossimi quattro anni:
impedire o almeno ridurre il danno che noi americani e la popolazione
mondiale subiremo quando l'amministrazione Bush cerchera' di mettere in
atto:
- la guerra con l'Iran e la Siria;
- la distruzione continua delle citta' irachene per porre fine alla rivolta
contro gli Stati Uniti e i loro alleati;
- la tortura e la reclusione senza processo e altre erosioni delle liberta'
civili;
- la privatizzazione come primo passo verso lo smantellamento del sistema di
previdenza sociale e di altri programmi governativi a beneficio dei
bisognosi;
- lo smantellamento delle protezioni ambientali e a tutela del consumatore;
- gli attacchi al movimento sindacale;
- restrizioni legali o eliminazione della scelta della donna sulle questioni
relative all'aborto.
Non riusciremo a fermare questi sviluppi con le strategie e gli approcci che
attualmente sono adottati dai Democratici, dai Verdi, dai movimenti di
azione sociale di sinistra (liberali e progressivi): il movimento contro la
guerra, ecc. Per quanto queste forze siano valide e consistenti, le elezioni
di novembre hanno provato che esse non hanno la capacita' di mobilitare
efficacemente la societa' per cambiare la politica americana - e il
risultato (una maggioranza conservatrice sia alla Camera che al Senato e una
presidenza di destra) e' cio' che rende depresse tante persone.
Eppure questa realta' puo' essere cambiata. Ci vorra' pero' un ripensamento
massiccio da parte delle forze progressive e liberali ed una disponibilita'
da parte di ogni movimento di azione sociale, di ogni angolo di ogni
collegio del Partito Democratico (compresi coloro che hanno votato
democratico solo perche' consideravano Kerry un male minore), dei Verdi e di
molti che non hanno votato, per fare continua e consistente pressione per un
nuovo tipo di politica.
I requisiti di una politica nuova saranno:
1. Una visione positiva invece di una focalizzazione su una politica del
"no" e dell'"anti". A cosa assomiglia il mondo per cui vogliamo batterci, e
per cosa vale la pena batterci, e come precisamente pensiamo di arrivarci?
2. Un atteggiamento comprensivo nei confronti di coloro con cui siamo in
disaccordo.
Il metodo da seguire: una percentuale significativa di persone che hanno
votato per la destra non erano ne' stupide ne' razziste, sessiste o omofobe.
Il nostro compito e' cogliere i desideri e le necessita' legittime che sono
alla base dello spostamento a destra, e disconnettere cio' che e' legittimo
nelle necessita' da cio' che e' illegittimo nel modo in cui la destra cerca
di rispondere ad esse.
Cosi', per esempio, la gente ha risposto in modo molto positivo
all'affermazione della destra che la missione dell'America e' diffondere la
liberta' nel mondo. Questo e' un desiderio assolutamente buono e, prima di
discutere su un modo migliore di raggiungere questo scopo (per esempio in
modo non unilaterale e con mezzi pacifici), dobbiamo riconoscere il bisogno
buono che porta gli americani a voler diffondere la liberta'.
Un movimento contro la guerra che riuscisse ad apprezzare maggiormente i
bisogni buoni nel popolo americano, e conseguentemente fosse piu' sensibile
alla bonta' almeno di alcuni tra coloro che hanno appoggiato la guerra in
Iraq, sarebbe piu' efficace nell'evidenziare perche' la soluzione bellica
non e' il modo migliore per diffondere la liberta'. La comprensione nei
confronti di chi la pensa diversamente non ha contraddistinto le
dimostrazioni contro la guerra e la retorica con cui si sono espresse.
3. Una critica basata sui valori spirituali, molto piu' radicale della
critica "vogliamo piu' beni materiali". Il riconoscimento di necessita'
spirituali, legate al senso.
In America e nel mondo occidentale vi sono molte persone che sono state
private dei benefici materiali delle societa' industriali avanzate e questo
e' vero per la maggioranza degli esseri umani. Questa e' la ragione per cui
il richiamo dei profeti alla giustizia sociale continua a risuonare; per
questo alcuni, che chiedono un revival spirituale della sinistra, vogliono
semplicemente dire che il programma attuale della sinistra e' gia'
spirituale e ha solo bisogno di una riverbalizzazione che sottenda un
linguaggio piu' spirituale o religioso, poiche' il punto principale della
sinistra e' far partecipare al benessere materiale della societa' coloro che
finora ne sono stati esclusi (i poveri di questo paese e del mondo).
Ma vi sono moltissime persone in America la cui sofferenza principale non
consiste nel non avere abbastanza denaro o supporti materiali. Eppure anche
costoro vivono una crisi, che e' stata affrontata dalla destra, anche se la
sinistra potrebbe farlo in modo ancor piu' efficace. E' una crisi di senso.
La maggior parte delle persone vuole dalla vita qualcosa di piu' che il
possesso del denaro e la sicurezza materiale: vuole una vita connessa ad uno
scopo o senso piu' alto. Questo bisogno di senso e' stato ignorato o
addirittura ridicolizzato dalla sinistra e il risultato e' che la destra
riesce a porsi come il campione delle necessita' spirituali delle persone.
Ne risulta che il modo piu' efficace per contrastare la globalizzazione
dell'egoismo e' essere fautori di una globalizzazione dello pirito, o di una
politica spirituale, il cui elemento principale e' una nuova "bottom line"
[l'ultima riga del conto economico in un bilancio, che indica il risultato
finale - ndt].
La vecchia "bottom line" e' incentrata sulla massimizzazione del denaro e
del potere, La "nuova bottom line" deve avere una logica diversa: la logica
dell'amore, della generosita' e della cura per l'altro.
O per dirla piu' precisamente: le istituzioni, le pratiche sociali, le
leggi, i movimenti politici e sociali devono essere ritenuti efficienti,
razionali o produttivi non solo nella misura in cui accumulano e
massimizzano il denaro e il potere, ma anche nella misura in cui
incoraggiano o massimizzano l'amore e la cura reciproca, la sensibilita'
etica ed ecologica; nella misura in cui potenziano la nostra capacita' di
trascendere le modalita' utilitaristiche e ci incoraggiano ad esperire il
sacro gli uni negli altri e lo sgomento e la meraviglia nella grandezza
della creazione.
Una "nuova bottom line" dovrebbe essere il centro di una politica
progressiva negli anni a venire, e sviluppare una visione di cio' che questo
dovrebbe significare in ogni campo. Percio' immaginate se la sinistra
sfidasse l'approccio della destra all'educazione non solo sul fatto che gli
insegnanti hanno bisogno di stipendi migliori e gli studenti di migliori
infrastrutture scolastiche, ma anche sul fatto che nelle scuole si insegnano
i valori sbagliati e che cio' che davvero si dovrebbe insegnare e' questa
"nuova bottom line": che il criterio di valutazione delle cose deve essere
la misura in cui esse producono amore e cura per l'altro e non solo se esse
producono piu' denaro o potere.
O immaginate se chiedessimo alla politica estera di produrre piu' amore nel
mondo e non solo piu' potere. O se insistessimo che e' l'amore per gli
altri, non il dominio sugli altri, la via migliore per la sicurezza interna
(e declinare tutto questo in un "Piano Marshall" globale...).
Questa e' una delle ragioni per cui la sinistra ha bisogno di una politica
spirituale. Rivolgersi alla fame di senso, e farlo fornendo un paradigma
alternativo di senso e scopo, basato sui valori spirituali dell'amore, della
cura per l'altro, della generosita', della pace, della giustizia sociale,
del benessere ecologico, della disponibilita' e dell'apertura e' un modo
piu' efficace di rispondere alla destra di qualsiasi altra strada la
sinistra abbia tentato finora. Perche' si rivolge ad un livello profondo di
crisi nella vita delle persone.
*
Alcuni a sinistra replicano dicendo: "Tutto questo e' bello, ma innanzitutto
dobbiamo affrontare i problemi della pace nel mondo e della giustizia
sociale. Quando saremo riusciti a risolvere questi problemi, allora ci
preoccuperemo di coloro che sono oppressi spiritualmente".
A costoro io rispondo: "Fantastico. Per favore, risolvete questi problemi
senza lasciare che noi ci intromettiamo. Una sola richiesta: siate onesti
con noi e con voi stessi sui risultati che la vostra strategia ha avuto
finora. In quale misura avete avuto successo nel vostro intento, a partire
dal New Deal una settantina di anni fa?". La risposta e' che si e' fatto
qualche minimo passo avanti nelle societa' industriali avanzate ma al prezzo
di una crescente miseria nel terzo mondo, e anche nelle societa' industriali
avanzate il gap tra ricchi e poveri non e' mai stato cosi' grande. Ne
risulta che i movimenti di sinistra non hanno avuto un successo reale
neanche se misurato rispetto al loro obiettivo (eliminare il gap a livello
di bisogni materiali).
Perche'? Ebbene, i pessimisti dicono: "perche' le persone che non stanno
dalla nostra parte sono egoiste". Ma io dico che questa analisi e'
sbagliata. La ragione reale e': "perche' nella vita delle persone vi e'
dolore, e la sinistra sembra non accorgersi di quel dolore e di fatto agisce
come se pensasse che nessun dolore, a parte la mancanza di beni materiali,
sia reale o degno di riparazione politica o sociale". O, per dirla in un
altro modo, perche' la sinistra e' sorda come una campana rispetto alla
crisi spirituale che deriva dalla mancanza di significato nella vita delle
persone, che sono sempre piu' imbevute della cultura della vecchia "bottom
line" e del "buonsenso" capitalista, e ne stanno facendo i valori che
guidano la loro vita quotidiana.
Ma per arrivare anche solo al punto in cui le persone a sinistra possano
comprendere qualcosa di tutto questo, bisognera' superare l'antagonismo
culturale al mondo religioso e spirituale.
Non e' che io non capisca parte di questo antagonismo e di questa rabbia.
Dopo tutto, la spiritualita' e la religione sono state e sono utilizzate per
giustificare regole e pratiche razziste, sessiste, omofobiche, militariste,
autoritarie e crudeli. E molti tra i militanti della sinistra sono cresciuti
in comunita' religiose che hanno appoggiato queste pratiche e a ragione
hanno voluto uscirne.
L'errore tuttavia sta nell'identificare queste regole e pratiche con
l'essenza delle comunita' religiose, piuttosto che nel vederle come
distorsioni.
La sinistra non ha difficolta' ad operare questa distinzione in altri campi.
Per esempio, i concetti di socialismo e comunismo erano usati in Unione
Sovietica, Cina, Corea del Nord e molti stati dell'Europa dell'est come
religione ufficiale per giustificare il regime totalitario. Ma a sinistra si
riusciva a dire: "il vero comunismo ed il vero socialismo non sono incarnati
in questi stati totalitari". Negli ultimi cento anni questo uso improprio
del socialismo e del comunismo ha fatto piu' vittime del suo corrispettivo
religioso, ma la sinistra non e' disposta a fare la stessa distinzione
quando si tratta di separare il messaggio spirituale dall'uso distorto che,
nell'appropriarsene, ne hanno fatto alcune religioni.
E questa distinzione non viene fatta nonostante nelle comunita' religiose
molti siano all'opera per dare corpo ad una voce spirituale progressiva.
La rabbia contro la religione e' cosi' profonda nei circoli laici di
sinistra da renderli incapaci di riconoscere il fatto che uno dei movimenti
progressivi di maggior successo degli ultimi cinquant'anni, il movimento dei
diritti civili, era profondamente radicato in alcune comunita' religiose e
guidato da leader religiosi come Martin Luther King, Jr, o che un forte
sostegno al movimento contro la guerra degli anni '60 venne dalle chiese
liberali.
Il tentativo di Tikkun di creare una voce spirituale progressiva e' stato
spesso accolto con ostilita' non solo dai politici della destra (che sono
perfettamente consci di quanto sarebbe pericoloso per loro se le necessita'
spirituali fossero prese in considerazione e poi associate ad una politica
progressiva) ma anche e addirittura con maggior veemenza dalla sinistra, che
spesso rifiuta i nostri sforzi bollandoli come evanescente, irrazionale e
antiscientifica emotivita' New Age, o addirittura come un cavallo di Troia
per la destra.
Molti laici pensano che il loro pregiudizio antireligioso non sia affatto un
pregiudizio, ma semplicemente un impegno ad essere razionali: essi non hanno
idea di quanto il loro linguaggio ed il loro atteggiamento possano suonare
"condiscendenti" verso persone che hanno una tensione spirituale. Ne' sono
consci di quanto rendano difficile per coloro che, nelle file progressive,
hanno un impegno spirituale o religioso, appoggiare le cause progressive.
(Ad esempio, domenica 23 gennaio "Not in Our Name" ha pubblicato
un'inserzione di un'intera pagina sul "New York Times" criticando
l'amministrazione Bush. Una bozza precedente di questo testo conteneva una
serie di affermazioni antireligiose che attaccavano cio' che gli autori
ritenevano esempi dell'irrazionalita' della religione: "Il Grand Canyon non
e' stato creato da un diluvio biblico" era un esempio. Ora, perche' mai
qualcuno che vuole opporsi all'amministrazione Bush scopre di dover
improvvisamente prendere posizione a favore o contro quanto la Bibbia dice
del diluvio, o impegnarsi a cercare di spiegare agli autori del documento
che la Bibbia non menziona il Grand Canyon?
Nella prima versione di quel testo c'erano molti altri passi che portarono
alcuni leader religiosi che conosco a rifiutare di firmare. Ma gli estensori
di quel documento hanno cosi' tanta rabbia nei confronti della religione che
probabilmente non e' mai passato loro per la testa che non era una buona
idea far emergere quella rabbia in un documento di critica a Bush.
Io ho rifiutato di firmare il documento finche' la maggior parte di quel
linguaggio non venne emendato, cosicche' ne restarono solo delle tracce
nella versione che ho sottoscritto, sebbene anche quella versione avesse
ancora un'impronta negativa).
E' necessaria una campagna che sfidi la negativita' nei confronti delle
tematiche religiose e spirituali nella sinistra. Le persone devono venir
messe di fronte alla scelta: preferiscono vivere in un mondo governato dai
George Bush, conservando i loro pregiudizi contro la spiritualita' e la
religione, oppure preferiscono vivere in un mondo in cui le forze
progressive hanno avuto la meglio grazie alla creazione di un'atmosfera di
rispetto per quanti, tra i progressisti, hanno un serio impegno religioso e
spirituale?
*
Solo quando avra' superato questa ostilita' la sinistra potra' davvero
confrontarsi con la sfida che la Tikkun Community sta ponendo al resto delle
forze progressive: l'invito ad adottare una politica spirituale o, se la
parola "spirituale" e' davvero troppo difficile da accettare, una "politica
di senso" (o significato) progressiva, una delle modalita' piu' efficaci per
costruire una forza progressiva che possa andare al potere in America.
Attenzione, questa non e' semplicemente una strategia di "riposizionamento
sul mercato", non stiamo parlando di un rilancio di immagine o di migliori
pubbliche relazioni, o di manipolazioni simili. Si tratta di ripensare in
profondita' il modo ed i contenuti della sinistra, cio' per cui essa esiste.
Allo stesso modo, vi sono oggi persone che parlano di politica spirituale ma
tutto cio' che intendono dire e' aggiungere parole come "spirituale" o "Dio"
o "politica profetica" al vocabolario; ma quando si arriva a parlare dei
contenuti concreti per cui si battono, cio' che ne viene fuori e' lo stesso
programma delll'attuale Partito Democratico o dei Verdi. Questo non e' cio'
di cui sto parlando. Sto parlando di una "nuova bottom line", e di un punto
di vista totalmente nuovo che ne risultera'.
Ora, cosa mai potrebbe rendermi ottimista, se questo e' il tipo di
cambiamento che credo sia necessario?
Ebbene,, lasciatemi citare un paio di motivi.
*
Innanzitutto, prestate attenzione al linguaggio usato da George Bush nel suo
secondo discorso di insediamento. Prestate attenzione ai concetti che vi
sono espressi e vi renderete conto che sono rivolti ad un alto obiettivo
morale.
Non preoccupatevi, io vedo le contraddizioni profonde tra cio' che dice e le
politiche che persegue. Ma perche' Bush non dovrebbe essere franco nel
parlare degli obiettivi di dominio del mondo della sua amministrazione ?
Perche' dovrebbe inquadrare il suo discorso in un linguaggio che ci da' una
base per dire "ehi, tu non vivi secondo i valori di cui parli"?
La ragione e' questa: noi liberali e progressivi, quando eravamo all'apice
delle nostre capacita' visionarie ed utopiche, abbiamo articolato valori che
hanno parlato alle necessita' piu' profonde della maggioranza degli
americani.
Cosi' quando George Bush parla di superare il razzismo, per esempio, o di
opporsi alla tirannide, sta facendo appello a valori che i rivoluzionari,
nel corso della storia americana, sono stati in grado di portare al centro
del discorso politico. E la ragione per cui abbiamo potuto farlo e' la
fondamentale bonta' del popolo americano, il suo desiderio di un mondo
basato sull'amore, la tenerezza e la generosita', un desiderio che
recentemente ha trovato piena espressione nella straordinaria risposta allo
Tsunami.
Se vi e' questa bonta' profonda nelle persone, anche in coloro che votano
candidati le cui politiche sono oggettivamente piene d'odio e violenza,
allora questa e' una base per la speranza. Agganciare questa bonta' richiede
intelligenza anche strategica, ma innanzitutto richiede che, nell'area
progressiva, siamo attenti a capire che questa bonta' e' reale ed
accessibile.
Il nostro compito quindi non e' solo evidenziare le contraddizioni nelle
politiche della destra, ma fornire una visione del mondo ed una via per
realizzarla che si rivolga alla bonta' delle persone e la mobiliti.
In secondo luogo, ho fatto questo discorso in molti posti negli Stati Uniti
e ovunque le persone sono venute da me e mi hanno detto: "si', anche noi
vogliamo questo tipo di movimento di cui ci parli", o "si', mi rendo conto
che i miei pregiudizi antispirituali o antireligiosi ci danneggiano da un
punto di vista politico, per cui li mettero' in discussione", o addirittura
"questo e' il movimento che ho sempre desiderato, un movimento che mette
l'amore al centro".
Cio' che ho scoperto e' che molte persone a sinistra hanno i loro valori
spirituali, semplicemente non si sentono tranquille a parlarne.
Nascondono la loro parte spirituale quando sono coinvolti in attivita' di
azione sociale, per poi creare una pratica spirituale nel privato, che sia
la meditazione, lo yoga, il canto, o addirittura l'appartenenza ad una
chiesa, una moschea o una sinagoga. Percio' si sentono sollevati all'idea di
poter partecipare con tutto il loro essere ad un movimento progressivo di
cambiamento sociale, senza doversi dividere in due per poter essere
socialmente accettabili. E moltissimi laici riconoscono la loro parte
spirituale quando si soffermano a pensarvi, si rendono conto che essere
spirituale non significa dover credere in qualche particolare Essere
Supremo, e che i loro impegni morali sono piu' radicati in un fondamento
spirituale che in qualsiasi altro elemento che possa essere convalidato
dalla scienza o dalla razionalita' per come sono attualmente strutturate.
Non voglio negare, tuttavia, che viviamo in un momento in cui la paura e' la
realta' dominante e che le forme spirituali e religiose presentateci dai
sostenitori di Bush sono spesso piu' dominate dalla paura che dall'amore.
Anche questo passera'.
La fame d'amore si affermera'. E se usiamo questo periodo per costruire una
struttura di riferimento in cui quella fame possa essere espressa e
soddisfatta, quella guarigione della societa' che noi tutti vogliamo sara'
possibile. Fino ad allora, dobbiamo darci reciprocamente quanto piu' amore,
cura e sostegno possibile, e non perdere la speranza.
*
Per anni, i Democratici si sono detti: "e' l'economia, stupido".
Eppure milioni di americani di reddito medio hanno votato, contro i loro
interessi economici, per sostenere i Repubblicani che sono riusciti a
toccare un insieme di bisogni piu' profondi.
I Democratici si dividono sulla soluzione. Gli attivisti di centro-destra
del Democratic Leadership Council avvertono che il Partito deve distanziarsi
maggiormente dal populismo economico, dal discorso contro la guerra (cio'
che chiamano l'ala George McGovern o Howard Dean del partito),
dall'identificazione con i gay e le femministe, e altre eredita' culturali
degli anni '60. Dall'altra parte, gli attivisti di centro sinistra come
Robert Borosage della corrente progressiva Campaign for America's Future e
Katrina van den Heuvel, direttrice di "The Nation", chiedono "grandi idee"
ai progressivi ma di fatto non hanno da offrire molto di piu' delle idee
riciclate che non sono riuscite a catturare gli elettori alle primarie
quando a presentarle erano Kucinich, Sharpton, e altri.
Sia i conservatori che i progressisti nel Partito Democratico continuano a
non capire.
Ai conservatori mascherati da Democratici diciamo: John Kerry e'
conservatore quanto basta per i Democratici. Il suo militarismo non ha
conquistato i militaristi, la sua visione della lotta ai terroristi come
caccia capillare e spietata non gli ha portato i voti di quanti sono prima
di tutti spaventati dal terrorismo, il suo sostegno al capitalismo
globalizzante non ha convinto i capitalisti, il suo sostegno ad Ariel Sharon
non gli ha portato gli ebrei di destra e il suo rifiuto di parlare dei
problemi ambientali nei dibattiti televisivi non gli ha portato nulla.
Ai Democratici progressivi diciamo: non riducete il problema dei "valori"
alla lotta contro una minoranza discutibile che sostiene l'omofobia, gli
antiabortisti, i fondamentalisti cristiani che cercano di imporre un'unica
prospettiva religiosa a tutti. L'America soffre una vera crisi spirituale.
Se voi progressisti riuscirete a superare la vostra feroce rabbia
antispirituale ed antireligiosa, scoprirete quello che noi abbiamo capito
quando fondammo Tikkun piu' di 18 anni fa: che la crisi spirituale ha le sue
radici nelle dinamiche del capitalismo e che puo' solo essere guarita da una
trasformazione profonda delle strutture economiche e politiche che guidano
il nostro mondo.
*
I fondatori di Tikkun scoprirono la crisi spirituale dell'America nel corso
di una ricerca all'Institute for Labor and Mental Health (Ilmh). La rivista
"Tikkun", e piu' di recente la Tikkun Community, furono fondate per
comunicare questo risultato centrale della ricerca: gli americani hanno cio'
che chiamiamo "bisogni di senso", la cui importanza nel determinare il
comportamento e' pari a quella dei bisogni materiali.
Le persone hanno fame d'amore e di riconoscimento reciproco della propria
unicita'. Noi ricerchiamo occasioni per esprimerci in forme di lavoro
creativo e di divertimento e cerchiamo una modalita' per dare alle nostre
vite un significato piu' alto di quello che e' offerto da una societa' che
cerca di convincerci che "chi ha piu' giocattoli vince".
Decine di milioni di americani si sentono traditi da una societa' che sembra
porre il materialismo e l'egoismo al di sopra dei valori morali. Questi
americani sanno che "cercare di diventare il numero uno" e' diventato il
significato comune della nostra societa'.
Lavorano tutto il giorno in istituzioni governate dall'etica competitiva del
mercato capitalista e ne hanno interiorizzato la visione del mondo,
strumentalizzatrice e materialista: che progresso significa accumulare
sempre piu' oggetti e avere mezzi migliori per controllare il mondo, che la
"bottom line" consiste nel massimizzare denaro e potere, che e' probabile
che gli altri si avvantaggino nei nostri riguardi e cerchino di dominarci
per soddisfare il loro desiderio di affermazione se non riusciamo a
dominarli e a manipolarli per primi.
Queste "lezioni" le portiamo a casa, nella nostra vita personale corrompendo
inevitabilmente i nostri rapporti reciproci, sostituendo la solidarieta' con
l'interesse personale e lasciando molte persone disperate e sfiduciate nei
confronti degli altri.
Ironia: molti nella nostra societa' (e non solo negli Stati Uniti ma
dovunque prevalga l'etica del mercato) odiano questo sistema di valori e si
sentono corrotti da esso nella misura in cui vi partecipano.
Molti desiderano disperatamente un modo per costruire parte della loro vita
secondo un criterio spirituale ed etico superiore. Eppure, poiche' hanno
interiorizzato la coscienza del mercato come una "realta'", si sono
rassegnati a viverre in un mondo in cui questo egoismo e' l'unica
possibilita' "realistica".
*
Questo "realismo" da' ragione di quella che sembra essere la palese
ipocrisia di persone che si lamentano dell'egoismo e del materialismo eppure
contnuano a vivere consumando freneticamente e affermando se stesse in ogni
modo possibile.
Esso spiega il comportamento di coloro che sostengono candidati le cui
politiche chiedono tagli nei servizi ai bisognosi: non e' il loro desiderio
di un mondo maggiormente coerente dal punto di vista etico ad essere falso,
ma essi sono in un conflitto poiche' al tempo stesso credono che il loro
desiderio sia "irrealistico" e che pertanto dovrebbe essere espresso solo in
chiesa o in sinagoga, ma non in campo economico o politico.
Molti di questi votanti hanno trovato una "politica di senso" nella destra.
Nelle chiese e sinagoghe di destra, a questi elettori e' presentata una
visione del mondo coerente che si rivolge ai loro "bisogni di significato".
E non sono solo parole: molte di queste istituzioni offrono ai loro membri
un livello di cura reciproca che raramente essi trovano nel resto della
societa'. Attraverso queste istituzioni la destra fornisce agli elettori un
senso della comunita' che non e' offerto loro in alcun altro luogo, una
comunita' che ha come suo tema centrale l'idea che la vita ha valore perche'
e' legata ad un significato piu' alto del successo che l'individuo puo'
avere sul mercato.
E' facile vedere come questa fame di senso venga manipolata secondo
modalita' che i liberal considerano offensive e contradditorie. I tentativi
frenetici di preservare la famiglia negando ai gay il diritto al matrimonio;
il sostegno a politiche che accelerano la distruzione dell'ambiente e non
fanno nulla per incoraggiare il rispetto per la creazione divina; la
focalizzazione intensa sulla protezione del feto e una cultura della vita
senza un simultaneo impegno per la ricerca medica (per esempio la ricerca
sulle cellule staminali o la ricerca sull'hiv/aids); la pretesa di avere a
cuore gli altri negando loro al tempo stesso un salario di sussistenza ed un
ambiente ecologicamente sostenibile; tutto questo e' giustamente percepito
dai liberal come un livello di incoerenza tale da indurli a bollare gli
elettori che si sono spostati a destra come ipocriti.
Eppure i liberal, prigionieri di un disdegno per la religione che persiste
da lungo tempo e completamente sordi alle necessita' spirituali sottese
alllo spostamento a destra sono stati incapaci di ingaggiare un dialogo
serio con questi elettori.
Giustamente adirato per il modo in cui alcune comunita' religiose sono state
trascinate nel pantano dell'autoritarismo, del razzismo, del sessismo e
dell'omofobia, corretto nella decisione di non consentire alla destra di
imporre la sua versione della religione al resto del paese con la pretesa
del voler rendere l'America una "nazione cristiana", il mondo liberal ha
sviluppato l'ostilita' al mondo religioso in forma di riflesso condizionato.
Cio' ha emarginato i molti che a sinistra hanno reali esigenze spirituali e
al tempo stesso ha portato a non riconoscere che una buona parte di quanti
si sono spostati a destra esprimono una critica legittima all'ethos egoista
presente nella societa' americana.
Contenta di usare le chiese afroamericane come palcoscenico per mobilitare
gli elettori democratici e di usare i leader religiosi per fornire citazioni
bibliche a supporto di qualunque tipo di programma liberal sia discusso al
momento, la sinistra ha mandato un messaggio costante: lasciate da parte le
vostre idee religiose e spirituali quando partecipate con noi alle campagne
politiche pubbliche.
*
Non stiamo sostenendo che tutti a sinistra dovrebbero diventare religiosi.
Cio' che vogliamo e' una sinistra che sia accogliente non solo per i laici e
gli atei militanti ma anche per i credenti che condividono un impegno per la
pace, la giustizia sociale e la salute dell'ambiente. Vogliamo una sinistra
che creda che la critica piu' efficace di questa societa' deve essere
radicata nella sfida al modo in cui il mercato capitalista favorisce un
ethos di egoismo e materialismo.
Una politica progressiva di senso non esige la fede in un Essere Supremo e
meno ancora nel Dio specifico che e' stato oggetto delle versioni ortodosse
del Cristianesimo, dell'Ebraismo o dell'Islam. Ma richiede il riconoscimento
del fatto che molti vogliono dalla vita qualcosa di piu' che accumulare
comodita', piaceri e beni materiali. Vogliamo piu' che il potere, la fama,
il successo sessuale; vogliamo di fatto legare le nostre vite a qualcosa di
importanza trascendente, il cui valore continui anche dopo la nostra vita.
Contro il riduzionismo empirico e scientifico che talvolta si confonde con
il "pensiero razionale", la "politica del senso" sostiene che non tutto cio'
che e' reale o importante puo' essere quantificato o verificato tramite dati
sensoriali. I desideri umani piu' profondi - per l'amore, per un significato
trascendente della vita, per la pace e la giustizia (non solo per noi stessi
ma per gli altri) - hanno le loro radici in cio' che chiamiamo una
concezione spirituale del mondo.
Nel rivolgerci a questa fame di senso, non dovremmo seguire il percorso di
quei fondamentalisti ed evangelici che vogliono portare le loro preghiere
nelle scuole, insegnare il creazionismo, criminalizzare l'aborto e le
relazioni omosessuali e restringere l'accesso all'informazione sul controllo
delle nascite. Non stiamo cercando di sviluppare una politica che possa
parlare a chi crede che quando Gesu' tornera' facilitera' la dispersione
nelle fiamme dell'inferno di Ebrei, Musulmani e chiunque altro non sia
entrato a far parte della appropriata variante di Cristianesimo, ne' a chi
pensa che la Bibbia chieda ai credenti di condannare gli omosessuali (cosa
che di certo non e' detta nella Bibbia ebraica), ne' a chi pensa che i veri
Cristiani dovrebbero accettare e sostenere la guerra ai non-credenti, ne' a
chi vuole usare le istituzioni governative per imporre la sua particolare
versione della religione a tutti gli altri, ne' a coloro che pensano che la
Tora' dia una sorta di permesso divino all'occupazione della West Bank senza
curarsi della sofferenza che cio' causa al popolo palestinese.
Le nostre voci dovrebbero invece rivolgersi alla "periferia morbida" che
circonda questi cristiani muscolari e questi coloni ebrei, a quelle decine
di milioni di americani che si sentono maggiormente riconosciuti quando le
loro necessita' spirituali sono prese in considerazione esplicitamente, ma
le cui piu' profonde visioni etiche non sono espresse pienamente in una
politica di destra che porta al 'lasciate che i poveri e gli indifesi si
arrangino da soli'.
Molte di queste persone sono nauseate e stufe di cio' che percepiscono come
la pretesa liberal: l'idea che la dimensione pubblica sia neutrale rispetto
ai valori, mentre sanno molto bene che la nostra cultura nella sua
interezza - cinema, televisione, anche i criteri principali di valutazione
nel mondo del lavoro - incoraggiano una svalutazione dell'altro attraverso
un ethos competitivo, egoismo, materialismo, e una forma di sessualita'
usata per sfruttare l'altro piu' che per esprimere la forza e l'autenticita'
dell'amore. Ironicamente, questi valori di mercato sono biasimati nel mondo
liberal, perche' il nostro frenetico (e legittimo) tentativo di impedire ad
una qualsiasi specifica religione di diventare la religione di stato (il
vero significato del Primo Emendamento) e' troppo spesso scivolato in un
(illegittimo) tentativo di tenere i valori fuori dal dibattito pubblico.
Eppure, cercare di escludere ogni discorso sui valori ci rende solamente
piu' deboli nella lotta contro i valori che sono gia' presenti, custoditi
religiosamente nella asserita neutralita' del mercato capitalista, e
rafforza la destra cristiana.
La destra ha saputo usare questa legittima preoccupazione come un cuneo
contro la separazione tra Chiesa e Stato del Primo Emendamento, cercando di
introdurre il fondamentalismo cristiano nella sfera pubblica come il modo
migliore per combattere la patologia morale attualmente diffusa. Se vogliamo
proteggerci da quanti aspirano a rendere questo paese "cristiano" secondo
una lettura fondamentalista della Cristianita', non dovremmo cadere nella
trappola liberal, cioe' chiedere che i valori e la sensibilita' spirituale
siano tenuti fuori dal dibattito pubblico per paura di scivolare nella
religione.
*
Non si possono combattere valori sbagliati chiedendo che non ci siano
valori. Al contrario, la "politica di senso" di Tikkun propone una
spiritualita' universale e valori che non sono legati ad alcuna religione in
particolare ma sono alla base di tutte le religioni, riconoscendo che
prendere sul serio la richiesta di una "nuova bottom line" basata
sull'amore, la cura reciproca, la generosita', la gratitudine, la
disponibilita', la tenerezza, la sessualita' fondata sul rispetto reciproco
e la celebrazione del sacro presente negli altri esseri umani e nella natura
potrebbe realmente condurre ad una trasformazione sociale molto piu' umana,
razionale e sensibile alle necessita' dell'ambiente di qualsiasi altra cosa
possa venir prodotta dall'attuale sinistra laica dei Democratici, dei Verdi
o dei radicali.
Immaginate se John Kerry fosse stato in grado di contrastare George W. Bush
insistendo sul fatto che una persona seriamente religiosa non volterebbe mai
la schiena di fronte alla sofferenza dei poveri, che l'imperativo biblico
dell'amore per il prossimo esige che forniamo assistenza sanitaria a tutti e
che il precetto del Nuovo Testamento di "porgere l'altra guancia" ci
dovrebbe impedire di rispondere alla violenza con la violenza.
Immaginate un Partito Democratico in grado di parlare della forza che viene
dall'amore e dalla generosita' e che applicasse questo concetto alla
politica estera e alla sicurezza interna. Un Partito Democratico simile
farebbe sua la richiesta di Tikkun per un Piano Marshall in cui gli Stati
Uniti guidino tutte le societa' industrialmente avanzate nel destinare il 5%
del nostro prodotto interno lordo per i prossimi vent'anni per eliminare la
poverta' globale, la fame, la mancanza di istruzione e di assistenza
sanitaria, e per ricostruire l'infrastruttura economica del mondo secondo
modalita' che siano ecologicamente sostenibili e socialmente giuste.
Immaginate un Partito Democratico in grado di parlare di una "nuova bottom
line", affinche' l'efficienza, la razionalita' e la produttivita' delle
istituzioni americane non sia valutata solo nella misura in cui esse
massimizzano il denaro ed il potere ma anche per quanto massimizzano la
capacita' delle persone di dare e ricevere amore e cura, di sviluppare una
sensibilita' etica e attenta all'ambiente, di essere in grado di rispondere
all'universo con meraviglia e ammirazione.
Immaginate un Partito Democratico in grado di chiedere al sistema educativo
di insegnare la gratitudine, la generosita', la cura per gli altri e la
celebrazione delle meraviglie che ci circondano ogni giorno.
Un Partito Democratico simile, che continui nel suo programma di equita'
economica ed inclusivita' multiculturale, avrebbe vinto nel 2004 e potrebbe
vincere nel futuro.
*
Quando argomentiamo la necessita' di una sinistra spirituale di solito
otteniamo una risposta come la seguente: la vostra analisi sulle cause che
attraggono la gente verso le religioni della destra e' semplicemente
ingenua. Non capite quanto la gente sia devota a ... (e poi riempiono questo
spazio bianco, spesso con qualcosa che prova quanto le persone che votano a
destra siano molto cattive o molto stupide - cosicche' lo spazio bianco puo'
essere riempito da parole come "odiare gli altri", "dominare chi e' piu'
debole di loro", "militarismo", "ultranazionalismo", "patriarcato",
"razzismo", o altri simili disprezzabili atteggiamenti).
Molti a sinistra trovano di gran lunga piu' facile biasimare gli americani,
invece di chiedersi come attrarre cio' che di buono vi e' in essi.
La prima volta che mi sono imbattuto in questo atteggiamento, dopo la
vittoria dei reaganiani negli anni '80, ho pensato che si trattasse
semplicemente di un meccanismo di difesa da parte della sinistra, un
desiderio di allontanare lo sguardo dalla propria inefficacia. Ma mi sono
reso conto che questo atteggiamento e' basato su due elementi chiave che
sono profondamente radicati nella cultura liberal: 1. rabbia o totale
sordita' nei confronti degli interessi spirituali e religiosi; e 2.
disprezzo per chi e' in disaccordo con noi.
La rabbia e' comprensibile. Molti hanno avuto cattive esperienze in
comunita' religiose che erano di fatto autoritarie, ultranazionaliste,
sessiste, razziste, o omofobiche. Quando ci sentono parlare di valori
religiosi o spirituali, tornano automaticamente alla loro personale
esperienza, ricordando quanto suonava loro contradditorio che il linguaggio
religioso fosse usato come una copertura per politiche di odio ed
emarginazione. Eppure questa reazione e' priva di sfumature, mette tutte le
religioni insieme sotto un unico stendardo reazionario. Non riconosce che vi
sono molte altre persone, religiose, che sono state nel cuore dei movimenti
per i diritti civili e pacifisti, e che erano la' esattamente a causa della
loro propria comprensione della loro tradizione religiosa.
*
Non sono sicuro che sia davvero possibile sanare l'antagonismo profondo che
vi e' a sinistra nei confronti della religione, della spiritualita', verso
il linguaggio dell'amore, della generosita', della disponibilita' e della
tenerezza verso gli altri. La sinistra non e' in disaccordo con questi
valori ma la profonda sfiducia che essa nutre nei confronti degli americani
li rende sicuri che, nel momento in cui introduciamo nella vita pubblica
programmi basati su valori come amore, cura, generosita', etc. che non
possono essere definiti "oggettivamente", misurati e soggetti a verifica
scientifica - e cosi' protetti dalla mera "soggettivita'", apriremo la
strada ad un dominio dell'opinione pubblica da parte delle forze reazionarie
che stanno aspettando di riemergere in ciascuno e che hanno gia' formato
correnti consistenti nel fondamentalismo cristiano contemporaneo.
E qui risiede quella che potrebbe essere la fondamentale psicologia
autodisfattista della sinistra: la sua incapacita' di immaginare che se
lottassimo per le nostre politiche piu' "visionarie" allora potremmo
finalmente portare dalla nostra parte la maggioranza degli americani.
Questa paura che gli americani possano piu' facilmente essere manipolati
dall'odio che conquistati da un programma di amore e generosita' garantisce
che la sinistra continuera' a proiettare un elitarismo che la maggior parte
delle persone trova offensivo.
Se i Democratici ed i Verdi non riescono a cambiare in questo modo la loro
cultura, e i Repubblicani non riescono ad andare oltre il loro impegno per i
ricchi e le elites, possiamo aver bisogno di un nuovo partito politico che
sia focalizzato non solo sul cambiamento sociale ma anche sullo sviluppo
dell'etica personale e sulla responsabilita' reciproca, incoraggiando lo
sviluppo spirituale personale e la ricomposizione psicologica personale,
sanando le distorsioni che sono parte inevitabile di chi cresce in un mondo
patriarcale, competitivo, narcisista e materialista.
Questo partito politico spirituale seguirebbe una via intermedia
progressiva, che trascenda la vecchia dicotomia sinistra/destra,
incorporando l'apertura propria della destra al discorso spirituale e la sua
cura per l'etica personale (per quanto imperfetta tale cura possa essere nel
loro caso) e coniugandole con la sensibilita' propria della sinistra per la
pace, la giustizia sociale, le liberta' civili, la coscienza ecologica e il
monito ad evitare che una qualsiasi religione possa diventare il modo
ufficiale di essere americani.
Questo tipo di movimento spirituale deve restare saldamente impegnato al
pensiero razionale, alla scienza, alla tolleranza, alla separazione tra
chiesa e stato, alla protezione dell'individuo dalle intromissioni dello
stato nella sua privacy ed al tempo stesso deve impegnarsi strenuamente per
tutti quei valori che sono stati alla base non solo delle comunita'
religiose ma anche delle lotte laiche di liberazione degli ultimi duecento
anni: amore e cura compassionevole reciproca, generosita', disponibilita',
piacere, celebrazione gioiosa di tutta la bonta' che ci circonda, tenerezza,
nonviolenza e ammirazione di fronte alla grandezza di tutto cio' che e'.
E' prematuro pensare che chiunque possa creare oggi un simile partito.
Quelli tra noi che si identificano nella sinistra spirituale non hanno le
risorse finanziarie, l'accesso ai media e, di conseguenza, il sostegno
popolare per fare di un simile partito un contendente serio. Ma non e'
prematuro mettere insieme le persone che vorrebbero che un tale movimento
esistesse e dedicare i prossimi vent'anni a costruire le fondamenta di una
societa' in cui questo tipo di visione vinca. Questa sinistra spirituale
potrebbe agire sia all'interno dei partiti politici esistenti che
all'esterno in modo indipendente, rifiutando di subordinare una visione
basata su principi agli obiettivi di breve termine del potere dominante. Un
passo nella creazione di questo tipo di movimento e' il raduno nazionale
interconfessionale che stiamo organizzando e che si terra' a Berkeley la
prossima estate.
*
Alla fine, e' l'impegno cio' che e' fondamentale per il benessere del mondo
e dei suoi popoli, non le vittorie elettorali di alcun partito politico.
Il primo passo per risanare il mondo politico in cui viviamo e'
l'opposizione aperta al realismo cinico che porta la gente a pensare che un
mondo migliore e' impossibile.
La maggior parte della gente vuole vivere in un mondo diverso ma molti sono
scettici rispetto alle reali possibilita' che cio' possa avvenire. Sono
stati cosi' indottrinati secondo un credo depressivo, sono diventati cosi'
subalterni alla retorica dominante secondo cui chiunque la pensi
diversamente e' o troppo stupido o troppo cattivo per trascendere il
materialismo e l'egoismo che governa questa societa', da comportarsi come
cheerleaders di quel realismo cinico che al tempo stesso disprezzano. E'
questo dualismo nelle persone, il desiderio per la trascendenza spirituale e
la disperazione che si possa realizzare nell'"Altro", che rappresenta la
sfida piu' grande per una "politica del senso'. L'erosione di questa
rassegnazione depressiva generera' un ammontare incredibile di creativita',
sensibilita' psicologica, consapevolezza spirituale e coraggio politico.
Per quelli tra noi che credono ancora che il campo energetico della societa'
che si e' mosso verso la disperazione possa invertire la rotta e dirigersi
verso la speranza radicale, la sfida centrale e' sviluppare e realizzare le
strategie che possono superare il realismo cinico tra quanti, a destra e a
sinistra, vi hanno sviluppato dipendenza. A Tikkun, in particolare nella
Tikkun Community, abbiamo raccolto questa sfida.
Rifiutiamo di arrenderci alla disperazione.
Vi invitiamo ad unirvi a noi per la guarigione e la trasformazione del piane
ta.

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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 19 del primo maggio 2005