La nonviolenza e' in cammino. 860



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 860 del 6 marzo 2005

Sommario di questo numero:
1. Giuliana, Nicola, Florence, l'umanita'
2. Patricia Lombroso intervista Jimmy Massey
3. Daria Galateria intervista Julia Kristeva
4. Enrico Peyretti: La conclusione di "Dov'e' la vittoria?"
5. Per una bibliografia sulla Shoah (parte trentaseesima)
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. GIULIANA, NICOLA, FLORENCE, L'UMANITA'
[Giuliana Sgrena, intellettuale e militante femminista e pacifista tra le
piu' prestigiose, e' tra le maggiori conoscitrici italiane dei paesi e delle
culture arabe e islamiche; autrice di vari testi di grande importanza (tra
cui: a cura di, La schiavitu' del velo, Manifestolibri, Roma 1995, 1999;
Kahina contro i califfi, Datanews, Roma 1997; Alla scuola dei taleban,
Manifestolibri, Roma 2002; Il fronte Iraq, Manifestolibri, Roma 2004); e'
stata inviata del "Manifesto" a Baghdad, sotto le bombe, durante la fase
piu' ferocemente stragista della guerra tuttora in corso. A Baghdad e' stata
rapita il 4 febbraio 2005; e' stata liberata il 4 marzo. Dal sito del
quotidiano "Il manifesto" riprendiamo, con minime modifiche, la seguente
scheda: "Nata a Masera, in provincia di Verbania, il 20 dicembre del 1948,
Giuliana ha studiato a Milano. Nei primi anni '80 lavora a 'Pace e guerra',
la rivista diretta da Michelangelo Notarianni. Al 'Manifesto' dal 1988, ha
sempre lavorato nella redazione esteri: appassionata del mondo arabo,
conosce bene il Corno d'Africa, il Medioriente e il Maghreb. Ha raccontato
la guerra in Afghanistan, e poi le tappe del conflitto in Iraq: era a
Baghdad durante i bombardamenti (per questo e' tra le giornaliste nominate
'cavaliere del lavoro'), e ci e' tornata piu' volte dopo, cercando prima di
tutto di raccontare la vita quotidiana degli iracheni e documentando con
professionalita' le violenze causate dall'occupazione di quel paese.
Continua ad affiancare al giornalismo un impegno anche politico: e' tra le
fondatrici del movimento per la pace negli anni '80: c'era anche lei a
parlare dal palco della prima manifestazione del movimento pacifista".
Nicola Calipari, nato a Reggio Calabria, laureato in giurisprudenza, con una
straordinaria e prestigiosa esperienza nelle forze dell'ordine con ruoli di
grande responsabilita' nella lotta contro il crimine, da due anni
funzionario del Sismi, e' l'eroe che ha salvato la vita a Giuliana Sgrena,
come gia' prima alle due Simone; e' stato ucciso il 4 marzo a Baghdad.
Florence Aubenas e' la giornalista francese del quotidiano "Liberation", da
sempre impegnata per la pace e i diritti umani, rapita da settimane in Iraq.
Tra le opere di Florence Aubenas: con Miguel Benasayag, Resistere e' creare,
Mc editrice, Milano 2004]

E' viva, e' salva, Giuliana Sgrena.
Nicola Calipari non e' piu' vivo; ucciso, solo dopo la sua morte l'intero
popolo italiano ha saputo della sua esistenza, del suo impegno, del suo
valore, del suo eroismo: l'eroismo di chi salva le vite altrui, l'unico
autentico eroismo.
Nulla sappiamo di Florence Aubenas, ancora prigioniera dei suoi rapitori.
Di fronte a tutto cio' tante dichiarazioni che dalla sera di venerdi' si
susseguono quanto ci appaiono inadeguate, meschine, prive di serieta'.
Di fronte a tutto cio' solo questo ancora una volta vogliamo dire: che un
solo dovere accomuna tutte le persone: salvare le vite, non uccidere. E
dunque a tutte le uccisioni, a tutti i terrorismi, a tutte le stragi, a
tutte le guerre opporsi bisogna.

2. TESTIMONIANZE. PATRICIA LOMBROSO INTERVISTA JIMMY MASSEY
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 3 marzo 2005.
Patricia Lombroso e' corrispondente da New York del quotidiano; ha
recentemente pubblicato in volume una raccolta di sue interviste a Noam
Chomsky dal 1975 al 2003: Noam Chomsky, Dal Vietnam all'Iraq. Colloqui con
Patricia Lombroso, Manifestolibri, Roma 2003.
Jimmy Massey, per dodici anni nei marines, ha preso parte alla guerra che
tuttora perdura in Iraq]

"Ho visto l'orrore di quanto stiamo facendo ogni giorno in Iraq, vi ho preso
parte. Siamo solo killer. Uccidiamo, continuamente, innocenti civili
iracheni: niente di piu'. Penso che tutti i contingenti militari stranieri
in Iraq debbano essere immediatamente ritirati. E lo dico agli altri
soldati, che per evitare punizioni e rappresaglie dell'esercito non vogliono
parlare e ammettere che la nostra missione non e' di uccidere terroristi ma
civili innocenti". E' cosi', nell'intervista a "Il manifesto", che Jimmy
Massey di Waynesville, piccola comunita' del North Carolina, ha deciso di
strappare il velo di silenzio che avvolge la "nobile missione" in Iraq.
Dimesso dal corpo dei marines per ragioni mediche, ha scritto un diario,
"Cowboys from Hell", che verra' pubblicato a fine estate.
- Patricia Lombroso: Qual era la sua posizione in Iraq?
- Jimmy Massey: Ero sergente nel terzo battaglione dei marines durante
l'invasione, nella primavera 2003.
- Patricia Lombroso: Quanto tempo ci e' rimasto?
- Jimmy Massey: Dal 22 marzo al 15 maggio. Quattro mesi d'inferno. Mi hanno
dovuto rispedire negli Usa per stressed disorder. E' il termine usato nel
gergo militare per dire che a causa dell'orrore vissuto in guerra sono
uscito di senno.
- Patricia Lombroso: E' stato nei marines per molti anni?
- Jimmy Massey: Per dodici anni.
- Patricia Lombroso: Era mai stato in guerra, prima?
- Jimmy Massey: Mai.
- Patricia Lombroso: Lei ora e' membro del gruppo "Veterani dell'Iraq contro
la guerra".
- Jimmy Massey: Si'. Mi sono recato in Iraq, inizialmente, con la
convinzione di dover eliminare le armi di sterminio di massa. Presto pero'
la mia esperienza di marine mi ha fatto capire che la realta' era
tutt'altra. Eravamo dei "killer cowboy". Uccidevamo civili innocenti.
- Patricia Lombroso: Lei ammette di aver ucciso civili innocenti?
- Jimmy Massey: Si'. E parecchi.
- Patricia Lombroso: Come e' avvenuto?
- Jimmy Massey: Vicino alla nostra base a sud di Baghdad abbiamo dato
l'assalto, con tutto il mio plotone, a un gruppo di civili che stava
svolgendo una manifestazione pacifica. Perche'? Perche' avevamo udito dei
colpi d'arma da fuoco. E' stato un bagno di sangue. Non c'era neppure
l'alibi che quei civili potessero essere impegnati in "attivita'
terroristiche", come la nostra intelligence voleva farci credere. Abbiamo
ucciso piu' di trenta persone. Quella e' stata la prima volta che ho dovuto
affrontare l'orrore di avere le mani sporche del sangue di civili.
Bombardata anche con cluster bombs, la gente fuggiva e quando arrivava ai
posti di blocco dove stavamo con i convogli armati, le indicazioni che ci
dava l'intelligence era di colpire quelli che potevano presumibilmente
appartenere a "gruppi terroristici".
- Patricia Lombroso: E voi cosa facevate?
- Jimmy Massey: Finivamo per massacrare civili innocenti - uomini, donne e
bambini. Quando col nostro plotone abbiamo preso il controllo di una
stazione radio non facevamo che inviare messaggi propagandistici diretti
alla popolazione, invitandola a continuare la sua routine quotidiana, a
tenere aperte le scuole. Noi sapevamo invece che gli ordini da eseguire
erano di search and destroy, irruzioni armate nelle scuole, negli ospedali,
dove potevano nascondersi i "terroristi". Erano in realta' trappole tese
dalla nostra intelligence, ma noi non dovevamo tener conto delle vite dei
civili che avremmo ucciso durante queste missioni.
- Patricia Lombroso: Lei ammette che durante la sua missione ha compiuto
esecuzioni di civili innocenti?
- Jimmy Massey: Si'. Anche il mio plotone ha aperto il fuoco contro civili,
anch'io ho ucciso innocenti. Sono anch'io un killer.
- Patricia Lombroso: Come ha reagito, dopo queste operazioni, pensando agli
innocenti che aveva ucciso?
- Jimmy Massey: Per un po' sono andato avanti negando a me stesso la
realta' - cioe' che ero un killer e non un soldato che sa distinguere il
giusto dallo sbagliato - poi un giorno, svegliandomi al mattino mi e' venuto
in mente un giovane, miracolosamente scampato al massacro dei passeggeri
della sua auto, che urlando mi chiedeva: "Ma perche' hai ucciso mio
fratello?". Divenne un'ossessione. Persi il controllo del mio equilibrio
psichico. Ero incapace di muovermi e parlare, restavo con lo sguardo
atterrito, fisso al muro.
- Patricia Lombroso: Che provvedimenti hanno preso i suoi superiori?
- Jimmy Massey: Per tre settimane, in Iraq, sono stato imbottito di
antidepressivi, farmaci psicotropi. E' il loro pronto intervento per questi
casi di "stress traumatico", quando i soldati cadono in preda a questo
rifiuto di uccidere.
- Patricia Lombroso: Il vostro addestramento, negli Usa, non vi rende
l'unita' piu' violenta ed aggressiva utilizzata dal Pentagono?
- Jimmy Massey: Si'. Nel programma denominato boot camp ognuno di noi viene
sottoposto a tecniche di "disumanizzazione" e di "desensibilizzazione alla
violenza". Ma a me non hanno mai detto che questo voleva dire uccidere
civili innocenti.
- Patricia Lombroso: Tre settimane immobilizzato da antidepressivi in Iraq.
E poi?
- Jimmy Massey: Non sapendo piu' cosa fare mi hanno fatto rientrare. Ora
sono disabile, dimesso dall'esercito con honorable discharge.
- Patricia Lombroso: Altri sono nelle sue condizioni?
- Jimmy Massey: Molti. E sono ancora al fronte. Li imbottiscono di
antidepressivi e poi li rispediscono a combattere. E' un problema che ha
assunto dimensioni preoccupanti, ma non se ne deve parlare negli ambienti
militari. Nel 2004, 31 marines si sono tolti la vita, 85 hanno tentato il
suicidio. La maggioranza di coloro che hanno preferito togliersi la vita
piuttosto che continuare ad uccidere e' sotto i 25 anni, il 16 per cento non
ha piu' di 20 anni.

3. RIFLESSIONE. DARIA GALATERIA INTERVISTA JULIA KRISTEVA
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it)
riprendiamo la seguente intervista apparsa sul quotidiano "La Repubblica"
del 28 febbraio 2005.
Daria Galateria e' una prestigiosa studiosa di letteratura e cultura
francese, docente e saggista. Tra i suoi ambiti di ricerca: la
memorialistica, in particolare femminile, del Seicento e del Settecento; le
fonti (letterarie, artistiche, filosofiche, storiche) della Recherche
proustiana. Tra le opere di Daria Galateria: Andre' Breton, Mursia, Milano
1979; Parigi 1789, Sellerio, Palermo 1989; Fughe dal re Sole, Sellerio,
Palermo 1996; edizione di Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto,
tomi I-IV, Mondadori, Milano 1983-'89 (ed. riveduta 1998-'99); ha curato i
seguenti volumi: Madame de Duras, Il segreto, Sellerio, Palermo 1989; Ch.
Robespierre, Memorie sui miei fratelli, Sellerio, Palermo 1989; Madame de
Staal-Delaunay, Memorie, Adelphi, Milano 1995; J. Giono, L'ussaro sul tetto,
Guanda, Milano 1995; M. Maute', Moglie di Verlaine, Sellerio, Palermo 1998;
B. Vian, Manuale di Saint-Germain-des-Pres, Editori Riuniti, Roma 1998.
Julia Kristeva e' nata a Sofia in Bulgaria nel 1941, si trasferisce a Parigi
nel 1965; studi di linguistica con Benveniste; intensa collaborazione con
Sollers e la rivista "Tel Quel"; impegnata nel movimento delle donne,
psicoanalista, ha dedicato una particolare attenzione alla pratica della
scrittura ed alla figura della madre; e' docente all'Universita'  di Paris
VII. Opere di Julia Kristeva: tra quelle tradotte in italiano segnaliamo
particolarmente: Semeiotike', Feltrinelli, Milano; Donne cinesi,
Feltrinelli, Milano; La rivoluzione del linguaggio poetico, Marsilio,
Venezia; In principio era l'amore, Il Mulino, Bologna; Sole nero,
Feltrinelli, Milano; Stranieri a se stessi, Feltrinelli, Milano;  I samurai,
Einaudi, Torino. In francese: presso Seuil: Semeiotike', 1969, 1978; La
revolution du langage poetique, 1974, 1985; (AA. VV.), La traversee des
signes, 1975; Polylogue, 1977; (AA. VV.), Folle verite', 1979; Pouvoirs de
l'horreur, 1980, 1983; Le langage, cet inconnu, 1969, 1981; presso Fayard:
Etrangers a nous-memes, 1988; Les samourais, 1990; Le vieil homme et les
loups, 1991; Les nouvelles maladies de l'ame, 1993; Possessions, 1996; Sens
et non-sens de la revolte, 1996; La revolte intime, 1997; presso Gallimard,
Soleil noir, 1987; Le temps sensible, 1994; presso Denoel: Histoires
d'amour, 1983; presso Mouton, Le texte du roman, 1970; presso le Editions
des femmes, Des Chinoises, 1974; presso Hachette: Au commencement etait
l'amour, 1985]

Julia Kristeva e' in Italia per un ciclo di lezioni magistrali alla Scuola
superiore di studi umanistici di Bologna. Da quando, giovanissima, e'
approdata, dalla Bulgaria, nella Parigi degli anni Sessanta, la Kristeva,
psicanalista e scrittrice, non ha mai smesso di indagare, dalla prima linea
della cultura francese fin dai tempi dello strutturalismo della rivista "Tel
Quel", i rapporti tra inconscio, politica e linguaggio creativo.
A Bologna risollevera' i temi di cui si e' occupata negli ultimi anni, e da
cui e' nata la trilogia che, tra biografia e analisi, ha dedicato a Hannah
Arendt, Melanie Klein e Colette. In Italia e' stata appena tradotta, da
Donzelli, Colette, (pagg. 420, euro 25). La trilogia e' dedicata al "genio
femminile".
- Daria Galateria: Esiste un genio femminile?
- Julia Kristeva: Con questi saggi ho inteso scostarmi dal femminismo di
massa, perche' ho il sentimento che i vari movimenti femministi - ce ne sono
oggi alcune varianti - hanno tutti lo stesso obiettivo, la liberazione della
totalita' del genere femminile. E' un prolungamento dei grandi movimenti
profetici che hanno seguito la rivoluzione borghese, e che vogliono liberare
grandi masse dell'umanita', tutto il proletariato o tutto il terzo mondo e -
per il femminismo - tutte le donne. Questo e' certo entusiasmante e
promettente, ma io penso che il femminismo non puo' liberare tutte le donne
se non si interessa alla liberta' di ciascuna. Il femminismo deve prendere
il rischio di essere un movimento di gruppo che rende omaggio all'individuo.
E' forse un'utopia, ma e' votarsi allo scacco non tener conto
dell'individualita' di ogni donna, rinchiudere tutto in una collettivita'
banalizzata. Percio', ho ripensato alle donne che hanno contribuito in modo
decisivo alla cultura del XX secolo nei campi che conosco meglio, la
psicanalisi e la letteratura. E li' mi si sono naturalmente imposti i nomi
di Hannah Arendt, di Melanie Klein e di Colette.
- Daria Galateria: Nel suo saggio sulla Arendt mi sembra che l'affettivita'
venga in primo piano: dalla tesi sull'amore in Sant'Agostino, alla relazione
con Heidegger, il privato di donna e di ebrea ha contribuito alla
formulazione del pensiero politico della Arendt sulle origini del
totalitarismo. La formazione psicanalitica ha influenzato la sua lettura
della Arendt?
- Julia Kristeva: Si', e anche la mia esperienza di regimi totalitari; ci si
dimentica spesso che sono nata in Bulgaria, e la cultura era per me un modo
di resistere allo stalinismo. Hannah Arendt ha "stanato" la connivenza tra
nazismo e stalinismo, a cominciare dall'estirpazione del pensiero - cioe'
l'atto tipicamente umano di porsi degli interrogativi, e rivoltarsi contro
la banalizzazione della specie e della condizione umana. Nella sua
meravigliosa trilogia incompiuta, La pensee, Le vouloir, Juger [tr. it.: La
vita della mente, Il Mulino, Bologna], la Arendt riabilita l'attivita' del
pensiero come unico antidoto non solo al nazismo e allo stalinismo, ma a
qualcosa che ci tocca oggi, e che lei aveva gia' preannunciato,
l'automatizzazione del pensiero nel mondo moderno, nelle democrazie attuali
che banalizzano l'individuo con le forze della tecnica, del mercato e dello
spettacolo. Quando al processo a Adolf Eichmann la Arendt dichiara che il
colonnello delle SS banalizzava il Male, intendeva che, nascondendosi dietro
agli ordini che gli avevano impartito, abdicava alla necessita' di pensare
in forma personale. Si "banalizzava": questo era per lei uno dei crimini
piu' gravi che i nazisti avevano apportato al genere umano, dispensarli dal
pensare.
- Daria Galateria: Melanie Klein supera la "mascolinita'" di Freud?
- Julia Kristeva: Melanie Klein si e' interessata alla psicanalisi dei
bambini. I suoi detrattori sostengono che sottovaluta il desiderio, che e'
alla base della teoria freudiana, per mettere avanti l'angoscia, la violenza
e la collera del bambino. E' vero che si e' molto occupata del dolore nella
prima infanzia. I bambini che ha esaminato avevano difficolta' a pensare e
parlare; cosi' lei ha trasformato la cura psicanalitica in arma per guarire
il pensiero. Si e' resa conto che il bambino aveva bisogno di un atto
estremamente coraggioso, attraversare l'immagine materna, superare,
eliminare il potere materno. Da qui l'accento che Melanie Klein ha messo su
Oreste piuttosto che su Edipo. Oreste e' colui che commette il matricidio,
che uccide la madre Clitemnestra. Il bambino deve, non fisicamente, ma nel
suo immaginario, uccidere la madre, e a partire da li' diventare libero di
pensare se' stesso. La cura analitica diventa lo sforzo di dominare l'
influenza, la "presa" materna. Senza liberarsi di Edipo, la Klein aggiunge
un'altra logica, la dinamica che e' quella della liberta' che passa
attraverso il matricidio. E' stupefacente che anche Sartre abbia
riabilitato, nel dramma Le mosche, la figura di Oreste, che compie il
matricidio come atto di liberta'.
- Daria Galateria: Il suo Proust e il mondo sensibile (da Garzanti nel 1976)
ci ingloba nel tempo intermittente delle sensazioni. Ora, Proust, nel
parlare di un matricidio, usa il termine "parricidio". Perche', secondo lei?
- Julia Kristeva: Era la parola piu' usata all'epoca, per influsso della
religione patriarcale e della civilta' patrilineare. Ora, con le donne
emancipate, e' diverso; ma a ben guardare l'inconscio e' qualcosa di molto
arcaico, e' forse la cosa piu' arcaica che abbiamo in noi e a volte
l'inconscio puo' giocare dei brutti tiri. Per le bambine il "matricidio"
puo' essere - ma non necessariamente - piu' difficile a causa della
somiglianza di corpo e di ambiente con la madre; liberarsi puo' prendere la
forma di interminabili rese di conti.
- Daria Galateria: E Colette, che madre e' stata?
- Julia Kristeva: Claudine, l'eroina dei suoi primi romanzi, e' orfana: non
c'e' madre. Solo dopo aver sperimentato l'omosessualita' e una relazione
incestuosa con il figlio di suo marito - quando lei aveva 50 anni e il suo
figliastro 18 - Colette ha scoperto la madre e creato la figura meravigliosa
di Sido. Sido e' davvero sua madre, in cui pero' si proietta anche lei. La
figlia di Colette non ha avuto il sentimento di esser stata amata molto e
gliene ha sempre voluto. Ma nella Chambre eclairee Colette si mostra molto
attenta al risveglio della figlia, al suo linguaggio. Sono capitata per caso
su un fatto strano: Melanie Klein ha letto su un giornale tedesco di
un'operina di Ravel con parole di Colette, Il bambino e i sortilegi, e ha
scoperto nelle avventure del piccolo eroe lo stesso processo che lei aveva
evidenziato nell'accesso al linguaggio: da una posizione paranoica
(l'equivalente e', nel testo di Colette, il sadismo del bambino verso gli
animali del giardino) a una depressiva. Colette cattiva madre forse: ma con
un genio psicologico in cui la Klein ha trovato il proprio specchio.
- Daria Galateria: Dai tempi in cui coniava il concetto di "semanalisi",
incrociando la semiologia di Ferdinand de Saussure e l'analisi di Freud
(Semeiotike', da noi da Feltrinelli), lei ha sovrapposto interiorita' e
linguaggio. Come diventa scrittura la polifonia sessuale di Colette?
- Julia Kristeva: Colette ha mescolato il suo ermafroditismo mentale a
un'arte di scrivere incomparabile. Quando le dicevano che era il piu' grande
scrittore francese, lei rispondeva di aver solo scritto un alfabeto,
l'alfabeto del mondo. Con lei si entra direttamente nella carne del mondo.
- Daria Galateria: Tra i suoi romanzi (I Samurai sono pubblicati da Einaudi)
c'e' un affascinante giallo, in cui una giornalista detective risolve il
caso della Donna decapitata (Sellerio). C'e' un capitolo sui decollati anche
nella sua Colette.
- Julia Kristeva: Colette si e' interessata alla decapitazione e ha scritto
un balletto - mai messo in scena - con una regina senza testa che danza.
Sido forse, l'unica regina che Colette debba perdere? Ma la sola
intelligenza che conta per Colette e' quella sensibile, "i piaceri che alla
leggera chiamiamo fisici".

4. LIBRI. ENRICO PEYRETTI: LA CONCLUSIONE DI "DOV'E' LA VITTORIA?"
[Ringraziamo di cuore Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) per
averci messo a disposizione la conclusione del suo recentissimo libro Dov'e'
la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005 (per richieste:
e-mail: scrivimi at gabriellieditori.it, sito: www.gabriellieditori.it). Enrico
Peyretti e' uno dei principali collaboratori di questo foglio, ed uno dei
maestri piu' nitidi della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza.
Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate
1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e'
pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino
1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005;
e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca
bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte
nonarmate e nonviolente, ricerca di cui una recente edizione a stampa e' in
appendice al libro di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza, Plus,
Pisa 2004 (libro di cui Enrico Peyretti ha curato la traduzione italiana), e
una recentissima edizione aggiornata e' nei nn. 791-792 di questo
notiziario; vari suoi interventi sono anche nei siti: www.cssr-pas.org,
www.ilfoglio.org. Una piu' ampia bibliografia dei principali scritti di
Enrico Peyretti e' nel n. 731 del 15 novembre 2003 di questo notiziario]

Conclusa ma non chiusa questa raccolta, osiamo supporre che essa serva a
mostrare, una volta di piu', dopo tante altre dimostrazioni simili, ma in
modo aggiornato, quanto e' vana e controproduttiva una vittoria, sia pure
come affermazione di una causa giusta, di un diritto, conseguita con la
violenza e le armi.
A questo punto il discorso e' appena aperto. La denuncia del militarismo non
e' ancora il pacifismo. Il pacifismo non e' ancora la nonviolenza attiva. La
quale e' lotta con tecniche non distruttive, e' gestione dei conflitti con
mezzi ed esiti che, anche ove si rivelassero sbagliati e fallimentari, non
avrebbero effetti irreversibili. E' questa l'alternativa alla guerra. Non
l'elusione o nascondimento dei conflitti, ma la loro gestione franca coi
mezzi della forza nonviolenta. La vittoria, in questa situazione, cioe' il
raggiungimento dell'obiettivo, e' a somma positiva, e' un vincere insieme,
non senza sacrifici di entrambe le parti ma con un utile complessivo
maggiore, piu' equamente distribuito tra gli avversari, senza umiliazione e
conseguente revanscismo di alcun "vinto".
Nella lotta nonviolenta, la vittoria e' un guadagno sul piano dell'oggetto
della contesa, dell'obiettivo giusto ricercato, ma ancora di piu' sul piano
della qualita' umana, della dignita', del dolore risparmiato e della pace
giusta assicurata, per tutti. La vittoria nonviolenta e' aver ragione delle
avversita' oggettive, delle difficolta', ostacoli, ritardi, errori del
passato, non e' vittoria su persone e gruppi umani, ma su situazioni
antiumane.
Ma questa linea di ricerca teorica, di esperienze, di tecniche, di
organizzazione e addestramento e' un altro campo di lavoro, e ancora piu'
importante, rispetto a questo.
Qui basti aver cercato di svergognare, demitizzare, smascherare l'inganno e
l'illusione della vittoria bellica, nella guerra e in ogni forma di rapporto
violento: tentativo non superfluo, perche' nei nostri anni l'idolatria
mortale della guerra e' tornata con arroganza a guidare i potenti e folli
detentori di leve omicide, a camminare con piedi di ferro e fuoco sulla vita
e sul destino dei popoli. Chiamano vittoria, quando la ottengono e non
precipitano invece, come accade, nello stesso abisso che hanno aperto,
quella che e' la massima sconfitta umana: essere gli uni contro gli altri,
esser nemici, percio' essere senza gli altri, dunque meno umani che mai.
La ricerca va continuando sugli altri terreni della cultura di pace: e' la
ricerca dell'affermazione della nostra umanita' sul disumano che e' in noi.

5. MATERIALI. PER UNA BIBLIOGRAFIA SULLA SHOAH (PARTE TRENTASEESIMA)

DOMENICO TARIZZO
Narratore e saggista. Opere di Domenico Tarizzo: Ideologia della morte, Il
Saggiatore, Milano 1962, 1965; Come scriveva la Resistenza. Filologia della
stampa clandestina 1943-45, La nuova Italia, Firenze 1969; Marcel Proust, La
Nuova Italia, Firenze 1976; L'anarchia, Mondadori, Milano 1976; (a cura di),
Carlo Cassola, Letteratura e disarmo, Mondadori, Milano 1978.

ANDREJ TARKOVSKIJ
Straordinario regista cinematografico (1932-1986): "testimonianza di fervore
stilistico altissimo e di grande impegno morale" (Fernaldo Di Giammatteo).
Opere di Andrej Tarkovskij: Il rullo compressore e il violino (1961);
L'infanzia di Ivan (1962); Andrej Rublev (1969); Solaris (1972); Lo specchio
(1974); Stalker (1979); Nostalghia (1983); Sacrificio (1986). Opere su
Andrej Tarkovskij: Tullio Masoni, Paolo Vecchi, Andrej Tarkovskij, Il
castoro cinema, Milano 1997, 2001.

THOMAS TATERKA
Studioso di letteratura (Neustrelitz 1963). Opere di Thomas Taterka: Dante
Deutsch. Studi sulla letteratura dei Lager, Sette citta', Viterbo 2002.

JACOB TAUBES
Jacob Taubes (1923-1987) rabbino di origine viennese, emigrato prima in
Svizzera, poi a New York, a Gerusalemme ed infine in Germania, in rapporti
di amicizia e dibattito con alcune delle figure piu' vive della cultura del
novecento (Gershom Scholem, Theodor W. Adorno, Karl Loewith, Leo Strauss),
e' una straordinaria personalita' di pensatore verso cui solo da pochi anni
nel nostro paese si sta rivolgendo una crescente attenzione. Tra le opere di
Jacob Taubes: In divergente accordo. Scritti su Carl Schmitt, Quodlibet,
Macerata 1996; Escatologia occidentale, Garzanti, Milano 1997;  La teologia
politica di San Paolo, Adelphi, Milano 1997; Il prezzo del messianismo,
Macerata, Quodlibet, 2000. Opere su Jacob Taubes: Elettra Stimilli, Jacob
Taubes, Morcelliana, Brescia.

GIULIANA TEDESCHI
Insegnante, scrittrice, testimone della Shoah. Opere di Giuliana Tedeschi:
C'e' un punto della terra..., Giuntina, Firenze 1988. Vedi anche la sua
testimonianza in Daniela Padoan, Come una rana d'inverno, Bompiani, Milano
2004.

UMBERTO TERRACINI
Nato a Genova nel 1895, nel 1916 e' arrestato per propaganda contro la
guerra; nel '19 a Torino con Gramsci e Togliatti partecipa all'esperienza
dell'"Ordine Nuovo" e dei consigli di fabbrica; nel '21 e' tra i fondatori
del Partito comunista d'Italia. Nel 1926 e' arrestato e condannato dal
Tribunale Speciale fascista; in carcere fino al '37, poi al confino fino al
settembre '43; partecipa all'esperienza della repubblica partigiana
dell'Ossola. Costituente, e' tra i massimi artefici della Costituzione
italiana. Senatore, avvocato in grandi processi politici e sociali,
dirigente di numerose organizzazioni democratiche italiane ed
internazionali. Scompare a Roma nel 1983.

FRANZ THALER
Obiettore di coscienza, deportato in lager, sopravvissuto, testimone della
Shoah. Opere di Franz Thaler: Dimenticare mai, Sono Edizioni, Bolzano 1990.
Opere su Franz Thaler: Cornelia Dell'Eva, Franz Thaler, in AA. VV.,
Periferie della memoria, Anppia-Movimento Nonviolento, Torino-Verona 1999;
Francesco Comina, Una coesistenza di volti, in Claudio Tugnoli (a cura di),
Maestri e scolari di nonviolenza, Angeli, Milano 2000.

ITALO TIBALDI
Nato nel 1927, partigiano combattente di "Giustizia e Liberta'", deportato a
Mauthausen ed in seguito al sottocampo di Ebensee. Studioso della
deportazione dall'Italia, vicepresidente del Comitato internazionale del KZ
di Mauthausen. Opere di Italo Tibaldi: Compagni di viaggio. Dall'Italia ai
Lager nazisti, Angeli, Milano 1994.

PAUL TILLICH
1886-1965, uno dei massimi teologi contemporanei; docente universitario in
Germania, destituito all'avvento del nazismo, dal 1933 si trasferisce in
America. Opere di Paul Tillich: segnaliamo particolarmente La mia ricerca
degli assoluti, Ubaldini-Astrolabio, Roma 1968 (un libro aperto da un'ampia
autopresentazione, impreziosito dagli stupendi disegni di Saul Steinberg);
Lo spirito borghese e il kairos, Claudiana, Torino (consiste dell'edizione
italiana curata da A. Banfi ed edita da Doxa, Roma 1929); cfr. ovviamente
anche la fondamentale Teologia sistematica, il primo dei quattro volumi e'
stato finalmente edito in italiano dalla Claudiana di Torino nel 1996. Opere
su Paul Tillich: cfr. l'interessante volume di Stefano Mistura, Paul
Tillich, teologo della nuova psichiatria, Claudiana, Torino 1978.

GERMAINE TILLION
Germaine Tillion e' una delle piu' grandi figure morali del Novecento;
allieva di Marcel Mauss, etnologa e antropologa, ricercatrice in Algeria e
solidale col popolo algerino, poi animatrice in Francia della Resistenza,
deportata nel lager di Ravensbrueck; antirazzista ed anticolonialista,
impegnata contro tutti i totalitarismi, contro la guerra, contro la tortura,
nella solidarieta' con i popoli oppressi, per i diritti delle donne, per i
diritti umani; ha condotto e preso parte a iniziative di pace, di verita' e
giustizia, e scritto libri fondamentali. E' ancora incredibilmente
pressoche' sconosciuta in Italia. Su Germaine Tillion hanno scritto testi
notevoli tra altri Jean Lacouture e Tzvetan Todorov.

ELIO TOAFF
Nato a Livorno, perseguitato, sfuggito alla deportazione, partigiano, poi
per cinquant'anni rabbino capo (ora emerito) della comunita' ebraica di
Roma, una delle figure piu' autorevoli della cultura italiana del Novecento.
Tra le opere di Elio Toaff: Elio Toaff, Perfidi giudei, fratelli maggiori,
Mondadori, Milano 1987; Elio Toaff e Alain Elkann, Essere ebreo, Bompiani,
Milano 1994, 1996; Elio Toaff, Alain Elkann, Il Messia e gli ebrei,
Bompiani, Milano 1998.

TZVETAN TODOROV
Nato a Sofia nel 1939, a Parigi dal 1963. Muovendo da studi linguistici e
letterari e' andato sempre piu' lavorando su temi antropologici e di storia
della cultura e su decisive questioni morali. Riportiamo anche il seguente
brano dalla scheda dedicata a Todorov nell'Enciclopedia multimediale delle
scienze filosofiche: "Dopo i primi lavori di critica letteraria dedicati
alla poetica dei formalisti russi, l'interesse di Todorov si allarga alla
filosofia del linguaggio, disciplina che egli concepisce come parte della
semiotica o scienza del segno in generale. In questo contesto Todorov cerca
di cogliere la peculiarità del 'simbolo' che va interpretato facendo
ricorso, accanto al senso materiale dell'enunciazione, ad un secondo senso
che si colloca nell'atto interpretativo. Ne deriva l'inscindibile unita' di
simbolismo ed ermeneutica. Con La conquista dell'America, Todorov ha
intrapreso una ricerca sulla categoria dell'"alterita'" e sul rapporto tra
individui appartenenti a culture e gruppi sociali diversi. Questo tema, che
ha la sua lontana origine psicologica nella situazione di emigrato che
Todorov si trova a vivere in Francia, trova la sua compiuta espressione in
un ideale umanistico di razionalita', moderazione e tolleranza". Opere di
Tzvetan Todorov: segnaliamo particolarmente il piu' recente volume: Memoria
del male, tentazione del bene, Garzanti, Milano.

WANDA TOMMASI
Wanda Tommasi e' docente di storia della filosofia contemporanea
all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica di "Diotima".
Opere di Wanda Tommasi: La natura e la macchina. Hegel sull'economia e le
scienze, Liguori, Napoli 1979; Maurice Blanchot: la parola errante, Bertani,
Verona 1984; Simone Weil: segni, idoli e simboli, Franco Angeli, Milano
1993; Simone Weil. Esperienza religiosa, esperienza femminile, Liguori,
Napoli 1997; I filosofi e le donne, Tre Lune, Mantova 2001; Etty Hillesum.
L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002.

FRANCO TORRIANI
Giornalista e scrittore. Opere di Franco Torriani: (con Gino Valenzano),
Combustibile umano, Meb, Torino 1974.

ARTURO TOSCANINI
Direttore d'orchestra celeberrimo (Parma 1867 - Riverdale, New York, 1957),
nel 1931 invitato a dirigere a Bologna un concerto rifiuto' di eseguire gli
inni ufficiali del regime e fu aggredito dai fascisti: da allora non diresse
piu' in Italia fino al 1946, quando torno' a dirigere il concerto inaugurale
della Scala ricostruita; sempre piu' nitido oppositore del fascismo, dal
1933 rifiuto' di dirigere anche in Germania, in opposizione al regime
nazista; dal 1938, dopo l'Anschluss, interruppe l'attivita' anche in
Austria.

MARIO TOSCANO
Mario Toscano insegna storia dei movimenti e dei partiti politici
all'Universita' di Roma "La Sapienza". Ha pubblicato saggi sulla storia del
movimento contadino, sulle origini del fascismo in Toscana, sulla cultura
politica italiana del secondo dopoguerra e sull'ebraismo italiano nel
Novecento. Opere di Mario Toscano: La "Porta di Sion". L'Italia e
l'immigrazione clandestina ebraica in Palestina (1945-1948), Bologna 1990;
Ebraismo e antisemitismo in Italia. Dal 1848 alla guerra dei sei giorni,
Milano 2003; ha inoltre curato i volumi L'abrogazione delle leggi razziali
in Italia, Roma 1988; (con Francesca Sofia), Stato nazionale ed
emancipazione ebraica, Roma 1992; Integrazione e identita'. L'esperienza
ebraica in Germania e Italia dall'Illuminismo al fascismo, Milano 1998.

ENZO TRAVERSO
Storico (nato nel 1957), docente all'Universita' della Picardie "Jules
Verne" di Amiens, saggista, acuto studioso della Shoah e del totalitarismo.
Tra le opere di Enzo Traverso. Gli ebrei e la Germania: Auschwitz e la
simbiosi ebraico-tedesca, Il Mulino, Bologna 1994; La violenza nazista. Una
genealogia, Il Mulino, Bologna 2002; Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah
nella cultura del dopoguerra, il Mulino, Bologna 2004; in francese: Les
marxistes et la question juive, La Breche-Pec, Montreuil 1990; Les Juifs et
l'Allemagne, de la "symbiose judeo-allemande" a' la memoire d'Auschwitz, La
Decouverte, Paris 1992; L'Histoire dechiree. Essai sur Auschwitz et les
intellectuels, Editions du Cerf, Paris 1997; Pour une critique de la
barbarie moderne. Ecrits sur l'histoire des Juifs et l'antisemitisme,
Editions Page deux (Cahiers libres), Lausanne 2000; Le totalitarisme. Le
XXeme siecle en debat, Seuil, Paris 2001; La violence nazie. Essai de
genealogie historique, La Fabrique, Paris 2001; La pensee dispersee, Ed. Leo
Scheer, Paris, 2004.

BRUNO TRENTIN
Antifascista e partigiano (figlio di Silvio Trentin), dirigente sindacale,
parlamentare italiano ed europeo. Dal sito www.emsf.rai.it riprendiamo la
seguente scheda: "Bruno Trentin e' nato a Pavie, in Francia, il 19 dicembre
del 1929. Laureatosi in giurisprudenza all'Universita' di Pavia, ha
successivamente seguito dei corsi presso la Harvard University. Dal 1941 al
1945 ha combattuto nelle file della Resistenza sia in Italia, sia in Francia
e, dal '44 al '46, e' stato comandante di una brigata partigiana di
"Giustizia e Liberta'". Nel 1949 ha iniziato a lavorare all'interno del
settore studi economici della Cgil. L'anno seguente si e' iscritto al
Partito Comunista Italiano e, nel 1958, e' divenuto segretario della stessa
Cgil. Dal '60 al '73 ha operato come membro del consiglio municipale di
Roma, una carica lasciata per concentrarsi maggiormente sul sindacato; per
lo stesso motivo ha in seguito abbandonato l'attivita' parlamentare, portata
avanti dal '62 al '72. Dal 1962 al 1977 e' stato segretario Generale della
Fiom e della Film. Dal '77 all'86, e poi dall'88 al giugno del '94, ha
ricoperto la carica di segretario generale della Cgil. Membro del Consiglio
nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel), dal 1994 ha diretto l'ufficio
programmi della Cgil"; successivamente e' stato anche parlamentare europeo.
Tra le opere di Bruno Trentin: Lavoro e liberta', Donzelli, Roma 1994;
coautore de Il coraggio dell'utopia. La sinistra e il sindacato dopo il
taylorismo, Rizzoli, Milano 1994; La citta' del lavoro. Sinistra e crisi del
fordismo, Feltrinelli, Milano 1997.

SILVIO TRENTIN
Nato nel 1885 e deceduto nel 1944, illustre giurista, eroe dell'antifascismo
e della Resistenza in Francia e in Italia. Materiali utilissimi di e su
Trentin sono nel sito del Centro studi e ricerche "Silvio Trentin"
(www.jesolo.it).

PAOLO TREVES
Storico, docente universitario, militante politico, parlamentare
(1908-1958), figlio di Claudio Treves, nel 1938 a seguito delle leggi
razziali emigro' in Inghilterra, nel 1940-'45 dai microfoni di Radio Londra
tenne la rubrica radiofonica "Sul fronte e dietro il fronte".

PIERO TREVES
Piero Treves (1911-1992), illustre grecista, antifascista, maestro di
liberta'. Opere di Piero Treves: segnaliamo almeno Demostene e la liberta'
greca, Bari 1933, che ebbe il valore di un manifesto. Opere su Piero Treves:
Attilio Mastrocinque (a cura di), Omaggio a Piero Treves, Antenore, Padova
1983.

ANDRE' E MAGDA TROCME'
Animatori di una strordinaria esperienza di resistenza nonviolenta al
nazismo. "Andre' Trocme' ha svolto la sua missione evangelizzatrice come
pastore riformato a Le Chambon sur Lignon, un villaggio francese nelle
Chevennes, la cui popolazione durante l'ultima guerra ha salvato la vita a
migliaia di profughi anzitutto ebrei, tra i quali molti bambini. Le Chambon
sur Lignon ha avuto una lunga storia di persecuzioni: la sua popolazione
riformata, nel passato aveva sofferto molto per la sua fede. In questo
villaggio Andre' Trocme' e sua moglie Magda, una toscana, avevano fondato il
Collegio Cevenol, scuola internazionale di educazione alla pace, alla
comprensione di tutte le idee, razze, nazioni. Dopo la sconfitta della
Francia, sotto il governo di Vichy, in una notte scura di tempesta un'ebrea
austriaca, sfinita, bussa alla porta della casa pastorale di Le Chambon e
Magda Trocme' l'accoglie con amore. La domenica seguente il pastore Trocme'
predica sulle "citta' rifugio" descritte in Deuteronomio cap. XIX. Il
Concistoro si riunisce ed inizia ad organizzare la resistenza nonviolenta
contro la persecuzione dei profughi: migliaia di loro vengono ospitati dalle
famiglie, nella scuola, vengono nutriti, nascosti e poi condotti alla
frontiera. Molti sono i ragazzi, addirittura i bambini, del villaggio che
conoscono le stradine per le montagne e conducono i profughi. Al centro di
tutta la vicenda e' la famiglia pastorale: Andre' e Magda con i loro quattro
figli ancora giovanissimi, con la casa sempre piena di ospiti da nascondere.
E' una vera lotta nonviolenta condotta con amore e tenacia che dura degli
anni; solo dopo molto tempo vengono arrestati i pastori Trocme' e Theis, ma
grazie a Dio ritornano vivi. Purtroppo non succede cosi' per il cugino
Daniel Trocme'. Per molti anni Andre' Trocme' e' stato uno dei responsabili
del Movimento Internazionale della Riconciliazione" (Hedi Vaccaro). Opere di
Andre' e Magda Trocme': Magda e Andre' Trocme', Una scuola, un villaggio
contro il nazismo, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2000: "Una
storia come quella narrata nelle pagine di questo libro dimostra se non
altro una cosa, elementare ma fondamentale: l'Evangelo della pace puo'
essere non solo predicato ma praticato, non solo prospettato ma vissuto.
Gia' in questo mondo e in questa vita la pace e' possibile perche' e'
possibile viverla non solo nel segreto della propria anima ma anche
nell'intreccio delicato (e spesso tormentato) dei rapporti umani, non solo
di quelli tra persone ma anche di quelli tra Stati, popoli, razze e culture.
Andre' Trocme' con sua moglie Magda s'e' forgiato come testimone della pace
e della nonviolenza negli anni bui della seconda guerra mondiale e della
guerra civile: in quel contesto di odio e di morte ha maturato la sua
vocazione pacifista, vissuta poi fino alla fine della sua vita. Leggere un
libro come questo significa apprendere una lezione di pace, e apprendere una
lezione di pace significa imparare la cosa piu' bella che ci sia, e cioe'
imparare a costruire il nuovo in questo vecchio mondo" (Paolo Ricca). Cfr.
anche Andre' Trocme', Gli asini e gli angeli (Racconti di Natale e di altri
tempi dell'anno), Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2000. Questi
libri non si trovano in libreria perche' - avverte la casa editrice, una
delle piu' generose e qualificate dell'impegno nonviolento - non possiamo
affrontare i costi onerosi per una tale presenza. Vanno richiesti
direttamente a: Edizioni Qualevita, via Buonconsiglio 2, 67030 Torre dei
Nolfi (Aq), tel. 03495843946, e-mail: sudest at iol.it

MARGARETHE VON TROTTA
Regista cinematografica tedesca (Berlino 1942), di forte impegno morale e
civile. Opere di Margarethe von Trotta: Il caso Katharina Blum (1975); Il
secondo risveglio di Christa Klages (1978); Sorelle, o l'equilibrio della
felicita' (1979); Anni di piombo (1980; Lucida follia (1983); Rosa L.
(1986); Paura e amore (1988); Essere donne (1988); L'africana (1990); Il
lungo silenzio (1993); Das Versprechen (1994); Winterkind (1997); Mit
fuenfzig kuessen Maenner anders (1999); Dunkle Tage (1999); Jahrestage
(2000); Rosenstrasse (2002).

FRANCOIS TRUFFAUT
Regista e critico cinematografico francese, nato a Parigi nel 1932 e
scomparso nel 1984. Dopo un'infanzia ed una prima giovinezza difficili,
incontra Andre' Bazin ("l'uomo di prima del peccato originale") e con Bazin
i "Cahiers du cinema". Il suo cinema e' di una tenerezza struggente. Opere
di Francois Truffaut: segnaliamo almeno i film dell'amore per i bambini:
l'autobiografico I quattrocento colpi (1959), Il ragazzo selvaggio (1969),
Gli anni in tasca (1976); e della difesa della cultura come liberta':
Fahrenheit 451 (1966) dal romanzo di Bradbury, L'ultimo metro (1980). Tra i
suoi libri segnaliamo almeno Il cinema secondo Hitchcock, Pratiche; I film
della mia vita, Marsilio; Il piacere degli occhi, Marsilio; la selezione
dell'epistolario, col titolo Autoritratto, Einaudi. Qualche anno fa la casa
editrice de "L'Unita'" ha avviato la pubblicazione dell'opera omnia
cinematografica di Truffaut. Opere su Francois Truffaut: Paola Malanga,
Tutto il cinema di Truffaut, Baldini & Castoldi; Alberto Barbera, Umberto
Mosca, Francois Truffaut, Il Castoro cinema.

CLAUDIO TUGNOLI
Claudio Tugnoli e' studioso di filosofia, educatore e saggista,
particolarmente attento ai temi epistemologici, religiosi, morali; impegnato
per la pace e i diritti umani, ha dato un grande contributo alla promozione
di una cultura della nonviolenza. Opere di Claudio Tugnoli: La dialettica
dell'esistenza. L'hegelismo eretico di John McTaggart, Angeli, Milano 2000;
AA.VV. (a cura di), Tra il dire e il fare. L'educazione alla prassi dei
diritti umani, Angeli, Milano 2000; AA.VV. (a cura di), Diacronia e
sincronia. Saggi sulla misura del tempo, Angeli, Milano 2000; AA. VV. (a
cura di), Maestri e scolari di nonviolenza, Angeli, Milano 2000; Girard. Dal
mito ai Vangeli, Edizioni Messaggero Padova, Padova 2001

CHRISTOPH TUERCKE
Nato nel 1948, studi di filosofia e teologia, docente universitario,
energico critico delle ideologie. Opere di Christoph Tuercke: Violenza e
tabu', Garzanti, Milano.

DAVID MARIA TUROLDO
David Maria Turoldo, nato in Friuli nel 1916, ordinato sacerdote nel 1940,
partecipo' alla Resistenza; collaboratore di don Zeno Saltini a Nomadelfia,
fondatore con padre Camillo De Piaz della "Corsia dei Servi", poi direttore
del "Centro di studi ecumenici Giovanni XXIII" a S. Egidio Sotto il Monte.
Ha pubblicato numerose opere di riflessione religiosa, di intervento civile,
di poesia. E' scomparso nel 1992. Opere di David Maria Turoldo: della sua
vastissima produzione segnaliamo particolarmente alcune raccolte di versi:
Il sesto angelo (poesie scelte - prima e dopo il 1968), Mondadori, Milano
1976; e O sensi miei (poesie 1948-1988), Rizzoli, Milano 1990, 1993; Ultime
poesie (1991-1992), Garzanti, Milano 1999; ed almeno la raccolta di testi in
prosa La parabola di Giobbe, Servitium, Sotto il Monte 1996. Per una
bibliografia piu' ampia: a) poesia: Io non ho mani, Bompiani, Milano 1948;
Udii una voce, Mondadori, Milano 1952; Gli occhi miei li vedranno,
Mondadori, Milano 1955; Preghiere tra una guerra e l'altra, Corsia dei
Servi, Milano 1955; Se tu non riappari, Mondadori, Milano 1963; Poesie, Neri
Pozza, Vicenza 1971; Fine dell'uomo?, Scheiwiller, Milano 1976; Il sesto
angelo, Mondadori, Milano 1976; Laudario alla Vergine, Dehoniane, Bologna
1980; Lo scandalo della speranza, Gianfranco Angelico Benvenuto, Napoli
1978, poi Gei, Milano 1984; Impossibile amarti impunemente, Quaderni del
Monte, Rovato 1982; Ritorniamo ai giorni del rischio, Cens, Liscate 1985; O
gente terra disperata, Paoline, Roma 1987; Il grande Male, Mondadori, Milano
1987; Come possiamo cantarti, o Madre?, Diakonia della theotokos, Arezzo
1988; Nel segno del Tau, Scheiwiller, Milano 1988; Cosa pensare., La Rosa
Bianca, Trento 1989; Canti ultimi, Carpena, Sarzana 1989, poi Garzanti,
Milano 1991; (con G. Ravasi), Opere e giorni del Signore, Paoline, Cinisello
Balsamo 1989; O sensi miei (poesie 1948-1988), Rizzoli, Milano 1990; Mie
notti con Qohelet, Garzanti, Milano 1992; Ultime poesie (1991-1992),
Garzanti, Milano 1999; Nel lucido buio, Rizzoli, Milano 2002; b) teatro: La
terra non sara' distrutta, Garzanti, Milano 1951; Da una casa di fango
(Job), La Scuola, Brescia 1951; La passione di San Lorenzo, Morcelliana,
Brescia 1961, poi Citta' Armoniosa, Reggio Emilia 1978; Vigilia di
Pentecoste, Giac (pro manuscripto), Milano 1963; Oratorio in memoria di
frate Francesco, Messaggero, Padova 1981; Sul monte la paura, Cens, Liscate
1983; La morte ha paura, Cens, Liscate 1983; c) saggistica: Non hanno piu'
vino, Mondadori, Milano 1957, poi Queriniana, Brescia 1979; La parola di
Gesu', La Locusta, Vicenza 1959; Tempo dello Spirito, Gribaudi, Torino 1966;
Uno solo e' il Maestro, Signorelli, Milano 1972; Nell'anno del Signore,
Palazzi, Milano 1973; Alla porta del bene e del male, Mondadori, Milano
1978; Nuovo tempo dello Spirito, Queriniana, Brescia 1979; Mia terra addio,
La Locusta, Vicenza 1980; Povero Sant'Antonio, La Locusta, Vicenza 1980; (a
cura di), Testimonianze dal carcere, Paoline, Roma 1980; Amare, Paoline,
Roma 1982; Perche' a te, Antonio?, Messaggero, Padova 1983; Ave Maria, Gei,
Milano 1984; (con A. Levi, M .C. Bartolomei Derungs), Dialogo sulla
tenerezza, Cens, Liscate 1985; L'amore ci fa sovversivi, Joannes, Milano
1987; Come i primi trovadori, Cens, Liscate 1988; Il diavolo sul pinnacolo,
Paoline, Cinisello Balsamo 1988; Il Vangelo di Giovanni, Rusconi, Milano
1988; Per la morte (con due meditazioni di P. Mazzolari), La Locusta,
Vicenza 1989; Amar, traduzione portoghese, a cura di I. F. L. Ferreira,
Paulinas, Sao Paulo 1986; (con R. C. Moretti), Mani sulla vita, Emi, Bologna
1990; La parabola di Giobbe, Servitium, Sotto il Monte 1996; Il mio amico
don Milani, Servitium, Sotto il Monte 1997; Il dramma e' Dio, Rizzoli,
Milano 1992, 1996, 2002; d) traduzioni: I Salmi, Dehoniane, Bologna 1973;
Salterio Corale, Dehoniane, Bologna 1975; Chiesa che canta, volumi I-VII,
Dehoniane, Bologna 1981-1982; (con G. Ravasi), "Lungo i fiumi..." - I Salmi,
Paoline, Cinisello Balsamo 1987; Ernesto Cardenal, Quetzalcoatl, Mondadori,
Milano 1989; e) narrativa: ... E poi la morte dell'ultimo teologo, Gribaudi,
Torino 1969. Opere su David Maria Turoldo: un'utile bibliografia di avvio e'
in D. M. Turoldo, Nel lucido buio, Rizzoli, Milano 2002.

DESMOND TUTU
Desmond Tutu, vescovo anglicano, nato nel 1931, dal 1978 segretario generale
del Consiglio sudafricano delle Chiese, premio Nobel per la pace nel 1984,
voce della lotta contro l'apartheid. Dopo la vittoria della democrazia a lui
e' stata affidata la presidenza della Commissione per la verita' e la
riconciliazione. Opere di Desmond Tutu: in italiano cfr. Anch'io ho il
diritto di esistere, Queriniana, Brescia 1985; Non c'e' futuro senza
perdono, Feltrinelli, Milano 2001; Anche Dio ha un sogno, L'ancora del
Mediterraneo, Napoli 2004. Specificamente sull'esperienza della Commissione
per la verita' e la riconciliazione presieduta da Desmond Tutu cfr. anche
Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta, Manifestolibri, Roma
1999 (raccolta di materiali della commissione, con un'ampia introduzione del
curatore); Antonello Nociti, Guarire dall'odio, Angeli, Milano 2000; Danilo
Franchi, Laura Miani, La verita' non ha colore, Comedit, Milano 2002, 2003.

FRED UHLMAN
Nato a Stoccarda nel 1901, abbandona la Germania nel 1933 per sfuggire al
nazismo. E' deceduto a Londra nel 1985. Pittore e scrittore. Opere di Fred
Uhlman: cfr. i tre romanzi L'amico ritrovato (1971); Un'anima non vile
(1979); Niente resurrezioni, per favore (1979); ora riuniti in unico volume
col titolo complessivo di Trilogia del ritorno, Guanda, Parma 1989. Cfr.
anche l'autobiografia Storia di un uomo (1960), Feltrinelli, Milano.

GIORGIO VACCARINO
Giorgio Vaccarino, prestigiosa figura della Resistenza, gia' segretario del
Cln di Torino, presidente dell'Istituto Storico della Resistenza in
Piemonte, storicoe  docente, promotore di molte iniziative e autore di molte
publicazioni sulla Resistenza. Tra le opere di Giorgio Vaccarino: Storia
della Resistenza in Europa, Feltrinelli, Milano 1981.

GUIDO VALABREGA
Illustre storico, docente universitario di storia dei paesi afroasiatici,
autore di fondamentali testi sulla situazione mediorientale, persona di
forte impegno civile. Nato a Torino nel 1931, diresse il "Centro di
documentazione ebraica" di Milano, dove fu anche segretario della Casa della
Cultura; impegnato per i diritti del popolo palestinese e nella solidarieta'
con i popoli oppressi; e' scomparso l'11 febbraio 2000. Opere di Guido
Valabrega: La rivoluzione araba, 1967; Il Medio Oriente dal primo dopoguerra
ad oggi, 1973; Ebrei, fascismo, sionismo, 1974; Medio Oriente: aspetti e
problemi, 1980; Ebrei e sionismo, 1986; Palestina e Israele, 1999.

GINO VALENZANO
Antifascista, deportato a Mauthausen, testimone. Opere di Gino Valenzano:
(con Franco Torriani), Combustibile umano, Meb, Torino 1974.

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

7. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, sudest at iol.it,
paolocand at inwind.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
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LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 860 del 6 marzo 2005

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