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La nonviolenza e' in cammino. 832
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 832
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 6 Feb 2005 00:15:20 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 832 del 6 febbraio 2005 Sommario di questo numero: 1. Benito D'Ippolito: Giuliana 2. Ada Aharoni: La pace e' una donna e una madre 3. Per una bibliografia sulla Shoah (parte dodicesima) 4. Monica Lanfranco: Femministe, dove siete? 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento 6. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. BENITO D'IPPOLITO: GIULIANA [Giuliana Sgrena, intellettuale e militante femminista e pacifista tra le piu' prestigiose, e' tra le maggiori conoscitrici italiane dei paesi e delle culture arabe e islamiche; autrice di vari testi di grande importanza (tra cui: a cura di, La schiavitu' del velo, Manifestolibri, Roma; Kahina contro i califfi, Datanews, Roma; Alla scuola dei taleban, Manifestolibri, Roma); e' stata inviata del "Manifesto" a Baghdad, sotto le bombe, durante la fase piu' ferocemente stragista della guerra tuttora in corso. A Baghdad e' stata rapita il 4 febbraio 2005. Dal sito del quotidiano "Il manifesto" riprendiamo, con minime modifiche, la seguente scheda: "Nata a Masera, in provincia di Verbania, il 20 dicembre del 1948, Giuliana ha studiato a Milano. Nei primi anni '80 lavora a 'Pace e guerra', la rivista diretta da Michelangelo Notarianni. Al 'Manifesto' dal 1988, ha sempre lavorato nella redazione esteri: appassionata del mondo arabo, conosce bene il Corno d'Africa, il Medioriente e il Maghreb. Ha raccontato la guerra in Afghanistan, e poi le tappe del conflitto in Iraq: era a Baghdad durante i bombardamenti (per questo e' tra le giornaliste nominate 'cavaliere del lavoro'), e ci e' tornata piu' volte dopo, cercando prima di tutto di raccontare la vita quotidiana degli iracheni e documentando con professionalita' le violenze causate dall'occupazione di quel paese. Continua ad affiancare al giornalismo un impegno anche politico: e' tra le fondatrici del movimento per la pace negli anni '80: c'era anche lei a parlare dal palco della prima manifestazione del movimento pacifista"] Salvare la vita di Giuliana Sgrena. Salvare tutte le vite. Cessare di uccidere, cessare di fare le guerre, le armi spezzare. Riconoscere che una e' l'umanita'. 2. POESIA E VERITA'. ADA AHARONI: LA PACE E' UNA DONNA E UNA MADRE [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione questa poesia di Ada Aharoni. Scrittrice, poetessa, commediografa, docente, Ada Aharoni e' nata al Cairo e vive ad Haifa, in Israele. Ha pubblicato sino ad ora 25 libri. Scrive in ebraico ed inglese, ed i suoi lavori sono stati tradotti in numerose altre lingue. Il suo sito web e': www.iflac.com/ada] Come posso saperlo? Lo so, perche' ieri l'ho vista, sul mio sentiero volteggiante verso il nutrimento del mondo. Il suo viso era di una tale tristezza, da sembrare un fiore dorato consunto prima del tempo. Le ho chiesto perche' era cosi' triste. Mi ha detto che il suo neonato e' stato ucciso ad Auschwitz, sua figlia a Hiroshima, e i suoi figli in Vietnam, Irlanda, Israele, Libano, Palestina, Bosnia, Ruanda, Cecenia e Sudan. Ed il resto dei suoi bambini, mi disse, sono sulla lista nera nucleare dei morti, tutti quanti, fino a che l'intero mondo capira' che la pace e' una donna. Un migliaio di candele allora si accesero, nei suoi occhi stellati, ed io vidi che la Pace e' davvero una donna incinta. La Pace e' una madre. 3. MATERIALI. PER UNA BIBLIOGRAFIA SULLA SHOAH (PARTE DODICESIMA) GIORGIO ISRAEL Illustre matematico e docente universitario. Opere di Giorgio Israel: prescindendo dalla sua prestigiosa produzione scientifica e storiografica nell'ambito della storia della matematica, segnaliamo particolarmente: (con Pietro Nastasi), Scienza e razza nell'Italia fascista, Il Mulino, Bologna 1998. EDMOND JABES Edmond Jabes e' nato al Cairo nel 1912 ed e' morto a Parigi nel 1991; nel 1957 fu costretto a causa della persecuzione antiebraica a lasciare l'Egitto, paese in cui aveva sempre vissuto. E' autore di testi in versi e in prosa di straordinaria concentrazione, di profonda capacita' ermeneutica, un intenso ineludibile interrogare. Opere di Edmond Jabes: Je batis ma demeure, 1943-1957, 1975; L'eau du puits, 1955; L'absence de lieu, 1956; Chansons pour le repas de l'ogre, 1943-1945; Le fond de l'eau, 1946; Trois filles de mon quartier, 1947-1948; La voix d'encre, 1949; La clef de voöte, 1949; Les mots tracent, 1943-1951; L'Ecorce du monde, 1953-1954; Le milieu d'ombre, 1955; Du blanc des mots et du noir des signes, 1953-1956; Petites incursions dans le monde des masques et des mots, 1956; Le pacte du printemps, 1957; Le livre des questions I, 1963; Le livre des questions II, 1964; Le livre des questions III, 1965; El ou le Dernier livre, 1973; Recit, 1980; Le livre des marges, 1987; La memoire et la main, 1974-1989. I. Des deux mains, 1975; II. Le sang ne lave pas le sang, 1976-1980; Le livre des ressemblances, 1980; Le livre des questions IV, 1983; Le livre du dialogue, 1984; L'appel, 1985-1988; Le parcours, 1985; Le livre du partage, 1987; Poesies completes, 1990; Desir d'un commencement, angoisse d'une seule fois, 1991; Le livre de l'hospitalite', 1991; Petites poesies pour les jours de pluie et de soleil, 1991. Vari suoi libri sono stati tradotti in italiano negli ultimi decenni da diverse case editrici. SIGRID JACOBEIT Nata nel 1940, dal 1992 direttrice del Sito memoriale di Ravensbrueck. LOUISE JACOBSON Nata a Parigi nel 1924, fu arrestata con la madre a fine agosto 1942, e deportata il 13 febbraio 1943 ad Auschwitz dove mori'. Opere di Louise Jacobson: le sue lettere sono raccolte in Dal liceo ad Auschwitz, L'Unita', Roma 1996. FRANZ JAEGERSTAETTER Franz Jaegerstaetter, contadino cattolico, condannato a morte ed ucciso il 9 agosto 1943 per essersi rifiutato di prestare servizio militare nell'esercito nazista. Opere su Franz Jaegerstaetter: Gordon Zahn, Il testimone solitario. Vita e morte di Franz Jaegerstaetter, Gribaudi, Torino 1968, poi: Franz Jaegerstaetter, il testimone solitario, Editoria Universitaria, Venezia 2002; Erna Putz, Franz Jaegerstaetter. Un contadino contro Hitler, Berti Piacenza, 2000; segnaliamo anche l'articolo di Enrico Peyretti riprodotto sul n. 637 di questo notiziario, articolo che segnalava anche i seguenti materiali: Alfons Riedl, Josef Schwabeneder (Hg), Franz Jaegerstaetter - Christlicher Glaube und politisches Gewissen [Fede cristiana e coscienza politica], Verlag Taur, 1997; videocassetta Franz Jaegerstaetter: un contadino contro Hitler, (27 minuti, in vhs) prodotta dall'Associazione Franz Jaegerstaetter, via Endrici 27, 38100 Trento (tel. 0461233777, oppure 810441); il capitolo Un nemico dello Stato (pp. 76-86), in Thomas Merton, Fede e violenza, prefazione di Ernesto Balducci, Morcelliana, Brescia 1965; una nota di Paolo Giuntella in "Adista", n. 11, 13 febbraio 1993, pp. 9-10. DANIELE JALLA Storico, ricercatore; lavora presso la Regione Piemonte, dove si occupa di storia orale e culture locali. Opere di Daniele Jalla: La vita offesa (con Anna Bravo), Angeli, Milano 1986; Una misura onesta. Gli scritti di memoria della deportazione dall'Italia (con Anna Bravo), Milano 1994. HELENA JANECZEK Nata a Monaco di Baviera nel 1964, vive in Italia dal 1983, poetessa e scrittrice; ha esordito in lingua tedesca con i versi di Ins Freie (1989) e come narratrice in italiano con Lezioni di tenebra (1997, premio Bagutta opera prima). Opere di Helena Janeczek: Lezioni di tenebra, Mondadori, Milano 1997. VLADIMIR JANKELEVITCH Nato il 31 agosto 1903 a Bourges, deceduto a Parigi il 6 giugno 1985, Jankelevitch ha preso parte alla Resistenza ed e' stato docente di filosofia morale alla Sorbona, la sua riflessione e le sue ricerche in ambito filosofico, morale, musicale, costituiscono grandi contributi alla cultura contemporanea. Opere di Vladimir Jankelevitch: Henri Bergson, Morcelliana; L'ironia, Il Melangolo; Trattato delle virtu', Garzanti (traduzione parziale); Il non-so-che e il quasi-niente, Marietti; L'avventura, la noia, la serieta', Marietti; Perdonare?, Giuntina; Il paradosso della morale, Hopefulmonster; La coscienza ebraica, Giuntina; Pensare la morte?, Cortina; La menzogna e il malinteso, Cortina. Opere su Vladimir Jankelevitch: un buon punto di partenza e' il fascicolo monografico di "Aut aut", n. 270, novembre-dicembre 1995, Vladimir Jankelevitch. Pensare al margine, a cura di Enrica Lisciani-Petrini, con vari contributi ed un'ampia bibliografia. KARL JASPERS Nato a Oldenburg nel 1883 e scomparso a Basilea nel 1969, oppositore del nazismo, filosofo e psichiatra. Opere di Karl Jaspers: segnaliamo particolarmente Psicopatologia generale, Il Pensiero Scientifico Editore; Psicologia delle visioni del mondo, Astrolabio; Ragione ed esistenza, Marietti, poi Fabbri; La filosofia dell'esistenza, Laterza; La questione della colpa, Cortina; Ragione e antiragione nel nostro tempo, Sansoni; La bomba atomica e il destino dell'uomo, Il Saggiatore; Il problema della demitizzazione (discussione con Rudolf Bultmann), Morcelliana; Verita' e verifica, Morcelliana. Opere su Karl Jaspers: AA. VV., Karl Jaspers: filosofia - scienza - teologia, Morcelliana, Brescia 1983; AA. VV., Karl Jaspers e la critica, Morcelliana, Brescia 1985; Giuseppe Cantillo, Introduzione a Jaspers, Laterza, Roma-Bari 2001. GIOVANNI JERVIS Nato a Firenze nel 1933, figlio del martire della Resistenza Guglielmo Jervis, psichiatra, ha preso parte alla lotta contro le istituzioni totali e per un'assistenza rispettosa della dignita' umana della persona sofferente, docente universitario. Opere di Giovanni Jervis: a nostro giudizio fondamentale resta il suo Manuale critico di psichiatria, Feltrinelli. MILENA JESENSKA' Intellettuale praghese, amata ed ammirata da Kafka; impegnata contro il nazismo, quando la Cecoslovacchia fu invasa si adopero' per salvare i perseguitati, pubblico' una rivista clandestina, incito' alla resistenza; arrestata dalla Gestapo, deportata nel lager di Ravensbrueck, vi mori' nel 1944. Opere di Milena Jesenska': Tutto e' vita, Guanda, Parma 1986. Opere su Milena Jesenska': Franz Kafka, Lettere a Milena, Mondadori, Milano; Margarete Buber-Neumann, Milena, l'amica di Kafka, Adelphi, Milano 1999. FURIO JESI Egittologo, germanista e studioso del mito (Torino 1941 - Genova 1980), docente di lingua e letteratura tedesca a Palermo e a Genova, ha dato rilevanti apporti allo studio di fonti e forme di tradizioni culturali talora confluite nell'humus del nazismo. Opere di Furio Jesi: Germania segreta, 1967; Mito, 1973; Esoterismo e linguaggio mitologico. Studi su R. M. Rilke, 1976; Cultura di destra, 1979. HANS JONAS Hans Jonas e' nato a Moenchengladbach nel 1903, e' stato allievo di Heidegger e Bultmann, ed uno dei massimi specialisti dello gnosticismo. Nel 1933 si e' trasferito dapprima in Inghilterra e poi in Palestina, dal 1949 ha insegnato in diverse universita' nordamericane, dedicandosi a studi di filosofia della natura e di filosofia della tecnica. E' uno dei punti di riferimento del dibattito bioetico. Al suo "principio responsabilita'" si ispirano riflessioni e pratiche ecopacifiste, della solidarieta', dell'etica contemporanea. E' scomparso nel 1993. Opere di Hans Jonas: sono fondamentali Il principio responsabilita', Einaudi, Torino 1993; la raccolta di saggi filosofici Dalla fede antica all'uomo tecnologico, Il Mulino, Bologna 1994; Tecnica, medicina ed etica, Einaudi, Torino 1997; Organismo e liberta', Einaudi, Torino 1999; una raccolta di tre brevi saggi di autobiografia intellettuale e' Scienza come esperienza personale, Morcelliana, Brescia 1992. Si vedano anche Il concetto di Dio dopo Auschwitz, Il melangolo, Genova 1995, e La filosofia alle soglie del Duemila, Il melangolo, Genova 1994; cfr. anche Lo gnosticismo, Sei, Torino 1995. Un utile libro di interviste e conversazioni e' Sull'orlo dell'abisso, Einaudi, Torino 2000. Opere su Hans Jonas: si veda la parte su Jonas in AA. VV., Etiche della mondialita', Cittadella, Assisi 1996, e la bibliografia critica li' segnalata. Per un profilo sintetico ed una ampia nota bibliografica, cfr. anche Giovanni Fornero, Jonas: la responsabilita' verso le generazioni future, nella Storia della filosofia fondata da Nicola Abbagnano, volume decimo, Tea, Milano 1996. ROBERT JUNGK Nato a Berlino nel 1913, abbandona la Germania nel 1933, va in esilio prima in Francia, poi in Svizzera, poi in America. Successivamente ha vissuto a Vienna. Giornalista e saggista impegnato nella coscientizzazione e nei movimenti ecologisti e pacifisti. Opere di Robert Jungk: presso Einaudi sono stati pubblicati Il futuro e' gia' cominciato, Gli apprendisti stregoni (storia degli scienziati atomici), Hiroshima il giorno dopo, La grande macchina, L'uomo del millennio, Lo stato atomico; presso Garzanti L'onda pacifista. ANDRZEJ KACORZYK Nato nel 1963 in Polonia, docente all'Universita' di Opole, e' direttore del Centro di formazione del Museo statale di Auschwitz-Birkenau. FRANZ KAFKA Scrittore praghese di lingua tedesca (1883-1924), forse il piu' grande scrittore del Novecento. Opere di Franz Kafka: andrebbe letto tutto: romanzi, racconti, diari, lettere. Opere su Franz Kafka: sono infinite, segnaliamo almeno alcuni autori che su Kafka hanno scritto significativamente: Guenther Anders, Hannah Arendt, Walter Benjamin, Maurice Blanchot, Elias Canetti, Remo Cantoni, Marthe Robert. Per un avvio: Marino Freschi, Introduzione a Kafka, Laterza, Roma Bari 1993, 2001. HENRY KAMEN Henry Kamen insegna storia all'Universita' di Warwick. Opere di Henry Kamen: La nascita della tolleranza, Il Saggiatore, Milano 1967, 1973; L'inquisizione spagnola, Milano 1973; Il secolo di ferro. 1550-1660, Laterza, Bari 1975, 1982. RYSZARD KAPUSCINSKI Illustre scrittore e giornalista polacco. Riportiamo la motivazione dell'attribuzione del Premio Grinzane Cavour per la Lettura 2003 a Ryszard Kapuscinski: "Grande maestro di giornalismo, Ryszard Kapuscinski, nato a Pinsk nella Polonia orientale nel 1932, ha lavorato come corrispondente estero dell'Agenzia di stampa polacca Pap fino all'inizio degli anni '80. Viaggiatore instancabile, curioso e partecipe testimone dei destini dei diseredati in Africa e in America Latina, Kapuscinski ha scritto numerosi libri-reportage che sono diventati veri e propri classici del genere, una 'straordinaria mistura di arte e reportage', come ebbe a dire Salman Rushdie. La sua penna mette a fuoco con estrema lucidita' fin dagli anni '60 la complessita' del continente africano, registrando fenomeni politici e culturali, contraddizioni e tragedie umane, in un'epoca in cui l'Occidente guardava con preoccupazione all'Africa per l'incognita rappresentata da 300 milioni di individui in procinto di entrare nel panorama politico mondiale. Storia e drammatica quotidianita' si mescolano felicemente nelle sue pagine, in opere come Il Negus (1982), La prima guerra del football e altre guerre di poveri (1990) fino al piu' recente Ebano (2000, Premio Viareggio-Repaci), raccolta di articoli che riassumono quarant'anni di esperienza come inviato nei paesi africani. La sua e' l' Africa dei dannati della terra, vissuta con i poveri delle bidonville, i contadini della savana, i camionisti del Sahara. Kapuscinski esula da ogni forma di colore od esotismo locali: vuole andare alla radice dei fatti, individuare le leggi, vecchie e nuove che li governano. E' l'ottica che lo guida anche altrove: ad esempio in un testo di grande successo come Shah-in-Shah (1982) che narra un momento cruciale della storia dell' Iran tra la fine della monarchia sanguinaria di Reza Pahlevi e l'avvento religioso di Khomeini nel 1979. Anche il tramonto e il dissolvimento dell' Unione sovietica e' diventato con Imperium (1994), un libro di intensa ed efficace testimonianza. Perche' gli eventi, grandi o piccoli che siano, rappresentano per Kapuscinski l'occasione per vivisezionare, con il tratto felice e disinvolto dello scrittore, storia, politica e societa' di un paese. Cittadino del mondo, portavoce delle minoranze, Kapuscinski ha saputo conciliare curiosita' e responsabilita' morale, impegno e vivacita' di scrittura in nome di coloro per i quali e' data la speranza, perche', come disse una volta Walter Benjamin, non ne conoscono alcuna". Opere di Ryszard Kapuscinski: in edizione italiana cfr. La prima guerra del football e altre guerre di poveri, Serra e Riva, poi Feltrinelli; Shah-in-Shah, Feltrinelli; Il Negus, splendori e miserie di un autocrate, Feltrinelli; Imperium, Feltrinelli; Lapidarium, Feltrinelli; Ebano, Feltrinelli. Cfr. anche il libro di interviste e colloqui (a cura di Maria Nadotti), Il cinico non e' adatto a questo mestiere. Conversazioni sul buon giornalismo, e/o, Roma 2002. K. S. KAROL Intellettuale di origine polacca, ha combattuto contro il nazismo, e' stato perseguitato anche dallo stalinismo, collabora al "Manifesto"; uno dei pochissimi veri esperti dei problemi delle societa' dell'est, e' una delle figure piu' autorevoli - e per questo forse anche piu' isolate - della sinistra critica a livello internazionale. Opere di K. S. Karol: La Polonia da Pilsudski a Gomulka, Laterza, Bari 1959; La Cina di Mao. L'altro comunismo. Milano, Mondadori, 1967; La guerriglia al potere. Itinerario politico della rivoluzione cubana, Mondadori, Milano 1970; La seconda rivoluzione cinese, Mondadori, Milano 1974; con Rossana Rossanda, L'autunno di Praga, Il manifesto, Roma 1978; Solik. Peripezie di un giovane polacco nella Russia in guerra, Feltrinelli, Milano 1985; con Pietro Ingrao, Rossana Rossanda, Marco Revelli, Isidoro Mortellaro, Appuntamenti di fine secolo, Manifestolibri, Roma 1995. MIRELLA KARPATI Dottoressa in pedagogia, studiosa della cultura zingara impegnata a fianco di Sinti e Rom per il riconoscimento dei loro diritti, dal 1965 al 1999 direttrice della prestigiosa rivista scientifica "Lacio Drom" (la ripresa delle pubblicazioni della quale sarebbe di grandissima necessita' oggi piu' che mai). Opere di Mirella Karpati: (a cura di), Zingari ieri e oggi, Centro Studi Zingari, Roma; (con B. Levak), Rom sim. La tradizione dei Rom kalderasha, Centro studi zingari, Roma; (a cura di, con Ezio Marcolungo), Chi sono gli zingari?, Edizioni Gruppo Abele, Torino. ANDRE' KASPI Storico, americanista e docente universitario francese. E' anche presidente della Commissione francese degli Archivi ebraici, presidente dell'"Association des amis de Jules Isaac", direttore della rivista "Archives Juives", vicepresidente della Commissione per la publicazione dei documenti diplomatici presso il Ministero degli Affari Esteri francese. MATHIEU KASSOVITZ Regista cinematografico francese, figlio di Peter Kassovitz. Opere di Mathieu Kassovitz: L'odio (che gli valse il premio per la regia a Cannes nel 1995) e' un film di rara bellezza e profondita'. PETER KASSOVITZ Regista cinematografico. Opere di Peter Kassovitz: Jakob il bugiardo, Usa 1999. ROBERT KATZ Robert Katz, storico e giornalista, e' autore di numerosi saggi sull'Italia, in particolare sul periodo della Seconda guerra mondiale: Sabato nero, Rizzoli, Milano 1973; I giorni dell'ira, Adnkronos Libri, Roma 1982; Morte a Roma. Il massacro delle Fosse Ardeatine, Editori Riuniti, Roma 1967, 1994; Dossier Priebke: anatomia di un processo, Rizzoli, Milano 1997. E' anche autore di romanzi e ha sceneggiato diversi film tratti dai suoi libri: Rappresaglia (1973), Cassandra Crossing (1976), La pelle (1981), Il caso Moro (1986). Negli Stati Uniti ha collaborato con le reti televisive Abc e Cbs e, in Italia, con la Rai. Da molti anni vive in Toscana. YITZHAK KATZENELSON Nato nel 1886 in Bielorussia, si trasferi' con la famiglia a Lodz in Polonia dove apri' una scuola e si dedico' alla letteratura scrivendo sia in yiddish che in ebraico. Allo scoppio della seconda guerra mondiale si trasferi' a Varsavia dove assiste' all'agonia del ghetto; nel 1943 la moglie e i suoi due figli minori furono uccisi; lui, insieme al figlio maggiore, fu portato a Vittel in Francia, qui scrisse Il canto del popolo ebraico massacrato; il 29 aprile 1944 fu deportato ad Auschwitz dove fu subito ucciso. Opere di Yitzhak Katzenelson: Il canto del popolo ebraico massacrato, Giuntina, Firenze 1995. KA-TZETNIK 135633 Superstite e testimone di Auschwitz. Opere di Ka-tzetnik 135633: La casa delle bambole, Mondadori, Milano 1959, 1965; Piepel, Mondadori, Milano 1963, 1972 THOMAS KENEALLY E' l'autore del libro da cui Spielberg ha tratto il film Schindler's List: Schindler's Ark, London 1982. DONALD KENRICK Storico, direttore dell'Institute of Contemporary Romani Research and Documentation. Opere di Donald Kenrick: con Grattan Puxon, Il destino degli zingari, Rizzoli, Milano 1975. IAN KERSHAW Ian Kershaw (Oldham, Lancashire, 1943) e' professore di storia contemporanea all'Universita' di Sheffield. Opere di Ian Kershaw: Hitler. A Profile of Power, London 1991; con M. Lewin, Stalinism and Nazism. Dictatorships in Comparison, Cambridge 1997; in traduzioni italiana: Che cos'e' il nazismo?, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Hitler, 2 voll., Bompiani, Milano 1999, 2001; Hitler e l'enigma del consenso, Laterza, Roma-Bari 2000. KRZYSZSTOF KIESLOWSKI Regista cinematografico polacco (1941-1996), di profonda sensibilita' umana e risentito impegno civile. Opere di Krzysztof Kieslowski: segnaliamo particolarmente il grande film in dieci episodi Decalogo (1989); capolavoro in relazione al quale si veda anche il volume contenente le sceneggiature originali degli episodi (poi modificate in fase di realizzazione dell'opera), scritte in collaborazione con Krzysztof Piesiewicz, edito da Einaudi. Opere su Krzysztof Kieslowski: Serafino Murri, Krzysztof Kieslowski, Il Castoro Cinema. BEATE E SERGE KLARSFELD Impegnati per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la memoria delle vittime della Shoah, contro il neonazismo, affinche' i crimini nazisti non vengano occultati e i criminali nazisti vengano processati; animatori dell'"Associazione figli e figlie dei deportati ebrei di Francia" (di cui Serge e' presidente). ERNST KLEE Ernst Klee, nato nel 1942, storico, ha studiato teologia e pedagogia sociale, e' stato docente di pedagogia degli handicappati a Francoforte e Wiesbaden, e' collaboratore del settimanale "Die Zeit"; ha pubblicato diversi scritti su problemi riguardanti gli handicappati e sull'"eutanasia" praticata dai nazisti nei confronti dei malati di mente e degli handicappati. Opere di Ernest Klee: con Willi Dressen, Volker Riess, "Bei tempi". Lo sterminio degli ebrei raccontato da chi l'ha eseguito e da chi stava a guardare, Giuntina, Firenze 1990; Chiesa e nazismo, Einaudi, Torino 1993. VICTOR KLEMPERER Victor Klemperer, acutissimo intellettuale, docente presso la Technische Hochschule di Dresda; i suoi diari dal 1933 al 1945 costituiscono una testimonianza di grande rilevanza. Opere di Victor Klemperer: Testimoniare fino all'ultimo, Mondadori, Milano 2000. LUTZ KLINKHAMMER Nato a Trier (Treviri) nel 1960, docente universitario di Storia moderna e contemporanea in varie Universita' italiane. Ha ricevuto il Premio "Acqui Storia" nel 1995 per il libro L'occupazione tedesca in Italia 1943-1945. Nel 1994 e' stato perito storico del tribunale d'appello di Coblenza al processo contro W. Lehnigk-Emden per l'eccidio di civili italiani a Caiazzo. E' membro del comitato scientifico dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia (Milano), del comitato direttivo dell'Istituto romano per la storia dal fascismo alla Repubblica (Roma), e' socio corrispondente della Societa' romana di storia patria (Roma). E' consulente della "Commissione parlamentare di Inchiesta sulle cause dell'occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti".. Opere di Lutz Klinkhammer: segnaliamo particolarmente Stragi naziste in Italia, Donzelli, Roma 1997. RUTH KLUGER Testimone della Shoah. Opere di Ruth Kluger: Vivere ancora, Einaudi, Torino 1995. EUGEN KOGON Deportato a Buchenwald, poi docente all'Universita' di Monaco, testimone e studioso. Opere di Eugen Kogon: fondamentale il suo Der SS Staat, Frankfurt, 1946; con Hermann Langbein, Adalbert Rueckerl, Les chambres a' gaz secret d' Etat, Minuit, Paris 1987. MAKSYMILIAN KOLBE Maksymilian Kolbe (1894-1941) sacerdote cattolico, deportato ad Auschwitz, cerco' di alleviare le sofferenze dei compagni di prigionia; durante una selezione si offri' di sostituire un condannato alla morte. Opere su Maksymilian Kolbe: M. Teresa Dainotti Cerutti, Padre Kolbe, Vita e pensiero, Milano 1965, Edizioni O. R., Milano 1982; Andre' Frossard, Non dimenticate l'amore, Rizzoli, Milano 1989. JANUSZ KORCZAK Nato a Varsavia nel 1878 o 1879, e' stato "uno dei piu' grandi educatori di tutti i tempi" (Bruno Bettelheim), mori' assassinato dai nazisti nel campo di sterminio di Treblinka nel 1942 insieme ai duecento bambini ed al personale della "Casa degli Orfani" che aveva diretto per trent'anni. Opere di Janusz Korczak: Come amare il bambino, Emme, Milano 1979. Fu anche autore di molti libri per bambini, tra cui cfr. Re Matteuccio I, Emme, Milano 1978. Opere su Janusz Korczak: si veda almeno il filo di Wajda a lui dedicato. KAREL KOSIK Acuto filosofo, nato a Praga nel 1926, partecipo' alla Resistenza; nel '44 fu internato a Terezín. Fu tra i protagonisti della Primavera di Praga. Docente universitario, perseguitato dai diversi regimi susseguitisi nel suo paese. Opere di Karel Kosík: Dialettica del concreto, Milano 1965. ZOFIA KOSSAK SZCZUCKA Romanziera polacca, a lungo dichiaratamente ed ostentatamente antisemita, di fronte al genocidio nazista si impegno' nella denuncia, nella Resistenza e nella solidarieta' personale e concreta con gli ebrei, e subi' anche la deportazione ad Auschwitz; deceduta nel 1968, e' ora ricordata nel Giardino dei Giusti di Yad Vashem. Opere su Zofia Kossak Szczucka: cfr. Gabriele Nissim, Il tribunale del bene, Mondadori, Milano 2003, 2004, pp. 183-190. JOEL KOTEK Docente universitario a Bruxelles, si occupa di storia del Novecento ed in particolare dell'antisemitismo e della Shoah. Opere di Joel Kotek: (con Pierre Rigoulot), Il secolo dei campi, Mondadori, Milano 2001, 2002. SIEGFRIED KRACAUER Siegfried Kracauer, 1894-1966, intellettuale critico, sociologo, studioso della cultura di massa. Opere di Siegfried Kracauer: le opere complete di Kracauer sono state pubblicate dalla Suhrkamp Verlag; in italiano cfr. almeno: Cinema tedesco, Mondadori, Milano 1954, 1977; Gli impiegati; La massa come ornamento; Napoli 1982; Il romanzo poliziesco, Editori Riuniti, Roma 1984; Prima delle cose ultime, Casale Monferato 1985. PIETRO KUCIUKIAN Pietro Kuciukian ha dedicato studi e ricerche al ricordo della persecuzione subita dagli Armeni negli anni 1915-23; ed ha creato il "Giardino dei Giusti" di Yerevan; e' tra i promotori dell'esperienza del "Comitato per la Foresta dei Giusti". Opere di Pietro Kuciukian: Terre dimenticate, Editrice Armena di S. Lazzaro, Venezia, 1991; Nel paese delle pietre urlanti, Editrice Armena di S. Lazzaro, Venezia, 1991; Le terre di Nairi'. Viaggi in Armenia, Guerini, Milano, 1994; Viaggio tra i cristiani d'oriente. Comunita' armene in Siria e in Iran, Guerini, Milano, 1996; Dispersi. Viaggio tra le comunita' armene nel mondo, Guerini, Milano, 1998; Voci nel deserto. Giusti e testimoni per gli armeni, Guerini, Milano, 2000;, Giardino di tenebra. Viaggio in Nagorno Karabagh, Guerini, Milano, 2003. HANS KUENG Teologo nato nel 1928 in Svizzera, sacerdote cattolico, nel '62 fu nominato da Giovanni XXIII consulente teologico del Concilio, docente a Tubinga. Opere di Hans Kueng: Essere cristiani (1974); 20 tesi sull'essere cristiani - 16 tesi sulla donna nella Chiesa (1975-'76); Dio esiste? (1978); Teologia in cammino (1978); (con J. Ching), Cristianesimo e religiosita' cinese (1988); Conservare la speranza (1990); Progetto per un'etica mondiale (1990); Ebraismo (1991); (a cura di, con K. J. Kueschel), Per un'etica mondiale (1993). Opere su Hans Kueng: cfr. il sintetico profilo in AA. VV., Etiche della mondialita', Cittadella, Assisi 1996. Si veda anche H. Haering, K. J. Kueschel (a cura di), Hans Küng: itinerario e opera, Queriniana, Brescia 1978. GERTRUD KURZ Pacifista svizzera (1890-1972), per molti anni presidente del Movimento Cristiano per la Pace, ospitò nella sua casa rifugiati e si adoperò incessantemente per la pace. NICOLA LABANCA Storico e docente. Opere di Nicola Labanca: segnaliamo particolarmente (a cura di), Fra sterminio e sfruttamento, Le Lettere, Firenze 1992. GINA LAGORIO Gina Lagorio, scrittrice, e' nata a Bra', in Piemonte, da genitori piemontesi, ma la famiglia si trasferisce presto in Liguria. E' stata deputato della sinistra indipendente ed ha insegnato per molti anni. Attualmente risiede a Milano. Opere di Gina Lagorio: Le novelle di Simonetta, 1960; Il polline, 1966; Fenoglio, 1970; Approssimato per difetto, 1971;La spiaggia del lupo, 1977; Fuori scena, 1979; Sbarbaro, un modo spoglio di esistere, 1981; Tosca dei gatti, 1983; Penelope senza tela, 1984; Golfo del paradiso, 1987; Russia oltre l'Urss, 1989; Freddo al cuore, 1989; Tra le mura stellate, 1991; Il decalogo di Kieslowski, 1992; Il silenzio, 1993; Il bastardo, 1996; Inventario, 1997; L'arcadia americana, 1999. PAUL LANDSBERG Filosofo tedesco nato a Bonn nel 1901; allievo di Max Scheler, docente a Bonn, esule in Spagna e a Parigi da dove fu deportato in campo di sterminio; mori' a Oranienburg nel 1944. Tra i collaboratori della rivista "Esprit", tra i principali pensatori della corrente personalista. FRITZ LANG Nato a Vienna nel 1890, scomparso a Beverly Hills nel 1976, regista cinematografico tra i piu' grandi. Opere di Fritz Lang: Tra i suoi film segnaliamo almeno Il dottor Mabuse, 1922; Metropolis, 1927; M, il mostro di Duesseldorf, 1931; Furia, 1936. Segnaliamo anche la sua interpretazione, nel ruolo di se stesso, nel film Il disprezzo di Godard (film da vedere nella versione francese, quella italiana fu massacrata dalla produzione). Opere su Fritz Lang: Stefano Socci, Fritz Lang, Il Castori Cinema, Milano. JOCHEN VON LANG Opere di Jochen von Lang: Il verbale, Sperling & Kupfer, Milano 1982. HERMANN LANGBEIN Resistente, testimone e studioso della Shoah, nato a Vienna nel 1912, combatte' per la liberta' in Spagna, internato in campi di concentramento francesi, di li' fu trasferito a Dachau, ad Auschwitz dove rimase due anni, a Neuengamme. Opere di Hermann Langbein: Uomini ad Auschwitz, Mursia, Milano 1984. Scritti su Hermann Langbein: si veda la prefazione di Primo Levi al libro citato sopra. MARIE LANGER Marie Langer (1910-1987), psichiatra, psicoanalista, intellettuale democratica, femminista. Nata a Vienna, militante nella sinistra marxista a Berlino, costretta all'esilio dall'avvento del nazismo; esule in Argentina, perseguitata dalla dittatura militare, nuovamente in esilio in Messico, collabora con la rivoluzione sandinista in Nicaragua; tornera' in Argentina solo per morirvi. E' stata una delle piu' grandi figure della psicoanalisi in America Latina. CLAUDE LANZMANN Studioso della Shoah, ha realizzato un film di testimonianza di grande valore. Opere di Claude Lanzmann: Shoah, Rizzoli, Milano 1987. WALTER LAQUEUR Storico, docente universitario. Opere di Walter Laqueur: Il terribile segreto, Giuntina, Firenze 1983; (a cura di), Dizionario dell'Olocausto, Einaudi, Torino 2004. ELSE LASKER-SCHUELER Poetessa nata a Elberfeld in Vestfalia nel 1869, insignita nel 1932 del premio Kleist, l'anno successivo fu costretta all'esilio dall'avvento del nazismo, e' scomparsa a Gerusalemme nel 1945. Opere di Else Lasker-Schueler: Ballate ebraiche e altre poesie, Giuntina, Firenze 1985, 1995. GAETANO LATMIRAL Sopravvissuto alla deportazione, impegnato nei movimenti nonviolenti, autorevole testimone di pace e della dignita' umana. CLAUDE LEFORT Nato a Parigi nel 1924, allievo di Merleau-Ponty, collaboratore di "Temps Modernes" fino al 1953, tra i fondatori di "Socialisme ou barbarie". Opere di Claude Lefort: segnaliamo almeno L'uomo al bando, Vallecchi, Firenze 1980. CARLO LEVI Medico, pittore, scrittore, nato a Torino nel 1902. Amico di Piero Gobetti e dei fratelli Rosselli, impegnato in "Giustizia e Liberta'", arrestato e mandato al confino, emigra poi in Francia, rientra in Italia ed e' a Firenze durante la Resistenza. Dirigente del Partito d'Azione, impegnato per i diritti delle popolazioni del sud, senatore indipendente di sinistra, e' morto nel 1975 a Roma. Opere di Carlo Levi: in volume cfr. almeno Cristo si e' fermato a Eboli, 1945; Paura della liberta', 1946; L'orologio, 1950; Le parole sono pietre, 1955; Il futuro ha un cuore antico, 1956; La doppia notte dei tigli, 1959; Tutto il miele e' finito, 1964; tutti presso Einaudi. Opere su Carlo Levi: Giovanni Falaschi, Carlo Levi, La Nuova Italia, Firenze; Ghislana Sirovich, L'azione politica di Carlo Levi, Il Ventaglio, Roma. LIA LEVI Nata a Pisa, nell'infanzia ha vissuto l'esperienza delle leggi razziste e della guerra; vive a Roma, giornalista e scrittrice (anche di libri per ragazzi). Opere di Lia Levi: Una bambina e basta, e/o, Roma 1994; Una valle piena di stelle, Mondadori, Milano 1997; Da quando sono tornata, Mondadori, Milano 1998; Che cos'e' l'antisemitismo, Mondadori, Milano 2001. 4. RIFLESSIONE. MONICA LANFRANCO: FEMMINISTE, DOVE SIETE? [Ringraziamo Monica Lanfranco (per contatti: e-mail: mochena at tn.village.it, siti: www.marea.it, www.marea.it/lanfranco) per averci messo a disposizione questo intervento gia' apparso sul quotidiano "Liberazione" del 2 febbraio 2005. Monica Lanfranco, giornalista professionista, nata a Genova il 19 marzo 1959, vive a Genova; collabora con le testate delle donne "DWpress" e "Il paese delle donne"; ha fondato il trimestrale "Marea"; dirige il semestrale di formazione e cultura "IT - Interpretazioni tendenziose"; dal 1988 al 1994 ha curato l'Agendaottomarzo, libro/agenda che veniva accluso in edicola con il quotidiano "l'Unita'"; collabora con il quotidiano "Liberazione", i mensili "Il Gambero Rosso" e "Cucina e Salute"; e'' socia fondatrice della societa' di formazione Chance. Nel 1988 ha scritto per l'editore PromoA Donne di sport; nel 1994 ha scritto per l'editore Solfanelli Parole per giovani donne - 18 femministe parlano alle ragazze d'oggi, ristampato in due edizioni. Per Solfanelli cura una collana di autrici di fantasy e fantascienza. Ha curato dal 1990 al 1996 l'ufficio stampa per il network europeo di donne "Women in decision making". Nel 1995 ha curato il libro Valvarenna: nonne madri figlie: un matriarcato imperfetto nelle foto di fine secolo (Microarts). Nel 1996 ha scritto con Silvia Neonato, Lotte da orbi: 1970 una rivolta (Erga): si tratta del primo testo di storia sociale e politica scritto anche in braille e disponibile in floppy disk utilizzabile anche dai non vedenti e rintracciabile anche in Internet. Nel 1996 ha scritto Storie di nascita: il segreto della partoriente (La Clessidra). E' stato pubblicato recentemente il suo libro, scritto insieme a Maria G. Di Rienzo, Donne disarmanti, Intra Moenia, Napoli 2003. Cura e conduce corsi di formazione per gruppi di donne strutturati (politici, sindacali, scolastici) sulla storia del movimento delle donne e sulla comunicazione] Femministe occidentali, dove siete quando si parla di fondamentalismi? Pochi giorni prima del Forum di Porto Alegre e' arrivato un documento/appello dirompente, al quale non si puo' non prestare ascolto, che in sostanza lancia questa domanda a noi tutte: si tratta dell'appello contro i fondamentalismi stilato dal gruppo Donne Soggette alle Leggi Islamiche (Wluml in inglese), del quale avrei voluto dar conto su "Liberazione" trattandone con un articolo a se'. Nel documento si legge: "Cosa succede? Il fondamentalismo islamico ha aperto un nuovo fronte in Europa e nel Nord America. Ci sono numerosi segnali di allarme, come la richiesta di leggi separate presumibilmente basate sulla religione soprattutto per risolvere questioni familiari all'interno delle 'Comunita' islamiche'. La nostra esperienza nei nostri paesi dimostra che queste risulteranno profondamente discriminatorie e anti-donna. Eppure coloro che propongono il fondamentalismo cercano sostegno tra le forze progressiste, nel nome di quegli stessi valori che anche noi difendiamo: uguaglianza, antifascismo, liberta' di pensiero, liberta' di espressione. Le organizzazioni per i diritti umani, la ainistra e in generale le forze progressiste, e ora persino le femministe sono sollecitate a sostenere l'ordine del giorno fondamentalista. Disturbate dalla discriminazione e dall'esclusione che hanno piu' spesso colpito le popolazioni migranti in Europa e in Nord America, le forze progressiste dell'occidente sono interessate a denunciare il razzismo, ed e' giusto cosi'. Ma di conseguenza esse spesso scelgono di sacrificare sull'altare dell'antirazzismo, alla dittatura teocratica fondamentalista sia le donne che le nostre forze interne democratiche di opposizione progressista. Oppure censurano le loro espressioni di solidarieta' con noi per paura di essere accusati di razzismo. Colpite dalle invasioni neocolonialiste e dalle guerre, le forze progressiste sono preparate a sostenere ogni opposizione alle superpotenze. Abbiamo gia' testimonianze di illustri intellettuali e attivisti di sinistra che condividono pubblicamente il parere che non importerebbe loro niente se i regimi fondamentalisti teocratici salissero al potere in Palestina o in Iraq, a condizione che gli Usa e Israele fossero messi fuori gioco. Abbiamo testimonianze di rappresentanti di organizzazioni fondamentaliste e loro ideologi invitati e acclamati ai Social forum. Abbiamo testimonianze di importanti femministe che difendono il 'diritto al velo' - e questo ci ricorda con tristezza la difesa del 'diritto culturale' alla mutilazione genitale femminile di alcuni decenni fa. A coloro che tentano di giustificare la loro confusione politica dicendo che il fondamentalismo e' un movimento popolare, ricordiamo che Hitler fu eletto dal popolo - cioe' con mezzi democratici - ma certamente non per il meglio della democrazia. Osiamo dissentire. Dissentiamo come donne, vale a dire come le vittime piu' visibili delle politiche, e dissentiamo come movimento popolare progressista, democratico e anti-teocratico. Ad una situazione di esclusione o di oppressione, possono esserci numerosi tipi di risposte: sia da sinistra, che da destra e da estrema destra. Possono esserci risposte che aprono all'universalismo, all'umanita', alla democrazia, ai diritti fondamentali per tutti; o risposte serrate e contorte su particolarismi, etnicita' e differenze. Se e' vero che le nostre diversita' devono essere riconosciute e l'omogeneita' non imposta, non dovremmo mai dimenticare che la 'differenza' e' stata anche usata e abusata da ogni sorta di forza di estrema destra, dal nazismo all'apartheid, alla schiavitu' nel sud degli Stati Uniti, al fondamentalismo islamico, e alle ideologie contro le donne - solo per fare degli esempi... Dovremmo camminare su una linea sottile senza cadere nella trappola che i fondamentalismi stanno aprendo sotto i nostri piedi". Fin qui l'appello. * Mi sono resa conto che era proprio da quell'appello che mi veniva voglia di prendere parola sul dibattito, benemerito e del quale davvero ringrazio il giornale, iniziato da qualche settimana sulle sorti dei femminismi. Un dibattito che non mi infiammava, pur essendo un tema fondante nella mia vita. Per giorni ho scavato per capire cosa non mi coinvolgeva, il perche' del non riuscire a condividere con le altre voci autorevoli, molte delle quali amiche, che lo animavano. Sono arrivata a comprendere, dopo la lettura del documento che mi ha tolto un peso dal cuore, letteralmente, che era la domanda dalla quale molte partivano che mi suonava estranea: per me l'interrogativo urgente non e', infatti, dove stiamo andando, ma perche' non stiamo parlando di una cosa gigantesca, che ci riguarda tutte, che rappresenta la vera emergenza planetaria per il nostro genere oggi: quella della ripresa di vigore mortale dei fondamentalismi. Tutti, da quello nordamericano che fa dire all'unto da Dio presidente degli Usa di avere il compito di difendere la democrazia a quello islamico che invita ad una speculare guerra contro gli infedeli e prescrive la lapidazione delle donne in piazza. Eppure e' proprio su quest'ultimo fondamentalismo che il silenzio e' pesante. * Ben prima dell'11 settembre, forse era il 1999, ero tornata molto turbata da un incontro femminista voluto dal Forum di Rifondazione, nel quale era stato impossibile discutere serenamente sulla questione del velo islamico e del ruolo delle donne nell'Islam. Avevo preso la parola in un gruppo di lavoro sulle migranti: "Quando vedo per strada le donne velate, anche se fa molto caldo e noi siamo sbracciate e comode, quando camminano con i bambini e la spesa a tre passi dietro i mariti, (loro si' in abiti occidentali) provo rabbia", avevo detto. "Perche' non possiamo cominciare a parlarne con le donne immigrate, che spesso obbligano anche le bambine allo stesso comportamento?". Ero stata attaccata con forza da molte donne italiane: il mio ragionamento, dicevano, non teneva conto della diversita' culturale, il mio atteggiamento era frutto di una mentalita' colonialista e imperialista; come potevo criticare le musulmane, se noi disseminavamo le strade e le trasmissioni tv con immagini di donne seminude? Non offendevano, queste nudita' esposte e mercificate, la dignita' della donna, molto piu' che il velo? Passano gli anni. Dopo le due torri, il G8, la guerra e tutto il resto del corredo di orrori quotidiani che il nuovo millennio ci sta consegnando, pochi mesi fa, ad un analogo appuntamento di donne, altrettanto carica di tensione e' stata una discussione sull'attualissimo tema della legge francese. Mentre cercavo di esprimere la mia titubanza sulla totale negativita' delle legge, e cercavo di evidenziare la differenza tra il simbolo e l'abito, che solo nel caso delle donne ha un inequivocabile valore simbolico di sottomissione non gia' solo a Dio ma alla legge patriarcale, facevo anche riferimento ad alcune interviste a esponenti dei movimenti delle donne del mondo arabo, soprattutto iraniane, che salutavano la legge come un esperimento utile (con molte riserve, non come la panacea di tutti i mali, certo, ma forse uno strumento utile da verificare, visto che tra l'altro la legge tra due anni verra' rivista). Di nuovo e' scattato l'anatema: come posso tollerare che lo stato imponga come si devono vestire le donne? Uno stato che si dice laico e agisce in questo modo diventa confessionale e integralista in modo speculare all'integralismo che pretende di combattere, sostenevano. Avrei potuto ribattere con molte argomentazioni: per esempio che nemmeno una religione puo' imporre il modo di abbigliarsi, o di comportarsi in generale, cosa che invece e' accaduta e accade, eccome, ieri nella religione cattolica come oggi nel fondamentalismo islamico, ma non saremmo andate lontano. Perche', al di la' della legge francese e della "complicazione" legata all'ingombro generato dalla presenza dello stato, era cosi' difficile dire che l'obbligo di coprirsi, dal blando velo fino alla burka che tutto il corpo cancella , e' inaccettabile per donne che si dicono femministe e di sinistra? * La violenza del patriarcato e' denunciabile solo se sta in casa tua, nella tua cultura, e non vale per l'intero genere femminile, ovunque ci si trovi? Il multiculturalismo autorizza che, poco piu' in la', non valgano per le altre i diritti di scelta che hai conquistato sul tuo territorio sociale e culturale? Il rispetto per le differenze e' incondizionato sempre e comunque, tanto da imporre l'assenza di critica? I diritti umani sono relativi, a seconda delle tradizioni locali, siano esse tribali, derivanti da leggi, o dalle parole della fede tramandata? Siccome siamo contro la guerra, e oggi la guerra viene presentata da piu' parti nel mondo dalle forze reazionarie come necessaria per non soccombere all'integralismo musulmano, non possiamo criticare l'Islam integralista e la segregazione e discriminazione che le donne soffrono in molti paesi nei quali l'unica legge e' quella religiosa, noi che abbiamo raccolto i frutti di chi ha separato la fede dalla legge laica? Dire che nella seconda Intifada le donne hanno peggiorato la loro condizione, mentre prima erano tra le piu' libere ed emancipate del mondo arabo, ci allontana dalla denuncia della violenza dell'esercito di Sharon e diminuisce il nostro appoggio alla causa palestinese? Si puo' essere "senza se e senza ma" contro la guerra e sospendere il giudizio sulla liberta' di scelta delle donne, cavarsela con una alzata di spalle di fronte al burqa, alle mutilazioni sessuali; con la scusa del rispetto delle differenze o con l'urgenza maggiore di altri problemi, glissare o minimizzare sul significato sessuofobico dei precetti relativi all'occultamento, in parte o in toto, del corpo delle donne nell'integralismo? Molte di coloro che oggi sono fermamente e senza appello contrarie alle legge francese, o sono possibiliste circa la "puntura simbolica" al clitoride (ricordate il dibattito sulla proposta del ginecologo in Toscana?), o, ancora, sostengono che non e' il velo comunque il problema prioritario, ieri erano strenue oppositrici alla presenza del crocifisso nelle scuole pubbliche italiane, avversarie dell'insegnamento della sola religione cattolica negli istituti scolastici pubblici, denunciavano (e denunciano) tra gli attori piu' attivi e perniciosi sulla scena italiana le gerarchie ecclesiastiche vaticane circa la pessima legge sulla fecondazione assistita, anticamera della messa in discussione del diritto d'abortire con grande fatica conquistato in molta parte dell'Occidente dalle donne. * L'impressione e' che il monito di una decina di anni fa lanciato dalla studiosa Moller Okin, che si domandava se e fino a che punto il multiculturalismo favorisse la causa dell'autodeterminazione femminile, sia restato inascoltato, cosi' come dagli stessi movimenti per l'alternativa globale e la costruzione di un mondo diverso sembra sottovalutato l'appello del premio Nobel Amartya Sen, che afferma: "E' particolarmente importante non confondersi nel ritenere il tradizionalismo, senza esaminarlo, come parte dell'esercizio della liberta' culturale. E' necessario chiedersi se i perdenti nella societa', in questo caso le donne le cui vite possono essere influenzate negativamente da questo genere di pratiche, hanno avuto la possibilita' di prendere in considerazione delle alternative, e hanno la liberta' di sapere in che modo vivono le persone nel resto del mondo". Ovvero prima le persone siano libere, poi analizziamo e discutiamo la diversita' culturale e le tradizioni. Negli anni '80 la Lega per i diritti dei popoli, in un convegno a Firenze voluto dalle donne dell'associazione, aveva pionieristicamente affermato che "il fiume della tradizione ci bagna e feconda, ma porta con se' anche i detriti". Parole poetiche, e profetiche di quanto ora stiamo vivendo. Dirompenti e provvidenziali, arrivano proprio in queste settimane due testi di autrici che dicono forte e chiaro che si puo', e si deve, obiettare al fondamentalismo: Giu' i veli, di Djavann C., e Quando abbiamo smesso di pensare?, di Irsad Manji, sono due potentissimi strumenti di critica e anche un monito a chi pensa che si possa sorvolare di fronte al problema. A me pare che oggi i femminismi abbiano un compito enorme: quello di costituire, come decenni fa nella sinistra, oggi nei movimenti per il cambiamento, un argine critico contro questa nuova malattia mortale che mortifica la possibilita' di coesistenza pacifica tra le genti, e i generi: il fondamentalismo. Dicono le donne del Wluml: "Noi ci appelliamo in generale al movimento democratico, al movimento anti-globalizzazione riunito a Porto Alegre, e in particolare ai movimenti delle donne, per dare visibilita' internazionale e riconoscimento alle forze democratiche progressiste e ai movimenti interni ad esse di donne che si oppongono al progetto teocratico fondamentalista. Chiediamo a tutti di smettere di sostenere il fondamentalismo come se fosse una legittima risposta a situazioni di oppressione". Compagne e amiche femministe, ascoltiamole. 5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 6. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, sudest at iol.it, paolocand at inwind.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 832 del 6 febbraio 2005 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
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