La nonviolenza e' in cammino. 828



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 828 del 2 febbraio 2005

Sommario di questo numero:
1. Il Comitato per la Foresta dei Giusti
2. Sergio Paronetto: Mappe della nonviolenza
3. Per una bibliografia sulla Shoah (parte ottava)
4. Letture: Mariri' Martinengo, Le trovatore II
5. La "Carta" del Movimento Nonviolento
6. Per saperne di piu'

1. ESPERIENZE. IL COMITATO PER LA FORESTA DEI GIUSTI
[Dal sito del "Comitato per la Foresta dei Giusti" (http://gariwo.net)
riprendiamo questa scheda di autopresentazione]

Chi siamo
A Milano, agli inizi del 2000, da un'idea di Gabriele Nissim e di Pietro
Kuciukian, e' nato un gruppo di ricerca e di riflessione sul tema dei
Giusti.
Ne fanno parte alcuni intellettuali (scrittori, saggisti, insegnanti,
traduttori, ricercatori) che condividono un'idea di fondo: nella storia
dell'umanita' e nel comportamento degli uomini, accanto al Male, indagato e
visibile, e' presente anche il Bene.
Questo gruppo di ricerca si e' costituito come Comitato promotore della
Foresta dei Giusti e intende impegnarsi per mantenere vivo il ricordo dei
Giusti attraverso la creazione di luoghi della memoria ove vengono piantati
alberi simbolicamente riferiti agli atti di bene compiuti da coloro che, di
fronte al male, in particolari situazioni storiche, non hanno voluto
rinunciare alla propria dignita' e umanita'.
La storia del novecento e' segnata dai peggiori crimini contro l'umanita',
frutto della "barbarie legale".
E' della "bonta' umana fuorilegge" che il Comitato per la Foresta dei Giusti
intende occuparsi.
Un obiettivo del Comitato e' la valorizzazione delle azioni "giuste",
risultato di scelte che tendono ad ostacolare il male la' dove si manifesta.
Ricordare significa opporsi con atti di conoscenza all'indifferenza, e
insieme impegnarsi per costruire un futuro diverso.
Ci sono state e ci possono essere situazioni in cui gli uomini, avvertendo
una incompatibilita' morale rispetto alla realta', hanno reagito con
l'autonomia di pensiero e con il coraggio civile, spesso a rischio della
vita, per salvare altre vite o la propria dignita', per difendere la verita'
e la memoria.
*
I nostri obiettivi
I ricordi del male e della sofferenza sono vulnerabili, esposti all'oblio.
Lo stesso accade per la memoria del bene. Per questo il Comitato intende
promuovere la creazione di parchi, boschi, giardini in ogni parte del mondo,
per formare un'ideale foresta senza confini che ricordi il valore dei Giusti
per la storia dell'umanita'.
In alcuni luoghi-simbolo, come Yerevan in Armenia, Sarajevo in Bosnia
Erzegovina, si sta seguendo l'esempio del primo giardino dei Giusti creato a
Gerusalemme presso il memoriale di Yad Vashem, per onorare i non ebrei che
si sono opposti alla Shoah.
Pertanto i nostri obiettivi sono:
- l'istituzione di luoghi della memoria;
- l'istituzione di premi da assegnare a chi si sia distinto sul tema dei
Giusti;
- convegni internazionali risultato della ricerca storica e
dell'elaborazione teorica sul tema dei Giusti;
- dibattiti pubblici e conferenze;
- pubblicazione di materiali;
- presentazione di saggi, ricerche, documentari, mostre;
- divulgazione del tema nelle scuole.
Il Comitato intende inoltre stimolare la ricerca storica e l'elaborazione
teorica sui Giusti, in relazione alla storia del Novecento e ai genocidi
ancora presenti nel mondo, a partire dalla riflessione di filosofi come
Hannah Arendt e Tzvetan Todorov, di storici e sociologi come Yehuda Bauer e
Zygmunt Bauman, di testimoni e scrittori come Primo Levi, Alexander
Solzenicyn o Varlam Salamov.
Per contattare il Comitato scrivete a info at gariwo.net

2. MATERIALI. SERGIO PARONETTO: MAPPE DELLA NONVIOLENZA
[Ringraziamo Sergio Paronetto (per contatti: paxchristi_paronetto at yahoo.com)
per averci messo a disposizione questo capitolo (pp. 143-166) del suo libro
La nonviolenza dei volti. Forza di liberazione, Editrice Monti, Saronno (Va)
2004. Sergio Paronetto insegna presso l'Istituto Tecnico "Luigi Einaudi" di
Verona dove coordina alcune attivita' di educazione alla pace e ai diritti
umani. Tra il 1971 e il 1973 e' in Ecuador a svolgere il servizio civile
alternativo del militare con un gruppo di volontari di Cooperazione
internazionale (Coopi). L'obiezione di coscienza al servizio militare gli
viene suggerita dalla testimonianza di Primo Mazzolari, di Lorenzo Milani e
di Martin Luther King. In Ecuador opera prima nella selva amazzonica presso
gli indigeni shuar e poi sulla Cordigliera assieme al vescovo degli idios
(quechua) Leonidas Proano con cui collabora in programmi di alfabetizzazione
secondo il metodo del pedagogista Paulo Freire. Negli anni '80 e'
consigliere comunale a Verona, agisce nel Comitato veronese per la pace e il
disarmo e in gruppi promotori delle assemblee in Arena suscitate
dall'Appello dei Beati i costruttori di pace. In esse incontra o reincontra
Alessandro Zanotelli, Tonino Bello, Ernesto Balducci, David Maria Turoldo,
Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Perez Esquivel, Beyers Naude' e tanti
testimoni di pace. Negli anni '90 aderisce a Pax Christi (che aveva gia'
conosciuto negli anni Sessanta) del cui Consiglio nazionale fa parte. E'
membro del Gruppo per il pluralismo e il dialogo e, ultimamente, del Sinodo
diocesano di Verona. Per richiedere il libro di Sergio Paronetto, La
nonviolenza dei volti. Forza di liberazione, Editrice Monti, Saronno (Va)
2004, pp. 296, euro 15, ci si puo' rivolgere alla casa editrice, tel.
0296708107, fax: 0296703437, e-mail: editrice at padremonti.it, sito:
www.padremonti.it]

Dopo ogni guerra
c'e' chi deve ripulire.
L'ordine, seppure approssimato,
certo non viene da solo.
C'e' chi deve rimuovere le macerie
al bordo delle strade,
per far passare
i carri pieni di cadaveri.
C'e' chi deve calarsi
nella mota e nella cenere
tra le molle dei divani letto,
tra le schegge di vetro,
tra gli stracci insanguinati.
C'e' chi deve trascinate una trave
per puntellare un muro.
C'e' chi rimettera' vetri alla finestra,
e incardinera' le porte.
Fotogenico non e'
e richiede anni e anni.
Tutte le telecamere
sono gia' fuori,
per un'altra guerra.
I ponti riattivare,
e le stazioni rifare.
Ridotte a brandelli le maniche
a furia di rimboccarle.
Uno, con la scopa in mano,
che ancora ricorda come fu.
Uno che ascolta
annuendo col capo superstite sul collo.
Ma, in zona, cominceranno ad aggirarsi
quelli che ne saranno annoiati.
C'e' chi andra' ancora
a disseppellire sotto un cespuglio
argomentazioni corrose dalla ruggine
per depositarle sulla pira delle scorie.
Chi sapeva di che si tratto'
deve far posto a chi
sa troppo poco.
O meno di poco.
Oppure lo stesso che niente.
Tra l'erba che ha coperto
le cause e gli effetti
dev'esserci qualcuno disteso,
con una spiga tra i denti
a guardare le nuvole.

(Wislawa Szymborska, Inizio e fine)

Il mosaico delle nonviolenze
La strada nonviolenta e' lunga, drammatica e concreta. La nonviolenza non e'
una dottrina compiuta o un sistema di pensiero. Non segue un metodo univoco
o una tecnica predeterminata (c'e' chi ha contato piu' di 200 tecniche
nonviolente). E' un'esperienza. Anzi, una varieta' di esperienze attuate da
coloro che hanno camminato "con una spiga tra i denti" guardando lontano.
E' importante guardarsi attorno e fare memoria storica. Attivare i punti di
riferimento culturale. Verificare la rete delle nonviolenze. Ne ricordo
qualche filo, sicuro di dimenticarne alcuni. Il loro studio richiederebbe,
per ognuno, anni di analisi, decenni di approfondimenti e, probabilmente,
molte vite. Sarebbe gia' molto se ci aiutasse a vivere meglio gli anni
veloci della nostra esistenza. Se favorisse un percorso formativo minimo
scandito in piu' tappe. In modo sommario e' possibile individuare le dodici
tessere piu' significative del mosaico nonviolento.
1. La nonviolenza gandhiana di matrice induista ma, sostanzialmente,
interreligiosa e universale, in simbiosi con il cristianesimo di Tolstoj (il
cui primo esperimento di educazione nonviolenta risale al 1862) o di Teresa
di Calcutta. Gandhi, che ha avuto legami con il Sud Africa e con la cultura
anglosassone, ritiene che le religioni siano rami di uno stesso albero dalle
radici nonviolente. Il Mahabharata, uno dei piu' importanti testi della
tradizione indu', definisce la nonviolenza (ahimsa) "la piu' grande delle
virtu'". Tra i molti, si inseriscono in questo filone "classico" Vinoba
Bhave, Lanza del Vasto e gran parte del Movimento nonviolento
internazionale. In ambito giainista spicca la figura di Acharya Tulsi con la
sua Dichiarazione per un Mondo Nonviolento e per l'Armonia Ecologica
mediante la Trasformazione Spirituale (1995).
2. La nonviolenza buddista presente, ad esempio, tra i seguaci di Tenzin
Gyatso (Dalai Lama) e nel movimento femminile tibetano di Phuntsok Nyidron,
tra i monaci tibetani contro il dominio cinese fin dagli anni Cinquanta e
tra i monaci vietnamiti contro gli Stati Uniti negli anni Sessanta. Ci sono
anche buddisti statunitensi, gia' soldati reduci dal Vietnam, come Claude
Anshin Thomas. Esponenti di rilievo del "buddismo socialmente impegnato"
sono oggi il monaco vietnamita di tradizione zen Thich Nhat Hanh, il
cingalese Aryaratna, il tailandese Sulak Sivaraska, l'indiano Bhimrao Ramji
Ambedkar, i giapponesi Nikkyo Nawano e Daisaku Ikeda. Buddista tailandese
vincitore del premio Unesco 1994 per l'educazione alla pace e' Prayudh
Payutto. Tra le associazioni si puo' citare la Buddhist Peace Fellowship, lo
Zen Pacemaker Order, la Rissho Koseikai (di Nikkyo Niwano), la Soka Gakkai.
3. La nonviolenza musulmana: Tierno Bokar nel Mali; Abdul Ghaffar Khan o
Badshah Khan (gia' collaboratore di Gandhi) in Pakistan, fondatore dei
Khuda-i Khidmatgar (o "servi di Dio");  Mahmoud Mohammed Taha in Sudan
(condannato a morte per "eresia" nel 1985); Cheikh Amadou Bamba nel Senegal,
capo spirituale della confraternita Murid. In tale contesto possiamo citare
Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso negli anni '80, la sudanese
Fatima Ahmed Ibrahim, l'iraniana Shirin Ebadi, Premio Nobel per la pace
2003; Rabia Terri Harris e' la fondatrice della Societa' Musulmana per la
Pace (Mpf) che si occupa della nonviolenza islamica ed e' affiliata alla
Fellowship of Reconciliation (Ifor).
4. La nonviolenza ebraica insita nello "shalom" messianico e profetico
dell'Antico Testamento, da Isaia ad Amos, da Giobbe a Geremia e, oggi, da
Martin Buber a Emmanuel Levinas, da Hannah Arendt a Etty Hillesum, da Edith
Stein a Primo Levi. Studiosi recenti del contributo ebraico alla
nonviolenza-riconciliazione sono Marc Gopin (con l'organizzazione Hesed) e
il rabbino Shaul Magid, uno dei fondatori del Children of Abraham Institute
(Chai); Jeremy Milgrom e' fondatore di Clergy for Peace (Sacerdoti per la
pace) e direttore associato dei Rabbis for Human Rights (Rabbini per i
diritti umani); esistono anche un Arab/Jewish Project, una Associazione
Interreligiosa Israeliana e vari Istituti orientati all'educazione alla
pace.
5. La nonviolenza cristiana radicata nel Vangelo e praticata da uomini come
Massimiliano, Francesco d'Assisi, Pietro Valdo, Erasmo da Rotterdam,
Bartolome' de las Casas, testimoniata dai Quaccheri, dai Piccoli fratelli e
dalle Piccole sorelle di padre De Foucauld, dai monaci trappisti uccisi a
Thibirine in Algeria nel '96, dai gesuiti centroamericani (come Ignacio
Ellacuria) uccisi con altre due donne in Salvador nel 1989, e cosi' da
Martin Luther King a Thomas Merton, da Simone Weil a Valdo e Tullio Vinay,
da Guido Plavan a Carlo Lupo, da Giovanni XXIII a Giovanni Paolo II, da
Pierre Claverie ad Albert Schweitzer, da Helder Camara a Marianella Garcia,
da Oscar Romero a Leonidas Proano, da Primo Mazzolari a Tonino Bello, da
Ernesto Balducci a David Maria Turoldo, da Jean Goss a Hildegard Goss-Mayr,
dall'abbe' Pierre a Raoul Follereau, da Bernard Haering a Paul Gauthier, da
Teresa di Calcutta ad Annalena Tonelli, da Moreno Locatelli a Graziella
Fumagalli.
6. La nonviolenza esistenzialistica o personalistica di Paul Tillich, Karl
Jaspers, Max Scheler, Erich Fromm, Emmanuel Mounier, Italo Mancini, Paul
Ricoeur. In tale ambito sono interessanti sia la rilettura di Gandhi
proposta da Giulio Girardi alla luce della teologia-pratica latinoamericana
di liberazione e del personalismo, sia il confronto a distanza tra il
teologo Juergen Moltmann e il filosofo Ernst Bloch.
7. La nonviolenza come esperienza politica e culturale ("laica"-"religiosa")
di Aldo Capitini, Edmondo Marcucci, Emma Thomas, Ezio Bartalini, Andrea
Caffi, Umberto Calosso, Remigio Cuminetti, Carlo Cassola, Hedi Vaccaro,
Danilo Dolci, Luigi Sturzo, Giorgio La Pira, Zeno Saltini, Giuseppe
Dossetti, Domenico Sereno Regis, Alexander Langer, Leopold Sedar Senghor,
Willy Brandt, Olof Palme, Ibrahim Rugova, Vaclav Havel, Alessandro Pertini,
Lelio Basso, Norberto Bobbio, Pietro Ingrao, Oscar Luigi Scalfaro e altri
uomini o gruppi politici che si stanno affacciando alle soglie della
nonviolenza.
8. La nonviolenza come movimento pedagogico: Maria Montessori, Lorenzo
Milani, Paulo Freire, Ivan Illich, Raimon Panikkar. Oggi il "Manifesto 2000"
dei Premi Nobel per la pace propone una mobilitazione mondiale per la
diffusione della nonviolenza. A suo favore giocano sicuramente la grande
poesia, la buona musica, la canzone d'autore, le esperienze di teatro e di
cinema, alcune attivita' sportive, lo spirito di festa, la grande mistica,
la contemplazione.
9. La nonviolenza umanistica e illuministica sfociata nella Dichiarazione
Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948, che trova tra le sue fonti
ispiratrici l'idea spinoziana-volterriana di tolleranza, il progetto
kantiano di pace perpetua e, oggi, l'istanza scientifica di Albert Einstein,
di Bertrand Russel e del Movimento degli Scienziati per il Disarmo, il
pensiero della differenza e l'apporto di gruppi e movimenti femminili
(presenti in ogni altra area nonviolenta), evidenziato all'Assemblea per i
diritti delle donne del novembre 2003, durante il Forum Sociale Europeo di
Parigi, nel Forum delle donne durante il IV Forum Sociale Mondiale di Mumbai
del gennaio 2004 e in recenti pubblicazioni.
10. La nonviolenza della Carta dell'Onu del 1945 che si articola nei
numerosi organismi delle Nazioni Unite. Essa si presenta come regola dei
rapporti internazionali e come orizzonte politico primario sia nella
Dichiarazione di Nuova Delhi del 27 novembre 1986, voluta da Mikhail
Gorbaciov e da Rajiv Gandhi, che propone un mondo "libero dalle armi
nucleari e nonviolento", sia nell'"Agenda per la pace 1992" di Boutros
Ghali; il "Rapporto sulla prevenzione del conflitto armato", presentato da
Kofi Annan nel giugno 2001, cerca di svilupparne le intuizioni e la
prospettiva.
11. La nonviolenza degli stili di vita presente nella mobilitazione
collegata all'Appello dei "Beati costruttori di pace" del Veneto che dal
1986 ha raccolto idealmente, nell'Arena di Verona, attivando numerose
associazioni e parrocchie, le varie iniziative contro gli "euromissili", i
"mercanti di morte", l'industria bellica, il razzismo, il degrado ecologico,
la fame nel mondo, il consumismo, fino al "ripudio", in nome della
Costituzione italiana, della guerra nel Golfo Persico (e di tutte le guerre)
e all'indicazione personalizzata della "sobrieta' felice" riguardante la
pace come stile di vita, "Contro la fame, cambia la vita" o "Contro il
sistema di guerra, cambia l'economia".
12. La nonviolenza ecumenica espressa nella trilogia "Pace Giustizia e
Salvaguardia del Creato" sviluppata negli incontri di Basilea (1989), di
Seoul (1990), di Graz (1997) e nella Carta Ecumenica (aprile 2001). Numerosi
sono i centri ecumenici o interreligiosi attivi grazie all'elaborazione di
teologi come Dietrich Bonhoeffer, Yves Congar, Paul Couturier, Oscar
Cullmann, Germano Pattaro, Mario Sbaffi, Valdo Vinay e all'azione di uomini
e donne come Michel Kayoya, Louis Massignon, Bruno Hussar, Bruno Segre,
Pelagio Visentin, Benedetto Calati, Giovanni Vannucci, Valeria Maria
Pignetti, Maria Vingiani, Brunetto Salvarani, Enzo Bianchi, Roger Schutz,
Marcelo Barros, Gianni Novello, Enrico Chiavacci, Luigi Adami e altri. Tra i
laboratori di ecumenismo e' possibile citare Taize', Bossey, Prali, Bose,
Camaldoli, Venezia, Verona, S. Zeno di Colognola ai Colli, Padova, Bari,
Perugia, Firenze, S. Pietro alle Stinche, Campello, Roen, Roma, Lione,
Dombes, Maguzzano, Taddeide, Ottmaring, Darmstatt, Gnadental, Centro Uno,
Biblia, Segretariato Attivita' Ecumeniche (Sae), Sidic, Sefer, Qol, Cipax,
Religioni per la Pace, Neve' Shalom - Wahat as-salam, Consiglio Ecumenico
delle Chiese, Centro Francescano Internazionale per il Dialogo, Church and
Peace, Ecumenical New International, Associazione per l'amicizia
ebraico-cristiana.
*
Itinerari e sperimentazioni
La varieta' delle nonviolenze e' collegata, ovviamente, a realta' concrete,
a sfide reali, a problemi presenti in epoche e luoghi diversi. Ripercorrendo
e ampliando alcuni filoni citati, e' utile specificare che, nonostante
grandi difficolta' e risultati non sempre adeguati (ma la nonviolenza e'
sempre una sperimentazione aperta e perfettibile), la nonviolenza continua a
camminare. Oggi puo' essere pensata e praticata in molte direzioni. Ne
elenco, schematicamente, le piu' note (almeno quattordici), sicuro di
dimenticarne altre.
1. Movimento di liberazione nazionale, lotta per l'indipendenza e per una
nuova societa', in particolare per l'India, a partire da Gandhi e dal
gandhismo oggi operante, tra l'altro, nel Movimento Nonviolento fondato da
Aldo Capitini, sezione italiana della War Resisters' International, nel
Movimento Internazionale della Riconciliazione (Mir) o International
Fellowhip of Reconciliation (Ifor), nella Nonviolent Peace Force,
nell'istituto Wardha Wardhan Pradashani ( che coordina 40 istituzioni
gandhiane), nelle organizzazioni che si richiamano a Martin Luther King, ad
Aldo Capitini, a tanti testimoni di pace in ogni punto del pianeta.
2. Movimento di resistenza nei confronti di occupazioni e invasioni, come
avvenuto durante la seconda guerra mondiale in Danimarca e in Norvegia. E'
utile ricordare, al riguardo, le testimonianze di Leonhard Ragaz, Josef
Mayr-Nusser, Franz Jaegerstaetter, Etty Hillesum, Margarete Buber-Neumann,
Dietrich Bonhoeffer, Franz Thaler; di Romano Guardini e dei giovani della
"Rosa Bianca" (Hans e Sophie Scholl, Alexander Schmorell, Willi Graf,
Christoph Probst); di nuovi "martiri" come Leonardo Dallasega,
dell'irlandese Mairead Corrigan; in alcuni paesi europei si e' organizzato
nel 1972 il boicottaggio del caffe' a favore dell'indipendenza dell'Angola.
3. Movimento di superamento dell'"apartheid" in Sud Africa, lotta per la
costruzione di uno stato democratico inedito (tra i molti, Albert Luthuli,
Nelson Mandela, Desmond Tutu, Beyers Naude', Denis Hurley) dopo una lunga
mobilitazione internazionale antirazzista e per la liberazione di Mandela;
le grandi difficolta' che oggi il Sud Africa sta attraversando non possono
attenuare il ricordo di una delle piu' grandi esperienze di nonviolenza
politica.
4. Movimento per la difesa e lo sviluppo dei diritti umani, soprattutto
negli Stati Uniti, da David Thoreau a Richard Gregg, da Martin Luther King
(con lui nell'organizzare la famosa marcia del 1963 c'erano Ralph
Abernaty,Wyatt Tee Walk, Bayard Rustin, Walter Fauntroyr, Roy Wilkins) a
Jody Williams, da Cesar Chavez alle Dominican Sisters (Jacqueline Hudson,
Ardete Platte e Carol Gilbert), da Rosemary Lynch ai fratelli Philip e
Daniel Berrigan, da Voices in the Wilderness (Kathy Kelly) al movimento
Catholic Workers (Dorothy Day e Peter Maurin), dalla mobilitazione di Helen
Prejean contro la pena di morte al movimento pluralistico 2003-2004 contro
le guerre e a United for Peace, da Plowshares (vomeri) al Sanctuary Movement
(movimento per il diritto d'asilo), da Peaceful Tomorrows (associazione dei
familiari delle vittime dell'11 settembre 2001) al School of Americas Watch
(Roy Bourgeois). Inoltre, dalle Donne in Nero al Movimento Internazionale di
Solidarieta' (cui appartenevano Rachel Corrie e Tom Hurndall uccisi in
Palestina), da Ground Zero for Noviolent Action di Bremerton alla Jonas
House di Baltimora, da Global Exchange a Cities for Peace, dalla Franciscans
International all'Ordine francescano secolare d'Italia. In Palestina e in
Israele operano, tra laltro, Parents' Circle (associazione di famiglie
israeliane e palestinesi), Peace Now, Action for Peace, Gush Shalom,
Ta'yyush, Yesh Gul, Arab Educational Institute, Centro Wi'am, Centro
Risoluzione Conflitto e Riconciliazione (Ccrr), Alternative Information
Center (Aic), il lavoro congiunto della scuola palestinese S. Giuseppe di
Nazareth e di quella ebraica di Gerusalemme Lyada, coordinato da Emile
Shoufani; l'opera di Ibrahim Faltas a Betlemme; la Peace Research Institute
in the Middle East (Prime); la Palestinian Center for NonViolence Studies di
Mubarak Awad e il Patriarcato latino di Gerusalemme.
5. Lotta per la democrazia, movimento di resistenza civile contro dittature
o regimi autoritari: la Polonia di Solidarnosc negli anni Ottanta, le
Filippine del People's Power (1986), il Sud Africa dei Children's Power
(1986), la Birmania o Myanmar di Aung San Suu Kyi. Imponenti sono state le
vicende dell'Est europeo legate al crollo del muro di Berlino (la "via
baltica", Lipsia 1989, il movimento cecoslovacco). Sconvolgente il dramma
del movimento democratico studentesco di Pechino, travolto nel 1989 a Piazza
Tien An Men. In altre latitudini, e' necessario tenere a mente la tragedia
dei "desaparecidos" sudamericani e, quindi, le Madres e Abuelas de Plaza de
Mayo o Perez Esquivel (Argentina), Juan Gerardi, Jose' Ruiz Furlan e
Rigoberta Menchu' (Guatemala), Samuel Ruiz (Messico), Michel Sabbah
(Palestina), le iniziative "Nunca mas" o Hijos o i nuovi movimenti sociali
di matrice indigenista o sub-urbana; nel 2004 nasce anche la Commissione
Internazionale Diritti Umani del Mercosur per iniziativa del governo
argentino di Kirchner e del governo brasiliano di Lula.
6. Movimento per i diritti economici e sociali, in particolare per la terra,
per la casa, per la sovranita' alimentare, per l'acqua, per la difesa della
natura: da Chico Mendes al Movimento Sem Terra brasiliano o a Via Campesina,
dal movimento indigeno ecuadoriano o boliviano per la terra e le risorse
naturali a quello per la difesa dell'infanzia (come Manthoc, Ifejant,
Educatori di strada), dal movimento Ninos y adolescentes trabajadores (Nats
e Molacnats) alla Marcia globale contro lo sfruttamento del lavoro infantile
(Global March), dal "Manifesto dell'acqua" di Riccardo Petrella al
"Manifesto sul futuro del cibo" di Vandana Shiva e alla mobilitazione
indiana contro le dighe di Medha Patkar e Arundhati Roy, dal movimento per i
diritti dei "dalit" (indiani) alla New Entity Social Action (Nesa), dalle
esperienze di educazione ai diritti nel Congo alle iniziative popolari di
Nairobi descritte da Zanotelli nel libro Korogocho, dal tentativo di
bloccare i progetti latinoamericani denominati Alca (Area di libero
commercio delle Americhe), Plan Colombia e piano Puebla-Panama all'inedita
esperienza politica brasiliana guidata dal nuovo presidente Ignacio Da Silva
(Lula), che e' figlia, a un tempo, della teologia della liberazione, della
dottrina sociale della Chiesa, della lotta nonviolenta di milioni di persone
nell'arco di molti decenni. In tale ambito cresce il cantiere di Porto
Alegre che comprende le varie articolazioni del Forum Mondiale di Porto
Alegre, del Forum mondiale delle alternative, del Forum Sociale Europeo e di
altri Forum continentali (come quello asiatico di Mumbay del gennaio 2004),
del Centre Tricontinental, del Transnational Institute. Essi operano per
nuove regole del commercio mondiale, per un'economia di giustizia, per la
finanza etica, per il consumo critico, per la cooperazione internazionale,
per lo sviluppo sostenibile, per il Protocollo di Kyoto. Tra le tante, e'
utile ricordare l'iniziativa popolare di Scanzano Jonico (novembre 2003)
continuata con Scansiamo le scorie; realta' come Wuppertal Institute,
Climate Action Network (Can), Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano
(Pisa); tra le organizzazioni: Alternative Trade Organisations, Proutist
Universal, Associazione Botteghe del Mondo, Robe dell'Altro Mondo,
Cooperazione Terzo Mondo (Ctm)-Altromercato, TransFair, Equomercato,
Commercio alternativo, Sir John Ltd., Federazione mondiale delle
Organizzazioni del Commercio equo (Fto Mark), Forum Consumo Critico, Bilanci
di giustizia, Gruppi acquisto solidale (Gas), Associazione Finanza Etica,
Terra Futura, Lunaria, Civitas, Tuttaunaltracosa, Terra Futura, Fondazione
culturale Responsabilita' Etica, Microfinanza, Microcredito sociale,
Movimento per l'autogestione (Mag),  Progetto europeo Macrame', Acea,
Khorakhane, Terra Madre, Terra Nuova, Terra Patria, La buona terra,
Survival, Associazione per i popoli minacciati (Apm) e altro. Dopo
l'alleanza, creatasi a Cancun nel 2003, per una nuova politica economica
promossa da 22 paesi contrari all'Organizzazione Mondiale del Commercio, nel
gennaio 2004 si e' costituito un gruppo tecnico organizzato dai governi
brasiliano, cileno e francese, che hanno approvato la "Dichiarazione
d'Azione contro la fame e la poverta'".
7. Azione preventiva delle guerre (Mir Sada, Operazione Colomba,
Associazione Giovanni XXIII, Ambasciate di pace, Agenzie per la democrazia
locale, Operazione I Care a Pristina del dicembre 1998, Corpi civili di
pace, Caschi bianchi), durante le guerre (Solidarieta' di pace a Sarajevo
del dicembre 1992, Anch'io a Bokavu-Butembo nel marzo 2001, campagna "Break
the Silence/Peace for Africa", Action for peace in Palestina tra
marzo-aprile 2002, accordo di Ginevra tra palestinesi con Abed Rabbo e
israeliani con Yossi Beilin del primo dicembre 2003) e dopo le guerre per la
ricostruzione e per la prevenzione di nuovi conflitti. A tale riguardo,
stanno maturando e crescendo in alcune citta' Scuole per la pace o corsi
(universitari e/o comunali) per mediatori di conflitti e operatori di pace
(Pisa, Firenze, Padova, Verona, Milano, Bologna, Roma, Torino, Napoli); si
sviluppano studi di "politica dell'azione nonviolenta" o di "trasformazione
nonviolenta dei conflitti" o di "difesa nonviolenta": International Alert,
Saferworld, Center for Human Rights and Democratic Studies, Mouvement pour
une Alternative Nonviolente, Centro Studi Difesa Civile, Berretti Bianchi,
ipotesi di un Istituto Internazionale di Ricerca per la Pace e i Conflitti.
In Kenya opera Africa Peace Point che organizza colloqui e i seminari di
riconciliazione per comunita' centroafricane, coordinati da Kizito Sesana.
L'associazione Amani People's Theatre e' un esempio dell'uso del teatro come
mezzo di risoluzione dei conflitti. Sulle questioni concernenti i conflitti
e la loro prevenzione-gestione, rammento le analisi e le proposte di esperti
come Gene Sharp, Pat Patfoort, Johan Galtung, Dudley Weeks, Brian Martin,
Giuliano Pontara, Antonino Drago, Antonio L'Abate, Enrico Peyretti, Nanni
Salio, Peppe Sini, Angelo Cavagna, Giuliana Martirani, Jean-Marie Muller, il
thailandese Chaiwat Satha-Anand, il vietnamita Thich Nhat Hanh, l'ecologista
Arne Naess, l'ecumenico Wilfried Warneck. Tra le molte realta', in tale
contesto operano la Rete Trascend, l'Italian peace research institute
(Ipri), l'International peace research association (Ipra), il Centro di
ricerca per la pace di Viterbo, gli Amici di Aldo Capitini, la Lega per il
disarmo unilaterale, le Brigate Internazionali della Pace (Pbi),
l'Associazione obiettori nonviolenti (Aon), la Lega obiettori di coscienza
(Loc), Satyagraha, il Forum Bastaguerra, i Coordinamenti contro le guerre,
il Forum (nazionale) permanente contro la guerra, la Convenzione permanente
delle donne contro le guerre, il network italiano ed europeo per il disarmo,
la Rete italiana per il Disarmo (ControllArmi), il Comitato per la Difesa
Popolare Nonviolenta, il Tribunale morale indipendente sui crimini di guerra
Usa e inglesi in Irak, il Comitato Verita' e Giustizia di Genova, Gettiamo
le basi, Gruppi di azione nonviolenta (Gan) collegati al Movimento
Nonviolento e alla Rete Lilliput, Gruppi di Lavoro Tematico (Glt) della Rete
Lilliput, Ostinati per la pace, Articolo 11, Non muri ma ponti.
8. Iniziativa di alfabetizzazione, formazione ed educazione alla pace: la
"pedagogia degli oppressi-pratica della liberta'" di Paulo Freire; la
maieutica di Danilo Dolci; la descolarizzazione di Ivan Illich;
l'intercultura di Raimon Panikkar; il progetto di convivenza promosso dal
villaggio israelo-palestinese "Neve' Shalom-Wahat as-Salam", fondato da
Bruno Hussar, pioniere delle attivita' di intercultura (c'e' anche
un'Associazione Italiana Amici di Neve' Shalom-Wahat as-Salam). Richiamo i
molti centri culturali intitolati a Gandhi, Tolstoj, Aldo Capitini, Danilo
Dolci, Sereno Regis, Primo Mazzolari, Tonino Bello, Lorenzo Milani, Giorgio
La Pira, Ernesto Balducci, Oscar Romero, Helder Camara, Giovanni XXIII,
Alexander Langer, ai martiri della mafia, a tanti testimoni di pace.
Inoltre: le Scuole di formazione promosse da associazioni, istituzioni,
fondazioni, istituti scolastici,  universita', monasteri, ordini religiosi,
diocesi, enti locali e regioni; Scuola strumento di pace, Scuola per
l'Alternativa di Torino, Centro di Educazione alla Mondialita' (Cem), Centro
unitario per la cooperazione missionaria (Cum), Istituto Studi di Politica
Internazionale (Ispi), Movimento Cooperazione Educativa (Mce), Movimento
Educatori Milaniani (Mem), Centro interdipartimentale di ricerca e servizi
sui diritti della persona e dei popoli presso l'Universita' di Padova,
Primavera dell'Europa, Associazione Diritti Umani-Sviluppo Umano, Educazione
per la cittadinanza democratica (Ecd), Progetto Mondo del Movimento Laici
per l'America Latina (Mlal), Cantieri di pace, Centro Studi e Ricerche per
la pace di Trieste, Societa' Italiana di Scienze Psicosociali per la pace di
Firenze, Universita' Internazionale delle Istituzioni dei popoli per la Pace
di Rovereto e Trento; Centri Interculturali o Internazionali di Universita'
(negli Stati Uniti, ad esempio, 75 Universita' hanno programmi di ricerca
per la pace; in Italia 13); il Centro Psicopedagogico di Piacenza; il Centro
Studi e Formazione di Pax Christi; Dialoghi di pace, Ridare la parola
(Comunita' delle Piagge), Passaparola di Cagliari, Scuola di pace del
Quartiere Savena di Bologna e altro tra cui il progetto di Universita' Etica
per la Condivisione della Conoscenza. E' utile rammentare sempre il decisivo
contributo di gruppi artistici, soprattutto teatrali e musicali, o di gruppi
sportivi disponibili alla costruzione di legami internazionali fraterni (in
ambito calcistico cito tra tutti, simbolicamente, il progetto Chievo Brasil
e Piacenza-Unicef).
9. L'associazionismo del "popolo della pace" con i vari Centri per i diritti
umani; il Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani; la
Tavola della pace che comprende Acli, Arci, Agesci, Cgil, Cisl, Pax Christi,
Emmaus Italia, Coordinamento iniziative popolari di solidarieta'
internazionale (Cipsi), Lega italiana per i Diritti e la Liberazione dei
popoli, Associazione per la pace, Francescani del Sacro Convento di Assisi,
Centro per la pace Forli'-Cesena, Fondazione Italiana Volontariato,
Consorzio Italiano di Solidarieta' (Ics), Associazione banca Etica,
Focsiv-Volontari nel mondo, Mani Tese, Peacelink, Movimento Federalista
Europeo, Beati i costruttori di pace, Comunita' di accoglienza (Cnca). Essa
e' collegata sia al Coordinamento Nazionale degli Enti locali per la pace e
i diritti umani che alle Assemblee biennali dell'"Onu dei popoli" che e'
parte del network "Ubuntu" per la riforma delle istituzioni internazionali,
da cui e' nato il Comitato italiano per l'Onu dei popoli. Si puo', inoltre,
ricordare, l'arcipelago della Rete Lilliput, l'Associazione delle Ong, il
Coordinamento organizzazioni non governative per la cooperazione
internazionale allo sviluppo (Cocis), la rete europea delle Ong di emergenza
e di sviluppo (Concord), la comunita' di SantíEgidio (Genti di pace), il
coordinamento Sentinelle del Mattino, il Servizio Missionario Giovani
(Sermig) con l'Arsenale della Pace e l'Universita' del Dialogo, Retinopera,
i Centri Studi Immigrazione della Caritas, Migrantes, Consiglio Italiano
Rifugiati (Cir), Centro Studi Immigrazione (Cestim), Tante Tinte, Nessun
luogo e' lontano, Comitato di solidarieta' col popolo eritreo, Arcoiris,
Iroko, Giraffa, le Feste dei popoli, gli Altrifestival, le Carovane della
pace, il Gruppo Abele, il coordinamento Libera-Associazioni, nomi e numeri
contro le mafie, Comunita' cristiane di base, Noi siamo Chiesa, Amani, Cuore
amico, Giovani per un mondo unito, Cittadini del Mondo, Movimento Cittadini
Europei, Fondazione Internazionale Lelio Basso, Peoples' Law Programme,
Azione Aiuto. Inoltre, l'Osservatorio Commercio Armamenti (Oscar);
l'Archivio Disarmo; l'Osservatorio Permanente Armi Leggere (Opal); la Rete
regionale disarmo Lombardia, il Network-disarmo collegato alla Rete
Lilliput, l'Osservatorio sulle guerre dimenticate, la Fondazione Venezia per
la ricerca sulla pace e il suo Annuario della pace. Tra i molti organismi o
movimenti: Societa' degli Amici (Quaccheri), Amnesty International, Human
Rights Watch, Social Watch, Medici Senza Frontiere, Reporter Senza
Frontiere, Medici del Mondo, Unione Medici Missionari italiani (Ummi),
Emergency, Amref Italia, Attac, Terre des Hommes, Amici di Raoul Follereau
(Aifo), Intervita, Insieme nelle Terre di Mezzo, Operazione Mato Grosso,
Associazione Italia-Palestina, Un ponte per..., Tavolo di solidarieta' con
le popolazioni dell'Iraq, Intersos, Ipsia, Cooperazione internazionale
(Coopi), Gruppo autonomo volontari civili (Gavci), Comunita' Impegno
Servizio Volontario (Cisv), Servizio civile internazionale (Sci),
Associazione di cooperazione cristiana internazionale (Accri), Centro laici
italiani per le missioni (Celim), Cooperazione e sviluppo (Cesvi),
Associazione volontari per il servizio internazionale (Avsi), Movimento
volontari (Movi), Forum Terzo Settore, Civitas, Societa' per l'imprenditoria
giovanile (Ig), Cittadinanzattiva, Associazione internazionale volontari
laici (Lvia), Movimento per la lotta contro la fame nel mondo (Mlfm),
Movimento Laici America Latina (Mlal), Segretariato Internazionale Cristiano
di Solidarieta' America Latina (Sicsal), Gruppo volontariato solidarieta'
(Gvs), Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (Vis), Servizio civile
volontario, Volontari per lo sviluppo, Conferenza nazionale enti di servizio
civile (Cnesc), Centro solidarieta' internazionale Nord-Est Milano (Csi),
L'avete fatto a me; Senza confini, Antigone, Rete Radie' Resch, Facciamo la
pace, Lega Ambiente, Wwf, Greenpeace, Overseas, Centro internazionale
Crocevia, Unimondo, Movimondo, Altrimondi, Associazione italiana turismo
responsabile (Aitr), Pindorama, Oltre il confine. E poi: la rete associativa
di Quarrata (Pistoia), la Scuola di Pace di Monte Sole, la Fondazione
Exodus, il Coordinamento comasco per la pace, Puntocritico, Sprofondo, Donne
insieme, Il Cerchio, la Casa della nonviolenza di Verona, l'Associazione
Villa Buri a Verona, la Casa per la pace di Tavarnuzze (Impruneta-Firenze),
il Comitato Amicizia di Faenza, il Coordinamento Nord-Sud del mondo, Amici
di tutti i popoli, Macondo di Pove del Grappa, la Comunita' monastica di
Rossano Calabro, il progetto Artigiani di pace del Movimento Rinascita
Cristiana, attivita' del Movimento dei Focolarini, la Pro Civitate
Christiana di Assisi, il Sermis, la Fondazione Pro Jerusalem, le Comunita'
dell'Arca.
10. Le varie Campagne di mobilitazione tra le quali, oltre quelle promosse
dai vari organismi delle Nazioni Unite (soprattutto in ambito Fao, Unicef,
Oms, Unesco, Unhcr-Rifugiati, United Nations Development Program, Unpd), e'
possibile citare: Chiama l'Africa, la Campagna italiana per i diritti umani
e la pace in Sudan, la Campagna europea "Prima la Pace-Il petrolio alimenta
la guerra in Sudan", l'Appello per "una grande politica per l'Africa che
vuole cambiare", Italia-Africa 2004, Contro le mine antiuomo, No excuse
2015, Millennium development goals, Sdebitiamoci, Jubilee 2000 Coalition,
Sbilanciamoci, Banche armate, Manca Intesa, Addio alle armi, Campagna per
l'obiezione alle spese militari e per la realizzazione della difesa popolare
nonviolenta, Campagna per il controllo dell'export di armi, Agenzia per
riconversione dell'industria armiera lombarda, Scelgo la nonviolenza.
Inoltre: Save the children, Antislavery International, Le vittime
dimenticate, Stop all'uso dei bambini soldato, Nessuno tocchi Caino,
Attivarci per i bambini del mondo, Salvare l'infanzia, Bambini di strada,
Salam Ragazzi dell'Olivo, Mai piu' violenza sulle donne, le esperienze del
microcredito tipo Grameen Bank di Yunus, Il nostro mondo non e' in vendita
(Not for sale), Per la Riforma della Banca Mondiale, Per l'accesso ai
farmaci essenziali, Stop Aids, No dumping, Meno beneficenza piu' diritti,
Vogliamo i nomi, Agenda 21, Impronta ecologica, Progetto Continenti,
Ambalaki, i boicottaggi verso ditte e prodotti complici delle guerre, La mia
spesa per la pace, Acqua e' vita, Acqua di tutti, Acqua per la vita, Sorella
acqua. Infine, Balconi di pace, Fuori l'Italia dalla guerra, l'Italia
ripudia la guerra (attuazione articolo 11 della Costituzione), l'Europa
ripudia la guerra, il "documento di Verona" per un'Europa neutrale e attiva,
disarmata e nonviolenta, Nessuno e' straniero in Europa, Nella mia citta'
nessuno e' straniero, i Permessi di soggiorno in nome di Dio, le adozioni a
distanza e l'adozione a vicinanza, Semi di pace, l'iniziativa scout Luce
della pace (promossa da Agesci, Masci, Cngei, Amis, Fse, Szso), Anno di
Volontariato Sociale, Ufficio Nazionale per il Servizio Civile. In occasione
della mobilitazione per la pace del marzo 2004 e delle successive elezioni
europee, accanto alla Rete Lilliput e' nato il Tavolo delle Campagne
composto da Aifo, Botteghe del Mondo, Beati i costruttori di pace, Bilanci
di giustizia, Per la Riforma della Banca Mondiale, Ctm Altromercato,
Innovazione e Reti per lo Sviluppo (Ired), Mani Tese, Pax Christi, Wwf;
contemporaneamente, e' stata lanciata l'idea di un Comitato Nazionale per la
Ricostruzione della Politica Estera dell'Italia.
11. L'informazione e la riflessione proposte da "Nigrizia", "Raggio",
"Mosaico di pace", "Missione oggi", "Cem-Mondialita'", "Azione nonviolenta",
"Solidarieta' Internazionale", "Mondo e Missione", "Rocca", "Testimonianze",
"Il Dialogo", "Qol", "Tempi di fraternita'", "Confronti", "Altreconomia",
"Altrafinanza", "Altromercato", "Valori", "Volontari per lo sviluppo",
"Limes", "Giano", "Internazionale", "Guerre e pace", "Marea", "Narcomafie",
"Viator", "Amnesty International", "Emergency", "Il Corriere dell'Unesco"
(ora sospeso), "Rifugiati", "I Care", "Il Contesto", "Fondazione
Internazionale Lelio Basso", "Le Monde diplomatique", "Alternatives Sud",
"Pace, Diritti dell'Uomo, Diritti dei popoli" (Archivio Pace Diritti Umani),
"Vita", "Carta", "Mani Tese", "NotiCum", "msfnews", "Volontariato",
"Volontari lvia", "Popoli e Missione", "Il missionario", "Famiglia
cristiana", "Jesus", "Esodo", "Nuova responsabilita'", "Adista", "Strumenti
di pace", "La via libera", "Quaderni dell'interculturalita'", "Quaderni di
Mosaico di pace", "Il margine", "Il foglio" (di Torino), "Note mazziane",
"Qualevita", "Latinoamerica", "Fatti in Brasile", "Royo e negro",
"Pacedifesa", "Pax Christi Informazioni", "Italia Caritas", "Terre di
mezzo", "Eco", "La nuova Ecologia", "Satyagraha", "L'Incontro", "Anbamed
Notizie dal Mediterraneo". E' bene accennare anche ai giornali telematici
come "La nonviolenza e' in cammino" e "Il Grillo parlante", alla Campagna
sui diritti di comunicazione nella societa' dell'informazione (Cris-Italia),
a punti informativi come Media watch global, International press service
(Ips), Peacelink, Peace Reporter, Derechos Humanos, Human Rights Watch,
Nowartv, Megachip (Comunicazione nella Democrazia), Fondazione
InMediata-Laboratorio d'inchiesta sul diritto all'informazione, Global
Research, Global Outlook, Lillinet, Misna, Carta, Femmis, Sbilanciamoci,
Lunaria, Punto rosso, Arcoiris, Tutti giu' per terra, Parolestorte, articolo
21 liberi di, Network disarmo, Nonviolent Peaceforce, MediAzioni, Luci nel
mondo, Femmis, Informarvi, Educare.it, I Care, Pax Christi, Riconciliazione
e molti che stanno sorgendo nelle associazioni e tra lillipuziani come
Giulietto Chiesa, Alessandro Marescotti, Carlo Gubitosa, o in Amnesty
International e nel Centro diritti della persona e dei popoli di Padova. Tra
le case editrici storiche sui temi della pace, e' necessario ricordare La
Locusta, le Edizioni Cultura della Pace, le Edizioni Gruppo Abele e la
Meridiana.
12. Politica internazionale delle "citta' per la pace" a partire dalla
tragedia di Hiroshima e sullo slancio dell'opera di Giorgio La Pira a
Firenze negli anni '50 e '60. Negli anni Ottanta e' sorto un Coordinamento
degli Enti Locali per la pace che ha favorito il moltiplicarsi dei
gemellaggi o esperienze di "denuclearizzazione" del territorio e delle
coscienze e che agisce di concerto con le Assemblee dell'"Onu dei popoli" di
Perugia; c'e' anche un Coordinamento europeo e mondiale delle citta' per la
pace cosi' come una Rete Nuovi Municipi che cerca di diffondere esperienze
di "bilancio partecipativo" o avviare le Assemblee del Municipio dei Popoli.
13. Movimento contro la mafia e la criminalita' che, negli anni '90, prima e
dopo l'assassinio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (che hanno offerto
il loro nome a gruppi e fondazioni), ha visto tra i protagonisti della lotta
per la democrazia e la legalita' cittadini di vario orientamento (tra essi,
Peppino Impastato, Giuseppe Fava, Pino Puglisi, Peppe Diana, Antonio
Caponnetto, magistrati, giornalisti, sindaci, sacerdoti, operatori sociali,
politici e culturali), organizzazioni come le Comunita' di Accoglienza; la
galassia di "Libera - associazione nomi e numeri contro le mafie" con i suoi
progetti di "educazione alla legalita'-costruire la solidarieta'" (tra gli
animatori, Luigi Ciotti, Rita Borsellino, Giancarlo Caselli), il Consorzio
Sviluppo e Legalita', il progetto Il Progresso nella Legalita', il Gruppo
"mafia e nonviolenza" di Palermo; i Comitati per la Costituzione di Giuseppe
Dossetti o i gruppi "pace e diritti" di Raniero La Valle; il Coordinamento
nazionale antimafia; Avviso Pubblico; il Calendario della Memoria
dell'Associazione magistrati di Palermo; l'Associazione dei parenti e dei
familiari delle vittime delle stragi di Ustica e di Bologna; il Comitato
genitori di militari caduti in tempo di pace; l'Associazione Nazionale
Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate  e Famiglie dei Caduti
(Anavafaf).
14. La nonviolenza "giuricostituente" o per la "giustizia
riconciliativa-ricostitutiva" visibile nelle esperienze di "riconoscimento
reciproco", nelle "Commissioni per la riconciliazione" operanti in Algeria,
Israele e Palestina, Sudan, Congo, Argentina, Peru', Sierra Leone, Liberia,
El Salvador, Rwanda, Guatemala e altri paesi; nella famosa esperienza
sudafricana di Desmond Tutu; nella Fondazione per i diritti umani coordinata
da Rigoberta Menchu'; nell'iniziativa delle Donne in nero (nate a Belgrado
nel 1991), della Sudan Women's Voice for Peace e di alcuni movimenti delle
vittime delle violenze; in centri studi per la pace come quello di Viterbo e
altri citati; nell'opera di tante persone o gruppi presenti nei luoghi
dell'odio e dei conflitti. Nella rivista "Concilium" (n. 5, 2003) sono
raccontate alcune attivita' di riconciliazione, come quelle di Virginia
Vargas in Peru', di Shobhakar Budhathoki nel Nepal, di Vasudha Narayanan in
India, Stati Uniti e Cambogia, di Robyn Reynolds in Australia, di Tonya
Gonnella Frichner (fondatrice della American Indian Law Alliance), di
Eleazar Lopez Hernandez in Messico, del salvadoregno Jon Sobrino, del
dirigente Onu Tapio Kanninen, del belga Francois Houtart, della teologa
messicana Maria Pilar Aquino. Degna di nota e' la "Procura per la Difesa dei
Diritti Umani" di El  Salvador, animata dalla torinese Beatrice Alamanni
Carrillo.

3. MATERIALI. PER UNA BIBLIOGRAFIA SULLA SHOAH (PARTE OTTAVA)

SIMONA FORTI
Docente universitaria di storia del pensiero politico; laureatasi in
filosofia presso l'Universita' di Bologna, ha conseguito il dottorato di
ricerca nel 1989 in storia del pensiero politico presso l'Universita' di
Torino; ha svolto attivita' di ricerca e didattica presso l'Universita' di
Bologna, di Torino e presso la Graduate Faculty della New School for Social
Research di New York. Fa parte del comitato di redazione di "Filosofia
politica" e collabora a numerose riviste tra cui "Teoria politica", "Il
Mulino", "L'Indice dei libri", "MicroMega", "Iride". E' nel comitato di
redazione della rivista internazionale "Arendt's Newsletter"; e' autrice di
numerosi saggi sulla filosofia politica contemporanea e sul pensiero di
Hannah Arendt. Tra le opere di Simona Forti: Vita della mente e tempo della
polis. Hannah Arendt tra filosofia e politica, Milano, Franco Angeli, Milano
1994, 1996; (a cura di), Filosofia e politica. Saggi su Hannah Arendt, Bruno
Mondadori, Milano 1999; Il totalitarismo, Laterza, Roma-Bari 2001; (a cura
di), La filosofia di fronte all'estremo. Totalitarismo e riflessione
filosofica, Einaudi, Torino 2004. Ha curato e introdotto i due volumi:
Archivio Arendt 1, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2,
(Feltrinelli, Milano 2003; ha curato anche la "Bibliografia delle opere di e
su Hannah Arendt", in Hannah Arendt, La vita della mente, il Mulino, Bologna
1987 (poi ristampata in Roberto Esposito (a cura di), La pluralita'
irrapresentabile. Il pensiero politico di Hannah Arendt, Quattroventi,
Urbino 1987).

FRANCO FORTINI
Poeta e saggista tra i maggiori del Novecento, Franco Lattes (Fortini e' il
cognome della madre) e' nato a Firenze nel 1917, antifascista, partecipa
all'esperienza della repubblica partigiana in Val d'Ossola. Nel dopoguerra
e' redattore del "Politecnico" di Vittorini; in seguito ha collaborato a
varie riviste, da "Comunita'" a "Ragionamenti", da "Officina" ai "Quaderni
rossi" ed ai "Quaderni piacentini", ad altre ancora. Ha lavorato
nell'industria, nell'editoria, come traduttore e come insegnante. E' stato
una delle persone piu' limpide e piu' lucide (e per questo piu' isolate)
della sinistra italiana, un uomo di un rigore morale ed intellettuale
pressoche' leggendario. E' scomparso nel 1994. Opere di Franco Fortini: per
l'opera in versi sono fondamentali almeno le raccolte complessive Poesie
scelte (1938-1973), Mondadori; Una volta per sempre. Poesie 1938-1973,
Einaudi; Versi scelti. 1939-1989, Einaudi; cui si aggiungano l'ultima
raccoltina Composita solvantur, Einaudi, e postuma la serie di Poesie
inedite, sempre presso Einaudi. Testi narrativi sono Agonia di Natale (poi
riedito col titolo Giovanni e le mani), Einaudi; e Sere in Valdossola,
Mondadori, poi Marsilio. Tra i volumi di saggi, fondamentali sono: Asia
Maggiore, Einaudi; Dieci inverni, Feltrinelli, poi De Donato; Tre testi per
film, Edizioni Avanti!; Verifica dei poteri, Il Saggiatore, poi Garzanti,
poi Einaudi; L'ospite ingrato, De Donato, poi una nuova edizione assai
ampliata col titolo L'ospite ingrato. Primo e secondo, presso Marietti; I
cani del Sinai, Einaudi; Ventiquattro voci per un dizionario di lettere, Il
Saggiatore; Questioni di frontiera, Einaudi; I poeti del Novecento, Laterza;
Insistenze, Garzanti; Saggi italiani. Nuovi saggi italiani, Garzanti (che
riprende nel primo volume i Saggi italiani apparsi precedentemente presso De
Donato); Extrema ratio, Garzanti; Attraverso Pasolini, Einaudi. Si veda
anche l'antologia fortiniana curata da Paolo Jachia, Non solo oggi, Editori
Riuniti; la recente bella raccolta di interviste, Un dialogo ininterrotto,
Bollati Boringhieri; e la raccolta di Saggi ed epigrammi, Mondadori, Milano
2003. Tra le opere su Franco Fortini in volume cfr. AA. VV., Uomini usciti
di pianto in ragione, Manifestolibri, Roma 1996; Alfonso Berardinelli,
Fortini, La Nuova Italia, Firenze 1974; Romano Luperini, La lotta mentale,
Editori Riuniti, Roma 1986; Remo Pagnanelli, Fortini, Transeuropa, Jesi
1988. Su Fortini hanno scritto molti protagonisti della cultura e
dell'impegno civile; fondamentali sono i saggi fortiniani di Pier Vincenzo
Mengaldo; la bibliogafia generale degli scritti di Franco Fortini e' in
corso di stampa presso le edizioni Quodlibet a cura del Centro studi Franco
Fortini; una bibliografia essenziale della critica e' nel succitato
"Meridiano" mondadoriano pubblicato nel 2003.

FRANCO FRACASSI
Giornalista e saggista. Opere di Franco Fracassi: Il Quarto Reich, Editori
Riuniti, Roma 1996.

GIUSEPPE FRANCESCONI
Ricercatore. Opere di Giuseppe Francesconi: (a cura di, con Gustavo Salsa),
Molte volte ho pensato che non sarei mai tornato, Auser Valsesia - L'Unita',
Vercelli-Roma 2003.

CARLO FRANCOVICH
Resistente, storico, docente, una delle grandi figure della vita civile
italiana del Novecento. Tra le opere di Carlo Francovich: segnaliamo
particolarmente La Resistenza a Firenze, La Nuova Italia, Firenze 1975, e la
cura del libro di Inge Scholl, La Rosa bianca, La Nuova Italia, Firenze
1966, 1978.

MIMMO FRANZINELLI
Storico, ha studiato in particolare vari aspetti del periodo fascista. Opere
di Mimmo Franzinelli: Il riarmo dello spirito. I cappellani militari nella
seconda guerra mondiale, Pagus, 1991; Stellette, croce e fascio littorio,
Angeli, Milano 1995; I tentacoli dell'Ovra, Bollati Boringhieri, Torino
1999; Delatori, Mondadori, Milano 2001; Le stragi nascoste, Mondadori,
Milano 2002, 2003; Squadristi, Mondadori, Milano 2003.

4. LETTURE. MARIRI' MARTINENGO: LE TROVATORE II
Mariri' Martinengo, Le trovatore II. Poetesse e poeti in conflitto, Quaderni
di Via Dogana - Libreria delle donne, Milano 2001, pp. 128, lire 22.000.
"Cinque anni dopo Le Trovatore. Poetesse dell'amor cortese (Quaderni di Via
Dogana, Milano 1996), che ha fatto conoscere in Italia e in Spagna la poesia
trobadorica femminile, Mariri' Martinengo in questo secondo volume raccoglie
dodici tenzoni tra trovatore e trovatori, emblematiche di una civilta'
fondata sul rapporto donna-uomo e non solo uomo-uomo. La civilta' cortese si
rivela essere una civilta' consapevole della necessita' della relazione,
dello scambio tra i sessi nella differenza" (dalla quarta di copertina). Un
libro prezioso che vivamente raccomandiamo. Per richieste: e-mail:
info at libreriadelledonne.it, sito: www.libreriadelledonne.it

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

6. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, sudest at iol.it,
paolocand at inwind.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 828 del 2 febbraio 2005

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