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La nonviolenza e' in cammino. 828
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 828
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 2 Feb 2005 00:39:35 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 828 del 2 febbraio 2005 Sommario di questo numero: 1. Il Comitato per la Foresta dei Giusti 2. Sergio Paronetto: Mappe della nonviolenza 3. Per una bibliografia sulla Shoah (parte ottava) 4. Letture: Mariri' Martinengo, Le trovatore II 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento 6. Per saperne di piu' 1. ESPERIENZE. IL COMITATO PER LA FORESTA DEI GIUSTI [Dal sito del "Comitato per la Foresta dei Giusti" (http://gariwo.net) riprendiamo questa scheda di autopresentazione] Chi siamo A Milano, agli inizi del 2000, da un'idea di Gabriele Nissim e di Pietro Kuciukian, e' nato un gruppo di ricerca e di riflessione sul tema dei Giusti. Ne fanno parte alcuni intellettuali (scrittori, saggisti, insegnanti, traduttori, ricercatori) che condividono un'idea di fondo: nella storia dell'umanita' e nel comportamento degli uomini, accanto al Male, indagato e visibile, e' presente anche il Bene. Questo gruppo di ricerca si e' costituito come Comitato promotore della Foresta dei Giusti e intende impegnarsi per mantenere vivo il ricordo dei Giusti attraverso la creazione di luoghi della memoria ove vengono piantati alberi simbolicamente riferiti agli atti di bene compiuti da coloro che, di fronte al male, in particolari situazioni storiche, non hanno voluto rinunciare alla propria dignita' e umanita'. La storia del novecento e' segnata dai peggiori crimini contro l'umanita', frutto della "barbarie legale". E' della "bonta' umana fuorilegge" che il Comitato per la Foresta dei Giusti intende occuparsi. Un obiettivo del Comitato e' la valorizzazione delle azioni "giuste", risultato di scelte che tendono ad ostacolare il male la' dove si manifesta. Ricordare significa opporsi con atti di conoscenza all'indifferenza, e insieme impegnarsi per costruire un futuro diverso. Ci sono state e ci possono essere situazioni in cui gli uomini, avvertendo una incompatibilita' morale rispetto alla realta', hanno reagito con l'autonomia di pensiero e con il coraggio civile, spesso a rischio della vita, per salvare altre vite o la propria dignita', per difendere la verita' e la memoria. * I nostri obiettivi I ricordi del male e della sofferenza sono vulnerabili, esposti all'oblio. Lo stesso accade per la memoria del bene. Per questo il Comitato intende promuovere la creazione di parchi, boschi, giardini in ogni parte del mondo, per formare un'ideale foresta senza confini che ricordi il valore dei Giusti per la storia dell'umanita'. In alcuni luoghi-simbolo, come Yerevan in Armenia, Sarajevo in Bosnia Erzegovina, si sta seguendo l'esempio del primo giardino dei Giusti creato a Gerusalemme presso il memoriale di Yad Vashem, per onorare i non ebrei che si sono opposti alla Shoah. Pertanto i nostri obiettivi sono: - l'istituzione di luoghi della memoria; - l'istituzione di premi da assegnare a chi si sia distinto sul tema dei Giusti; - convegni internazionali risultato della ricerca storica e dell'elaborazione teorica sul tema dei Giusti; - dibattiti pubblici e conferenze; - pubblicazione di materiali; - presentazione di saggi, ricerche, documentari, mostre; - divulgazione del tema nelle scuole. Il Comitato intende inoltre stimolare la ricerca storica e l'elaborazione teorica sui Giusti, in relazione alla storia del Novecento e ai genocidi ancora presenti nel mondo, a partire dalla riflessione di filosofi come Hannah Arendt e Tzvetan Todorov, di storici e sociologi come Yehuda Bauer e Zygmunt Bauman, di testimoni e scrittori come Primo Levi, Alexander Solzenicyn o Varlam Salamov. Per contattare il Comitato scrivete a info at gariwo.net 2. MATERIALI. SERGIO PARONETTO: MAPPE DELLA NONVIOLENZA [Ringraziamo Sergio Paronetto (per contatti: paxchristi_paronetto at yahoo.com) per averci messo a disposizione questo capitolo (pp. 143-166) del suo libro La nonviolenza dei volti. Forza di liberazione, Editrice Monti, Saronno (Va) 2004. Sergio Paronetto insegna presso l'Istituto Tecnico "Luigi Einaudi" di Verona dove coordina alcune attivita' di educazione alla pace e ai diritti umani. Tra il 1971 e il 1973 e' in Ecuador a svolgere il servizio civile alternativo del militare con un gruppo di volontari di Cooperazione internazionale (Coopi). L'obiezione di coscienza al servizio militare gli viene suggerita dalla testimonianza di Primo Mazzolari, di Lorenzo Milani e di Martin Luther King. In Ecuador opera prima nella selva amazzonica presso gli indigeni shuar e poi sulla Cordigliera assieme al vescovo degli idios (quechua) Leonidas Proano con cui collabora in programmi di alfabetizzazione secondo il metodo del pedagogista Paulo Freire. Negli anni '80 e' consigliere comunale a Verona, agisce nel Comitato veronese per la pace e il disarmo e in gruppi promotori delle assemblee in Arena suscitate dall'Appello dei Beati i costruttori di pace. In esse incontra o reincontra Alessandro Zanotelli, Tonino Bello, Ernesto Balducci, David Maria Turoldo, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Perez Esquivel, Beyers Naude' e tanti testimoni di pace. Negli anni '90 aderisce a Pax Christi (che aveva gia' conosciuto negli anni Sessanta) del cui Consiglio nazionale fa parte. E' membro del Gruppo per il pluralismo e il dialogo e, ultimamente, del Sinodo diocesano di Verona. Per richiedere il libro di Sergio Paronetto, La nonviolenza dei volti. Forza di liberazione, Editrice Monti, Saronno (Va) 2004, pp. 296, euro 15, ci si puo' rivolgere alla casa editrice, tel. 0296708107, fax: 0296703437, e-mail: editrice at padremonti.it, sito: www.padremonti.it] Dopo ogni guerra c'e' chi deve ripulire. L'ordine, seppure approssimato, certo non viene da solo. C'e' chi deve rimuovere le macerie al bordo delle strade, per far passare i carri pieni di cadaveri. C'e' chi deve calarsi nella mota e nella cenere tra le molle dei divani letto, tra le schegge di vetro, tra gli stracci insanguinati. C'e' chi deve trascinate una trave per puntellare un muro. C'e' chi rimettera' vetri alla finestra, e incardinera' le porte. Fotogenico non e' e richiede anni e anni. Tutte le telecamere sono gia' fuori, per un'altra guerra. I ponti riattivare, e le stazioni rifare. Ridotte a brandelli le maniche a furia di rimboccarle. Uno, con la scopa in mano, che ancora ricorda come fu. Uno che ascolta annuendo col capo superstite sul collo. Ma, in zona, cominceranno ad aggirarsi quelli che ne saranno annoiati. C'e' chi andra' ancora a disseppellire sotto un cespuglio argomentazioni corrose dalla ruggine per depositarle sulla pira delle scorie. Chi sapeva di che si tratto' deve far posto a chi sa troppo poco. O meno di poco. Oppure lo stesso che niente. Tra l'erba che ha coperto le cause e gli effetti dev'esserci qualcuno disteso, con una spiga tra i denti a guardare le nuvole. (Wislawa Szymborska, Inizio e fine) Il mosaico delle nonviolenze La strada nonviolenta e' lunga, drammatica e concreta. La nonviolenza non e' una dottrina compiuta o un sistema di pensiero. Non segue un metodo univoco o una tecnica predeterminata (c'e' chi ha contato piu' di 200 tecniche nonviolente). E' un'esperienza. Anzi, una varieta' di esperienze attuate da coloro che hanno camminato "con una spiga tra i denti" guardando lontano. E' importante guardarsi attorno e fare memoria storica. Attivare i punti di riferimento culturale. Verificare la rete delle nonviolenze. Ne ricordo qualche filo, sicuro di dimenticarne alcuni. Il loro studio richiederebbe, per ognuno, anni di analisi, decenni di approfondimenti e, probabilmente, molte vite. Sarebbe gia' molto se ci aiutasse a vivere meglio gli anni veloci della nostra esistenza. Se favorisse un percorso formativo minimo scandito in piu' tappe. In modo sommario e' possibile individuare le dodici tessere piu' significative del mosaico nonviolento. 1. La nonviolenza gandhiana di matrice induista ma, sostanzialmente, interreligiosa e universale, in simbiosi con il cristianesimo di Tolstoj (il cui primo esperimento di educazione nonviolenta risale al 1862) o di Teresa di Calcutta. Gandhi, che ha avuto legami con il Sud Africa e con la cultura anglosassone, ritiene che le religioni siano rami di uno stesso albero dalle radici nonviolente. Il Mahabharata, uno dei piu' importanti testi della tradizione indu', definisce la nonviolenza (ahimsa) "la piu' grande delle virtu'". Tra i molti, si inseriscono in questo filone "classico" Vinoba Bhave, Lanza del Vasto e gran parte del Movimento nonviolento internazionale. In ambito giainista spicca la figura di Acharya Tulsi con la sua Dichiarazione per un Mondo Nonviolento e per l'Armonia Ecologica mediante la Trasformazione Spirituale (1995). 2. La nonviolenza buddista presente, ad esempio, tra i seguaci di Tenzin Gyatso (Dalai Lama) e nel movimento femminile tibetano di Phuntsok Nyidron, tra i monaci tibetani contro il dominio cinese fin dagli anni Cinquanta e tra i monaci vietnamiti contro gli Stati Uniti negli anni Sessanta. Ci sono anche buddisti statunitensi, gia' soldati reduci dal Vietnam, come Claude Anshin Thomas. Esponenti di rilievo del "buddismo socialmente impegnato" sono oggi il monaco vietnamita di tradizione zen Thich Nhat Hanh, il cingalese Aryaratna, il tailandese Sulak Sivaraska, l'indiano Bhimrao Ramji Ambedkar, i giapponesi Nikkyo Nawano e Daisaku Ikeda. Buddista tailandese vincitore del premio Unesco 1994 per l'educazione alla pace e' Prayudh Payutto. Tra le associazioni si puo' citare la Buddhist Peace Fellowship, lo Zen Pacemaker Order, la Rissho Koseikai (di Nikkyo Niwano), la Soka Gakkai. 3. La nonviolenza musulmana: Tierno Bokar nel Mali; Abdul Ghaffar Khan o Badshah Khan (gia' collaboratore di Gandhi) in Pakistan, fondatore dei Khuda-i Khidmatgar (o "servi di Dio"); Mahmoud Mohammed Taha in Sudan (condannato a morte per "eresia" nel 1985); Cheikh Amadou Bamba nel Senegal, capo spirituale della confraternita Murid. In tale contesto possiamo citare Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso negli anni '80, la sudanese Fatima Ahmed Ibrahim, l'iraniana Shirin Ebadi, Premio Nobel per la pace 2003; Rabia Terri Harris e' la fondatrice della Societa' Musulmana per la Pace (Mpf) che si occupa della nonviolenza islamica ed e' affiliata alla Fellowship of Reconciliation (Ifor). 4. La nonviolenza ebraica insita nello "shalom" messianico e profetico dell'Antico Testamento, da Isaia ad Amos, da Giobbe a Geremia e, oggi, da Martin Buber a Emmanuel Levinas, da Hannah Arendt a Etty Hillesum, da Edith Stein a Primo Levi. Studiosi recenti del contributo ebraico alla nonviolenza-riconciliazione sono Marc Gopin (con l'organizzazione Hesed) e il rabbino Shaul Magid, uno dei fondatori del Children of Abraham Institute (Chai); Jeremy Milgrom e' fondatore di Clergy for Peace (Sacerdoti per la pace) e direttore associato dei Rabbis for Human Rights (Rabbini per i diritti umani); esistono anche un Arab/Jewish Project, una Associazione Interreligiosa Israeliana e vari Istituti orientati all'educazione alla pace. 5. La nonviolenza cristiana radicata nel Vangelo e praticata da uomini come Massimiliano, Francesco d'Assisi, Pietro Valdo, Erasmo da Rotterdam, Bartolome' de las Casas, testimoniata dai Quaccheri, dai Piccoli fratelli e dalle Piccole sorelle di padre De Foucauld, dai monaci trappisti uccisi a Thibirine in Algeria nel '96, dai gesuiti centroamericani (come Ignacio Ellacuria) uccisi con altre due donne in Salvador nel 1989, e cosi' da Martin Luther King a Thomas Merton, da Simone Weil a Valdo e Tullio Vinay, da Guido Plavan a Carlo Lupo, da Giovanni XXIII a Giovanni Paolo II, da Pierre Claverie ad Albert Schweitzer, da Helder Camara a Marianella Garcia, da Oscar Romero a Leonidas Proano, da Primo Mazzolari a Tonino Bello, da Ernesto Balducci a David Maria Turoldo, da Jean Goss a Hildegard Goss-Mayr, dall'abbe' Pierre a Raoul Follereau, da Bernard Haering a Paul Gauthier, da Teresa di Calcutta ad Annalena Tonelli, da Moreno Locatelli a Graziella Fumagalli. 6. La nonviolenza esistenzialistica o personalistica di Paul Tillich, Karl Jaspers, Max Scheler, Erich Fromm, Emmanuel Mounier, Italo Mancini, Paul Ricoeur. In tale ambito sono interessanti sia la rilettura di Gandhi proposta da Giulio Girardi alla luce della teologia-pratica latinoamericana di liberazione e del personalismo, sia il confronto a distanza tra il teologo Juergen Moltmann e il filosofo Ernst Bloch. 7. La nonviolenza come esperienza politica e culturale ("laica"-"religiosa") di Aldo Capitini, Edmondo Marcucci, Emma Thomas, Ezio Bartalini, Andrea Caffi, Umberto Calosso, Remigio Cuminetti, Carlo Cassola, Hedi Vaccaro, Danilo Dolci, Luigi Sturzo, Giorgio La Pira, Zeno Saltini, Giuseppe Dossetti, Domenico Sereno Regis, Alexander Langer, Leopold Sedar Senghor, Willy Brandt, Olof Palme, Ibrahim Rugova, Vaclav Havel, Alessandro Pertini, Lelio Basso, Norberto Bobbio, Pietro Ingrao, Oscar Luigi Scalfaro e altri uomini o gruppi politici che si stanno affacciando alle soglie della nonviolenza. 8. La nonviolenza come movimento pedagogico: Maria Montessori, Lorenzo Milani, Paulo Freire, Ivan Illich, Raimon Panikkar. Oggi il "Manifesto 2000" dei Premi Nobel per la pace propone una mobilitazione mondiale per la diffusione della nonviolenza. A suo favore giocano sicuramente la grande poesia, la buona musica, la canzone d'autore, le esperienze di teatro e di cinema, alcune attivita' sportive, lo spirito di festa, la grande mistica, la contemplazione. 9. La nonviolenza umanistica e illuministica sfociata nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948, che trova tra le sue fonti ispiratrici l'idea spinoziana-volterriana di tolleranza, il progetto kantiano di pace perpetua e, oggi, l'istanza scientifica di Albert Einstein, di Bertrand Russel e del Movimento degli Scienziati per il Disarmo, il pensiero della differenza e l'apporto di gruppi e movimenti femminili (presenti in ogni altra area nonviolenta), evidenziato all'Assemblea per i diritti delle donne del novembre 2003, durante il Forum Sociale Europeo di Parigi, nel Forum delle donne durante il IV Forum Sociale Mondiale di Mumbai del gennaio 2004 e in recenti pubblicazioni. 10. La nonviolenza della Carta dell'Onu del 1945 che si articola nei numerosi organismi delle Nazioni Unite. Essa si presenta come regola dei rapporti internazionali e come orizzonte politico primario sia nella Dichiarazione di Nuova Delhi del 27 novembre 1986, voluta da Mikhail Gorbaciov e da Rajiv Gandhi, che propone un mondo "libero dalle armi nucleari e nonviolento", sia nell'"Agenda per la pace 1992" di Boutros Ghali; il "Rapporto sulla prevenzione del conflitto armato", presentato da Kofi Annan nel giugno 2001, cerca di svilupparne le intuizioni e la prospettiva. 11. La nonviolenza degli stili di vita presente nella mobilitazione collegata all'Appello dei "Beati costruttori di pace" del Veneto che dal 1986 ha raccolto idealmente, nell'Arena di Verona, attivando numerose associazioni e parrocchie, le varie iniziative contro gli "euromissili", i "mercanti di morte", l'industria bellica, il razzismo, il degrado ecologico, la fame nel mondo, il consumismo, fino al "ripudio", in nome della Costituzione italiana, della guerra nel Golfo Persico (e di tutte le guerre) e all'indicazione personalizzata della "sobrieta' felice" riguardante la pace come stile di vita, "Contro la fame, cambia la vita" o "Contro il sistema di guerra, cambia l'economia". 12. La nonviolenza ecumenica espressa nella trilogia "Pace Giustizia e Salvaguardia del Creato" sviluppata negli incontri di Basilea (1989), di Seoul (1990), di Graz (1997) e nella Carta Ecumenica (aprile 2001). Numerosi sono i centri ecumenici o interreligiosi attivi grazie all'elaborazione di teologi come Dietrich Bonhoeffer, Yves Congar, Paul Couturier, Oscar Cullmann, Germano Pattaro, Mario Sbaffi, Valdo Vinay e all'azione di uomini e donne come Michel Kayoya, Louis Massignon, Bruno Hussar, Bruno Segre, Pelagio Visentin, Benedetto Calati, Giovanni Vannucci, Valeria Maria Pignetti, Maria Vingiani, Brunetto Salvarani, Enzo Bianchi, Roger Schutz, Marcelo Barros, Gianni Novello, Enrico Chiavacci, Luigi Adami e altri. Tra i laboratori di ecumenismo e' possibile citare Taize', Bossey, Prali, Bose, Camaldoli, Venezia, Verona, S. Zeno di Colognola ai Colli, Padova, Bari, Perugia, Firenze, S. Pietro alle Stinche, Campello, Roen, Roma, Lione, Dombes, Maguzzano, Taddeide, Ottmaring, Darmstatt, Gnadental, Centro Uno, Biblia, Segretariato Attivita' Ecumeniche (Sae), Sidic, Sefer, Qol, Cipax, Religioni per la Pace, Neve' Shalom - Wahat as-salam, Consiglio Ecumenico delle Chiese, Centro Francescano Internazionale per il Dialogo, Church and Peace, Ecumenical New International, Associazione per l'amicizia ebraico-cristiana. * Itinerari e sperimentazioni La varieta' delle nonviolenze e' collegata, ovviamente, a realta' concrete, a sfide reali, a problemi presenti in epoche e luoghi diversi. Ripercorrendo e ampliando alcuni filoni citati, e' utile specificare che, nonostante grandi difficolta' e risultati non sempre adeguati (ma la nonviolenza e' sempre una sperimentazione aperta e perfettibile), la nonviolenza continua a camminare. Oggi puo' essere pensata e praticata in molte direzioni. Ne elenco, schematicamente, le piu' note (almeno quattordici), sicuro di dimenticarne altre. 1. Movimento di liberazione nazionale, lotta per l'indipendenza e per una nuova societa', in particolare per l'India, a partire da Gandhi e dal gandhismo oggi operante, tra l'altro, nel Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, sezione italiana della War Resisters' International, nel Movimento Internazionale della Riconciliazione (Mir) o International Fellowhip of Reconciliation (Ifor), nella Nonviolent Peace Force, nell'istituto Wardha Wardhan Pradashani ( che coordina 40 istituzioni gandhiane), nelle organizzazioni che si richiamano a Martin Luther King, ad Aldo Capitini, a tanti testimoni di pace in ogni punto del pianeta. 2. Movimento di resistenza nei confronti di occupazioni e invasioni, come avvenuto durante la seconda guerra mondiale in Danimarca e in Norvegia. E' utile ricordare, al riguardo, le testimonianze di Leonhard Ragaz, Josef Mayr-Nusser, Franz Jaegerstaetter, Etty Hillesum, Margarete Buber-Neumann, Dietrich Bonhoeffer, Franz Thaler; di Romano Guardini e dei giovani della "Rosa Bianca" (Hans e Sophie Scholl, Alexander Schmorell, Willi Graf, Christoph Probst); di nuovi "martiri" come Leonardo Dallasega, dell'irlandese Mairead Corrigan; in alcuni paesi europei si e' organizzato nel 1972 il boicottaggio del caffe' a favore dell'indipendenza dell'Angola. 3. Movimento di superamento dell'"apartheid" in Sud Africa, lotta per la costruzione di uno stato democratico inedito (tra i molti, Albert Luthuli, Nelson Mandela, Desmond Tutu, Beyers Naude', Denis Hurley) dopo una lunga mobilitazione internazionale antirazzista e per la liberazione di Mandela; le grandi difficolta' che oggi il Sud Africa sta attraversando non possono attenuare il ricordo di una delle piu' grandi esperienze di nonviolenza politica. 4. Movimento per la difesa e lo sviluppo dei diritti umani, soprattutto negli Stati Uniti, da David Thoreau a Richard Gregg, da Martin Luther King (con lui nell'organizzare la famosa marcia del 1963 c'erano Ralph Abernaty,Wyatt Tee Walk, Bayard Rustin, Walter Fauntroyr, Roy Wilkins) a Jody Williams, da Cesar Chavez alle Dominican Sisters (Jacqueline Hudson, Ardete Platte e Carol Gilbert), da Rosemary Lynch ai fratelli Philip e Daniel Berrigan, da Voices in the Wilderness (Kathy Kelly) al movimento Catholic Workers (Dorothy Day e Peter Maurin), dalla mobilitazione di Helen Prejean contro la pena di morte al movimento pluralistico 2003-2004 contro le guerre e a United for Peace, da Plowshares (vomeri) al Sanctuary Movement (movimento per il diritto d'asilo), da Peaceful Tomorrows (associazione dei familiari delle vittime dell'11 settembre 2001) al School of Americas Watch (Roy Bourgeois). Inoltre, dalle Donne in Nero al Movimento Internazionale di Solidarieta' (cui appartenevano Rachel Corrie e Tom Hurndall uccisi in Palestina), da Ground Zero for Noviolent Action di Bremerton alla Jonas House di Baltimora, da Global Exchange a Cities for Peace, dalla Franciscans International all'Ordine francescano secolare d'Italia. In Palestina e in Israele operano, tra laltro, Parents' Circle (associazione di famiglie israeliane e palestinesi), Peace Now, Action for Peace, Gush Shalom, Ta'yyush, Yesh Gul, Arab Educational Institute, Centro Wi'am, Centro Risoluzione Conflitto e Riconciliazione (Ccrr), Alternative Information Center (Aic), il lavoro congiunto della scuola palestinese S. Giuseppe di Nazareth e di quella ebraica di Gerusalemme Lyada, coordinato da Emile Shoufani; l'opera di Ibrahim Faltas a Betlemme; la Peace Research Institute in the Middle East (Prime); la Palestinian Center for NonViolence Studies di Mubarak Awad e il Patriarcato latino di Gerusalemme. 5. Lotta per la democrazia, movimento di resistenza civile contro dittature o regimi autoritari: la Polonia di Solidarnosc negli anni Ottanta, le Filippine del People's Power (1986), il Sud Africa dei Children's Power (1986), la Birmania o Myanmar di Aung San Suu Kyi. Imponenti sono state le vicende dell'Est europeo legate al crollo del muro di Berlino (la "via baltica", Lipsia 1989, il movimento cecoslovacco). Sconvolgente il dramma del movimento democratico studentesco di Pechino, travolto nel 1989 a Piazza Tien An Men. In altre latitudini, e' necessario tenere a mente la tragedia dei "desaparecidos" sudamericani e, quindi, le Madres e Abuelas de Plaza de Mayo o Perez Esquivel (Argentina), Juan Gerardi, Jose' Ruiz Furlan e Rigoberta Menchu' (Guatemala), Samuel Ruiz (Messico), Michel Sabbah (Palestina), le iniziative "Nunca mas" o Hijos o i nuovi movimenti sociali di matrice indigenista o sub-urbana; nel 2004 nasce anche la Commissione Internazionale Diritti Umani del Mercosur per iniziativa del governo argentino di Kirchner e del governo brasiliano di Lula. 6. Movimento per i diritti economici e sociali, in particolare per la terra, per la casa, per la sovranita' alimentare, per l'acqua, per la difesa della natura: da Chico Mendes al Movimento Sem Terra brasiliano o a Via Campesina, dal movimento indigeno ecuadoriano o boliviano per la terra e le risorse naturali a quello per la difesa dell'infanzia (come Manthoc, Ifejant, Educatori di strada), dal movimento Ninos y adolescentes trabajadores (Nats e Molacnats) alla Marcia globale contro lo sfruttamento del lavoro infantile (Global March), dal "Manifesto dell'acqua" di Riccardo Petrella al "Manifesto sul futuro del cibo" di Vandana Shiva e alla mobilitazione indiana contro le dighe di Medha Patkar e Arundhati Roy, dal movimento per i diritti dei "dalit" (indiani) alla New Entity Social Action (Nesa), dalle esperienze di educazione ai diritti nel Congo alle iniziative popolari di Nairobi descritte da Zanotelli nel libro Korogocho, dal tentativo di bloccare i progetti latinoamericani denominati Alca (Area di libero commercio delle Americhe), Plan Colombia e piano Puebla-Panama all'inedita esperienza politica brasiliana guidata dal nuovo presidente Ignacio Da Silva (Lula), che e' figlia, a un tempo, della teologia della liberazione, della dottrina sociale della Chiesa, della lotta nonviolenta di milioni di persone nell'arco di molti decenni. In tale ambito cresce il cantiere di Porto Alegre che comprende le varie articolazioni del Forum Mondiale di Porto Alegre, del Forum mondiale delle alternative, del Forum Sociale Europeo e di altri Forum continentali (come quello asiatico di Mumbay del gennaio 2004), del Centre Tricontinental, del Transnational Institute. Essi operano per nuove regole del commercio mondiale, per un'economia di giustizia, per la finanza etica, per il consumo critico, per la cooperazione internazionale, per lo sviluppo sostenibile, per il Protocollo di Kyoto. Tra le tante, e' utile ricordare l'iniziativa popolare di Scanzano Jonico (novembre 2003) continuata con Scansiamo le scorie; realta' come Wuppertal Institute, Climate Action Network (Can), Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano (Pisa); tra le organizzazioni: Alternative Trade Organisations, Proutist Universal, Associazione Botteghe del Mondo, Robe dell'Altro Mondo, Cooperazione Terzo Mondo (Ctm)-Altromercato, TransFair, Equomercato, Commercio alternativo, Sir John Ltd., Federazione mondiale delle Organizzazioni del Commercio equo (Fto Mark), Forum Consumo Critico, Bilanci di giustizia, Gruppi acquisto solidale (Gas), Associazione Finanza Etica, Terra Futura, Lunaria, Civitas, Tuttaunaltracosa, Terra Futura, Fondazione culturale Responsabilita' Etica, Microfinanza, Microcredito sociale, Movimento per l'autogestione (Mag), Progetto europeo Macrame', Acea, Khorakhane, Terra Madre, Terra Nuova, Terra Patria, La buona terra, Survival, Associazione per i popoli minacciati (Apm) e altro. Dopo l'alleanza, creatasi a Cancun nel 2003, per una nuova politica economica promossa da 22 paesi contrari all'Organizzazione Mondiale del Commercio, nel gennaio 2004 si e' costituito un gruppo tecnico organizzato dai governi brasiliano, cileno e francese, che hanno approvato la "Dichiarazione d'Azione contro la fame e la poverta'". 7. Azione preventiva delle guerre (Mir Sada, Operazione Colomba, Associazione Giovanni XXIII, Ambasciate di pace, Agenzie per la democrazia locale, Operazione I Care a Pristina del dicembre 1998, Corpi civili di pace, Caschi bianchi), durante le guerre (Solidarieta' di pace a Sarajevo del dicembre 1992, Anch'io a Bokavu-Butembo nel marzo 2001, campagna "Break the Silence/Peace for Africa", Action for peace in Palestina tra marzo-aprile 2002, accordo di Ginevra tra palestinesi con Abed Rabbo e israeliani con Yossi Beilin del primo dicembre 2003) e dopo le guerre per la ricostruzione e per la prevenzione di nuovi conflitti. A tale riguardo, stanno maturando e crescendo in alcune citta' Scuole per la pace o corsi (universitari e/o comunali) per mediatori di conflitti e operatori di pace (Pisa, Firenze, Padova, Verona, Milano, Bologna, Roma, Torino, Napoli); si sviluppano studi di "politica dell'azione nonviolenta" o di "trasformazione nonviolenta dei conflitti" o di "difesa nonviolenta": International Alert, Saferworld, Center for Human Rights and Democratic Studies, Mouvement pour une Alternative Nonviolente, Centro Studi Difesa Civile, Berretti Bianchi, ipotesi di un Istituto Internazionale di Ricerca per la Pace e i Conflitti. In Kenya opera Africa Peace Point che organizza colloqui e i seminari di riconciliazione per comunita' centroafricane, coordinati da Kizito Sesana. L'associazione Amani People's Theatre e' un esempio dell'uso del teatro come mezzo di risoluzione dei conflitti. Sulle questioni concernenti i conflitti e la loro prevenzione-gestione, rammento le analisi e le proposte di esperti come Gene Sharp, Pat Patfoort, Johan Galtung, Dudley Weeks, Brian Martin, Giuliano Pontara, Antonino Drago, Antonio L'Abate, Enrico Peyretti, Nanni Salio, Peppe Sini, Angelo Cavagna, Giuliana Martirani, Jean-Marie Muller, il thailandese Chaiwat Satha-Anand, il vietnamita Thich Nhat Hanh, l'ecologista Arne Naess, l'ecumenico Wilfried Warneck. Tra le molte realta', in tale contesto operano la Rete Trascend, l'Italian peace research institute (Ipri), l'International peace research association (Ipra), il Centro di ricerca per la pace di Viterbo, gli Amici di Aldo Capitini, la Lega per il disarmo unilaterale, le Brigate Internazionali della Pace (Pbi), l'Associazione obiettori nonviolenti (Aon), la Lega obiettori di coscienza (Loc), Satyagraha, il Forum Bastaguerra, i Coordinamenti contro le guerre, il Forum (nazionale) permanente contro la guerra, la Convenzione permanente delle donne contro le guerre, il network italiano ed europeo per il disarmo, la Rete italiana per il Disarmo (ControllArmi), il Comitato per la Difesa Popolare Nonviolenta, il Tribunale morale indipendente sui crimini di guerra Usa e inglesi in Irak, il Comitato Verita' e Giustizia di Genova, Gettiamo le basi, Gruppi di azione nonviolenta (Gan) collegati al Movimento Nonviolento e alla Rete Lilliput, Gruppi di Lavoro Tematico (Glt) della Rete Lilliput, Ostinati per la pace, Articolo 11, Non muri ma ponti. 8. Iniziativa di alfabetizzazione, formazione ed educazione alla pace: la "pedagogia degli oppressi-pratica della liberta'" di Paulo Freire; la maieutica di Danilo Dolci; la descolarizzazione di Ivan Illich; l'intercultura di Raimon Panikkar; il progetto di convivenza promosso dal villaggio israelo-palestinese "Neve' Shalom-Wahat as-Salam", fondato da Bruno Hussar, pioniere delle attivita' di intercultura (c'e' anche un'Associazione Italiana Amici di Neve' Shalom-Wahat as-Salam). Richiamo i molti centri culturali intitolati a Gandhi, Tolstoj, Aldo Capitini, Danilo Dolci, Sereno Regis, Primo Mazzolari, Tonino Bello, Lorenzo Milani, Giorgio La Pira, Ernesto Balducci, Oscar Romero, Helder Camara, Giovanni XXIII, Alexander Langer, ai martiri della mafia, a tanti testimoni di pace. Inoltre: le Scuole di formazione promosse da associazioni, istituzioni, fondazioni, istituti scolastici, universita', monasteri, ordini religiosi, diocesi, enti locali e regioni; Scuola strumento di pace, Scuola per l'Alternativa di Torino, Centro di Educazione alla Mondialita' (Cem), Centro unitario per la cooperazione missionaria (Cum), Istituto Studi di Politica Internazionale (Ispi), Movimento Cooperazione Educativa (Mce), Movimento Educatori Milaniani (Mem), Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli presso l'Universita' di Padova, Primavera dell'Europa, Associazione Diritti Umani-Sviluppo Umano, Educazione per la cittadinanza democratica (Ecd), Progetto Mondo del Movimento Laici per l'America Latina (Mlal), Cantieri di pace, Centro Studi e Ricerche per la pace di Trieste, Societa' Italiana di Scienze Psicosociali per la pace di Firenze, Universita' Internazionale delle Istituzioni dei popoli per la Pace di Rovereto e Trento; Centri Interculturali o Internazionali di Universita' (negli Stati Uniti, ad esempio, 75 Universita' hanno programmi di ricerca per la pace; in Italia 13); il Centro Psicopedagogico di Piacenza; il Centro Studi e Formazione di Pax Christi; Dialoghi di pace, Ridare la parola (Comunita' delle Piagge), Passaparola di Cagliari, Scuola di pace del Quartiere Savena di Bologna e altro tra cui il progetto di Universita' Etica per la Condivisione della Conoscenza. E' utile rammentare sempre il decisivo contributo di gruppi artistici, soprattutto teatrali e musicali, o di gruppi sportivi disponibili alla costruzione di legami internazionali fraterni (in ambito calcistico cito tra tutti, simbolicamente, il progetto Chievo Brasil e Piacenza-Unicef). 9. L'associazionismo del "popolo della pace" con i vari Centri per i diritti umani; il Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani; la Tavola della pace che comprende Acli, Arci, Agesci, Cgil, Cisl, Pax Christi, Emmaus Italia, Coordinamento iniziative popolari di solidarieta' internazionale (Cipsi), Lega italiana per i Diritti e la Liberazione dei popoli, Associazione per la pace, Francescani del Sacro Convento di Assisi, Centro per la pace Forli'-Cesena, Fondazione Italiana Volontariato, Consorzio Italiano di Solidarieta' (Ics), Associazione banca Etica, Focsiv-Volontari nel mondo, Mani Tese, Peacelink, Movimento Federalista Europeo, Beati i costruttori di pace, Comunita' di accoglienza (Cnca). Essa e' collegata sia al Coordinamento Nazionale degli Enti locali per la pace e i diritti umani che alle Assemblee biennali dell'"Onu dei popoli" che e' parte del network "Ubuntu" per la riforma delle istituzioni internazionali, da cui e' nato il Comitato italiano per l'Onu dei popoli. Si puo', inoltre, ricordare, l'arcipelago della Rete Lilliput, l'Associazione delle Ong, il Coordinamento organizzazioni non governative per la cooperazione internazionale allo sviluppo (Cocis), la rete europea delle Ong di emergenza e di sviluppo (Concord), la comunita' di SantíEgidio (Genti di pace), il coordinamento Sentinelle del Mattino, il Servizio Missionario Giovani (Sermig) con l'Arsenale della Pace e l'Universita' del Dialogo, Retinopera, i Centri Studi Immigrazione della Caritas, Migrantes, Consiglio Italiano Rifugiati (Cir), Centro Studi Immigrazione (Cestim), Tante Tinte, Nessun luogo e' lontano, Comitato di solidarieta' col popolo eritreo, Arcoiris, Iroko, Giraffa, le Feste dei popoli, gli Altrifestival, le Carovane della pace, il Gruppo Abele, il coordinamento Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Comunita' cristiane di base, Noi siamo Chiesa, Amani, Cuore amico, Giovani per un mondo unito, Cittadini del Mondo, Movimento Cittadini Europei, Fondazione Internazionale Lelio Basso, Peoples' Law Programme, Azione Aiuto. Inoltre, l'Osservatorio Commercio Armamenti (Oscar); l'Archivio Disarmo; l'Osservatorio Permanente Armi Leggere (Opal); la Rete regionale disarmo Lombardia, il Network-disarmo collegato alla Rete Lilliput, l'Osservatorio sulle guerre dimenticate, la Fondazione Venezia per la ricerca sulla pace e il suo Annuario della pace. Tra i molti organismi o movimenti: Societa' degli Amici (Quaccheri), Amnesty International, Human Rights Watch, Social Watch, Medici Senza Frontiere, Reporter Senza Frontiere, Medici del Mondo, Unione Medici Missionari italiani (Ummi), Emergency, Amref Italia, Attac, Terre des Hommes, Amici di Raoul Follereau (Aifo), Intervita, Insieme nelle Terre di Mezzo, Operazione Mato Grosso, Associazione Italia-Palestina, Un ponte per..., Tavolo di solidarieta' con le popolazioni dell'Iraq, Intersos, Ipsia, Cooperazione internazionale (Coopi), Gruppo autonomo volontari civili (Gavci), Comunita' Impegno Servizio Volontario (Cisv), Servizio civile internazionale (Sci), Associazione di cooperazione cristiana internazionale (Accri), Centro laici italiani per le missioni (Celim), Cooperazione e sviluppo (Cesvi), Associazione volontari per il servizio internazionale (Avsi), Movimento volontari (Movi), Forum Terzo Settore, Civitas, Societa' per l'imprenditoria giovanile (Ig), Cittadinanzattiva, Associazione internazionale volontari laici (Lvia), Movimento per la lotta contro la fame nel mondo (Mlfm), Movimento Laici America Latina (Mlal), Segretariato Internazionale Cristiano di Solidarieta' America Latina (Sicsal), Gruppo volontariato solidarieta' (Gvs), Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (Vis), Servizio civile volontario, Volontari per lo sviluppo, Conferenza nazionale enti di servizio civile (Cnesc), Centro solidarieta' internazionale Nord-Est Milano (Csi), L'avete fatto a me; Senza confini, Antigone, Rete Radie' Resch, Facciamo la pace, Lega Ambiente, Wwf, Greenpeace, Overseas, Centro internazionale Crocevia, Unimondo, Movimondo, Altrimondi, Associazione italiana turismo responsabile (Aitr), Pindorama, Oltre il confine. E poi: la rete associativa di Quarrata (Pistoia), la Scuola di Pace di Monte Sole, la Fondazione Exodus, il Coordinamento comasco per la pace, Puntocritico, Sprofondo, Donne insieme, Il Cerchio, la Casa della nonviolenza di Verona, l'Associazione Villa Buri a Verona, la Casa per la pace di Tavarnuzze (Impruneta-Firenze), il Comitato Amicizia di Faenza, il Coordinamento Nord-Sud del mondo, Amici di tutti i popoli, Macondo di Pove del Grappa, la Comunita' monastica di Rossano Calabro, il progetto Artigiani di pace del Movimento Rinascita Cristiana, attivita' del Movimento dei Focolarini, la Pro Civitate Christiana di Assisi, il Sermis, la Fondazione Pro Jerusalem, le Comunita' dell'Arca. 10. Le varie Campagne di mobilitazione tra le quali, oltre quelle promosse dai vari organismi delle Nazioni Unite (soprattutto in ambito Fao, Unicef, Oms, Unesco, Unhcr-Rifugiati, United Nations Development Program, Unpd), e' possibile citare: Chiama l'Africa, la Campagna italiana per i diritti umani e la pace in Sudan, la Campagna europea "Prima la Pace-Il petrolio alimenta la guerra in Sudan", l'Appello per "una grande politica per l'Africa che vuole cambiare", Italia-Africa 2004, Contro le mine antiuomo, No excuse 2015, Millennium development goals, Sdebitiamoci, Jubilee 2000 Coalition, Sbilanciamoci, Banche armate, Manca Intesa, Addio alle armi, Campagna per l'obiezione alle spese militari e per la realizzazione della difesa popolare nonviolenta, Campagna per il controllo dell'export di armi, Agenzia per riconversione dell'industria armiera lombarda, Scelgo la nonviolenza. Inoltre: Save the children, Antislavery International, Le vittime dimenticate, Stop all'uso dei bambini soldato, Nessuno tocchi Caino, Attivarci per i bambini del mondo, Salvare l'infanzia, Bambini di strada, Salam Ragazzi dell'Olivo, Mai piu' violenza sulle donne, le esperienze del microcredito tipo Grameen Bank di Yunus, Il nostro mondo non e' in vendita (Not for sale), Per la Riforma della Banca Mondiale, Per l'accesso ai farmaci essenziali, Stop Aids, No dumping, Meno beneficenza piu' diritti, Vogliamo i nomi, Agenda 21, Impronta ecologica, Progetto Continenti, Ambalaki, i boicottaggi verso ditte e prodotti complici delle guerre, La mia spesa per la pace, Acqua e' vita, Acqua di tutti, Acqua per la vita, Sorella acqua. Infine, Balconi di pace, Fuori l'Italia dalla guerra, l'Italia ripudia la guerra (attuazione articolo 11 della Costituzione), l'Europa ripudia la guerra, il "documento di Verona" per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e nonviolenta, Nessuno e' straniero in Europa, Nella mia citta' nessuno e' straniero, i Permessi di soggiorno in nome di Dio, le adozioni a distanza e l'adozione a vicinanza, Semi di pace, l'iniziativa scout Luce della pace (promossa da Agesci, Masci, Cngei, Amis, Fse, Szso), Anno di Volontariato Sociale, Ufficio Nazionale per il Servizio Civile. In occasione della mobilitazione per la pace del marzo 2004 e delle successive elezioni europee, accanto alla Rete Lilliput e' nato il Tavolo delle Campagne composto da Aifo, Botteghe del Mondo, Beati i costruttori di pace, Bilanci di giustizia, Per la Riforma della Banca Mondiale, Ctm Altromercato, Innovazione e Reti per lo Sviluppo (Ired), Mani Tese, Pax Christi, Wwf; contemporaneamente, e' stata lanciata l'idea di un Comitato Nazionale per la Ricostruzione della Politica Estera dell'Italia. 11. L'informazione e la riflessione proposte da "Nigrizia", "Raggio", "Mosaico di pace", "Missione oggi", "Cem-Mondialita'", "Azione nonviolenta", "Solidarieta' Internazionale", "Mondo e Missione", "Rocca", "Testimonianze", "Il Dialogo", "Qol", "Tempi di fraternita'", "Confronti", "Altreconomia", "Altrafinanza", "Altromercato", "Valori", "Volontari per lo sviluppo", "Limes", "Giano", "Internazionale", "Guerre e pace", "Marea", "Narcomafie", "Viator", "Amnesty International", "Emergency", "Il Corriere dell'Unesco" (ora sospeso), "Rifugiati", "I Care", "Il Contesto", "Fondazione Internazionale Lelio Basso", "Le Monde diplomatique", "Alternatives Sud", "Pace, Diritti dell'Uomo, Diritti dei popoli" (Archivio Pace Diritti Umani), "Vita", "Carta", "Mani Tese", "NotiCum", "msfnews", "Volontariato", "Volontari lvia", "Popoli e Missione", "Il missionario", "Famiglia cristiana", "Jesus", "Esodo", "Nuova responsabilita'", "Adista", "Strumenti di pace", "La via libera", "Quaderni dell'interculturalita'", "Quaderni di Mosaico di pace", "Il margine", "Il foglio" (di Torino), "Note mazziane", "Qualevita", "Latinoamerica", "Fatti in Brasile", "Royo e negro", "Pacedifesa", "Pax Christi Informazioni", "Italia Caritas", "Terre di mezzo", "Eco", "La nuova Ecologia", "Satyagraha", "L'Incontro", "Anbamed Notizie dal Mediterraneo". E' bene accennare anche ai giornali telematici come "La nonviolenza e' in cammino" e "Il Grillo parlante", alla Campagna sui diritti di comunicazione nella societa' dell'informazione (Cris-Italia), a punti informativi come Media watch global, International press service (Ips), Peacelink, Peace Reporter, Derechos Humanos, Human Rights Watch, Nowartv, Megachip (Comunicazione nella Democrazia), Fondazione InMediata-Laboratorio d'inchiesta sul diritto all'informazione, Global Research, Global Outlook, Lillinet, Misna, Carta, Femmis, Sbilanciamoci, Lunaria, Punto rosso, Arcoiris, Tutti giu' per terra, Parolestorte, articolo 21 liberi di, Network disarmo, Nonviolent Peaceforce, MediAzioni, Luci nel mondo, Femmis, Informarvi, Educare.it, I Care, Pax Christi, Riconciliazione e molti che stanno sorgendo nelle associazioni e tra lillipuziani come Giulietto Chiesa, Alessandro Marescotti, Carlo Gubitosa, o in Amnesty International e nel Centro diritti della persona e dei popoli di Padova. Tra le case editrici storiche sui temi della pace, e' necessario ricordare La Locusta, le Edizioni Cultura della Pace, le Edizioni Gruppo Abele e la Meridiana. 12. Politica internazionale delle "citta' per la pace" a partire dalla tragedia di Hiroshima e sullo slancio dell'opera di Giorgio La Pira a Firenze negli anni '50 e '60. Negli anni Ottanta e' sorto un Coordinamento degli Enti Locali per la pace che ha favorito il moltiplicarsi dei gemellaggi o esperienze di "denuclearizzazione" del territorio e delle coscienze e che agisce di concerto con le Assemblee dell'"Onu dei popoli" di Perugia; c'e' anche un Coordinamento europeo e mondiale delle citta' per la pace cosi' come una Rete Nuovi Municipi che cerca di diffondere esperienze di "bilancio partecipativo" o avviare le Assemblee del Municipio dei Popoli. 13. Movimento contro la mafia e la criminalita' che, negli anni '90, prima e dopo l'assassinio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (che hanno offerto il loro nome a gruppi e fondazioni), ha visto tra i protagonisti della lotta per la democrazia e la legalita' cittadini di vario orientamento (tra essi, Peppino Impastato, Giuseppe Fava, Pino Puglisi, Peppe Diana, Antonio Caponnetto, magistrati, giornalisti, sindaci, sacerdoti, operatori sociali, politici e culturali), organizzazioni come le Comunita' di Accoglienza; la galassia di "Libera - associazione nomi e numeri contro le mafie" con i suoi progetti di "educazione alla legalita'-costruire la solidarieta'" (tra gli animatori, Luigi Ciotti, Rita Borsellino, Giancarlo Caselli), il Consorzio Sviluppo e Legalita', il progetto Il Progresso nella Legalita', il Gruppo "mafia e nonviolenza" di Palermo; i Comitati per la Costituzione di Giuseppe Dossetti o i gruppi "pace e diritti" di Raniero La Valle; il Coordinamento nazionale antimafia; Avviso Pubblico; il Calendario della Memoria dell'Associazione magistrati di Palermo; l'Associazione dei parenti e dei familiari delle vittime delle stragi di Ustica e di Bologna; il Comitato genitori di militari caduti in tempo di pace; l'Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti (Anavafaf). 14. La nonviolenza "giuricostituente" o per la "giustizia riconciliativa-ricostitutiva" visibile nelle esperienze di "riconoscimento reciproco", nelle "Commissioni per la riconciliazione" operanti in Algeria, Israele e Palestina, Sudan, Congo, Argentina, Peru', Sierra Leone, Liberia, El Salvador, Rwanda, Guatemala e altri paesi; nella famosa esperienza sudafricana di Desmond Tutu; nella Fondazione per i diritti umani coordinata da Rigoberta Menchu'; nell'iniziativa delle Donne in nero (nate a Belgrado nel 1991), della Sudan Women's Voice for Peace e di alcuni movimenti delle vittime delle violenze; in centri studi per la pace come quello di Viterbo e altri citati; nell'opera di tante persone o gruppi presenti nei luoghi dell'odio e dei conflitti. Nella rivista "Concilium" (n. 5, 2003) sono raccontate alcune attivita' di riconciliazione, come quelle di Virginia Vargas in Peru', di Shobhakar Budhathoki nel Nepal, di Vasudha Narayanan in India, Stati Uniti e Cambogia, di Robyn Reynolds in Australia, di Tonya Gonnella Frichner (fondatrice della American Indian Law Alliance), di Eleazar Lopez Hernandez in Messico, del salvadoregno Jon Sobrino, del dirigente Onu Tapio Kanninen, del belga Francois Houtart, della teologa messicana Maria Pilar Aquino. Degna di nota e' la "Procura per la Difesa dei Diritti Umani" di El Salvador, animata dalla torinese Beatrice Alamanni Carrillo. 3. MATERIALI. PER UNA BIBLIOGRAFIA SULLA SHOAH (PARTE OTTAVA) SIMONA FORTI Docente universitaria di storia del pensiero politico; laureatasi in filosofia presso l'Universita' di Bologna, ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1989 in storia del pensiero politico presso l'Universita' di Torino; ha svolto attivita' di ricerca e didattica presso l'Universita' di Bologna, di Torino e presso la Graduate Faculty della New School for Social Research di New York. Fa parte del comitato di redazione di "Filosofia politica" e collabora a numerose riviste tra cui "Teoria politica", "Il Mulino", "L'Indice dei libri", "MicroMega", "Iride". E' nel comitato di redazione della rivista internazionale "Arendt's Newsletter"; e' autrice di numerosi saggi sulla filosofia politica contemporanea e sul pensiero di Hannah Arendt. Tra le opere di Simona Forti: Vita della mente e tempo della polis. Hannah Arendt tra filosofia e politica, Milano, Franco Angeli, Milano 1994, 1996; (a cura di), Filosofia e politica. Saggi su Hannah Arendt, Bruno Mondadori, Milano 1999; Il totalitarismo, Laterza, Roma-Bari 2001; (a cura di), La filosofia di fronte all'estremo. Totalitarismo e riflessione filosofica, Einaudi, Torino 2004. Ha curato e introdotto i due volumi: Archivio Arendt 1, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2, (Feltrinelli, Milano 2003; ha curato anche la "Bibliografia delle opere di e su Hannah Arendt", in Hannah Arendt, La vita della mente, il Mulino, Bologna 1987 (poi ristampata in Roberto Esposito (a cura di), La pluralita' irrapresentabile. Il pensiero politico di Hannah Arendt, Quattroventi, Urbino 1987). FRANCO FORTINI Poeta e saggista tra i maggiori del Novecento, Franco Lattes (Fortini e' il cognome della madre) e' nato a Firenze nel 1917, antifascista, partecipa all'esperienza della repubblica partigiana in Val d'Ossola. Nel dopoguerra e' redattore del "Politecnico" di Vittorini; in seguito ha collaborato a varie riviste, da "Comunita'" a "Ragionamenti", da "Officina" ai "Quaderni rossi" ed ai "Quaderni piacentini", ad altre ancora. Ha lavorato nell'industria, nell'editoria, come traduttore e come insegnante. E' stato una delle persone piu' limpide e piu' lucide (e per questo piu' isolate) della sinistra italiana, un uomo di un rigore morale ed intellettuale pressoche' leggendario. E' scomparso nel 1994. Opere di Franco Fortini: per l'opera in versi sono fondamentali almeno le raccolte complessive Poesie scelte (1938-1973), Mondadori; Una volta per sempre. Poesie 1938-1973, Einaudi; Versi scelti. 1939-1989, Einaudi; cui si aggiungano l'ultima raccoltina Composita solvantur, Einaudi, e postuma la serie di Poesie inedite, sempre presso Einaudi. Testi narrativi sono Agonia di Natale (poi riedito col titolo Giovanni e le mani), Einaudi; e Sere in Valdossola, Mondadori, poi Marsilio. Tra i volumi di saggi, fondamentali sono: Asia Maggiore, Einaudi; Dieci inverni, Feltrinelli, poi De Donato; Tre testi per film, Edizioni Avanti!; Verifica dei poteri, Il Saggiatore, poi Garzanti, poi Einaudi; L'ospite ingrato, De Donato, poi una nuova edizione assai ampliata col titolo L'ospite ingrato. Primo e secondo, presso Marietti; I cani del Sinai, Einaudi; Ventiquattro voci per un dizionario di lettere, Il Saggiatore; Questioni di frontiera, Einaudi; I poeti del Novecento, Laterza; Insistenze, Garzanti; Saggi italiani. Nuovi saggi italiani, Garzanti (che riprende nel primo volume i Saggi italiani apparsi precedentemente presso De Donato); Extrema ratio, Garzanti; Attraverso Pasolini, Einaudi. Si veda anche l'antologia fortiniana curata da Paolo Jachia, Non solo oggi, Editori Riuniti; la recente bella raccolta di interviste, Un dialogo ininterrotto, Bollati Boringhieri; e la raccolta di Saggi ed epigrammi, Mondadori, Milano 2003. Tra le opere su Franco Fortini in volume cfr. AA. VV., Uomini usciti di pianto in ragione, Manifestolibri, Roma 1996; Alfonso Berardinelli, Fortini, La Nuova Italia, Firenze 1974; Romano Luperini, La lotta mentale, Editori Riuniti, Roma 1986; Remo Pagnanelli, Fortini, Transeuropa, Jesi 1988. Su Fortini hanno scritto molti protagonisti della cultura e dell'impegno civile; fondamentali sono i saggi fortiniani di Pier Vincenzo Mengaldo; la bibliogafia generale degli scritti di Franco Fortini e' in corso di stampa presso le edizioni Quodlibet a cura del Centro studi Franco Fortini; una bibliografia essenziale della critica e' nel succitato "Meridiano" mondadoriano pubblicato nel 2003. FRANCO FRACASSI Giornalista e saggista. Opere di Franco Fracassi: Il Quarto Reich, Editori Riuniti, Roma 1996. GIUSEPPE FRANCESCONI Ricercatore. Opere di Giuseppe Francesconi: (a cura di, con Gustavo Salsa), Molte volte ho pensato che non sarei mai tornato, Auser Valsesia - L'Unita', Vercelli-Roma 2003. CARLO FRANCOVICH Resistente, storico, docente, una delle grandi figure della vita civile italiana del Novecento. Tra le opere di Carlo Francovich: segnaliamo particolarmente La Resistenza a Firenze, La Nuova Italia, Firenze 1975, e la cura del libro di Inge Scholl, La Rosa bianca, La Nuova Italia, Firenze 1966, 1978. MIMMO FRANZINELLI Storico, ha studiato in particolare vari aspetti del periodo fascista. Opere di Mimmo Franzinelli: Il riarmo dello spirito. I cappellani militari nella seconda guerra mondiale, Pagus, 1991; Stellette, croce e fascio littorio, Angeli, Milano 1995; I tentacoli dell'Ovra, Bollati Boringhieri, Torino 1999; Delatori, Mondadori, Milano 2001; Le stragi nascoste, Mondadori, Milano 2002, 2003; Squadristi, Mondadori, Milano 2003. 4. LETTURE. MARIRI' MARTINENGO: LE TROVATORE II Mariri' Martinengo, Le trovatore II. Poetesse e poeti in conflitto, Quaderni di Via Dogana - Libreria delle donne, Milano 2001, pp. 128, lire 22.000. "Cinque anni dopo Le Trovatore. Poetesse dell'amor cortese (Quaderni di Via Dogana, Milano 1996), che ha fatto conoscere in Italia e in Spagna la poesia trobadorica femminile, Mariri' Martinengo in questo secondo volume raccoglie dodici tenzoni tra trovatore e trovatori, emblematiche di una civilta' fondata sul rapporto donna-uomo e non solo uomo-uomo. La civilta' cortese si rivela essere una civilta' consapevole della necessita' della relazione, dello scambio tra i sessi nella differenza" (dalla quarta di copertina). Un libro prezioso che vivamente raccomandiamo. Per richieste: e-mail: info at libreriadelledonne.it, sito: www.libreriadelledonne.it 5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 6. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, sudest at iol.it, paolocand at inwind.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 828 del 2 febbraio 2005 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
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