[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
La guerra delle donne
- Subject: La guerra delle donne
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
- Date: Sun, 04 May 2003 15:53:51 +0100
La guerra delle donne
IRAQ: PER DONNE SOLDATO USA UNA GUERRA VERA / ANSA
IN 200 MILA PRESTANO SERVIZIO NELLE FORZE ARMATE AMERICANE
(ANSA) - ROMA, 13 APR - Il delicato profilo di Jessica Lynch,
lo sguardo sperduto di Shoshana Johnson, la fierezza negli occhi
di Lori Piestewa: nell' esercito che gli Stati Uniti hanno
mandato in Iraq per spazzare il regime di Saddam Hussein non ci
sono - o almeno le tv non hanno mostrato - donne ipermuscolate
come il soldato Jane impersonato da Demi Moore in un peraltro
mediocre film del 1997. Le soldatesse americane sono donne
normali, con normali storie personali alle spalle. Questa
guerra, che forse - se intesa come un conflitto condotto secondo
le «regole» - sta registrando le sue ultime battute, per
entrare su un terreno infido come quello delle battaglie urbane,
giornalisticamente ed emotivamente è vissuta appunto su alcune
donne, che sono divenute loro malgrado delle protagoniste.
Una - Jessica - perchè è stata catturata, ferita quasi a
morte, solo dopo avere scaricato addosso ai soldati iracheni
tutti i proiettili delle sue armi; un' altra - Shoshana - nera e
madre nubile, arruolatasi per fare la cuoca, cioè il suo
mestiere; l' ultima - Lori - una indiana Hopi figlia e nipote di
veterani della seconda Guerra mondiale e del Vietnam.
La «campagna d' Iraq» non s'è ancora conclusa, e quindi i
bilanci sono ancora, purtroppo, lontani. Ma le donne-soldato
hanno già pagato il loro tributo che è però lontano da
quello, molto pesante, della prima guerra del Golfo, quando ben
sedici di esse morirono nel deserto del Kuwait. E altre due di
loro, ha ricordato di recente di New York Times, sono morte
nell' attentato di due anni fa, nello Yemen, contro il
cacciatorpediniere Cole.
Nell' esercito americano prestano servizio circa 200 mila
donne, il 14 per cento delle quali effettive. E tra di esse il
15 per cento sono ufficiali. Una lunga storia, quelle delle
donne nell' Esercito americano, cominciata in un certo senso
già durante la Guerra di Secessione, quando molte si
schierarono in unità combattenti, pur non potendone fare parte
in modo ufficiale. Il salto si registrò nella seconda guerra
mondiale, ma anche qui il contributo fu, per così dire, non di
prima linea dal momento che le donne (e non solo le ausiliarie)
furono impiegate non in combattimento, pur fornendo un
contributo importantissimo. Basti pensare alle donne aviatrici
cui fu affidato il compito delicatissimo di guidare in Europa,
dalle fabbriche americane, i bombardieri e i caccia che dovevano
sostituire quelli persi durante le incursioni sulla Germania.
Solo nel 1976, comunque, la prima donna entrò nell'
accademia militare di West Point, rimasto uno degli ultimi
baluardi del «maschilismo» militare americano. Ma mentre West
Point apriva le sue porte, altre accademie o scuole militari le
tenevano strettamente serrate. E solo l' intervento della Corte
suprema, nel 1996, che ne decretò l' illegittimità, impedì
che si proseguisse nel divieto. Ma la «liberalizzazione» dell'
ingresso delle donne nelle accademie non ha significato la fine
dell' atteggiamento ostile da parte dell' ambiente, e in esso,
in particolare, dei colleghi maschi.
A dare una spallata al divieto - in vigore per 160 anni - fu
il ricorso presentato da una aspirante cadetta del Virginia
Military Institute (con sede a Lexington), Shannon Faulkner. Ma
la ragazza, dopo solo un giorno dal suo ingresso nel Vmi,
abbandonò denunziando poi la scuola per le vessazioni subite
nelle appena 24 ore trascorse in essa. Sempre nel 1996, poi,
cadde anche il bastione della Citadel, prestigiosissima scuola
militare di Charleston, nella Carolina del Sud, ritenuta la più
maschilista. Un anno dopo, due delle quattro ragazze ammesse
alla Citadel gettarono la spugna, dissero per la lunga serie di
umiliazioni subite da parte dei cadetti maschi. Ma nell'
esercito americano che oggi è in Iraq la maggior parte delle
donne soldato non è uscita dalle accademie o da scuole
militari. Molte di loro - come nel caso di Jessica, Lori o
Shoshana - si sono arruolate per trovare un lavoro o perchè,
approfittando delle opportunità loro date dall' esercito, in
questo modo possono pagarsi gli studi universitari. E una
consistente percentuale delle donne che si sono arruolate non è
(come del resto accade anche fra gli uomini) wasp e nemmeno
«anglo», ma d' origine ispanica o comunque sudamericana. Lo
stessa Shoshana è nata a Panama.
(ANSA).
MIU
13-APR-03 17:08 NNN