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Ultimo report dall'Iraq



Anche l’ultimo reporter indipendente è partito.

Con la partenza per Amman di questa mattina dell’ultimo mio contatto, si 
interrompono le corrispondenze che grazie ai reporters indipendenti 
presenti a Baghdad durante le settimane di guerra sono stato in grado di 
riportare su Indymedia.

La telefonata di oggi con Baghdad ha assunto un tono molto personale e 
piena di emozioni. Ho augurato al reporter di fare un buon viaggio di 
ritorno, e mi ha risposto che gli sembra strano, quasi un senso di 
tristezza dopo 39 giorni, lasciare la città. Una città che ha amato, 
temuto, conosciuto, odiato.
La paura delle bombe e dei missili, il timore di essere fermato dalla 
polizia irachena perché non in regola con tutti i documenti, le corse da un 
lato all’altro della città per andare a vedere, rendersi conto di persona 
dei danni e delle devastazioni provocate dai bombardamenti.
L’eccezionale e forte senso di amicizia che lo ha legato agli altri 
reporters, ai film-makers ed ai molti cittadini della capitale con i quali 
ha condiviso notti, zuppe di legumi, qualche birra, le introvabili sigarette.

A quest’ora sarà già in viaggio verso nord, sull’autostrada che poi si 
biforca verso la Siria o verso la Giordania. Conta di essere ad Amman per 
domani all’ora di pranzo. Finalmente troverò delle sigarette “fumabili”, mi 
dice ridendo, ma avverto davvero un senso di tristezza nelle sue parole.
E’ consapevole di lasciarsi alle spalle una città distrutta, di fatto 
ancora in guerra, con migliaia di feriti e di vittime nelle strade, sotto 
le macerie, negli ospedali abbandonati.

Altri reporters indipendenti stanno arrivando in queste ore a Baghdad, con 
canali di comunicazione alternativi ai miei. Ma per realizzare ancora 
informazione senzamediazioni né censure, e rivolta a tutti coloro che non 
vogliono rimanere ciechi e sordi di fronte alla realtà.

Da parte mia seguirò con partecipazione, affetto e solidarietà il convoglio 
dell’”abruzzosocialforum” che partirà tra pochi giorni alla volta di 
Baghdad portando medicine essenziali. E mi piace qui salutare ed augurare 
un immenso in bocca al lupo a quella splendida persona che si chiama Tusio 
De Juliis, a capo del convoglio, e a “E-lotta” che ho imparato a conoscere 
ed apprezzare.
Se le 59 corrispondenze pubblicate in queste settimane avessero ottenuto il 
solo risultato di farmi conoscere Tusio ed Ezio, sarebbe per me davvero un 
grandissimo risultato.

Continuerò a postare i report di Rosarita Catani da Amman che ci continuerà 
a raccontare, con il suo stile inconfondibile, quando vede sulle televisoni 
arabe della realtà irachena. E conserverò sempre i suoi report.

Io continuerò nel mio lavoro ( sperando che sopportiate l’inelegante 
autocitazione), cercando di riuscire realizzare il mio vecchio chiodo 
fisso: un piccolo ufficio di corrispondenza indipendente proprio ad Amman, 
in Giordania, da dove diffondere notizie, report e corripondenze senza 
mediazioni e senza censure. Una ufficio indipendente che serva ad osservare 
da vicino, da molto vicino, cosa accade in Palestina, in Israele, in Iraq, 
in Libano ed in tutti paesi dell’area medio-orientale. E che funzioni come 
punto d’appoggio e di “smistamento” per tutti i reporters indipendenti del 
mondo che fin lì arriveranno.

Grazie ad Indymedia, (confermo: il più formidabile “democracy press” al 
mondo), grazie agli admin, e a tutti coloro che hanno letto le 
corrispondenze e commentate. Ho raccolto tutto, ed ho inviato i file ai 
colleghi indipendenti che erano a Baghdad, i “miei contatti”. Sperando di 
poterli leggere e rileggere insieme, magari un giorno, chissà, proprio ad 
Amman, davanti ad un paio di birre ghiacciate ed una stecca di sigarette 
“fumabili”.

Che la notte sia leggera.
r.

(fine.)




NOTA: L'archivio di questi report e' disponibile su

http://italy.indymedia.org/news/2003/03/222502.php

Queste corrispondenze sono inserite da *Robdinz* che e' in contatto
dall'Italia , attraverso le linee telefoniche internazionali, con varie
persone che sono a Baghdad e che fanno riferimento per i contatti ai
telefoni di due alberghi della capitale, dove è ospitata la stampa
internazionale. Si tratta di operatori dell'informazione indipendente,
free-lance, 6 o 7 human shields, e qualche cittadino di Baghdad che lavora
con loro. *Robdinz* non è a Baghdad ma funziona come una sorta di "ponte"
per far arrivare notizie ed informazioni in tempo reale raccolte con grande
onestà intellettuale e capacità professionale nella attuale realtà
(drammatica) della città.]