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Il crimine giusto per non passare da criminali



Il crimine giusto per non passare da criminali.

Articolo di Lorenzo Maria D'Alessandro

Ragazzi, signore e signori, stavolta dobbiamo ammetterlo, non abbiamo più 
possibilità di trovare giusificazioni: eravamo dalla parte del torto. Ieri 
ogni persona sensibile se n'è accorta. Come fare a non commuoversi alla 
visione del trionfo del bene contro il male? Ora tutto è chiaro, il nostro 
persistere per mesi sulle nostre posizioni contro la guerra aveva come 
motivo una pulsione di base: l'antiamericanismo. Oggi vediamo una folla 
nella piazza, davanti alla statua abbattuta del dittatore. C'è una grande 
aria di festa. Qui un popolo è stato liberato. E' emozionante vedere 
l'amicizia tra liberati e liberatori. Avavemo torto, e le facce degli 
Iracheni parlano chiaro. Va bene, il motivo iniziale era difendersi da 
potenti armi di pan-distruzione che il dittatore teneva nascoste e non 
avrebbe esitato a usare; questo motivo, pur nobile, è passato in secondo 
piano, ma non per il fatto che non fosse valido e fondato: 
l'amministrazione americana è sensibile a valori come la libertà e la 
democrazia, e procedendo nel conflitto avviato per legittima pre-difesa, è 
stato automatico che prevalesse lo spirito altruistico, che ha fatto 
apparire prioritaria la restituzione a questo popolo della sua libertà. Ora 
la cosa più importante è stata ottenuta: gli iracheni sono contenti. E non 
è stato grazie alle nostre cazzo di bandiere della pace.

Aaaah... ma c'è un solo, ultimo ostacolo alla mia felicità; alla allegria 
che, pur essendo stato dalla parte del torto, provo ora nel vedere un 
popolo contento e nello scoprire sentimenti umanitari nelle azioni della 
nazione più potente del mondo: l'ostacolo è che, per quanto io mi sforzi, 
non riesco a non pensare che per trovare della coerenza in tutto ciò che si 
è appena detto sia necessario essere in mala fede o, in valida e più facile 
alternativa, di non proprio brillante intelligenza.

Ed è questo che, come sempre, agli occhi del mondo, consegnerà la ragione 
ai vincitori, scippandola ai legittimi proprietari. Perché infatti sono 
possibili fenomeni tanto illogici come l'amministrazione Bush, le sue 
azioni, e l'appoggio mondiale di cui gode? Vien fatto di pensare che sia 
proprio in virtù (chiamala virtù...) di questa commistione esplosiva, che 
diventa ottimo substrato di consenso: l'interazione di una piccola 
percentuale di persone in mala fede con una grande percentuale di coglioni 
in buona fede.

Ora come mai, mi rendo conto che chi oggi pensa che la vittoria o i 
festeggiamenti degli Iracheni siano una chiara prova delle ragioni degli 
aggressori, vive davvero con una coscienza serva.

Allora vogliamo dimenticare che la giustezza di un'azione non si giudica 
dall'effetto che sortisce, bensì dai motivi reali che l'hanno causata?
Non è la stessa cosa se un uomo che trova una bambina appesa all'orlo di un 
burrone con le manine che stanno per perdere la presa, la mette in salvo 
con l'intenzione di riportarla alla sua preoccupata famiglia, o se lo fa 
per abusare di lei. Inizialmente la piccola non si porrà minimamente il 
problema (anche perché la sua mente non concepisce quel tipo di violenza), 
e sarà certamente contenta di non essere precipitata nel burrone. Questo 
non vorrà dire affatto che il pedofilo-salvatore è un brav'uomo.

Vogliamo dimenticare che la buona nazione che oggi salva, ieri sosteneva 
colui che era massima fonte del dolore di questo popolo,  colui che ne 
sterminava un paio d'altri, colui che era l'ultimo a patire di un embargo 
imposto dai salvatori di oggi?

E visto che ci siamo, dimentichiamo anche che questa nazione che oggi si 
batte per la libertà dei popoli e per la democrazia, e che è penalizzata 
dalla casuale coincidenza dei fatti di oggi con la collocazione di 
interessi economici proprio in quell'area in cui sta combattendo (noi 
pacifisti di sinistra mangiatori di bambini, come strumentalizziamo...) 
ieri organizzava colpi di stato in paesi democratici, appoggiava le 
peggiori dittature dell'America Latina; oggi mantiene la pena di morte, 
nonostante che sia provato come la giustizia negli USA sia appannaggio dei 
ricchi; si oppone alla distribuzione libera dei farmaci ai paesi che ne 
hanno bisogno; si rifiuta di firmare trattati contro armi di distruzione di 
massa (bombe a frammentazione, ecc.); non sottoscrive trattati per la 
salvaguardia ambientale del pianeta.

Dimentichiamo che G.W.(lo chiamano "dabliu"!) Bush e tutti i suoi più 
stretti collaboratori (tutti sanno che non è tutta farina del suo sacco: il 
suo sacco fornisce più che altro la segatura) sono a capo o in posizioni di 
spicco delle maggiori aziende petrolifere del mondo.

E non pensiamo al fatto che, negli ultimi decenni, la politica estera 
americana ha sempre sostenuto i regimi totalitari nei paesi arabi, perché 
un mondo arabo con coscienza di sé e democratico potrebbe smetterla di 
essere un popolo di poveri: farebbe molta, ma molta paura. Bene, 
improvvisamente hanno cambiato idea alla casa Bianca.

Infine non preoccupatevi troppo di quello che scrivevano personaggi che 
contano come Perle e Wolfowitz, di come dichiaravano, già tanto tempo fa, 
indispensabili gli interventi in Iraq per tutelare gli interessi americani: 
scherzavano!

Ma la credibilità non ha più nessuna importanza? La credibilità, ciò che si 
è fatto in passato è cosa fondamentale solo quando andiamo a cercare 
lavoro? (oggi storcono il naso anche per farti fare il lavapiatti, se non 
hai fatto un master a cazzonesoxford)


Guarda un popolo mentre viene affamato, guardalo mentre viene massacrato, 
fornisci al carnefice il tuo sostegno e guarda, guarda... ora liberalo: te 
ne sarà grato. Non esiste dignità quando hai fame e tuo figlio non mangia 
da tempo.

Gli Iracheni avranno migliori condizioni di vita e maggiore libertà. 
Potranno finalmente godere in maggior misura della ricchezza dovuta al loro 
petrolio, ma ci metteranno tempo ad accorgersi che quello che oggi viene 
perpetrato contro di loro è un crimine meno brutale ma più sottile, più 
subdolo. E' una schiavitù da cui sara impossibile liberarsi.

Ci sarà una fase di transizione, in attesa di un governo iracheno; forse un 
protettorato di mesi o più, ma finalmente avranno un governo fantoccio 
fatto solo da iracheni (molti saranno i dissidenti rientrati dopo anni 
dagli USA).

  Perché la democrazia deve avere un suo substrato, delle fondamenta. Se 
ora gli invasori se ne andassero immediatamente, l'Iraq probabilmente 
sarebbe presto devastato ancora di più da guerre tra clan, etnie e da 
vendette incrociate. Questo giustifica la permanenza degli alleati, ed è 
funzionale alla predazione. Ma questo dimostra anche che la democrazia non 
nasce dalla sera alla mattina, tanto meno se imposta.

E, pur in un regime di libere elezioni, la democrazia la si pilota, se non 
si hanno oppositori forti, se si hanno tanti soldi, se si è esperti di 
manipolazione subliminale dell'informazione (ci siamo cascati pure noi, che 
da questo punto di vista siamo più preparati alla difesa!), se si ha a che 
fare con un popolo talmente abituato a non avere niente, che è già contento 
se gli dai 2 chili di pane (vedi i saccheggi di oggi: ho visto portare via 
cose del tutto inutili e prive di valore). Se poi il popolo di cui vuoi 
controllare la politica si sente di doverti qualcosa, dimenticandosi che 
fino a ieri tu hai reso forte colui che lo sterminava; che non hai esitato 
ad abbandonarlo dopo che ti aveva dato la sua  fiducia; che te ne sei 
sempre fottuto della sua cultura e dei drammi dei suoi fratelli di 
Palestina, allora il gioco è fatto: sarà uno scherzo ottenere quei 
contratti di gestione di pozzi per 50 anni, quei contrattoni per la 
ricostruzione, il permesso di impiantare quelle basi militari, per la loro 
stessa sicurezza s'intende (sai, oggi i nemici sono altri...)

Tutto ciò dimostra semplicemente che il crimine, come qualsiasi altra 
attività umana, si evolve. Oggi nei paesi arabi ci sono meno computer, meno 
connessioni adsl, meno automobili, insomma, le attività umane sono meno 
evolute, quindi anche l'ordinamento degli stati; i dittatori sono anche 
loro dei criminali meno evoluti, e quindi più sanguinari: hanno bisogno di 
ammazzare, di sterminare; non hanno ancora sviluppato la violenza subdola. 
Il crimine sanguinario dei dittatori è più efferato del crimine sottile e 
sofisticato di chi trova il modo di invadere e sembrare un liberatore, di 
rubare e sembrare un onesto compratore, di fare ammazzare e sembrare un 
difensore, di manipolare ed apparire come colui che carica sulle sue spalle 
tutte le responsabilità. Il crimine dei dittatori però è più visibile, più 
identificabile nella sua piena identità, ed in questo senso debellabile e 
molto meno pericoloso, almeno nel lungo periodo.

Ma questo la gente non lo vuole sapere e capire, come quando guarda con 
odio lo straniero che ruba nel supermercato, ma in fondo non è proprio 
incazzatissima con l'imprenditore che evade decine di migliaia di euro 
all'anno. Insomma, solo de Andrè e pochi altri non hanno trovato il crimine 
giusto per non passare da criminali.

Per tutto questo, oggi protestare e boicottare i prodotti degli USA è 
ancora più importante.