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PROPOSTA DI AZIONE NONVIOLENTA PER LA SCUOLA E L (2).htm





PROPOSTA DI AZIONE NONVIOLENTA PER LA SCUOLA E L'UNIVERSITA' CONTRO LA GUERRA

Cosa possiamo fare contro la guerra, nel momento in cui essa, nonostante la 
volonta' dei popoli, viene prospettata dai Governi come sempre piu' vicina 
ed incombente?

Noi sottoscritti docenti universitari e medi, il cui lavoro vuol essere 
educazione al vivere civile, al dialogo, alla pace, riteniamo che in 
quest'occasione piu' che mai occorra impegnarsi per la crescita umana e 
culturale dei ragazzi e della societa' nella sua interezza: una guerra, e 
ancor piu' una guerra di aggressione quale sarebbe quella al popolo 
iracheno, e' un atto disumano che segna il corso della storia svuotando di 
senso la nostra azione quotidiana e che ci impone dunque di reagire con 
fermezza e responsabilita'.

Nell'attuale terribile contingenza, sentiamo il dovere di esprimere con 
chiarezza una posizione di coscienza e rivolgiamo un appello affinche' 
ognuno si senta chiamato allo stesso dovere.

Pensiamo che non basti limitarsi a commentare con sdegno la prospettiva 
bellica, ma che sia necessario prendere posizione assumendosi la 
responsabilita' dell'azione che al dissenso, in un caso cosi' grave, non 
puo' non conseguire.

Noi intendiamo impegnarci nei giorni seguenti - e chiediamo che ciascun 
docente si impegni a sua volta - nella costruzione di un'azione di protesta 
chiara nei confronti della guerra.

E' importante, infatti, che non ci lasciamo intrappolare 
dall'individualismo e dalla mancanza di comunicazione; e' importante che 
costruiamo le condizioni perche' l'opposizione di chiunque al crimine della 
guerra possa esprimersi nella sua immediatezza senza subire la frustrazione 
del senso di isolatezza e di vergogna che siamo stati abituati ad avere 
quando si tratta di affrontare problemi pubblici.

Bisogna far si' che nei prossimi giorni la scuola e l'universita' (ma anche 
qualsiasi altro ambiente di lavoro) diventino luoghi di espressione delle 
istanze di pace della societa' civile a cui i Governi non prestano attenzione.

Parlando prima, a partire da oggi, con i propri colleghi, ognuno di noi 
puo' organizzare, in ogni scuola e in ogni facolta' universitaria, 
l'immediata interruzione collettiva dell'attivita' di lavoro nel momento in 
cui i bombardamenti dovessero iniziare.

Perche' la protesta risulti visibile, bastera' uscire dalle aule e, nel 
caso che si sia insegnanti di scuola, avendo provveduto a richiedere 
l'autorizzazione degli studenti e delle loro famiglie (anche questa 
operazione dunque e' da avviare prima, e fin da subito), fare riversare in 
massa anche i discenti davanti alle scuole, ben visibili ai media subito 
opportunamente informati.

Se costruito e attuato in massa, tutto cio' puo' essere anche un segnale 
della volonta' di pace e di non rassegnazione alla logica della violenza e 
della morte che garantisce ai sindacati il sentimento diffuso della 
necessita' di uno sciopero generale quanto piu' possibile forte ed immediato.

Siamo consapevoli che la nostra condotta di fronte ad un evento come la 
guerra non puo' in nessun caso non fungere alla fine da implicito 
insegnamento per i nostri studenti e scegliamo dunque di veicolare loro un 
messaggio di assunzione di responsabilita', piuttosto che di rassegnazione 
e passivita' che sono atteggiamenti indegni di un essere umano.

Non sembra che abbiamo molto tempo per ribadire il rispetto dell'art. 11 
della Costituzione e dell'art. 2 della Carta dell'ONU, dei principi del 
dialogo, della cultura e della vita: sara' opportuno usare bene questi 
giorni per non poter dire poi, troppo tardi, di essere stati ignavi.

(Per contatti: <mailto:acozzo@unipa.it>acozzo@unipa.it)

primi firmatari
Emilio CORALLINO
Andrea COZZO
Sergio DI VITA
Pierpaolo TRIPIANO
Serena VARVARO