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L'autocensura della CNN
Fonte: Vita non profit Magazine 7/3/2003
Articolo di Gabriella Meroni <g.meroni@vita.it>
Giovedì 20 febbraio. Un sonoro "ve l'avevo detto, io" risuona in più di una
redazione. Lo pronuncia il caporedattore scettico, il cronista scafato, il
direttore-che-ne-ha-viste-tante leggendo la clamorosa smentita sul numero
di partecipanti alle manifestazioni per la pace del 15 febbraio: macché 110
milioni di pacifisti, come aveva (avrebbe?) detto la Cnn: la sede della tv
americana smentisce, quel dato è inventato, loro non l'hanno mai fatto
circolare. Una bomba. La portata anche politica dei cortei più colossali
della storia si sgonfia come un soufflé malriuscito, e sulla stampa si
riversano accuse di pressapochismo. A guidare il coro dei detrattori è
Berlusconi in persona, che dopo aver stimato i partecipanti alle
manifestazioni in soli 10 milioni, si scaglia contro la cattiva
informazione. Gli unici a salvarsi sono gli autori dello "scoop", cioè i
giornalisti del programma di RadioRai Baobab, che hanno alzato il telefono,
chiamato Atlanta (sede della Cnn) e raccolto queste parole: "Abbiamo
contollato, nessuno di noi ha mai parlato di 110 milioni di manifestanti
per la pace".
Venerdì 21 febbraio. Anch'io leggo la smentita della Cnn sui giornali e
subito sobbalzo. Ma come? Sono sicura di aver letto la notizia sul sito
della Cnn italiana (www.cnn.it), subito ripresa dalle agenzie stampa e poi
rilanciata nei tg della sera. Digito l'indirizzo, imposto nel motore di
ricerca le parole "110 milioni" ed ecco apparire un articolo del 16
febbraio il cui sommario recita: "Iraq: Bush, spero nella pace, ma dipende
da Saddam. Così il presidente degli Usa, George W. Bush, ha risposto al
grido di pace che si è levato sabato da 110 milioni di bocche in tutto il
mondo". Non è esattamente il testo che ricordavo (i 110 milioni fanno
capolino subito, nella serata di sabato 15), ma la cifra c'è. Il primo
pensiero è meno male, la memoria non vacilla. Il secondo mi fa chiedere
però se non vacilli qualcos'altro, per esempio la buona fede di qualche
collega. Come si fa a smentire di aver pubblicato qualcosa che fa ancora
bella mostra di sé su un sito consultato da migliaia di persone? Alle
quattro del pomeriggio, il colpo di scena: torno su www.cnnitalia.it, cerco
di nuovo l'articolo, ma non lo trovo. O meglio: lo trovo, ma "purgato"
della cifra incriminata. I "110 milioni di bocche" sono state cancellate,
esattamente alle ore 14.33 del 21 febbraio. Penso: i colleghi di Cnn devono
aver letto il Corriere, che li informava che Cnn (cioè loro) quella cifra
non l'aveva mai data, e sono corsi ai ripari. Riprovo col motore di
ricerca, e per fortuna trovo ancora la vecchia versione; una telefonata in
redazione, e l'intera storia finisce su www.vita.it (dove si trova ancora:
www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=29208). Qualche minuto, e alle 19.18
va in scena l'ultimo atto: anche l'articolo originale, di cui era rimasta
traccia nel motore di ricerca, sparisce. Una vera e propria rincorsa tra
noi di Vita e i colleghi della Cnn, noi a copiare e stampare le loro
notizie per non passare per visionari, loro a cancellarle come se non
fossero mai esistite.
Sabato 22 febbraio. Eugenio Ciuccetti, senior editor di Cnn Italia,
telefona in redazione e dà la sua versione dei fatti, chiarendo che Cnn e
la filiale italiana, pur appartenendo allo stesso gruppo, sono due entità
distinte, che utilizzano fonti diverse e lavorano in autonomia, "un po'
come due programmi della stessa rete tv, mica si può imputare a uno gli
errori dell'altro"; ammette di aver cancellato apposta i 110 milioni da
tutti gli articoli all'indomani della smentita di Atlanta, per non lasciare
sul sito informazioni errate; giura di aver appreso la cifra dall'Ansa che
citava la Cnn americana, senza verificare (e qui fa ammenda) se la "casa
madre" ne avesse mai parlato.
Resterebbero da chiarire molte altre cose: per esempio come mai quando la
Cnn dà una notizia vera, questa è di proprietà anche di Cnn Italia, e
quando invece prende una cantonata Cnn Italia non c'entra; perché Cnn
smentisce con sette giorni di ritardo una notizia che ha fatto il giro del
mondo (e meno male che li hanno chiamati quelli di Baobab, altrimenti...).
Quanto al dato dei 10 milioni, fornito dal nostro presidente del Consiglio,
fonte autorevole ma sospettabile di qualche interesse, ci sembra assai
improbabile, visto che solo con i manifestanti di Roma e Francia siamo a
otto milioni, e cortei per la pace si sono svolti in 603 città del mondo. A
proposito, anche quest'ultima informazione è targata Cnn (di Atlanta,
www.cnn.com/2003/WORLD/europe/02/15/otsc.chance/). Salvo smentite, ovviamente.