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Al Prefetto di Pordenone
Al Prefetto di Pordenone
e per opportuna conoscenza:
al Sindaco di Aviano
al Presidente della Provincia di Pordenone
al Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia
al Ministro dell'Interno
al Prefetto di Viterbo
al Comandante della base Usaf di Aviano
Egregio signore,
con la presente ci pregiamo di comunicarle che nei prossimi giorni avvieremo
una serie di colloqui con le autorita' del Comune di Aviano, della Provincia
di Pordenone, della regione Friuli Venezia Giulia, e ci sarebbe grato anche
con Lei che costi' rappresenta il governo italiano.
Avremo colloqui anche con altre istituzioni e vari soggetti della societa'
civile.
Ed effettueremo dei sopralluoghi sul terreno intorno alla base Usaf di
Aviano, come gia' comunicato con lettera al comandante di essa.
* L'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace
Finalita' di questa attivita' comunicativa, ricognitiva e di confronto e
dialogo e' l'illustrazione del nostro intendimento di realizzare - qualora
la guerra illegale e criminale da settimane minacciata con vieppiu'
crescente tracotanza iniziasse - una azione diretta nonviolenta intesa ad
impedire che la base militare in oggetto possa essere utilizzata a supporto
di essa guerra illegale e criminale; azione diretta nonviolenta con la quale
ci ripromettiamo di ostruire lo spazio aereo antistante e sovrastante le
piste di decollo degli aerei militari invadendolo con delle "mongolfiere
della pace" talche' i bombardieri da essa base non possano decollare.
*
* Le caratteristiche di questa azione diretta nonviolenta
Lei sicuramente conoscera' gia' questa iniziativa poiche' essa fu realizzata
con successo (come esplicitamente riconosciuto dalle autorita' locali e
particolarmente da quelle preposte alla pubblica sicurezza), sebbene solo
per alcune ore, nel 1999 durante la guerra dei Balcani; e sa gia' quali
siano le sue caratteristiche:
- rispetto della vita, dell'integriita' e della dignita' di tutti gli esseri
umani;
- difesa della legalita' costituzionale e del diritto internazionale;
- assunzione diretta e personale di responsabilita' nel contrastare la
guerra e le stragi;
- assoluta trasparenza e lealta' di comportamenti;
- attenersi strettamente ai criteri della nonviolenza: e quindi ripudio di
ogni forma di aggressione, di menzogna, di messa in pericolo e di
danneggiamento di ogni persona.
* Un "codice di condotta" per l'azione diretta nonviolenta
Lei ricordera' anche come gia' nel 1999 diffondemmo una sorta di "codice di
condotta" al quale chiedemmo e nuovamente chiederemo a tutti gli eventuali
partecipanti di attenersi senza eccezione alcuna.
Ci permettiamo di riprodurlo qui ancora una volta:
"Quattro regole di condotta obbligatorie per partecipare all'azione diretta
nonviolenta delle mongolfiere per la pace
I. A un'iniziativa nonviolenta possono partecipare solo le persone che
accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza.
II. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con
tranquillita', con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno.
III. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini di
questa azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", vale a
dire:
a) fare un'azione nonviolenta concreta:
- per impedire il decollo dei bombardieri;
- opporsi alla guerra, alle stragi, alle deportazioni, alle devastazioni, al
razzismo;
- chiedere il rispetto della legalita' costituzionale e del diritto
internazionale che proibiscono questa guerra;
b) le conseguenze cui ogni singolo partecipante puo' andare incontro
(possibilita' di fermo e di arresto), conseguenze che vanno accettate
pacificamente e onestamente, ed alle quali nessuno deve cercare di
sottrarsi.
IV. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza:
- non fare del male a nessuno (se una sola persona dice o fa delle
stupidaggini, o una sola persona si fa male, la nostra azione diretta
nonviolenta e' irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere
immediatamente sospesa);
- spiegare a tutti (amici, autorita', interlocutori, interpositori,
eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta
nonviolenta non e' rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo
caso lo scopo e' fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre
stragi ed atrocita');
- dire sempre e solo la verita';
- fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed
annunciate pubblicamente (cioe' a tutti note e da tutti condivise); nessuno
deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede
lealta' e disciplina;
- assumersi la responsabilita' delle proprie azioni e quindi subire anche le
conseguenze che ne derivano;
- mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza
altrui.
Chi non accetta queste regole non puo' partecipare all'azione diretta
nonviolenta, poiche' sarebbe di pericolo per se', per gli altri e per la
riuscita dell'iniziativa che e' rigorosamente nonviolenta".
Cosi' scrivevamo gia' nel 1999, questa e' la nostra limpida ed intransigente
posizione.
* Per la chiarezza
Lei sapra' anche che il nostro "Centro di ricerca per la pace" non ammette
posizioni ambigue; che non e' stato corrivo a scellerate iniziative di
provocazione che in tempi passati hanno portato altri (e sovente,
sciaguratamente, persone investite di pubbliche responsabilita') alla
commissione di autentici orrori.
Il nostro "Centro di ricerca per la pace" si attiene strettamente ai
principi della nonviolenza.
E Lei sapra' quindi anche, in particolare, che la nostra iniziativa
nonviolenta e' intesa a salvare vite umane e a difendere il nostro
ordinamento giuridico, la legalita' e la democrazia della e nella Repubblica
Italiana, e che quindi nei confronti delle istituzioni democratiche italiane
e degli operatori pubblici, e soprattutto di quelli preposti alla difesa
delle leggi e alla tutela della sicurezza e dei diritti dei cittadini, il
nostro atteggiamento e' del tutto rispettoso e inteso a collaborare al fine
di difendere la legalita', e la vita e l'incolumita' delle persone.
Lei sapra' anche, infine, che il nostro atteggiamento nei confronti dello
stesso personale della base militare Usaf le cui attivita' di supporto alla
guerra intendiamo contrastare e bloccare, e' un atteggiamento ugualmente
rispettoso della dignita' e dell'incolumita' di tutti gli esseri umani; il
nostro scopo e' unicamente opporci alla guerra, impedire le stragi: vorremmo
che tutti i nostri interlocutori fossero serenamente certi di questo.
Lei coglie dunque anche come, a differenza di altri che sovente compiono
azioni o pronunciano dichiarazioni irresponsabili e non meditate, noi siamo
intransigenti nella scelta della nonviolenza, e non offriamo quindi alcun
appiglio ad alcuno per poter mistificare la nostra posizione o per
proditoriamente aggredirci.
* Un dovere morale
Certo, siamo consapevoli oggi come lo eravamo nel 1999, che la nostra azione
diretta nonviolenta puo' dar luogo ad un'azione penale nei nostri confronti
se interpretata come "attentato alla sicurezza dei trasporti", o come
"istigazione a delinquere": ma gia' nel 1999 la magistratura decise di
archiviare il procedimento avviato a nostro carico, riconoscendo cosi' de
jure et de facto che la nostra azione non ha nulla a che vedere con
"attentati" o con il "delinquere", ma e' semplicemente atto dovuto di
cittadini che vogliono difendere la Costituzione Italiana, come di ogni
cittadino italiano e' dovere giuridico; ed e' semplicemente condotta
doverosa di esseri umani che vogliono difendere altre vite umane e la stessa
civilta' umana, come di ogni essere umano e' dovere morale.
E' naturale che siamo coscienti della possibilita' di subire spiacevoli
conseguenze penali per la nostra azione diretta nonviolenta: da amici della
nonviolenza accettiamo anch'esse come un dovere: un dovere morale, civile,
di testimonianza.
*
Signor Prefetto,
le scriviamo la presente in particolare:
I. per renderla edotta dei motivi, delle finalita' e delle forme di
realizzazione della nosta iniziativa;
II. per interloquire con Lei come figura istituzionale autorevolmente
rappresentativa;
III. per sottoporre alla sua attenzione alcune riflessioni che a noi
sembrano ineludibili nella situazione presente.
I.
Quanto al primo punto sara' sufficiente rinviare ai documenti che le inviamo
a parte, e che sicuramente gia' conoscera', e precisamente:
- alla lettera aperta al comandante della base Usaf di Aviano del 12
febbraio 2003;
- alla lettera al sindaco del Comune di Aviano del 18 febbraio 2003;
- agli estratti dalla nostra "Guida pratica all'azione diretta nonviolenta
delle mongolfiere della pace" del 1999 che abbiamo recentemente piu' volte
riprodotto e ridiffuso.
II.
Quanto al secondo punto: e' proprio dell'azione diretta nonviolenta essere
condotta nel massimo rispetto dell'incolumita' e della dignita' di tutti gli
esseri umani, nella massima responsabilizzazione propria e degli
interlocutori e quindi nella massima disponibilita' all'ascolto e
all'apertura; nel costante contatto e dialogo, dunque, con tutti gli
interlocutori al fine di trovare soluzioni condivise e nonviolente al
conflitto.
Pertanto ci teniamo particolarmente ad un rapporto che almeno da parte
nostra sia assolutamente corretto e trasparente nei confronti delle
istituzioni oltre che delle persone, affinche' non possano essere fraintese
le nostre intenzioni e le nostre azioni, ed affinche' si possano trovare
quanti piu' punti di convergenza possibile, e quanto agli aspetti
dell'iniziativa che restassero non condivisi o che trovassero per varie
ragioni un'opposizione, vi sia la possibilita' di una gestione dei
rispettivi ruoli, dei rispettivi compiti e delle rispettive azioni che
garantisca che il conflitto, anche nella sua acuzie, possa svolgersi nelle
forme civili, democratiche e legittime, da persone ragionevoli che si
rispettano ed hanno contezza e cura dei diritti umani altrui.
Cosicche' ci terremmo molto a poter interloquire con Lei, che rappresenta
localmente il potere esecutivo centrale, al fine di dissipare ogni possibile
equivoco e di illustrare con chiarezza il senso, i fini e le forme della
nostra azione diretta nonviolenta.
III.
Quanto al terzo punto occorrerebbe svolgere qui un ragionamento assai ampio
ed articolato; sara' sufficiente riassumerne i termini essenziali.
* Profili giuridici
a) La Costituzione della Repubblica Italiana all'articolo 11 e'
inequivocabile nel ripudiare la guerra, e massime una guerra che ha le
caratteristiche della guerra che si va preparando, una guerra che e' quindi
evidentemente illegale e criminale. La Costituzione e' la base del nostro
ordinamento giuridico; la fedelta' ad essa e' dovere di tutti i cittadini e
massime di tutti i pubblici ufficiali.
b) La Carta dell'Onu e' inequivocabile, fin dall'incipit del suo preambolo,
nello stabilire che la "ratio" stessa dell'esistenza dell'Onu e' opporsi
alla guerra. L'Onu quindi esiste in funzione dell'agire per impedire la
guerra, pertanto in nessun caso suoi organi (e quindi anche suoi associati
in quanto ne sono membri), sia pur autorevolissimi, possono confliggere con
il fondamento stesso che fa esistere e legittima l'Organizzazione delle
Nazioni Unite. Rilevar questo equivale a rilevare che sotto il profilo del
diritto internazionale, e degli accordi internazionali sottoscritti da quasi
tutti gli stati della terra, la guerra che si va preparando e' ancora una
volta palesemente illegale e criminale.
c) Legalita' costituzionale italiana e diritto internazionale coincidono
quindi nel ripudio della guerra, ed hanno - devono avere - efficacia cogente
tanto per le persone quanto per le istituzioni: e' dovere dei popoli come
degli stati opporsi alla guerra, guerra che sempre consiste nella
commissione di omicidi di massa; guerra che nell'eta' atomica mette in
pericolo l'intera civilta' umana.
d) Ne consegue pertanto anche che e' dovere di tutti i pubblici ufficiali
italiani opporsi alla guerra come conseguenza del giuramento di fedelta'
alla Costituzione della Repubblica Italiana. Ne consegue che e' dovere dello
Stato italiano opporsi alla guerra nel modo piu' esplicito ed energico.
e) Ne consegue altresi' che chi viola la legalita' costituzionale cui ha
giurato fedelta' per questo stesso fatto commette un reato di eccezionale
gravita' e deve essere perseguito penalmente.
f) Tanto le comunichiamo anche affinche' Lei stesso valuti se cio' che
abbiamo scritto fin qui costituisca, come crediamo, "notitia criminis" (di
un crimine, l'avallo alla guerra illegale e criminale, reiteratamente
commesso e avallato da autorevolissime figure istituzionali con compiti di
governo, di legislatori, di supremo garante della Costituzione) e se sia
anche in capo a Lei quale pubblico ufficiale il dovere di procedere a
denunciare all'autorita' giudiziaria (come noi abbiamo gia' fatto) quegli
appartenenti ad autorevolissimi organi istituzionali che negli ultimi anni e
mesi e giorni hanno disatteso il loro mandato e violato la legalita'
costituzionale con il loro non essersi opposti alla guerra, ed anzi con il
loro effettuale sostegno alla guerra (nella situazione presente
specificamente nella forma, fin qui, dell'annunciata disponibilita' a
cooperare con gli aggressori ed a mettere a disposizione degli stragisti
risorse ed infrastrutture allocate nel territorio italiano).
E fin qui per quanto attiene ai profili piu' squisitamente giuridici.
* Profili civili e morali
Ma vi sono ovviamente anche peculiari profili civili e morali, ovvero
politici nel senso in cui di politica si parla ad esempio nell'Etica
nicomachea di Aristotele, e nella Critica della ragion pratica di Kant.
Ed al riguardo non si puo' prescindere dalla grande riflessione etica
contemporanea: quella articolata ad esempio dalle opere di Simone Weil, di
Tzvetan Todorov, di Vandana Shiva, di Rosa Luxemburg, di Primo Levi, di Hans
Jonas, di Etty Hillesum, di Mohandas Gandhi, di Ernesto Balducci, di Hannah
Arendt, di Guenther Anders; i temi angoscianti e ineludibili della
condizione umana nell'eta' atomica; della "banalita' del male"; del crinale
apocalittico; del principio responsabilita'.
Si pone ad ogni essere umano il compito di aver cura dell'umanita' intera e
del mondo.
Si pone ad ogni essere umano il compito primo di impedire lo scatenamento
della guerra che l'intera umanita' puo' annichilire.
Si pone ad ogni essere umano una responsabilita' grande e ineludibile.
* Concludendo
Se ci siamo permessi di evidenziare tutto quanto precede e' perche'
riteniamo che fermare la guerra, che l'intera umanita' mette in pericolo,
sia compito di tutti gli esseri umani di volonta' buona e di tutte le
istituzioni finalizzate alla promozione e tutela della civile convivenza,
ovvero del con-vivere, del vivere insieme, del vivere tutti.
*
Signor Prefetto,
siamo certi che la nostra angoscia per l'ora presente dell'umanita' e' anche
la sua, e di ogni persona di retto sentire. E che ci accomuni l'auspicio e
l'impegno affinche' possa prevalere la pace, e con essa e attraverso essa
l'umanita'.
Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro, e voglia estendere
saluti ed auguri ai suoi collaboratori, ai suoi familiari, ai cittadini del
territorio in cui esercita il suo alto incarico istituzionale.
Con viva cordialita' e sincera sollecitudine, restiamo in attesa di un cenno
di riscontro.
Giuseppe Sini
direttore del Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Viterbo, 20 febbraio 2003
Mitente: Giuseppe Sini
direttore del Centro di ricerca per la pace di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it