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FORUM DI FIRENZE: le magagne del mediacenter



ARTICOLO DI Camilla De Piccolis - milladp@tin.it

Il mediacenter visto da una casalinga di Voghera

Sono una casalinga di Voghera momentaneamente infervorata dalla 
possibilita' di cambiare il mondo e uno dei laboratori nei quali ho 
riversato le energie sottratte al Vim liquido e al Bio Presto e' 
naturalmente il movimento contro questa globalizzazione neoliberista.
Nei giorni del Social Forum mi ero inizialmente proposta di fare la 
volontaria nel seminterrato assegnato al media center, con spirito di 
servizio, dato che non mi ritengo una mediattivista, avevo pensato che 
fosse giusto aiutare quei simpatici ragazzi a comunicare al resto del mondo 
le belle cose che stavano accadendo ai piani superiori. Con mia grandissima 
sorpresa mi sono accorta che:

1. invece dei pc fissi erano stati forniti 100 pc portatili per giunta 
senza alcun sistema antifurto tipo cavetti di ancoraggio ai tavoli o 
chiusura in sicurezza della zona computer o assegnazione di guardiani 
autorizzati a frugare negli zaini della gente o altra forma di controllo, 
come invece era stato giustamente fatto a Porto Alegre dove aveva trovato 
liberta' d'accesso addirittura una casalinga di Voghera come me.

2. le stesse persone che si erano strenuamente battute e sbattute in 
riunioni oceaniche sulla liberta' di accesso in varie citta' d'Italia, dove 
per altro non ero mai mancata neppure io, si erano accaparrate circa 4 
computer a testa per le rispettive redazioni, per cui Carta, Unimondo, 
Liberazione e Il Manifesto non avevano avuto bisogno di portarsi nemmeno un 
portatile da casa, tanto utilizzavano quelli che dovevano essere a 
disposizione di tutti...(a quelli del Manifesto comunque hanno rubato 
subito i 2 portatili sui quali avevano posato il loro cappello, a falde 
larghe). Alla faccia delle lottizzazioni, che sembrano destinate a 
infestare anche il mondo diverso...

3. i simpatici mediattivisti erano assenti se non a gettone, infatti i 
pochi che si sono veramente sbattuti per far funzionare il media-center 
erano pagati per farlo, gli altri non si sono nemmeno presentati 
all'appello dei volontari

4. il servizio volontari era svolto per lo piu' da Unimondo e da me che 
avevo coinvolto alcuni amici. Assieme abbiamo tentato di limitare il danno 
attaccando al muro dei cartelli avvertendo che l'uso del mediacenter era 
limitato agli accreditati stampa e operando una blanda selezione alla 
porta, ma questi tentativi sono stati stroncati dai ragazzi di radio-gap i 
quali, dopo avere strappato i nostri cartelloni hanno sostenuto che 
l'accesso fosse piu' importante di qualsiasi altra cosa, inclusa 
evidentemente l'esistenza di computer in quell'area.

5. alla faccia dell'autogestione, dell'orizzontalita' e della 
responsabilita' personale tutto quello che ci sentivamo ripetere nelle 
isteriche mini-riunioni al mediacenter dai vari "leader di area", era che 
la colpa apparteneva soltanto di chi aveva ritirato i 100 portatili al 
posto dei 100 pc fissi promessi, e che quindi, poiche' la colpa non era 
nostra, noi non potevamo farci nulla, e che non andavano prese altre 
iniziative di testa nostra.

A questo punto una casalinga di Voghera come me, libera da qualsivoglia 
catena ideologica, dopo avere rincorso un ladro di computer senza nemmeno 
avere la certezza di poterlo fare (detesto questi atteggiamenti da mastina, 
di piu' se non mi sento appoggiata da tutti gli altri), ha deciso di 
lasciar perdere. Eccone i motivi: i computer erano gia' dimezzati 
all'inizio del secondo giorno, nessun provvedimento serio poteva essere 
preso, io personalmente rischiavo di perdere anche il secondo giorno di 
forum per fare un lavoro faticoso e sostanzialmente inutile e frustrante. 
Inoltre, noi casalinghe di torte ne abbiamo infornate parecchie quindi non 
siamo abbastanza idealiste ne' politicamente obbedienti da farci intortare 
con quattro cazzate sull'alto ideale dell'accesso quando di fatto vediamo 
attuare una quantita' di odiose ingiustizie: dei 45 pc andati non rubati, 
almeno 12 non erano disponibili in quanto le redazioni della sinistra 
alternativa se li erano lottizzati e sembrava mancare la volonta' di 
garantire sia una rotazione seria sia la salvezza dell'alta tecnologia 
disponibile. Per giunta, in questo paradiso dell'accesso, in questo mondo 
diverso possibile, sembrava che io fossi l'unica a non avere alcun 
vantaggio personale, infatti non godevo dell'assegnazione di computer alla 
mia redazione (altracitta' infatti quando ha voluto scrivere si e' messa in 
coda), non ero pagata, non mi occorreva connettermi, e, vi giuro, non ho 
neppure rubato un pc.

Con un certo rammarico per l'andamento del primo giorno, speso tanto male, 
ho abbandonato la catacomba mediacenter, e ho cercato di recuperare 
risalendo dal sottosuolo verso la vivace atmosfera del piano terra dove, 
con assai meno fatica, un mondo diverso pareva, se non possibile, almeno 
vagamente immaginabile.

Milla De Piccolis