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ricc.orioles@emergenza
Diffondo su nove liste questo importante messaggio sulla lotta nonviolenta
alla violenza mafiosa.
Enrico Peyretti
----- Original Message -----
From: <ricc@libero.it>
To: <a.marescotti@peacelink.it>; <adami@mat.uniroma1.it>; alfredo
<law.galasso@flashnet.it>; <provincia-re@gazzettadireggio.it>;
<antimafiaduemila@antimafiaduemila.com>; <antonella@censurati.it>;
<arnone@intsv.com>; aurelio <angelini@mbox.unipa.it>; biagguerrera
<officine@pop.tau.it>; <bstan@libero.it>; <c.gubitosa@peacelink.it>;
centroimp <csdgi@box1.tin.it>; <cittainsieme@bigfoot.com>;
<clfava@libero.it>; <e.bellavia@repubblica.it>; <enrico.peyretti@tin.it>;
<ettore.mas@libero.it>; <eymerich@tin.it>; fr.petruzzella
<petru@sicilia.com>; <gbenzoni@tin.it>; <ingroia@tin.it>;
<ListaSinistra@yahoogroups.com>; <luigi.manconi@iworks.it>;
<marainid@mclink.it>; <MArcidiacono@rcs.it>; <Marco_Schiavone@bmc.com>;
<mistrett@clipper.ens.fr>; <muoci@yahoo.it>; nando <tistou@tin.it>;
<narcomafie@tin.it>; <omicronweb@tiscali.it>; <
Sent: Saturday, June 22, 2002 7:13 PM
Subject: ricc.orioles@emergenza
> Caro amico, cittadino e/o collega,
>
> mi dispiace di disturbarti con questo caldo (q ui in Sicilia ne fa di
piu', e non solo atmosferico). La situazione e'
> questa: ho aiutato un gruppo di amici catanesi a fare un giornale
antimafia nella loro citta'. Il distributore si e'
> rifiutato di mandarlo in edicola perche' "non mi posso mettere contro
Ciancio". Ciancio e' il monopolista locale (non
> solo locale...) dell'informazione. Per dare un'idea, basta dire che a
Catania di quotidiani in edicola viene esposto
> solo il suo; qualunque altra testata va richiesta all'edicolante perche'
la tira fuori.
>
> Non sto a romperti le scatole con le solite storie di mafia, di liberta'
d'informazione ecc. perche' fa davvero troppo
> caldo. Ti chiedo solo, formalmente, di informarti e poi di prendere
posizione. Questo appello e' pubblico (lo sarebbe,
> se non fossimo cosi' fiochi): puoi, e forse devi, farlo circolare.
> Non credo che una storia del genere sia solo una faccenda locale. Secondo
me, e' una di quelle poche cose su cui
> uno deve essere - pubblicamente - o favorevole o contrario. Come diceva il
Presidente Toto': "Siamo uomini o
> caporali?"
>
> Riccardo Orioles
> ricc@libero.it, 333.7295392
>
> (PS.: faccio giornalismo antimafia da piu' di vent'anni, e nessuno ha mai
potuto dire niente sulla mia indipendenza e
> liberta' dai poteri (tutti). Non rimuovere l'appello che ti faccio,
perche' stiamo difendendo delle parole -
> "giornalismo", "giornalista" - che altrove non costano niente ma qui sono
molto care, e le stiamo difendendo anche
> per te)
>
>
> A seguire: la prima parte della mia e-zine che riprende l'articolo di
"Controvento" censurato dai distributori di
> Ciancio. Il giornale sta venendo distribuito in queste ore da gruppi di
giovani e amici del volontariato.
>
> ________________________________________
> riccardo orioles <ricc@libero.it>
> tanto per abbaiare
> 24 giugno 2002 n.132
> ________________________________________
>
> A Catania hanno quel maledetto vizio (non dico tutti) di far giornali
antimafia: cosi', quando degli amici mi hanno
> chiesto di progettargli e firmargli una cosa che si chiama "Controvento",
e che doveva andare in edicola oggi, io
> disciplinatemente ho obbedito e alla fine - ah, il vizio! - m'e' anche
scappato di fargli un piccolo articolo su una
> faccenda di Ciancio. Che e', come sapete, il padrone dell'unico giornale
ammesso a Catania (gli altri, compresa
> Repubblica, non vengono nemmeno esposti), nonche' di altri giornali sparsi
in tutto il sud. L'amministratore di uno
> di questi giornali, un certo Ursino, ha avuto dei guai giudiziari; il
giornale di Ciancio li ha nascosti e io - in
> quell'articoletto - li ho raccontati. Ma adesso abbiate un attimo di
pazienza e leggetevi l'articoletto.
> * * *
> Tre nomi nascosti ai lettori. Perché?
> "Appalti. Il Pm: 25 a giudizio". E' il titolo dell'articolo de "La
Sicilia" (venerdì 14 giugno 2002, pag. 24) su un caso
> di giudiziaria catanese: tangenti al Garibaldi, indagini, rinvii a
giudizio chiesti dai Pm Marino e Puleio.
> Il titolo, per quanto povero, è corretto. L'articolo no. Il redattore
(anonimo) evita infatti di dare l'elenco dei
> venticinque personaggi di cui e' stato chiesto il rinvio a giudizio, e in
particolare nasconde al lettore il nome di
> Giuseppe Ursino, manager di primo piano nel settore editoriale per conto
del gruppo Ciancio, di cui amministra la
> "Gazzetta del Mezzogiorno".
> Allo stesso gruppo appartengono il redattore che ha scritto il pezzo, il
caposervizio che l'ha passato, il
> caporedattore che ha dato l'ok e infine il direttore: che in questo caso
coincide fisicamente col proprietario del
> gruppo editoriale in questione. Non è la situazione ideale per far
cronaca, d'accordo: ma insomma.
> Per completezza, bisogna osservare che quello di Ursino non è il solo nome
censurato dall'articolo in questione.
> Dal pezzo di cronaca sono infatti spariti altri nomi dell'establishment
catanese, fra cui quelli di Giuseppe Cicero e
> Ignazio Sciortino: il primo è vicino a un politico citato nell'affaire e
il secondo è parente d'un magistrato coinvolto
> in (legittime) polemiche relative giusto al Pm Marino.
> Correttezza avrebbe voluto che, nel rispetto della presunzione
d'innocenza, questi nomi - che erano altrettante
> notizie - venissero citati. Il lettore in fondo lo paga, il giornale.
> * * *
> Letto? Bene. I ragazzi del giornale vanno in tipografia, si fanno stampare
il giornale, lo impacchettano e lo portano
> dal distributore - certo Barone - per mandarlo in edicola. A questo punto,
sorpresa: il distributore legge il giornale,
> si ferma sull'articolo che avete letto un momento fa, sobbalza e dichiara
che lui contro Ciancio non si mette: e
> quindi non distribuisce il giornale.
> Ok. Adesso io sono molto incazzato, non per la storia in se' ma perche'
speravo che in vent'anni a Catania qualche
> piccola cosa fosse cambiata. Siccome fra i nostri lettori ci sono, fra gli
altri, autorevoli dirigenti del sindacato dei
> giornalisti, visto che siamo qua segnalo questo caso anche a loro. A
Catania, un editore come Ciancio - quello che
> difendeva i cavalieri e vietava di pubblicare i necrologi delle vittime di
mafia - fa ancora quello che cazzo vuole.
> Siccome, in quest'episodio, io sono stato personalmente danneggiato,
chiedo all'ufficio legale del sindacato di
> provvedere lui a farmi avere i danni civili dal distributore. E siccome,
oltre me giornalista censurato qui siamo stati
> danneggiati - come cittadini - tutti, chiedo agli amici del sindacato (e
agli altri autorevoli esponenti politici che ci
> stanno leggendo) cosa intendano fare per dare una mossa al monopolio
dell'informazione a Catania, che ieri era
> colluso coi cavalieri e oggi chissa' con chi. Aspetto fiduciosamente una
risposta.
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> Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche semplicemente
> per liberarsene, basta scrivere a ricc@libero.it -- Fa' girare.
> "A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?" (Giuseppe Fava)
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