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[TESTIMONIANZE] - dal sito di censurati .it
il reportage in prima persona della giornalista curatrice del sito
Un angolo. Spuntano tre ragazzi, uno capelli cortissimi, alto, grosso
fisicamente ma sembra giovane. Un altro molto diverso, capelli tipo rasta,
il terzo non lo ricordo proprio, deve essere stato meno appariscente.
Solitamente io non mi spavento, neanche se tre persone così mi sbarrano la
strada, e non per le arti marziali fatte, ma perchè penso sempre che sono
persone, e prese nella maniera giusta, che cavolo, sono riuscita a parlare
con tutti, perchè con questi no? Invece non erano molto disposti al dialogo,
o meglio, si sono imbattuti in me per puro caso, e non si sarebbero fermati
se il tizio con i capelli rasta non avesse detto: "guarda, è della stampa".
Si gira il tipo più grosso, che sogghigna e tira un calcio. E' il primo! Una
volta a terra ne seguono altri e altri e altri, e scopro che... gli anfibi
fanno male, ragazzi, ma proprio male. Gli altri due prima ostacolano la via
di fuga potenziale e basta, poi guardano, poi un colpetto tanto per gradire.
Trovo il coraggio di dire al ragazzo coi capelli rasta :"Non fate i cretini,
sono di sinistra anche io". Rimangono spiazzati, si fermano un attimo, non
si aspettavano che io mi permettessi di dire una cosa simile, forse. E'
un'impressione mia. Poi uno dei due non mi ricordo quale fa: "La cintura
militare, sei di loro".
[...]
salgo in vespa dietro a Roberto, andiamo a vedere cosa succede a Genova,
cos'ì... senza meta. Faccio foto in giro, lui guida, vediamo in lontananza
un gruppo di gente, ci avviciniamo e proseguiamo a piedi. Più mi avvicino
più si respira tensione, voci che urlano, elicotteri, sei camionette dei
carabinieri (lo ricordo perchè qualcuno mi ha chiamato al cellulare e nel
racconto in diretta di ciò che vedevo, ho contato anche quelle). Io mi
ricordo di aver detto qualche parolaccia, non mi aspettavo tutto questo.
Ricordi frettolosi, ma per niente confusi. La città in stato d'assedio. I
contestatori ci sono, ma sono dalla parte opposta alla mia, tra me e loro la
polizia. Vengo poi a sapere che un ragazzo è morto dieci minuti prima che
arrivassi, solo dopo si capirà come, sono solo voci volanti, al momento. E
una ragazza è ferita gravemente, poi sembra sia morta, poi falso allarme.
Insomma, una gran confusione. Io cammino, corro, rispondo al telefono, mi
chiamano al cellulare tante di quelle persone che mi sento friggere il
cervello. Amici che vogliono sapere che sta succedendo (non riescono a
credere alle tv), il mio ragazzo, lontano, che sente la mia voce
frettolosissima che dico che è tutto a posto (che razza di parole, dire
tutto a posto a una persona che vede quelle immagini in tv, e sa che io sono
lì in pericolo.. che mi viene da dire? Tutto a posto). Il tutto lo sto
registrando. Lanciano lacrimogeni, la mia prima esperienza di esalazione
lacrimogeni, anche se in quantità moderate grazie al vento contro.Io e un
gruppo di giornalisti siamo divisi dai contestatori perchè tra noi e loro
c'è la polizia. Sembra tutto fermo, ma i lacrimogeni vanno, io ho paura,
tanta, perchè vedo sparare dall'alto dei camioncini dei carabinieri, dove
sbuca un uomo in uniforme con il fucile puntato nella parte opposta a quella
in cui sono io. Un carabiniere a destra, uno a sinistra che spuntano dalle
camionette, in mezzo una barriera umana in divisa rivolta verso di noi, che
guarda le spalle alle forze dell'ordine. Molte persone urlano "Assassini!"
"Via!" "Via la polizia!". Il tutto con gli stessi rumori di sottofondo
(spari di lacrimogeni, elicotteri, ambulanze, urla ecc ecc).
Io sono confusa, frastornata, ma ho la macchina fotografica, devo finire il
rullino. La prendo e mi avvicino alla polizia, la distanza è poca, veramente
poca, però vedo che i fucili sono puntati dalla parte opposta alla mia,
quindi molto stupidamente penso che non corro pericolo (grosso errore avere
di questi pensieri dove c'è appena stato un morto sparato), solo dopo mi
rendo conto dopo che non ero in me, non ero lucida. Prendo la macchinetta,
metto a fuoco il primo carabiniere, sulla destra, macchinetta...temporeggio
se metterla orizzontale, verticale... Praticamente me la sto pendendo
comoda, panico praticamente nullo, sono calma, troppo! Clic! poi mi metto di
fronte alla barriera umana al gusto distintivo e posiziono con la stessa
calma la macchinetta, con una tranquillità che se ci penso adesso sto male,
perchè so che non ero in me, che rischiavo e neanche sapevo di farlo. Mi
sveglia una voce, forse Roberto, forse qualcun altro, non so, mi urlano
"Antonè, scappa, allontanati"!. Mi giro e vedo che si sono allontanati
tutti, e io penso "Non posso farmi fregare e sequestrare la macchinetta.
Marilena non voleva che la portassi, se gliela perdo mi fa la pelle
(marilena è mia sorella, n.d.r)".
Giro i tacchi e vado, scappo a nascondo la macchinetta, poi però torno sul
posto. Incoscienza, non lucidità, panico. Situazioni che non si regolano. Lì
incontro una ragazza, di rete Lilliput, Sconvolta. Stavano manifestando
pacificamente, mani alzate, urlavano NON VIOLENZA stando fermi, poco lontano
i black blocs che si avvicinavano. Li hanno fatti avvicinare, e poi la
polizia ha caricato sui ragazzi di rete Lilliput e non torcendo un capello
ai black bloc. La ragazza era sotto shoc, io quasi. Oddio, onestamente non
so dire se quello era "essere shoccata". In ogni caso queste sono cose che
lasciano il segno . [.... ] Un ragazzo il giorno dopo, era sul treno per
Sestri Levante con me un ragazzo, occhio tumefatto, sangue seccato tutto
intorno alle orecchie, dito fratturato. Disperato perchè non sapeva a chi
denunciare le cose che aveva subito. Gli dico di parlarne a me, se gli va,
forse nel mio piccolo, da giornalista, posso aiutarlo. Mi dice che è un
volontario del primo soccorso, stava nella jeep loro, pronto ad essere
d'aiuto in casi di emergenza. Un poliziotto lo tira fuori dalla vettura e
inizia a dar giù di manganello. Ridotto malissimo, il ragazzo va al pronto
soccorso, dove si troverà di nuovo a contatto con due poliziotti, che lo
privano di portafogli e cellulare, poi stendono il verbale scrivendo
"trovato sprovvisto di documenti", si spartiscono il denaro e prendono anche
in giro il ragazzo. Il suo commento finale: "e adesso a chi lo dico? alla
polizia?"
Come i bastardi stanno tra i contestatori, gli ultrà, i comunisti, i
fascisti, stanno anche tra i poliziotti. NON SONO UNA RAZZA PROTETTA.
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