[News] Intervento di PeaceLink alla Commissione Ambiente del Consiglio Regionale della Puglia sulla crisi Ilva



Alla Commissione Ambiente del Consiglio Regionale della Puglia


Signor Presidente, Consiglieri,
non posso essere presente di persona per le gravi condizioni di salute di mia madre. Consegno a voi questa relazione scritta con difficoltà, date le circostanze. Mi perdonerete eventuali errori.

Grazie per l’ascolto e per l’opportunità di intervenire su una questione cruciale per il futuro di Taranto, della Puglia e del Paese intero: la crisi dell’ILVA.

Vorrei portare alla vostra attenzione alcune riflessioni, dati e proposte, con l’auspicio che possano stimolare una discussione trasparente e orientata al bene comune.


Primo punto: la decarbonizzazione.
Oggi assistiamo a una contraddizione che è ingiustificabile e pericolosa: si parla di decarbonizzazione nei comunicati e negli accordi di programma, ma poi nell’Autorizzazione Integrata Ambientale — che è l’unico atto vincolante a livello europeo — questa decarbonizzazione non c’è. Anzi: l’AIA attuale prevede la riattivazione degli altoforni spenti, l’efficientamento delle cokerie, cioè tecnologie ancora basate sul carbone.
È necessario e urgente che la decarbonizzazione venga inserita nell’AIA, non lasciata a un accordo di programma facilmente disattendibile dai governi, come troppe volte è già accaduto. Non possiamo accettare che si continui a prendere tempo con promesse sui tavoli politici e poi si autorizzino impianti vecchi e inquinanti nei documenti ufficiali.


Secondo punto: il lavoro e la giustizia sociale.
L’accordo di programma deve sì includere la transizione, ma soprattutto prevedere un piano serio per il reimpiego dei lavoratori in esubero. È fondamentale che la cittadinanza e i lavoratori stessi conoscano la verità: un forno elettrico da 2 milioni di tonnellate all’anno impiega mediamente solo 110 addetti, mentre un impianto DRI di preridotto, con automazione spinta come nel caso del Texas (tecnologia Midrex), ne richiede appena 60.
Questi dati sono noti all’industria, ma vengono tenuti nascosti a Taranto. E questo è grave: nessuna vera transizione può essere pianificata senza trasparenza. I documenti tecnici relativi alla decarbonizzazione non vengono messi a disposizione della comunità scientifica e della cittadinanza. Bisogna porre rimedio subito a questa opacità.


Terzo punto: i pareri dell’Istituto Superiore di Sanità.
È inaccettabile che i pareri dell’ISS, che evidenziano incongruenze e sottostime nella Valutazione di Impatto Ambientale di Acciaierie d’Italia, siano rimasti riservati. L’azienda ha potuto leggere il Parere Istruttorio conclusivo con le 477 prescrizioni dell’AIA, ha potuto chiedere modifiche. I cittadini no. Questa è una lesione gravissima del diritto all’informazione e alla partecipazione.


Quarto punto: il clima e la salute.
Non è stata fatta alcuna valutazione di impatto sanitario della cosiddetta “decarbonizzazione”, né è stato fornito alcun conteggio delle emissioni di CO₂ dei forni elettrici e degli impianti DRI. Il professor Michele Carducci, esperto di giustizia climatica, ha già contestato alla radice questa procedura che ignora gli impegni internazionali assunti dall’Italia sul clima. Come si può parlare di transizione ecologica se non si quantificano nemmeno le emissioni?


Quinto punto: lo studio epidemiologico Forastiere.
PeaceLink non può che esprimere una valutazione negativa sull’operato del Presidente della Regione, Michele Emiliano, che non ha aggiornato lo studio epidemiologico Forastiere, come promesso anni fa. Senza questo aggiornamento non sappiamo quanti morti siano stati provocati dai decreti cosiddetti “Salva ILVA” né qual è la situazione sanitaria attuale a Taranto. Anche su questo punto serve subito prendere l’iniziativa.


Sesto e ultimo punto: la salute dei lavoratori.
PeaceLink chiede che nell’AIA venga inserita la Valutazione di Impatto Sanitario sui lavoratori. Le evidenze già oggi sono inquietanti: Taranto è la prima provincia in Italia per malattie tumorali professionali. Secondo i dati INAIL 2024-2025, ben 107 lavoratori hanno ricevuto una diagnosi di tumore in soli 18 mesi. Più di uno alla settimana. Se questa valutazione venisse effettuata in modo rigoroso, è altamente probabile che l’area a caldo andrebbe fermata immediatamente.


In conclusione,
la Regione Puglia ha una grande responsabilità storica: garantire verità, trasparenza e giustizia per i cittadini e i lavoratori di Taranto. Non accettate documenti scritti con una mano e cancellati con l’altra. Non accettate accordi che promettono la decarbonizzazione e atti autorizzativi che rinnovano il carbone. La Regione Puglia ha un suo rappresentante nel gruppo istruttore AIA, quel gruppo istruttore che ha rinnovato l’autorizzazione al funzionamento a carbone degli altoforni: la Regione Puglia predica la decarbonizzazione e poi partecipa alla scrittura di un’autorizzazione AIA che prevede il carbone. Non va dato il consenso della Regione a questa AIA. Non accettate che la salute delle persone continui a essere sacrificata. Non accettate che vi siano due verità, una pro-carbone scritta nell’AIA e una per la decarbonizzazione scritta nei discorsi politici e nelle promesse fatte in televisione. Questo è un inganno.

Taranto, e la Puglia tutta, meritano un futuro diverso: pulito, giusto, trasparente. I bambini di Taranto non devono vivere sotto la spada di Damocle delle sostanze cancerogene e neurotossiche emesse dall’ILVA. I nostri anziani, così fragili, hanno diritto a maggiori protezioni e a un sistema sanitario dimensionato sulle reali necessità. Chi inquina deve pagare le spese sanitarie per i danni che causa anche in termini di maggiore spesa farmaceutica e di aggravio della pressione sulle strutture ospedaliere. Occorre il coraggio di stare dalla parte dei cittadini, occorre quel coraggio che manca al presidente Emiliano quando non fa le cose che ci aveva promesso di fare. Occorre cambiare rotta decisamente. Questo dipende dalle scelte politiche ma anche noi cittadini sentiamo la responsabilità e il dovere di partecipare con le nostre idee.

Grazie.

Alessandro Marescotti

Presidente di PeaceLink

a.marescotti at peacelink.org


DATI INAIL, periodo 1.1.2024 - 30.6.2025 (tumori di origine professionale, Taranto è prima in Italia con 107 casi)